«L'ANTICO CAFFE’ GRECO DI ROMA», anno 1760
Il Caffè Greco a Roma è uno dei più antichi e rinomati locali della città, l'unico caffè sopravvissuto della "Roma romantica". Il locale si trova al numero 86 di via Condotti, storica via della città, tra piazza di Spagna e Via del Corso, così chiamata per i condotti dell’acqua Vergine, portata a Roma da Agrippa nel 19 a.C., che passano nel sottosuolo e giungono fino a Fontana di Trevi. E' una delle strade più signorili di Roma, dove sono concetrati i negozi più eleganti della città. Fondato ufficialmente nel 1760 dal greco Nicola della Maddalena, acquistò presto fama per l'ottimo caffè servito in piccole tazze cerchiate d'arancio, e molto presto divenne un luogo di ritrovo per artisti, letterati, e uomini di cultura provenienti da ogni parte del mondo.
Raggiunse il suo massimo splendore nella prima metà del XIX secolo, divenendo un autentico centro culturale, meta obbligata e naturale di tutti gli artisti e gli intellettuali dell'epoca, da ogni parte del mondo.
Il nome dell'Antico Caffè Greco ha un suono del tutto particolare agli orecchi dei viaggatori provenienti dalle terre fredde, come testimoniano le memorie e gli epistolari del romantico Ottocento.
Il caffè Greco fu il punto di riferimento ed il recapito postale degli artisti-letterati giunti a Roma con qualche modesta borsa di studio. Tutt'ora si custodisce, tra i preziosi cimeli del ritrovo ormai bicentenario, una semplice scatolina di latta che nei remoti tempi della diligenza conteneva i messaggi da amici e parenti lontani.
Il primo frequentatore dello storico locale si ritiene esser stato lo scultore Johannes Wiedewelt, borsista della Reale Accademia di Belle Arti a Copenaghen.
Nel primo Ottocento, scrive il letterato danese Christian Frederik Hillerup, Roma era piena di caffè, "che rimpiazzano i nostri clubs ... Di solito aprono all'alba ... ma tre caffè in piazza Colonna non chiudono neppure di notte; ciò fa comodo a coloro che tornano tardi dai teatri o dalle conversazioni romane, sazi soltanto di musica e di tabacco da fiuto. La gente beve caffè, cioccolato, o il cosiddetto mischio di ambedue le bevande. La vita nei caffè culmina di sera, soprattutto nel sontuoso Caffè Nuovo, luogo dei rendez-vous mondani. Il più ampio Kaffeehaus a Roma, e forse in Europa, occupa il pianterreno del palazzo Ruspoli al Corso; esso ha diciassette finestre verso la strada, nella grande sala pendono cinque lampadari; di lì si accede al giardino. Sotto una profumata pergola di agrumi siedono gli ospiti che preferiscono consumare i loro rinfreschi all'aperto. Il ministro dietro il banco... distribuisce la nera bevanda araba in lucide tazzine, servite ai clienti da svelti camerieri". Di domenica la folla elegante entra ed esce, si mescolano voci di ogni lingua.
Diverso da questo vasto ritrovo del bel mondo era il Caffè Greco, lungo e stretto locale le cui pareti una volta erano adorne di vedute del pittore veneto Ippolito Caffi. Hillerup così lo descrive: "Né la grandezza né il decoro distinguono questo caffè, bensì il pubblico che lo frequenta; ogni sera vi s'incontrano artisti da tutti i Paesi civili d'Europa, tra i quali la Turchia non conta...".
La mattina gli artisti e gli intellettuali vi si incontravano quotidinamente, dove trovavano anche la corrispondenza a loro indirizzata, come anche la sera dopo aver cenato alla altrettanto storica trattoria "Lepre" o " Lepri", trascorrendovi diverso tempo nello scambio di idee, notizie, impressioni, nella lettura di libri o nella scrittura di lettere e appunti. Gogol' vi trascorse molto tempo, scrivendo una buona parte del suo "Le Anime Morte".
Le pareti del locale sono tappezzate di fotografie, quadri, lettere con autografi, cartoline, ed è possibile respirare in ogni angolo la sua antica storia e la cultura, l'arte che ha ispirato centinaia di artisti e letterati.
