Anna Politkovskaya è stata uccisa a colpi di arma da fuoco nell'atrio di casa. Da anni si sentiva minacciata per le sue battaglie a favore dei diritti umani.
Giornalista assassinata a Mosca denunciò l'orrore della guerra cecena
MOSCA - Assassinata a Mosca Anna Politkovskaya, giornalista russa famosa in tutto il mondo per i suoi reportage sugli orrori della guerra in Cecenia e gli abusi compiuti dalle truppe federali. La donna è stata trovata morta nell'atrio dell'edificio in cui viveva da una vicina. Sul luogo del delitto, la polizia ha trovato una pistola e quattro bossoli.
Nata nel 1958, la Politkovskaya aveva due figli. Scriveva per il quotidiano dell'opposizione Novaya Gazeta. Nel settembre del 2004, mentre si apprestava a recarsi a Beslan per seguire il sequestro e il massacro degli ostaggi nella scuola numero 1 del capoluogo dell'Ossezia del Nord, era rimasta vittima di un misterioso avvelenamento da lei attribuito ai servizi segreti russi. Alle vicende del conflitto ceceno si era appassionata alla fine degli anni '90, e non solo come cronista: nel dicembre del 1999 fu lei a organizzare, sotto una pioggia di bombe, l'evacuazione dell' ospizio di Grozny, mettendo in salvo 89 anziani.
Dimitri Muratov, direttore del quotidiano Novaia Gazeta, ha dichiarato che l'omicidio "sembra essere una punizione per i suoi articoli". Politkovskaia aveva fra l'altro lavorato a una rigorosa inchiesta sulla corruzione in seno al ministero della Difesa e del contingente russo in Cecenia. Nella sua lunga attività di paladina dei diritti umani nella piccola repubblica caucasica, si era fatta molti nemici, sia fra le forze russe che fra i guerriglieri.
Intervistata spesso anche dagli organi di stampa italiani in qualità di preziosa fonte indipendente sulle vicende dell'ex repubblica sovietica, nel 2004 Anna Politkovskaya era stata insignita con il premio intitolato all'ex premier svedese Olaf Palme in quanto "simbolo della lunga battaglia per i diritti umani in Russia". Nel suo paese aveva vinto il "Penna d'oro", l'equivalente del Pulitzer.
Con l'omicidio della cronista russa sale a 56 il numero dei giornalisti uccisi quest'anno nel mondo. Le ultime due vittime, sempre oggi, erano state due reporter tedeschi uccisi in un'imboscata nel nord dell'Afghanistan. Secondo i dati, diffusi dall'organizzazione Reporters sans frontieres, il 2006 potrebbe rivelarsi più sanguinoso persino dell'anno precedente, quello più tragico per i cronisti di tutto il mondo.
da "La Repubblica" (7 ottobre 2006)
Oggetto: Anna Politkovskaya uccisa
Oggetto:
Non avevo visto il tuo messaggio, ne ho messo uno anch'io nella sezione Politica, credo che più che un fatto di cronaca nera, sia un fatto politico e in generale una pessima notizia per ciò che riguarda la libertà di stampa, la difesa dei diritti umani e la stessa "democrazia" della Russia di Putin.
Oggetto:
Sono perfettamente in accordo con te! L'ho inserito qui perchè è comunque una notizia importante e sconvolgente, ma la discussione più giusta è sicuramente nella sezione politica, hai ragione perfettamente.
