Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Essa mente a ogni ora, questa Prospettiva Nevskij, ma più che mai quando la notte cala sopra di essa come una massa densa e fa spiccare i muri bianchi e giallastri delle case, quando l'intera città si trasforma in un solo tuono e lampo, miriadi di carrozze rotolano giù dai ponti, i postiglioni gridano e sobbalzano sui cavalli, e un demone in persona accende le lampade solo per mostrare ogni cosa sotto un aspetto che non è il suo.
Auguri carissimo Nikolaj Vasil'evič

 
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Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«CHE COSA PUO’ PORTARE L’UTILE ALL’ANIMA?»
«ЧТО МОЖЕТ ДОСТАВИТЬ ПОЛЬЗУ ДУШЕ?» Из писем
Casa Editrice «Starklajt» Mosca 2009 (Pagine 160)
Издательство «Старклайт» Москва 2009

Nel presente libro sono raccolti i testi poco conosciuti di Gogol’, i brani dalle sue lettere unite dal tema del perfezionamento religioso-morale.
A dire il vero, è una predica diretta alla trasformazione radicale della vita nello spirito dell’ideale cristiano. Secondo le convinzioni di Gogol’, il mondo interiore dell'uomo e l’influenza benefica sull’ambiente circostante sono necessari per il progresso di tutta la società nel suo insieme.
Questa edizione è di fatto ancora un libro di Gogol’ fra gli altri. L’idea di tale edizione appartiene a Gogol’ stesso e di ciò è stato detto nel suo libro «I Passi scelti dalla corrispondenza con gli amici» («Выбранные места из переписки с друзьями»).

«LA PROSA SPIRITUALE» di Nikolaj Gogol
«ДУХОВНАЯ ПРОЗА» Николай Гоголь
«I Passi scelti dalla corrispondenza con gli amici»
«Выбранные места из переписки с друзьями»
Casa Editrice «Russkaja Kniga» Mosca 1992 (Pagine 560)
Издательство «Русская Книга» Москва 1992



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CHE COSA PUO’ PORTARE L’UTILE ALL’ANIMA.jpg
Descrizione: Nikolaj Gogol’
«CHE COSA PUO’ PORTARE L’UTILE ALL’ANIMA?»
Casa Editrice «Starklajd» Mosca 2009 
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Nina Mòleva Нина Молева
«GOGOL’ A MOSCA» «ГОГОЛЬ В МОСКВЕ»
Casa Editrice «ACT» Mosca 2008 (Pagine 288)
Издательство «АСТ» Москва 2008

Gogol giurò di arrivare a Mosca solo quando sarebbe diventato celebre. Così accadde. Questo strano e mistico amore di Gogol’ verso la città di Mosca durò fino alla morte di Nikolaj Vassiljevich.
Questo libro di Nina Moleva racconta di Mosca gogoliana, degli uomini con cui lui si incontrava, dei posti e luoghi dove amava fare delle passeggiate. Si racconta di come lo adorava il pubblico di Mosca, i moscoviti che portavano la sua bara sette verste (verstà - vecchia unità di misura di lunghezza russa pari a 1067 m) fino alla chiesa universitaria, alla messa funebre. È un bel libro, uno dei numerosi che ora escono in occasione della 200mo anniversario della nascità del grande scrittore russo Nikolaj Vassiljevich Gogol’.



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Descrizione: Nina Mòleva
«GOGOL’ A MOSCA»
Casa Editrice «ACT» Mosca 2008 
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Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«I PASSI SCELTI DALLA CORRISPONDENZA CON GLI AMICI»
«ВЫБРАННЫЕ МЕСТА ИЗ ПЕРЕПИСКИ С ДРУЗЬЯМИ»
Casa Editrice «Azbuka-classica» Mosca 2005 (Pagine 320)
Издательство «Азбука-классика» Москва 2005

I suoi ultimi anni della vita erano colmati del lavoro sul secondo volume di «LE ANIME MORTE» delle meditazioni religiose. «I PASSI SCELTI DALLA CORRISPONDENZA CON GLI AMICI» usciti all’inizio dell’anno 1847 aprivano allora ai lettori l’altro Gogol’, Gogol’ sconosciuto, e ancora oggi letteralmente il mondo interiore di Gogol’, la sua personalità, si presenta come un enigma che richiede il conseguimento della verità. L’enigma di Gogol’ fu in modo più preciso di tutti formulato da Ivan Aksàkov (Иван Аксаков 1823-1886): «Passerà ancora molto tempo prima di capire pienamente tutto il profondo e serio significato di Gogol’, di questo monaco-artista, cristiano-satirico, asceta e umorista, di questo martire del pensiero nobile e della questione insoluta!»
(«Много еще пройдет времени, пока уразумеется вполне все глубокое и строгое значение Гоголя, этого монаха-художника, христианина-сатирика, аскета и юмориста, этого мученика возвышенной мысли и неразрешимой задачи!»).



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Descrizione: Nikolaj Gogol’
«I PASSI SCELTI DALLA CORRISPONDENZA CON GLI AMICI»
Casa Editrice «Azbuka-classica» Mosca 2005 
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Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«ROMA» «РИМ»
Casa Editrice «Biblioteca Statale della Letteratura Straniera» Mosca 2009 (Pagine 288)
Издательство «Всероссийская Государственная Библиотека Иностранной Литературы» Москва 2009

La Biblioteca della Letteratura Straniera di Mosca ha la propria casa editrice in cui si pubblicano i vari cataloghi e la varia letteratura bibliotecaria della Biblioteca ma anche le belle lettere e la prosa d'arte, più spesso in due lingue. Vorrei presentare il nuovo libro edito per il 200mo anniversario della nascita di Nikolaj Gogol’. Il libro è uscito in due lingue, IN RUSSO e IN ITALIANO. Il libro si chiama «ROMA» «РИМ». È una raccolta in cui sono entrati la novella «ROMA» di Gogol’ ed anche le lettere «romane» di Gogol’ scritte negli anni 1837-1838. Oltre alle opere di Gogol’ stesso nel libro sono entrati i testi di Pavel Muràtov, Aleksej Kara-Murzà dedicati all’argomento «Gogol’ a Roma».

