Oggetto: Progetto Evrazija
Zarevich (o chiunque abbia voglia di rispondere), mi dici qualcosa sul movimento Евразия e su Александр Дугин?
Oggetto: Re: Progetto Evrazija
Caro Roberto,
questo Dùghin è un nazionalista russo
Per me questo nome è schifoso
Scusami, ma io non lo leggo e non leggerò mai
Anche lui è tradotto in italiano?
Temo che ultimanente in Italia traducano dal russo molte pattumiere
E' una moda o un corso finalizzato?
questo Dùghin è un nazionalista russo
Per me questo nome è schifoso
Scusami, ma io non lo leggo e non leggerò mai
Anche lui è tradotto in italiano?
Temo che ultimanente in Italia traducano dal russo molte pattumiere
E' una moda o un corso finalizzato?
Oggetto: Re: Progetto Evrazija
No, no, io volevo solo sapere che ne pensavi, il fatto è che quando hai "parlato male" di Vitalij Tret'jakov io sono andato a vedere in Internet chi fosse e sono capitato sul sito di Dugin... So che l'anno scorso è stato in Italia per una serie di conferenze, inoltre fa parte della redazione della rivista italiana di geopolitica Eurasia... Volevo meglio capire come fosse politicamente collocato, perché ad esempio in questa pagina leggo (http://it.altermedia.info/comunicazione/dugin-in-italia_1567.html):
"Fin dal primo incontro col pubblico italiano (avvenuto a Milano con la partecipazione del filosofo Costanzo Preve, del saggista Massimo Fini e del direttore di “EURASIA” Tiberio Graziani), Aleksandr Dugin ha chiarito l’essenza dell’eurasiatismo. L’eurasiatismo attuale non è più riducibile ad una manifestazione della cultura russa, ma, grazie ad apporti di vario genere e di varia provenienza, esso si presenta come una dottrina che fissa il proprio obiettivo nella costruzione di un blocco continentale che si estende dall’Atlantico al Pacifico. Secondo l’odierna concezione eurasiatista, l’Eurasia si articola in una serie di “grandi spazi” collegati tra loro: Europa, Russia, area islamica, subcontinente indiano, Estremo Oriente. Consapevoli di quella che Giuseppe Tucci chiamava “l’unità spirituale dell’Eurasia” e convinti della necessità che i “grandi spazi” dell’Eurasia formino un blocco solidale, in grado di garantire l’indipendenza di tutto il Continente eurasiatico, gli eurasiatisti sono radicalmente contrari all’ideologia predittiva dello “scontro di civiltà”, che mira a contrapporre l’una all’altra le componenti della comune Patria eurasiatica: l’Europa al mondo islamico, il mondo islamico alla Russia, l’Europa alla Cina e così via. Essi intendono quindi agire nella direzione dell’unità dei “grandi spazi” e della loro cooperazione. L’eurasiatismo – ha dunque precisato Dugin - non mira alla ricostruzione di un bipolarismo analogo a quello che ha caratterizzato il periodo inaugurato dalla spartizione di Jalta e terminato col crollo dell’URSS, ma preconizza un mondo multipolare, che si contrapponga al disegno imperialista statunitense di un mondo unipolare.
Oltre che in Russia, dove il movimento Evrazija conta numerosi aderenti ed annovera prestigiosi sostenitori negli ambienti politici, militari e religiosi (presidente del movimento è il Muftì di Mosca), la concezione eurasiatista è operante anche in altri paesi. [...] La fortuna incontrata dal progetto eurasiatista è dovuta principalmente al fatto che la sua alternativa all’americanismo e alla globalizzazione liberista non è né di destra né di sinistra, in quanto tali categorie della topografia parlamentare, se pure avevano un qualche senso nell’Europa moderna, sono ormai prive di significato nel mondo postmoderno; da un altro punto di vista, si potrebbe forse dire che l’eurasiatismo ha assorbito ciò che vi era di valido nella destra e nella sinistra, operando una sintesi diametralmente opposta a quella liberalcapitalista."
