«CAPIRE MEGLIO LA STORIA PER CAPIRE MEGLIO LA RUSSIA D’OGGI»
Un articolo dell'etnografa Ljudmila Korotkova di Sarov
Ogni qual volta scoppia una guerra non si chiede la gente: Che cosa l’ha fatta scoppiare? Perchè è andata proprio così? Ed oggi in Occidente si parla delle azioni militari che la Russia sta conducendo contro la Georgia... Purtroppo l’abitudine di guardare alla Russia attraverso il prisma della Guerra fredda è rimasta, ma la Russia oggi è un’altra e i motivi che l’hanno spinta ad un’azione militare sono più che serie. Non siamo né a Praga né a Budapest. Non è la Russia che aggredisce. Oggi la Russia difende i russi e difende gli Alano-osseti.
Di notte fra il 7 e l’8 agosto Michele Saaksc’vili ha decretato il bombardamento della città di Zkhinvali che si trova nel territorio dell’Ossezia (o Alania) del sud. Così sono stati distrutti decine di villaggi osseti, sono morte migliaia di persone, molti sono i feriti e tante le case distrutte. Se formalmente l’Ossezia del sud appartiene alla Georgia, allora perché il Presidente ha dato ordine di bombardare le città e i villaggi che a lui appartengono? E perchè migliaia di Osseti del sud fuggono via dal loro presidente in Russia? Forse l’Ossezia alla fine non è altro che parte della Russia?
L’italiano o il tedesco comune ha difficoltà ad immaginare addirittura dove si trovino Zkhinvali, l’Ossezia (o Alania) del sud e perché la Georgia ha dato inizio ad una massiccia aggressione a questa “sua” regione. Neppure sugli schermi TV le informazioni mandate in onda sono state basstanza chiare per questo comune occidentale. C’è soltanto una guerra fra Russia e Georgia e basta! Di nuovo si tenta di rappresentare la Russia nelle vesti di aggressore e di occupante le terre altrui. Penso che a questo punto dobbiamo pensare meglio a quello che sta succedendo.
Zkhinvali è una città dell’Ossezia del sud che formalmente appartiene alla Georgia. In realtà l’Ossezia è una repubblica autonoma con un presidente autonomamente eletto e un governo autonomo e tutto questo funziona già da una decina d’anni. Nel 1992 sono stati mandati qui gli eserciti russo e georgiano. A che fare? Per mantenere la pace nel territorio. E come, sono necessari degli eserciti per mantenere la pace? Contro chi questi eserciti avrebbero dovuto mantenere questa pace e da che cosa in generale sono nati questi problemi?
La storia dell’Ossezia del sud è complicata e contraddittoria e la Georgia oggi sta cercando di scrivere la sua propria storia relativamente a questa regione. Però ciò non può avvenire contro i fatti oggettivi ed ecco quali.
Fino alla metà del secolo scorso l’Ossezia del sud non ha mai fatto parte di uno stato georgiano, facendo invece parte della comunità interetnica dei popoli iranici del Caucaso. Tuttavia molte volte i re georgiani hanno tentato con la forza delle armi di impadronirsi di questa regione al di qua del Caucaso e porla sotto il loro controllo militare e politico. L’Ossezia malgrado ciò continuò a mantenere la sua autonomia rispetto al governo della Georgia.
Nel 1174 l’Ossezia o Alania, ancora non divisa in Ossezia al di qua (Sud) e Ossezia al di là (Nord) del Caucaso entrò nella compagine dell’Impero Russo e fino al 1830 tutta la parte montagnosa (cioè inclusa l’Ossezia del sud) della regione in effetti rimase al di fuori del controllo dell’amministrazione imperiale, benché nominalmente ne facesse parte. Nei fatti poi nel 1830 anche l’Ossezia di montagna passò definitivamente sotto l’Impero.
Questo atto di incorporazione dell’Ossezia nell’Impero Russo però non fu accompagnato da alcun riconoscimento da parte dell’Impero di una qualsiasi dipendenza dalla Georgia. Per questi motivi i rappresentanti della nobiltà feudale georgiana, i principi Maciabeli e Eristavi, cominciarono a fare i primi tentativi nell’ambito dell’Impero Russo e usando dell’aiuto armato russo di assoggettare territorio e popolazione di quella parte della montagna interna che è l’Ossezia del sud. Il Senato russo tuttavia annullò queste pretese dichiarando che: “E’ respinta la richiesta dei principi Maciabeli di imporre la propria autorità, usando del supporto russo, sulle popolazioni ossete.” (ZGA GSSR, Fondo del Comitato Caucasico, d. N° 844, foglio 68. in Saggi di storia osseta, pag. 128).
