Il 23 marzo 2005 al Teatro Bolshoj di Mosca si è svolta la Prima dell'opera lirica del compositore russo contemporaneo Leonid Dessjàtnikov (Леонид Десятников) sul libretto di Vladimir Soròkin (Владимир Сорокин), «I Figli di Rosenthal» («Дети Розенталя») ordinata apposta dal teatro Bolshioj.
Allora, tre anni fa, la messinscena e la sua rappresentazione ha fatto scalpore, ma ora dopo tre anni l’opera con successo si dà al Bolshoj e suscita un gran interesse fra gli appassionati della lirica.
Si deve confessare che il soggetto o il libretto dell'opera e la sua trama musicale non sono ordinari, piuttosto sono molto straordinari. Non dimentichiamo che il libretto è stato scritto da uno dei migliori scrittori russi contemporanei, Vladimir Sorokin, conosciuto grazie alle sue provocazioni artistiche di alto livello letterario e alla sua fantasmagoria.
Quest’opera lirica di Leonid Desjatnikov e Vladimir Sorokin è una fantasmagoria operistica.
I figli di Rosenthal sono cinque compositori mondiali: Wagner, Verdi, Mozart, Mùssorgskij e Ciajkovskij.
Si possono immaginare le musiche di questi cinque musicisti e proiettarle sull’opera di Desjatnikov, ma prima si dovrebbe dare una breve introduzione:
WAGNER (1813-1883) ВАГНЕР
Il mito in vita: Creò lui stesso il mito. Il massimo musicista della sua epoca. Il veggente e il riformatore, aprì al mondo la strada verso la cima lucente dell’arte. Il culto e l’ammirazione entusiasta per molto tempo chiude l’analisi obiettiva dei lavori wagneriani.
Il mito postumo: lo stesso ma moltiplicato per cento. L’ incarnazione del mito: Il Cigno divino. Il sembiante usato nel «Lohengrin» con la presentazione di Ludwig II di Baviera diventa l’immagine dominante del «mito wagneriano».
CIAJKOVSKIJ (1840-1893) ЧАЙКОВСКИЙ
Il mito in vita: L’incarnazione della «correttezza di conservatorio», il filoccidentale, colui che ha trovato la forma ideale per i soggetti russi, allo stesso tempo un uomo la cui vita privata non assestata diventava il tema delle conversazioni rumorose, dei pettegolezzi e delle maldicenze.
Il mito postumo: l’ideale del compositore russo coperto dal lustro della crestomazia. Negli ultimi anni nel tentativo di togliere quel lustro si discutano tenacemente le peripezie della sua vita privata.
MUSSORGSKIJ (1839-1881) МУСОРГСКИЙ
Il mito in vita: il riformatore non riconosciuto dell’opera russa, il talento delle forze naturali, soggetto alle eccessive libagioni alcoliche dalla comprensione della propria solitudine.
Il mito postumo: l’incarnazione nella musica dell’animo russo nazionale con tutta l’ampiezza e con la profondità filosofica.
VERDI (1813-1901) ВЕРДИ
Il mito in vita: l’autodidatta dell’aspetto da villano, l’incarnazione dell’eroica, la bandiera del romanticismo e della rivoluzione italiana. Il “Grande Vecchio” negli ultimi 20 anni della vita.
Il mito postumo: il grande romantico che superò i limiti esteriori del romanticismo. Il compositore che fece una lega l’eroica e la lirica che tocca il cuore.
MOZART (1756-1791) МОЦАРТ
Il mito in vita: «bambino prodigio»
Il mito postumo: il Genio illuminato avvelenato dagli invidiosi.
Alex Rosenthal, il grande scienziato, nacque a Berlino nell’anno 1910. A 22 anni diventò professore di biologia e a 26 anni fece una scoperta scientifica: qualunque essere vivente si può ricreare per mezzo della riproduzione agamica. Rosenthal chiamò il suo metodo «una duplicazione» e lo provò con gli animali, e mezz’anno dopo ottenne i doppi dei ratti e dei cavalli. Alla fine degli anni ’30 lui si mise al lavoro sulla duplicazione dell’uomo e lui stesso diventò il donatore per i suoi esperimenti. Ma i nazisti condannarono le audaci idee di Riosental e i militi delle truppe d'assalto naziste misero in rotta il suo laboratorio. Lo scienziato emigrò nell’Unione Sovietica dove continuò i suoi esperimenti. Il 7 marzo 1940 nell’URSS nacque il primo clone dell’uomo. Il Partito dei Comunisti approvò le idee della duplicazione degli stacanovisti (lavoratori d'avanguardia in URSS degli anni ‘30). Stalin premiò il grande biologo …. ma Alex Rosenthal sognava altro. Lui bramava di far rivivere i geni del passato.
ATTO PRIMO
Quadro primo
Scena 1. Giugno dell’anno 1975. Laboratorio di Rosenthal.
