Oggetto: «NOMI, PATRONIMICI E DIMINUTIVI NELLA RUSSIA DI IERI E OGGI»
«NOMI, PATRONIMICI E DIMINUTIVI NELLA RUSSIA DI IERI E OGGI»
Una delle difficoltà principali che gli italiani si trovano ad affrontare nella lingua russa è costituita dalla ricchezza e dalla varietà dei nomi, dei diminutivi, dei vezzeggiativi, dei titoli di cortesia e degli appellativi in essa presenti e usati. In uno dei libri che ho di Tolstoj tradotti in italiano avevo trovato un'ottima introduzione che dedicava a questo argomento un utile capitolo molto esplicativo.
Questa dettagliata spiegazione è però riferita all'uso dei nomi e dei titoli nella Russia di Tolstoj, cioè dell'800. Sarebbe interessante se qualcuno dei nostri amici russi ci attualizzasse questa spiegazione, descrivendocene l'uso moderno nella Russia di oggi. Nomi, patronimici e diminutivi. Questo è certamente il maggior intralcio che i lettori occidentali incontrano nei romanzi russi - e in particolar modo in Tolstoj, che non solo attinge i suoi personaggi da tutti gli ambienti sociali (e ciascun ambiente ha un suo repertorio di appellativi e di forme di cortesia) ma designa egli stesso i suoi personaggi, per lo più, con le forme con le quali si sarebbe rivolto loro in una conversazione, o con le quali avrebbe parlato di loro conversando con gente di questo e quell'ambiente sociale, a seconda dei casi. Il repertorio completo di queste forme è il seguente: nome di battesimo; nome e patronimico; patronimico soltanto; diminutivi; cognome; nome, patronimico e cognome; titoli; e infine, forma assai rara, nome e cognome.
- il nome di battesimo è una forma che nei ceti alti denota un legame d'amicizia particolarmente profondo e duraturo, o uno stretto legame di parentela, ed è usata quasi esclusivamente tra persone dello stesso sesso (più tra i maschi che non tra le donne). Per intenderci: ben pochi, tra i conoscenti di Tolstoj, lo chiamarono mai Lev. Non lo chiamava così Chertkòv, non lo chiamava così Turgenev, e neppure Fet (la cui profonda amicizia con Tolstoj era troppo permeata d'un senso di rispetto perché egli si permettesse questa confidenza). Tra quelli che, conversando con lui, avrebbero potuto chiamarlo Lev, può bensì esservi stato Urusov, suo ex-commilitone, e suo amico all'epoca di Guerra e pace. Nei ceti inferiori l'uso del nome di battesimo era invece più frequente, in genere tra maschi della stessa età - o tra persone che parlavano d'un uomo adulto noto a entrambi. Era frequente altresì che una persona appartenente a un ceto alto si rivolgesse con il nome di battesimo a un suo muzhik.
- il nome e patronimico è la forma più consueta in tutti i ceti. Le sfumature che essa può denotare sono assai varie: dal rispetto, alla cordialità, a una relativa confidenza, a un misurato distacco, ecc, fino all'assoluta assenza di affetti. Chertkòv, Fet, Turgenev (anche durante le liti) dicevano Lev Nikolàevich nel rivolgersi a Toltoj e nel parlare di lui tra comuni amici. I servi domestici (non le serve) potevano rivolgersi a Tolstoj chiamandolo Lev Nikolàevich. Qualche conoscente in rapporti particolarmente cordiali con Tolstoj poteva contrarre il patronimico (il che corrispondeva a una maggior confidenza), e dire Lev Nikolàich. La contrazione del patronimico era invece piuttosto frequente tra persone di ceti inferiori.
- il patronimico da solo, contratto o no, era usato quasi esclusivamente tra persone di ceti inferiori (a denotare una gamma di sfumature di poco inferiore a quella del nome e patronimico), o da persone di ceti superiori quando volevano imitare, per ironia o sarcasmo o in cerca di confidenza, la parlata dei loro sottoposti. Penso che nessuno si sia mai rivolto a Tolstoj dicendogli Nikolàich, o a sua moglie dicendo Andrèevna. Tolstoj invece si rivolse di certo, talvolta, ai suoi contadini chiamandoli Avdèich (figlio di Avdèj), o Nikanorych (figlio di Nikanòr).
