«I VENTI DI POMORJE»
«ПОМОРСКИЕ ВЕТРЫ»
Casa Editrice «Sovetskaja Rossija» Mosca 1969 (Pagine 192)
Издательство «Советская Россия» Москва 1969
Tutto è semplice in Pomorje. La sconfinatezza fredda del Mar Bianco. L’immensità delle distese di bosco. La distesa dei fiumi vigorosi. Il cielo alto delle notti bianche che ha dell'inverosimile. La gente in Pomorje, buona e generosa per natura. I pomory (in russo: поморы) sono i coloni russi e i loro discendenti sulla costa del Mar Bianco. Con lo stesso termine si riferiscono a sé stessi i discendenti dei coloni russi (principalmente di Velikij Novgorod) nella regione di Pomòrje (Поморье), che vivono in una regione, la cui frontiera meridionale si trova sullo spartiacque fra il bacino del mar Bianco e quelli dei fiumi diretti verso sud.
Il nome deriva da «поморский» = «pomòrskij» (letteralmente «marittimi»), che popolarono la costa del mar Bianco (fra Onèga e Kem'), avendo come radice il proto-indoeuropeo «more» («море»), che significa «mare». Esploratori di Novgorod si spinsero sul Mar Bianco già nel XII secolo, attraverso gli estuari dei fiumi Dvinà Settentrionale e Onèga e fondarono colonie sulle coste di Bjarmaland.
L’autore del romanzo breve «I Venti di Pomorje» («Поморские ветры») è lo scrittore russo Nikolaj Zhernakòv (Николай Жернаков, 1914-1988). Il suo romanzo breve racconta della vita del giovane pescatore Aleksej Koroliov. L’autore scelse un genere complicato del monologo interno. È la confessione mentale dell’eroe principale del romanzo. Il racconto della sua infanzia e adolescenza, come la gente buona lo aiutava a trovare la vera strada.
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