SITO UFFICIALE DELLA BIBLIOTECA DELLA LETTERATURA STRANIERA DI MOSCA
www.libfl.ru



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ROMA di Nikolaj Gogol.jpg
Descrizione: Nikolaj Gogol’
«ROMA»
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Caro Zarevich! E' un piacere vedere i numerosi contributi dedicati al grandissimo Nikolaj Gogol' da te scritti in questi ultimi giorni. E' bello che anche sul nostro forum si celebri il 200mo anniversario dello scrittore ricordando le sue opere e i film da esse tratti. Gogol' è uno di quegli autori eterni e intramontabili di cui sarebbe bene avere e leggere la sua opera omnia. Per nostra fortuna, tutti i suoi lavori teatrali, romanzi, racconti, novelle, lettere, è tutto tradotto in italiano e facilmente reperibile. Ci sono anche qui raccolte complete dei lavori di Gogol'. Le novelle di questo libro ad esempio sono tutte contenute nel volume I di "Tutte le opere" della collana "I Meridiani" della Mondadori.

 
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Anch'io sono contento che anche sul nostro forum noi possiamo celebrare il 200mo anniversario di Nikolaj Gogol'. Questi giorni tutta la Russia celebra il suo anniversario e anche l'Italia con la quale Nikolaj Vassiljevich era così collegato.



Ultima modifica di Zarevich il 23 Feb 2018 12:38, modificato 1 volta in totale
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A distanza di due mesi credo che sia arrivata l'ora di conoscere le risposte a queste interessanti domande; quelle del turno 2 e 3 aspettano tutte una risposta.
Io mi ricordo pochi dei nomi caratteristici dei suoi personaggi, come la famosa Korobochka, Manilov, Sobakevich e forse un altro paio che ora non mi vengono in mente.
So inoltre che Aleksandr Pushkin esercitò una notevole influenza su Gogol'. Fu proprio Pushkin a fornire a Gogol' gli spunti per le storie de "Le anime morte", "La dama di picche" e "Il revisore".
Ma sarebbe bello e utile conoscere le risposte a tutte le domande degli ultimi due turni.

 
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In occasione del bicentenario della nascita di Nikolaj Vasil'evič Gogol', a Roma dal 1 ottobre al 29 novembre 2009 si svolgeranno una serie di eventi, organizzati dalla Fondazione Internazionale Accademia Arco e Art interforum, con il patrocinio dell'Ambasciata della Federazione Russa in Italia, del Comune di Roma e dell'Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, della Società Italiana Autori ed Editori, del Dipartimento dei Beni Culturali, Musica e Spettacolo dell'Università di Tor Vergata.
L'iniziativa comprende tutta una serie di interessantissime manifestazioni, con proiezioni di film, spettacoli, mostre, conferenze.

Il programma completo, con i luoghi, le date e gli orari di tutti gli eventi si può trovare sul sito della Fondazione Internazionale Accademia Arco dedicato a questa serie di manifestazioni culturali:

http://www.bicentenariogogol.it/



 

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Descrizione: Nikolaj Gogol' 
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Mostra: "Gogol' e Roma"

Pio Sodalizio dei Piceni - Musei di San Salvatore in Lauro
Roma, Piazza San Salvatore in Lauro, 15

1 ottobre – 29 novembre 2009


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Il Museo Nazionale della Storia - Mosca, le cui collezioni vantano circa venti milioni di testimonianze di rilevanza storica, presenta dal 1 ottobre al 29 novembre 2009 la mostra Gogol’ e Roma, curata da Natalia Kargapolova, dedicata al bicentenario dalla nascita del grande scrittore.

Centosessanta oggetti esposti al Pio Sodalizio dei Piceni - Musei di San Salvatore in Lauro “raccontano” il più enigmatico scrittore russo, che proprio a Roma creò la più penetrante opera d’arte sulla vita russa: Le anime morte.

Nikolaj Gogol’ (1809-1852), legato per la sua origine alla piccola nobiltà rurale ucraina, scrittore che riuscì a conquistare notorietà a San Pietroburgo con opere sulla vita del popolo ucraino, coi Racconti di Pietroburgo e la commedia L’ispettore generale, nel 1836 lasciò la Russia per scrivere “una grande opera che presentasse tutto quello che c’è di buono e di cattivo nell’uomo russo”, e per “rendere più manifesta la particolarità della natura russa”.

Visitate numerose città europee, il 25 marzo del 1837 Gogol’ arrivò a Roma.

Qui trovò “la patria della sua anima”, il luogo dove “la sua anima viveva prima ancora che [venisse] alla luce”. A Roma – dove “l’uomo è più vicino al cielo di una versta intera”, sotto il cielo sempre splendente, respirando l’aria che “faceva venire voglia di trasformarsi in un gigantesco naso, con narici grosse come secchi” per “farci entrare almeno 700 angeli” – Gogol’ fu veramente felice come scrittore e come uomo, perché viveva in pace con se stesso. Amava sia la Roma storica sia quella contemporanea, amava il popolo italiano, dotato di grandissimo senso estetico, ammirava la natura dell’Italia e la sua arte. Partecipava al carnevale romano, che riuniva in un’allegria e in emozioni comuni tutti i ceti sociali. Buongustaio e buona forchetta, si godeva la cucina italiana.

La storia del “mascalzone” Čičikov, che macchina un’avventura immorale, la cui realizzazione, al solo scopo di arricchirsi, prevede l’inganno di un governatorato e dell’intera Russia, nacque a San Pietroburgo, ma a Roma si sviluppò fino a diventare un poema nazionale, nel quale i personaggi privi di anima a poco a poco si sarebbero trasformati da “anime morte” in anime “belle” e “vive”.

“Leggendo” Roma, facendo proprio lo spirito della Città eterna, Gogol’ abbozzò l’idea più importante per tutta la letteratura russa successiva, così come per la coscienza nazionale russa: l’idea della purificazione e della resurrezione dell’uomo e della sua anima. Secondo il disegno dell’autore, la prima parte del poema Le anime morte, pubblicata nel 1842, avrebbe dipinto l’immagine dell’inferno, la seconda avrebbe dovuto rappresentare il purgatorio e la terza una sorta di paradiso.

Tra gli oggetti esposti, è presente il ritratto romano di Gogol’, opera del pittore F. Moller, che mostra lo scrittore nei momenti più felici della sua vita; la marsina da elegantone con la quale Gogol’ girava per Roma, scoprendo ogni giorno qualche cosa di nuovo; i suoi manoscritti.