La lista dei nomi famosi che hanno frequentato nel corso di due secoli il Caffè Greco è davvero lunga, ed è perfino impossibile conoscerli tutti. Ma tanto per fare qualche nome:
Wagner
Rossini
Bizet
Liszt
Toscanini
Gounod
Stendhal
Schopenauer
Gogol'
Kiprenskij
Brjullov
Ivanov
Buslaev
Turgenev
D'Annunzio
Trilussa
Stendhal
Baudelaire
Leopardi
Andersen
Goethe
Lord Byron
Benedetto Croce
Guttuso
Levi
Palazzeschi
Orson Welles
De Chirico
Goldoni
Shelley
Corot
Ingres
Mendelssohn
... e molti, ma molti altri.
Oggetto: «L'ANTICO CAFFE’ GRECO DI ROMA»
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Grazie Myshkin per questa informazione interessante! E anche oggi “Antico caffe’ Greco” continua ad essere un luogo di ritrovo per artisti e letterati?
Alena
Alena
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Sì, anche se in misura minore che nella sua epoca d'oro, il Caffè Greco è ancora oggi meta di artisti e letterati di ogni Paese, ed oltre ad essere un luogo di ritrovo di esponenti della cultura, intellettuali e artisti, vi si organizzano spesso degli degli incontri culturali ed esposizioni artistiche. Ogni mese vi si riunisce da oltre cinquant'anni , il "Gruppo dei Romanisti", che non sono i tifosi della squadra di calcio di Roma, ma una associazione di studiosi di Roma.
Nel 1953 il Ministro della Pubblica Istruzione con un decreto sottopose il Caffè Greco a "vincolo" perché il locale "più volte abbellito con decorazioni e cimeli di interesse storico ed artistico, costituisce oggi un vario e pregevole esempio di pubblico ritrovo sviluppatosi, attraverso due secoli di vita, per la ininterrotta consuetudine da parte di artisti di ogni paese di frequentare le sue ospitali e raccolte salette, avendo rappresentato in Roma, per circa duecento anni, un centro di vita artistica universalmente noto".
E in effetti i locali del Caffè Greco, così pieni di cimeli ed opere d'arte, possono essere considerati una piccola galleria d'arte.
Nel 1953 il Ministro della Pubblica Istruzione con un decreto sottopose il Caffè Greco a "vincolo" perché il locale "più volte abbellito con decorazioni e cimeli di interesse storico ed artistico, costituisce oggi un vario e pregevole esempio di pubblico ritrovo sviluppatosi, attraverso due secoli di vita, per la ininterrotta consuetudine da parte di artisti di ogni paese di frequentare le sue ospitali e raccolte salette, avendo rappresentato in Roma, per circa duecento anni, un centro di vita artistica universalmente noto".
E in effetti i locali del Caffè Greco, così pieni di cimeli ed opere d'arte, possono essere considerati una piccola galleria d'arte.
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Grazie, caro Principe, per la descrizione molto interessante! Sei riuscito benissimo a rendere il clima di questo locale straordinario e dell'epoca a cui appartiene “Il Caffè Greco” a Roma. Adesso mi pare che questo storico locale romano possieda una immensa forza attrattiva e per questo val la pena di visitarlo. Magari!!! :up:
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Ambasciata britannica situata in Via XX Settembre.
Villa Wolkonsky è la Residenza dell’Ambasciatore britannico (fin dal 1947).
Non ho trovato via Villa Wolkonsky, ma c'e' piazza di Villa Wolkonsky.
Alena
Villa Wolkonsky è la Residenza dell’Ambasciatore britannico (fin dal 1947).
Non ho trovato via Villa Wolkonsky, ma c'e' piazza di Villa Wolkonsky.
Alena
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Sì, è tutto vero, anche se a me risulta che la principessa Zinaida Aleksandrovna Volkonskaja arrivò a Roma nel 1820.
L'appartamento che prese in affitto si trovava in Palazzo Poli, adiacente a Fontana di Trevi, del quale però si è conservata soltanto una parte del cortile.
Ben presto quella di Palazzo Poli, insieme alla villa di Frascati divennero le sedi dei ritrovi degli artisti russi, in cui si componevano e si provavano musiche, pieces teatrali, composizioni letterarie, poesie, fino al 1922, anno in cui la principessa fece ritorno in Russia, a San Pietroburgo.
