A Jusescenko non gliene va bene una. Le sue gaffe sono memorabili, ma ieri ha battuto ogni record mettendo sullo stesso piano i banditi ucraini collaborazionisti di Bandera e l’Armata Krajova che agli ordini del governo polacco in esilio a Londra combatte’ contro i nazisti.
L’ex primo ministro polacco ha detto che tutto poteva aspettarsi meno una cosa simile.
Secondo lo storico Scmeliov Juscenko si muove ad orecchio, sa poche cose che in genere sono quelle sbagliate.
Parole simili significano soltanto che abbiano a che fare con un incompetente che nemmeno si prende la briga di controllare le cose che dice. Altrimenti avrebbe saputo che le bande armate di Bandera in una regione come la Volinja condussero proprio contro i polacchi una guerra di sterminio. Gli uomini di Bandera erano dei collaborazionisti criminali fra i quali vi erano le SS della divisione Galicina.
Bandera che e’ diventato l’eroe personale di Juscenko era un criminale che nelle sue incursioni non risparmiava nessuno.
Juscenko e’ arrivato ad organizzare una gara ciclistica che ripercorre le orme sanguinose di Bandera. La Polonia ha vietato l’accesso al suo territorio di un evento che calpesta la memoria dei polacchi caduti contro i nazisti.
Tra l’altro Juscenko avrebbe dovuto sapere che il suo amato Bandera prima della guerra era stato condannato a morte in Polonia per aver assassinato il ministro polacco Perazkii.
Possibile che il presidente polacco non abbia niente da ridire?
Possibile che la sua russofobia sia piu’ dell’onore nazionale.
Le organizzazioni antifasciste dell’Unione Europea, di Israele e della Russia chiedono al presidente Juscenko di revocare il decreto che ha trasformato in Eroe nazionale un criminale di guerra. In precedenza numerose condanne erano venute dal mondo politico ucraino.
Non possiamo negare al presidente Juscenko una sua logica perversa quando ha deciso di chiudere per sempre la carriera politica con l’apologia del fascismo e dei suoi criminali.
In precedenza aveva concesso il riconoscimento di Eroe nazionale al capo del cosiddetto esercito insurrezionale nazionalista. Ora e’ venuto il turno di Bandera e tutto perche’ avrebbero difeso e sostenuto non si sa bene quale idea nazionale.
Su queste velleita’ di riscrivere la storia si sono soffermati a colloquio il primo ministro Putin e il Rabbino capo della Russia Berl Lazar.
Quest’ultimo ha sottolineato l’estremo cinismo di Juscenko che ha preso la sua aberrante decisione nella ricorrenza dell’Olocausto. Con questo gesto il capo di stato di un paese europeo ha dichiarato di approvare e giustificare lo sterminio di milioni di uomini.
Purtroppo questo cinismo cade su un terreno fertile. Ci sono alcuni gruppi di popolazione che vedono veramente in Bandera un Eroe nazionale .
Tocchera’ al nuovo presidente dell’Ucraina correggere gli errori del suo predecessore. E non sara’ facile. Anche perche da un punto di vista giuridico non e’ possibile annullare questo decreto.
Dice l’esperto Evghenj Mincenko:
Pero’ e’ sempre possibile abolire questo decreto per via giudiziaria. Prima di tutto perche’ la legge vigente sulle onorificenze esclude la possibilita’ che sia assegnata alla memoria. Inoltre il titolo di Eroe nazionale dell’Ucraina puo’ essere attribuito soltanto a cittadini ucraini e Bandera era uno straniero.
Comunque vada e’ chiaro che il popolo dell’Ucraina ha respinto la via imposta da Juscenko. La maggiore dimostrazione e’ venuta dalle urne. Adesso si potra’ sperare che a nessun altro venga in mente di infangare la memoria dei reduci di guera.
Oggetto: JUSCENKO E BANDERA
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
Bravo Zarevich questa porcheria deve essere conosciuta da tutti. Jushenko e sua moglie dipendente dell'Amminsitrazione degli USA devono sparire dal suolo della Rus' devono essere cacciati all'inferno !
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
Sull’arte della vittoria tanto e’ stato scritto, molto meno su quella della sconfitta.
Se ovunque c’e’ un cerimoniale che consacra la vittoria, il vuoto regna sovrano sulla sconfitta.
E’ forse per questo che Viktor Juscenko, il leader di una rivoluzione che voluta e pagata dal Dipartimento di stato americano, e’ stata domenica scorsa sepolta dalle urne non sa come abbandonare il Palazzo.