Per la prima volta, viene esposta la collezione di vedute di Roma dipinte ad acquarello, opera di artisti russi contemporanei di Gogol’. Tra le opere, va segnalato il mosaico di G. Weckler creato a Roma, copia della Trasfigurazione di Raffaello, per la quale il pittore fu insignito dal papa di una medaglia ed ebbe l’onore di conversare con il pontefice.

La mostra aiuterà a conoscere meglio l’ambiente romano in cui Gogol’ ha vissuto, i luoghi di Roma che amava di più e le sue predilezioni.

La mostra offre la possibilità di portare a compimento il viaggio metafisico attraverso la Russia concepito da Gogol’ a Roma, per trovare la rinascita dell’anima umana. Strada facendo, si visiteranno città russe (l’antica Mosca e la fredda Pietroburgo), talvolta “il viaggiatore” si troverà in mezzo alla folla dei personaggi delle opere gogoliane, passerà vicino alle izbe dei contadini decorate con magnifici intagli, andrà a trovare, in compagnia di Gogol’ e del suo personaggio principale, Čičikov, quei proprietari terrieri che grazie allo scrittore sono diventati proverbiali.

Con la sua visione originale, con la sua sensibilità, Gogol’ legò insieme la Città eterna e la Russia, permetteranno di stabilire una sorta di dialogo tra la “meravigliosa” “lontananza” romana e “gli sconfinati spazi” della Russia, che sempre attirano a sé in virtù di una forza segreta, ineluttabile.

(fonte: http://www.bicentenariogogol.it/programma/mostra-gogol-e-roma)



Ultima modifica di Myshkin il 01 Ott 2009 15:29, modificato 1 volta in totale
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Mostra: "Nikolaj Gogol' nelle illustrazioni di Sergej Alimov"

Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo – Sale Pio IV
Roma, Lungotevere Castello, 50

1 ottobre – 29 novembre 2009


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I solenni spazi e le sale affrescate di Castel Sant’Angelo ospitano dal 1 ottobre al 29 novembre 2009 la mostra “Nikolaj Gogol’ nelle illustrazioni di Sergej Alimov”, a cura di Karina Ogandžanova, vice-direttrice della casa-museo di A.N. Ostrovskij.

In mostra 42 disegni originali del pluripremiato illustratore Sergej Alimov, tutti rigorosamente ispirati ad opere dello scrittore e drammaturgo russo.

Sergej Aleksandrovič Alimov è un artista brillante, fuori dall’ordinario, molto noto in Russia. Animatore e grafico di grande talento, eccezionale illustratore e scenografo, figlio d’arte, Alimov ha compiuto i suoi studi al liceo artistico e all’Istituto Statale di Cinematografia (VGIK). Nella sua opera, egli ha raggiunto una felice sintesi delle migliori tradizioni della cultura internazionale.

Per la straordinaria fantasia e l’acuta sensibilità, fin dall’inizio della carriera Alimov ha seguito un suo proprio percorso. Lo spirito innovativo, che lo ha sempre contraddistinto, ha fatto di Alimov un artista unico nel suo genere.

La sua produzione nel campo dell’animazione e della grafica libraria si segnala per un profondo sentimento umano, una grande veridicità e uno stile irripetibile.

Al centro della mostra di Sergej Alimov a Roma – proveniente dall’esposizione “Gogol’ e il teatro” proposta a Mosca dal Museo Nazionale del Teatro di “A.A. Bachrušin”- Mosca – si trova uno dei motivi principali nell’attività creativa dell’artista: l’universo delle opere gogoliane, molte delle quali furono scritte a Roma, come il primo volume de “Le anime morte”, “Il cappotto”, “Il ritratto e altre”.

Infatti, Gogol’ arrivò a Roma da una Pietroburgo fredda e austera e si innamorò per sempre della Città eterna, piena di sole. L’entusiasmo, tuttavia, non fu in contraddizione con l’autocoscienza nazionale dello scrittore: “Solo a Roma posso scrivere della Russia. Solo là essa mi appare tutta, in tutta la sua enormità”. Ed è proprio nel paese del Rinascimento, nella bella Roma, che “scorrono fresche e vivaci” le righe meravigliose del romanzo “Le anime morte”. È qui che nascono i personaggi delle geniali opere di Gogol’, personaggi nello stesso tempo commoventi e mostruosi, ridicoli e tragici.

Alimov, durante il lavoro sul ciclo gogoliano, si è convinto della necessità di una nuova lettura delle opere del grande scrittore. Per raggiungere il suo obiettivo, ha svolto un ampio lavoro di studio e di lettura degli studi critici degli storici della letteratura, di saggi e lettere dello stesso Gogol’, ha cercato di comprendere in profondità la personalità dello scrittore. E a poco a poco le opere di Gogol’, complesse e misteriose, si sono dischiuse davanti agli occhi dell’artista.

Ogni disegno presentato nella mostra è un’opera grafica completa e autosufficiente, anche se tutti fanno parte dei cicli che illustrano l’immortale poema di Gogol’ e i suoi racconti. Con grande abilità e talento, Alimov ha saputo mettere in rilievo l’incanto della parola gogoliana, che con la sua forza convince il lettore della realtà assoluta di eventi assolutamente irreali.


Disegni per “Le anime morte”

Immergendosi visivamente ne “Le anime morte”, con grande maestria Alimov vi ha infuso una ricchezza di tratti personali e una corporeità quasi scultorea. È sorprendente quanto siano “cinematografici” i personaggi de “Le anime morte”, così strani, così orgogliosi di non avere interessi spirituali: quel “brandello dell’umanità” di Pljuškin, lo scapestrato Nozdrëv, il sentimentale e benevolo Manilov, il terribile Sobakevič. Con il gusto perfetto che gli è proprio, l’artista ha creato delle immagini grottesche, piene d’ironia e di pietà per gli eroi sgraziati del capolavoro gogoliano. Ecco come Alimov è riuscito a produrre un’autentica versione grafica del poema.


Disegni per “Il naso”

Sfruttando con virtuosismo il gioco della luce e dell’ombra e la plasticità delle immagini, l’artista ha evidenziato l’aspetto irrazionale degli eventi descritti nel racconto “Il naso”, forse l’opera più singolare della letteratura classica russa. Alimov ha trattato questo testo classico con grande rispetto, senza tuttavia seguirlo in maniera automatica.