Oggetto:
Io non avevo certo in mente, scrivendo il messaggio, di stare lì a criticare la scelta d'averlo messo nella cronaca, volevo solo ribadire quello che hai capito benissimo. Non so se ricordi quando ci fu l'episodio di Beslan, un'intera scuola presa in ostaggio dai terroristi. La Politkovskaja cercò di recarsi sul posto, non ci arrivò mai, scesa all'aeroporto, non ricordo dove, finì direttamente in ospedale per una grave forma di avvelenamento, come lei stessa raccontò in seguito. Un fatto molto strano, raccontò della presenza sull'aereo di persone che secondo lei appartenevano ai servizi segreti, e di ordini "dall'alto" giunti ai medici dell'ospedale in cui fu ricoverata affinché tacessero nelle cartelle cliniche qualunque accenno all'avvelenamento. Io ovviamente non so come allora siano andate realmente le cose, sta di fatto che oggi è stata ammazzata. Mi ricordo che poco dopo il fatto giravo per siti russi, anche forum, veniva schernita, qualcuno l'aveva soprannominata PolitRovskaja ("пол-литра" "pol-litra", in russo "mezzo litro", alludendo molto volgarmente, considerate le circostanze, al fatto che bevesse e si fosse inventata tutto). Non so altri, a me la notizia riempie di rabbia, sulla guerra cecena silenzio pressoché totale, anche da noi, e se qualcuno osa alzare la voce e parlarne, ecco che fine fa. Mi piacerebbe che arrivassero tanti messaggi non di "indignazione" ma di vera e propria "incazzatura", scusate il termine. Il libro della Politkovskaja sulla seconda guerra cecena era scaricabile gratuitamente da internet fino ad un certo tempo fa, non so ora. Per chi sa il russo...
Oggetto:
Sono sconvolto. :(
E' un omicidio già annunciato da tempo! E' un fatto gravissimo! :(
E' un omicidio già annunciato da tempo! E' un fatto gravissimo! :(
Oggetto:
Ma voi avete capito e siete venuto a sapere solo ora chi è putin? L’omicidio di Anja Politkovskaja ci è rimasto di sasso. Ma non solo Politkovskaja parlava della situazione politica in Russia di oggi.
Tu ripeti tutte le storie famose e conosciute da tutti. Penso che non si debba citare delle parole degli scemi sui siti. Anna Politkovskaja parlava sempre apertamente ed era stimata da tutti a cui la verità era necessaria. Il suo libro si può trovare in tutte le librerie e non ne bisogna fare un mistero. Non si deve esagerare.
Tu ripeti tutte le storie famose e conosciute da tutti. Penso che non si debba citare delle parole degli scemi sui siti. Anna Politkovskaja parlava sempre apertamente ed era stimata da tutti a cui la verità era necessaria. Il suo libro si può trovare in tutte le librerie e non ne bisogna fare un mistero. Non si deve esagerare.
Oggetto:
La "mia" risposta la puoi leggere in questo articolo di Илья Мильштейн http://grani.ru/Politics/Russia/p.112529.html
Илья Мильштейн scrive, tra le altre cose:
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"Страна живет фантомами. Верхи и низы видят одинаковые кошмарные сны. Арест каких-то неудачливых бойцов невидимого фронта оборачивается бесконечной фашистской истерикой, в которой бьются все скопом: президент, его обслуга, толпы у зомбоящиков (il televisore). Правозащитник, устраивающий тихий пикет в память жертв Беслана, воспринимается как пособник Басаева, достойный кутузки (la galera). Политик, выступающий против Кремля, – непременно проплаченный ЦРУ (la CIA) агент влияния. Журналист, невосторженно пишущий о Путине и об особенностях наведения порядка в Чечне, несомненно достоин пули."
..............................................................................
Если бы Анна Политковская еще десять лет расследовала "Норд-Ост" и Беслан, это ничем не угрожало бы тем, кто несет солидарную с боевиками ответственность за гибель заложников. Если бы в последнем номере "Новой газеты" вышла ее статья, посвященная Рамзану, это никак не сказалось бы на карьере будущего чеченского президента. Если бы она прожила еще двадцать лет и печатала бы свои честные, талантливые, бесстрашные статьи, это никак не отразилось бы на социуме. Никто никого не пошел бы свергать, читая малотиражную прессу или слушая "Эхо Москвы". Ибо давно прошли те времена, когда статья в газете меняла нашу жизнь. Общество спит, погруженное в шизофренические галлюцинации: про то, как погибла Россия. Но иные просыпаются, чтобы при слове "журналист" схватиться за пистолет.
