Che cosa aspettava vanamente Napoleone da «Mosca genuflessa»?
1.Il chiavistello (Засов)
2.La nottola (Щеколду)
3.Le chiavi (Ключи)
4.Il lucchetto (Замок)
5.Pane Sole (Хлеб соль)
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Oggetto: «CHE COSA ASPETTAVA NAPOLEONE DA MOSCA?»
Ultima modifica di Zarevich il 15 Gen 2018 14:40, modificato 2 volte in totale
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Oggetto: «CHE COSA ASPETTAVA NAPOLEONE DA MOSCA?»
«PERCHE’ NAPOLEONE PERSE TUTTO IN RUSSIA» «ПОЧЕМУ НАПОЛЕОН ВСЁ ПРОИГРАЛ В РОССИИ»
Il comandante illustre sottomesso, in pratica, tutta l’Europa, invece in Russia subì una sconfitta umiliante e perse un grande esercito. In ultima analisi, questa campagna amara costò del potere a Napoleone. Con che cosa s’imbattè Napoleone in Russia? Alcuni fattori che diventarono una causa del fiasco dell’Imperatore francese. Ma però, c’erano le cose che meravigliavano e affascinavano Napoleone.
1. «LA TATTICA DELL’ESERCITO RUSSO» «ТАКТИКА РУССКОЙ АРМИИ»
Con la tattica dell’esercito russo Napoleone era confitto letteralmente e in senso figurato. L’esercito russo sotto la guida del generale Barclay de Tolly (Барклай-де-Толли, 1761-1818) si teneva della tattica della ritirata. Il tale comportamento dell’avversario conveniva all’Imperatore francese che sognava di arrivare alla città di Smolènsk (Смоленск) con poche perdite. I francesi non conquistarono Smolensk, ma la ricevettero in «aspetto indecente», la città era vuota. Fermarsi a Smolensk era privo di senso ed anche muoversi avanti, era terribilmente! I soldati francesi entravano nelle vuote città russe, senza scorta di generi alimentari e si lasciavano prendere dal panico.
2. «I MURI SPESSI» «ТОЛСТЫЕ СТЕНЫ»
Il racconto dei muri non perforabili di Smolensk occupa una piena pagina negli appunti di viaggio di Napoleone. Dalla descrizione della bella veduta della città di Smolensk, Napoleone cerca di descrivere il tentativo fallito di acquistarla.
3. «GLI INCENDI» «ПОЖАРЫ»
Tutti i ricordi di Napoleone sono pubblicati e leggendoli noi possiamo venire a sapere e capire perché tutto il movimento dell’esercito di Napoleone per la Russia fu accompagnato dagli incendi. Bruciavano le città e i villaggi, bruciava tutto. A Smolènsk, Gzhàtsk, Màlyj Jaroslàvetz i francesi stessi spegnevano gli incendi. I Russi bruciavano tutto, le case, i negozi, le strade, i villaggi, le aree dei seminati… I contadini russi prendevano i forconi e con le loro famiglie, con il loro bestiame, con i loro gatti e cani, se ne andavano nei boschi. In mezzo a Mosca Napoleone si chiedeva perché tutta la città brucia e poi con tristezza, ma con eleganza scrisse: «Mosca si è trasformata in un mare di fuoco». Dopo più di cento anni Adolf Hitler raccolse quasi tutta l’Europa nazifascista e si avviò, cantando e ballando, suonando i tamburelli e tamburi, a conquistare di nuovo i barbari russi. Tutto è finito, come prima e come sempre, a Berlino! «Vanno, vanno per Berlino i nostri Cosacchi!» come si canta in una canzone dei tempi dopoguerra. Adesso gli Stati Uniti fanno un allegro girotondo con i suoi silenziosi e taciti burattini europei vicino ai confini russi. Come prima suonano i tamburelli e tamburi e ci sono gli stessi personaggi. Il teatro con gli stessi attori dei popoli ben conosciuti! Non dimenticatevi che noi, di nuovo, prenderemo i forconi!
4. «LE CITTA’» «ГОРОДА»
L’arte degli architetti russi affascinava Napoleone. Nei suoi ricordi lui descrive le bellezze dei muri e delle torri di Smolensk. Mosca colpi completamente l’Imperatore francese: «Mosca è costruita al pari di Roma, sulle sette colline e ha un panorama assai pittoresco. È una città semieuropea e semiorientale con duecento chiese e con mille cupole variopinte…». Che bel cronista, il bravo pioniere, lo scopritore di terre nuove. Come si dice: das ist Kulturträger cioè il Portatore della Cultura.
5. «LE STRADE» «ДОРОГИ»
Napoleone percorse molta strada russa, vide molte strade russe, ma nessuna strada lo soddisfò. La causa non è in maltempo. Nei suoi ricordi Napoleone chiama le strade russe straordinariamente impenetrabili. Lui, povero poveretto, sperava di camminare, cantando e ballando, per le strade percorribili e praticabili.
6. «IL TEMPO» «ПОГОДА»
Napoleone invase la Russia all’inizio dell’estate e venne fuori circa la primavera. Il bravo Imperatore della Francia fece in tempo a esprimere la propria opinione del tempo in Russia. Per esempio l’autunno per lui «era bellissimo e insolito in questi territori severi». Con il clima rigido russo Napoleone si scontrò nel momento svantaggioso e sfavorevole nei mesi della sua ritirata per quella strada bruciata di Smolensk.
