«MUSEO DEL TEATRO D’ARTE DI MOSCA» (MKHAT)
«МУЗЕЙ МОСКОВСКОГО ХУДОЖЕСТВЕННОГО ТЕАТРА» (МХАТ)
Il museo MKhT (Московский Художественный Театр) fu costruito nel 1923 per iniziativa dei fondatori del teatro Konstantin Stanislàvskij e Vladimir Nemiròvich-Dàncenko. Attualmente questo è il più grande museo di teatrio, per quantità, varietà e unicità delle sue collezioni. Due sono le filiali: la casa-museo di Konstantin Stanislavskij e il museo-appartamento di Vladimir Nemiròvich-Dàncenko. I pezzi esposti nel museo MKhT fissano non solo le tappe principali della storia del teatro, ma anche lo stesso processo di intenso lavoro volto alla creazione degli spettacoli entrati nella cronaca della cultura teatrale russa.
Le sceneggiature delle opere di Anton Cechov (Антон Чехов) al Teatro hanno tracciato nuove vie all’erte teatrale mondiale del XX secolo e determinato per molti anni la tradizione russa nell’interpretazione della drammaturgia cecoviana. il teatro ha portato sulla scena, e in maniera innovatrice, i romanzi monumentali «I Fratelli Karamazov» («Братья Карамазовы») di Dostojevskij e «Anna Karenina» («Анна Каренина») di Lev Tolstoj. Portò al MKhT i drammaturghi Mikhail Bulgakov (Михаил Булгаков), Nikolaj Pogòdin (Николай Погодин), Vsèvolod Ivànov (Всеволод Иванов) e Leonid Leònov (Леонид Леонов). Comparve una nuova generazione di registi del teatro, nuove generazioni di attori si formano alla scuola del teatro d’arte, tra cui i quali molti brillanti nomi. Nel museo sono esposte rarità che nell’antica Russia sostituivano nel teatro l’arredamento tradizionale. Reliquie teatrali, costumi di noti interpreti, accessori vari, attrezzi, documenti relativi al processo di formazione dello spettacolo, fotografie, alcune delle quali uniche, ritratti di attori e registi del MKhT, oggetti d’arte applicata e decorativa, cose rare, doni al teatro e al museo. Nei fondi si conserva l’enorme eredità lasciata da Stanislàvskij e Nemiròvich-Dàncenko: manoscritti di loro lavori, testi di regia di spettacoli, taccuini. Della collezione epistolare del museo che conta migliaia di lettere, fanno parte lettere di Anton Cechov, Lev Tolstoj, Maksim Gorkij, Fiodor Shaljapin, Serghej Rachmaninov, Maria Ermòlova, Maurice Maeterlinck, Eleonora Duse, Gordon Craig, Max Reinhardt e di molti altri insigni esponenti della cultura russa e mondiale. Sono qui custoditi manoscritti privati di Olga Knìpper-Cechova (Ольга Книппер-Чехова), Vassilij Kaciàlov (Василий Качалов), Ivan Moskvìn (Иван Москвин), Alla Taràssova (Алла Тарасова) e di molti noti attori di MKhT. Decine di libri, dedicati alla storia della cultura teatrale, sono stati scritti sulla base dei manoscritti del museo del MKhT. Il museo del MKhT possiede una ricca collezione di opere d’arte decorativo-teatrale: schizzi di scenografie e costumi, ritratti e disegni dei valenti pittori russi Nikolaj Rerikh (Николай Рерих), Boris Kustòdiev (Борис Кустодиев), Aleksandr Benois (Александр Бенуа) ed altri. Nel museo sono custodite decine di migliaia di negative e di fotografie sulla storia del MKhT dalla sua fondazione, nel 1898, sino ai nostri tempi. Vasto è anche il fondo delle registrazioni sonore, dischi, materiali cinematografici, di doni al teatro.
Indirizzo del museo:
Kamerghèrskij pereùlok, 3 (Камергерский переулок, 3)
L’edificio del Teatro MKhT.
Orario: martedì, mercoledì e venerdì dalle 13 alle 20; giovedì, sabato e domenica dalle 11 alle 18. Chiuso: il lunedì.
