Argomento molto interessante
Mi astengo dall'esprimenre un qualsiasi giudizio sul movimento politico in questione, che non conosco affatto, ma voglio dire la mia soltanto su quanto leggo in questo post.
D'amblée la mia impressione è, che il progetto Eurasiatico sia l'ennesima variante del solito schema di antagonismo Russia- America, che già generò la detestabile cortina di ferro ai tempi della guerra fredda; schema decisamente anacronistico al giorno d'oggi, quando non esiste più una contrapposizione ideologica così forte, da
spezzare il mondo in due, come invece succedeva ai tempi dell'URSS.
Forse però tra i vari aspetti del progetto qualcosa di condivisibile e di lodevole c'è: il rifuto (ammesso che si tratti di un rifiuto sincero e non strumentale) della logica dello "scontro di civiltà", logica alla quale, in Occiente, ci siamo rassegnati troppo in fretta. A mio modo di vedere le cose (e lo dico con tutta l'umiltà di chi sa di esprimere niente di più un'opinione personale), quella logica è semplicemente la versione aggiornata e globalizzata dei più esaltati nazionalismi europei otto-novecenteschi, che già hanno condotto il mondo alle più gravi tragedie della storia; superfluo aggiungere, che secondo me l'ipotesi dello "scontro" è la più grave minaccia per il presente e per il futuro immediato dell'umanità.
Aggiungerei, che se lo "scontro di civiltà" è capace di liberare odio e violenza a sufficienza, per fare a pezzi il mondo intero, questo rischio a maggior ragione riguarda la Federazione Russa, che è un paese multietnico e multiconfessionale; esasperando il valore delle singole identità nazionali e religiose (che localmente sono a volte maggioritarie), la Russia rischierebbe di ridursi, dopo un bagno di sangue, ad una miriade di stati e staterelli, ciascuno dei quali avrebbe difficoltà a mantenerersi realmente indipendente e men che mai potrebbe aspirare al ruolo di potenza.
Il Paternariato Euro-Mediterraneo, per fare un esempio, procede tra grandi difficoltà, perché è sempre appesantito da sospetti reciproci: i paesi del Maghreb temono iniziative neo-coloniali, invece la UE teme soprattutto nuovi e più ampi flussi migratori. Non è il caso di parlare delle relazioni tra Israeliani ed Arabi nel MO, perché non potrebbero essere peggiori.
Mi sembra però, che in Russia la situazione sia più promettente: innanzitutto non ci sono confini politici tra le varie comunità etniche e religiose e dappertutto valgono le stesse leggi e sono riconosciute le stesse autorità, poi settant'anni di comunismo garantiscono una forte impronta laica (equidistanza da tutte le religioni e le nazionalità, almeno in linea di principio) a tutte le Istituzioni pubbliche, infine mi sembra, che la possibilità di una civile convivenza tra le varie comunità in Russia
si repiri nell'aria.
Passeggiando per le strade di San Pietroburgo s'incontrano chiese ortodosse come pure cattoliche e di tutte le altre confessioni cristiane, si trova pure una sinagoga, una moschea ed un tempio buddista. E' vero, che l'immensa mole dorata della cupola della Cattedrale di S. Ignazio sovrasta il tutto ma è altrettanto vero, che anche gli altri templi delle più varie Fedi sono tutti quanti delle belle architetture decorose, innalzate in posizioni orgogliosamente evidenti e che esprimono bene la serena consapevolezza, di appartenere tutti quanti,
da cittadini, allo stesso Stato.
Se la Russia riuscirà a dimostrare, che ci sono alternative possibili allo "scontro", innanzitutto diventerà un paese più forte e soprattutto darà una grande speranza al mondo.
Ciao a tutti, Vincenzo