«COSA MANGIANO GLI ZAR RUSSI?»
Nelle cronache, nell'antica letteratura russa e nel folklore, sono state conservate descrizioni di feste reali. Si riunirono rappresentanti di diverse classi: principi, clero e persino contadini, oltre a ospiti stranieri. I ricevimenti più magnifici e raffinati furono organizzati per gli ambasciatori di altri stati. Il compito di tali feste era quello di impressionare i visitatori con l'ospitalità, e il re si comportava in loro come un ospite ospitale. Feste simili sono state descritte dallo storico russo Ivan Zabèlin (Иван Забелин, 1820-1909) nel suo libro «La vita domestica degli Zar russi nel XVI e XVII secolo» («Домашний быт русских царей в XVI и XVII столетии» «The Home Life of Russian Tsars in the 16th and 17th Centuries»). Le cene per gli ambasciatori sono state organizzate nella Camera Sfaccettata (Грановитая Палата) del Cremlino di Mosca. Lo Zar sedeva su un trono o in un posto speciale, davanti a lui era posto un tavolo ricoperto di velluto dorato. Su entrambi i lati c'erano lunghi tavoli con panche dove si sistemavano gli ospiti. Al centro della sala c'era uno stand con i piatti: oggetti costosi fatti di oro, argento, cristallo e pietre semipreziose, come il diaspro. Durante la festa venivano serviti agli ospiti piatti, cucchiai e coltelli, ma i cucchiai erano previsti solo per i piatti caldi, e i coltelli non venivano quasi mai usati: il cibo veniva servito a fette, e il resto veniva spezzato a mano. Il menu delle feste variava a seconda del giorno: digiuno o non digiuno. Nei giorni in cui era consentito mangiare carne, veniva servito per primo il cigno fritto. L'uccello è stato tolto intero e tagliato in porzioni nella sala. Poi è stata la volta di altri piatti. E così trattarono gli ambasciatori nel 1667: «La prima porzione è un'ala di cigno, la seconda è la torta di pasta frolla grattugiata con marmellata, la terza è allodola, la quarta è un'oca» («Первая подача — крыло лебяжье, вторая — пирог осыпной, третья — жаворонки, четвертая — гусь»). Di solito durante la festa c'erano quattro distribuzioni e l'ordine dei piatti non era strettamente regolamentato. Ad esempio, venivano serviti prima gli arrosti, poi gli stufati. Di conseguenza, l'intero tavolo si è rivelato pieno di cibo e gli stessi ospiti hanno scelto i piatti da gustare. Anche le bevande venivano consumate in più fasi: prima il vino, poi l'idromele forte e infine una bevanda leggera a base di miele. Se l'ospite era importante e desiderabile, le regole richiedevano che l'ospite lo facesse ubriacare. Gli invitati però non rifiutavano la coppa: in questo modo dimostravano di gradire il banchetto e la compagnia dell'ospite, ma un rifiuto poteva essere considerato un insulto. C'erano molte volte più piatti ai ricevimenti reali di quanti ne potessero mangiare quelli riuniti. Secondo la tradizione, gli avanzi venivano distribuiti agli ospiti: così il re esprimeva la sua simpatia. Altre feste non ambasciate si distinguevano per un numero minore di piatti e bevande, ma erano anche abbondanti e magnifiche. Nei giorni di digiuno c'erano i cigni sulla tavola calda, frattaglie di cigno ripiene di manzo, agnello, oche, fagiano di monte, maialino, pollo e sformati di carne, zuppa di pesce, frittelle, formaggio, latte.
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| Descrizione: | GLI ZAR RUSSI |
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Zarevich
