BESLAN 03.09.2004 – 03.09.2008
Il grande Direttore d’Orchesta Valerij Gergiev aprendo il Concerto fra le macerie del Parlamento della Capitale dell’Ossezia meridionale Zchinvali lo scorso 21 agosto ha riassunto in maniera formidabile i recenti drammatici eventi del Caucaso
“Voglio esprimervi tutta la mia ammirazione” – ha affermato il Maestro inchinandosi al pubblico presente. “Siamo qui per dichiarare al mondo intero la verità sul popolo osseto. Se non fosse per il grande aiuto della Russia ci sarebbero stati ancora più morti. Possiamo affermare a tutto il mondo che Zchinvali è una città eroe. Come a Stalingrado la città è completamente distrutta. Ma per voi, come le persone oneste di tutto il mondo nutrite la speranza di vedere questa terra prospera ed in pace”.
Il quarto anniversario della strage di Beslan – se fosse possibile misurare il dolore e la sofferenza umana – è diventato ancor più doloroso, drammatico e insopportabile. Oggi l’Ossezia del Nord e del Sud insieme alla Russia intera si ferma a ricordare e rendere omaggio ai morti della scuola n. 1, ai trecentotrentuno vittime fra le quali centoottantasei bambini uniti, quest’anno, nel ricordo delle duemila vittime della capitale meridionale rasa al suolo in una notte.
Oggi si vive la tragedia di tutto il popolo osseto. Accanto alle urla, lancinanti delle madri, si uniranno migliaia di voci straziate nel dolore per la morte di un bambino, di una donna, di un vecchio nella notte cupa dell’8 agosto 2008 quando gli ospedali, gli orfanotrofi, le case di riposo, i cimiteri per volontà della Presidenza georgiana sono diventati i primi obiettivi del genocidio osseto. E nessuno sentirà le voci degli abitanti dei 48 villaggi non esistono più ...
Ed accanto al dolore fisico un altro dolore, meno straziante ma che lascia maggiormente sbigottiti, il dolore morale. Il popolo osseto non si capacita dei motivi per i quali questa nuova, immensa sua tragedia sia stata largamente strumentalizzata dalle cronache, come la vittima sia stata presentata come carnefice. Del perché non si sia voluto raccontare la verità al mondo.
Un’immensa menzogna cha fa male più delle bombe, più dei cari scomparsi. Oggi Beslan è tutta l’Ossezia. A Beslan come a Zchinvali la popolazione soffre, soffre ancora. E sta male. E questo dolore sta sempre più diventando un dolore solitario, senza solidarietà e quindi senza speranza. Un dolore che squarcia un’intera nazione e che non trova solidarietà, per con-dividere, per non farti rimanere solo con i tuoi incubi, con la tua disperazione.
Per questo a quattro anni da quel 3 settembre 2004 voglio pubblicamente ricordare e ringraziare tutti coloro che subito dopo la tragedia di Beslan, a Trento, hanno reso possibile quell’accoglienza che è rimasta nei cuori, nelle menti e nel ricordo indelebile di tutto il popolo osseto che sempre, in ogni occasione possibile, ancora ringraziano la nostra comunità per essergli stata davvero vicina e per aver alleviato, concretamente, le immani sofferenze subite.
Così come voglio ringraziare coloro i quali hanno risposto immediatamente al nostro appello per aiutare le popolazioni ossete del sud sfuggite al nuovo orrore.
L’Italia è diventata per il popolo osseto il luogo della condivisione del loro dolore e dell’aiuto vero. Loro non lo scorderanno mai. A noi spetta non dimenticarli.
Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus