| «RUSSOFOBIA. MILLE ANNI DI DIFFIDENZA» di Guy Mettan | |
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Zarevich
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«RUSSOFOBIA. MILLE ANNI DI DIFFIDENZA» di Guy Mettan
«RUSSOFOBIA. MILLE ANNI DI DIFFIDENZA»
Per quali ragioni in Occidente si sono sviluppati dei sentimenti ostili nei confronti della Russia? L'informazione è davvero obiettiva come crediamo? Il saggio dello storico e giornalista svizzero Guy Mettan «Russofobia. Mille anni di diffidenza», arricchito dall'introduzione di Franco Cardini, cerca di spiegare le origini di questo fenomeno e l'evoluzione nell'attuale pensiero geopolitico.
Il libro è stato presentato il 13 maggio 2016 al XXIX Salone Internazionale del Libro di Torino (Spazio Autori), alla presenza di Luciano Canfora, Franco Cardini e Sandro Teti (editore).
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Ringraziano per l'utile discussione di Zarevich : |
altamarea (18 Maggio), |
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Zarevich
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«RUSSOFOBIA. MILLE ANNI DI DIFFIDENZA» di Guy Mettan
«LA RUSSIA-L'OCCIDENTE» di Guy Mettan
«La russofobia da Carlo Magno alla crisi ucraina»
Uno dei più noti giornalisti svizzeri Guy Mettan ha cercato di trovare una risposta alla domanda davvero dell’importanza fondamentale: «Perché noi amiamo così odiare la Russia?» («Pourquoi nous aimons tant détester la Russie?» «Почему мы так любим ненавидеть Россию?»)
Guy Mettan ha pubblicato il libro «LA RUSSIA-L'OCCIDENTE. La Guerra millenaria: la russofobia da Carlo Magno alla crisi ucraina» («Russia – the West: a war of a thousand years. Russophobes from Charlemagne to the Ukrainian crisis»).
Gli Stati europei hanno sviluppato una retorica antirussa ed hanno cercato di gettare fango sui leader russi per giustificare la propria aggressività, ritiene il deputato del Gran Consiglio di Ginevra Guy Mettan. Isolando la Russia, l'Europa si priva di parte della sua storia e cultura, - scrive Guy Mettan, politico svizzero francofono e deputato del Gran Consiglio di Ginevra sul quotidiano francese «Liberation».
«Spingendo la Russia verso l'Asia, l'Europa commette un grave errore», - scrive Mettan. Osserva che in Occidente la russofobia ha avuto origine durante l'epoca di Napoleone, dopodichè si è diffusa nel Regno Unito, in Germania, e infine negli Stati Uniti. Allo stesso tempo, nota il deputato, la Russia ha aiutato l'Europa a liberarsi da Napoleone e dal nazismo a costo di diversi milioni di vittime. Senza i sacrifici della Russia, l'Europa avrebbe vissuto in modo diverso, afferma convinto Mettan. Secondo il politico, il conflitto in Ucraina serve all'Occidente per distruggere l'influenza russa in Europa, pertanto questa crisi può essere risolta senza difficoltà da parte degli stessi europei.
E' tempo di capire, ritiene il politico, che ostracizzando la Russia e spingendola verso l'Asia l'Europa si priva di gran parte della sua storia e cultura. Inoltre si viola l'equilibrio nella struttura europea, sbilanciandolo in favore di Germania, Europa dell'Est e Stati Uniti.
Ultima modifica di Zarevich il 27 Apr 2023 16:34, modificato 1 volta in totale
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Zarevich
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«RUSSOFOBIA. MILLE ANNI DI DIFFIDENZA» di Guy Mettan
Mille anni di russofobia, da Carlo Magno a Petro Poroshenko. Un saggio del giornalista svizzero Guy Mettan esplora il fenomeno millenario della russofobia e le sue ripercussioni sul discorso politico e mediatico attuale.
Si terrà il 9 giugno alle 21, presso lo Spazio Sociale della Biblioteca Centrale di Milano la presentazione del libro "Russofobia. Mille anni di diffidenza", a cui interverranno il professor Paolo Calzini e l'editore Sandro Teti.