"По большому счету я не борец. Я просто абсолютный журналист. А задача журналиста – информировать о том, что происходит". Так однажды сказала Анна Политковская, с предельной точностью описав свою жизнь и свою работу. Она информировала: ни больше, ни меньше. В нормальном обществе за это благодарят и награждают. Ее благодарили и награждали – на Западе, где выходили ее книги, и здесь, в узком профессиональном кругу. А за пределами круга – травили и грозили убить. Причем буквально, подсыпая яд в самолете.
............................................................................
Voglio aggiungere questa dichiarazione di Олег Панфилов:
Директор Центра экстремальной журналистики Союза журналистов России Олег Панфилов, в свою очередь, выразил надежду на то, что "после убийства Ани журналисты наконец проснутся, наконец задумаются над тем, что цензура, вранье, все то, что вытворяет власть с журналистами и правдой, больше продолжаться не может".
Ci sono evidentemente valenti giornalisti che hanno una visione diversa dalla tua sulla attuale società russa. Tu scrivi che "Anna Politkovskaja parlava sempre apertamente", dunque, se ho ben capito, la libertà di parlare apertamente c'è, certo poi t'ammazzano e in casa tua, non in una qualche lontana zona di guerra, ma questo sarebbe un particolare secondario? Scrivi anche che la Politkovskaja "era stimata da tutti coloro cui la verità era necessaria", ma mi sembra che in Russia la verità sia necessaria ad una cerchia sempre più ristretta di persone.
Sempre con amicizia,
Roberto
Zarevich ha scritto:Ma voi avete capito e siete venuto a sapere solo ora chi è putin? L’omicidio di Anja Politkovskaja ci è rimasto di sasso. Ma non solo Politkovskaja parlava della situazione politica in Russia di oggi.
Tu ripeti tutte le storie famose e conosciute da tutti. Penso che non si debba citare delle parole degli scemi sui siti. Anna Politkovskaja parlava sempre apertamente ed era stimata da tutti a cui la verità era necessaria. Il suo libro si può trovare in tutte le librerie e non ne bisogna fare un mistero. Non si deve esagerare.
La "mia" risposta la puoi leggere in questo articolo di Илья Мильштейн http://grani.ru/Politics/Russia/p.112529.html
Илья Мильштейн scrive, tra le altre cose:
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"Страна живет фантомами. Верхи и низы видят одинаковые кошмарные сны. Арест каких-то неудачливых бойцов невидимого фронта оборачивается бесконечной фашистской истерикой, в которой бьются все скопом: президент, его обслуга, толпы у зомбоящиков (il televisore). Правозащитник, устраивающий тихий пикет в память жертв Беслана, воспринимается как пособник Басаева, достойный кутузки (la galera). Политик, выступающий против Кремля, – непременно проплаченный ЦРУ (la CIA) агент влияния. Журналист, невосторженно пишущий о Путине и об особенностях наведения порядка в Чечне, несомненно достоин пули."
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Если бы Анна Политковская еще десять лет расследовала "Норд-Ост" и Беслан, это ничем не угрожало бы тем, кто несет солидарную с боевиками ответственность за гибель заложников. Если бы в последнем номере "Новой газеты" вышла ее статья, посвященная Рамзану, это никак не сказалось бы на карьере будущего чеченского президента. Если бы она прожила еще двадцать лет и печатала бы свои честные, талантливые, бесстрашные статьи, это никак не отразилось бы на социуме. Никто никого не пошел бы свергать, читая малотиражную прессу или слушая "Эхо Москвы". Ибо давно прошли те времена, когда статья в газете меняла нашу жизнь. Общество спит, погруженное в шизофренические галлюцинации: про то, как погибла Россия. Но иные просыпаются, чтобы при слове "журналист" схватиться за пистолет.
