Belle....belle.... un po' di ghiaccio e neve non saranno un problema! Metteranno un po' di pepe nell'avventura! E poi, come dice Cicerin, non c'è bisogno di correre.....
Mikhail Sùrov Михаил Суров
«LA TERRA DI VOLOGDA:
L’INESPLORATA LONTANANZA NEL TEMPO»
«ВОЛОГОДЧИНА: НЕИЗВЕДАННАЯ ДАВНОСТЬ»
Casa Editrice «Poligrafist» Mosca 2002 (Pagine 432)
Издательство «Полиграфист» Москва 2002
Nel secondo volume del suo libro «LA TERRA DI VOLOGDA: L’INESPLORATA LONTANANZA NEL TEMPO» («ВОЛОГОДЧИНА: НЕИЗВЕДАННАЯ ДАВНОСТЬ») che ha suscitato un interesse particolare fra i lettori e i critici dell’etnografia russa, il famoso collezionista Mikhail Sùrov continua a raccontare dell’originalità, dell’identità e dell’unicità dell’arte popolare di Vologòdcina.
«Vologòdcina» («Вологодчина»), cioè la regione della città di Vòlogda (Вологда) e i suoi dintorni, la città del Nord della Russia che è gloriosa per le sue chiese e monasteri. L’arte popolare di Vologda risale ai tempi del paganesimo antico, nell’antichità remota. Nel suo libro Mikhail Sùrov racconta dettagliatamente dei prodotti popolari di corteccia di betulla, del vasellame, degli attrezzi per la lavorazione del lino, delle assi per la preparazione di pan pepati, mostaccioli e panforti, della plastica di rame, dei vasi e dei recipienti antichi, delle masserizie, degli archi per cavalli, delle slitte, ed anche delle ricerche archeologiche uniche degli ultimi tempi. Il libro è scritto nella forma scientifico-popolare ed è destinto alla vasta cerchia dei lettori che si interessano dell’etnografia russa.
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Se tutto va bene ho intenzione i visitare alcuni centri fuori Mosca, ho la possibilità di avere una macchina e pensavo di andare fino a Vologda, ma 10 ore di viaggio mi sembrano un po' troppe per questa occasione... Credo che farò "l'anello d'oro".
Chissà se il nostro prigrissimo (almeno per quanto riguarda lo scrivere) Argonauta condividerà con noi le impressioni del suo viaggio, ora che è tornato.
Un raccontino completo di fotografie sarebbe cosa a tutti gradita ed utile
Eh... eh....eh..... Il mio viaggio in Russia è stato un disastro!!!! Ovviamente non per tutte le cose.... Non ho potuto fare quello che avrei voluto! Mi sono fatto male alla schiena il primo giorno, per fortuna ero proprio in un centro sportivo e una dottoressa mi ha fatto una iniezione contro il dolore.... Sono riuscito ad andare al monastero di S.Sergio.... Ma a fatica mi muovevo Però ho visto una cosa interessantissima e la prossima settimana pubblicherò alcune foto a riguardo!
Caspita...mi spiace! Proprio non ci voleva...
Il viaggio che avevi in progetto di fare sarebbe stato stupendo. Io stesso avrei voluto seguire il tuo esempio.
Ad ogni modo rimarrò in attesa di conoscere qual'è la cosa interessante che sei riuscito a vedere durante la tua permanenza in Russia.
Non so come mai ma non mi carica l'immagine.....
Comunque la cosa che ho visto è un dinosauro!!! Sono stato in un grande museo di Mosca dove c'erano tantissimi dinosauri, alcuni enormi!!! E' veramente ricco, con tante sale e organizzato bene per far capire come si sono evolute le specie animali. C'erano tanti bambini con le scuole e mi hanno sorpreso le illustrazioni che sono tratte da un libro che i miei genitori mi regalarono 35 anni fa per Natale....Scritto da Zdenek V. Spinar e illustrato da Zdenek Burian: in assoluto il più bel libro scritto e disegnato sui dinosauri...
http://www.radio.cz/en/article/67334
A Vologda il primo museo russo del merletto a fuselli
La storia del merletto a fuselli nelle terre di Vologda ha qualche centinaio di anni. I primi merletti a fuselli, conservati nelle collezioni dei musei, risalgono ai secoli XVII-XVIII. Questi merletti con l'ornamento geometrico sono fatti intrecciando fili d'oro, d'argento o d'orpello.
Nel XVIII secolo hanno ricevuto ampia diffusione i merletti di filo - lino, seta e cotone. A Vologda, la prima fabbrica di merletti è stata fondata nel 1820 dalla pomescitsa (помещица: proprietaria terriera) Sasetskaya, e vi lavoravano le krepostnye (крепостные: serve della gleba). Gradualmente, l'arte della tessitura di merletti a fuselli si è diffusa nelle zone circostanti, i grandi centri si sono formati nei distretti di Vologda, Gryazovets, Kadnikov. In ogni distretto si è formato il proprio stile unico, con i motivi ornamentali propri, ma Vologda divenne il centro geografico e artistico di questo mestiere.
