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L’OCCIDENTE TENTA DI OCCULTARE LA VITTORIA
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L’OCCIDENTE TENTA DI OCCULTARE LA VITTORIA DELL’URSS SUL NAZIFASCISMO


Il 9 maggio di quest’anno si celebrano 70 anni dalla Vittoria dell’Unione Sovietica sul nazifascismo. Si può non condividere e criticare la politica della Russia moderna quanto si vuole, ma la vittoria dell’Armata rossa nella Seconda guerra mondiale, costata più di 26 milioni di vittime, contro la Germania nazista è un dato di fatto.

Ebbene, in Occidente si tende a sottovalutare, se non ad occultare la vittoria dell'URSS sul nazifascismo. Perché tentare di cancellare la storia?

Luigi Marino, presidente dell'Associazione culturale Maksim Gorkij e presidente Regionale ANPI, organizzatore della conferenza "Il ruolo dell'URSS nella sconfitta del nazi-fascismo", che si terrà l'8 maggio a Napoli.

- Ci parli della conferenza dell'8 maggio presso il vostro centro Maksim Gorkij.
- Alla vigilia del 9 maggio celebreremo la festa della vittoria contro il nazifascismo e quest'anno, il 70simo anniversario, la celebreremo con una conferenza sul ruolo dell'Unione Sovietica contro il nazifascismo. Alla conferenza nel nostro centro Maksim Gorkij parteciperà un protagonista delle quattro giornate di Napoli, la prima città che si liberò dall'occupazione nazista: il presidente del Comitato provinciale dell'ANPI. Dopo la conferenza sarà proiettato un film documentario della parata della vittoria sulla Piazza Rossa del 1945. Noi alla nostra associazione ricordiamo ogni 9 maggio, questa volta però abbiamo voluto sottolineare il significato del 70simo anniversario.

- Secondo Lei oggi in Occidente si tende a sottovalutare il ruolo dell'Unione Sovietica nella vittoria nella Seconda guerra mondiale sul nazifascismo?

- Sì, purtroppo è così. Un antifascista napoletano, l'illustre storico Gaetano Arfé, combattente partigiano in Valtellina, diceva che più di un revisionismo storiografico, noi stiamo assistendo negli ultimi anni e soprattutto dopo la caduta dell'URSS, ad un vero e proprio sovversivismo storiografico, se non ad una forma di negazionismo del ruolo dell'Unione Sovietica nella sconfitta del nazifascismo. Questo è molto grave soprattutto perché si tende a cancellare nella memoria delle nuove generazioni il grande sacrificio di vittime che è costata all'Unione Sovietica la vittoria.
Negli ultimi decenni si cerca di occultare oppure di ridurre il grande sforzo che è costato milioni di vittime, più di 20 milioni per l'Unione Sovietica. Ma per ogni morto c'è almeno un invalido, un ferito e le conseguenze della guerra sono state disastrose. Ecco perché noi riteniamo che sia un'ingiuria alla storia quello di negare il grande ruolo dell'URSS.

- Come interpreta i tentativi di revisionare la storia?
- Negli ultimi anni ci sono rigurgiti nazifascisti in tutta Europa. Anziché affrontare il problema dicendo una parola di verità su quello che è avvenuto, si esalta il ruolo delle altre potenze vincitrici, soprattutto di quelle angloamericane e si nega il ruolo dell'Unione Sovietica. È un grosso errore non solamente in termini storiografici, ma anche in termini di difesa dei valori dell'antifascismo: valori di libertà, giustizia, progresso sociale e pace. L'Europa ha avuto 50 milioni di vittime, le morti civili hanno superato quelle militari. Per costruire la pace occorre la verità storica. È un errore negare il sacrificio che gli altri hanno fatto per sconfiggere la piovra del nazifascismo.

- Oltre al ricordo, forse è necessaria anche una discussione in merito a questi avvenimenti con la partecipazione delle giovani generazioni?
- Lei ha ragione, però c'è un problema: il sistema mediatico fa passare il pensiero unico. Malgrado gli sforzi di molte associazioni democratiche di fare chiarezza su questi avvenimenti, il sistema mediatico nel suo complesso opera in termini antirussi e tende a ridurre il ruolo dell'Unione Sovietica di allora. Devo purtroppo dire che anche da parte della Russia non c'è a volte una risposta puntuale alle calunnie e alle deformazioni della storia. Non c'è una risposta incisiva sui tentativi di omologazione tra quelli che sono stati il totalitarismo fascista e la politica dell'Unione Sovietica.

A me e a molti questo dispiace, perché i rapporti tra l'Italia e l'Unione Sovietica, l'Italia e la Russia sono stati sempre ottimi, tranne lo stretto periodo bellico. Sono rapporti di amicizia e relazioni proficue. Parliamo di rapporti antichi soprattutto sul piano della cultura e della volontà di pace, che caratterizza i nostri popoli. Io ho studiato e vissuto in Russia e so il desiderio di pace e fraternità tra i popoli che caratterizza la vostra educazione.
 
Non ci sono parole migliori per concludere.. il desiderio di pace è forte e molto attuale anche oggi visto il contesto internazionale e la guerra in Ucraina. La storia dovrebbe farci ricordare bene gli errori del passato, a patto che questa storia non venga cancellata.

  

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Zarevich
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