«Che disgrazia l'ingegno!» («Горе от ума») di Aleksandr Gribojedov (1795-1829, Александр Грибоедов).
Aleksandr Gribojedov fu un drammaturgo, poeta, compositore e diplomatico russo. L'opera di Gribojèdov è un pozzo di aforismi e di espressioni che diventarono popolari. Nella lingua parlata si usano spesso.
I.«Счастливые часов не наблюдают» - «I fortunati non guardano l'orologio»
II.«Чуть свет - уж на ногах! И я у Ваших ног!» - «Alla prima luce, già in piedi! Ed io ai vostri piedi!»
III.«Читай не так, как пономарь, а с чувством, с толком, с расстановкой!» - «Non leggere così, come un sagrestano, ma con espressione, con senso, e con le pause»
IV.«И точно, начал свет глупеть» - «E' come se il mondo avesse cominciato ad instupidirsi»
V.«Свежо преданье, а верится с трудом» - «Una leggenda fresca, ma ci si crede con difficoltà»
VI.«Что говорит! И говорит как пишет!» - «Cosa dice! E parla come scrive!»
VII.«Ах! Боже мой! Что станет говорить Княгиня Марья Алексевна!» - «Ah! Dio mio! Cosa dirà la Contessa Marja Aleksievna!»
VIII.«Вон из Москвы! Сюда я больше не ездок. Бегу, не оглянусь, пойду искать по свету, где оскорблённому есть чувству уголок! КАРЕТУ МНЕ КАРЕТУ!» - «Via da Mosca! Non tornerò più qui. Corro, senza voltarmi, vado a cercare per il mondo, dove esiste un angolo per una sensibilità offesa. Una carrozza, a me una carrozza!»
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Il vecchio Gribojedov! Mi ricordo queste frasi, mi ricordo....
A proposito, forse sono riuscito a trovare anche questa commedia, ormai introvabile in ogni libreria e fuori catalogo da tempo.
Diplomatico.... già. Gribojedov non fece una bella fine in Persia, vero?
A proposito, forse sono riuscito a trovare anche questa commedia, ormai introvabile in ogni libreria e fuori catalogo da tempo.
Diplomatico.... già. Gribojedov non fece una bella fine in Persia, vero?
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Ultima modifica di Zarevich il 18 Gen 2018 20:12, modificato 2 volte in totale
Sì, nel 1828 fu nominato segretario dell'ambasceria di Russia in Persia e in 1829 fu ucciso a Teheran. Sua moglie, Nina Ciavciavàdze, figlia dello scrittore georgiano, lo seppellì a Tbilissi.
E' una storia molto triste.
E' una storia molto triste.
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Ultima modifica di Myshkin il 11 Apr 2007 10:31, modificato 1 volta in totale
Io sapevo che era stato nominato ambasciatore di Russia in Turchia nel 1828.
Vuol dire che era stato prima dieci anni segretario all'ambasciata russa in Turchia?
Vuol dire che era stato prima dieci anni segretario all'ambasciata russa in Turchia?
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Ultima modifica di Zarevich il 18 Gen 2018 20:13, modificato 1 volta in totale
No, era ucciso in Persia
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Ho sbagliato, volevo scrivere Iran, non Turchia.
La domanda era sulle date, non fu nominato ambasciatore nel 1828?
La domanda era sulle date, non fu nominato ambasciatore nel 1828?
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Ultima modifica di Zarevich il 18 Gen 2018 20:13, modificato 1 volta in totale
Sì, è vero, ho sbagliato
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Io pensavo che quest'aforisma fosse di Kos'mà Prutkòv, dalla sua commedia "Fantàsija"... in questa commedia l'aforisma lo dice Adam Karlovič Liebenthal...Zarevich ha scritto: [Visualizza Messaggio]I.«Счастливые часов не наблюдают» - «I fortunati non guardano l'orologio»
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Grazie a questo topic ho cominciato a rileggere “Горе от ума” . Ho trovato solo vecchie edizioni (o e’ meglio dire pubblicazioni?) di questo libro in italiano: GRIBOEDOV, A.S., /Che disgrazia l'ingegno! Lanciano, G. Carabba, stampa 1925 / La disgrazia di essere intelligente. Milano, Bietti, stampa 1932 o 1940 / L'ingegno, che guaio. Milano, Rizzoli, 1954 / L'ingegno porta guai, Torino, Einaudi 1992. L’ultima edizione del 1992 “L'ingegno porta guai” a cura di Giampaolo Gandolfo. - Torino : Einaudi, 1992.
Alena
Alena
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Infatti. Questo libro è fuori catalogo già da diversi anni, ed è praticamente introvabile. Dopo una lunga ricerca sono (forse) riuscito a trovare una copia dell'edizione Rizzoli del 1954 "L'ingegno, che guaio!", ma sto ancora aspettando la conferma. Hai visto? Potenza dei topic! A te è venuta voglia di rileggerlo, e a me di trovarlo e leggerlo. :wink: Se poi Argonauta mantenesse la sua promessa di scrivere di più sugli scrittori italiani.... ma lui ora è in khandrà.