"По большому счету я не борец. Я просто абсолютный журналист. А задача журналиста – информировать о том, что происходит". Так однажды сказала Анна Политковская, с предельной точностью описав свою жизнь и свою работу. Она информировала: ни больше, ни меньше. В нормальном обществе за это благодарят и награждают. Ее благодарили и награждали – на Западе, где выходили ее книги, и здесь, в узком профессиональном кругу. А за пределами круга – травили и грозили убить. Причем буквально, подсыпая яд в самолете.
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Voglio aggiungere questa dichiarazione di Олег Панфилов:
Директор Центра экстремальной журналистики Союза журналистов России Олег Панфилов, в свою очередь, выразил надежду на то, что "после убийства Ани журналисты наконец проснутся, наконец задумаются над тем, что цензура, вранье, все то, что вытворяет власть с журналистами и правдой, больше продолжаться не может".
Ci sono evidentemente valenti giornalisti che hanno una visione diversa dalla tua sulla attuale società russa. Tu scrivi che "Anna Politkovskaja parlava sempre apertamente", dunque, se ho ben capito, la libertà di parlare apertamente c'è, certo poi t'ammazzano e in casa tua, non in una qualche lontana zona di guerra, ma questo sarebbe un particolare secondario? Scrivi anche che la Politkovskaja "era stimata da tutti coloro cui la verità era necessaria", ma mi sembra che in Russia la verità sia necessaria ad una cerchia sempre più ristretta di persone.
Sempre con amicizia,
Roberto
Oggetto:
Scrivi anche che la Politkovskaja "era stimata da tutti coloro cui la verità era necessaria", ma mi sembra che in Russia la verità sia necessaria ad una cerchia sempre più ristretta di persone.
La verità è necessaria a tutti e non dipende dalla cerchia ristretta o larga. Non si può misurare quelle cerchie. Non dirmi che tu vivi in un paese con la cerchia della verità. Anna Politkovskaja era un tale giornalista che avrebbe potuto dire sempre la verità in qualsiasi regime e qualsiasi "democrazia". Temo che siano pochi giornalisti come lei. Temo che in Italia non ci siano. Anche se in Italia non c'è il regime autoritario come in Russia ma non c'è anche democrazia ideale di cui raccontate. Purtroppo le persone come Anna Politkovskaja sono scomode per ogni autorità.
La verità è necessaria a tutti e non dipende dalla cerchia ristretta o larga. Non si può misurare quelle cerchie. Non dirmi che tu vivi in un paese con la cerchia della verità. Anna Politkovskaja era un tale giornalista che avrebbe potuto dire sempre la verità in qualsiasi regime e qualsiasi "democrazia". Temo che siano pochi giornalisti come lei. Temo che in Italia non ci siano. Anche se in Italia non c'è il regime autoritario come in Russia ma non c'è anche democrazia ideale di cui raccontate. Purtroppo le persone come Anna Politkovskaja sono scomode per ogni autorità.
Oggetto:
Sempre per chi conosce il russo e fosse interessato, da questo indirizzo è possibile scaricare in formato pdf alcune pagine dell'ultimo numero del quotidiano "Novaja Gazeta" dedicate ad Anna Politkovskaja.
http://www.novayagazeta.ru/politkovskaya.pdf
http://www.novayagazeta.ru/politkovskaya.pdf
Oggetto:
Io posso aggiungere solo una cosa.
Noi abbiamo sopravvissuto il regime sovietico e sopravivremo anche il regime di putin. In eterno non c'è niente.
La Russia è una grande nave che va avanti, ma i suoi capitani cambiano.
La buon'anima di Anja Politkovskaja.
Noi abbiamo sopravvissuto il regime sovietico e sopravivremo anche il regime di putin. In eterno non c'è niente.
