Zafferano chiamato anche" oro rosso", molto apprezzato nella cucina Sarda, prima di scrivere la ricetta che ho scelto tra le tante della tradizione sarda desidero condividere notizie sulla coltivazione di questa preziosa spezia.
Lo Zafferano di Sardegna DOP si differenzia per l'elevato potere colorante, gli effetti terapeutici e le proprietà aromatizzanti.
Una delle tradizionali tecniche di lavorazione tramandate di generazioni in generazioni e che richiede l'attenzione di mani esperte è l'umettamento - prima dell'essiccazione - degli stimmi con olio extra vergine d'oliva.
Come ogni anno, in autunno, la «Sagra dello Zafferano» si svolge nelle cittadine di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca paesi situati nella provincia del Sud Sardegna, paesi dediti a questa particolare coltivazione da generazioni e generazioni. Durante i giorni della sagra, oltre a visitare il paese, i turisti hanno la possibilità di degustare piatti tipici della cucina sarda a base di questo prezioso ingrediente.
San Gavino Monreale e tra le Città dello Zafferano (le altre citta' sono:Fucecchio -Firenze e Città della Pieve(PG) ) il comune con la maggior produzione di zafferano in Italia.
Con 350 chili di stimmi su 450 prodotti in tutta la Penisola e oltre 45 ettari messi a dimora, l’isola detiene il primato nazionale nella coltivazione del Crocus Sativus. L’86% dello zafferano sardo, pari al 66% della produzione nazionale, viene coltivato nel Medio Campidano (a San Gavino Monreale: 30 ettari coltivati, 200 chilogrammi di prodotto e 100 produttori; Turri: 10 ettari coltivati, 70 kg di prodotto e 30 produttori; e Villanovafranca : 3 ettari coltivati, 15 kg di prodotto e 35 produttori), dove sono coinvolte quasi 200 aziende, che muovono un fatturato di oltre 2 milioni di euro. La ridente cittadina del Medio Campidano che ha chiesto e ottenuto l'adesione a Zafferano Italiano tramite la sua Associazione piu' rappresentativa in ambito economico e culturale, ovvero l'Associazione Culturale Sa Moba Sarda, che gestisce il museo etnografico "Dona Maxima" (specializzato quasi per intero alla coltivazione e alla storia dello zafferano di San Gavino Monreale e della Sardegna).
Ed ora passo alla ricetta tradizionale Sarda propongo per stare in tema di zafferano:
MALLOREDDUS AL PECORINO
I malloreddus, definiti anche gnocchetti sardi, sono un tipo di pasta tipica della cucina sarda. Hanno la forma di conchiglie rigate lunghe da circa 2 cm in su, e son fatti di farina di semola e acqua. Si mangiano con varie salse.
Curiosita':
Il termine malloreddu (plurale malloreddus) è un diminutivo di malloru, che in sardo campidanese (Sardegna meridionale e centro-meridionale) significa toro. Di conseguenza, malloreddus vuol dire vitellini.
Presentazione
La cucina sarda è fatta di ricette semplici, per lo più di origine pastorale, ne sono esempio i malloreddus al pecorino, in sardo "a casu furriau", che insieme ai malloreddus alla campidanese rappresentano i due primi piatti più caratteristici della Sardegna. I malloreddus, conosciuti anche come gnocchetti sardi, hanno la forma di una piccola conchiglia rigata che ha un compito ben preciso: raccogliere moltissimo condimento così da far apprezzare il sugo ad ogni forchettata. L’esecuzione della ricetta richiede un ingrediente indispensabile: il pecorino sardo fresco, un formaggio DOP di origine ovina il cui sapore è morbido e aromatico, e che conferisce cremosità e intensità a questo piatto molto gustoso!
Ingredienti
Gnocchetti Sardi 320 g
Zafferano 0,125
g Pecorino sardo fresco
50 g Sale fino q.b.
Pepe nero q.b.
Per preparare i malloreddus al Pecorino cominciate versando la pasta nell’acqua bollente e salata cuocendola secondo i tempi di cottura riportati sulla confezione se acquistati se fatti a mano ancor piu' gustosi occorre fare attenzione che non scuociano. Nel frattempo preparate il condimento quindi grattugiate il pecorino sardo fresco dopodiché versatelo in un bagnomaria versando anche un po’ di acqua di cottura della pasta per stemperare il formaggio facendo attenzione che il pentolino contenente il formaggio non tocchi l’acqua della pentola sottostante, altrimenti brucerà. Ricordate che il bagnomaria va sempre fatto a fiamma dolce.
Mescolate con una frusta in questo modo otterrete una crema liscia e senza grumi; dopodiché aggiungete lo zafferano in polvere e stemperatelo per bene, mescolando con la spatola: in questo modo sarete sicuri che la polvere si amalgami per bene col formaggio
Scolate la pasta e passatela direttamente nella padella con il condimento in modo da non scolare troppa acqua : in questo modo il formaggio diventerà più morbido. Dopo aver mescolate aggiungete il pepe nero macinato (o macinato fresco se preferite) e lasciate insaporire qualche istante.
Non appena gli gnocchetti saranno impregnati del sugo impiattate, e grattugiate ancora un po’ di formaggio per decorare. Servite subito e ancora ben caldi i malloreddus al pecorino! Consumate i malloreddus al pecorino appena fatti, poiché il condimento raggruma in fretta.
Vi auguro Buon Appetito...