Mi pare innegabile però che in Italia sia vicino e piaccia a certa "destra".
Non mi risultano suoi libri tradotti in italiano, ho visto però che il sito http://www.evrazia.org ha anche una versione italiana.
Faccio fatica a collocarlo comunque nel contesto russo anche per questa suo giudizio su Putin e la politica russa in generale:
[...]in Russia non c'è democrazia. Tutte le procedure democratiche sono puro spettacolo. Non è una metafora: intendo spettacolo come rappresentazione televisiva. Per questo, sul piano elettorale, gli el'ciniani non hanno possibilità. Sia Putin che gli oppositori agiscono al di fuori del legittimo piano democratico, su quello dello scontro tra potentati economici. Il sistema russo è l'opposto della democrazia, è una forma di totalitarismo televisivo. La lotta contro o a favore di Putin si sviluppa fuori dal contesto politico e democratico. Questo processo non ha niente a che vedere colla politica, ma si sviluppa dove agiscono le forze economiche, tra personaggi non eletti, non politici [...] sono gli oligarchi, i contatti segreti cogli Americani, la corruzione, a determinare gli sviluppi politici. Che Putin conservi o meno il suo posto, tutto avverrà nel segno della corruzione e della illegalità più totale. Questo è molto importante da comprendere. Non servirà avere partiti e voti, perché tutto sarà manipolato fin dal principio[...]
Fonte: http://www.italiasociale.org/Geopol...eo210505-1.html
"Fin dal primo incontro col pubblico italiano (avvenuto a Milano con la partecipazione del filosofo Costanzo Preve, del saggista Massimo Fini e del direttore di “EURASIA” Tiberio Graziani), Aleksandr Dugin ha chiarito l’essenza dell’eurasiatismo. L’eurasiatismo attuale non è più riducibile ad una manifestazione della cultura russa, ma, grazie ad apporti di vario genere e di varia provenienza, esso si presenta come una dottrina che fissa il proprio obiettivo nella costruzione di un blocco continentale che si estende dall’Atlantico al Pacifico. Secondo l’odierna concezione eurasiatista, l’Eurasia si articola in una serie di “grandi spazi” collegati tra loro: Europa, Russia, area islamica, subcontinente indiano, Estremo Oriente. Consapevoli di quella che Giuseppe Tucci chiamava “l’unità spirituale dell’Eurasia” e convinti della necessità che i “grandi spazi” dell’Eurasia formino un blocco solidale, in grado di garantire l’indipendenza di tutto il Continente eurasiatico, gli eurasiatisti sono radicalmente contrari all’ideologia predittiva dello “scontro di civiltà”, che mira a contrapporre l’una all’altra le componenti della comune Patria eurasiatica: l’Europa al mondo islamico, il mondo islamico alla Russia, l’Europa alla Cina e così via. Essi intendono quindi agire nella direzione dell’unità dei “grandi spazi” e della loro cooperazione. L’eurasiatismo – ha dunque precisato Dugin - non mira alla ricostruzione di un bipolarismo analogo a quello che ha caratterizzato il periodo inaugurato dalla spartizione di Jalta e terminato col crollo dell’URSS, ma preconizza un mondo multipolare, che si contrapponga al disegno imperialista statunitense di un mondo unipolare.
Oltre che in Russia, dove il movimento Evrazija conta numerosi aderenti ed annovera prestigiosi sostenitori negli ambienti politici, militari e religiosi (presidente del movimento è il Muftì di Mosca), la concezione eurasiatista è operante anche in altri paesi. [...] La fortuna incontrata dal progetto eurasiatista è dovuta principalmente al fatto che la sua alternativa all’americanismo e alla globalizzazione liberista non è né di destra né di sinistra, in quanto tali categorie della topografia parlamentare, se pure avevano un qualche senso nell’Europa moderna, sono ormai prive di significato nel mondo postmoderno; da un altro punto di vista, si potrebbe forse dire che l’eurasiatismo ha assorbito ciò che vi era di valido nella destra e nella sinistra, operando una sintesi diametralmente opposta a quella liberalcapitalista."