La Russia è una grande nave che va avanti, ma i suoi capitani cambiano.
La buon'anima di Anja Politkovskaja.
Oggetto:
Anzitutto credo sia assolutamente necessario riportare subito la discussione su un piano totalmente diverso, tu rispondi alle cose che scrivo come se io avessi ingaggiato una competizione su chi gode di maggiore democrazia fra la Russia e l'Italia, non mi è mai passata per la mente una cosa del genere, che sarebbe semplicemente ridicola. Secondo te poi noi racconteremmo che in Italia c'è una democrazia ideale! Ma se non si parla d'altro che del conflitto d'interessi dell'ex Presidente del Consiglio Berlusconi, e di quanto questo conflitto d'interessi riduca il grado di democrazia in Italia rispetto agli altri Paesi europei! Quanto al fatto che la verità sia necessaria a tutti, magari fosse così! Purtroppo non posso essere d'accordo con te, la tua è una visione idealistica, utopica, molto lontana secondo me dalla realtà. Spesso certe verità sono scomode, scomodissime, e non ne vogliamo sapere, in Russia come in Italia, s'intende, Paese di "stragi di Stato" di cui non sappiamo pressoché nulla e forse nulla sapremo, e che resteranno impunite, Paese in cui ci sono intere regioni dove la criminalità organizzata, collusa con la politica, spadroneggia, ricattando chi lavora onestamente, minacciando e ammazzando chi non si piega. Non stiamo giocando la partita della democrazia Italia-Russia, in cui ognuno fa il tifo per la propria "squadra", stiamo commentando l'ignobile assassinio di una giornalista tanto brava quanto onesta e coraggiosa, e che in questo senso non non "appartiene" a nessuno, o se vuoi appartiene all'umanità tutta, e non ha patria.
Con amicizia,
Roberto
Zarevich ha scritto:Scrivi anche che la Politkovskaja "era stimata da tutti coloro cui la verità era necessaria", ma mi sembra che in Russia la verità sia necessaria ad una cerchia sempre più ristretta di persone.
La verità è necessaria a tutti e non dipende dalla cerchia ristretta o larga. Non si può misurare quelle cerchie. Non dirmi che tu vivi in un paese con la cerchia della verità. Anna Politkovskaja era un tale giornalista che avrebbe potuto dire sempre la verità in qualsiasi regime e qualsiasi "democrazia". Temo che siano pochi giornalisti come lei. Temo che in Italia non ci siano. Anche se in Italia non c'è il regime autoritario come in Russia ma non c'è anche democrazia ideale di cui raccontate. Purtroppo le persone come Anna Politkovskaja sono scomode per ogni autorità.
Anzitutto credo sia assolutamente necessario riportare subito la discussione su un piano totalmente diverso, tu rispondi alle cose che scrivo come se io avessi ingaggiato una competizione su chi gode di maggiore democrazia fra la Russia e l'Italia, non mi è mai passata per la mente una cosa del genere, che sarebbe semplicemente ridicola. Secondo te poi noi racconteremmo che in Italia c'è una democrazia ideale! Ma se non si parla d'altro che del conflitto d'interessi dell'ex Presidente del Consiglio Berlusconi, e di quanto questo conflitto d'interessi riduca il grado di democrazia in Italia rispetto agli altri Paesi europei! Quanto al fatto che la verità sia necessaria a tutti, magari fosse così! Purtroppo non posso essere d'accordo con te, la tua è una visione idealistica, utopica, molto lontana secondo me dalla realtà. Spesso certe verità sono scomode, scomodissime, e non ne vogliamo sapere, in Russia come in Italia, s'intende, Paese di "stragi di Stato" di cui non sappiamo pressoché nulla e forse nulla sapremo, e che resteranno impunite, Paese in cui ci sono intere regioni dove la criminalità organizzata, collusa con la politica, spadroneggia, ricattando chi lavora onestamente, minacciando e ammazzando chi non si piega. Non stiamo giocando la partita della democrazia Italia-Russia, in cui ognuno fa il tifo per la propria "squadra", stiamo commentando l'ignobile assassinio di una giornalista tanto brava quanto onesta e coraggiosa, e che in questo senso non non "appartiene" a nessuno, o se vuoi appartiene all'umanità tutta, e non ha patria.
