«IL VOLO DEL CALABRONE» di Nikolaj Rimskij-Korsakov
«IL VOLO DEL CALABRONE» cioè in russo «ПОЛЁТ ШМЕЛЯ» è un piccolo pezzo musicale dal terzo atto dell’opera lirica di Rimskij-Korsakov «La Favola dello Zar Saltan» («Сказка о Царе Салтане»).
È un brano celeberrimo, pieno di colore e ricco d'inventiva, composto nel 1900. Nikolaj Rimskij-Korsakov scrisse anche sulla base della sua opera lirica una suite per orchestra suddivisa in 4 quadri: «Addio e partenza dello zar», «La zarina sul mare», «Volo del calabrone», «I tre miracoli». Il terzo episodio è il brevissimo «Volo del calabrone», di straordinaria evocazione naturalistica che richiama perfettamente il ronzio dell'insetto e che narra la magica trasformazione del principe Guidon: egli, sotto le sembianze del calabrone, sorprende e punisce i nemici che lo hanno cacciato dal regno di suo padre Saltan.
Il Principe Gvidòn invita gli ospiti a visitare la sua isola e mostra loro i suoi miracoli: lo scoiattolo che sa rosicchiare le nocelle d’oro e i trantatre paladini che escono dal mare con il loro condottiere Cernomòr. Con la tristezza guarda Gvidon le navi andate via alla città di suo padre Saltan. Lui si lamenta con la Principessa Cigno della nostalgia del padre. Lui vuole vedere il padre restando invisibile. La Principessa Cigno esaudisce la richiesta di Gvidòn e lo fa immergere nell'acqua tre volte per trasformarsi in un calabrone. Qui suona la famosa musica del volo del calabrone. E il Principe Gvidòn volò a raggiungere le navi.
Ecco come lo descriva Aleksandr Pushkin nella sua «Favola dello Zar Saltan»
Torna il principe alla riva = К морю князь, а лебедь там
e vi trova il bianco cigno = Уж гуляет по волнам.
Dice: «Ho l'animo in tormento. = Князь опять: душа-де просит...
son di nuovo in patimento...» = Так и тянет и уносит...
E di nuovo il cigno allora = И опять она его
tutto quanto ben lo bagna, = Вмиг обрызгала всего.
ed il principe si muta = Тут он очень уменьшился,
tutt'a un tratto in calabrone = Шмелем князь оборотился,
che, ronzando mentre vola, = Полетел и зажужжал;
quella nave in mar raggiunge = Судно на море догнал,
e si posa sulla poppa. = Потихоньку опустился на корму - и в щель забился.
I.
Nikolaj Rimskij- Korsakov «Flight of the bumblebee» «Полёт Шмеля».
Berliner Philharmoniker, Direttore: Zubin Mehta
II.
Nikolaj Rimskij- Korsakov «Flight of the bumblebee» «Полёт Шмеля». Played on 8 pianos
The 8 outstanding pianists:
1.Leif Ove Andsnes
2.Nicolas Angelich
3.Emanuel Ax
4.Evghenij Kìssin
5.Lang Lang
6.James Levine
7.Mikhaìl Pletnèv
8.Staffan Scheja
Davvero un'esecuzione spettacolare, quella degli otto pianisti dal vivo.
Chissà se hanno eseguito anche altri brani insieme, in quell'occasione. Doveva essere una competizione internazionale, a giudicare dall'assortimento dei nomi.
E' registrato al X Festival a Verbier
Ci hanno anche registrato Ide of the Valjyries di Wagner
Andsnes, Argerich, Ax, Kissin, Lang Lang, Levine, Pletnev e Scheja
Secondo alcune versioni linguistiche, forse non si tratta di un calabrone, ma andrebbe tradotto più correttamente in ''bombo'', un apide; molti studiosi sostengono che Korsakov alludesse al bombo, che fa un ronzio più simile a quello del pezzo musicale da lui composto.
Zarevich, mi puoi postare gli altri due quadri (iniziali) della suite per orchestra dello zar Saltan? Gli ultimi due, come sappiamo (volo del calabrone e tre miracoli), me li hai già postati e li ho già ascoltati; ti ringrazio.
Caro amico!