L’opinione sull’argomento dello stesso Imperatore fu espressa in questo modo: “Qualunque sia la decisione finale dei nostri alti organi giudiziari, sarà difficile riconoscere e metter in atto una decisione a favore dei Maciabeli. A nostra conoscenza a parte i tentativi è il fatto che gli Osseti di Montagna non saranno mai costretti ad essere soggetti a questi signori se non ricorrendo all’uso delle armi. Nè è nostra intenzione dover ogni due o tre anni pensare di mandare qui a causa di ciò dei soldati o intraprendere delle campagne militari.” (ZGA GSSR Fondo del Comitato Caucasico, d. N° 844 foglio 68, in Saggi di Storia Osseta, pag. 128).
Dopo la caduta dell’Impero Russo nel 1917, uscita dalla compagine delle nazioni dell’Impero, la Georgia tentò di annettere unilateralmente l’Ossezia di Montagna contro le richieste della stessa popolazione e ciò provocò l’inizio di una guerra di protesta da parte degli Osseti.
Il 20 giugno 1920 l’Ossezia di Montagna subì un’aggressione armata da parte del governo georgiano e alla fine di un pesantissimo genocidio in cui quasi 18 mila persone furono uccise e 50 mila scacciati oltre il Caucaso nell’Ossezia del nord, la regione fu annessa al territorio georgiano. Questo è un fatto storicamente accertato!
All’instaurarsi del potere sovietico in Georgia grossolanamente e senza espressioni di volontà e di desideri della popolazione stessa l’Ossezia entrò nel territorio georgiano e successivamente con Decreto del 20 aprile 1922 del VZIK e del Consiglio Superiore dei commissari del popolo dell’URSS fu creata la Repubblica Autonoma dell’Ossezia del sud. Corre anche la voce che tutto ciò non avvenne senza l’opinione e l’appoggio di un certo grande rivoluzionario georgiano (di madre osseta) Giuseppe figlio di Bessarione Dzhugasc’vili detto Stalin.
Così il 23 nov. 1989 a Zkhinvali, capitale della Repubblica Autonoma Osseta del sud si videro arrivare colonne di autobus (400) pieni di dimostranti e di auto (3000) da Tbilisi dirette qui in una specie di “crociata” nazionalista georgiana sotto la conduzione politica di E. Gamsakhurdia, capopolo georgiano. Questa manifestazione con la presenza di personalità del governo ufficialmente fu spiegata dai mezzi di comunicazione di massa come un tentativo di incontrasi a Zkhinvali per un meeting di pace. Lo strano è che fra tutte queste persone convenuti qui erano stati ammessi anche moltissimi uomini armati di fucili automatici! La popolazione osseta maschile fu subito mobilitata e l’entrata a Zkhinvali fu impedita. Gli armati decisero in consiglio un blocco della città circondandola da tutti i lati. I georgiani popi concessero passaggi alle persone che per qualche ragione dovessero venire fuori dalla città che però furono catturate come ostaggi e sottoposte alla tortura e agli insulti personali (molto importanti da queste parti). L’assedio durò ben tre mesi, 5 uomini furono uccisi e ben 400 ricevettero ferite e offese corporali, oltre 2000 persone furono deportate dai loro villaggi dopo aver dato alle fiamme le loro abitazioni (qui le case di famiglia sono tutte di legno!). Ogni tentativo di rivolgersi alle autorità superiori dell’URSS che esprimessero il biasimo e prendessero misure contro questi eventi risultò vano!
Nel 1990 la Georgia uscì dalla composizione dell’Unione Sovietica e in questa occasione in una sessione dei deputati del popolo osseta del sud fu messo a punto un pacchetto di decisioni da prendere nell’immediato per il proprio territorio. Dichiarazione di sovranità, dell’applicazione della Costituzione e delle leggi ancora in vigore nell’URSS e la conferma dell’esistenza della Repubblica Autonoma dell’Ossezia del sud.
Il 9 dicembre 1990 ci furono le elezioni per il Senato della repubblica e gli osservatori mandati dall’URSS dichiararono che esse si erano svolte entro le leggi vigenti.
La notte fra il 5 e il 6 gennaio 1991 dal Governo georgiano furono mandati in Ossezia alunni battaglioni di polizia che cominciarono a fare perquisizioni, arresti, assassini, incendi di case e relativi saccheggi ed altri atti di terrorismo contro gli osseti.
A questo punto non c’era scelta che prendere le dovute misure per la difesa da questi attacchi inaspettati e alcuni battaglioni organizzati sul momenti di osseti cominciarono a respingere i georgiani fuori del territorio. Naturalmente ciò corrispose a delle controrappresaglie rivolte ai villaggi che i georgiani attraversavano man mano che si ritiravano, senza mai desistere dal progetto di un assalto di sorpresa alla capitale Zkhinvali.