Vorrebbe lasciare piu’ vasta orma di se e cosi’ si agita alla ricerca dell’ultimo dispettuccio da fare a Mosca, inventandosi delle norme diplomatiche secondo cui nella Lettera di credenziali del nuovo ambasciatore dovrebbe essere indicato il nome del presidente in carica, cioe’ il suo.
Purtroppo non suscita alcun sorriso un’altra sua decisione.
E’ difficile dire quale Ninfa Egeria della tangenziale ispiri le sue mosse alla vigilia del 65 esimo anniversario della vittoria nella seconda guerra mondiale che i leader della passata coalizione antinazista si apprestano a celebrare con la massima solennita’.
Passare alla storia come il presidente che per farsi eleggere arrivo’ persino ad autobutterarsi gli e’ sembrato poco per cui ieri il “per pochi giorni ancora” presidente Juscenko ha nominato Eroe nazionale dell’ Ucraina Stepan Bandera, un criminale che nei tre anni di occupazione nazista dell’Ucraina, fece volentieri il lavoro sporco che schifavano persino le SS.
La riabilitazione di costui e di qualcun’altro bandito si spiegherebbe con le farneticazioni nazionaliste e antirusse con cui amava coprire rastrellamenti e fucilazioni.
In un paese come l’Ucraina che, insieme alla Russia e alla Bielorussia pago’ il piu’ alto tributo di sangue nella lotta contro il nazismo, fare di un collaborazionista un eroe significa voler uscire di scena avvolto nel manto del disprezzo e del disonore.
Il nome di questo criminale e’ praticamente sconosciuto nel resto del mondo, il che e ‘ un bene. Per cui per comprendere tutto l’abisso di una decisione cosi’ perversa diciamo che per l’Italia sarebbe la stessa cosa dare la Medaglia d’oro a Ettore Muti e al Principe Borghese. Il che non preoccupa affatto Viktor Juscenko che tira avanti per la corta strada che gli rimane da percorrere.
E dire che non c’e’ nessuno che lo voglia tirare per la giacchetta. Forse i suoi amici di un tempo ci godono a vederlo sprofondare nella cloaca da lui stesso scavata, perche’ la sua sia una morte senza speranza di resurrezione.
www.ruvr.ru
Se ovunque c’e’ un cerimoniale che consacra la vittoria, il vuoto regna sovrano sulla sconfitta.
E’ forse per questo che Viktor Juscenko, il leader di una rivoluzione che voluta e pagata dal Dipartimento di stato americano, e’ stata domenica scorsa sepolta dalle urne non sa come abbandonare il Palazzo.
Vorrebbe lasciare piu’ vasta orma di se e cosi’ si agita alla ricerca dell’ultimo dispettuccio da fare a Mosca, inventandosi delle norme diplomatiche secondo cui nella Lettera di credenziali del nuovo ambasciatore dovrebbe essere indicato il nome del presidente in carica, cioe’ il suo.
Purtroppo non suscita alcun sorriso un’altra sua decisione.
E’ difficile dire quale Ninfa Egeria della tangenziale ispiri le sue mosse alla vigilia del 65 esimo anniversario della vittoria nella seconda guerra mondiale che i leader della passata coalizione antinazista si apprestano a celebrare con la massima solennita’.
Passare alla storia come il presidente che per farsi eleggere arrivo’ persino ad autobutterarsi gli e’ sembrato poco per cui ieri il “per pochi giorni ancora” presidente Juscenko ha nominato Eroe nazionale dell’ Ucraina Stepan Bandera, un criminale che nei tre anni di occupazione nazista dell’Ucraina, fece volentieri il lavoro sporco che schifavano persino le SS.
La riabilitazione di costui e di qualcun’altro bandito si spiegherebbe con le farneticazioni nazionaliste e antirusse con cui amava coprire rastrellamenti e fucilazioni.
In un paese come l’Ucraina che, insieme alla Russia e alla Bielorussia pago’ il piu’ alto tributo di sangue nella lotta contro il nazismo, fare di un collaborazionista un eroe significa voler uscire di scena avvolto nel manto del disprezzo e del disonore.
Il nome di questo criminale e’ praticamente sconosciuto nel resto del mondo, il che e ‘ un bene. Per cui per comprendere tutto l’abisso di una decisione cosi’ perversa diciamo che per l’Italia sarebbe la stessa cosa dare la Medaglia d’oro a Ettore Muti e al Principe Borghese. Il che non preoccupa affatto Viktor Juscenko che tira avanti per la corta strada che gli rimane da percorrere.