Il ristorante «Славянский Базар» («Bazar Slavo») in via Nikòlskaja 17 a Mosca è annoverato negli annali della storia del teatro. Il 21 giugno 1898 nel ristorante ebbe luogo il memorabile incontro tra Konstantin Stanislavskij e Vladimir Nemirovich-Dancenko, incontro che diede l’avvio alla creazione del Teatro d’Arte di Mosca, il futuro MKhT (МХТ). Le due personalità di altissima cultura, Konstantin Stanislàvskij (Константин Станиславский 1865-1938) e Vladimir Nemiròvich-Dàncenko (Владимир Немирович-Данченко 1858-1943), fondatori del teatro d’Arte di Mosca in 1898, noto con la sigla MKhT (МХТ = Московский Художественный Театр) e creatori del teatro moderno russo. Sotto la loro regia esplosero letteralmente i capolavori del più grande commediografo russo Anton Cechov. Ancora oggi il telone del Teatro d’Arte di Mosca reca l’insegna del «Gabbiano» («Чайка»), la prima opera di Cechov, rappresentata il 17 dicembre 1898.
«Vogliamo creare il primo teatro sensato, basato sulla ragione e la moralità, accessibile a tutti, e dedicheremo a questo alto scopo tutta la nostra vita» scriveva in quel periodo Konstantin Stanislavskij. L’insieme dei principi artistici noto come «metodo Stanislavskij» («система Станиславского») continua ad esercitare una notevole influenza nell’evoluzione del teatro di tutto il mondo.
SITO UFFICIALE DEL TEATRO D'ARTE DI MOSCA (MKhT)
http://art.theatre.ru
Oggetto: «MUSEO DEL TEATRO D’ARTE DI MOSCA» (MKHAT)
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Museo Mkhat.jpg | |
Descrizione: | Il Teatro d’Arte di Mosca |
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STANISLAVSKIJ.jpg | |
Descrizione: | Konstantin Stanislàvskij |
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MChT 1.jpg | |
Descrizione: | Il Teatro d’Arte di Mosca |
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MChT 2.jpg | |
Descrizione: | Il Teatro d’Arte di Mosca |
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Il ristorante Bazar Slavo in Via Nikolskaja.jpg | |
Descrizione: | Il ristorante "Bazar Slavo" in Via Nikolskaja |
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Stanislavskij.jpg | |
Descrizione: | Konstantin Stanislàvskij |
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Stanislavskij e Nemirovich-Dancenko.jpg | |
Descrizione: | Konstantin Stanislàvskij e Vladimir Nemiròvich-Dànchenko |
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Oggetto: Re: MChT (MXT)
Esiste sempre questo ristorante? Ci si può mangiare?
Oggetto: Re: MChT (MXT)
Sì, esiste sempre questo ristorante "СЛАВЯНСКИЙ БАЗАР", Via Nikòlskaja, 17
Sito Ufficiale del ristorante «BAZAR SLAVO»
www.sbrest.ru
Sito Ufficiale del ristorante «BAZAR SLAVO»
www.sbrest.ru
Oggetto: Re: MChT (MXT)
Grazie per questa interessante informazione, caro Zarevich. Non sapevo che esistesse ancora il locale dove ebbe luogo lo storico incontro tra Konstantin Sergheevic Alekseev, in arte Stanislavskij, e Vladimir Nemirovich-Dàncenko. Loro parlarono per ben 18 ore di filato in quel locale, e quando ne uscirono, il futuro del Teatro russo prima, ed europeo dopo, era stato segnato.
Non sappiamo cosa si dissero in quelle lunghe ore Stanislavskij e Nemirovich-Dàncenko, ma di sicuro ne uscirono con delle idee ben chiare sui principi sui quali sarebbe stata fondata la loro alleanza, destinata a rivoluzionare il Teatro Russo ed Europeo.
Alla base della loro alleanza venne posta la missione di una vera guerra alla cosiddetta "teatralità". In accordo con questo principio, il Teatro d'Arte di Mosca, inaugurato nel 1898, fu costruito con criteri architettonici di estrema semplicità, con l'obiettivo di offrire spettacoli a prezzi modesti, accessibili a tutti.
A far parte della compagnia erano stati chiamati l'attrice Lilina, che divenne poi la moglie di Stanislavskij; i giovani attori Artem, Sànin, Luzkij, e un gruppo di allievi di Dàncenko, fra cui il giovanissimo Mejerchol'd, Moskvìn, e la giovane attrice Olga Knìpper, che sposò poi Anton Cechov. Qualche anno dopo entrò a far parte della compagnia Vassilij Ivanovich Kaciàlov, che sarebbe diventato il più grande attore tragico dell'epoca.
Dopo un iniziale periodo naturalista-verista, il Teatro d'Arte sviluppò un differente tipo di naturalismo, il cui fine non era la fotografia, ma l'approfondimento di una più intima realtà. Un teatro "d'atmosfera", che mirava a comunicare un clima emotivo, ad esprimere uno stato d'animo.