Disegni per “Il ritratto”

Nel racconto “Il ritratto” Gogol’ si concentra su un problema grave ed eterno, quello dell’ispirazione artistica e del potere del denaro, dell’intransigenza del vero talento nella lotta contro se stesso in nome di scopi supremi. Nella sua “suite grafica”, Alimov con notevole temperamento artistico ha rivelato il turbamento di sentimenti e passioni tempestose; le sue opere sono piene di dinamismo e rendono l’aria misteriosa e la tragedia del talento perduto. Poiché Il ritratto fu scritto in Italia, nei suoi personaggi si può osservare un legame con il paese tanto amato dal loro creatore: non a caso l’opera geniale del pittore ignoto che colpisce Čartkov e lo rimprovera, nasce proprio in Italia. Forse per questo Alimov, pur cercando di essere fedele alla descrizione fisiognomica del protagonista, lo ha fatto un po’ somigliare all’autore del racconto.


Disegni per il racconto “La notte di Natale”

L’interesse di Gogol’ per la vita del popolo, per il folklore, si manifesta soprattutto nei racconti de Le veglie alla fattoria presso Dikan’ka, scritti in un breve arco di tempo tra il 1829 e il 1832. Ancora giovane, lo scrittore ricostruisce, con l’umorismo che gli è proprio, un’incantevole immagine della Piccola Russia, coi suoi costumi e le sue usanze. Un critico severo, Vissarion Belinskij, osservava: “È il sorriso di un giovanotto che saluta il mondo di Dio! Qui è tutto luminoso, tutto brilla di gioia e di felicità!”. Alimov ha disegnato i bozzetti per il racconto “La notte di Natale”, messo in scena al Teatro delle Marionette Obrazcov. I suoi personaggi vivaci e allegri - Oksana, Vakula, il sagrestano, Čub e Solocha – popolano un mondo fantastico e allo stesso tempo reale. All’artista, come allo scrittore, sta a cuore “un’allegria vera, sincera, disinvolta, senza leziosaggini e ritegno”.


BIOGRAFIA DI SERGEJ ALIMOV

Sergej Aleksandrovič Alimov, nato a Mosca il 25 aprile 1938, è un animatore e grafico russo.

Membro corrispondente dell’Accademia di Belle Arti dell’URSS (1991), professore dell’Istituto Statale per la Cinematografia (1994), membro effettivo dell’Accademia Russa di Belle Arti (2002), membro dell’Accademia Russa di Arti Cinematografiche. Nel 1999 gli è stato conferito il titolo di artista del popolo della Federazione Russa.

Nel 1953-1957 studia alla Scuola media artistica di Mosca, nel 1957-1963 frequenta la facoltà di scenografia dell’Istituto per la Cinematografia. Fa uno stage allo studio Zagreb-Film. E’ allievo di Jurij Ivanovič Pimenov, Boris Nikolaevič Jakovlev, Ivan Petrovič Ivanov-Vano. Nel 1962-1974 lavora presso lo studio cinematografico “Sojuzmul’tfil’m” come scenografo, collaborando con Fëdor Savel’evič Chitruk e Valentin Aleksandrovič Karavaev. Nel 1988-1991 è segretario della direzione dell’Unione degli Artisti dell’URSS. Dal 1994 è professore dell’Istituto per la Cinematografia, dal 1999 capo-scenografo del Teatro Accademico delle Marionette “Obrazcov”.

Ha lavorato come scenografo per una serie di spettacoli al Teatro della Satira di Mosca, al Teatro Mossovet, al Teatro delle Marionette “Obrazcov” e in altri teatri di prosa e di marionette.

Ha illustrano più di 100 libri, tra cui Le anime morte di N.V. Gogol’, I signori Golovlëv di M.E. Saltykov-Ščedrin, Le avventure del barone di Münchausen. Insegna all’Istituto per la Cinematografia e all’Accademia di Natal’ja Nesterova.





PREMI

Premio “Golden Gate” al Festival Internazionale del Cinema di San-Francisco (1963, USA).

Premio del Festival Internazionale a Oberhausen per il cartone animato La storia di un delitto (1963, Germania).

Premio “Leone di bronzo” della Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia per il cartone animato Toptyžka (1965, Italia).

Primo premio al Festival del Cinema Sovietico di Kiev (1966, URSS).

Premio “Il Pellicano d’oro” al Primo Festival Cinematografico Internazionale dei cartoni animati di Mamaia (1966, Romania).

Diploma d’onore al X Festival Internazionale del Cinema di Cork per il cartone animato Le vacanze di Bonifacio (1966, Irlanda).

Premio d’Argento al Festival Internazionale del Cinema di Varna per i bozzetti scenografici per il cartone animato Il ghiozzo saggio (1980, Bulgaria).

Medaglia d’argento dell’Accademia di Belle Arti dell’URSS per i bozzetti del cartone animato Storia di una città (1986).

Premio Nazionale della Federazione Russa (2002).





FILMOGRAFIA SCELTA

Regista

1969 — Il cavallino di Vjatka (animazione, URSS)

1970 — La vittima degli standard (nella raccolta Kalejdoskop-70) (animazione, URSS)

1973 — Bravi artigiani (nell’almanacco cinematografico Fitil’ № 128) (animazione, URSS)



Sceneggiatore

1969 — Il cavallino di Vjatka (animazione, URSS)

1970 — La vittima degli standard (nella raccolta Kalejdoskop-70) (animazione, URSS)

1991 — Storia di una città. L’organetto (animazione, URSS)



Scenografo

1962 — La storia di un delitto (animazione, URSS)

1964 — Toptyžka (animazione, URSS)

1965 — Le vacanze di Bonifacio (animazione, URSS)

1966 — Un uomo incorniciato (animazione, URSS)

1967 — Otello-67 (animazione, URSS)

1969 — Il cavallino di Vjatka (animazione, URSS)

1970 — La vittima degli standard (nella raccolta Kalejdoskop-70) (animazione, URSS)

1973 — Bravi artigiani (nell’almanacco cinematografico Fitil’ № 128) (animazione, URSS)

1979 — Il saggio ghiozzo (animazione, URSS) in collaborazione con G.V. Arkad’ev

1991 — Storia di una città. L’organetto (animazione, URSS) in collaborazione con G.V. Arkad’ev


(fonte: http://www.bicentenariogogol.it/pro...di-segey-alimov)

 
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Mostre "Gogol' - il Teatro - L'avanguardia Russa" e "Nikolaj Gogol' nelle fotografie di Šapiro"

Biblioteca Museo Teatrale del Burcardo
Roma, Via del Sudario, 44

1 – 29 ottobre 2009


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Per Gogol’ il teatro era un’arte sublime, di grande rilievo sociale: “Il teatro non è per niente un’inezia o una cosa inutile” – scriveva il drammaturgo – “se consideri che può riunire una folla di cinque, seimila persone. E che tutta questa folla, assolutamente disomogenea se presa nelle sue individualità separate, è capace di subire ad un tratto la medesima scossa, di scoppiare in un pianto comune, come di ridere di un riso comune. È una cattedra dalla quale si può dire molto di buono al mondo”.