Il 1 febbraio seguente l’Unione dei Fornitori di Energia della Georgia interruppero le forniture all’Ossezia. Nel duro inverno con queste misure la popolazione ne soffrì pesantemente con decine di morti fra gli anziani e altrettanti di bimbi in fasce. La situazione andava rivista. Il 23 marzo si riunisce una seduta plenaria di tutti i deputati osseti di tutti i livelli nella quale su esecuzione del Decreto del Presidente dell’URSS dal 7 gennaio la posizione dell’Ossezia del Sud si ribalta lo statuto della regione verso la formazione di un territorio repubblicano autonomo e la nuova posizione viene affidata alla gestione di un Comitato ad hoc. Il 4 maggio in risposta alla promessa di Mosca di impedire il genocidio osseta l’Assemblea dei Deputati decide di trasformare unilateralmente il territorio in Repubblica Indipendente e Autonoma. Ciò non ferma però le azioni di genocidio da parte della Georgia che non appena viene eletto il nuovo Presidente Eviad Gamsakhurdia riprendono e con maggior forza.
Il 1 settembre 1991 una sessione dei Deputati del popolo Osseta del sud revoca le decisioni prese dalle assemblee precedenti in virtù della loro incompatibilità giuridica e per non aver portato ad una stabilizzazione della situazione e mette fuori legge tali assemblee.
In totale a questo punto il terrore georgiano dal 6 gennaio al 1 settembre ha seminato 209 morti, ferito gravemente 460 cittadini inermi e 150 altri risultano dispersi.
L’11 ottobre 1991 uno cecchino dalla Georgia uccide una bimba di 2 anni e 8 mesi: Vitalika Tibilova nel cortile di un kindergarten nel villaggio di Znaur... E’ la goccia che fa traboccare il vaso! Si indice un referendum e unanimemente è decisa la dichiarazione dell’indipendenza della Repubblica Osseta del Sud e la sua associazione alla federazione Russa. E’ il 19 gennaio 1992.
A febbraio l’artiglieria georgiana si dispone intorno alla città di Zkhinvali e cominciano un mitragliamento continuo sui quartieri della città e sulle scuole che durerà fino all’estate (luglio). Anche stavolta il risultato sono decine di morti fra donne bambini e anziani. Il brutto è che questa volta la gente sotto il fuoco continuo andava a lavorare o a scuola e veniva uccisa proprio in questi luoghi. Malgrado ciò la vita amministrativa non si è interrotta e, quasi a portare nuove speranze, l’8 marzo ritorna in qualità di Presidente del Parlamento georgiano Eduard Sc’evarnadze. Tuttavia la politica verso l’Ossezia non muta, anzi la situazione di blocco armato continua e si appesantisce in Ossezia del sud.
Il 20 maggio avviene uno dei peggiori eventi di delitti contro l’uomo in Ossezia. Una colonna di fuggiaschi osseti che si avventurava a lasciare Zkhinvali su auto varie viene investita da raffiche da fuoco e vi muoiono ben 36 persone dagli 11 ai 76 anni, senza alcuna giustificazione. Poche ore prima nel villaggio di Jeredvi i combattenti georgiani avevano sepolto vive 12 persone solo perché seguivano la colonna di auto diretta a Zkhinvali.
Il 24 maggio il Senato della Repubblica Osseta approva e prende atto della Dichiarazione d’indipendenza e ilo 24 giugno nella vicina città russa di Soci è sottoscritto un patto a quattro: russi/osseti del sud/osseti del nord/georgiani in cui si dichiarano i principi sui quali si prenderanno tutte le misure possibili affinché il conflitto in atto venga immediatamente interrotto e il 14 giugno 1992 si costituisce un corpo armato misto (dei quattro) a guardia della pace in Ossezia del sud.
Dal novembre 1989 fino a luglio 1992 in totale, a quel che ci risulta, l’aggressione della georgia all’Ossezia del sud è costata a quest’ultima oltre 3 mila morti, 300 dispersi e quarantamila profughi emigrati in Russia. Oltre un centinaio di villaggi risultano ormai distrutti per sempre.
Un decennio e più di convivenza geografica forzata fra Osseti e Georgiani già nel passato XX sec. ha dimostrato che la persecuzione personale, il delitto, l’imposizione con la forza e il genocidio sistematico non permettono in alcun modo a questi due popoli caucasici di continuare a vivere da buoni vicini finche il più forte (in questo caso la Georgia) non si metta da parte e rinunci a pretendere l’incorporazione dell’Ossezia nel territorio dell’attuale Repubblica di Georgia.
©2008 di Ljudmila Korotkova, Sarov