Vivo in questo paese dalla nascita, cioè da un bel po’ di anni, e ho dovuto imparare a conoscere e convivere con i nostri innumerevoli difetti; nostri come popolo, intendo.
Ciononostante non nascondo che a volte sono sopraffatto da una profonda delusione e da un senso di vergogna del dover far parte di questo popolo.
Cioè, non è che normalmente mi senta particolarmente orgoglioso di essere italiano, ma piuttosto cerco di non pensarci.
Se non avessimo scelto di occuparci solo delle cose piacevoli, ma di buttarci a capofitto nella critica della società, dell’uomo moderno, della coscienza civile, della politica. e via dicendo, sappiamo già che saremmo diventati uno scannatoio, ma avrei potuto scrivere ogni giorno su un tema diverso in modo approfondito per anni ed anni, senza rischio di esaurire gli argomenti di polemica. Ma poi, a che sarebbe servito, a parte guastare gli animi e i rapporti con gli altri che hanno altre idee?
Eppure, per una volta voglio fare un’eccezione, che non è poi troppo off topic da noi.
Voglio fare un paio di considerazioni sul fenomeno Politkovskaja, che in questi giorni, dopo la recente sentenza, è di nuovo tornato sulla bocca di molti.
La prima cosa che osservo con raccapricccio, è che esistono molte persone in Italia che vivono nella convinzione di conoscere la realtà dei fatti che succedono in Russia molto meglio dei russi stessi.
Dietro a questa fantastica concezione sono sottese due idee.
La prima è che in Russia non esiste una informazione vera, obiettiva e non manipolata.
La seconda è che ai russi non gliene importa niente di quello che succede nel loro paese.
Questo atteggiamento, che ad una persona normale può sembrare inverosimilmente assurdo, è invece più diffuso e reale di quanto si possa credere.
Ci sono due vie per arrivare a formarsi nella propria testa un tale modo di vedere – o per essere più esatti, immaginare - le cose: la prima è quella di lasciarsi abbindolare dai nostri giornalisti, campioni di obiettività e difensori assoluti della verità (non tutti, naturalmente, ma una buona parte), e ripetere le tesi da questi sostenute fino a farle proprie;
la seconda via è quella di coloro che sono stati personalmente in Russia, hanno magari vissuto lì qualche tempo, e per questo si sentono illuminati e partecipi della Verità e della conoscenza assoluta, quella verità che i russi stessi, vivendo nel loro paese, non riescono a vedere, o non vogliono vedere, mentre loro, che hanno uno sguardo più aperto e illuminato sulla realtà e sul mondo, sono in grado di cogliere.
Questi personaggi, che per nostra disgrazia sono piuttosto diffusi nel nostro paese, sarebbero degni di essere rappresentati in un romanzo di Gogol’.
C’è da dire che noi italiani siamo bravissimi nel criticare, condannare e protestare, quando si tratta di fatti altrui, ma poi siamo i primi a mettere in atto comportamenti e azioni che sono altrettanto biasimevoli, scorretti e condannabili.
E così ci capita di giudicare la democrazia, la libertà e l’informazione di un paese del quale sappiamo poco o niente, e non ci rendiamo conto che viviamo in un paese che, quanto a libertà di informazione, è messo veramente male. Ma si sa, la presbiopia è un difetto comune, che ci fa mettere a fuoco quello che ci sta lontano, ma non quello che abbiamo davanti agli occhi.
E allora ci capita di vedere perfettamente quello che succede a migliaia di chilometri da noi, e di avere quella profondità di pensiero e capacità critica, quell’impegno sociale tale, che ci fa subito capire come stanno le cose “laggiù”, mentre i poveri russi vivono in un limbo di non conocsenza e non interesse per quello che li circonda.
Del resto, che i russi siano indifferenti a tutto lo dimostra il fatto che non ci sono state manifestazioni violente in tutto il paese per il diritto alla verità sull’omicidio della Politkovskaja, che sui giornali e e le televisioni russe non accusano Putin di essere il vero responsabile.
Mentre noi, che di queste cose ce ne intendiamo, e dove la verità viene sempre a galla, grazie al senso civico e alle qualità morali di noi italiani, non abbiamo scheletri nei nostri armadi, nessun mistero con cui fare i conti. E’ tutto chiaro. Ustica, Italicus, Piazza della Loggia, Pecorelli, Moro, Calabresi, P2, Gladio…. sappiamo tutti la verità. E perciò, visto che non c’è nessuna verità da scoprire, nessun complotto, insabbiamento, mistificazione, nessun responsabile da trovare e punire, ci annoiamo e andiamo a cercarli in altri paesi.
Insomma, siamo un popolo di filosofi e filantropi, per noi la Giustizia è un valore assoluto e imprescindibile che viene prima di ogni altra cosa e sentiamo il bisogno di cercarla ovunque.
Meno che in casa nostra.
Ultima modifica di Myshkin il 26 Feb 2009 10:03, modificato 1 volta in totale