Luba ha scritto: [Visualizza Messaggio]Come sai, forse, la Rus di Kiev fu uno stato medievale, e non si chiamava "Rus di Kiev", ma "Rus", "di Kiev" è stato aggiunto dagli studiosi di storia russi verso il novecento. Il nome Rossìa è nato nel seicento, etimoligia molto probabile dal nome Rus, perche a fondare la città di Mosca e a governare sono arrivati i Ruricovici, la dinastia di Rus. Ma nel novecento gli storici coninciarono ad attribuire il termine "Rus" alla Russia, chiamandola "La Grande Rus", la Bialorussia - La Rus Bianca è l'Ucraina quindi trasformata da Rus in Rus Piccola. Perché la Russia a quel tempo era gia molto espansa verso l'oriente.
Ci sono varie inesattezze: la parte "Государь, Царь и Великий князь всея Великия и Малыя и Белыя России Самодержец" venne aggiunta al titolo dei monarchi russi da Alessio, padre di Pietro il Grande, nel 1654, cioè nel Seicento. Non c'è colpa nessuna degli storici sovietici.
Poi: credo sia giusto ricordare che i termini Новгородская Русь e Киевская Русь sono stati introdotti dagli storici con l'obiettivo di differenziare i due grandi stati (anzi, modelli di stato) slavi orientali nel Medioevo.
La Rus di Kiev si era dissolta per far posto a diversi principati che non erano in grado di resistere né ai polacchi (la stessa Kiev appartenne al Gran Ducato Lituano e poi a Polonia fino al 1793!!!) né ai tartari, la ricostituzione dello stato russo cominciò a partire dal principato di Mosca. Quindi è logico che la differenziazione delle tre Russie sia stata quella. L'Ucraina (inizialmente, regione attorno a Kiev) è stata chiamata cosí perché si trovava al confine orientale dello stato polacco-lituano e solo piú tardi questo nome fu adottato dai cosacchi - per costituirsi un'identità propria.
Luba ha scritto: [Visualizza Messaggio]Ecco, "La Grande Rus ha unito per l'eternità le repubbliche "libere" in unione irremovibile."
Sì, la Grande Rus era alla guida. La forma dello stato cambiò da impero a unione, ma la politica di russificazione rimase la stessa.
In unione sovietica se non volevi essere semplice operaio o contadino, bastava imparare il russo, diventare comunista e solo cosi si poteva entrare nella classe dirigente. I comunisti non erano, certo esclusiavamente russi, ma esclusivamente russofoni.
Io direi che il rancore non riguarda la nazionalità...
Ma perché quelli russofoni che vivono in Lettonia disprezzano la cultura della terra che gli da il pane? La terra dove andranno sepolti un giorno? Io trovo giusta quella frase "Valigia, stazione, Russia", perché se non caghi la Lettonia, la tua patria, vattene in Russia, che è lei che la consideri tua patria.
Credo necessario ricordare che la Lettonia sin dall'indipendenza ha fatto una politica di discriminazione diametralmente opposta a quella sovietica - e persino peggiore. Credo che nessun altro stato al mondo abbia una percentuale cosí alta d'apolidi. La Lettonia, indipendente dal 1991, ricuperata che ebbe la sua indipendenza, riconobbe come i suoi cittadini solamente quelli che lo erano stati nel giugno del 1940 e i loro discendenti. Credo nessuno degli stati postsovietici abbia fatto una politica simile.
Dunque lo stato lettone s'è meritato quest'atteggiamento da parte degl'"immigrati" nel periodo sovietico.
Come può qualcuno considerare uno stato la sua patria se questo stato si comporta da madrastra?
Citiamo Wikipedia (fonte inaffidabile, ma tant'è...)
Citazione:После восстановления независимости 15 октября 1991 года Верховным Советом (избранным как ВС ЛССР в 1990 г.) было принято решение, предусматривающее, что только граждане Латвии на июнь 1940 года и их прямые потомки могут рассчитывать на признание их в качестве граждан Латвии. Для остальных жителей получение гражданства было возможно лишь за особые заслуги, позже в 1994 г. был принят закон о гражданстве, сделавший возможным (с 1998 г. — для большинства неграждан) получение гражданства после прохождения процедуры натурализации. Процедура натурализации возможна при сдаче специальных экзаменов по латышскому языку, истории, основам конституции и гимну Латвии, однако сам комиссар ЕС раскритиковал эту процедуру в отношении «коренных» неграждан[47].
Однако это не решило проблемы. Часть неграждан принципиально не желают проходить данную процедуру, так как не признают официальной версии Латвийской Республики по поводу событий 17 июня 1940 г. и незаконность последующего включения Латвии в состав СССР и считают, что они имеют право на получение гражданства автоматически. Другая часть неграждан признаёт вышеупомянутые события, однако считает незаконным принятие закона о гражданстве от 15 октября 1991 года, который автоматически лишал их политических прав, хотя они так же, как и титульная нация, принимали активное участие в создании новой независимой республики, и на баррикадах, и на опросе 3 марта 1991, однако их вернули в старую республику, где политические права им не собирались предоставлять
Ecco... ricorda un po' la politica del Congresso di Vienna di 1815, piú precisamente il desiderio di far tornare la storia indietro fino a un certo punto (prima della Rivoluzione Francese), e la politica della Germania Nazista che tolse la cittadinanza tedesca agli ebrei, pur nati, cresciuti e vissuti da sempre in Germania. Che poi lo stato lettone abbia piú tardi concesso agli apolidi (quelli migrati o trasferitisi in Lettoni dopo il 1940) la possibilità d'acquisire la cittadinanza dopo una serie d'esami mi pare un insulto.