Con il suo decimo film Aleksej Balabanov esce dalle righe degli schemi abituali dei suoi film per girare quello che si può definire il suo primo melodramma, interpretato da Renata Litvinova e Nikita Mikhalkov.
Nel film “Non mi fa male” si svolgono due storie parallele. Nella prima, tre giovani, Misha, Oleg e Alia decidono di avviare un’attività in proprio, aprendo un’agenzia di interior design a San Pietroburgo.
La seconda storia riguarda Natella Antonovna, o Tata (Renata Litvinova), una giovane donna di 27 anni che sta morendo per un tumore al sangue e che è sostenuta economicamente da Sergej Sergeevic (Nikita Mikhalkov). Lei è trattata e curata molto bene da lui, che non ha bisogno di favori sessuali da lei, in cambio; ha bisogno solo di un posto dove potersi rilassare e dove sentirsi amato e apprezzato.
Tata diventa il primo cliente di Misha, Oleg e Alia, nonché il loro portafortuna, in quanto inizia a fare pubblicità alla loro agenzia di interior design tra i suoi numerosi conoscenti.
Tata e Misha si innamorano, e Tata lascia Sergej Sergeevic con il suo grande appartamento nel centro di San Pietroburgo, il buon cibo e la medicina che le può prolungare la vita. Lei decide di scegliere la libertà, l’alcool e il divertimento, rispetto alla vita in una gabbia dorata.
Misha, il protagonista del film, è un laureato dell'Istituto di Architettura che non è un architetto di talento, ma è semplicemente un uomo con la mentalità affaristica. Misha è diverso da tutti i protagonisti degli altri film di Balabanov. Lui è un eroe romantico, un nuovo tipo di personaggio che cerca di raggiungere i suoi obiettivi non utilizzando una pistola, ma per mezzo del suo cervello e le sue capacità imprenditoriali. Un altro dei titoli di lavorazione del film era “La confessione di un cuore gentile”, che si riferisce direttamente a Misha come un essere emotivo: è un giovane molto sensibile, infantile e lamentoso, diventa depresso e apatico quando Tata lo lascia, confessa che la morte inevitabile di Tata gli fa male, e lui è appena in grado di affrontarla. Misha non è un personaggio negativo, ma non è neanche un eroe. Egli non può combattere la malattia di Tata, e non lui, ma Oleg protegge Tata da un soldato ubriaco in un bar. Questo soldato è l'unica figura negativa in questo film.
“Non mi fa male” inizia come un melodramma urbano, ma le ultime scene del film si svolgono in campagna, lontano dal mondo pretenzioso bohémien di San Pietroburgo. La bellezza dei paesaggi con mucche, capre e mucchi di fieno creano un’atmosfera pastorale, uno spazio ideale per il culmine della storia d'amore Tata e Misha. L'affermazione esistenziale "la decorazione eccessiva è scoraggiante ed è ovunque: nei fiori, nella pubblicità, e nella gente", pronunciata da Misha all’inizio del film, è una preparazione per tali ultime scene dove tutto è semplice: foreste verdi e campi invece delle cupe strade di San Pietroburgo, una capanna fatta a mano invece di lussuosi appartamenti con archi e bassorilievi; shish kebab al posto del caviale rosso, vodka al posto del costoso cognac. Con questa scena idilliaca, la storia di amore e di amicizia finisce: Tata muore, Alia parte per la Finlandia, Oleg ritorna in Cecenia, e Misha, l'unico personaggio rimasto nel melodramma Balabanov, continua ad esistere.
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