Infatti per me è una novità assoluta.
Avevo anche erroneamente scritto "racconti", mentrein realtà sono composizioni in versi, poesie.
Molto interessante.
Oggetto: «MIKHAIL LERMONTOV: IL GRANDE POETA RUSSO»
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Non era comunque il primo, anche Puškin da giovane scriveva cose dello stesso genere. Poi c'erano nell'Ottocento anche degli autori (minori) che si specializzavano in questo genere.
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«LERMONTOV SENZA LUCENTEZZA»
«ЛЕРМОНТОВ БЕЗ ГЛЯНЦА»
A cura di Pavel Fòkin
Составитель: Павел Фокин
Casa Editrice «AMPHORA» San Pietroburgo 2007 (Pagine 240)
Издательство «АМФОРА» Санкт-Петербург 2007
In questo libro sono raccolti dei brani dai ricordi dei contemporanei di Mikhail Lermontov, dei suoi amici e dei suoi parenti. Dietro le numerose voci di ciascuno sotto la pretesa di imparzialità, un lettore può distinguere il tipo, il personaggio e il carattere contraddittorio del poeta.
Mikhaìl Lèrmontov (Михаил Лермонтов 1814-1841), il grande poeta e scrittore russo. Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX. Militare di carriera, durante la sua breve vita pubblicò soltanto un volume di poesie, «Versi» e il capolavoro in prosa, la raccolta di racconti «Un eroe del nostro tempo» («Герой нашего времени» 1840), mentre la sua opera poetica che più di ogni altra sarà esaltata nell'Ottocento, il «Il Demone» («Демон»), fu pubblicata postuma.
«ЛЕРМОНТОВ БЕЗ ГЛЯНЦА»
A cura di Pavel Fòkin
Составитель: Павел Фокин
Casa Editrice «AMPHORA» San Pietroburgo 2007 (Pagine 240)
Издательство «АМФОРА» Санкт-Петербург 2007
In questo libro sono raccolti dei brani dai ricordi dei contemporanei di Mikhail Lermontov, dei suoi amici e dei suoi parenti. Dietro le numerose voci di ciascuno sotto la pretesa di imparzialità, un lettore può distinguere il tipo, il personaggio e il carattere contraddittorio del poeta.
Mikhaìl Lèrmontov (Михаил Лермонтов 1814-1841), il grande poeta e scrittore russo. Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX. Militare di carriera, durante la sua breve vita pubblicò soltanto un volume di poesie, «Versi» e il capolavoro in prosa, la raccolta di racconti «Un eroe del nostro tempo» («Герой нашего времени» 1840), mentre la sua opera poetica che più di ogni altra sarà esaltata nell'Ottocento, il «Il Demone» («Демон»), fu pubblicata postuma.
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«MIKHAIL LERMONTOV»
Le opere complete in un volume
«МИХАИЛ ЛЕРМОНТОВ»
Полное собрание сочинений в одном томе
Casa Editrice «Alfa-kniga» Mosca (Pagine 1280)
Издательство «Альфа-книга» Москва 2009
Le presente raccolta di opere di Mikhail Lermontov in un volume include tutte le opere del poeta: le poesie, i poemi, i drammi, le opere prosaiche, i materiali dei taccuini, i progetti letterari, gli schizzi e gli appunti di diario.
Siamo abituati a leggere Lermontov in vari volumi, ma questa volta tutto è completo in un grande volume di 1280 pagine, cioè tutto Lermontov in un libro. Da una parte è un po’ scomodo leggere un libro così grande, ma dall’altra parte forse è piacevole prendere un volume in cui c’è tutto Lermontov. Questione di gusti. Mikhaìl Jùrjevich Lèrmontov (Михаил Юрьевич Лермонтов 1814-1841) visse una breve vita e scrisse non così tanto, ma come …
Le opere complete in un volume
«МИХАИЛ ЛЕРМОНТОВ»
Полное собрание сочинений в одном томе
Casa Editrice «Alfa-kniga» Mosca (Pagine 1280)
Издательство «Альфа-книга» Москва 2009
Le presente raccolta di opere di Mikhail Lermontov in un volume include tutte le opere del poeta: le poesie, i poemi, i drammi, le opere prosaiche, i materiali dei taccuini, i progetti letterari, gli schizzi e gli appunti di diario.
Siamo abituati a leggere Lermontov in vari volumi, ma questa volta tutto è completo in un grande volume di 1280 pagine, cioè tutto Lermontov in un libro. Da una parte è un po’ scomodo leggere un libro così grande, ma dall’altra parte forse è piacevole prendere un volume in cui c’è tutto Lermontov. Questione di gusti. Mikhaìl Jùrjevich Lèrmontov (Михаил Юрьевич Лермонтов 1814-1841) visse una breve vita e scrisse non così tanto, ma come …
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Mikhail Lermontov Михаил Лермонтов
«APPUNTI. PROGETTI. SOGGETTI. LETTERE»
«ЗАМЕТКИ. ПЛАНЫ. СЮЖЕТЫ. ПИСЬМА»
Casa Editrice «Librokom» Mosca 2011 (Pagine 104)
Издательство «Либроком» Москва 2011
Вниманию читателей предлагается книга великого русского поэта, прозаика и драматурга Михаила Лермонтова, в которую вошли дневниковые записи, путевые заметки писателя; планы и сюжеты его будущих произведений; переводы с английского и немецкого. Основное место в книге занимают письма Лермонтова к его родным и друзьям, написанные в период с 1827 по 1841 гг., вплоть до последнего месяца жизни поэта. В книгу также включены мысли, выписки и замечания разнообразного содержания, приписываемые Лермонтову. Книга будет интересна как специалистам - литературоведам, критикам, историкам культуры, в том числе исследователям творчества Михаила Лермонтова, так и самому широкому кругу читателей.
Mikhail Lèrmontov, in russo: Михаил Лермонтов (1814-1841) è stato un poeta e drammaturgo russo. Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX. Militare di carriera, durante la sua breve vita pubblica soltanto un volume di poesie, Versi e il capolavoro in prosa, la raccolta di racconti «Un eroe del nostro tempo» («Герой нашего времени» 1840), mentre la sua opera poetica che più di ogni altra sarà esaltata nell'Ottocento, «Il Demone» («Демон»), fu pubblicata postuma
«APPUNTI. PROGETTI. SOGGETTI. LETTERE»
«ЗАМЕТКИ. ПЛАНЫ. СЮЖЕТЫ. ПИСЬМА»
Casa Editrice «Librokom» Mosca 2011 (Pagine 104)
Издательство «Либроком» Москва 2011
Вниманию читателей предлагается книга великого русского поэта, прозаика и драматурга Михаила Лермонтова, в которую вошли дневниковые записи, путевые заметки писателя; планы и сюжеты его будущих произведений; переводы с английского и немецкого. Основное место в книге занимают письма Лермонтова к его родным и друзьям, написанные в период с 1827 по 1841 гг., вплоть до последнего месяца жизни поэта. В книгу также включены мысли, выписки и замечания разнообразного содержания, приписываемые Лермонтову. Книга будет интересна как специалистам - литературоведам, критикам, историкам культуры, в том числе исследователям творчества Михаила Лермонтова, так и самому широкому кругу читателей.
Mikhail Lèrmontov, in russo: Михаил Лермонтов (1814-1841) è stato un poeta e drammaturgo russo. Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX. Militare di carriera, durante la sua breve vita pubblica soltanto un volume di poesie, Versi e il capolavoro in prosa, la raccolta di racconti «Un eroe del nostro tempo» («Герой нашего времени» 1840), mentre la sua opera poetica che più di ogni altra sarà esaltata nell'Ottocento, «Il Demone» («Демон»), fu pubblicata postuma
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Il Giorno mondiale della Poesia (Всемирный День Поэзии) il 21 marzo 2014 alla città russa di Pènza (Пенза) sarà con la partecipazione dei migliori «lermontovologi» cioè degli specialisti in Lermontov. Mikhaìl Lèrmontov (Михаил Лермонтов, 1814–1841), il poeta, drammaturgo e pittore russo. Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX. Militare di carriera, durante la sua breve vita pubblica soltanto un volume di poesie, «Versi», e il capolavoro in prosa, il romanzo «Un eroe del nostro tempo» («Герой нашего времени») (1840), mentre la sua opera poetica che più di ogni altra sarà esaltata nell'Ottocento, «Il Demone» («Демон»), fu pubblicata postuma. Alla città di Perm arriveranno i migliori «lermontovologi» dell’Europa e dell’UNESCO. La festa si svolgerà nell’anno 200 anniversario dalla nascita di Mikhail Lermontov.