E dire che non c’e’ nessuno che lo voglia tirare per la giacchetta. Forse i suoi amici di un tempo ci godono a vederlo sprofondare nella cloaca da lui stesso scavata, perche’ la sua sia una morte senza speranza di resurrezione.
www.ruvr.ru
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
Non ci sono parole per commentare. Un personaggio che oltrepassa tutte le leggi del disprezzo e del disgusto.
Personalmente, mi auguro solo che con le ultime elezioni si sia finalmente chiuso uno dei periodi più bui che l'Ucraina abbia attraversato dalla fine della guerra.
Personalmente, mi auguro solo che con le ultime elezioni si sia finalmente chiuso uno dei periodi più bui che l'Ucraina abbia attraversato dalla fine della guerra.
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
I sostenitori dei nazisti in Ucraina sono assorti al rango di liberatori. Il Presidente uscente Viktor Juscenko ha firmato il decreto sul riconoscimento dell’Esercito ribelle nazionalista ucraino – UPA come partecipante alla lotta per l’indipendenza del Paese.
Tale passo è seguito al recente conferimento del titolo di Eroe dell’Ucraina al leader dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini – OUN Stepan Bandera. Entrambe le Organizzazioni collaborarono strettamente con i nazisti tedeschi combattendo contro i partigiani sovietici e polacchi nell’Ucraina Occidentale e successivamente contro l’Armata Rossa.
In tale contesto le azioni delle autorità ucraine in carica appaiono sacrileghe. Ma ancora più indegno è il fatto che la firma dei suddetti decreti si è coincisa nel tempo con l’anniversario della liberazione del lager della morte Auschwitz da parte delle truppe sovietiche. Tutto ciò ha dato alle organizzazioni pubbliche europee ed israeliane un motivo di parlare dei passi ben studiati degli attuali dirigenti ucraini per l’eroicizzazione dei criminali nazisti nonché di una revisione dell’esito della Seconda Guerra Mondiale.
I tentativi di riabilitare le presone ed organizzazioni che combatterono contro i paesi della coalizione antihitleriana non sono un affare interno dell’Ucraina, come sono propensi ad interpretarlo il Presidente Juscenko e la sua cerchia,- ritiene Konstantin Tsarenko, capo del gruppo di consulting giuridico Sodejstive.
Stiamo assistendo ad una situazione quando il Presidente dell’Ucraina Juscenko, alla fine della sua carriera ha fatto passare i decreti che hanno consentito ai movimenti nazionalisti dell’Ucraina di rialzare la testa. Ciò riguarda anche Stepan Bandera. Ma siccome Bandera era un fervido nazionalista, sciovinista ed antisemita, vediamo che l’opinione pubblica dell’Occidente ora considera la situazione in Ucraina in modo diverso.
Nell’Ucraina stessa la maggioranza della popolazione pure non condivide le passioni politiche di Viktor Juscenko. L’esaltazione dei collaborazionisti è un oltraggio al ricordo di milioni di persone che combatterono contro il nazismo e che liberarono l’Europa e il mondo intero dalla peste bruna
Tale passo è seguito al recente conferimento del titolo di Eroe dell’Ucraina al leader dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini – OUN Stepan Bandera. Entrambe le Organizzazioni collaborarono strettamente con i nazisti tedeschi combattendo contro i partigiani sovietici e polacchi nell’Ucraina Occidentale e successivamente contro l’Armata Rossa.
In tale contesto le azioni delle autorità ucraine in carica appaiono sacrileghe. Ma ancora più indegno è il fatto che la firma dei suddetti decreti si è coincisa nel tempo con l’anniversario della liberazione del lager della morte Auschwitz da parte delle truppe sovietiche. Tutto ciò ha dato alle organizzazioni pubbliche europee ed israeliane un motivo di parlare dei passi ben studiati degli attuali dirigenti ucraini per l’eroicizzazione dei criminali nazisti nonché di una revisione dell’esito della Seconda Guerra Mondiale.
I tentativi di riabilitare le presone ed organizzazioni che combatterono contro i paesi della coalizione antihitleriana non sono un affare interno dell’Ucraina, come sono propensi ad interpretarlo il Presidente Juscenko e la sua cerchia,- ritiene Konstantin Tsarenko, capo del gruppo di consulting giuridico Sodejstive.
Stiamo assistendo ad una situazione quando il Presidente dell’Ucraina Juscenko, alla fine della sua carriera ha fatto passare i decreti che hanno consentito ai movimenti nazionalisti dell’Ucraina di rialzare la testa. Ciò riguarda anche Stepan Bandera. Ma siccome Bandera era un fervido nazionalista, sciovinista ed antisemita, vediamo che l’opinione pubblica dell’Occidente ora considera la situazione in Ucraina in modo diverso.
