Oggetto: «OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ»
«OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ» «В ПАМЯТЬ АНДРЕЯ ТАРКОВСКОГО»

Ho visto "Stalker" di Tarkovsky.
Consiglio a tutti di vederlo, con calma, è un film impegnativo, non dovete fare niente altro..... non parlare al telefono, non cuocersi le uova, non baciare un'amante, non mettere in ordine la stanza: non dovete fare niente..... dovete stare fissi davanti al film e fare attenzione a tutte le parole. Non è concessa nessuna distrazione!
TRAMA (da fonte internet): Un metorite caduto sulla terra ha prodotto strani fenomeni in una zona, prontamente protetta e recintata dall'esercito. Per entrarci esistono però delle guide clandestine, chiamate "Stalker", capaci di condurre chiunque lo richieda fino alla "camera dei desideri". Uno scrittore, uno scienziato e uno stalker partono verso la misteriosa zona. Ne torneranno profondamente cambiati.

 
Oggetto: «OMAGGIO AD ANDREJ TARKOVSKIJ»
Grande film, ma non facile, come tutti i film di Andrej Tarkovskij.
Stalker affronta il problema dell'uomo posto davanti al suo limite, rappresentato qui dalla Zona, dove nessuno dovrebbe andare. Ed in questo viaggio nella zona i protagonisti procedono con il loro bagaglio di conoscenze e di concetti filosofici e psicologici, e in loro il dubbio va sempre più crescendo fino alla fine, al punto che nessuno di loro entrerà nella Stanza, scegliendo di non scegliere.
E' un film che non da risposte, ma lascia ad ognuno trovare le sue risposte nei dubbi che solleva e che lascia deliberatamente e inevitabilmente irrisolti.
Tarkovskij si è ispirato ad un romanzo di fantascienza dei fratelli Strugackij, del 1972: "Picnic sul ciglio della strada". Il romanzo si svolgeva in un tempo di otto anni, dal tredicesimo al ventunesimo anno dopo la venuta di extraterrestri sulla Terra, che avevano abbandonato al centro di un prato una sfera dorata chiamata "la macchina dei desideri", intorno alla quale era nata la leggenda di un potere misterioso in grado di esaudire i desideri più intimi di ciascuno.
In realtà Tarkovskij con Stalker rielabora l'ultimo capitolo del libro, riducendo l'azione ad una sola giornata.
I dialoghi in questo film sono tutto, essi incarnano tre differenti concezioni e atteggiamenti verso la realtà.


 
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Ho trovto questo film in DVD, avevo sentito parlare di questo regista ma non avevo visto alcun film,
che mi sapete dire sulla sua arte di regista???

 
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L'infanzia di Ivan
Titolo originale: Ivanovo detstvo
Paese: URSS
Anno: 1962
Durata: 95'
Colore: B/N
Audio: sonoro
Genere: drammatico
Regia: Andrej Tarkovskij
Soggetto: Vladimir Bogomolov
Sceneggiatura: Vladimir Bogomolov
Fotografia: Vadim Yusov

Interpreti e personaggi

Nikolai Burlyayev : Ivan
Valentin Zubkov : Capt. Kholin
Yevgeni Zharikov : Lt. Galtsev
Stepan Krylov : Cpl. Katasonov
Nikolai Grinko : Lt. Col. Gryaznov
Dmitri Milyutenko : Old Man
Valentina Malyavina : Masha
Irma Raush : Ivan's Mother
Andrei Konchalovsky : Soldier

Montaggio: Lyudmila Feiginova
Musiche: Vyacheslav Ovchinnikov
Scenografia: Yevgeni Chernyayev, Ye. Chernyayaev
Premi: Leone d'Oro al miglior film al Festival di Venezia

 
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Premetto che non conosco questo film, ma sull'arte di Tarkovskij in generale ti posso dire che non lo si può guardare cosí quando si ha voglia: è un'estetica molto particolare. Innanzitutto l'andatura nei suoi film è lentissima, soprattutto per la gente abituata ai blockbuster hollywoodiani. C'è pochissima musica, che però viene usata molto a proposito (mi viene in mente la musica trascendentale di Bach). Lo si deve guardare preparati all'incredibile calma dei suoi film e lasciarsi penetrare dalle immaggini, dai colori, dai (pochi) eventi. Posso definire il suo tema preferito come "ricerca del senso della vita".
Questo film che tu vuoi guardare è il primo lungometraggio di Tarkovskij e mi pare che l'estetica dell'autore non sia ancora maturata. Il tema è l'infanzia mutilata dagli eventi bellici.

 
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Mi sembra che avevamo parlato di Tarkovskij, se non sbaglio.

E' un regista molto importante, non solo per la Russia ma per l'Arte cinematografica mondiale. Sono legato a lui principalmente per 2 film: Andrej Rublëv e Nostalghia. Quest'ultimo film non è stato molto apprezzato ma non sono d'accordo. Mi piace la sua concezione estetica, il suo modo di girare con la telecamera (memorabile la macchina che nasce dal nulla dietro le colline toscane), amo il suo indugiare sugli oggetti e il senso del tragico e dello spirituale quando usa le luci ( le acque di Bagno Vignoni, la Cripta della Chiesa, Bagno vignoni alto, San Galgano....tutti momenti intensi con un ricercatissimo uso della luce) Secondo me è un'opera geniale.

 
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Sí, ne parlammo...
Nostalghia, se non confondo questa pellicola con "Lo specchio", mi pare io ce l'abbia (ma non l'ho mai visto completo). "Andrej Rublëv" lo vidi una volta e mi parve sublime, "Lo stalker" come pellicola è abbastanza difficile, "Solaris" è forse la piú accessibile.

