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JOAN SUTHERLAND 1926-2010
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JOAN SUTHERLAND 1926-2010

E' morta ad 83 anni a Ginevra in Svizzera la cantante Joan Sutherland, tra le leggende della lirica.
È morta la Grande Leggenda…
LA GRANDE, LA STUPENDA …


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"CASTA DIVA"

  

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Descrizione: JOAN SUTHERLAND 1926-2010 
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Zarevich
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Messaggio Re: JOAN SUTHERLAND 1926-2010 
 
La Stupenda non c’è più. Un misto di incredulità, sbandamento e profonda tristezza ha coinvolto credo tutti coloro che amano la musica e il canto alla notizia della scomparsa di Joan Sutherland, semplicemente “La Stupenda” per gli infiniti ammiratori sparsi in tutto il mondo. La Sutherland non è stata infatti solo “una cantante lirica”, è stata forse la più strepitosa vocalista mai apparsa sulle scene, in ogni caso una delle più grandi cantanti di ogni tempo, un autentico mito per generazioni di melomani.
  Nata a Sidney il 7 novembre 1926 comincia gli studi privatamente prima con la madre poi con Aida Summers e nel 1947 debutta nella natia Sidney in un concerto di musiche wagneriane. Nel 1952 si trasferisce a Londra come studentessa del Royal College of Music e l’anno successivo debutta al Covent Garden come Prima Dama nel “Die Zauberflote” mozartiano. Gli anni cinquanta sono un periodo formativo caratterizzato principalmente da ruoli di comprimariato con più rare presenze in parti protagonistiche e con una vocalità ancora da definire fra un’eccezionale potenza ed estensione che parevano indirizzarla verso il repertorio più drammatico e una naturale propensione al canto di coloratura.
  La prima svolta nella vita della giovane cantante avviene nel 1954 a seguito del matrimonio con il giovane connazionale Richard Bonynge, emergente direttore d’orchestra. Bonynge non sarà solo il compagno di una vita ma soprattutto il pigmalione geniale capace di estrarre da questa goffa ragazzona australiana dalla voce enorme ma ancora non definita la più perfetta incarnazione del canto strumentale. Principale merito di Bonynge fu quello di aver definitivamente allontanato la Sutherland da quel repertorio wagneriano cui sembrava destinata per spingerla ad esplorare quel mondo belcantistico che la Callas stava rivelando al mondo: i successivi debutti come Olympia, Alcina, Donna Anna sono i primi passi in questa direzione.
  Nonostante qualche isolata esibizione precedente – “Don Giovanni” a Vancouver nel 1958 – è l’inverno del 1959 a rivelare al mondo la giovane australiana chiamata da Tullio Serafin e Franco Zeffirelli per una nuova produzione londinese di “Lucia di Lammermoor”. Da quel momento la sua carriera sarà inarrestabile. Nel 1961 debutta alla Scala ne la “Beatrice di Tenda” di Bellini cui seguiranno “Gli ugonotti” di Meeyerber ancora sotto la guida di Gavazzeni e la prima importante ripresa moderna di “Semiramide”.
  Il successo internazionale si accompagna al contratto esclusivo con la Decca per cui inciderà tutta la vita rendendosi protagonista di alcune esecuzioni destinate a cambiare l’idea stessa della vocalità lirica specie nel repertorio barocco (“Alcina” di Haendel), nel belcanto italiano e nell’opera francese del secondo ottocento. Negli stessi anni comincia un’altra collaborazione destinata a segnare in modo indelebile la carriera della Sutherland, quella con il giovane tenore italiano Luciano Pavarotti. Originariamente scelto come partner del soprano australiano per ragioni fisiche – l’imponenza della Sutherland imponeva al suo fianco un tenore dotato di forte presenza – si rivelò invece perfetta sotto il profilo musicale. Due voci squillanti, luminose, purissime, fatte per fondersi fra loro; inoltre la vicinanza con la Sutherland e Bonynge contribuì in modo determinante alla crescita dello stesso Pavarotti indirizzandolo verso un repertorio ideale alla sua vocalità ma che probabilmente sarebbe rimasto marginale per questioni di temperamento.
  In questa sede è impossibile ricostruire in modo dettagliato la carriera della Sutherland da quei gloriosi anni sessanta fino al 1990 quando diede l’addio ufficiale alle scene nella natia Sidney vestendo ancora una volta i panni di Marguerite de Valois in “Les Huguenots” dopo decenni di trionfali esecuzioni  in tutti i maggiori palcoscenici del mondo; un elevato numero di incisioni discografiche spesso ancora insostituibili per la corretta conoscenza di un repertorio amplissimo e spesso non comune.
  Quello che rese unica la Sutherland era la fusione fra un mezzo vocale eccezionale per volume ed estensione ed una tecnica sbalorditiva capace di piegare una vocalità da autentico soprano drammatico ai più arditi virtuosismi vocali facendo di lei l’ultima – e una fra le pochissime – autentica incarnazione del soprano drammatico d’agilità. Una vocalità straordinaria il cui unico limite – una dizione italiana rimasta sempre decisamente raffazzonata – contava ben poco di fronte alla grandezza assoluta del canto specie in repertori come quelli più frequentemente affrontati dalla cantante australiana dove la superurania perfezione musicale è di gran lunga prevalente.
  La Sutherland privata era – stando a chi ha avuto la fortuna di conoscerla – una persona gentile, garbata, simpatica, sostanzialmente timida ma sempre disposta ad impegnarsi per i colleghi come per i giovani artisti. Dal 1978 era “Dama dell’Impero Britannico” per concessione della Regina Elisabetta II. Malata da tempo di cuore aveva visto la sua situazione aggravarsi dopo una caduta nel 2008, quando si era rovinosamente spezzata entrambe le gambe. La scomparsa è giunta in ogni modo inattesa lasciando un vuoto profondo nel cuore di tutti gli appassionati, vuoto parzialmente riempito solo dalla certezza che la sua arte immortale vivrà per sempre.
  Addio Stupenda.
  



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