Nell’Ucraina stessa la maggioranza della popolazione pure non condivide le passioni politiche di Viktor Juscenko. L’esaltazione dei collaborazionisti è un oltraggio al ricordo di milioni di persone che combatterono contro il nazismo e che liberarono l’Europa e il mondo intero dalla peste bruna
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
MAIALE ecco l'unica parola per Jushenko. Un maiale.
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
Tra gli aspetti negativi della nostra epoca post-comunista, forse il peggiore di tutti è il fatto, che la fogna delle ideologie è stata scoperchiata ed i liquami pestilenziali, che prima stavano ben rinchiusi dentro, adesso dilagano ovunque. Così i più improbabili ed anacronistici nazionalismi hanno ricominciato, ad avvelenare le relazioni tra i popoli (quando non provocano addirittura guerre sanguinose, come testimonia la ex-Yugoslavia) mentre raccoglie consensi un certo revisionismo storico, riguardo alla II Guerra Mondiale (la Grande Guerra Patriottica, se preferite), che tende a svalutare il ruolo determinante sostenuto dall'URSS mentre esalta i vari "movimenti di liberazione nazionale dal giogo sovietico", riconoscendo lo stesso titolo di combattenti per la libertà, sia a chi combatté contro il III Reich, sia a chi lo fece contro l'URSS.
Questa deriva ideologica (ed a ben vedere lo smarrimento concerne persino le idee ed i valori più ovvii) non è affatto una particolarità dell'Ucraina; basta infatti assistere al telegiornale, per constatare, quanti personaggi pittoreschi affollano oggi la scena politica (all'Est come all'Ovest). Stiamo assistendo al trionfo della volgarità e della grassa ignoranza ed è proprio in questo contesto, che rientra la recente ed infelice iniziativa del Presidente uscente dell'Ucraina. Mi chiedo quanto tempo dovremo aspettare, prima che a qualche politico italiano venga l'idea di dichiarare in pubblico ed in tutta serietà, che Mussolini aveva fatto una mossa eccellente, stringendo l'alleanza con Hitler, anche se poi le cose non andarono per il verso giusto!
Consola sapere, che una reazione indignata a questa iniziativa si è fatta sentire ma sappiamo tutti, che vent'anni fa una cosa del genere non sarebbe stata possibile e neppure immaginabile mentre oggi la stessa cosa stupisce ma non più di tanto.
Qui non si tratta di giudicare i naturali sentimenti nazionali dei vari popoli sovietici di allora ed ex-sovietici di oggi, ai quali va doverosamente riconosciuta la dignità e la legittimità di qualsiasi altro sentimento nazionale; qui si tratta invece di giudicare le scelte politiche fatte dai movimenti, che a quei sentimenti dicevano d'ispirarsi all'epoca della II Guerra Mondiale ed in quest'ottica allora, proprio non vedo cosa ci sia da premiare con una medaglia. Sforzandosi di essere a tutti i costi politically correct, il meno che si possa dire è, che quei movimenti fecero un tragico errore, affidando le loro speranze alla vittoria del III Reich, perché in questo modo offrirono il loro contributo al progetto di dominio mondiale di Hitler e davvero nessuno può pensare in buona fede, che quello sarebbe stato un mondo migliore. Insomma questi "patrioti" ritenevano, che dare il mondo intero in pasto ad Hitler fosse il prezzo giusto da pagare, perché il loro sogno si realizzasse.
Fu dunque un tragico errore dal punto di vista strategico, visti gli esiti della guerra (ed anche in caso contrario, è improbabile che quelle nazioni sarebbero state più libere sotto Hitler) e peggio ancora lo fu dal punto di vista etico, perché agli occhi del mondo una scelta del genere porta semmai un pesante discredito alla causa, che invece quei movimenti dicevano di perseguire, se non addirittura agli stessi sentimenti nazionali evocati.
Voglio fare un'ultima breve considerazione sul voto delle Presidenziali (magari ne potremo discutere meglio dopo il ballottaggio, se vi sembra opportuno): trovo molto preoccupante il fatto che nella Rep. di Ucraina si stanno definendo due formazioni politiche contrapposte, l'una espressione della identità Ucraina e l'altra espressione della identità Russa; se si esagera a spingere in questa direzione, tanto più che le due comunità si concentrano in due zone distinte, il Paese rischierà di spezzarsi dolorosamente in due parti, con tutte le conseguenze negative nelle relazioni internazionali, che sarebbe interesse di tutti evitare. Insomma, basta apprendisti stregoni, avanti politici dotati di buon senso!