Con amicizia,
Roberto
Oggetto:
Sai Roberto, io capisco tutto quello che tu scriva e io condivida pienamente la tua opinione. Se io non avessi avuto nessuna speranza io avrei abbandonato senza esitare la Patria e mi sarei trasferito in Europa Occidentale per godere la democrazia esemplare. Tu capisci che io lo possa fare senza dubbio? Ma io vivo qui perchè credo in bene.
Ma esiste ancora quello che strazia l'anima. Dostojevskij ne ha scritto nei suoi “Demoni”. Volano dappertutto i Demoni ma non tutti sono demoni. Ma i Demoni non hanno la nazionalità e non sanno dei confini e delle frontiere. Spero che tu mi capisca bene.
Ma esiste ancora quello che strazia l'anima. Dostojevskij ne ha scritto nei suoi “Demoni”. Volano dappertutto i Demoni ma non tutti sono demoni. Ma i Demoni non hanno la nazionalità e non sanno dei confini e delle frontiere. Spero che tu mi capisca bene.
Oggetto:
Sono contento del fatto che finalmente siamo riusciti a spiegarci, sono contento anche del fatto che ci siano persone come te che sperano ancora e non se ne vanno. Quelli che tu chiami Demoni sono purtroppo ovunque, in questo frangente storico la Russia certamente vive un periodo più difficile, ma io non penso certo che in Russia "tutti sono demoni", ci mancherebbe, la Politkovskaja ne è un bellissimo esempio. D'altra parte neppure bisogna farsi troppe illusioni sulle democrazie occidentali, tutt'altro che esemplari. Anche io spero che tu mi capisca bene, se ci sono persone che reagiscono come me ad un fatto ignobile come questo è proprio per il grande amore (si può ancora usare questa parola?) verso la Russia e il suo popolo. Se così non fosse, la nostra reazione sarebbe l'indifferenza. Invece anche a qualcuno di noi qui ciò che accade "strazia l'anima".
Roberto
Roberto
Oggetto:
Purtroppo ricordo perfettamente e anche a me la notizia riempie di rabbia. Credo che ieri, come troppo spesso avvenuto nella storia degli uomini, i nemici del giusto e del vero abbiano avuto la loro ennesima giornata di trionfo. Ma non dobbiamo demordere e continuare a lottare comunque perchè donne come Anna non vengano dimenticate e con loro le loro "memorie storiche", preziose testimonianze politiche di cui dobbiamo servirci se vogliamo provare a cambiare questo mondo o a dare almeno un piccolo contributo in questo senso.
Nei miei soggiorni in Russia, sempre fuori da Mosca e San Pietroburgo, ho provato spesso a parlare della situazione in Cecenia. Credo ci sia molta poca informazione, stando a quella che è stata la mia esperienza, si intende, tra la maggior parte della popolazione russa. Purtroppo io non conosco ancora bene il russo, ma, tanto in italiano che in russo, anche da qui possiamo dire quel piccolo che combatta l'ingiustizia e l'ignoranza, le vere fonti del potere ovunque, nel tempo e nello spazio.