Arriveranno anche i migliori traduttori delle opere di Lermontov in inglese, italiano, tedesco, spagnolo… Arrivernno il direttore dell’Istituto della Cultura Italiana a Mosca Sig. Adriano dell’Asta, il coordinatore del «Programma lermontoviano» nella Biblioteca Nazionale della Scozia, il traduttore delle nuove traduzioni in inglese Alan Thomson. Tutti i «lermontovologi» porteranno i loro libri per organizzare la Mostra dei libri di Mikhail Lermontov.
Mikhail Lermontov viene allevato dalla nonna materna Elizaveta Arsenjeva, nella provincia di Tarkhàny (Тарханы), vicino alla città di Penza.L'allora villaggio di Tarkhany si chiama, oggi, Lermontov. Nel 1818 viaggia nel Caucaso, a Pjatigorsk (Пятигорск), dove tornò ripetutamente, negli anni 1820 e 1825. Adolescente si appassiona di letteratura leggendo avidamente Byron e cominciando a scrivere appena quindicenne. Nel 1828 entra nella scuola privata «Pensione Nobile». Scrive «I circassi», «Il prigioniero del Caucaso», «Il corsaro». Nel 1830 si iscrive all'Università di Mosca, che lascia nel 1832 per la morte del padre e per i sospetti delle autorità accademiche. A Pjatigorsk nell'aprile 1841 ritrova un vecchio compagno d'armi, Nikolaj Martynov (Николай Мартынов). Qualche mese più tardi sarà proprio quest'ultimo, per un'offesa ricevuta, a sfidarlo a duello e ucciderlo, negli stessi luoghi dove era ambientato il duello descritto nell'«Eroe del nostro tempo».
Arriveranno anche i migliori traduttori delle opere di Lermontov in inglese, italiano, tedesco, spagnolo… Arrivernno il direttore dell’Istituto della Cultura Italiana a Mosca Sig. Adriano dell’Asta, il coordinatore del «Programma lermontoviano» nella Biblioteca Nazionale della Scozia, il traduttore delle nuove traduzioni in inglese Alan Thomson. Tutti i «lermontovologi» porteranno i loro libri per organizzare la Mostra dei libri di Mikhail Lermontov.
Mikhail Lermontov viene allevato dalla nonna materna Elizaveta Arsenjeva, nella provincia di Tarkhàny (Тарханы), vicino alla città di Penza.L'allora villaggio di Tarkhany si chiama, oggi, Lermontov. Nel 1818 viaggia nel Caucaso, a Pjatigorsk (Пятигорск), dove tornò ripetutamente, negli anni 1820 e 1825. Adolescente si appassiona di letteratura leggendo avidamente Byron e cominciando a scrivere appena quindicenne. Nel 1828 entra nella scuola privata «Pensione Nobile». Scrive «I circassi», «Il prigioniero del Caucaso», «Il corsaro». Nel 1830 si iscrive all'Università di Mosca, che lascia nel 1832 per la morte del padre e per i sospetti delle autorità accademiche. A Pjatigorsk nell'aprile 1841 ritrova un vecchio compagno d'armi, Nikolaj Martynov (Николай Мартынов). Qualche mese più tardi sarà proprio quest'ultimo, per un'offesa ricevuta, a sfidarlo a duello e ucciderlo, negli stessi luoghi dove era ambientato il duello descritto nell'«Eroe del nostro tempo».
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ВАЛЕРИК - VALERIK
Valerik è una poesia a tema militare. Il poeta Lermontov racconta di una battaglia realmente accaduta, alla quale egli stesso prese parte con il suo reggimento durante la conquista del Caucaso. La poesia inizia come una lettera di amore a una donna sconosciuta, che non corrisponde l'amore del poeta. In questa parte della lirica il poeta afferma che, nonostante la irrealizzabilità dei suoi desideri, egli non riesce a dimenticarla, poiché è penetrata troppo a fondo nel suo cuore. I versi introduttivi esprimono efficacemente la forza dell'amore, che lascia una traccia indelebile nella memoria dell'uomo.
Questa sofferenza amorosa viene paragonata a una croce che il poeta ha imparato a portare remissivamente. Egli ha imparato a rassegnarsi al destino, grazie alla dura vita militare, che costringe a guardare diversamente alla propria esistenza. "Da Dio non chiedo felicità e, tacendo, sopporto il male. (...) anche la vita nomade ogni ora, le fatiche, le preoccupazioni notte e giorno, tutto, ostacolando il pensiero, conduce ad uno stadio primordiale l’anima malata: il cuore dorme, non c’è spazio per l’immaginazione… non c’è alcun lavorio nella mente…"
Più avanti, Lermontov descrive due scene di battaglia. I tratti più interessanti di queste descrizioni sono l'attenzione ai particolari, lo stile quasi "impressionistico" delle frasi, con un diffuso utilizzo dei punti di sospensione e delle frasi nominali, e infine l'utilizzo del discorso diretto. In particolare il discorso diretto permette al lettore di sentirsi parte della battaglia e entrare nel personaggio del poeta.
Ci sono alcune scene particolarmente espressive, come quella dove il poeta prova a bere dal torrente Valerik e scopre che l'acqua è impregnata di sangue, o la scena della morte del generale, circondato dai suoi soldati. Alla fine della poesia il poeta si inoltra in una digressione sul senso morale della guerra, attribuendole un significato molto negativo: "E con una tristezza segreta del cuore io pensavo: misero uomo. Che cosa vuole!.. il cielo è terso, sotto al cielo c’è tanto spazio per tutti, ma incessantemente e inutilmente solo lui combatte - perché?"
Questi versi fanno capire la ambigua posizione di Lermontov riguardo alla conquista del Caucaso, che egli approvava da un punto di vista politico, ma odiava nella sfera della morale. Ancora, l'anima del poeta era divisa fra il godimento estetico della battaglia, "Ma in queste ardite battaglie abbonda il divertimento, scarseggia la ragione; In una tiepida sera, accadeva che le ammirassimo, senza l’agitazione sanguinaria, come un tragico balletto;" e il futile bagno di sangue, da essa causato.
La poesia si conclude con una apostrofe finale alla donna amata.
Vi scrivo per caso; a dire il vero
non so come e per che cosa.
Ho già perso questo diritto.
E cosa vi dirò? nulla!
Che vi ricordo? ma, buon Dio, 5
Voi questo lo sapete da tempo;
e, certo, non ve ne importa nulla.
E voi non avete bisogno di sapere
dove sono? cosa faccio? In che angolo sperduto mi trovo?
Nell’animo siamo estranei l’uno all’altro, 10
e difficilmente c’è un’affinità spirituale.
Leggendo le pagine del passato,
analizzandole in ordine,
Ora, a mente fredda,
Mi disilludo di tutto. 15
Che buffo essere ipocrita col cuore
davanti a sé per tanti anni;
Piuttosto è meglio prendere in giro il mondo!
E, tra l’altro, a che serve credere
a ciò, che non c’è più?.. 20
E’ folle attendere un amore a distanza?
Nel nostro secolo tutti i sentimenti hanno un termine;
ma io vi ricordo, e anzi,
io non potei in alcun modo dimenticarvi!
Innanzitutto perché molto 25
e a lungo, a lungo io vi amai,
poi con sofferenza e angoscia
pagai i giorni di beatitudine;
poi nello sterile pentimento
trascinai una catena di pesanti anni; 30
e nel freddo ripensamento
uccisi l’ultimo fiore della vita.
Avvicinandomi circospetto alle persone,
dimenticai il rumore delle giovanili monellerie,
l’amore, la poesia, ma voi, 35
mi fu impossibile dimenticarvi
E a questo pensiero mi sono abituato,
La mia croce porto senza lamentarmi:
Questa o quella punizione?