Questa deriva ideologica (ed a ben vedere lo smarrimento concerne persino le idee ed i valori più ovvii) non è affatto una particolarità dell'Ucraina; basta infatti assistere al telegiornale, per constatare, quanti personaggi pittoreschi affollano oggi la scena politica (all'Est come all'Ovest). Stiamo assistendo al trionfo della volgarità e della grassa ignoranza ed è proprio in questo contesto, che rientra la recente ed infelice iniziativa del Presidente uscente dell'Ucraina. Mi chiedo quanto tempo dovremo aspettare, prima che a qualche politico italiano venga l'idea di dichiarare in pubblico ed in tutta serietà, che Mussolini aveva fatto una mossa eccellente, stringendo l'alleanza con Hitler, anche se poi le cose non andarono per il verso giusto!
Consola sapere, che una reazione indignata a questa iniziativa si è fatta sentire ma sappiamo tutti, che vent'anni fa una cosa del genere non sarebbe stata possibile e neppure immaginabile mentre oggi la stessa cosa stupisce ma non più di tanto.
Qui non si tratta di giudicare i naturali sentimenti nazionali dei vari popoli sovietici di allora ed ex-sovietici di oggi, ai quali va doverosamente riconosciuta la dignità e la legittimità di qualsiasi altro sentimento nazionale; qui si tratta invece di giudicare le scelte politiche fatte dai movimenti, che a quei sentimenti dicevano d'ispirarsi all'epoca della II Guerra Mondiale ed in quest'ottica allora, proprio non vedo cosa ci sia da premiare con una medaglia. Sforzandosi di essere a tutti i costi politically correct, il meno che si possa dire è, che quei movimenti fecero un tragico errore, affidando le loro speranze alla vittoria del III Reich, perché in questo modo offrirono il loro contributo al progetto di dominio mondiale di Hitler e davvero nessuno può pensare in buona fede, che quello sarebbe stato un mondo migliore. Insomma questi "patrioti" ritenevano, che dare il mondo intero in pasto ad Hitler fosse il prezzo giusto da pagare, perché il loro sogno si realizzasse.
Fu dunque un tragico errore dal punto di vista strategico, visti gli esiti della guerra (ed anche in caso contrario, è improbabile che quelle nazioni sarebbero state più libere sotto Hitler) e peggio ancora lo fu dal punto di vista etico, perché agli occhi del mondo una scelta del genere porta semmai un pesante discredito alla causa, che invece quei movimenti dicevano di perseguire, se non addirittura agli stessi sentimenti nazionali evocati.
Voglio fare un'ultima breve considerazione sul voto delle Presidenziali (magari ne potremo discutere meglio dopo il ballottaggio, se vi sembra opportuno): trovo molto preoccupante il fatto che nella Rep. di Ucraina si stanno definendo due formazioni politiche contrapposte, l'una espressione della identità Ucraina e l'altra espressione della identità Russa; se si esagera a spingere in questa direzione, tanto più che le due comunità si concentrano in due zone distinte, il Paese rischierà di spezzarsi dolorosamente in due parti, con tutte le conseguenze negative nelle relazioni internazionali, che sarebbe interesse di tutti evitare. Insomma, basta apprendisti stregoni, avanti politici dotati di buon senso!
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
Credo che uno storico e filosofo onesto debba non tanto essere al servizio di un partito ma della verità, questa deve essere la missione sociale dello storico. E' del tutto obsoleta la storia semplicistica; come scriveva Marc Bloch lo storico, attraverso documenti, testimonianze, reperti, deve con onestà riscostruire e spiegare il passato. Come ho sempre insegnato ai miei studenti bisogna distinguere il nazionalismo dal patriottismo. Il primo è sempre colonialista e imperialista, pertanto è disgustoso. Il secondo si evidenzia nell'amore che una persona sente verso il proprio Paese, le sue tradizioni, il suo folklore, la sua religione, in un ambito di libertà, indipendenza, fratellanza fra i popoli. Nazionalisti furono Mussolini, Hitler ma anche Lenin e Stalin. Patrioti furono i ragazzi della Resistenza italiana ed europea. La Russia ha raggiunto il diapason della sua grandezza quando l'Armata Rossa combattè contro il colonialismo nazifascista nella grande guerra patriottica ove il fiore dei ragazzi russi caddero per difendere la Russia e l'Europa dai nazisti invasori. In Ucraina i tedeschi si presentarono (abilmente) come liberatori dal giogo staliniano; ebbero pertanto la simpatia di molti. Nacquero i battaglioni Rolland e Nattingal (di trecento uomini ciascuno) e più tardi la divisione Galizia di circa 12 mila uomini (poi annientata sotto Brodi). Poco dopo però gli ucraini si resero conto che Hitler e Stalin avevano gli stessi obiettivi: colonizzare l'Ucraina, il granaio d'Europa. Quando il 30/6/1941 viene annunciato l'atto di "rinascita dello stato ucraino", Hitler ordina di distruggere sul nascere il movimento di Bandera che viene arrestato e inviato nel campo di concentramento di Sachsenhausen. I partigiani ucraini combatterono così su due fronti contro i nazisti e contri gli stalinisti. Anche molti ebrei combatterono con i partigiani indipendentisti, ricordiamo Gorbovyy, Pryshlyak, Dyshkant, Soroka, Lebid, Dombrovskyy, Varma, Fedynyak, Kum. Voglio riportare le parole di una partigiana che poi nel 1948 ha raggiunto Israele lavorando poi in un ministero "Se sono viva e lavoro da più di 38 anni per Israele, lo devo a Dio e all'EIU (Esercito Ucraino Insorto). Sono entrata nella Resistenza il 7 novembre 1943...mi rivolgo a tutto il mondo libero e pacifico mettendolo in guardia di non trascurare la questione ucraina, perchè solo uno stato ucraino libero sarà il segno e la prova di pace nel mondo".