L'avversione della "teatralità" aveva riportato il Teatro d'Arte ad una rigida disciplina, e l'attore, che per secoli era rimasto il prototipo dell'individualismo, unico protagonista col suo istrionismo della rappresentazione teatrale, doveva offrire tutto se stesso e sacrificare interamente la sua personalità al Dramma.
Stanislavski lavorò molto sul metodo per trasformare l'istrione in interprete, per condurlo ad annullarsi per rinascere nel personaggio da intepretare a poco a poco, con un lungo, metodico e faticoso processo di assimilazione e immedesimazione.
Con il Teatro d'Arte l'attore subisce una profonda trasformazione che passa attraverso rinunce individuali e la subordinazione dei singoli all'armonia dell'insieme.
Il regista è colui che crea questa armonia, una volta penetrato a fondo lo spirito del Dramma, il regista deve riesprimerlo scenicamente coi mezzi più semplici possibili, rifuggendo da ogni macchinosità: "La teatralità distrugge l'armonia", come ebbe a dire Stanislavskij stesso. O, secondo le parole di Nemirovich-Dàncenko: "Il regista è, insieme, lo zar, l'ostetrico e il servo dell'attore...L'attore deve esser assistito e, di conseguenza, guidato, ma senza farglielo avvertire, in modo ch'egli creda di far tutto da sé... Il miglior regista è quello della cui esistenza nessuno s'accorge".
Per mettere in pratica questi principi però ci vuole una lunghissima preparazione. Ed è infatti proprio nel Teatro d'Arte che nasce l'uso russo di approntare uno spettacolo con molti mesi, e anche un anno, di prove.
Non esistono ruoli, nel senso della cattiva trasizione; e cioè non esistono diritti di "primi attori" o "prime attrici" per le parti più lunghe ed appariscenti, contro ruoli di "generici" o di semplici "comparse". Esistono soltanto, da un lato, "i personaggi"; e dall'altro "attori alti o bassi, grassi o magri, tristi o allegri, pensosi o buffoneschi". Gli attori vanno impiegati a seconda della maggiore o minore coincidenza delle loro qualità con le parti da rappresentare.
In altre parole gli spettacoli del Teatro d'Arte di Mosca hanno trasformato l'attore da individuo vanaglorioso in interprete subordinato ad un insieme armonioso.
Ed è dal Teatro d'Arte di Mosca che, accanto agli autori classici riproposti con nuovi mezzi alla sensibilità del pubblico moderno, sono stati rivelati alla Russia e all'Europa alcuni grandi autori nuovi: massimo fra tutti, Anton Pavlovic Cechov.
Ma per Cechov è necessario un capitolo a parte; anzi, molti capitoli a parte.
Non sappiamo cosa si dissero in quelle lunghe ore Stanislavskij e Nemirovich-Dàncenko, ma di sicuro ne uscirono con delle idee ben chiare sui principi sui quali sarebbe stata fondata la loro alleanza, destinata a rivoluzionare il Teatro Russo ed Europeo.
Alla base della loro alleanza venne posta la missione di una vera guerra alla cosiddetta "teatralità". In accordo con questo principio, il Teatro d'Arte di Mosca, inaugurato nel 1898, fu costruito con criteri architettonici di estrema semplicità, con l'obiettivo di offrire spettacoli a prezzi modesti, accessibili a tutti.
A far parte della compagnia erano stati chiamati l'attrice Lilina, che divenne poi la moglie di Stanislavskij; i giovani attori Artem, Sànin, Luzkij, e un gruppo di allievi di Dàncenko, fra cui il giovanissimo Mejerchol'd, Moskvìn, e la giovane attrice Olga Knìpper, che sposò poi Anton Cechov. Qualche anno dopo entrò a far parte della compagnia Vassilij Ivanovich Kaciàlov, che sarebbe diventato il più grande attore tragico dell'epoca.
Dopo un iniziale periodo naturalista-verista, il Teatro d'Arte sviluppò un differente tipo di naturalismo, il cui fine non era la fotografia, ma l'approfondimento di una più intima realtà. Un teatro "d'atmosfera", che mirava a comunicare un clima emotivo, ad esprimere uno stato d'animo.
L'avversione della "teatralità" aveva riportato il Teatro d'Arte ad una rigida disciplina, e l'attore, che per secoli era rimasto il prototipo dell'individualismo, unico protagonista col suo istrionismo della rappresentazione teatrale, doveva offrire tutto se stesso e sacrificare interamente la sua personalità al Dramma.
Stanislavski lavorò molto sul metodo per trasformare l'istrione in interprete, per condurlo ad annullarsi per rinascere nel personaggio da intepretare a poco a poco, con un lungo, metodico e faticoso processo di assimilazione e immedesimazione.