- i diminutivi e vezzeggiativi erano d'uso più frequente tra i familiari e tra amici di data ancor più lunga di quelli che si rivolgono l'uno all'altro con il nome di battesimo. Così, in Padre Sergij, Praskov'ja, quando rivede dopo diverse decine d'anni Kasatskij-Sergij, gli si rivolge chiamandolo Stiva (diminutivo di Stepàn). I fratelli di Tolstoj gli sirivolgevano usando la forma Leva, o Levushka; la moglie lo chiamava Levushka, e Tolstoj chiamava la moglie Sonja, o Sònechka (ma parlava di lei dicendo Sof'ja Andrèevna, quando non diceva semplicemente: lei). Nei ceti inferiori, il diminutivo è più usato: non soltanto gli amici e i parenti, ma anche i bambini del vicinato possono parlare di qualche adulto o rivolgerglisi dicendo zio Michashka, o zia Masha ("zio" e "zia", in russo djadja e tёtja, possono essere usati indipendentemente dal grado di parentela) ecc. Una persona dei ceti alti può usare il diminutivo per rivolgersi a un servo o comunque a un sottoposto, solo se nutre per lui particolare affetto, o se è un servo molto giovane. Diminutivi e vezzeggiativi sono inoltre comunemente usati per rivolgersi ai bambini, o per parlare di loro - salvo quando chi parla è d'un ceto inferiore e il bambino è il figlio del barin: allora chi parla dirà barchùk (padroncino; è il diminutivo di barin). Si possono infine far rientrare tra i vezzeggiativi anche le forme francesi o inglesi dei nomi di battesimo, usate esclusivamente dall'alta società: così, per esempio, Mary invece di Marija, in Padre Sergij; Kitty, Dolly ecc. in Anna Karenina; Pierre in Guerra e pace. (Le lingue di questi diminutivi era sempre inglese e francese, mai il tedesco - se non quando si parlava di tedeschi.)
- l'uso del cognome era piuttosto raro: lo si riscontrava nelle scuole superiori, nell'esercito (specie quando era un superiore che si rivolgeva a un subordinato o ne parlava), tra compagni di partito. Sш usava il cognome anche parlando di personalità eminenti: per esempio, il tipografo di Guerra e pace poteva dire "somani arriva Tolstoj"; un critico poteva dire al redattore capo: "scriverò un perzzo sull'ultimo racconto di Tolstoj"; i lettori dicevano "Tolstoj".
- Nome, patronimico e cognome - preceduti eventualmente dal titolo - erano l'identità al completo. Li si usava soltanto in occasioni ufficiali (presentazioni, atti burocratici, ecc.). Li si usava anche sui frontespizi dei libri: per esempio, "Opere di Fёdor Michàjlovich Dostoevskij"; "Opere del conte Lev Nikoàevich Tolstoj".
- Titoli, e titoli di reverenza. Gospodìn, cioè "signore", in russo aveva una valenza per lo più sdegnosa: sottolineava più che altro il fatto che la persona alla quale così ci sirivolgeva non avesse altri titoli più illustri da vantare. Questi titoli comprendevano, oltre ai gradi di nobiltà (conte, barone, principe) e ai più alti gradi militari, anche i Chiny, ovvero le cosiddette "classi" (o "gradi") della gerarchia civile, introdotte nell'amministrazione russa da Pietro il Grande nel 1722, a imitazione dei gradi della gerachia militare. Le classi erano 14, e le prime cinque (dall'alto, Cancelliere, Consigliere segreto effettivo, Consigliere segreto, Consigliere di Stato effettivo, Consigliere di Stato - corrispondenti ai quattro gradi del generalato russo e al grado di brigadìr, immediatamente superiore a quello di colonnello) erano titoli illustri. Questi titoli venivano preposti al cognome - o al nome, patronimico e cognome - quando si parlava del titolato, o quando lo si presentava. All'atto di rivolgerglisi (qualora, s'intende, non si fosse in rapporti di amicizia o buona conoscenza) le cose si complicavano: bisognava ricorrere a ben precisi titoli di reverenza, tutti dalla pronuncia laboriosa - precisamente vashe Vysokoprevoschodìtel'stvo, "vostra alta eccellenza", per la prima e la seconda classe (e i corrispondenti gradi militari); vashe Prevoschodìtel'stvo, "vostra eccellenza", per la terza e la quarta classe (e corrispondenti gradi militari); vashe Vysokorodie, "vostra illustre nobiiltà" (letteralmente: "vostra alta-discendenza"), per la quinta classe (e grado militare corrispondente); vashe Vysokoblagorodie "vostra alta nobiltà" valeva per la sesta settima e ottava classe e per tutti gli ufficiali di stato maggiore. Vashe Blagorodie, "vostra nobiltà", era l'appellativo usato per ogni aristocratico, indifferentemente, e per gli ufficiali dal grado di capitano in giù. Infine, Vashe Sijatel'stvo ("vostro splendore") era il titolo comunemente usato per rivolgersi a conti e principi - titolo nobiliare, quest'ultimo, che non implicava, in Russia, un rapporto di parentela con la casa regnante. Titolo di reverenza generico, e pieno di rispetto, usato generalmente dagli umili nel rivolgersi ai superiori, era l'antico sudar' - un equivalente di barin. Sudar' e soprattutto il femminile sudàrynja potevano tuttavia venir usati anche da gente d'eguale lignaggio, a significare o particolare rispetto o un ironico dispregio.
- nome e cognome veniva usato, ma raramente, o per indicare un muzhik, o per parlare di qualcuno di cui si sapeva poco, o viceversa per parlare di una persona molto famosa, con una sfumatura di solennità.