Mi pare innegabile però che in Italia sia vicino e piaccia a certa "destra".
Non mi risultano suoi libri tradotti in italiano, ho visto però che il sito http://www.evrazia.org ha anche una versione italiana.
Faccio fatica a collocarlo comunque nel contesto russo anche per questa suo giudizio su Putin e la politica russa in generale:
[...]in Russia non c'è democrazia. Tutte le procedure democratiche sono puro spettacolo. Non è una metafora: intendo spettacolo come rappresentazione televisiva. Per questo, sul piano elettorale, gli el'ciniani non hanno possibilità. Sia Putin che gli oppositori agiscono al di fuori del legittimo piano democratico, su quello dello scontro tra potentati economici. Il sistema russo è l'opposto della democrazia, è una forma di totalitarismo televisivo. La lotta contro o a favore di Putin si sviluppa fuori dal contesto politico e democratico. Questo processo non ha niente a che vedere colla politica, ma si sviluppa dove agiscono le forze economiche, tra personaggi non eletti, non politici [...] sono gli oligarchi, i contatti segreti cogli Americani, la corruzione, a determinare gli sviluppi politici. Che Putin conservi o meno il suo posto, tutto avverrà nel segno della corruzione e della illegalità più totale. Questo è molto importante da comprendere. Non servirà avere partiti e voti, perché tutto sarà manipolato fin dal principio[...]
Fonte: http://www.italiasociale.org/Geopol...eo210505-1.html
Oggetto: Re: Progetto Evrazija
Caro Roberto.
Io sono così lontano da tutte queste teorie sovietiche e postsovietiche. Io non ho nessuna nostalgia dei tempi sovietici ed anche non sopporto la politica odierna. Provo una forte antipatia verso comunismo, fascismo, nazionalizmo, patriottismo ecc. Tutti quei nomi i quali tu stai menzionando mi fanno venire l'accidia. Non mi interessano le loro idee. Cercherai di capirmi giustamente!
Io sono così lontano da tutte queste teorie sovietiche e postsovietiche. Io non ho nessuna nostalgia dei tempi sovietici ed anche non sopporto la politica odierna. Provo una forte antipatia verso comunismo, fascismo, nazionalizmo, patriottismo ecc. Tutti quei nomi i quali tu stai menzionando mi fanno venire l'accidia. Non mi interessano le loro idee. Cercherai di capirmi giustamente!
Oggetto: Re: Progetto Evrazija
Io ti capisco benissimo (credo)... però la realtà politica è fatta anche di questo... tu dici che non sopporti la politica odierna, ma tutti prima o poi siamo chiamati a fare delle scelte, quindi meglio conoscere, anche se spesso si tratta di scegliere il "male minore"...
Oggetto: Re: Progetto Evrazija
Io sono con Zarevich, anche se poi occorre sempre scegliere perchè in una società (in decadenza) complicata come la nostra non ci si può governare da soli. La nostra vita purtroppo non è libera come ci viene insegnato poichè tutto quel che possiamo o dobbiamo fare è scritto nelle leggi e nella nostra educazione che ci pone ancora altri limiti di abitudini, usi e costumi o ancora nella potenza economica di pochi che ci danno il lavoro e ci selezionano quello che dobbiamo sapere e quel che no. Marx diceva che un socialismo democratico ha dentro di sè il mostro che lo distrugge a poco a poco. Un uomo infatti più è informato e meno è governabile con arbitrio dalla minoranza! Così quando un potere nato fortemente democratico si cristallizza su formule e schemi immutabili diventa una dittatura assiolutistica e "regnando" per tanti anni impone certe abitudini di pensiero repimendo coloro che si rifiutano di subire un imposizione culturale a senso unico. Costoro trasmettono le loro idee di nascosto ai propri eredi i quali poi vengono fuori con grande impeto quando il potere cade. Ciò è evidentissimo nelle nuove nazioni venute fuori dal blocco sovietico. Il fatto è che le idee che questi "riesumati" portano sono ormai vecchie e superate nelle nostre realtà a causa della poca informazione ricevuta dalle altre parti del mondo sulle evoluzioni politiche esterne e quindi evidenziano immediatamente un "fascismo" d'altri tempi. In realtà queste persone vorrebbero continuare a vivere nel vecchio regime, ma con loro a capo del sistema politico, perchè quello è l'unico sistema che conoscono (v. Polonia, Estonia). A questo punto si comincia a teorizzare un nuovo raggruppamento e si continua a parlare di blocchi, di coalizioni con varie connotazioni razziali nazionali etc. A che servono?
