Cézanne a Firenze è una storia d’amore. La storia di due giovani uomini innamoratisi delle opere di un genio solitario, Paul Cézanne. Nella Parigi di fine secolo Egisto Paolo Fabbri e Charles Alexander Loeser si imbattono nell’opera di Paul Cézanne, un artista arrivato nell’ultimo decennio della vita, ma ancora incompreso da colleghi, critici e pubblico.
Nel 1896 Fabbri e Loeser acquistano ciascuno tre dipinti di Cézanne da Ambrosie Vollard, l’unico mercante che ha creduto nel pittore francese, e da quel momento, in pochi anni e con gusto sicuro, compiono una scelta decisa puntando sull’artista. Tornati a Firenze, Fabbri e Loeser non si frequentano, ma proteggono gelosamente i dipinti di Cézanne, mostrandoli solo a coloro che pensano possano capirli. Sono pochi ma appassionati, e quanti comprendono la grandezza e la strabiliante carica innovativa di quelle opere, affrontano lunghi viaggi per poterle ammirare.
Fabbri ha venerato il maestro di Aix-en-Provence con devozione totale e assoluta, e ne è stato uno dei maggiori collezionisti al mondo; di grande preveggenza altresì l’agire di Loeser le cui scelte – anche nell’arte antica – seguono una ben precisa filosofia: “Ho sempre avuto simpatia per gli ‘indesiderabili’. Soltanto in questo modo si può pensare di formare una collezione”.
per informazioni
http://cezanneafirenze.it/mostre-arte-firenze.php?SEZ=1
L’assoluta particolarità di Cézanne a Firenze sta nell’aver riunito per la prima volta le opere più notevoli delle raccolte Fabbri e Loeser che, prima di essere disperse negli anni tra le due guerre mondiali, furono le più importanti al mondo. In netta controtendenza rispetto allo spirito estetico del tempo, e con grande meraviglia dello stesso artista, Fabbri arrivò infatti a possederne 32 dipinti, Loeser 15. Collezioni che diffusero l’apprezzamento per Cézanne tra la comunità internazionale e che provocarono nell’ambiente artistico di Firenze una svolta verso le poetiche dell’avanguardia.
La mostra è ospitata al piano nobile di Palazzo Strozzi.
L’esposizione è curata da Francesca Bardazzi, nota studiosa del collezionismo di Cézanne in Italia, e da Carlo Sisi, già direttore a Palazzo Pitti della Galleria d’Arte Moderna, uno dei massimi esperti del periodo.