Roberto ha scritto:Io non avevo certo in mente, scrivendo il messaggio, di stare lì a criticare la scelta d'averlo messo nella cronaca, volevo solo ribadire quello che hai capito benissimo. Non so se ricordi quando ci fu l'episodio di Beslan, un'intera scuola presa in ostaggio dai terroristi. La Politkovskaja cercò di recarsi sul posto, non ci arrivò mai, scesa all'aeroporto, non ricordo dove, finì direttamente in ospedale per una grave forma di avvelenamento, come lei stessa raccontò in seguito. Un fatto molto strano, raccontò della presenza sull'aereo di persone che secondo lei appartenevano ai servizi segreti, e di ordini "dall'alto" giunti ai medici dell'ospedale in cui fu ricoverata affinché tacessero nelle cartelle cliniche qualunque accenno all'avvelenamento. Io ovviamente non so come allora siano andate realmente le cose, sta di fatto che oggi è stata ammazzata. Mi ricordo che poco dopo il fatto giravo per siti russi, anche forum, veniva schernita, qualcuno l'aveva soprannominata PolitRovskaja ("пол-литра" "pol-litra", in russo "mezzo litro", alludendo molto volgarmente, considerate le circostanze, al fatto che bevesse e si fosse inventata tutto). Non so altri, a me la notizia riempie di rabbia, sulla guerra cecena silenzio pressoché totale, anche da noi, e se qualcuno osa alzare la voce e parlarne, ecco che fine fa. Mi piacerebbe che arrivassero tanti messaggi non di "indignazione" ma di vera e propria "incazzatura", scusate il termine. Il libro della Politkovskaja sulla seconda guerra cecena era scaricabile gratuitamente da internet fino ad un certo tempo fa, non so ora. Per chi sa il russo...
Purtroppo ricordo perfettamente e anche a me la notizia riempie di rabbia. Credo che ieri, come troppo spesso avvenuto nella storia degli uomini, i nemici del giusto e del vero abbiano avuto la loro ennesima giornata di trionfo. Ma non dobbiamo demordere e continuare a lottare comunque perchè donne come Anna non vengano dimenticate e con loro le loro "memorie storiche", preziose testimonianze politiche di cui dobbiamo servirci se vogliamo provare a cambiare questo mondo o a dare almeno un piccolo contributo in questo senso.
Nei miei soggiorni in Russia, sempre fuori da Mosca e San Pietroburgo, ho provato spesso a parlare della situazione in Cecenia. Credo ci sia molta poca informazione, stando a quella che è stata la mia esperienza, si intende, tra la maggior parte della popolazione russa. Purtroppo io non conosco ancora bene il russo, ma, tanto in italiano che in russo, anche da qui possiamo dire quel piccolo che combatta l'ingiustizia e l'ignoranza, le vere fonti del potere ovunque, nel tempo e nello spazio.
Oggetto:
Quando stavo a San Pietroburgo avevo un gruppo di amici allora molto cari, persone tutt'altro che ignoranti e disinformate, e che non erano certo estimatori di Putin. La pensavamo allo stesso modo su molti aspetti della vita in generale, su ciò che accadeva intorno a noi in particolare. Ma quando il discorso cadeva sulla guerra cecena mi sentivo rispondere da tutti, indistintamente, che noi in "Occidente" consideravamo quella una "sporca guerra" perché avevamo un'idea mitizzata, "bucolica", del popolo ceceno... un mite popolo che alleva le sue greggi... mentre quelli erano banditi che vivevano di rapimenti, e adesso pure terroristi... "Значит так им и надо".
Io non so quanti la pensino così, oggi come allora. Certo mi domandavo, se loro (i miei amici) hanno una simile opinione, figuriamoci gli altri. Erano "vittime" della disinformazione? Oppure avevano (hanno) in parte ragione anche loro? Io non so che pensare, tranne che della mia ignoranza sono l'unico responsabile.
Io non so quanti la pensino così, oggi come allora. Certo mi domandavo, se loro (i miei amici) hanno una simile opinione, figuriamoci gli altri. Erano "vittime" della disinformazione? Oppure avevano (hanno) in parte ragione anche loro? Io non so che pensare, tranne che della mia ignoranza sono l'unico responsabile.
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