 
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Uvazhaemyi Gospodin Knjaz! Esli Vy pozvoljaites'...
Aggiungerei qualcosa poco importante, ma magari più curiosa.
1. Nel mondo slavo il nome proprio (quello che sia, di battesimo o cognome) è un tratto personale molto riservato che si lascia conoscere solo a pochi intimi. Al primo approccio infatti il contadino russo lo si conosce meglio col suo nomignolo o soprannome. Il ragionamento era (e in parte rimane ancor oggi nel subcosciente culturale): Se tu sei un mago puoi agire contro di me, ma solo se sai il mio vero nome! Questo è un atteggiamento così radicato che persino al telefono i vecchi o i russi di estrazione sociale più bassa quando si sbaglia numero viene subito detto: Non è qui! (Vy ne tudà popali) e si tronca la conversazione! Mi è capitato quanto segue: Arrivo a Sorocì un paesetto a sud di Minsk per recarmi a casa dei miei suoceri con un tassì. Siccome la casa dei suoceri era un po' fuori della cittadina di Ljuban', io, non conocsendo la strada e dovendola indicare al tassista, ho chiesto a qualche passante. Riconosciuto come straniero quando ho chiesto della famiglia (A vy ne podskazhete gde etc. etc.?) mi hanno detto sempre che nessuno l'aveva mai sentita. Alla fine la mia memoria fotografica mi ha aiutato e la stradina che portava alla casa l'ho trovato da solo. Raccontato tutto ciò a mia moglie e mio suocero, mi è stato subito detto che dovevo chiedere di Polskii ossia il nomignolo di mio suocero reduce dalla guerra in Polonia. In breve benchè tutti lo conoscessero bene in quanto era stato segretario cittadino del KPSS per sviare "me" mi si rispondeva di non conoscerlo. Se avessi detto il nomignolo, allora la gente avrebbe capito che era "in fiducia" presso di lui e mi avrebbero aiutato! Un'amica antropologa mi ha dato l'interpretazione che io vio ho dato prima, ma può anche darsi che tale atteggiamento risalisse alla pratica della delazione.
2.