Il saggio del giornalista svizzero Guy Mettan ricostruisce le origini del fenomeno "russofobia" e ne segue l'evoluzione nell'attuale pensiero geopolitico.
"Per quali ragioni in Occidente si sono sviluppati sentimenti ostili nei confronti della Russia? L'informazione è davvero obiettiva come crediamo?
Con i recenti accadimenti in Ucraina a seguito dell'Euromaidan e le conseguenti reazioni in ambito politico, diplomatico e di opinione pubblica negli USA e in Europa, il tema delle relazioni tra Russia e Occidente, con particolare attenzione alle categorie secondo cui l'Occidente guarda, pensa e racconta la Russia, è di estrema e scottante attualità. Guy Mettan, giornalista, politico e direttore del Club suisse de la presse, si propone di analizzare nelle sue coordinate storiche e geopolitiche, nella sua dimensione propagandistica e nelle sue conseguenze psicologiche e fattuali il fenomeno della russofobia, quella che l'autore non esita a chiamare «una guerra millenaria», condotta dagli Occidentali contro il loro «grande vicino» a colpi di cliché, rappresentazioni (spesso consciamente) distorte e persino mistificazioni della Russia e di tutto ciò che attorno ad essa gravita.
Il saggio, pubblicato per la prima volta a Ginevra nel 2015, è articolato in tre parti, nelle quali l'autore affronta il "cosa", il "quando/dove" e il "come" del fenomeno in analisi, con il costante obiettivo di spiegarne il "perché". Nella prima parte delinea il profilo della russofobia, non complotto ma vera e propria predisposizione d'animo occidentale (a volte, paradossalmente, condivisa e alimentata dagli stessi Russi), mostrando con una puntuale critica delle fonti la messa in atto del discorso russofobo in occasione di quattro eventi di recente memoria: il disastro aereo di Überlingen (2002), il sequestro di Beslan (2004), la seconda guerra in Ossezia (2008), i Giochi olimpici di Sochi (2014); speciale attenzione, poi, è dedicata a riconsiderare la crisi Ucraina mettendo in questione la rappresentazione unilaterale e distorta che i media occidentali ne hanno fornito.
Nella seconda parte si segue l'evoluzione storica e ideologica del sentimento russofobo, individuandone le origini nella rivalità politica e religiosa che prende avvio sotto Carlo Magno, colui che contese a Bisanzio il ruolo di erede dell'Impero romano. L'ossessione imperialistica resta la costante di fondo delle successive declinazioni nazionali della russofobia: quella francese, che con l'allestimento del falso testamento di Pietro il Grande sotto Luigi XV inaugura il mito dell'espansionismo russo; quella inglese, meno "dottrinale" ma più capillarmente propagata, che rovescia nel XIX secolo il rapporto con la Russia dopo l'alleanza antinapoleonica; quella tedesca che, nata sotto il Secondo Reich nell'ambito della temperie culturale del nazionalismo romantico, troverà un fertile terreno nella teoria del Lebensraum; quella americana, sintesi delle precedenti, efficace risorsa per la retorica della tutela di libertà e democrazia volta a coprire e legittimare la penetrazione dei valori neocapitalistici.
La terza parte del libro, una sorta di manualetto della russofobia, mette a nudo le dinamiche della realizzazione e del funzionamento del discorso antirusso nei media e nel mondo accademico. Tale discorso si concretizza in racconto attraverso la costruzione del cattivo perfetto, Vladimir Putin, alla guida del nemico perfetto, il feroce orso russo che brama di divorare l'Europa: l'autore torna così sugli eventi recenti, e in particolare sulla crisi ucraina, per mostrare in azione tutto il potenziale del soft power occidentale.
L'indagine di Mettan non si pone l'obiettivo di trascinare al banco degli imputati l'Occidente per rovesciare, conservandola, la visione manichea della storia che la propaganda russofoba vorrebbe delineare; l'operazione mira piuttosto a concedere alla Russia — la cui parte di responsabilità nella drammatica degenerazione di questo bipolarismo non è taciuta — quella parola che le viene con una certa metodicità negata dal sistema di informazione occidentale, in un tentativo di ricostruire la complessità dei rapporti Russia-Occidente e smascherare i pregiudizi che ci impediscono di apprezzare i tanti aspetti positivi del nostro grande vicino.