Nella storia del merletto di Vologda sono entrate Bryantsevi madre e figlia, alle quali si attribuisce la creazione di un particolare "stile di Vologda" con una linea del disegno dolcemente curvata. Grazie a questo miglioramento è diventato possibile creare manufatti in singoli pezzi: stole, mantelline, mantelletti da donna, ecc
Nel 1893 la provincia contava 4.000 merlettaie, e nel 1913 più di 39.000. I merletti a fuselli di Vologda hanno ottenuto il riconoscimento nelle mostre a Philadelphia (1876), Chicago (1893) e Parigi (1925).
I motivi del merletto a fuselli dipendono dalla tecnica dell'intrecciamento. A Vologda era diffuso sia il merletto lavorato a fili continui che quello a pezzi riportati. Il più difficile è considerato il merletto a fili continui in cui vengono portate avanti contemporaneamente la lavorazione della rete e dei motivi al suo interno, e di solito qui ci vuole un numero di coppie di fuselli molto elevato. Nel merletto a pezzi riportati le varie parti del merletto vengono lavorate separatamente e poi unite.
Nel 1920 sono state organizzate circa 50 artel (артель: cooperativa)di merletto, nel 1928 a Vologda è stata creata una scuola professionale (oggi college professionale n.15 http://www.uchilishe15.ru ),
e nel 1935 un laboratorio d'arte. Nel 1964 è stata fondata l'associazione di merletto a fuselli "Fiocco di neve" (Снежинка), ora una azienda ( http://www.snejinka.ru ).
Il 3 novembre 2010 è stato inaugurato a Vologda l'unico Museo del merletto a fuselli in Russia.
La mostra principale si estende su una superficie di 1500 mq ed è dedicata allo sviluppo delle arti e mestieri tradizionali di Vologda e gli sviluppi del mondo del merletto dalla fine del XIX all’inizio del XXI secolo. L'esposizione è organizzata cronologicamente. La prima sala è dedicata ai centri europei del merletto - Germania, Francia, Polonia, Slovacchia, Spagna, e all'epoca della nascita del merletto (XVII-XVIII cc.), quando lavoravano con i fili d'oro e d'argento. Nella galleria principale sono esposti i lavori per argomenti seguenti: "Merletto su costume di contadino e nei tessuti etnici", "Merletti degli anni 1920-1940", opere d'autore della azienda "Fiocco di neve" (Снежинка). Qui si possono ammirare i capolavori del merletto artigianale come la tovaglia "Fiocco di neve" di Elfina E.N., il telone di Veselova VD. "Peaceful Mosca", il drappo di Isakova K.V. "I Galli", ecc.
Il museo etnico-architettonico della regione di Vologda è situato nella campagna Semenkovo, distante 12 km da Vologda. Il Museo è dedicato al mondo rurale russo dalla fine del XIX all'inizio del XX secolo. Qui ci si può avvicinare alla vita dei contadini russi e alle loro tradizioni, alle origini della cultura e della mentalità russa. Sul territorio del museo (12,7 ettari) si trovano 19 opere in legno: 10 isbe (изба: tipica abitazione rurale dei contadini, interamente costruita di tavole di legno e di tronchi d'albero), 6 granai, ghiacciaia, banya, cappella.
Le case in legno presenti nel museo sono state trasportate dalle province di Vologda: Totma, Tarnoga e Niuksenitsa.
I russi hanno appreso i segreti della costruzione con il legno dal contatto con le popolazioni ugrofinniche che si erano stabilite nel Nord. Hanno raggiunto rapidamente un'eccezionale perizia, che ha dato origine a una particolare tecnica costruttiva basata sull'incastro di tutte le strutture edilizie, anche quelle portanti, senza utilizzo di chiodi. Le case sono riccamente decorate con intagli nei balconi e nelle cornici delle finestre, che caratterizzano molto la regione di Vologda, dove l'intaglio del legno era una tecnica artigianale antica e molto diffusa.
Nelle case sono riprodotti gli interni d'epoca: attrezzi agricoli, mobili, oggetti d'uso quotidiano dei contadini come bauli con i costumi d'epoca, valenki, utensili di cucina, filatoi, telai, ecc. Una esposizione a parte è dedicata agli attrezzi per la lavorazione del lino, in quanto era il lavoro principale delle donne. Tra le altre esposizioni ci sono:
mestiere della caccia, la dote della sposa, moda di valenki, mestiere del carpentiere e del falegname, arte del vasaio, pesca nella regione di Vologda nei XIX - XX secoli.
Sul territorio del museo organizzano spesso festival, fiere, feste e iniziative varie come "Festa dell'accetta", "Maslenitsa di campagna" (carnevale), festa del capodanno, ecc.
Sono un appassionato di Isbe, ne ho viste alcune ma queste di Vologda superano di gran lunga ogni aspettativa. Ho notato che parli spesso a proposito di questa città...credo che tu sia affettivamente legato a questo luogo. Devo ammettere che mi hai trasmesso grande curiosità.