 
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E.Zùbova, T.Titkòva, O.Sceglòva
Е.Зубова, Т.Титкова, О.Щеглова
«IL SEGRETO DEL VOSTRO NOME, COGNOME, PATRONIMICO»
«ТАЙНА ВАШЕГО ИМЕНИ, ФАМИЛИИ, ОТЧЕСТВА»
Casa Editrice «ProfiKS» Mosca 2006 (Pagine 672)
Издательство «ПрофиКС» Москва 2006

Имя, фамилия и отчество являются неотъемлемой частью жизни каждого из нас. Книга, которую мы предлагаем читателю, содержит информацию о том, как влияет то или иное имя, отчество, фамилия на характер человека, его судьбу. Мы совершаем экскурс в далекое прошлое: говорим о происхождении имен и фамилий. Также вниманию читателя предлагается обзор популярных теорий о значении имен, фамилий и отчеств как современных, так и довольно древних. Книга написана живым, доступным языком. Будет интересна широкой читательской аудитории.



Ultima modifica di Zarevich il 22 Dic 2017 07:47, modificato 3 volte in totale
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Ma oggi si usa ancora chiamare per nome e patronimico?
Mi spiego meglio: sono stata a pietroburgo per una vacanza studio. l'università si è occupata di trovarci la sistemazione in famiglia. io vivevo in casa con una signora che per prima cosa mi ha detto che dovevo rivolgermi a lei con nome e patronimico perché io sono più giovane e devo portarle rispetto. raccontando la cosa ad un amico russo, questo si è messo a ridere, dicendo che era molto strano. stessa reazione anche da parte di un'amica della signora (per altro sua coetanea, anno più anno meno). mi viene presentata dalla mia padrona di casa che di nuovo mi dice di dover usare il patronimico. l'amica si mette a ridere e mi dice che non è proprio il caso e cose così, ma subito viene interrotta dalla mia ospite che con tono deciso mi dice che non devo nemmeno pensarci, che sarei una maleducata,ecc.
quindi, come funziona in generale? voglio dire, era la signora un po', come dire, "fissata" e decisa a mantenere una tradizione ormai quasi persa oppure, che so, è una questione generazionale?

 
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Questa cosa te la spiegherà benissimo qualunque dei nostri amici russi, Zarevich in primis.
Ma ti assicuro che la signora tua padrona di casa aveva ragione, e a tutt'oggi l'uso di nome e patronimico è la forma più normale e usata quando non si sia in rapporti intimi, tra amici. Certo che i ragazzi giovani proabilmente non si rivolgono tra di loro in questo modo, ma per il resto dei rapporti, è così.

 
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In genere:
- adulti che non conoscono i nomi l'uno dell'altro danno del Voi (per esempio, se alla fermata del tram chiedi che ora sia, oppure al supermercato). Per la strada comunque potresti incontrare anche forme meno cortesi ma ciononostante frequenti come девушка (rivolto ad una giovane donna come te), женщина (ad una donna non piú ragazza), молодой человек (giovane uomo), мужчина (ad un uomo non proprio giovane) oppure un semplicissimo (e, a mio avviso volgarissimo) "Эй, вы/ты!". Un caso particolare: al tassista sovente gli si da del tu e si dice "chef" o "начальник" (che è la stessa cosa).
- Tra persone non legate da intimità alcuna normalmente viene usato il nome col patronimico (ad esempio: sarebbe normale col tuo dottore o in genere con funzionarî burocratici),
- i bambini in scuola devono assolutamente rivolgersi ai professori con nome e patronimico,
- è la forma normale tra professori universitarî e studenti, perlopiú anche tra i professori stessi (ma, naturalmente, non tra i studenti),
- si suole rivolgersi a persone d'età chiaramente maggiore usando il nome e patronimico, e non sognarti neanche di dar loro del tu finché non te lo propongano (ma allora usalo tranquillamente!). Esiste anche una forma intermedia piú intima, ma tuttavia rispettuosa: il nome abbinato col "Voi". È possibile combinare queste forme: per esempio, il piú giovane usa il nome col patronimico, mentre il maggiore gli da del Voi, ma usa soltanto il nome.
- Loro, al contrario, possono darti tranquillamente del tu. Per esempio, sarebbe normale che una donna di sessant'anni desse del tu ad una donna quarantenne e la chiamasse доча o дочка, cioè "figlia" (o, nel tuo caso, внучка - "nipotina", perché sei ancora piú giovane), non essendo necessariamente apparentata con lei.
- gli amici dei tuo genitori li chiami normalmente zio Caio o zia Sempronia, se si usi il tu od il voi dipende dal caso.
- persone defunte che sono universalmente conosciute e riverite possono essere chiamate con nome e patronimico: dici Anton Pavlovič e si capisce che parli di Čechov.

Sopra ho descritto la norma, ma devo osservare che, specialmente tra i giovani (per esempio, in aziende dove tutti sono giovani - meno di 35 anni, direi), si sta facendo strada la forma anglosassone : il "tu" ed il nome proprio. Perciò non mi meraviglio troppo (si badi alla parola "troppo"!) che il tuo amico (coetaneo tuo e mio, quindi giovane) si sia messo a ridere. Meno normale trovo invece il comportamento dell'amica della tua padrona di casa, ma comunque, se quell'amica ti diceva che dovevi darle del tu, lo dovevi fare (e continuare a dare del voi con come e patronimico alla padrona di casa). In questo campo complicato molto dipende dall'educazione e dall'¡ndole o disposizione delle persone individuali.