Non è forse tutto uguale? Ho compreso la vita; 40
Al destino come turco o come tataro
per tutto io sono ugualmente riconoscente;
Da Dio non chiedo felicità
e, tacendo, sopporto il male.
Può darsi, i cieli dell’Oriente 45
all’insegnamento del loro profeta
mi avvicinarono involontariamente. Inoltre,
anche la vita nomade ogni ora,
le fatiche, le preoccupazioni notte e giorno,
tutto, ostacolando il pensiero, 50
conduce ad uno stadio primordiale
l’anima malata: il cuore dorme,
non c’è spazio per l’immaginazione…
non c’è alcun lavorio nella mente…
In compenso giaci nell’erba fitta, 55
e sonnecchi sotto l’ampia ombra
dei platani o dei vitigni,
tutt’attorno biancheggiano le tende;
gli smagriti cavalli dei cosacchi
stanno accanto, dondolando il muso: 60
presso i cannoni di ferro sonnecchia la guardia,
appena appena fumano le micce;
A due a due una catena di soldati sta in lontananza;
Le baionette ardono sotto il sole del sud.
Ecco un discorso sull’antichità 65
odo dalla tenda vicina;
Come sotto Ermolov andassero a combattere
in Cecenia, in Avaria, sulle montagne;
Come là combattessero, come noi li sconfiggemmo,
come ce le buscammo anche noi; 70
E vedo in vicinanza
presso il fiumicello, seguendo l’insegnamento del profeta,
il pacifico tataro che il suo namaz
compie, non alzando lo sguardo;
ma ecco degli altri siedono in cerchio. 75
Amo il colore dei loro visi gialli,
simile al colore dei nagoviz (calze dei cosacchi),
i loro copricapi, le maniche sottili,
il loro ombroso e astuto sguardo
e il loro tono gutturale. 80
Ascolta - un sparo lontano! Ha ronzato
la pallottola vagante… Piacevole suono…
Ecco un grido - e di nuovo tutto attorno
si è zittito… Ma il caldo è calato,
portano i cavalli all’abbeveratoio, 85
la fanteria si è mossa;
Ecco uno è partito al galoppo, un altro!
Rumore, vocio. Dov’è la seconda compagnia?
Cosa, caricare i cavalli? - e il capitano?
Fate avanzare i carri, veloci! 90
Savelich! Eccomi - dammi l’acciarino! .
il tamburo ha suonato l’allerta -
risuona la musica del reggimento;
muovendosi fra le colonne,
rumoreggiano i cannoni. Il generale 95
in avanti con il seguito si è lanciato…
Si sparsero nell’ampio campo,
come api, urlando, i cosacchi;
già s’intravedevano le insegne
là sul margine del bosco - due e più. 100
Ed ecco un Miurid (tipo di musulmano) in turbante
con la Cerkesska rossa (tipo di abito) cavalca solenne,
il cavallo grigio-chiaro scalpita tutto,
si agita, nitrisce - chi è il coraggioso?
Chi combatterà contro di lui la fatale battaglia!.. 105
Ora, guardate: col cappello nero
si lancia un cosacco di Greben;
estrae agilmente il fucile,
è già vicino… Uno sparo… Fumo sottile…
Ehi voi, cosacchi, dietro di lui… 110
Cosa? Ferito!.. - Non è nulla, un’inezia…
e comincia la sparatoria…
Ma in queste ardite battaglie
abbonda il divertimento, scarseggia la ragione;
In una tiepida sera, accadeva che 115
le ammirassimo,
senza l’agitazione sanguinaria,
come un tragico balletto;
In compenso io vidi rappresentazioni
che sul palco da voi non compaiono… 120
Una volta - eravamo vicino a Gihi -
attraversavamo un bosco oscuro;
Respirando fuoco, ardeva sopra di noi
la volta celeste azzurro acceso.
Ci era stato promesso uno scontro crudele. 125
Dalle montagne della lontana Ichkeria
già in Cecenia al richiamo fraterno
accorrevano folle di arditi.
Sulle foreste antiche
brillavano i fari tutto attorno; 130
E il loro fumo ora si innalzava in una colonna,
ora si stendeva in nuvole;
e i boschi avevano preso vita;
Voci si richiamavano selvaggiamente
sotto i loro verdi padiglioni. 135
Non appena il convoglio si portò
nella radura, l’ azione cominciò;
ascolta! Nella retroguardia chiedono l’ artiglieria;
ecco portano i fucili dai cespugli,
ecco trascinano la gente per le gambe 140
e chiamano a squarciagola dei medici;
ma ecco a sinistra, dal margine del bosco,
all’improvviso, strillando, si sono gettati sui cannoni;
e da una grandine di pallottole dalle cime degli alberi
il distaccamento è bersagliato. Davanti, però, 145
tutto è calmo - là fra i cespugli
correva un torrente. Ci avviciniamo.
Lanciammo qualche granata;
ci spostammo ancora; tacciono;
Ma ecco sopra una barricata di tronchi un cumulo 150
di armi è sembrato che brillasse;
poi guizzarono due copricapi;
e di nuovo tutto si nascose nell’erba.
Era un silenzio minaccioso,
non durò a lungo, 155
ma in questa strana attesa
più di un cuore iniziò a battere forte.
D’un tratto una salva… Guardiamo: giacciono a file
che bisogno c’è? I reggimenti locali
sono composti da gente esperta… con le baionette, 160
tutti uniti! risuonò dietro di noi.
Il sangue ribollì nel petto!
Tutti gli ufficiali in prima fila,
in sella si scagliò sulla barricata
chi non riuscì a balzare giù dal cavallo… 165
Urrà - e cessò - ecco i coltelli
e i calci dei fucili! - e cominciò il massacro.
E due ore nei flussi del torrente
la battaglia durò. Si maciullarono crudelmente
come animali, silenziosi, petto contro petto 170
arginarono il ruscello coi cadaveri.
Volevo attingere all’acqua….
(sia la calura sia la battaglia mi avevano sfinito),
ma l’onda torbida
era calda, era rossa. 175
Sulla riva, sotto l’ombra della quercia,
attraversata la prima fila della barricata
stava un cerchio. Un soldato
era inginocchiato; cupa, brutale
era l’ espressione dei volti, 180
ma lacrime scendevano dalle ciglia,
coperte di polvere… Sul cappotto,
di schiena appoggiato all’albero, giaceva
il loro capitano. Stava morendo;
Nel suo petto si intravedevano appena 185
due ferite; il sangue si era un pochino
trasudava. Ma il petto verso l’alto
e con difficoltà si sollevava, lo sguardo
vagava spaventosamente, egli bisbigliava…
Salvatemi, fratelli. - lo trascinano sulle montagne (?) 190
Aspettate - il generale è ferito…
non sentono… A lungo egli ansimò,
ma sempre più debolmente e a poco a poco
si acquietò e consegnò l’anima a Dio;
Appoggiandosi ai fucili, attorno 195
stavano i baffoni grigi…
e piangevano piano… Poi
i suoi resti da combattente
coprirono accuratamente con una mantella
e li portarono via. Tormentato dalla sofferenza 200
immobile li guardai da dietro.
Nel mentre compagni, amici
con un sospiro chiamavano vicino;
ma non trovai nell’anima mia
né compassione né tristezza. 205
Già tutto si era acquietato; i corpi
erano stati trascinati in un mucchio, il sangue scorreva
in un rivolo fumoso fra le pietre,
della sua pesante esalazione
l’aria era piena. Il generale 210
sedeva all’ombra sul tamburo
e riceveva i rapporti.
Il bosco circostante, come immerso nella nebbia,
diventava azzurro nel fumo polveroso.
E là in lontananza, in una catena disordinata 215
si stagliavano le montagne - e il Kasbek
svettava con la cima appuntita.
E con una tristezza segreta del cuore
io pensavo: misero uomo. 220
Che cosa vuole!.. il cielo è terso,
sotto al cielo c’è tanto spazio per tutti,
ma incessantemente e inutilmente
solo lui combatte - perché?