Con il Teatro d'Arte l'attore subisce una profonda trasformazione che passa attraverso rinunce individuali e la subordinazione dei singoli all'armonia dell'insieme.
Il regista è colui che crea questa armonia, una volta penetrato a fondo lo spirito del Dramma, il regista deve riesprimerlo scenicamente coi mezzi più semplici possibili, rifuggendo da ogni macchinosità: "La teatralità distrugge l'armonia", come ebbe a dire Stanislavskij stesso. O, secondo le parole di Nemirovich-Dàncenko: "Il regista è, insieme, lo zar, l'ostetrico e il servo dell'attore...L'attore deve esser assistito e, di conseguenza, guidato, ma senza farglielo avvertire, in modo ch'egli creda di far tutto da sé... Il miglior regista è quello della cui esistenza nessuno s'accorge".
Per mettere in pratica questi principi però ci vuole una lunghissima preparazione. Ed è infatti proprio nel Teatro d'Arte che nasce l'uso russo di approntare uno spettacolo con molti mesi, e anche un anno, di prove.
Non esistono ruoli, nel senso della cattiva trasizione; e cioè non esistono diritti di "primi attori" o "prime attrici" per le parti più lunghe ed appariscenti, contro ruoli di "generici" o di semplici "comparse". Esistono soltanto, da un lato, "i personaggi"; e dall'altro "attori alti o bassi, grassi o magri, tristi o allegri, pensosi o buffoneschi". Gli attori vanno impiegati a seconda della maggiore o minore coincidenza delle loro qualità con le parti da rappresentare.
In altre parole gli spettacoli del Teatro d'Arte di Mosca hanno trasformato l'attore da individuo vanaglorioso in interprete subordinato ad un insieme armonioso.
Ed è dal Teatro d'Arte di Mosca che, accanto agli autori classici riproposti con nuovi mezzi alla sensibilità del pubblico moderno, sono stati rivelati alla Russia e all'Europa alcuni grandi autori nuovi: massimo fra tutti, Anton Pavlovic Cechov.
Ma per Cechov è necessario un capitolo a parte; anzi, molti capitoli a parte.
Oggetto: Re: «MUSEO DEL TEATRO D’ARTE DI MOSCA» (MKHAT)
«MUSEO DEL TEATRO D’ARTE DI MOSCA» (MKHAT)
«МУЗЕЙ МОСКОВСКОГО ХУДОЖЕСТВЕННОГО ТЕАТРА» (МХАТ)
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В Москве открылась выставка к 160-летию Станиславского
A Mosca è stata inaugurata una mostra dedicata al 160° anniversario di Stanislavskij
Mostra «Stanislavskij. L’Inizio» («Станиславский. Начало») è stato inaugurato nell’Atrio Verde del Museo del Teatro d’Arte di Mosca. È dedicato al 160° anniversario della nascita del riformatore teatrale. Il progetto è dedicato alle attività di recitazione e regia di Konstantin Stanislavskij prima della fondazione del Teatro d’Arte - durante il periodo dell'«Alekseevsky Circle» e della Società d'Arte e Letteratura di Mosca. I visitatori vedranno fotografie, schizzi di costumi, oggetti per la casa, poster, modelli e altri reperti della collezione del museo. Molti oggetti sono stati conservati grazie allo stesso Stanislavskij, che ha raccolto un archivio personale. Alcuni di loro sono presentati alla mostra per la prima volta, hanno detto gli organizzatori.
A Mosca è stata inaugurata una mostra dedicata al 160° anniversario di Stanislavskij
Mostra «Stanislavskij. L’Inizio» («Станиславский. Начало») è stato inaugurato nell’Atrio Verde del Museo del Teatro d’Arte di Mosca. È dedicato al 160° anniversario della nascita del riformatore teatrale. Il progetto è dedicato alle attività di recitazione e regia di Konstantin Stanislavskij prima della fondazione del Teatro d’Arte - durante il periodo dell'«Alekseevsky Circle» e della Società d'Arte e Letteratura di Mosca. I visitatori vedranno fotografie, schizzi di costumi, oggetti per la casa, poster, modelli e altri reperti della collezione del museo. Molti oggetti sono stati conservati grazie allo stesso Stanislavskij, che ha raccolto un archivio personale. Alcuni di loro sono presentati alla mostra per la prima volta, hanno detto gli organizzatori.
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Descrizione: | A Mosca è stata inaugurata una mostra dedicata al 160° anniversario di Stanislavskij (2023) |
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