Oggetto: Re: Progetto Evrazija
Argomento molto interessante :)
Mi astengo dall'esprimenre un qualsiasi giudizio sul movimento politico in questione, che non conosco affatto, ma voglio dire la mia soltanto su quanto leggo in questo post.
D'amblée la mia impressione è, che il progetto Eurasiatico sia l'ennesima variante del solito schema di antagonismo Russia- America, che già generò la detestabile cortina di ferro ai tempi della guerra fredda; schema decisamente anacronistico al giorno d'oggi, quando non esiste più una contrapposizione ideologica così forte, da spezzare il mondo in due, come invece succedeva ai tempi dell'URSS.
Forse però tra i vari aspetti del progetto qualcosa di condivisibile e di lodevole c'è: il rifuto (ammesso che si tratti di un rifiuto sincero e non strumentale) della logica dello "scontro di civiltà", logica alla quale, in Occiente, ci siamo rassegnati troppo in fretta. A mio modo di vedere le cose (e lo dico con tutta l'umiltà di chi sa di esprimere niente di più un'opinione personale), quella logica è semplicemente la versione aggiornata e globalizzata dei più esaltati nazionalismi europei otto-novecenteschi, che già hanno condotto il mondo alle più gravi tragedie della storia; superfluo aggiungere, che secondo me l'ipotesi dello "scontro" è la più grave minaccia per il presente e per il futuro immediato dell'umanità.
Aggiungerei, che se lo "scontro di civiltà" è capace di liberare odio e violenza a sufficienza, per fare a pezzi il mondo intero, questo rischio a maggior ragione riguarda la Federazione Russa, che è un paese multietnico e multiconfessionale; esasperando il valore delle singole identità nazionali e religiose (che localmente sono a volte maggioritarie), la Russia rischierebbe di ridursi, dopo un bagno di sangue, ad una miriade di stati e staterelli, ciascuno dei quali avrebbe difficoltà a mantenerersi realmente indipendente e men che mai potrebbe aspirare al ruolo di potenza.
Il Paternariato Euro-Mediterraneo, per fare un esempio, procede tra grandi difficoltà, perché è sempre appesantito da sospetti reciproci: i paesi del Maghreb temono iniziative neo-coloniali, invece la UE teme soprattutto nuovi e più ampi flussi migratori. Non è il caso di parlare delle relazioni tra Israeliani ed Arabi nel MO, perché non potrebbero essere peggiori.
Mi sembra però, che in Russia la situazione sia più promettente: innanzitutto non ci sono confini politici tra le varie comunità etniche e religiose e dappertutto valgono le stesse leggi e sono riconosciute le stesse autorità, poi settant'anni di comunismo garantiscono una forte impronta laica (equidistanza da tutte le religioni e le nazionalità, almeno in linea di principio) a tutte le Istituzioni pubbliche, infine mi sembra, che la possibilità di una civile convivenza tra le varie comunità in Russia si repiri nell'aria.
Passeggiando per le strade di San Pietroburgo s'incontrano chiese ortodosse come pure cattoliche e di tutte le altre confessioni cristiane, si trova pure una sinagoga, una moschea ed un tempio buddista. E' vero, che l'immensa mole dorata della cupola della Cattedrale di S. Ignazio sovrasta il tutto ma è altrettanto vero, che anche gli altri templi delle più varie Fedi sono tutti quanti delle belle architetture decorose, innalzate in posizioni orgogliosamente evidenti e che esprimono bene la serena consapevolezza, di appartenere tutti quanti, da cittadini, allo stesso Stato.