E’ per questo che tra gli eventi per il “Bicentenario di Gogol’ ” a Roma ampio spazio viene riservato all’opera teatrale con le due mostre complementari tra loro, ospitate alla Biblioteca Museo Teatrale del Burcardo della SIAE, con opere provenienti dal Museo Nazionale del Teatro di “A.A. Bachrušin” - Mosca: “Gogol’ – il Teatro – l’Avanguardia russa”, a cura di Galina Beskina, e “Nikolaj Gogol’ nelle fotografie di Šapiro (1840 – 1900)”, curata da Svetlana Semikolenova, Vice Direttrice delle attività scientifiche del Museo di Bachrušin.



“Gogol’ – il Teatro – l’Avanguardia russa”

Il Museo Nazionale del Teatro di “A.A. Bachrušin” - Mosca vanta una ricca collezione di materiali unici, dai libri alle pubblicazioni in genere, dai disegni di scenografie e iconografie ai cartelloni e manifesti, oltre che i manoscritti legati alla storia del teatro gogoliano.

In mostra saranno esposte più di 200 oggetti che illustrano gli spettacoli più significativi di Gogol’ che hanno fatto epoca grazie alle interpretazioni e alle soluzioni artistiche proposte da registi, attori e scenografi di eccezione.

La prima e la seconda sala del percorso espositivo sono dedicate agli anni del sempre maggiore riconoscimento dell’opera dello scrittore, quando il teatro russo, grazie alla partecipazione diretta di Gogol’, coi suoi consigli e suggerimenti, s’incammina verso il metodo realista nella messinscena delle commedie dello scrittore, ricorrendo a scenografie e interpretazioni inedite. Tale tradizione è andata formandosi nel teatro russo durante tutto l’Ottocento.

I materiali esposti nella terza sala e in parte nella quarta, rispecchiano i principali avvenimenti riguardanti il teatro gogoliano del primo Novecento. Gli anni Venti sono caratterizzati dall’esaurirsi degli ormai logori moduli teatrali, dalla rifioritura delle arti sceniche, dalla ricerca di nuovi stili, forme, idee e soluzioni artistiche. In questo periodo il teatro nuovo cerca di fare propri gli elementi gogoliani del grottesco, della fantasmagoria e dell’infernale. Il teatro di avanguardia, ha prodotto una rivoluzione nella rappresentazione del mondo e delle immagini create da Gogol’. Negli anni Trenta possiamo invece constatare un ampliamento dei temi gogoliani negli allestimenti ispirati a vari generi, stili e correnti teatrali.

La quarta e la quinta sala espongono materiali sugli spettacoli più significativi ed esprimono le principali tendenze interpretative dei temi gogoliani negli anni seguenti.

La maniera drammaturgica di Gogol’ consiste nel simbolismo realistico. Egli descrive la realtà con tutta la potenza del naturalismo, con tutte le sue bassezze, senza omettere alcun dettaglio e così facendo, innalza questa realtà alla dignità di simbolo. Grazie a tale trasformazione i personaggi gogoliani, terribilmente realistici, diventano una sorta di categorie universali che esistono fuori dal tempo, in tutto il mondo.

Gogol’ vede lo scopo principale della sua commedia nel “riso curativo”, nel deridere se stessi e i propri vizi.

Nel XIX secolo, venne strutturandosi una tradizione nell’interpretazione dei personaggi gogoliani, grazie all’attore Michail Ščepkin, col suo metodo della massima approssimazione alla realtà e al principio gogoliano della comicità interiore; e grazie anche all’attore Ivan Sosnickij, rappresentante della scuola pietroburghese. Gogol’ apprezzò molto il lavoro di Sosnickij, sottolineando che il personaggio da lui creato riusciva a innalzarsi al vero realismo. Se però Sosnickij con le sue interpretazioni svelava le macchinazioni del sindaco disonesto (nell’Ispettore generale), Ščepkin condannava tutto il sistema statale.

Il teatro russo comincia a far proprie le immortali immagini gogoliane solo cento anni dopo la stesura delle opere.

Nel teatro degli anni 1920-1930 i temi gogoliani ricevono un nuovo potente impulso artistico: registi, scenografi e compositori allargano gli orizzonti interpretativi della prosa di Gogol’. Michail Bulgakov scrive una versione teatrale del poema Le anime morte, vengono messe in scena le opere Il naso di Dmitrij Šostakovič e Taras Bul’ba di Nikolaj Lysenko. Le commedie L’ispettore generale e Il matrimonio vengono messe in scena per la prima volta e riprese in molti teatri, di vario livello e tendenze. I più grandi attori russi trovano ispirazione nei personaggi gogoliani.



“Nikolaj Gogol’ nelle fotografie di Šapiro (1840 – 1900)”

Nella seconda mostra dedicata al teatro gogoliano, nell’ambito dei festeggiamenti per i 200 anni della nascita di N.V. Gogol’, vengono esposte le opere fotografiche di Šapiro conservate nei fondi del Museo Nazionale del Teatro “A. Bachrušin” - Mosca.

La mostra si articola in due sezioni:

La prima raccoglie le opere del fotografo incluse nella Galleria di ritratti e pubblicate nel Catalogo del Pantheon russo e della Galleria di ritratti che Šapiro stesso comincia a presentare dal 31 marzo 1882 (12 aprile secondo il calendario gregoriano) sulle pagine del giornale “La Voce”.