Alex Rosenthal e i suoi compagni-genetisti si preparano alla duplicazione di Mozart. Il materiale genetico conservato nella salma del compositore si trova nell’impianto di laboratorio e i genetici entusiasmati pregustano il successo della resurrezione del grande compositore. Mozart sarà il quinto clone nella «costellazione dei grandi» dei compositori fra i quali sono già Verdi, Ciajkovskij, Wagner e Mùssorgskij.
Scena 2. Giugno dell’anno 1975. Il boschetto di betulle presso la casa di Rosenthal.
Dopo il fortunato inizio dell’esperimento della resurrezione di Mozart, Rosenthal torna dai suoi “figli” compositori. Wagner lo incontra con un racconto del suo sogno incubo, ma Rosentahl lo calma rammentandogli della sua grande predestinazione. Gli dice: «La Musica è un fondente celeste! La scienza di fronte a essa è nulla» («Музыка - пламень небесный! Наука пред ней ничто!»).
Rosenthal fa sapere ai figli dell’imminente nascita di Mozart e i cloni sono nell’attesa entusiasta.
Quadro Secondo
Marzo 1976. Casa di Rosenthal
Tutti si preparano all’incontro solenne del neonato Mozart. La bambinaia ricorda come apparivano a casa gli altri cloni. Ciajkovskij è molto emozionato. Mozart era sempre il suo idolo ed ora diventerà il suo fratello minore. Arriva Rosenthal con il neonato. I cloni circondano la culla ricordando la loro infanzia e i loro giocatoli regalati loro da Stalin alla festa di Capodanno al Cremlino. Rosenthal racconta come lui iniziò il suo lavoro di resurrezione dei geni di nascosto dai dirigenti dell’URSS. I ricordi di Rosenthal si interrompono con le citazioni dalle direttive del partito sul tema della duplicazione. La serie dei leader del partito cambia coll'andare del tempo e dall’anno 1976 subentra l’anno 1992. Rosenthal è già morto e cinque cloni-compositori (Mozart ha già 16 anni) avvertono argutamente la loro inutilità. Loro sono come delle anime dannate.
ATTO SECONDO
Quadro Primo
Inverno 1993. Mosca, Piazza adiacente alle Tre Stazioni ferroviarie (Komsomolskaja). L’affaccendamento adiacente alla stazione. Si affrettano i partenti, i tassisti imboniscono i passeggeri, i venditori ambulanti lodano le loro merci, i barboni si lamentano, i giocatori delle tre carte truffano e le prostitute propongono i loro servizi. Fra la folla variegata appaiano cinque cloni-compositori. Dopo la morte di Rosenthal loro si guadagnano da vivere come musicisti di strada. La canzone eseguita da loro è piaciuta ai dimoranti della stazione, soprattutto alla prostituta Tanja. Mozart è commosso dalla sua attenzione. I compositori si recano al bar della stazione, lasciando soli Mozart e Tanja.
Quadro Secondo
Scena 1
Mozart e Tanja si fanno una dichiarazione d'amore. Appena scesa la sera escono “al lavoro” le prostitute, ma Tanja si rifiuta di andare “al lavoro”. Il suo padrone, il mantenuto Kela n’è molto scontento. Per liberare Tanja, Verdi gli propone il riscatto, l’orologio d’oro di Rosenthal. Verdi glorifica l’amore e Mozart invita tutti alle nozze, ma il perfido Kela fa il piano della vendetta.
Scena 2.
La folla della stazione celebra allegramente le nozze. I cloni fanno gli auguri agli sposi novelli. Resta mezz’ora fino alla partenza del treno che porterà Tanja e Mozart con i suoi fratelli al Sud, nella solare Crimea. Tutti aspettano la vita felice. Su richiesta di Mussorgskij il barista porta una bottiglia di vodka per bere il bicchiere della staffa prima della partenza secondo l’antica tradizione russa. Ma proprio in questa bottiglia il perfido Kela ha messo il veleno. Tanja, Mozart, Verdi, Mussorgskij, Wagner e Ciajkovskij bevono i bicchieri di vodka. Il veleno agisce inesorabilmente. Ognuno prima della morte ricorda i momenti più drammatici e belli della sua infanzia in casa di Rosenthal. I morti rimpiangono un profugo e una venditrice della stazione …
Quadro quinto
La Clinica del pronto soccorso “Sklifossovskij”. Alcuni giorni dopo.
Mozart si sveglia nella corsia di un ospedale. Una voce gli dice che i suoi fratelli e Tanja sono morti, è sopravvissuto solo lui perché aveva nella vita passata l’immunità contro il veleno. A Mozart appaiono le ombre dei fratelli morti: Wagner, Verdi, Mussorgskij e Ciajkovskij gli intonano le loro melodie. L’ombra di Tanja sogna della felicità incompiuta. Mozart dice loro: «Non siete più con me … cari miei. Siete andati via per sempre … Ed io sono solo in questo mondo … »
ATTENZIONE!
La riproduzione totale o parziale dell'esposizione sintetica dell'Opera di Leonid Desjatnikov «I FIGLI DI ROSENTHAL», in qualunque forma, su qualsiasi supporto e con qualunque mezzo è proibita senza espressa autorizzazione del forum arcarussa.it.
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