«IDA RUBINSTEIN: LA DANZATRICE RUSSA»
«ИДА РУБИНШТЕЙН: РУССКАЯ ТАНЦОВЩИЦА»
V.Borsenko В.Борзенко
«IDA RUBINSTEIN» «ИДА РУБИНШТЕЙН»
Casa Editrice «Iskusstvo – XXI vek» Mosca 2019 (Pagine 312)
Издательство «Искусство – XXI век» Москва 2019
Ida Rubinstein è una delle figure più misteriose e controverse nella vita teatrale e artistica della Russia e dell'Europa nella prima metà del XX secolo. Fino ad oggi, la biografia di questa eccezionale ballerina, attrice e musa di famosi scrittori e compositori è accompagnata da miti, voci, speculazioni ... Nel suo drammatico destino, che ha assorbito i paradossi e gli shock dell'epoca, trionfi e cadute, tragedie personali e riconoscimento universale, la prontezza al sacrificio di sé si intrecciano e devota amicizia, ricchezza e solitudine. Lev Bakst, che aveva lavorato con Ida Rubinstein per molti anni, credeva che il suo lavoro si distinguesse per «il talento di un mimo insuperabile» e «una rara combinazione di tre arti: letteratura, pittura e musica». Il libro è rivolto a lettori interessati alla cultura e all'arte teatrale della Russia e dell'Europa nella prima metà del XX secolo.
Oggetto: «IDA RUBINSTEIN: LA DANZATRICE RUSSA»
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Oggetto: «IDA RUBINSTEIN: LA DANZATRICE RUSSA»
L'anno è il 1928. Il compositore Maurice Ravel e la ballerina Ida Rubinstein si incontrano a New York. La ballerina era quindi una degna concorrente di Anna Pavlova e Natalja Trukhanova. Ha chiesto personalmente al maestro francese di scrivere musica che l'aiutasse ad esprimersi in modo ancora più vivido. Il lavoro di Ravel è stato facile e lo spettacolo è nato abbastanza rapidamente. Il compositore, tuttavia, non ritenne l'opera riuscita e spiegò: «Questa è una danza a un ritmo molto moderato, completamente immutata sia melodiosamente, così armoniosamente e ritmicamente...» Il 22 novembre 1928, Ida Rubinstein entrò sul palco di Grand Opera parigina in scarpe col tacco alto. Scenario di Aleksandr Benois, coreografia di Vaslav Nizhinskij e una donna orgogliosa, indipendente, appassionata ... Quella sera, «Bolero» di Maurice Ravel suonò per la prima volta.
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«IDA RUBINSTEIN» di Valentin Serov
«ИДА РУБИНШТЕЙН» Валентина Серова
Il «Museo Russo» di San Pietroburgo
Valentin Seròv (Валентин Серов, 1865-1911) appartiene a quel novero di artisti la cui opera contribuì in maniera decisiva a definire il carattere dell’arte di tutto il periodo. L’attività creativa di Valentin Serov fu eccezionalmente poliedrica: brillante disegnatore, eccellente illustratore, autore di sceneggiature teatrali, in pittura si dedicò al genere storico e paesaggistico. Motivo di una vivace polemica fu a suo tempo l’apparizione del quadro di Valentin Serov «Ida Rubinstein» («Ида Рубинштейн», 1910). Il pittore aveva visto per la prima volta la celebre ballerina russa Ida Rubinstein nella parte della regina egiziana Cleopatra, nella messa in scena parigina delle «Notti egiziane» («Египетские ночи») di Anton Arènskij. Era rimasto talmente colpito dalla raffinatezza e dalla delicatezza del suo modo di danzare e dalla plastica perfezione di ogni sua posa, da definirla «un bassorilievo arcaico che ha riacquistato la vita». Proprio questo paragone aiuta a comprendere la notevole convenzionalità della soluzione, più grafica che pittorica, della tela, che si configura come un pannello decorativo. I contorni della figura sono sottomessi all’esigenza della creazione di un ritmo stilizzato che, allo stesso modo della disposizione della figura frontale e parallela alla tela, richiama i princìpi compositivi dei bassorilievi egizi.
«ИДА РУБИНШТЕЙН» Валентина Серова
Il «Museo Russo» di San Pietroburgo
Valentin Seròv (Валентин Серов, 1865-1911) appartiene a quel novero di artisti la cui opera contribuì in maniera decisiva a definire il carattere dell’arte di tutto il periodo. L’attività creativa di Valentin Serov fu eccezionalmente poliedrica: brillante disegnatore, eccellente illustratore, autore di sceneggiature teatrali, in pittura si dedicò al genere storico e paesaggistico. Motivo di una vivace polemica fu a suo tempo l’apparizione del quadro di Valentin Serov «Ida Rubinstein» («Ида Рубинштейн», 1910). Il pittore aveva visto per la prima volta la celebre ballerina russa Ida Rubinstein nella parte della regina egiziana Cleopatra, nella messa in scena parigina delle «Notti egiziane» («Египетские ночи») di Anton Arènskij. Era rimasto talmente colpito dalla raffinatezza e dalla delicatezza del suo modo di danzare e dalla plastica perfezione di ogni sua posa, da definirla «un bassorilievo arcaico che ha riacquistato la vita». Proprio questo paragone aiuta a comprendere la notevole convenzionalità della soluzione, più grafica che pittorica, della tela, che si configura come un pannello decorativo. I contorni della figura sono sottomessi all’esigenza della creazione di un ritmo stilizzato che, allo stesso modo della disposizione della figura frontale e parallela alla tela, richiama i princìpi compositivi dei bassorilievi egizi.
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