Per chiudere, un caso particolare che ricordo nonostante siano passati molti anni: mia nonna si stupí sentendo me, allora un ragazzino, dare del tu a mio zio suo figlio, mentre mia mamma sua figlia la rassegnò su questo soggetto dicendole che era assolutamente normale.

 
Ospite
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grazie davvero!
inizio ad avere le idee più chiare ora...

 
Ospite
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Ciao a tutti.
Sono nuovo del forum. Da poche settimane sto studiando la lingua russa e devo dire che mi piace molto.
Tra i vari argomenti già trattati la nostra insegnante ci ha parlato della particolare caratteristica della maggiorparte dei nomi russi e appunto che ognuno ha un diminutivo e molto spesso un corrispondente vezzeggiativo.
Mi piacerebbe avere una lista il più possibile esaustiva (in cirillico) dei vari nomi sia maschili che femminili con i corrispondenti diminutivi e vezzeggiativi e se possibile patronimico (anche se i patronimici li ho già trovati).
In rete si trova qualcosa del genere? Oppure c'è qualcuno che ha qualche file magari in PDF o Word o Excel con una lista simile? Ringrazio tutti
Da svidanjia
Daniele :roll:
Email:
:P

 
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Ciao Daniele, e benvenuto nel forum!
Sai, una volta avevo visto una lista del tipo che cerchi tu, sui nomi russi e le loro varianti.
Ora non ricordo dove l'avevo trovata, ma ti prometto che appena me ne ricordo te la segnalerò senz'altro. :up:
Un suggerimento: Ti conviene editare il tuo messaggio e togliere o rendere irriconoscibile il tuo indirizzo email ai programmi di spam, altrimenti tra qualche tempo potresti ritrovarti sommerso da e-mail spam! :wink:

 
Ospite
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Myshkin ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ciao Daniele, e benvenuto nel forum!

Sai, una volta avevo visto una lista del tipo che cerchi tu, sui nomi russi e le loro varianti.
Ora non ricordo dove l'avevo trovata, ma ti prometto che appena me ne ricordo te la segnalerò senz'altro. :up:
Un suggerimento: Ti conviene editare il tuo messaggio e togliere o rendere irriconoscibile il tuo indirizzo email ai programmi di spam, altrimenti tra qualche tempo potresti ritrovarti sommerso da e-mail spam! :wink:

:loveit: Grazie per la risposta...
Ho trovato qualcosa ma sicuramente in modo non esaustivo sul libro "Il Russo per Italiani" di Julia Dobrovolskaja edito dalla Ca Foscarina. Tra l'altro ottimo libro ma è indirizzato a chi studia la lingua a livello universitario.
Al corso noi utiliziamo invece il libro ПОЕХАЛИ ! Русский язык для взрослых di Станислав Чернышов
Lo conosci? E' un libro molto semplice ed efficace. E' proprio adatto ai principianti e affronta gli argomenti grammaticali in una maniera davvero molto intuitiva e non fa assolutamente pesare le difficoltà. E' edito naturalmente da una casa russa e devo pensare che in fatto di didattica i russi... conoscono bene le loro argomentazioni. Comunque è molto importante stare attenti alle lezioni ma è fondamentale poi esercitarsi molto a casa, leggendo, studiando e scrivendo parecchio. Anche semplicemente ricopiando i testi è utilissimo per la memorizzazione corretta della grafia delle parole.
Ciao

 
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No, non conosco quel libro. Quando ho studiato il russo seguivo un altro testo, ma ora non mi ricordo il nome.
La imparare la grammatica è essenziale, ma la pratica forse lo è ancor di più, e solo ascoltando, leggendo, e poi naturalmente parlando e scrivendo in russo, si può arrivare a parlarlo. Io trovo un'ottima cosa vedere i film russi in originale, è un'ottima pratica per la comprensione, anche se da sola ovviamente non basta. In realtà è tutto utile, dalle canzoni alle fiabe, l'importante è praticare ed esercitarsi.
Ci vuole molta passione, ma è una bellissima lingua davvero. :)