Galub interruppe il mio fantasticare, 225
toccandomi sulla spalla; egli era
un mio kunak (fratello di sangue): gli chiesi,
come si chiama questo posto?
Egli mi rispose: Valerik,
e tradotto nella vostra lingua, 230
significa fiume della morte: probabilmente,
assegnato da genti antiche.
- e quanti combatterono di loro all’incirca
oggi? - Fino a settemila
- E ne persero molti i montanari? 235
- Come saperlo? - Perché non avete contato!
Sì! resterà, qualcuno disse,
nella loro memoria questo giorno insanguinato.
Il ceceno assunse uno sguardo astuto
e scosse la testa. 240
Ma io temo di annoiarvi,
negli svaghi del gran mondo vi paiono ridicole
le preoccupazioni primitive della guerra;
Non siete abituata a tormentare la vostra mente
con il pesante pensiero della fine; 245
Sul vostro giovane viso
Tracce di affanno e tristezza
non si trovano, ed è improbabile che voi
da vicino qualche volta vedeste
qualcuno morire. Dio vi conceda 250
di non vederlo: delle altre angosce
c’è né già abbastanza. Nell’abnegazione
non è forse meglio finire il percorso della vita?
e addormentarsi di un sonno profondo
sognando un rapido risveglio? 255
Ora addio: se
il mio semplice racconto vi
divertirà, vi avvincerà anche solo un poco
io sarò felice. E se così non fosse? -
Perdonatemelo come una birichinata 260
e mormorate piano: che eccentrico!..
Valerik è una poesia a tema militare. Il poeta Lermontov racconta di una battaglia realmente accaduta, alla quale egli stesso prese parte con il suo reggimento durante la conquista del Caucaso. La poesia inizia come una lettera di amore a una donna sconosciuta, che non corrisponde l'amore del poeta. In questa parte della lirica il poeta afferma che, nonostante la irrealizzabilità dei suoi desideri, egli non riesce a dimenticarla, poiché è penetrata troppo a fondo nel suo cuore. I versi introduttivi esprimono efficacemente la forza dell'amore, che lascia una traccia indelebile nella memoria dell'uomo.
Questa sofferenza amorosa viene paragonata a una croce che il poeta ha imparato a portare remissivamente. Egli ha imparato a rassegnarsi al destino, grazie alla dura vita militare, che costringe a guardare diversamente alla propria esistenza. "Da Dio non chiedo felicità e, tacendo, sopporto il male. (...) anche la vita nomade ogni ora, le fatiche, le preoccupazioni notte e giorno, tutto, ostacolando il pensiero, conduce ad uno stadio primordiale l’anima malata: il cuore dorme, non c’è spazio per l’immaginazione… non c’è alcun lavorio nella mente…"
Più avanti, Lermontov descrive due scene di battaglia. I tratti più interessanti di queste descrizioni sono l'attenzione ai particolari, lo stile quasi "impressionistico" delle frasi, con un diffuso utilizzo dei punti di sospensione e delle frasi nominali, e infine l'utilizzo del discorso diretto. In particolare il discorso diretto permette al lettore di sentirsi parte della battaglia e entrare nel personaggio del poeta.
Ci sono alcune scene particolarmente espressive, come quella dove il poeta prova a bere dal torrente Valerik e scopre che l'acqua è impregnata di sangue, o la scena della morte del generale, circondato dai suoi soldati. Alla fine della poesia il poeta si inoltra in una digressione sul senso morale della guerra, attribuendole un significato molto negativo: "E con una tristezza segreta del cuore io pensavo: misero uomo. Che cosa vuole!.. il cielo è terso, sotto al cielo c’è tanto spazio per tutti, ma incessantemente e inutilmente solo lui combatte - perché?"
Questi versi fanno capire la ambigua posizione di Lermontov riguardo alla conquista del Caucaso, che egli approvava da un punto di vista politico, ma odiava nella sfera della morale. Ancora, l'anima del poeta era divisa fra il godimento estetico della battaglia, "Ma in queste ardite battaglie abbonda il divertimento, scarseggia la ragione; In una tiepida sera, accadeva che le ammirassimo, senza l’agitazione sanguinaria, come un tragico balletto;" e il futile bagno di sangue, da essa causato.
La poesia si conclude con una apostrofe finale alla donna amata.
Vi scrivo per caso; a dire il vero
non so come e per che cosa.
Ho già perso questo diritto.
E cosa vi dirò? nulla!
Che vi ricordo? ma, buon Dio, 5
Voi questo lo sapete da tempo;
e, certo, non ve ne importa nulla.
E voi non avete bisogno di sapere
dove sono? cosa faccio? In che angolo sperduto mi trovo?
Nell’animo siamo estranei l’uno all’altro, 10
e difficilmente c’è un’affinità spirituale.
Leggendo le pagine del passato,
analizzandole in ordine,
Ora, a mente fredda,
Mi disilludo di tutto. 15
Che buffo essere ipocrita col cuore
davanti a sé per tanti anni;
Piuttosto è meglio prendere in giro il mondo!
E, tra l’altro, a che serve credere
a ciò, che non c’è più?.. 20
E’ folle attendere un amore a distanza?
Nel nostro secolo tutti i sentimenti hanno un termine;
ma io vi ricordo, e anzi,
io non potei in alcun modo dimenticarvi!
Innanzitutto perché molto 25
e a lungo, a lungo io vi amai,
poi con sofferenza e angoscia
pagai i giorni di beatitudine;
poi nello sterile pentimento
trascinai una catena di pesanti anni; 30
e nel freddo ripensamento
uccisi l’ultimo fiore della vita.
Avvicinandomi circospetto alle persone,
dimenticai il rumore delle giovanili monellerie,
l’amore, la poesia, ma voi, 35
mi fu impossibile dimenticarvi
E a questo pensiero mi sono abituato,
La mia croce porto senza lamentarmi:
Questa o quella punizione?
Non è forse tutto uguale? Ho compreso la vita; 40
Al destino come turco o come tataro
per tutto io sono ugualmente riconoscente;
Da Dio non chiedo felicità
e, tacendo, sopporto il male.
Può darsi, i cieli dell’Oriente 45
all’insegnamento del loro profeta
mi avvicinarono involontariamente. Inoltre,
anche la vita nomade ogni ora,
le fatiche, le preoccupazioni notte e giorno,
tutto, ostacolando il pensiero, 50
conduce ad uno stadio primordiale
l’anima malata: il cuore dorme,
non c’è spazio per l’immaginazione…
non c’è alcun lavorio nella mente…
In compenso giaci nell’erba fitta, 55
e sonnecchi sotto l’ampia ombra
dei platani o dei vitigni,
tutt’attorno biancheggiano le tende;
gli smagriti cavalli dei cosacchi
stanno accanto, dondolando il muso: 60
presso i cannoni di ferro sonnecchia la guardia,
appena appena fumano le micce;
A due a due una catena di soldati sta in lontananza;
Le baionette ardono sotto il sole del sud.
Ecco un discorso sull’antichità 65
odo dalla tenda vicina;
Come sotto Ermolov andassero a combattere
in Cecenia, in Avaria, sulle montagne;
Come là combattessero, come noi li sconfiggemmo,
come ce le buscammo anche noi; 70
E vedo in vicinanza
presso il fiumicello, seguendo l’insegnamento del profeta,
il pacifico tataro che il suo namaz
compie, non alzando lo sguardo;
ma ecco degli altri siedono in cerchio. 75
Amo il colore dei loro visi gialli,
simile al colore dei nagoviz (calze dei cosacchi),
i loro copricapi, le maniche sottili,
il loro ombroso e astuto sguardo
e il loro tono gutturale. 80
Ascolta - un sparo lontano! Ha ronzato
la pallottola vagante… Piacevole suono…
Ecco un grido - e di nuovo tutto attorno
si è zittito… Ma il caldo è calato,
portano i cavalli all’abbeveratoio, 85
la fanteria si è mossa;
Ecco uno è partito al galoppo, un altro!
Rumore, vocio. Dov’è la seconda compagnia?
Cosa, caricare i cavalli? - e il capitano?