Dal 1924 la principessa Volkonskaja si stabilì a Mosca, dove numerosi artisti animarono il suo "salotto sulla Tverskaja".
Nel 1929 ritornò a Roma, dove nel 1930 acquistò dal principe Altieri una villa situata accanto alla Basilica di San Giovanni in Laterano.
La sua villa, come prima Palazzo Poli, fu frequentata da numerosi russi celebri, tra i quali Gogol', Glinka, Turegenev, Brjullov, Kiprenskij, Zukovskij, e molti altri.
Nel parco della villa la principessa Volkonskaja aveva creato il "Viale delle rimembranze", dove aveva fatto collocare monumenti e obelischi alla memoria di Pushkin, Goethe, Byron, Karamzin, Zukovskij e Walter Scott.
Morì a Roma nel 1862. Le sue ceneri, insieme a quelle del marito e della sorella, si trovano nella chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio, accanto a Fontana di Trevi.
Zinaida Volkonskaja avrebbe voluto essere seppellita nella basilica di San Pietro (ricordiamo che nel 1833 si era convertita al cattolicesimo, dedicandosi attivamente a fare beneficenza, con cospicue donazioni alla Chiesa, ed aprendo diverse scuole cattoliche per fanciulle), tuttavia, per tradizone, nella chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio venivano conservate le urne con i cuori dei papi defunti.
Dopo la sua morte, la villa fu venduta allo STato italiano e divenne la residenza del ministro degli Esteri. Dal 1947 è la residenza dell'ambasciatore della Gran Bretagna, ma la villa è stata completamente ristrutturata ed ampliata e la fotografia sotto mostra come si presenta oggi.
Come ha correttamente scritto Alena, la piazza da cui si accede alla villa porta il nome di "Piazza Wolkonsky".
L'appartamento che prese in affitto si trovava in Palazzo Poli, adiacente a Fontana di Trevi, del quale però si è conservata soltanto una parte del cortile.
Ben presto quella di Palazzo Poli, insieme alla villa di Frascati divennero le sedi dei ritrovi degli artisti russi, in cui si componevano e si provavano musiche, pieces teatrali, composizioni letterarie, poesie, fino al 1922, anno in cui la principessa fece ritorno in Russia, a San Pietroburgo.
Dal 1924 la principessa Volkonskaja si stabilì a Mosca, dove numerosi artisti animarono il suo "salotto sulla Tverskaja".
Nel 1929 ritornò a Roma, dove nel 1930 acquistò dal principe Altieri una villa situata accanto alla Basilica di San Giovanni in Laterano.
La sua villa, come prima Palazzo Poli, fu frequentata da numerosi russi celebri, tra i quali Gogol', Glinka, Turegenev, Brjullov, Kiprenskij, Zukovskij, e molti altri.
Nel parco della villa la principessa Volkonskaja aveva creato il "Viale delle rimembranze", dove aveva fatto collocare monumenti e obelischi alla memoria di Pushkin, Goethe, Byron, Karamzin, Zukovskij e Walter Scott.
Morì a Roma nel 1862. Le sue ceneri, insieme a quelle del marito e della sorella, si trovano nella chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio, accanto a Fontana di Trevi.
Zinaida Volkonskaja avrebbe voluto essere seppellita nella basilica di San Pietro (ricordiamo che nel 1833 si era convertita al cattolicesimo, dedicandosi attivamente a fare beneficenza, con cospicue donazioni alla Chiesa, ed aprendo diverse scuole cattoliche per fanciulle), tuttavia, per tradizone, nella chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio venivano conservate le urne con i cuori dei papi defunti.
Dopo la sua morte, la villa fu venduta allo STato italiano e divenne la residenza del ministro degli Esteri. Dal 1947 è la residenza dell'ambasciatore della Gran Bretagna, ma la villa è stata completamente ristrutturata ed ampliata e la fotografia sotto mostra come si presenta oggi.
Come ha correttamente scritto Alena, la piazza da cui si accede alla villa porta il nome di "Piazza Wolkonsky".
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Quest’anno celebriamo 260 anni del famoso Antico Caffè Greco di Roma. Il locale fondato nel 1760 con 4 sale in cui si respira la storia e una collezione di oltre 150 opere d'arte.
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