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La libreria non ha confermato la disponibilità di quell'ultima copia :?
Per fortuna però ho appena trovato qualcuno che ha questo libro e se lo vende, usato, su e-bay.
Inutile dire che ho già fatto la mia offerta per aggiudicarmelo.
Per fortuna però ho appena trovato qualcuno che ha questo libro e se lo vende, usato, su e-bay.
Inutile dire che ho già fatto la mia offerta per aggiudicarmelo.
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Ultima modifica di Zarevich il 18 Gen 2018 20:15, modificato 1 volta in totale
E' un piccolo libro, forse è meglio a fare una fotocopia. E' strano che in Italia stampino molti libri di Dontsova, Marinina, Akunin e degli altri autori cattivi, e non rinovano la letteratura classica. Gribojedov è il classico dei classici della letteratura russa, anche se scrisse solo una commedia. Che peccato!
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Hai ragione, è strano, Anzi, è molto strano, se si pensa che questo libro è uscito in almeno quattro edizioni diverse, ed ora non è possibile trovarne una sola copia di una qualunque edizione.
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Vorrei riprendere questo post per dare un po' più di luce a questo personaggio tanto colto, geniale e poliedrico quanto poco conosciuto in Italia. Ho cercato a lungo la sua piece teatrale più famosa, ed anche l'unica sopravvissuta ai giorni nostri, "Gore ot umà", tradotto in Italia come "L'ingegno che guaio!", "Che disgrazia l'ingegno", "L'ingegno porta guai" e "La disgrazia di essere intelligente". Dopo lunghe ricerche sono riuscito a trovarla e a leggerla, e posso dire che sono rimasto molto colpito sia dall'opera che dal suo autore, Aleksandr Gribojedov.
La sua breve e intensa vita è estremamente interessante e una fonte di continua meraviglia..
Nato a Mosca tra il 1791 e il 1795 - la data esatta non è possibile stabilirla in quanto i registri dello stato civile andarono distrutti durante l'incendio della città - in una tra le famiglie più colte ed evolute dell'epoca, a 16 anni si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Mosca, dove frequentò anche le lezioni di diverse altre facoltà, formandosi in questo modo quella enorme cultura che lo rese ben presto famoso, e che gli valse la definizione di Pushkin di "uno degli uomini più colti del suo tempo". Conosceva alla perfezione l'italiano, l'inglese, il tedesco, il francese, l'arabo, il persiano e il latino, oltre ovviamente al russo!
Era anche un musicista di talento, come diceva di lui la sorella, una pianista molto conosciuta. Si racconta che una volta entrò in una chiesa cattolica e si mise a suonare in modo sublime l'organo; da principio inni sacri, ma poi, al'improvviso, una sfrenata danza popolare russa, la "Komarinskaja". Un'altra volta entrò in una sala da ballo a cavallo, provocando lo scompiglio generale tra le coppie. Era molto giovane, poco più di vent'anni quando compiva tutte queste imprese. Ma presto mise "la testa a posto" e si dedicò ad un'altra delle sue passioni, il teatro, scrivendo alcune commedie che però non lasciarono nessuna traccia. Fu quindi nominato segretario di ambasciata a Teheran, e nel 1918 si trasferì in quella città. E' in quel periodo di ozio e di noia che concepì l'idea della commedia "Gore ot umà". La censura proibì la pubblicazione della sua commedia, ma il copione, passando di mano in mano, fu copiato e replicato in una catena ininterrotta di copie, producendo qualcosa come quarantamila esemplari manoscritti! La sua fu una fine prematura, assurda e ingloriosa.
Nel 1829, tornò in Persia per dirimere la questione della restituzione delle Georgiane e delle Armene fatte prigioniere e messe negli harem dai Persiani nella guerra conclusasi. Gribojedov era determinato a ridare la libertà a tutte quelle donne, ma queli che le possedevano le avevano pagate care, e vedendosele portare via si eccitavano sempre di più, finché il popolo fu aizzato, utilizzando pretesti religiosi, e una folla di fanatici si riversò sull'ambasciata russa, dove i cosacchi che la difendevano furono sommersi dalla folla, che subito dopo si gettò sul Gribojedov e lo fece letteralmente a pezzi, riducendolo in tal modo che fu possibile riconoscere il suo corpo soltanto da un difetto al mignolo della mano destra, causato da un duello. Una triste ed iniqua fine.
Ma veniamo alla sua commedia. Intanto "Gore ot umà" è scritta in versi, con dialoghi brillanti e pieni di aforismi ed espressioni che entrarono nel linguaggio comune russo, sopravvivendo fino ai giorni nostri.