Fate avanzare i carri, veloci! 90
Savelich! Eccomi - dammi l’acciarino! .
il tamburo ha suonato l’allerta -
risuona la musica del reggimento;
muovendosi fra le colonne,
rumoreggiano i cannoni. Il generale 95
in avanti con il seguito si è lanciato…
Si sparsero nell’ampio campo,
come api, urlando, i cosacchi;
già s’intravedevano le insegne
là sul margine del bosco - due e più. 100
Ed ecco un Miurid (tipo di musulmano) in turbante
con la Cerkesska rossa (tipo di abito) cavalca solenne,
il cavallo grigio-chiaro scalpita tutto,
si agita, nitrisce - chi è il coraggioso?
Chi combatterà contro di lui la fatale battaglia!.. 105
Ora, guardate: col cappello nero
si lancia un cosacco di Greben;
estrae agilmente il fucile,
è già vicino… Uno sparo… Fumo sottile…
Ehi voi, cosacchi, dietro di lui… 110
Cosa? Ferito!.. - Non è nulla, un’inezia…
e comincia la sparatoria…
Ma in queste ardite battaglie
abbonda il divertimento, scarseggia la ragione;
In una tiepida sera, accadeva che 115
le ammirassimo,
senza l’agitazione sanguinaria,
come un tragico balletto;
In compenso io vidi rappresentazioni
che sul palco da voi non compaiono… 120
Una volta - eravamo vicino a Gihi -
attraversavamo un bosco oscuro;
Respirando fuoco, ardeva sopra di noi
la volta celeste azzurro acceso.
Ci era stato promesso uno scontro crudele. 125
Dalle montagne della lontana Ichkeria
già in Cecenia al richiamo fraterno
accorrevano folle di arditi.
Sulle foreste antiche
brillavano i fari tutto attorno; 130
E il loro fumo ora si innalzava in una colonna,
ora si stendeva in nuvole;
e i boschi avevano preso vita;
Voci si richiamavano selvaggiamente
sotto i loro verdi padiglioni. 135
Non appena il convoglio si portò
nella radura, l’ azione cominciò;
ascolta! Nella retroguardia chiedono l’ artiglieria;
ecco portano i fucili dai cespugli,
ecco trascinano la gente per le gambe 140
e chiamano a squarciagola dei medici;
ma ecco a sinistra, dal margine del bosco,
all’improvviso, strillando, si sono gettati sui cannoni;
e da una grandine di pallottole dalle cime degli alberi
il distaccamento è bersagliato. Davanti, però, 145
tutto è calmo - là fra i cespugli
correva un torrente. Ci avviciniamo.
Lanciammo qualche granata;
ci spostammo ancora; tacciono;
Ma ecco sopra una barricata di tronchi un cumulo 150
di armi è sembrato che brillasse;
poi guizzarono due copricapi;
e di nuovo tutto si nascose nell’erba.
Era un silenzio minaccioso,
non durò a lungo, 155
ma in questa strana attesa
più di un cuore iniziò a battere forte.
D’un tratto una salva… Guardiamo: giacciono a file
che bisogno c’è? I reggimenti locali
sono composti da gente esperta… con le baionette, 160
tutti uniti! risuonò dietro di noi.
Il sangue ribollì nel petto!
Tutti gli ufficiali in prima fila,
in sella si scagliò sulla barricata
chi non riuscì a balzare giù dal cavallo… 165
Urrà - e cessò - ecco i coltelli
e i calci dei fucili! - e cominciò il massacro.
E due ore nei flussi del torrente
la battaglia durò. Si maciullarono crudelmente
come animali, silenziosi, petto contro petto 170
arginarono il ruscello coi cadaveri.
Volevo attingere all’acqua….
(sia la calura sia la battaglia mi avevano sfinito),
ma l’onda torbida
era calda, era rossa. 175
Sulla riva, sotto l’ombra della quercia,
attraversata la prima fila della barricata
stava un cerchio. Un soldato
era inginocchiato; cupa, brutale
era l’ espressione dei volti, 180
ma lacrime scendevano dalle ciglia,
coperte di polvere… Sul cappotto,
di schiena appoggiato all’albero, giaceva
il loro capitano. Stava morendo;
Nel suo petto si intravedevano appena 185
due ferite; il sangue si era un pochino
trasudava. Ma il petto verso l’alto
e con difficoltà si sollevava, lo sguardo
vagava spaventosamente, egli bisbigliava…
Salvatemi, fratelli. - lo trascinano sulle montagne (?) 190
Aspettate - il generale è ferito…
non sentono… A lungo egli ansimò,
ma sempre più debolmente e a poco a poco
si acquietò e consegnò l’anima a Dio;
Appoggiandosi ai fucili, attorno 195
stavano i baffoni grigi…
e piangevano piano… Poi
i suoi resti da combattente
coprirono accuratamente con una mantella
e li portarono via. Tormentato dalla sofferenza 200
immobile li guardai da dietro.
Nel mentre compagni, amici
con un sospiro chiamavano vicino;
ma non trovai nell’anima mia
né compassione né tristezza. 205
Già tutto si era acquietato; i corpi
erano stati trascinati in un mucchio, il sangue scorreva
in un rivolo fumoso fra le pietre,
della sua pesante esalazione
l’aria era piena. Il generale 210
sedeva all’ombra sul tamburo
e riceveva i rapporti.
Il bosco circostante, come immerso nella nebbia,
diventava azzurro nel fumo polveroso.
E là in lontananza, in una catena disordinata 215
si stagliavano le montagne - e il Kasbek
svettava con la cima appuntita.
E con una tristezza segreta del cuore
io pensavo: misero uomo. 220
Che cosa vuole!.. il cielo è terso,
sotto al cielo c’è tanto spazio per tutti,
ma incessantemente e inutilmente
solo lui combatte - perché?
Galub interruppe il mio fantasticare, 225
toccandomi sulla spalla; egli era
un mio kunak (fratello di sangue): gli chiesi,
come si chiama questo posto?
Egli mi rispose: Valerik,
e tradotto nella vostra lingua, 230
significa fiume della morte: probabilmente,
assegnato da genti antiche.
- e quanti combatterono di loro all’incirca
oggi? - Fino a settemila
- E ne persero molti i montanari? 235
- Come saperlo? - Perché non avete contato!
Sì! resterà, qualcuno disse,
nella loro memoria questo giorno insanguinato.
Il ceceno assunse uno sguardo astuto
e scosse la testa. 240
Ma io temo di annoiarvi,
negli svaghi del gran mondo vi paiono ridicole
le preoccupazioni primitive della guerra;
Non siete abituata a tormentare la vostra mente
con il pesante pensiero della fine; 245
Sul vostro giovane viso
Tracce di affanno e tristezza
non si trovano, ed è improbabile che voi
da vicino qualche volta vedeste
qualcuno morire. Dio vi conceda 250
di non vederlo: delle altre angosce
c’è né già abbastanza. Nell’abnegazione
non è forse meglio finire il percorso della vita?
e addormentarsi di un sonno profondo
sognando un rapido risveglio? 255
Ora addio: se
il mio semplice racconto vi
divertirà, vi avvincerà anche solo un poco
io sarò felice. E se così non fosse? -
Perdonatemelo come una birichinata 260
e mormorate piano: che eccentrico!..
Oggetto: «MIKHAIL LERMONTOV: IL GRANDE POETA RUSSO»
E' morto il poeta! Il servo dell'onore
è caduto, calunniato dalle dicerie,
con una pallottola in petto e una sete di vendetta,
reclinando il fiero capo!.
Non resse l' anima del poeta
l'onta delle meschine offese,
insorse egli contro i pareri della società
solo come prima… e ucciso!
Ucciso!.. a che servono ora il piagnucolio,
Il futile coro delle vuote lodi,
e il pietoso bisbiglio di giustificazione?
S'è compiuta la sentenza del destino!
Non eravate proprio voi che poco fa tanto malignamente perseguitavate
il suo libero, audace dono
E per divertimento ravvivavate il fuoco appena nascosto?
E ora? Rallegratevi.. - egli i tormenti
ultimi non riuscì a sopportare:
Si spense, come un lume, genio stupendo,
appassì la ghirlanda gloriosa.
