L’esposizione su larga scala dedicata al centenario della nascita di uno delle più influenti correnti nell’arte del Novecento. Proprio in Italia e in Russia il Futurismo prese la forma definitiva e si concretizzò nella forte corrente artistica e unì i più brillanti artisti della sua epoca. Al Museo delle Arti Figurative «Pushkin» di Mosca sono presentate circa 300 opere di futuristi italiani e russi. Non solo la pittura, ma anche gli sperimenti in scultura, nel design grafico e nell’architettura. Il mostriciattolo organetto a manovella che emette i suoni tecnogeni che costrui l’artista Luigi Russolo per cambiare la musica. Quest’organetto è presentato alla mostra. I futuristi chiamavano i musei il cimitero dell’arte, la tecnica invece la stimavano. Le invenzioni tecniche cambiano la gente. A questo si dirigevano e si indirizzavano i futuristi e che permette di chiamarli radicali. Gabriella Belli, il curatore della mostra «Il Futurismo, la prima pagina nella storia del modernismo italiano». Con il Futurismo per l’Italia si segna l’inizio della contemporaneità. La Signora Belli ha portato alla Mostra di Mosca 120 opere futuristiche dal MART - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, fra le quali «Ottimismo-Pessimismo» di Giacomo Balla, «La Ballerina coi pappagalli» di Fortunato Depero, «Madama S» di Gino Severini. Tutte queste opere sono dalla lista principale del Futurismo italiano. Il movimento è il Dio dei futuristi. «L’auto da corsa è più bella di Nike di Samotracia» confermava Marinetti. I trasporti pubblici sono il soggetto prediletto della pittura futuristica. I treni li dipingeva anche Natalia Gonciarova, ma i futuristi russi trattavano la tecnica con poca venerazione. Nella parte russa dell’esposizione ci sono dei quadri di Aristarkh Lentulov, David Burljuk, Mikhail Larionov, Kazimir Malevich ed anche la tela «La roulette» («Рулетка») del poeta Vladimir Majakovskij che era un accanito futurista.
«La roulette» (1915) di Vladimir Majakovskij
Alla Mostra sono presentati i documenti, gli sperimenti dei futuristi nell’architettura e nella grafica di libri, fotografie e manifesti. I manifesti erano del genere più amato dai futuristi che volevano definitivamente ricostruire la vita del mondo. Per fortuna non riuscirono a farlo, ma la compressione dell’arte loro riuscirono a cambiarla per sempre.
Ultima modifica di Zarevich il 13 Dic 2017 10:26, modificato 1 volta in totale
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