7. «I PARTIGIANI» «ПАРТИЗАНЫ»
Molto lieto di confessare che Napoleone Bonaparte fu stato sbalordito dal comportamento sbagliato, scorretto e sballato del popolo russo. Napoleone scrive nei suoi ricordi: «Il più forte esercito non potrà condurre la guerra con successo contro tutto il popolo che decise di vincere o morire».
Buon giorno!
Zarevich
Il comandante illustre sottomesso, in pratica, tutta l’Europa, invece in Russia subì una sconfitta umiliante e perse un grande esercito. In ultima analisi, questa campagna amara costò del potere a Napoleone. Con che cosa s’imbattè Napoleone in Russia? Alcuni fattori che diventarono una causa del fiasco dell’Imperatore francese. Ma però, c’erano le cose che meravigliavano e affascinavano Napoleone.
1. «LA TATTICA DELL’ESERCITO RUSSO» «ТАКТИКА РУССКОЙ АРМИИ»
Con la tattica dell’esercito russo Napoleone era confitto letteralmente e in senso figurato. L’esercito russo sotto la guida del generale Barclay de Tolly (Барклай-де-Толли, 1761-1818) si teneva della tattica della ritirata. Il tale comportamento dell’avversario conveniva all’Imperatore francese che sognava di arrivare alla città di Smolènsk (Смоленск) con poche perdite. I francesi non conquistarono Smolensk, ma la ricevettero in «aspetto indecente», la città era vuota. Fermarsi a Smolensk era privo di senso ed anche muoversi avanti, era terribilmente! I soldati francesi entravano nelle vuote città russe, senza scorta di generi alimentari e si lasciavano prendere dal panico.
2. «I MURI SPESSI» «ТОЛСТЫЕ СТЕНЫ»
Il racconto dei muri non perforabili di Smolensk occupa una piena pagina negli appunti di viaggio di Napoleone. Dalla descrizione della bella veduta della città di Smolensk, Napoleone cerca di descrivere il tentativo fallito di acquistarla.
3. «GLI INCENDI» «ПОЖАРЫ»
Tutti i ricordi di Napoleone sono pubblicati e leggendoli noi possiamo venire a sapere e capire perché tutto il movimento dell’esercito di Napoleone per la Russia fu accompagnato dagli incendi. Bruciavano le città e i villaggi, bruciava tutto. A Smolènsk, Gzhàtsk, Màlyj Jaroslàvetz i francesi stessi spegnevano gli incendi. I Russi bruciavano tutto, le case, i negozi, le strade, i villaggi, le aree dei seminati… I contadini russi prendevano i forconi e con le loro famiglie, con il loro bestiame, con i loro gatti e cani, se ne andavano nei boschi. In mezzo a Mosca Napoleone si chiedeva perché tutta la città brucia e poi con tristezza, ma con eleganza scrisse: «Mosca si è trasformata in un mare di fuoco». Dopo più di cento anni Adolf Hitler raccolse quasi tutta l’Europa nazifascista e si avviò, cantando e ballando, suonando i tamburelli e tamburi, a conquistare di nuovo i barbari russi. Tutto è finito, come prima e come sempre, a Berlino! «Vanno, vanno per Berlino i nostri Cosacchi!» come si canta in una canzone dei tempi dopoguerra. Adesso gli Stati Uniti fanno un allegro girotondo con i suoi silenziosi e taciti burattini europei vicino ai confini russi. Come prima suonano i tamburelli e tamburi e ci sono gli stessi personaggi. Il teatro con gli stessi attori dei popoli ben conosciuti! Non dimenticatevi che noi, di nuovo, prenderemo i forconi!
4. «LE CITTA’» «ГОРОДА»
L’arte degli architetti russi affascinava Napoleone. Nei suoi ricordi lui descrive le bellezze dei muri e delle torri di Smolensk. Mosca colpi completamente l’Imperatore francese: «Mosca è costruita al pari di Roma, sulle sette colline e ha un panorama assai pittoresco. È una città semieuropea e semiorientale con duecento chiese e con mille cupole variopinte…». Che bel cronista, il bravo pioniere, lo scopritore di terre nuove. Come si dice: das ist Kulturträger cioè il Portatore della Cultura.
5. «LE STRADE» «ДОРОГИ»
Napoleone percorse molta strada russa, vide molte strade russe, ma nessuna strada lo soddisfò. La causa non è in maltempo. Nei suoi ricordi Napoleone chiama le strade russe straordinariamente impenetrabili. Lui, povero poveretto, sperava di camminare, cantando e ballando, per le strade percorribili e praticabili.
6. «IL TEMPO» «ПОГОДА»
Napoleone invase la Russia all’inizio dell’estate e venne fuori circa la primavera. Il bravo Imperatore della Francia fece in tempo a esprimere la propria opinione del tempo in Russia. Per esempio l’autunno per lui «era bellissimo e insolito in questi territori severi». Con il clima rigido russo Napoleone si scontrò nel momento svantaggioso e sfavorevole nei mesi della sua ritirata per quella strada bruciata di Smolensk.
7. «I PARTIGIANI» «ПАРТИЗАНЫ»
Molto lieto di confessare che Napoleone Bonaparte fu stato sbalordito dal comportamento sbagliato, scorretto e sballato del popolo russo. Napoleone scrive nei suoi ricordi: «Il più forte esercito non potrà condurre la guerra con successo contro tutto il popolo che decise di vincere o morire».
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Zarevich
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