Ovviamente ci sono delle ombre sull'alleanza (sia pur breve) fra Bandera e i tedeschi (bisogna anche ricordare per onestà storica che anche 220mila russi combatterono a fianco dei nazisti).
Il processo di Norimberga, malgrado le pressioni di Stalin, non condannò Bandera, Shukhevych e il movimento partigiano indipendentista ucraino ove tra l'altro combatterono usbechi, azeri, tartari, machnovisti e anche qualche ex-soldato dell'armata russa. Vorrei chiarire che il popolo ucraino non è mai stato colonialista e ha dovuto sempre combattere contro polacchi, turchi, tedeschi, russi per la propria libertà. A questo popolo Stalin (e non solo) tolse perfino la possibilità di esprimersi nella propria lingua. Non è disgustoso?
Il colonialismo è la lebbra dell'umanità; anche gli USA con la loro politica pseudodemocratica si comportano come colonialisti.
Sperando di conoscervi di persona durante le mie conferenze in Europa, invio con stima un caro saluto.
Danilo
Ovviamente ci sono delle ombre sull'alleanza (sia pur breve) fra Bandera e i tedeschi (bisogna anche ricordare per onestà storica che anche 220mila russi combatterono a fianco dei nazisti).
Il processo di Norimberga, malgrado le pressioni di Stalin, non condannò Bandera, Shukhevych e il movimento partigiano indipendentista ucraino ove tra l'altro combatterono usbechi, azeri, tartari, machnovisti e anche qualche ex-soldato dell'armata russa. Vorrei chiarire che il popolo ucraino non è mai stato colonialista e ha dovuto sempre combattere contro polacchi, turchi, tedeschi, russi per la propria libertà. A questo popolo Stalin (e non solo) tolse perfino la possibilità di esprimersi nella propria lingua. Non è disgustoso?
Il colonialismo è la lebbra dell'umanità; anche gli USA con la loro politica pseudodemocratica si comportano come colonialisti.
Sperando di conoscervi di persona durante le mie conferenze in Europa, invio con stima un caro saluto.
Danilo
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
Grazie per questo interessantissimo contributo, che ci aiuta a valutare con maggiore distacco ed obiettività quel personaggio controverso e la sua epoca. :)
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
:up: Bravo, Danilo!
Hai mostrato a tutti che per poter avere la propria opinione sui fatti storici bisogna prima averli studiati.
E pensare che ancor oggi si fanno monumenti di Stalin come un eroe che liberò il mondo dal nazismo, e non il colpevole di morte dei milioni. Quello che prima della guerra era un amicone di Hitler, così che avendo firmato il patto Nichtangriffspakt era sicuro che la Germania non avrebbe attaccato. Se non fosse esistito Stalin, la guerra sarebbe stata molto meno sanguinosa. Non parlando dei crimini di Stalin contro di popoli di USSR.