Il suo assassino a sangue freddo
recò il colpo… Nessuna via di scampo:
il cuore vuoto batte regolarmente
nella mano non tremò la pistola.
C'è forse da stupirsi?… Da lontano,
Simile a centinaia di fuggiaschi,
a caccia di fortuna e onori
fu portato a noi per volere del destino;
ridendo, egli impunemente disprezzava
la lingua della terra straniera e i costumi;
Non poteva aver compassione del nostra gloria;
Non poteva egli capire in quell'attimo sanguinoso
su cosa egli alzava la mano.
E lui è stato ucciso - e fagocitato dalla tomba;
Come quel cantante, sconosciuto, ma caro al cuore,
vittima della sorda invidia,
cantato da lui con una tale prodigiosa forza
abbattuto, come pure lui, da una mano spietata.
Perché dai pacifici agi e dall'amicizia semplice
entrò egli in questa società invidiosa e opprimente
per il cuore libere e le focose passioni?
Perché diede egli la mano ai calunniatori insignificanti,
Perché credette egli alla parole e alle false cordialità,
Lui, che sin dai giovani anni aveva capito le persone?
E levata la precedente ghirlanda - essi una corona di spine,
tessuta con allori, posero su di lui:
ma le spine nascoste crudelmente
ferivano la prodigiosa fronte;
i suoi ultimi attimi furono avvelenati
dal vile sussurro dei beffardi ignoranti.
Tacquero i suoni delle meravigliose canzoni, non sarà più permesso loro di risuonare ancora:
il rifugio del poeta è cupo e angusto,
e sulle sue labbra è posto un sigillo.
E voi, superbi discendenti
dei padri famosi per la loro codardia,
che con il vostro piede vile calpestate i resti
dei lignaggi offesi dal gioco della fortuna!
Voi, che in famelica turba vi affollate attorno al trono,
carnefici della Libertà, del Genio e della Gloria!
Vi nascondete sotto il velo della legge,
Davanti a voi il tribunale e la verità sempre tacciono!…
Ma c'è un giudizio divino, amici della dissolutezza!
C'è un tremendo tribunale: vi aspetta;
non è corruttibile dal suono dell'oro,
e i pensieri e le azioni conosce in anticipo.
Allora invano ricorrerete alla maldicenza:
Essa non vi aiuterà di nuovo,
E voi non laverete con tutto il vostro nero sangue
il sangue giusto del poeta.
Questa poesia guadagnò a Lermontov una grande popolarità. Dalla sua pubblicazione Lermontov divenne uno dei poeti più noti in Russia. Il lettore contemporaneo viene colpito dalla forza espressiva dell'opera. Lo stile della poesia è caratterizzato dagli elementi tipici della lingua parlata: sono presenti molte anafore, domande retoriche, reticenze (espresse per mezzo dei punti di sospensione).
Questo aspetto dell'opera produce una tale impressione e sembra di sentire la voce del poeta che parla. Davanti agli occhi si presenta istintivamente la figura di Lermontov, che, in una disperazione profonda per la morte di Pushkin, grida e condanna i nobili maldicenti.
Ancora un interessante elemento di quest'opera: la profonda ira di Lermontov contro i nobili lo distingue dal poeta qui esaltato, ovvero da Pushkin. Pushkin non avrebbe mai utilizzato parole talmente crudeli, come sono state utilizzate in quest'opera, riguardo all'alta società e alla nobiltà. Certamente, Pushkin vedeva molti aspetti negativi della vita mondana, ma non giunse mai un tale tono estremo di odio. Così, è possibile affermare che una delle differenze fra Pushkin e Lermontov consiste nella severità e la cupezza di quest'ultimo in contrasto con la leggerezza e l'armonia del primo.
Это стихотворение принесло Лермонтову большой успех. С тех пор Лермонтов стал одним из самых известных поэтов России. Современного читателя поражает выразительная сила произведения. Стиль стихотворения - охарактеризован типическими элементами устной речи: есть много анафор, риторических вопросов, умолчаний (выраженных посредством многоточия).
Эта черта сочинения производит такое впечатление и кажется, что ты слышишь голос говорящего поэта. Перед глазами невольно представляется фигура Лермонтова, который, в полном отчаянии от смерти Пушкина, кричит и проклинает злословящих дворян.
Ещё один интересный элемент этого произведения: глубокая ярость Лермонтова на дворян, отличает его от воспетого поэта, то есть от Пушкина. Пушкин никогда не употребил бы такие жестокие слова, как были употреблены в этом сочинении, по отношению к свету и к дворянству. Конечно, Пушкин чётко видел многие отрицательные аспекты светской жизни, но никогда не дошёл до такого крайнего тона ненависти. Так, можно утверждать, что одной из разниц между Пушкиным и Лермонтовым являются суровость и мрачность последнего в отличие от лёгкости и гармонии стиля первого.
è caduto, calunniato dalle dicerie,
con una pallottola in petto e una sete di vendetta,
reclinando il fiero capo!.
Non resse l' anima del poeta
l'onta delle meschine offese,
insorse egli contro i pareri della società
solo come prima… e ucciso!
Ucciso!.. a che servono ora il piagnucolio,
Il futile coro delle vuote lodi,
e il pietoso bisbiglio di giustificazione?
S'è compiuta la sentenza del destino!
Non eravate proprio voi che poco fa tanto malignamente perseguitavate
il suo libero, audace dono
E per divertimento ravvivavate il fuoco appena nascosto?
E ora? Rallegratevi.. - egli i tormenti
ultimi non riuscì a sopportare:
Si spense, come un lume, genio stupendo,
appassì la ghirlanda gloriosa.
Il suo assassino a sangue freddo
recò il colpo… Nessuna via di scampo:
il cuore vuoto batte regolarmente
nella mano non tremò la pistola.
C'è forse da stupirsi?… Da lontano,
Simile a centinaia di fuggiaschi,
a caccia di fortuna e onori
fu portato a noi per volere del destino;
ridendo, egli impunemente disprezzava
la lingua della terra straniera e i costumi;
Non poteva aver compassione del nostra gloria;
Non poteva egli capire in quell'attimo sanguinoso
su cosa egli alzava la mano.
E lui è stato ucciso - e fagocitato dalla tomba;
Come quel cantante, sconosciuto, ma caro al cuore,
vittima della sorda invidia,
cantato da lui con una tale prodigiosa forza
abbattuto, come pure lui, da una mano spietata.
Perché dai pacifici agi e dall'amicizia semplice
entrò egli in questa società invidiosa e opprimente
per il cuore libere e le focose passioni?
Perché diede egli la mano ai calunniatori insignificanti,
Perché credette egli alla parole e alle false cordialità,
Lui, che sin dai giovani anni aveva capito le persone?
E levata la precedente ghirlanda - essi una corona di spine,
tessuta con allori, posero su di lui:
ma le spine nascoste crudelmente
ferivano la prodigiosa fronte;
i suoi ultimi attimi furono avvelenati
dal vile sussurro dei beffardi ignoranti.
Tacquero i suoni delle meravigliose canzoni, non sarà più permesso loro di risuonare ancora:
il rifugio del poeta è cupo e angusto,
e sulle sue labbra è posto un sigillo.
E voi, superbi discendenti
dei padri famosi per la loro codardia,
che con il vostro piede vile calpestate i resti
dei lignaggi offesi dal gioco della fortuna!
Voi, che in famelica turba vi affollate attorno al trono,
carnefici della Libertà, del Genio e della Gloria!
Vi nascondete sotto il velo della legge,
Davanti a voi il tribunale e la verità sempre tacciono!…
Ma c'è un giudizio divino, amici della dissolutezza!
C'è un tremendo tribunale: vi aspetta;
non è corruttibile dal suono dell'oro,
e i pensieri e le azioni conosce in anticipo.
Allora invano ricorrerete alla maldicenza:
Essa non vi aiuterà di nuovo,
E voi non laverete con tutto il vostro nero sangue
il sangue giusto del poeta.