La visita virtuale permette di avere un assaggio di come doveva essere entrare in una di quelle abitazioni di legno. L'effetto è stupendo
Credo che nelle città russe minori, si possa ancora ritrovare gran parte delle usanze più antiche e rurali che hanno conservato in buona parte la propria natura senza scadere in quel folklorismo con il quale vengono rese note nelle due capitali.
Festeggiare la maslenitza o altre feste tradizionali in un posto come Vologda, deve essere molto suggestivo.
Spero di poter visitare un giorno questa città russa così idilliaca da sembrare immersa in un sogno
Sì, caro Cicerin, hai ragione; sono molto legato a questa città, affettivamente.
Per questo la conosco sicuramente meglio di quanto possa conoscere qualsiasi altra città dela Russia. Ma posso confermarti che Vologda è un piccolo gioiello. Insomma, non proprio piccolissimo, visto che conta più di 300.000 abitanti, ma certo che confrontata a Mosca o San Pietroburgo, è davvero una miniatura e, anche se la modernità arriva ovunque, Vologda ha conservato molto del suo fascino antico, con le sue innumerevoli chiese, e le numerose vecchie case in legno dalle magnifiche finestre tutte intagliate risalenti alla fine del XIX - inizio XX secolo.
Le isbe che che si trovano nel museo che ho presentato sono effettivamente qualcosa che vale la pena di vedere, davvero suggestive. E' un luogo che riporta indietro nel tempo di almeno 100 anni. Si svolgono spesso numerose feste tradizionali e folcloristiche, come ho accennato; quando ci sono stato io c'erano tantissime donne negli incantevoli costumi tradizionali e si svolgeva una gara di tagliatori d'ascia, credo che fosse proprio la festa dell'accetta: è semplicemente straordinario osservare come le mani esperte di qualche decina di uomini, armati di sole accette, a partire da grezzi tronchi d'albero, tirino su una casa, senza strumenti moderni e, soprattutto, senza un solo chiodo. E' stupefacente, un'esperienza unica e imperdibile!
Anche la Maslenitsa viene festeggiata lì, secondo l'antica tradizione, i costumi, le danze, le mascherate, i bliny, le bicchierate. il fantoccio simbolo dell'inverno bruciato alla fine della settimana. Io non ci sono stato in quel periodo, ma confesso che mi piacerebbe tantissimo, e spero prima o poi di poterci capitare!
Se mai dovessi deciderti a fare questa bellissima escursione, fammelo sapere, che sarò felice di darti tutte le informazioni possibili, ed anche darti qualche contatto utile
Il monastero Spàso-Prilùtskij (Спа́со-Прилу́цкий монасты́рь), un monastero maschile ortodosso, fu fondato nel 1371 nell'ansa del fiume Vologda da Dmitrij Prilutskij, un celebre santo russo, patrono di Vologda e allievo di Sergij Radonezhskij (il più grande leader spirituale e riformatore monastico della Russia medievale). Il suo sepolcro si trova adesso nel monastero.
Il monastero godeva di grande rispetto da parte dei principi Ioann III, Vasilij III e Ioann IV.
Ioann III portava con sé l'icona del monastero Dmitrij Prilutskij di Dionisij (datata all'inizio del XV secolo) nella sua campagna militare su Kasan nel 1503. In seguito la ornò con oro e argento. Nel monastero è conservata la copia moderna di questa icona.
Ioann IV(Groznij) nella sua campagna militare su Kasan del 1552 aveva portato con se la croce Kilikievskij krest del monastero. Una croce di legno di 140 centimetri di altezza, a 8 punte, decorata con tante raffigurazioni incise dall'avorio. La croce è conservata adesso nel museo di Vologda.
Già nel XVI secolo il monastero di Spaso-Prilutskij diventa uno dei più ricchi e conosciuti monasteri nella Russia del nord.
Fino al ХVI secolo tutte le costruzioni del monastero erano di legno. La costruzione in pietra cominciò negli anni 1537-1542. In questi anni è stata costruita la cattedrale Spasskij sobor dalle 5 torri e il campanile. Nei XVI – XVII secoli vengono costruiti anche il refettorio con la chiesa Vvedenskaja, il portone principale con la chiesa sovrastante.
Nel 1656 è stata terminata la costruzione delle torri e della muraglia in pietra intorno al monastero. Prima la muraglia era in legno e fu la causa delle devastazioni e saccheggi che avvennero negli anni 1612–1619.
Nel XIX secolo il monastero Spaso-Prilutskij era considerato un baluardo del Nord della Ortodossia. Nel 1812, prima dell'attacco dei francesi, qui furono trasportati gli oggetti sacri e i ricchi addobbi dalle chiese e dai monasteri di Mosca.
Nel 1926 il monastero è stato chiuso dal regime sovietico, e negli anni ‘30 lo usavano come una prigione di transito. Solo nel 1992 il monastero è stato restituito alla Chiesa ortodossa russa e da allora è diventato di nuovo un monastero maschile funzionante.
Sul territorio del monastero si trova la tomba del poeta russo Konstantin Batiushkov.
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