Se la Russia riuscirà a dimostrare, che ci sono alternative possibili allo "scontro", innanzitutto diventerà un paese più forte e soprattutto darà una grande speranza al mondo.
Ciao a tutti, Vincenzo
Mi astengo dall'esprimenre un qualsiasi giudizio sul movimento politico in questione, che non conosco affatto, ma voglio dire la mia soltanto su quanto leggo in questo post.
D'amblée la mia impressione è, che il progetto Eurasiatico sia l'ennesima variante del solito schema di antagonismo Russia- America, che già generò la detestabile cortina di ferro ai tempi della guerra fredda; schema decisamente anacronistico al giorno d'oggi, quando non esiste più una contrapposizione ideologica così forte, da spezzare il mondo in due, come invece succedeva ai tempi dell'URSS.
Forse però tra i vari aspetti del progetto qualcosa di condivisibile e di lodevole c'è: il rifuto (ammesso che si tratti di un rifiuto sincero e non strumentale) della logica dello "scontro di civiltà", logica alla quale, in Occiente, ci siamo rassegnati troppo in fretta. A mio modo di vedere le cose (e lo dico con tutta l'umiltà di chi sa di esprimere niente di più un'opinione personale), quella logica è semplicemente la versione aggiornata e globalizzata dei più esaltati nazionalismi europei otto-novecenteschi, che già hanno condotto il mondo alle più gravi tragedie della storia; superfluo aggiungere, che secondo me l'ipotesi dello "scontro" è la più grave minaccia per il presente e per il futuro immediato dell'umanità.
Aggiungerei, che se lo "scontro di civiltà" è capace di liberare odio e violenza a sufficienza, per fare a pezzi il mondo intero, questo rischio a maggior ragione riguarda la Federazione Russa, che è un paese multietnico e multiconfessionale; esasperando il valore delle singole identità nazionali e religiose (che localmente sono a volte maggioritarie), la Russia rischierebbe di ridursi, dopo un bagno di sangue, ad una miriade di stati e staterelli, ciascuno dei quali avrebbe difficoltà a mantenerersi realmente indipendente e men che mai potrebbe aspirare al ruolo di potenza.
Il Paternariato Euro-Mediterraneo, per fare un esempio, procede tra grandi difficoltà, perché è sempre appesantito da sospetti reciproci: i paesi del Maghreb temono iniziative neo-coloniali, invece la UE teme soprattutto nuovi e più ampi flussi migratori. Non è il caso di parlare delle relazioni tra Israeliani ed Arabi nel MO, perché non potrebbero essere peggiori.
Mi sembra però, che in Russia la situazione sia più promettente: innanzitutto non ci sono confini politici tra le varie comunità etniche e religiose e dappertutto valgono le stesse leggi e sono riconosciute le stesse autorità, poi settant'anni di comunismo garantiscono una forte impronta laica (equidistanza da tutte le religioni e le nazionalità, almeno in linea di principio) a tutte le Istituzioni pubbliche, infine mi sembra, che la possibilità di una civile convivenza tra le varie comunità in Russia si repiri nell'aria.
Passeggiando per le strade di San Pietroburgo s'incontrano chiese ortodosse come pure cattoliche e di tutte le altre confessioni cristiane, si trova pure una sinagoga, una moschea ed un tempio buddista. E' vero, che l'immensa mole dorata della cupola della Cattedrale di S. Ignazio sovrasta il tutto ma è altrettanto vero, che anche gli altri templi delle più varie Fedi sono tutti quanti delle belle architetture decorose, innalzate in posizioni orgogliosamente evidenti e che esprimono bene la serena consapevolezza, di appartenere tutti quanti, da cittadini, allo stesso Stato.
Se la Russia riuscirà a dimostrare, che ci sono alternative possibili allo "scontro", innanzitutto diventerà un paese più forte e soprattutto darà una grande speranza al mondo.
Ciao a tutti, Vincenzo
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