COMMENTO IN ITALIANO
Questa poesia guadagnò a Lermontov una grande popolarità. Dalla sua pubblicazione Lermontov divenne uno dei poeti più noti in Russia. Il lettore contemporaneo viene colpito dalla forza espressiva dell'opera. Lo stile della poesia è caratterizzato dagli elementi tipici della lingua parlata: sono presenti molte anafore, domande retoriche, reticenze (espresse per mezzo dei punti di sospensione).
Questo aspetto dell'opera produce una tale impressione e sembra di sentire la voce del poeta che parla. Davanti agli occhi si presenta istintivamente la figura di Lermontov, che, in una disperazione profonda per la morte di Pushkin, grida e condanna i nobili maldicenti.
Ancora un interessante elemento di quest'opera: la profonda ira di Lermontov contro i nobili lo distingue dal poeta qui esaltato, ovvero da Pushkin. Pushkin non avrebbe mai utilizzato parole talmente crudeli, come sono state utilizzate in quest'opera, riguardo all'alta società e alla nobiltà. Certamente, Pushkin vedeva molti aspetti negativi della vita mondana, ma non giunse mai un tale tono estremo di odio. Così, è possibile affermare che una delle differenze fra Pushkin e Lermontov consiste nella severità e la cupezza di quest'ultimo in contrasto con la leggerezza e l'armonia del primo.
КОММЕНТАРИЙ НА РУССКОМ
Это стихотворение принесло Лермонтову большой успех. С тех пор Лермонтов стал одним из самых известных поэтов России. Современного читателя поражает выразительная сила произведения. Стиль стихотворения - охарактеризован типическими элементами устной речи: есть много анафор, риторических вопросов, умолчаний (выраженных посредством многоточия).
Эта черта сочинения производит такое впечатление и кажется, что ты слышишь голос говорящего поэта. Перед глазами невольно представляется фигура Лермонтова, который, в полном отчаянии от смерти Пушкина, кричит и проклинает злословящих дворян.
Ещё один интересный элемент этого произведения: глубокая ярость Лермонтова на дворян, отличает его от воспетого поэта, то есть от Пушкина. Пушкин никогда не употребил бы такие жестокие слова, как были употреблены в этом сочинении, по отношению к свету и к дворянству. Конечно, Пушкин чётко видел многие отрицательные аспекты светской жизни, но никогда не дошёл до такого крайнего тона ненависти. Так, можно утверждать, что одной из разниц между Пушкиным и Лермонтовым являются суровость и мрачность последнего в отличие от лёгкости и гармонии стиля первого.
Oggetto: «MIKHAIL LERMONTOV: IL GRANDE POETA RUSSO»
I miei sinceri complimenti, Paolev, sia per la traduzione che per il commento.
E ancor più in considerazione della tua giovane età.
Bravo! [clapping] [clapping]
E ancor più in considerazione della tua giovane età.
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Oggetto: «MIKHAIL LERMONTOV: IL GRANDE POETA RUSSO»
Grazie mille Myshkin per i complimenti :) spero di riuscire a condividere qualcos'altro nei prossimi tempi
Myshkin ha scritto: [Visualizza Messaggio]I miei sinceri complimenti, Paolev, sia per la traduzione che per il commento.
E ancor più in considerazione della tua giovane età.
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Grazie mille Myshkin per i complimenti :) spero di riuscire a condividere qualcos'altro nei prossimi tempi
Oggetto: «MIKHAIL LERMONTOV: IL GRANDE POETA RUSSO»
Ultima modifica di Zarevich il 10 Mar 2020 16:19, modificato 1 volta in totale
Mikhail Lermontov Михаил Лермонтов
«A HERO OF OUR TIME»
«ГЕРОЙ НАШЕГО ВРЕМЕНИ»
Casa Editrice «Belyj Gorod» Mosca 2014 (Pagine 304)
Издательство «Белый Город» Москва 2014
L’edizione dedicata al 200 anniversario del celebre poeta russo Mikhail Lermontov. L’edizione bilingue, in russo e in inglese. Nel libro ci sono presentati i quadri e i disegni di Lermontov stesso.
Mikhail Lermontov (Михаил Лермонтов, 1814 -1841) è stato un poeta, drammaturgo e pittore russo. Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX. Militare di carriera, durante la sua breve vita pubblica soltanto un volume di poesie, «Versi» («Стихи»), e il capolavoro in prosa, il romanzo «Un eroe del nostro tempo» («Герой нашего времени») (1840), mentre la sua opera poetica che più di ogni altra sarà esaltata nell'Ottocento, «Il demone» («Демон»), fu pubblicata postuma.
«Un eroe del nostro tempo», l'opera fu iniziata nel 1837 e quindi la sua stesura durò due anni. Non si tratta di un vero e proprio romanzo, bensì di una serie di novelle imperniate sulla figura del protagonista e caratterizzate dalla presenza distinta della biografia e dell'autobiografia, sia del protagonista, sia, in parte, dell'autore stesso. L'autore traccia il ritratto di Peciorin (Печёрин), ufficiale russo, attraverso le testimonianze di alcuni personaggi che lo hanno conosciuto.
È bello che la Casa Editrice di Mosca «Belyj Gorod» abbia pubblicato questo bello romanzo di Lermontov in due lingue, in russo e in inglese. Speriamo di vedere la pubblicazione bilingue in russo ed in italiano! Speriamo bene!
«A HERO OF OUR TIME»
«ГЕРОЙ НАШЕГО ВРЕМЕНИ»
Casa Editrice «Belyj Gorod» Mosca 2014 (Pagine 304)
Издательство «Белый Город» Москва 2014
L’edizione dedicata al 200 anniversario del celebre poeta russo Mikhail Lermontov. L’edizione bilingue, in russo e in inglese. Nel libro ci sono presentati i quadri e i disegni di Lermontov stesso.
Mikhail Lermontov (Михаил Лермонтов, 1814 -1841) è stato un poeta, drammaturgo e pittore russo. Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX. Militare di carriera, durante la sua breve vita pubblica soltanto un volume di poesie, «Versi» («Стихи»), e il capolavoro in prosa, il romanzo «Un eroe del nostro tempo» («Герой нашего времени») (1840), mentre la sua opera poetica che più di ogni altra sarà esaltata nell'Ottocento, «Il demone» («Демон»), fu pubblicata postuma.
«Un eroe del nostro tempo», l'opera fu iniziata nel 1837 e quindi la sua stesura durò due anni. Non si tratta di un vero e proprio romanzo, bensì di una serie di novelle imperniate sulla figura del protagonista e caratterizzate dalla presenza distinta della biografia e dell'autobiografia, sia del protagonista, sia, in parte, dell'autore stesso. L'autore traccia il ritratto di Peciorin (Печёрин), ufficiale russo, attraverso le testimonianze di alcuni personaggi che lo hanno conosciuto.
È bello che la Casa Editrice di Mosca «Belyj Gorod» abbia pubblicato questo bello romanzo di Lermontov in due lingue, in russo e in inglese. Speriamo di vedere la pubblicazione bilingue in russo ed in italiano! Speriamo bene!
Ultima modifica di Zarevich il 10 Mar 2020 16:19, modificato 1 volta in totale
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Descrizione: | Mikhail Lermontov «A HERO OF OUR TIME» Casa Editrice «Belyj Gorod» Mosca 2014 (Pagine 304) |
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Descrizione: | Mikhail Lermontov «A HERO OF OUR TIME» Casa Editrice «Belyj Gorod» Mosca 2014 (Pagine 304) |
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Descrizione: | Mikhail Lermontov «A HERO OF OUR TIME» Casa Editrice «Belyj Gorod» Mosca 2014 (Pagine 304) |
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Oggetto: «MIKHAIL LERMONTOV: IL GRANDE POETA RUSSO»
Ultima modifica di Zarevich il 10 Mar 2020 16:19, modificato 1 volta in totale
CASA-MUSEO DI MIKHAIL LERMONTOV
Nell'antica palazzina a due piani, tipica di Mosca d'inizio XIX secolo e ricostruita dopo l'invasione napoleonica viveva in affitto la nonna del poeta. Fu ella che si curò di Mikhaìl Leèrmontov, nipote prediletto, dopo la perdita dei genitori in tenera età.
La stanza della nonna e i due soggiorni sono arredati con un elegante mobilio di mogano, vari oggettini testimoniano il tipo di occupazione della gente di casa.