La seconda parte della mostra è dedicata a N.V. Gogol’. Nel reparto di negativi fotografici del Museo Bachrušin è conservato l’album delle “Illustrazioni per il Diario di un pazzo di N.V. Gogol’”. Le fotografie, che non sono state mai ritoccate, rappresentano l’attore Andreev-Burlak nei panni di Popriščin. L’editore è lo stesso Konstantin Šapiro (fotografo dell’Accademia Imperiale di Belle Arti), San Pietroburgo, 1883, n. 3572. L’album conta 30 fotografie, accompagnate dal testo in russo e in francese.

L’album si apre con l’introduzione dell’editore Šapiro e con una prefazione firmata dal critico V.V. Stasov. Il fotografo definisce questo album di fine Ottocento come “una nuova esperienza nell’illustrare una delle più belle opere della letteratura russa, Il diario di un pazzo di Gogol’, per mezzo della fotografia”. Šapiro è convinto che riuscire a riprodurre per mezzo della fotografia un attore geniale nei momenti più espressivi equivale a creare illustrazioni quasi perfette, vale a dire più vicine all’idea dell’autore, di un’opera letteraria. Questo è l’obiettivo che vuole raggiungere Šapiro con la creazione del suo album.



Šapiro si pone anche un altro obiettivo, ossia conservare per i posteri gli attimi fuggenti dell’arte di un attore. Dopo aver ammirato l’album regalato da Šapiro alla Biblioteca Pubblica di San Pietroburgo, Stasov dichiarava che il fotografo era riuscito in questo compito in modo brillante. Curioso che la stessa premura per i posteri abbia spinto A.A. Bachrušin, fondatore del Museo Nazionale del Teatro, a costituire una raccolta di oggetti legati al teatro. Così, nella collezione di cartelloni e opuscoli esplicativi del Museo troviamo il cartellone di una tournée a Kazan’, compiuta dalla Prima Associazione di attori russi di N.V. Andreev-Burlak. Negli spettacoli della tournée lo stesso Andreev-Burlak recitava alcuni brani dal Diario di un pazzo di Gogol’. Secondo le testimonianze dei contemporanei, l’attore amava particolarmente questo suo lavoro gogoliano.

Nel 1883, Šapiro scatta una serie di fotografie di Andreev-Burlak nei panni di Popriščin, protagonista del Diario di un pazzo. Lo stesso anno il fotografo pubblica un album di quelle fotografie, brillante testimonianza dell’interpretazione dei personaggi gogoliani da parte di un attore russo e dell’interesse sincero per “l’attimo fuggente” dell’arte teatrale.



Andreev-Burlak

Negli anni ’70-’80 Andreev-Burlak, uno dei migliori attori di provincia, si esibisce anche sui palcoscenici di Mosca e San Pietroburgo. Egli recita per due decenni, dal 1868 al 1888.

Andreev-Burlak esordisce sul palcoscenico in un piccolo teatro di Simbirsk. Seguono Samara (1875), Saratov (1876-1877), Mosca (1877-1878) e San Pietroburgo (1878). Negli anni 1880-1884 si esibisce in alcuni teatri di Mosca: al Teatro di Solodovnikov, al Teatro di Korš e al Teatro di Lentovskij. Nel 1880, Andreev-Burlak e M.I. Pisarev sono impegnati nell’organizzazione del Teatro Puškin gestito da A. Brenko, a Mosca. Attori famosi come Čarskij, Strepetova, Glama-Meščerskaja, insieme agli esordienti Dalmatov e Južin, fanno parte della troupe, mentre Andreev-Burlak, Pisarev e Brenko sono membri del Consiglio artistico di teatro. Andreev-Burlak è inoltre il regista stabile. Gli allestimenti di solito sono pensati per un ensemble in cui gli attori famosi interpretavano anche parti di importanza secondaria.

Il 4 aprile 1882 Andreev-Burlak esordisce al Teatro Malyj di Mosca.

Nel 1883 e 1888 organizza e gestisce la tournée del Teatro lungo il Volga. Il suo sogno è sempre stato quello di fare un teatro indipendente da impresari privati. Con un gruppo di attori fonda l’“Associazione di attori russi” e nell’estate del 1883 i suoi membri, guidati da Burlak e Pisarev, scendono giù per il Volga con un piroscafo dando spettacoli in tutte le città più importanti.

Un posto di grande rilievo nell’attività artistica di Andreev-Burlak occupava la declamazione di brani scelti dalle opere di vari autori che recitava in costume e truccato. Secondo le testimonianze dei contemporanei, fu la declamazione a renderlo popolare, piuttosto che le parti teatrali interpretate. All’epoca, uno spettacolo “di varietà” era impensabile senza almeno un brano recitato da Andreev-Burlak: il pubblico non finiva di applaudire e non voleva lasciarlo andare. Per quanto riguarda il genere del racconto, la sua interpretazione migliore fu quella del Diario di un pazzo di N.V. Gogol’, prediletta dall’attore stesso.



Konstantin Aleksandrovič Šapiro è il più grande fotografo “al servizio” della letteratura russa. Nasce nel 1840 nella piccola città di Grodno, in una povera famiglia ebraica. La sua infanzia e la sua giovinezza sono segnate da difficoltà materiali. Šapiro manifesta precocemente la voglia di imparare e sin da piccolo scrive poesie e disegna. Adolescente, lascia la casa paterna e si avventura a viaggiare, a piedi, per il mondo. Nel 1868 la sorte lo porta a Vienna, considerata all’epoca la “capitale” della ricerca fotografica. A Vienna Konstantin Šapiro apprende le tecniche più avanzate della fotografia. Tra la fine del 1868 e l’inizio del 1869 si reca a Pietroburgo con l’intenzione di aprire un proprio studio fotografico.

Le leggi e la realtà russa di quel periodo, tuttavia, impedivano a un giovane di nazionalità ebraica di lavorare in proprio: Šapiro è costretto a convertirsi alla religione ortodossa. All’inizio diventa socio di Vil’gel’m Šenfel’d (1810-1887), uno dei primi fotografi pietroburghesi. Il loro studio si chiama “Šenfel’d e Šapiro”. Nel novembre 1869, Šapiro annuncia sul “Notiziario di San Pietroburgo” (n. 316) l’apertura del proprio studio in Nevskij Prospekt, al n. 64. I lavori del giovane fotografo vengono insigniti di un diploma d’onore alla Mostra Panrussa di Manufatti, la prima dove espone le sue opere.