Allo stesso modo, per quanto i giornalisti siano i principali responsabili, o meglio, i "finalizzatori" del discorso russofobo elaborato dagli establishment e dalle lobby occidentali, il libro non vuole essere nemmeno una condanna tout court dei media (la cui libertà di azione non è mai peraltro un dato scontato); ciò che si auspica, a più riprese, è piuttosto un recupero della deontologia giornalistica. L'onestà intellettuale, la capacità (e la volontà) di informarsi cercando e interpellando fonti di opposto schieramento, soprattutto il senso critico, quell'esigenza di porre e porsi continuamente domande, anche e soprattutto quelle più scomode e che meno convengono agli schemi precostituiti: questo è ciò che Mettan — procedendo lui stesso con stile giornalistico e guarnendo con voluta insistenza e abbondanza le sue pagine di punti interrogativi — vuole risvegliare nella coscienza non solo dei giornalisti, ma di tutti coloro che, quotidianamente, sono esposti al bombardamento della russofobia e ne diventano quasi inconsciamente vittime, se non addirittura attori stessi.
Nella consapevolezza che sono i rapporti di forza a regolare le relazioni internazionali, Mettan insiste tuttavia sul potere che le domande, le giuste domande, possono esercitare sull'opinione pubblica, tanto cara ai governanti. Sensibilizzare la gente a chiedersi se le responsabilità non siano condivise, se il proprio punto di vista unilaterale sia l'unico che conti, se i propri interessi e sistemi di valori siano davvero superiori, è il solo modo per incamminarsi verso un futuro dove finalmente non ci si dichiarerà più contro l'Altro, bensì con lui.
Ultima modifica di Zarevich il 27 Apr 2023 16:34, modificato 1 volta in totale
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maxjan28
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«RUSSOFOBIA. MILLE ANNI DI DIFFIDENZA» Di Guy Mettan
Il 19 novembre a Bologna sarà presentato questo volume.
Maggiori informazioni qui:
https://byebyeunclesam.wordpress.co...tito-a-bologna/
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Zarevich
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«RUSSOFOBIA. MILLE ANNI DI DIFFIDENZA» di Guy Mettan
Guy Mettan Ги Меттан
«OCCIDENTE-RUSSIA» «LA GUERRA DEL MILLENNIO»
La storia della russofobia da Carlo Magno alla crisi ucraina
«ЗАПАД-РОССИЯ» «ТЫСЯЧИЛЕТНЯЯ ВОЙНА»
История русофобии от Карла Великого до украинского кризиса
Casa Editrice «ACT» Mosca 2023 (Pagine 448)
Издательство «АСТ» Москва 2023
Guy Mettan è un giornalista svizzero, politico, ex caporedattore dell'influente quotidiano Tribune de Genève, che ha anche diretto lo Swiss Press Club per più di 20 anni. Dal 2001 - Membro del Gran Consiglio (Parlamento) del Cantone di Ginevra. È regolarmente pubblicato sui principali quotidiani in lingua francese in Svizzera. Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l'Università di Ginevra. Per far luce sulle vere ragioni della demonizzazione della Russia nei media occidentali, Guy Mettan scava nelle radici storiche, religiose, ideologiche e geopolitiche dell'odio per la Russia che esiste da tredici secoli, da quando Carlo Magno si batté per il titolo di erede dell'impero romano impero. Questa storia parla di tabù, pregiudizi e propaganda diretta contro la Chiesa ortodossa allora, e ora contro la Russia di oggi.
____________ Zarevich
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Winston Smith
Registrato: Marzo 2022
Messaggi: 364
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Re: «RUSSOFOBIA. MILLE ANNI DI DIFFIDENZA» Di Guy Mettan
Sempre un piacere leggere questi spunti interessanti di Zarevich....
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