Certo che sono i problemi linguistici, i problemi di traduzione dal russo all’italiano. Nella fiaba di Pushkin è l’insetto in cui si trasferisce il principe Gvidon è «шмель» («shmel’») cioè il bombo. La parola italiana il calabrone significa in russo «шершень». Per noi russi «шмель» e «шершень» non è la stessa cosa. Pushkin scisse del «шмель», del bombo. Ma tu, caro amico, sei capace ora di dissuadere il pubblico italiano dal «Volo di Calabrone» di Korsakov? Per loro sarà per sempre il calabrone. Per un russo non c’è problema, perchè il principe Gvidòn si trasferì in bombo «шмель». È una cosa semplice. È una «porcheria» del traduttore il quale per la prima volta tradusse la parola russa «шмель» come il «calabrone».
Simili cose esistono nelle denominazioni italiane. Per esempio l’opera lirica di Ciajkovskij secondo la favola di Gogol «Черевички» si traduce in italiano come «Gli Stivaletti». Si deve essere il titolo «Le Scarpette». Si tratta delle scarpette della Zarina Caterina II. L’Imperatrice Caterina non poteva portare gli stivaletti. Alcuni anni fa su un forum musicale italiano io tentavo di spiegare questo agli utenti, ma sono stato bombardato con pomodori.
Tu hai la salute di combattere con gli editori italiani, con l'opinione pubblica per la correttezza?
Non credo di riuscire a dissuadere gli editori italiani. Pensa che di Ciajkoski ho trovato solo pochi libri decenti: uno è di Luigi Bellingardi, edito da Mursia, che fa delle analisi dettagliate sulle composizioni ciajkoskiane, parla molto anche della sinfonia 3, ingiustamente maltrattata (come la 1) dai critici esteri; un altro si intitola ''Sinfonia Patetica'', ma non ne ricordo l'autore, perchè volevo acquistarlo, ma poi un altro cliente mi ha bruciato sul tempo; un altro è di un certo Brown, ma non è italiano, è tradotto dall'inglese. Uno dei motivi che mi ha sempre spinto ad interessarmi alla cultura russa è stata una frase di mia nonna (buon'anima) che, pur semi-analfabeta ed incolta, durante un servizio al telegiornale su Anatolj Karpov, mi disse ''Guarda che i russi sono dei crani'', che è un modo italiano gergalizzato per dire che ''sono dei geni''.
Carissimo amico! Purtroppo non tutti i russi sono dei crani, del resto come gli italiani, altrimenti il nostro mondo umano sarebbe stato ideale.
Non hai mai pensato perché in Italia non pubblicano i libri su Ciajkovskij e non solo su Ciajkovskij, degli autori russi? Tu puoi immaginare quante biografie o monografie di Ciajkovskij sono scritte in Russia, quante ricerche scientifiche, quanti lavori di ricerca ecc. Ce ne sono un mucchio, il mare. I vostri editori non vogliono tradurre niente. Dall’inglese, per favore. A te non sembra questa cosa, con licenza parlando, strana. È una politica. Che ne pensi?
Vedi Zarevich, è sicuramente una politica; i romanzieri russi non vengono mai, non dico studiati, ma neanche nominati nelle scuole; un liceale cresce e non sa chi siano Tolstoj o Dostoievskij. Di Prokofiev esiste un solo libro (minuscolo) edito dalla Mursia, l'unica casa editrice che ha avuto a cuore l'analisi della musica dei compositori in generale, di Shostakovic (del quale credo sia prossima l'inaugurazione di una statua a Mosca) non ESISTE NESSUN LIBRO, che io sappia. Gli unici registi russi editati in Italia furono Tarkovski ed Eisenstein; di Korsakov non ho trovato neanche un cd in vendita, di Mussorgski c'è un solo cd con i Quadri di una esposizione (Boris Godunov totalmente assente); anche la cultura giapponese ha avuto comunque lo stesso trattamento di quella russa (Mizoguchi, chi era costui?); siamo invece pieni di scritti e musica americani. Di Prokofiev vendono solo ''Pierino e il lupo'' e la ''sinfonia Classica'' (che tra l'altro è un pezzo minore rispetto ad altri) e meno male che Lang Lang ha suonato il Terzo Concerto con Pappano! Che dire? Pregiudizi, politiche di mercato, ma tieni presente che anche alla cultura giapponese viene riservato lo stesso trattamento, vedi l'ostracismo verso gli anime, alcuni letteralmente scomparsi dalle tv nazionali dopo interpellanze parlamentari (vedi il caso Goldrake), a favore di una tv dedicata (con rispetto parlando delle massaie) a reality e a tv da gossip e casalinghe (tipo ''Uomini e donne''), così la gente non riflette e non pensa.