In dieci anni, fino al 1879, Šapiro riesce a fotografare quasi tutti gli intellettuali di San Pietroburgo e di Mosca. Gli viene allora l’idea di pubblicare una rassegna di ritratti fotografici.

La prima edizione della Galleria di ritratti di letterati, scienziati e artisti russi esce nel 1880. L’album comprende le foto in folio di I.A. Gončarov, F.M. Dostoevskij, N.A. Nekrasov, M.E. Saltykov-Ščedrin e I.S. Turgenev. Ogni ritratto è accompagnato da un foglio con la breve biografia del personaggio in russo e in francese. Le fotografie sono di grandi dimensioni e superano il formato gabinetto.

Per molti anni lo studio di Šapiro si trova in Nevskij Prospekt, al n. 30, ma tra la fine del 1881 e l’inizio del 1882 si trasferisce al vicino civico 32, nell’edificio della chiesa cattolica romana. In quel periodo sul retro delle fotografie, insieme al nuovo indirizzo, si legge anche la scritta “Fotografo dell’Accademia Imperiale di Belle Arti”. All’Esposizione Panrussa di Arte e Industria (1882) Šapiro presenta una variante ampliata della sua galleria di ritratti. Il critico Lev Vladimirov scrive sul “Notiziario Moscovita” del 1° luglio 1882: “Il fotografo pietroburghese K.A. Šapiro, autore della Galleria di ritratti di letterati, scienziati e artisti russi, ora ha presentato all’Esposizione, all’interno del secondo gruppo, alcuni esempi di ritratti che fanno parte della citata Galleria. L’idea del Sig. Šapiro è, senza dubbio, eccellente e gli auguriamo ogni successo possibile. Ogni nuova edizione contiene cinque ritratti… Il Sig. Šapiro sta ora lanciando una nuova, più economica edizione popolare di ritratti di letterati e scienziati, dal titolo Pantheon Russo, che comprenderà ritratti fotografici di esponenti, sia defunti che viventi, della nostra arte e letteratura. Per il Pantheon sono già stati scelti 138 ritratti”.

Per le sue opere, Šapiro viene insignito della medaglia di bronzo all’Esposizione di Arte e Industria del 1882. Nel 1883 riceve dall’Imperatore Alessandro III la grande medaglia d’argento (massima decorazione per un lavoro di utilità pubblica) con cui viene premiata l’edizione economica e popolare del Pantheon.

Nel 1884 una nuova scritta appare sul retro delle fotografie, per informare che Šapiro ha partecipato ad una mostra a Madrid. I contemporanei apprezzano la sua arte. Già nel 1884 una pagina dell’album di V. Michnevič I nostri conoscenti. Dizionario corsivo dei contemporanei. 1000 profili viene dedicata al fotografo (p. 248): “Šapiro, noto fotografo pietroburghese, tanto bravo quanto intraprendente, ha compiuto un gesto più soprannaturale di quello del Noè biblico. Noè, con l’aiuto di Dio, ha riunito nella sua arca tutti gli esseri, puri e impuri, mentre il Sig. Šapiro – e questa è una cosa straordinaria – avendo radunato nella sua “galleria” tutti gli scrittori russi, separati fra loro da ostilità di ogni genere, ha dato un esempio davvero rimarchevole. Il Sig. Šapiro, se vogliamo, a pieno diritto può avere il titolo di fotografo “al servizio” della letteratura e dell’arte russa. Ha immortalato non soltanto i rappresentanti di queste professioni, ma anche le loro opere, come ha dimostrato la sua memorabile rappresentazione sperimentale di un personaggio gogoliano, Popriščin, interpretato dall’attore Andreev-Burlak”.

Konstantin Aleksandrovič Šapiro muore a Pietroburgo nel 1900. Ai nostri giorni, come allora, il suo patrimonio fotografico fa parte integrante della storia della cultura russa.

(fonte: http://www.bicentenariogogol.it/pro...gol-e-il-teatro)

 
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Rassegna: "Gogol' nel Cinema"

CINETECA NAZIONALE - CINEMA TREVI
Vicolo del Puttarello 25, Fontana di Trevi, Roma

1 – 4 ottobre 2009


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La ricorrenza del bicentenario della nascita del grande scrittore e drammaturgo russo è occasione per il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale di collaborare con la Fondazione Internazionale Accademia Arco alla realizzazione di una rassegna – programma a cura di Lorenzo Pompeo – di alcuni film tratti dalle opere di Gogol’.

In Russia Gogol’ offre lo spunto per opere filmiche fin dalle origini del nuovo mezzo. Tra gli esempi più antichi saranno presentati nella rassegna al cinema Trevi, sala della Cineteca Nazionale, Taras Bul’ba, del 1909 e Portret, del 1915, recuperati di recente nelle cineteche russe. Nel corso del Novecento, i migliori registi e i più grandi attori europei si sono misurati con la sua opera. In questa rassegna si potranno confrontare le versioni cinematografiche russa e italiana del racconto Šinel’ (Il cappotto). La versione italiana, di Alberto Lattuada, del ’52, con Renato Rascel in una delle sue migliori interpretazioni, considerata un grande classico, precede di otto anni la pellicola diretta da Aleksiej Batalov, anch’essa un classico in Russia per l’altrettanto memorabile interpretazione di Rolan Bykov. In programma anche Anni ruggenti di Zampa, del 1962, liberamente ispirato all’Ispettore generale, che trasferisce la vicenda della commedia gogoliana in una cittadina pugliese nel ventennio fascista e la memorabile versione russa, Revizor, diretta da Vladimir Petrov nel 1952, molto vicina all’originale che rimane a tutt’oggi il migliore adattamento mai realizzato. Libero adattamento è anche il film di Mario Bava, maestro dell’horror italiano, La maschera del demonio, fortunato esordio ispirato al racconto Il Vij, mentre l’omonimo film di Ptuško, Eršov e Kropačev, che fu visto in Unione Sovietica da più di 40 milioni di spettatori, è molto più fedele all’originale. La piccola selezione di film in programma dimostra come l’opera di Gogol’, a due secoli dalla nascita dell’autore, abbia rappresentato e continui a rappresentare una continua fonte di ispirazione per i cineasti di tutto il mondo.