Questa invece è una vergogna!!!
danilosbrana ha scritto: [Visualizza Messaggio]Credo che uno storico e filosofo onesto debba non tanto essere al servizio di un partito ma della verità, questa deve essere la missione sociale dello storico. E' del tutto obsoleta la storia semplicistica; come scriveva Marc Bloch lo storico, attraverso documenti, testimonianze, reperti, deve con onestà riscostruire e spiegare il passato. Come ho sempre insegnato ai miei studenti bisogna distinguere il nazionalismo dal patriottismo. Il primo è sempre colonialista e imperialista, pertanto è disgustoso. Il secondo si evidenzia nell'amore che una persona sente verso il proprio Paese, le sue tradizioni, il suo folklore, la sua religione, in un ambito di libertà, indipendenza, fratellanza fra i popoli. Nazionalisti furono Mussolini, Hitler ma anche Lenin e Stalin. Patrioti furono i ragazzi della Resistenza italiana ed europea. La Russia ha raggiunto il diapason della sua grandezza quando l'Armata Rossa combattè contro il colonialismo nazifascista nella grande guerra patriottica ove il fiore dei ragazzi russi caddero per difendere la Russia e l'Europa dai nazisti invasori. In Ucraina i tedeschi si presentarono (abilmente) come liberatori dal giogo staliniano; ebbero pertanto la simpatia di molti. Nacquero i battaglioni Rolland e Nattingal (di trecento uomini ciascuno) e più tardi la divisione Galizia di circa 12 mila uomini (poi annientata sotto Brodi). Poco dopo però gli ucraini si resero conto che Hitler e Stalin avevano gli stessi obiettivi: colonizzare l'Ucraina, il granaio d'Europa. Quando il 30/6/1941 viene annunciato l'atto di "rinascita dello stato ucraino", Hitler ordina di distruggere sul nascere il movimento di Bandera che viene arrestato e inviato nel campo di concentramento di Sachsenhausen. I partigiani ucraini combatterono così su due fronti contro i nazisti e contri gli stalinisti. Anche molti ebrei combatterono con i partigiani indipendentisti, ricordiamo Gorbovyy, Pryshlyak, Dyshkant, Soroka, Lebid, Dombrovskyy, Varma, Fedynyak, Kum. Voglio riportare le parole di una partigiana che poi nel 1948 ha raggiunto Israele lavorando poi in un ministero "Se sono viva e lavoro da più di 38 anni per Israele, lo devo a Dio e all'EIU (Esercito Ucraino Insorto). Sono entrata nella Resistenza il 7 novembre 1943...mi rivolgo a tutto il mondo libero e pacifico mettendolo in guardia di non trascurare la questione ucraina, perchè solo uno stato ucraino libero sarà il segno e la prova di pace nel mondo".
Ovviamente ci sono delle ombre sull'alleanza (sia pur breve) fra Bandera e i tedeschi (bisogna anche ricordare per onestà storica che anche 220mila russi combatterono a fianco dei nazisti).
Il processo di Norimberga, malgrado le pressioni di Stalin, non condannò Bandera, Shukhevych e il movimento partigiano indipendentista ucraino ove tra l'altro combatterono usbechi, azeri, tartari, machnovisti e anche qualche ex-soldato dell'armata russa. Vorrei chiarire che il popolo ucraino non è mai stato colonialista e ha dovuto sempre combattere contro polacchi, turchi, tedeschi, russi per la propria libertà. A questo popolo Stalin (e non solo) tolse perfino la possibilità di esprimersi nella propria lingua. Non è disgustoso?
Il colonialismo è la lebbra dell'umanità; anche gli USA con la loro politica pseudodemocratica si comportano come colonialisti.
Sperando di conoscervi di persona durante le mie conferenze in Europa, invio con stima un caro saluto.
Danilo
:up: Bravo, Danilo!
Hai mostrato a tutti che per poter avere la propria opinione sui fatti storici bisogna prima averli studiati.
E pensare che ancor oggi si fanno monumenti di Stalin come un eroe che liberò il mondo dal nazismo, e non il colpevole di morte dei milioni. Quello che prima della guerra era un amicone di Hitler, così che avendo firmato il patto Nichtangriffspakt era sicuro che la Germania non avrebbe attaccato. Se non fosse esistito Stalin, la guerra sarebbe stata molto meno sanguinosa. Non parlando dei crimini di Stalin contro di popoli di USSR.
Questa invece è una vergogna!!!
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
Ultima modifica di Vincentius Antonovich il 27 Nov 2010 11:40, modificato 1 volta in totale
Cara Luba, consentimi di esporrre una visione diversa dalla tua, dei fatti di cui parli sopra, naturalmente, sempre IMHO. Premesso, che Stalin è tutt'altro che il mio eroe, non mi sembra di aver visto in giro per il mondo molti monumenti dedicati alla sua memoria (e nemmeno un vicoletto con il suo nome); veramente non ne ho visti neppure in Russia ed a me risulta, che già nell'URSS erano da tempo scomparsi. Al "Patto di non-aggressione", tra URSS e III Reich, si arrivò dopo il fallimento dei tentativi di Stalin di stringere un'alleanza con Francia e Gran Bretagna, proprio in funzione anti-tedesca. Sia Hitler che Stalin sapevano benissimo, che quel patto era soltanto una tregua momentanea, utile per organizzarsi, ma che avrebbe soltanto ritardato l'inevitabile scontro armato (per Hitler era prioritario mettere le mani sui bacini carboniferi e minerari dell'Ucraina, come pure garantirsi l'accesso al petrolio del Caspio); insomma, non li definirei esattamente due amiconi.