 
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....e poi senza Andrej Arsenevic Tarkovskij non sarebbe mai esistito Aleksandr Nikolayevič Sokurov.....ma questo è un bene? :twisted: ( mamma mia come sono cattivo!!!) :mrgreen:

 
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Argonauta ha scritto: [Visualizza Messaggio]
....e poi senza Andrej Arsenevic Tarkovskij non sarebbe mai esistito Aleksandr Nikolayevič Sokurov.....ma questo è un bene? :twisted: ( mamma mia come sono cattivo!!!) :mrgreen:

:shock: :shock: addirittura???

 
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Angelo di fuoco ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Premetto che non conosco questo film, ma sull'arte di Tarkovskij in generale ti posso dire che non lo si può guardare cosí quando si ha voglia: è un'estetica molto particolare. Innanzitutto l'andatura nei suoi film è lentissima, soprattutto per la gente abituata ai blockbuster hollywoodiani. C'è pochissima musica, che però viene usata molto a proposito (mi viene in mente la musica trascendentale di Bach). Lo si deve guardare preparati all'incredibile calma dei suoi film e lasciarsi penetrare dalle immaggini, dai colori, dai (pochi) eventi. Posso definire il suo tema preferito come "ricerca del senso della vita".
Questo film che tu vuoi guardare è il primo lungometraggio di Tarkovskij e mi pare che l'estetica dell'autore non sia ancora maturata. Il tema è l'infanzia mutilata dagli eventi bellici.

immaginavo una cosa simile, :cry:

 
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Beowulf ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Argonauta ha scritto: [Visualizza Messaggio]
....e poi senza Andrej Arsenevic Tarkovskij non sarebbe mai esistito Aleksandr Nikolayevič Sokurov.....ma questo è un bene? :twisted: ( mamma mia come sono cattivo!!!) :mrgreen:

:shock: :shock: addirittura???

Addirittura!
Ma non so se sia un bene o un male. Il suo "Sole" mi piacque, anche se ci volle pazienza.

Beowulf ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Angelo di fuoco ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Premetto che non conosco questo film, ma sull'arte di Tarkovskij in generale ti posso dire che non lo si può guardare cosí quando si ha voglia: è un'estetica molto particolare. Innanzitutto l'andatura nei suoi film è lentissima, soprattutto per la gente abituata ai blockbuster hollywoodiani. C'è pochissima musica, che però viene usata molto a proposito (mi viene in mente la musica trascendentale di Bach). Lo si deve guardare preparati all'incredibile calma dei suoi film e lasciarsi penetrare dalle immaggini, dai colori, dai (pochi) eventi. Posso definire il suo tema preferito come "ricerca del senso della vita".
Questo film che tu vuoi guardare è il primo lungometraggio di Tarkovskij e mi pare che l'estetica dell'autore non sia ancora maturata. Il tema è l'infanzia mutilata dagli eventi bellici.

immaginavo una cosa simile, :cry:

Non piangere, ma tenta di dimenticare ciò che t'abbiamo scritto nel riguardo e guardalo senza pregiudizî... forse ti sorprenderà. Anche se i film di Tarkovskij non si possono guardare sovente, è necessario averli visti una volta almeno.

 
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Tarkovskij è di sicuro un grande regista, ma è altrettanto certo che il suo linguaggio cinematografico non è né familiare né di facile approccio.
I suoi film sono caratterizzati da un ricercato uso della luce, dell’acqua e dei colori, e dal sacrificio degli elementi e delle connessioni narrative proprie del racconto, a vantaggio di momenti e collegamenti poetici inseriti per evocare negli spettatori delle associazioni libere, svincolate dalla storia stessa .
L’infanzia di Ivan fu girato da Andrei Tarkovskij quando aveva solo 28 anni, e vinse il Leone d’oro a Venezia nel 1962, suscitando reazioni contrarie nel pubblico e nella critica dell’epoca. Ed è comprensibile: per la prima volta un film di guerra, o sulla guerra, praticamente senza scene di guerra; l’attenzione concentrata sulle pause tra un evento e l’altro, sulle visioni oniriche. Alla fine perfino il tema stesso dell’infanzia stuprata, è presentato senza voler suscitare compassione. Il finale tragico è in realtà una inevitabile ed ovvia conclusione, perché la guerra, la storia, sono tragiche, e il bambino non può non morire.
Una curiosità: “L’infanzia di Ivan” non è nato su un’idea originale di Tarkovskij. Il film gli fu commissionato dalla Mosfilm già in avanzato stato della sua realizzazione, a causa dello scontento del produttore dei risultati fino a quel momento ottenuti dal precedente regista .
Tarkovskij riscrisse la interamente sceneggiatura, buttando tutto il materiale già girato, e ricominciò le riprese da zero.

 
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Concordo che tutti i film di Tarkovskij (incluso uno dei suoi primi capolavori “L'infanzia Di Ivan”) siano da vedere!
A proposito sabato scorso RAI 3 ha trasmesso per tutta la notte i film di Andrei Tarkovskij “Stalker” e “Solaris” insieme al film di Alexandr Sokurov “I giorni dell'eclisse” in russo con sottotitoli in italiano - il fatto che mi ha stupito davvero più di tanto! :up:

 
Profilo  
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E' vero, lo hai visto nel programma "Fuori Orario" di Ghezzi. Ogni tanto io lo guardo, la notte non dormo mai.

 
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Ma quando dormi, di sera?

 

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