Nelle due stanze l'esposizione tratta Lermontov artista che fu anche capace pittore e disegnatore. La stanza del poeta si trova nella mansarda. Qui egli lavorò al poema «II Demone» («Демон»), scrisse i drammi «Una strana persona», «Uomini e passioni», circa 100 poesie, molte delle quali sono entrate nel libro d'oro della lirica russa.
Mikhail Lermontov (Михаил Лермонтов 1814-1841), il poeta russo, entrò nella letteratura russa come erede e continuatore di Aleksandr Pushkin. La sua arte, espressione originale e significativa della cultura nazionale russa. Lermontov morì tragicamente all'età di 26 anni.
Nella sua casa in Via Màlaja Molciànovka Lèrmontov visse due anni, dal 1830 al 1832. A quel tempo studiava all'Università di Mosca, insieme a notissimi esponenti della Russia letteraria e pubblica come Vissarion Belìnskij, Aleksandr Herzen e Nikolaj Ogarèv.
La poesia giovanile di Lermontov è pervasa dal sogno passionale della libertà. La poesia ribelle di Byron influì assai sul nostro poeta. Nel 1832 Lermontov scriveva:
Нет, я не Байрон, я другой,
Non sono Byron, son un eletto
Еще неведомый избранник,
Dal demone al par di lui posseduto
Как он, гонимый миром странник,
Ma alle folle ancora sconosciuto
Но только с русскою душой.
E con un'anima russa in fondo al petto.
Nell'antica palazzina a due piani, tipica di Mosca d'inizio XIX secolo e ricostruita dopo l'invasione napoleonica viveva in affitto la nonna del poeta. Fu ella che si curò di Mikhaìl Leèrmontov, nipote prediletto, dopo la perdita dei genitori in tenera età.
La stanza della nonna e i due soggiorni sono arredati con un elegante mobilio di mogano, vari oggettini testimoniano il tipo di occupazione della gente di casa.
Nelle due stanze l'esposizione tratta Lermontov artista che fu anche capace pittore e disegnatore. La stanza del poeta si trova nella mansarda. Qui egli lavorò al poema «II Demone» («Демон»), scrisse i drammi «Una strana persona», «Uomini e passioni», circa 100 poesie, molte delle quali sono entrate nel libro d'oro della lirica russa.
Mikhail Lermontov (Михаил Лермонтов 1814-1841), il poeta russo, entrò nella letteratura russa come erede e continuatore di Aleksandr Pushkin. La sua arte, espressione originale e significativa della cultura nazionale russa. Lermontov morì tragicamente all'età di 26 anni.
Nella sua casa in Via Màlaja Molciànovka Lèrmontov visse due anni, dal 1830 al 1832. A quel tempo studiava all'Università di Mosca, insieme a notissimi esponenti della Russia letteraria e pubblica come Vissarion Belìnskij, Aleksandr Herzen e Nikolaj Ogarèv.
La poesia giovanile di Lermontov è pervasa dal sogno passionale della libertà. La poesia ribelle di Byron influì assai sul nostro poeta. Nel 1832 Lermontov scriveva:
Нет, я не Байрон, я другой,
Non sono Byron, son un eletto
Еще неведомый избранник,
Dal demone al par di lui posseduto
Как он, гонимый миром странник,
Ma alle folle ancora sconosciuto
Но только с русскою душой.
E con un'anima russa in fondo al petto.
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Oggetto: «MIKHAIL LERMONTOV: IL GRANDE POETA RUSSO»
Ultima modifica di Zarevich il 10 Mar 2020 16:20, modificato 1 volta in totale
AUTORITRATTO DI MIKHAIL LERMONTOV
АВТОПОРТРЕТ МИХАИЛА ЛЕРМОНТОВА
Nella collezione della Casa-Museo di Mikhail Lermontov in Via Màlaja Molciànovka a Mosca è presentato l’autoritratto ad acquerello del poeta. Mikhail Lermontov disegnò se stesso sullo sfondo della Catena del Caucaso vestito nell’alta uniforme del reggimento dei dragoni di Nìzhnij Nòvgorod. È vestito del mantello felpato gettato sopra la giacca con il collo rosso.
Il ritratto rammenta una poesia di Lermontov:
Он некрасив, он невысок,
Но взор горит, любовь сулит,
И на челе оставил рок
Средь юных дней печать страстей.
Власы на нем как смоль черны,
Бледны всегда его уста,
Открыты ль, сомкнуты ль они,
Лиют без слов язык богов.
Il suo autoritratto Mikhail Lermontov regalò nel 1838 a Varvàra Lopukhinà. Circa 80 anni il ritratto si trovava a Hohberg in Germania. Nel 1961 il settimanale di Mosca «Ogonek» («Огонёк») pubblicò per la prima volta il ritratto sulle sue pagine. Nel 1962 lo scrittore Iràklij Andrònnikov (Ираклий Андронников) portò dalla Germania il ritratto a Mosca.
АВТОПОРТРЕТ МИХАИЛА ЛЕРМОНТОВА
Nella collezione della Casa-Museo di Mikhail Lermontov in Via Màlaja Molciànovka a Mosca è presentato l’autoritratto ad acquerello del poeta. Mikhail Lermontov disegnò se stesso sullo sfondo della Catena del Caucaso vestito nell’alta uniforme del reggimento dei dragoni di Nìzhnij Nòvgorod. È vestito del mantello felpato gettato sopra la giacca con il collo rosso.
Il ritratto rammenta una poesia di Lermontov:
Он некрасив, он невысок,
Но взор горит, любовь сулит,
И на челе оставил рок
Средь юных дней печать страстей.
Власы на нем как смоль черны,
Бледны всегда его уста,
Открыты ль, сомкнуты ль они,
Лиют без слов язык богов.
Il suo autoritratto Mikhail Lermontov regalò nel 1838 a Varvàra Lopukhinà. Circa 80 anni il ritratto si trovava a Hohberg in Germania. Nel 1961 il settimanale di Mosca «Ogonek» («Огонёк») pubblicò per la prima volta il ritratto sulle sue pagine. Nel 1962 lo scrittore Iràklij Andrònnikov (Ираклий Андронников) portò dalla Germania il ritratto a Mosca.
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LERMONTOV AUTORITRATTO.jpg | |
Descrizione: | AUTORITRATTO DI MIKHAIL LERMONTOV |
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Oggetto: «MIKHAIL LERMONTOV: IL GRANDE POETA RUSSO»
Buongiorno,
sono una studentessa prossima alla tesi e vorrei approfittare della vostra profonda conoscenza di Lermontov perché ho necessità di trovare un testo che sto cercando invano.
Precisamente mi servirebbe "IL FUGGITIVO" (BEGLEC) in lingua inglese o italiana.
Qualcuno riesce ad aiutarmi?
Grazie in anticipo per l'attenzione.
sono una studentessa prossima alla tesi e vorrei approfittare della vostra profonda conoscenza di Lermontov perché ho necessità di trovare un testo che sto cercando invano.
Precisamente mi servirebbe "IL FUGGITIVO" (BEGLEC) in lingua inglese o italiana.
Qualcuno riesce ad aiutarmi?
Grazie in anticipo per l'attenzione.
Oggetto: «MIKHAIL LERMONTOV: IL GRANDE POETA RUSSO»
Ultima modifica di Zarevich il 10 Mar 2020 16:20, modificato 1 volta in totale
Cara amica!
«Беглец» («Il Fuggitivo») è la poesia di montanari.
Penso che dovresti cercare nelle biblioteche italiane. Non so precisamente, ma spero che questa poesia di Mikhail Lermontov sia tradotta in italiano. Io posso mostrartela solo in russo. Vorrei aiutarti tanto, ma purtroppo non posso.
Ciao
Zarevich
«Беглец» («Il Fuggitivo») è la poesia di montanari.
Penso che dovresti cercare nelle biblioteche italiane. Non so precisamente, ma spero che questa poesia di Mikhail Lermontov sia tradotta in italiano. Io posso mostrartela solo in russo. Vorrei aiutarti tanto, ma purtroppo non posso.
Ciao
Zarevich
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