Purtroppo nella traduzione la bellezza e l'eleganza del linguaggio si perdono e non è possibile apprezzare la padronanza e l'eleganza del linguaggio. "Gore ot umà" è in sostanza un lavoro autobiografico; il protagonista, Ciatskij, è un giovane che, per la sfortuna di possedere un singolare ingegno ed anche il coraggio di dire ciò che pensa, va incontro a un mare di guai e di delusioni. Ciatskij è l'alter ego di Gribojedov, il suo portavoce, attraverso il quale si sfoga a dissacrare e mettere a nudo uomini e cose di quella buona società che sotto un'apparenza di rispettabilità, sono in realtà corrotti, pieni di difetti, vizi e preconcetti. La commedia è molto corta e consiglierei a tutti di leggerla, se solo fosse di facile reperibilità. Non capisco perché non la ristampano.
La sua breve e intensa vita è estremamente interessante e una fonte di continua meraviglia..
Nato a Mosca tra il 1791 e il 1795 - la data esatta non è possibile stabilirla in quanto i registri dello stato civile andarono distrutti durante l'incendio della città - in una tra le famiglie più colte ed evolute dell'epoca, a 16 anni si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Mosca, dove frequentò anche le lezioni di diverse altre facoltà, formandosi in questo modo quella enorme cultura che lo rese ben presto famoso, e che gli valse la definizione di Pushkin di "uno degli uomini più colti del suo tempo". Conosceva alla perfezione l'italiano, l'inglese, il tedesco, il francese, l'arabo, il persiano e il latino, oltre ovviamente al russo!
Era anche un musicista di talento, come diceva di lui la sorella, una pianista molto conosciuta. Si racconta che una volta entrò in una chiesa cattolica e si mise a suonare in modo sublime l'organo; da principio inni sacri, ma poi, al'improvviso, una sfrenata danza popolare russa, la "Komarinskaja". Un'altra volta entrò in una sala da ballo a cavallo, provocando lo scompiglio generale tra le coppie. Era molto giovane, poco più di vent'anni quando compiva tutte queste imprese. Ma presto mise "la testa a posto" e si dedicò ad un'altra delle sue passioni, il teatro, scrivendo alcune commedie che però non lasciarono nessuna traccia. Fu quindi nominato segretario di ambasciata a Teheran, e nel 1918 si trasferì in quella città. E' in quel periodo di ozio e di noia che concepì l'idea della commedia "Gore ot umà". La censura proibì la pubblicazione della sua commedia, ma il copione, passando di mano in mano, fu copiato e replicato in una catena ininterrotta di copie, producendo qualcosa come quarantamila esemplari manoscritti! La sua fu una fine prematura, assurda e ingloriosa.
Nel 1829, tornò in Persia per dirimere la questione della restituzione delle Georgiane e delle Armene fatte prigioniere e messe negli harem dai Persiani nella guerra conclusasi. Gribojedov era determinato a ridare la libertà a tutte quelle donne, ma queli che le possedevano le avevano pagate care, e vedendosele portare via si eccitavano sempre di più, finché il popolo fu aizzato, utilizzando pretesti religiosi, e una folla di fanatici si riversò sull'ambasciata russa, dove i cosacchi che la difendevano furono sommersi dalla folla, che subito dopo si gettò sul Gribojedov e lo fece letteralmente a pezzi, riducendolo in tal modo che fu possibile riconoscere il suo corpo soltanto da un difetto al mignolo della mano destra, causato da un duello. Una triste ed iniqua fine.
Ma veniamo alla sua commedia. Intanto "Gore ot umà" è scritta in versi, con dialoghi brillanti e pieni di aforismi ed espressioni che entrarono nel linguaggio comune russo, sopravvivendo fino ai giorni nostri.
Purtroppo nella traduzione la bellezza e l'eleganza del linguaggio si perdono e non è possibile apprezzare la padronanza e l'eleganza del linguaggio. "Gore ot umà" è in sostanza un lavoro autobiografico; il protagonista, Ciatskij, è un giovane che, per la sfortuna di possedere un singolare ingegno ed anche il coraggio di dire ciò che pensa, va incontro a un mare di guai e di delusioni. Ciatskij è l'alter ego di Gribojedov, il suo portavoce, attraverso il quale si sfoga a dissacrare e mettere a nudo uomini e cose di quella buona società che sotto un'apparenza di rispettabilità, sono in realtà corrotti, pieni di difetti, vizi e preconcetti. La commedia è molto corta e consiglierei a tutti di leggerla, se solo fosse di facile reperibilità. Non capisco perché non la ristampano.
Oggetto: «CHE DISGRAZIA L'IGEGNO» DI ALEKSANDR GRIBOJEDOV
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«Che disgrazia l'ingegno!» («Горе от ума») di Aleksandr Gribojedov (1795-1829 Александр Грибоедов).
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