«ПЕРЕГОН» «IL TRANSITO» di Aleksandr Rogňzhkin (Александр Рогожкин) 2006
Inverno 1942-43. Una base militare isolata nella Chukotka, Siberia, nell'estremo nordest dell'Unione Sovietica.
Americani e sovietici collaborano per sconfiggere il loro comune nemico, i nazisti, trasportando 5000 aerei da guerra di costruzione americana dall'Alaska all'Unione Sovietica, attraverso lo stretto di Bering, da dove proseguono verso il fronte russo.
Il "peregon", il "transito" č appunto questa rotta percorsa incessantemente da centinaia e centinaia di aerei con il loro continuo rombo.
Su questo sfondo, il film pone l'attenzione sulla vita dei personaggi messa in contrasto con tutto il contesto.
I piloti americani che portano gli aerei sono in maggioranza donne, con sorpresa e piacere dei loro colleghi sovietici.
In questa situazione le vicende e l'umanitŕ dei personaggi si trovano sempre ad essere contrastate e vanificate da qualcosa di piů grande di loro.
Malgrado tutte le barriere linguistiche e culturali, i soldati cercano di familiarizzare con le donne americane, parlando con loro in russo e perfino cominciando a studiare un po' di inglese. Ma i romanticismi non possono trovare spazio in una base militare, e gli ufficiali ridicolizzano i soldati e impediscono ai gruppi di incontrarsi.
La tenera storia nata tra un soldato sovietico e una donna pilota americana finirŕ ineluttabilmente nel nulla.
Il cuoco chiede ai piloti di portargli un maiale dall'Alaska per poterlo cucinare, ma gli portano invece un piccolo porcellino, al quale ben presto si affezionano tutti, ma dovrŕ infine essere rimandato indietro con gli americani perché al comandante della base non piace.
Comandante che, a causa di una forma di epilessia e al suo stato di alcolizzato, scarica continuamente la sua rabbia su tutti nella base, e alla fine č vittima di un complotto e sarŕ assassinato, e l'ispettore del KGB arrivato per far luce sull'accaduto non troverŕ il colpevole.
Insomma, sebbene la guerra sia il motivo di fondo del film, questo non č un film sulla guerra, ma sulle persone. Il regista si sofferma nei gesti, nelle parole e nei piccoli episodi quotidiani della loro vita, che si intrecciano e si susseguono davanti ai nostri occhi.
Un film da vedere, senz'altro.