«MONUMENTO AD ALEKSANDR III»
«ПАМЯТНИК АЛЕКСАНДРУ III»

Il famoso monumento dello scultore russo Paolo Trubetskoj della collezione del Museo Russo è in preparazione per il suo primo restauro. Gli studi mostreranno quali parti del monumento, comprese quelle interne, richiedono particolare attenzione da parte degli specialisti. Uno dei monumenti più famosi di San Pietroburgo, il monumento allo zar Alessandro III non è mai stato restaurato da quando è stato installato in Piazza Znamenskaja 114 anni fa. Gli specialisti del Museo Russo, che ora possiede la statua equestre, hanno avviato complesse ricerche tecnologiche con la partecipazione di esperti dell'Istituto di meccanica e ottica fine e di altre istituzioni specializzate. Raggi X, endoscopia, analisi chimica della patina: questi e molti altri esami e procedure dovranno passare attraverso il monumento in bronzo, che si trova nel cortile del Palazzo di Marmo. Qui, al termine delle ricerche, avverrà anche il restauro: il monumento sarà chiuso con un cassonetto protettivo, sotto il quale dovrà restare fino al completamento dei lavori. L'ultimo studio sulla scultura è stato effettuato nel 1996. Gli specialisti hanno stabilito che le sue condizioni erano buone, ma poi, quasi 30 anni fa, non utilizzavano una tecnica così complessa per un esame completo. Ora vedremo anche i più piccoli segni di deformazione, soprattutto nei punti più problematici: sul collo del cavallo e lungo la linea che lo collega alla groppa. La moderna tecnologia consentirà non solo di rilevare crepe ancora appena percettibili sulla superficie della scultura, ma anche di guardarla dentro, illuminandola letteralmente millimetro per millimetro dall'interno. Grazie agli esperti coinvolti, i restauratori sono già riusciti a determinare la sensazione del metallo all'interno del monumento. E l'esatta copia tridimensionale del monumento realizzata permetterà di capire quali modalità di restauro scegliere. L'esame del suo stato interno il primo giorno portò una sorpresa: si scoprì che all'interno del cavallo di bronzo avevano fatto un nido le vespe. Gli insetti potevano arrivare lì attraverso i fori di drenaggio nella pancia del cavallo, o attraverso i fori dei proiettili e dei frammenti di granata che colpirono la statua nel 1917. Ciò è stato scoperto da specialisti che hanno condotto ricerche utilizzando endoscopi. L'endoscopio vede la disposizione del monumento dall'interno. La tecnica permette di stabilire quali modalità costruttive sono state utilizzate nell'assemblaggio della scultura e in quali condizioni si trovano gli elementi di fissaggio interni. Per più di cento anni, il monumento ad Alessandro III è riuscito a vivere molte avventure e a cambiare diversi "luoghi di registrazione". L'opera di Paolo Trubetskoj (Паоло Трубетской, 1866-1938) è entrata nella storia dell'arte come una delle opere iconiche del XX secolo. La sua apertura ebbe luogo nel maggio 1909 alla presenza dell'Imperatore Nicolaj II, dei membri della famiglia reale e delle delegazioni dei reggimenti, il cui capo era l'imperatore. L'autore non era presente alle celebrazioni, poiché già nel 1906 litigò con la commissione per la costruzione del monumento e lasciò la Russia. Il monumento è stato lanciato senza di lui. Il monumento rimase in Piazza Znamenskaja a San Pietroburgo fino al 1937, poi fu trasferito nel cortile del Museo Russo, dal 1939 il monumento entrò nei fondi del museo. Nel cortile del Museo Russo, il monumento è sopravvissuto alla guerra, cucito con assi e rivestito con sacchi di sabbia. Nel 1994, il bronzo Alessandro III si trasferì nel cortile del Palazzo di Marmo. Gli specialisti saranno in grado di trarre una conclusione definitiva sui tipi e sui volumi dei lavori di restauro solo dopo aver completato un esame completo. Ma si sa già che verranno ripristinati i dettagli perduti, comprese le redini, perfettamente visibili nelle vecchie fotografie. Entro la fine di quest’anno (2023), il Museo Russo dovrà completare tutte le ricerche e costruire una tenda temporanea attorno al monumento per i restauratori.