Caro amico! Lo so, lo so. Sai, nel lontano anno 2006, un mio amico italiano il quale sul nostro forum porta il nick «Myshkin», ed io, abbiamo deciso di aprire questo forum per raccontare in italiano un po’ di più della cultura russa. Sono passati nove anni e cosa noi vediamo. Il forum è completamente spopolato. Arrivano, guardano, leggono e fuggiscono. Non vogliono scrivere niente, non hanno voglia di partecipare nelle discussioni. Tu sei una grande eccezione alla regola e te ne sono molto riconoscente.
I visitatori non vogliono partecipare alla vita del nostro forum perché hanno paura. Tu vedi quale propaganda antirussa, russofoba esiste nei mass media italiani. Non è persino propaganda, è una vera isteria. A volte io faccio una domanda in privato agli utenti registrati che visitano il nostro forum e non scrivono niente. Alcuni non mi danno nessuna risposta e subito spariscono, gli altri cercano di spiegarmi di non avere il tempo libero. È una paura provocata dalla politica. E tu mi chiedi di Ciajkovskij e Korsakov e non ne hai paura. Che ne dici e che ne pensi? Forse hai un’altra opinione?
Zarevich
Vedi Zarevich, io credo che parlare di Caijkoski, Korsakov o Prokofiev per me non comporti niente di pericoloso, come non è pericoloso parlare della tv e di ciò che trasmette, in fondo è solo ''costume'', penso che sia pericoloso invece parlare esplicitamente di politica, cosa che noi non stiamo facendo; la cultura russa, come quella giapponese, greca, tedesca, svedese, norvegese (Grieg), è poco importata, semplicemente perchè non fa '' mercato''; del resto, da quanti anni non vedo in tv un film di Bergman? Sei hai tempo di sfogliarti un palinsesto tv italiano, vedrai che, come non viene quasi mai trasmesso ''L'infanzia di Ivan'', non si vede mai in tv neanche ''Il posto delle fragole'' nè ''Un'estate d'amore'' (che ha come colonna sonora musiche dal Lago dei cigni, ndr): questo perchè le persone di ora non li guardano. Io ritengo che molti lascino il forum per varie ragioni, non credo sia per paura, ma solo per scarso interesse. Io in questo periodo non ho tempo di vedere film o di leggere nè di ascoltare musica, perchè a casa ho mia figlia neonata di 4 mesi, che mi assorbe il tempo, come puoi immaginare; mi rimangono frammenti di tempo, in cui posso scrivere nei forum, per tenere vivi i miei interessi, almeno finchè mia figlia non cresce. Pertanto la mia opinione è che, per molta gente, c'è un tempo per tutte le cose, anche per i forum, anch'io un tempo scrivevo su ''Grandemozart'', poi però l'ho mollato, perchè non avevo tempo, poi adesso ne avrei, ma il forum si è spopolato e spostato su Facebook che è una entità che, ora, fa più pubblico, cosa che non fa arcarussa. Io per ora sono iscritto al forum tuo e a quello ''forum musica classica'', ma, ripeto, per restare in forum ci vogliono tempo e molta, molta, molta passione.
Pertanto quando ti parlavo di ''politica'', intendevo una ''politica di mercato'', cioè non è che leggere ''Anna Karenina'' sia pericoloso, e del resto ne è stato fatto un film-tv da poco, semplicemente non attira più il pubblico, quando però ero studente io (mi sono diplomato nel 1990), sicuramente leggere Tolstoj era uso più comune, perchè era una generazione più intellettuale e ricordo che un mio collega di studi universitari aveva registrato dalla tv (nel 1996) ''Andrej rublev'', che a quell'epoca era trasmesso, mentre oggi un film come ''Sacrificio'' di Tarkoski è irreperibile in tv ed in dvd in lingua italiana; ma anche altri prodotti di altre culture come i film animati di Myazaki non hanno ricevuto un bel trattamento perchè sono più impegnativi rispetto ad una commedia senza troppe pretese.
Hai visto il mio nickname? E' Kenshiro, in omaggio ad un anime ora scomparso dai palinsesti. Ora guardare gossip o programmi poco impegnati in tv fa più pubblico ed in fondo è questo che la gente vuole, non ne ha voglia di farsi venire il mal di testa guardando ''Kagemusha'' o ''L'arpa birmana''.
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