 
Ospite
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Myshkin ha scritto: [Visualizza Messaggio]
No, non conosco quel libro. Quando ho studiato il russo seguivo un altro testo, ma ora non mi ricordo il nome.
La imparare la grammatica è essenziale, ma la pratica forse lo è ancor di più, e solo ascoltando, leggendo, e poi naturalmente parlando e scrivendo in russo, si può arrivare a parlarlo.
Io trovo un'ottima cosa vedere i film russi in originale, è un'ottima pratica per la comprensione, anche se da sola ovviamente non basta. In realtà è tutto utile, dalle canzoni alle fiabe, l'importante è praticare ed esercitarsi.
Ci vuole molta passione, ma è una bellissima lingua davvero. :)


Si è vero ciò che affermi :kid: . Ma vale per tutte le lingue che si imparano e non solo per il russo, ovviamente. Anche io qualche volta guardo film in lingua originale in francese che conosco molto bene. Il web poi è un'ottima fonte: a volte ascolto il notiziario in streaming o le web radio o ancora mi leggo gli articoli più importanti dalle testate giornalistiche più famose. Insomma... tutto fa brodo. Persino le fiabe che a me piacciono molto o comunque racconti per bambini o ancora fumetti ecc. :roll:
Chissà mai che un giorno riesca a sfruttare queste opportunità anche per il russo.... mmmmhhhh ho già l'acquolina in bocca. Per ora devo ben rimboccarmi le maniche e cominciare a muovere i primi passi...
Ho visto sul forum il titolo di questo dizionario СЛОВАРЬ РУССКИХ ЛИЧНЫХ ИМЁН... Magari se la reperibilità e il costo non sono eccessivi ci faccio un pensierino.... :nerd:

:loveit:
Un caro saluto
Daniele

 
Oggetto: «VOCABOLARIO DEI NOMI PROPRI RUSSI»
Nikolaj Petròvskij Николай Петровский
«VOCABOLARIO DEI NOMI PROPRI RUSSI»
«СЛОВАРЬ РУССКИХ ЛИЧНЫХ ИМЁН»
Casa Editrice «ACT» Mosca 2006 (Pagine 480)
Издательство «АСТ» Москва 2006

Il vocabolario contiene più di 3000 nomi russi sia antichi che nuovi. Gli articoli del vocabolario includono i nomi diminutivi, patronimici (il nome del padre) e notizie etimologiche. Nel presente vocabolario ci sono anche delle informazioni dal calendario ecclesiastico ortodosso. Il vocabolario contiene due indici: l'indice dei nomi diminutivi e l'indice degli onomastici. In qualità di dati aggiornati c’è inclusa un'appendice che contiene un racconto sui nomi russi scritto da Tatiana Aleksandrova.
Il «VOCABOLARIO DEI NOMI PROPRI RUSSI» è destinato alla vasta cerchia dei lettori russi e stranieri, agli specialisti in filologia russa, ai russisti, agli insegnanti della lingua russa, agli studenti e a tutti quelli che si interessano della lingua russa e la sua cultura e storia.

 

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Descrizione: Nikolaj Petròvskij
«VOCABOLARIO DEI NOMI PROPRI RUSSI»
Casa Editrice «ACT» Mosca 2006 (Pagine 480) 
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Salve a tutti,
sono nuovo del forum ed in relazione ad un libro che sto scrivendo, sono estremamente interessato (oltre che affascinato) dalla cultura russa.
Nello specifico mi piacerebbe approfondire alcuni aspetti del patronimico e dell'uso dei diminutivi.
Ad esempio, utilizzando quale forma si rivolgerebbe un'insegnante della scuola superiore nei confronti degli allievi? E in che forma ammettendo che l'insegnante voglia risaltare verso l'allievo antipatia o particolare distacco? O viceversa simpatia e stima? Credo che in quest'aspetto della cultura russa si nasconda un efficacissimo oltre che affascinante sottolinguagigo di comunicazione...
Grazie a tutti anticipatamente per qualsiasi risposta. :)

 
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le elementari, le madie medie e i le superiori fanno parte di una scuola: secondaria. Esistono anche le scuole di soli sole classi elementari per esempio, ma poche.

Dunque, nella scuola secondaria l'insegnante si rivolge agli alunni dandogli del tu. E usa i cognomi (possono essere esserci 2 o più ragazzi con lo stesso nome)
Alle università si usa la forma di cortesia di solito.

 
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