Si è discusso moltissimo sull'abilità di comandante supremo di Stalin, abilità molto scarsa (secondo alcuni storici), che avrebbe causato addirittura rischi inutili e rallentato la vittoria; certamente le sue "purghe" avevano colpito duro anche tra i vertici militari, con tutte le conseguenze, in termini di capacità operativa, che si possono immaginare...
Però il punto fondamentale è che non è stato semplicemente "Stalin" a fermare i nazisti, bensì innanzitutto lo stesso popolo sovietico: mica era lui, che andava a prendersi le pallottole, mica era lui a buttarsi addosso ai panzer!
Questa Vittoria così gravemente sofferta è stata (giustamente secondo me) il grande orgoglio dell'URSS e trovo che sia la più preziosa eredità, che la vecchia URSS ha lasciato alla giovane FR.
Si è discusso moltissimo sull'abilità di comandante supremo di Stalin, abilità molto scarsa (secondo alcuni storici), che avrebbe causato addirittura rischi inutili e rallentato la vittoria; certamente le sue "purghe" avevano colpito duro anche tra i vertici militari, con tutte le conseguenze, in termini di capacità operativa, che si possono immaginare...
Però il punto fondamentale è che non è stato semplicemente "Stalin" a fermare i nazisti, bensì innanzitutto lo stesso popolo sovietico: mica era lui, che andava a prendersi le pallottole, mica era lui a buttarsi addosso ai panzer!
Questa Vittoria così gravemente sofferta è stata (giustamente secondo me) il grande orgoglio dell'URSS e trovo che sia la più preziosa eredità, che la vecchia URSS ha lasciato alla giovane FR.
Ultima modifica di Vincentius Antonovich il 27 Nov 2010 11:40, modificato 1 volta in totale
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
Secondo me erano non solo gran amiconi, ma anche di più - i fratelli per lo spirito.
Per Hitler quel patto sicuramente serviva come una tregua momentanea, durante la quale tutto si preparava per la guera, mentre Stalin non si preparava nemmeno per la diffesa. Aveva tanta fiducia nel suo fratello.
Vincentius Antonovich ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Al "Patto di non-aggressione", tra URSS e III Reich, si arrivò dopo il fallimento dei tentativi di Stalin di stringere un'alleanza con Francia e Gran Bretagna, proprio in funzione anti-tedesca. Sia Hitler che Stalin sapevano benissimo, che quel patto era soltanto una tregua momentanea, utile per organizzarsi, ma che avrebbe soltanto ritardato l'inevitabile scontro armato (per Hitler era prioritario mettere le mani sui bacini carboniferi e minerari dell'Ucraina, come pure garantirsi l'accesso al petrolio del Caspio); insomma, non li definirei esattamente due amiconi.
Secondo me erano non solo gran amiconi, ma anche di più - i fratelli per lo spirito.
Per Hitler quel patto sicuramente serviva come una tregua momentanea, durante la quale tutto si preparava per la guera, mentre Stalin non si preparava nemmeno per la diffesa. Aveva tanta fiducia nel suo fratello.
Oggetto: Re: JUSCENKO E BANDERA
27 novembre:in ucraina dal donetsk alla Galizia , le famiglie hanno commemorato con preghiere e candele le vittime del Golodomor,una vera e propria catastrofe subita dal popolo ucraino quando,per la primavolta nella storia dell,umanità,la confisca dei generi alimentari è stata consapevolmente utilizzata dallo Stato a fini politici,come arma di distruzione di massa.A kiev si raccoglivano una media di 150 cadaveri al giorno,una cifra del genere anche a Poltava e nelle altre città.Scrive V.Grossman:<su dei carri ho veduto ammucchiati dei bambini,magri-magri,lunghi-lunghi,le faccine da uccelletti morti,il beccuccio appuntito.Fino a kiev erano riusciti a volare,quegli uccellini,ma a che pro?Fra di loro ce n,erano che ancora pigolavano,le testoline ciondoloni,appesantite.Io chiesi al vetturale,lui fece un gesto con la mano:prima che arrivi a destinazione,s,azzittiranno per sempre>. 27 novembre:candele per i vivi e candele per i morti.Martiri riposate in pace.
danilo
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