PROGRAMMAZIONE:


Giovedì 1 ottobre ore 18,00

Presentazione della rassegna e saluto dell’Ambasciatore della Federazione Russia Aleksiej Meškov, Rinfresco, a seguire:

Ore 18,45

Taras Bulba (Russia, 1909)

Regia: Aleksander Drankov; interpreti: Anisim Suslov, L. Man’ko, Černovskaja; origine: Russia; Produzione: Atelier A. Drankov; durata: 07’

Prima e primitiva versione dell’omonimo racconto di Gogol’ diretta da un pioniere del cinema russo, di recente riscoperta e restaurata, rappresenta oggi più che altro una divertente curiosità e un interessante esperimento.

Accompagnamento musicale del maestro Antonio Coppola (pianoforte)


Ore 19,00

Portret (Russia, 1915)

Regia: Vladislav Starevič; interpreti: Andrej Gromov, Ivan Lazarev, V. Vasil’ev; origine: Russia; Produzione: Atelier V. Starevic; durata: 22’

Versione dell’omonimo racconto di Gogol’ diretta da un pioniere da Starewicz, considerato il padre della tecnica “stop-motion”. Riscoperto e restaurato di recente, il film è basato sul “trucco” del ritratto che si anima e prende vita, nello spirito vagamente circense che animava i pionieri del cinema.

Accompagnamento musicale del maestro Antonio Coppola (pianoforte)



Ore 19,30

Šinel’ (Il cappotto, Russia, 1959)

Regia: Aleksiej Batalov; sceneggiatura: Leonid Solov’ev; fotografia: G. Maranžjan; musica: N. Sidel’nikov; montaggio: I. Tarsanov; Interpreti: Rolan Bykov, Ju. Tolubeev, A. Ežkina, E. Ponsova, T. Tejch; origine: Russia (Unione Sovietica); produzione: Lenfil’m; durata: 70’

I migliori talenti collaborarono a questo film: Rolan Bykov, uno dei più noti e amati attori del cinema sovietico che interpreta Akakij Akakievič, lo scrittore Leonid Solov’ev che ha scritto la sceneggiatura e il regista Batalov, notissimo attore, che esordì con questo film. Lo spettatore avverte quell’atmosfera di oppressione che grava sul protagonista, sottolineata da un bianco e nero scuro, perfettamente calibrato sul clima severo e rigido di San Pietroburgo. Per questo è giustamente considerato un vero e proprio classico.


Ore 20,45

Il cappotto (Italia, 1952)

Regia: Alberto Lattuada; soggetto: dal racconto omonimo di Nikolaj Gogol’; sceneggiatura: A. Lattuada, Giorgio Prosperi, Giordano Corsi, Enzo Curreli, Luigi Malerba, Leonardo Sinisgalli, Cesare Zavattini; fotografia: Mario Montuori; scenografia: Gianni Polidori; costumi: Dario Cecchi; interpreti: Renato Rascel, Yvonne Sanson, Giulio Stival, Ettore G. Mattia, Giulio Calì, Olinto Cristina; origine: Italia; produzione: Faro Film, Messina, Titanus; durata: 107’

Da Pietroburgo a Pavia, dove Akakij Akakievič diventa Carmine de’ Carmine. Lattuada riesce a tirare fuori da Renato Rascel, attore di avanspettacolo, una memorabile e irripetibile interpretazione in perfetto equilibrio tra la commedia e il dramma. Senza dubbio il migliore adattamento italiano da Gogol’


Venerdì 2 ottobre

Ore 19,00

Šinel’ (Il cappotto, Russia, 1959)

replica



Ore 20,45

Anni ruggenti (Italia, 1962)

Regia: Luigi Zampa; soggetto: Sergio Amidei, L. Zampa, Vincenzo Talarico; sceneggiatura: Ettore Scola, Ruggero Maccari, L. Zampa; fotografia: Carlo Carlini; scenografia: Piero Poletto; costumi: Lucia Mirisola; musica: Piero Piccioni; montaggio: Eraldo Da Roma; interpreti: Nino Manfredi, Gino Cervi, Salvo Randone, Michèle Mercier, Gastone Moschin, Rosalia Maggio; origine: Italia; produzione: Spa Cinematografica, Incei Film; durata: 110’.

Ispirato al Revizor, il film di Zampa è ambientato in una cittadina pugliese durante il ventennio fascista. Nino Manfredi interpreta in modo mirabile Omero Battifiori, l’assicuratore di fede fascista che arriva nel paese di provincia e viene scambiato per un gerarca in incognito in un film complessivamente ben orchestrato. Un cast di attori di ottimo livello che si è avvalso di un buon gruppo di sceneggiatori (che annovera, tra l’altro, Ettore Scola alla sceneggiatura prima di debuttare alla regia).



Sabato 3 ottobre

Ore 19,00

Vij (Il Vij, Russia, 1969)

Regia: A. Ptuško, K. Eršov, G. Kropačev; sceneggiatura: A. Ptuško, K. Eršov, G. Kropačev; fotografia: V. Piščalnikov, F. Provorov; Scenografia: N. Markin; costumi: Roza Satunovskaja; Musica: K. Chačaturjan; montaggio: R. Peseckaja, T. Zubova; interpreti: Leonid Kuravlev, N. Varlej, A. Glazyrin, N. Kutuzov, V. Zacharčenko, P. Veskljarov, S. Škurat; origine: Russia (Unione Sovietica); produzione: Mosfil’m; durata; 72’

Diretto da tre registi, Konstantin Eršov, Georgij Kropačev e Aleksandr Ptuško (i tre firmarono anche la sceneggiatura) il film, considerato il capostipite del genere horror nel cinema sovietico, si caratterizza per una cura meticolosa e delle scenografie e per una puntuale e colorita rappresentazione dei pittoreschi usi e costumi del villaggio ucraino, dove è ambientata la storia. Gli effetti speciali, per l’epoca assolutamente straordinari, resero il Vij un vero e proprio film cult (in Unione Sovietica fu visto da oltre 40 milioni di spettatori).


Ore 20,45

La maschera del demonio (Italia, 1960)

Regia: Mario Bava; soggetto: da Il Vij di Nikolaj Gogol’; sceneggiatura: Ennio de Concini, Mario Serandrei; fotografia: M. Bava; scenografia: Giorgio Giovannini; musica: Roberto Nicolosi; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Barbara Steele, John Richardson, Andrea Checchi, Ivo Garrani, Arturo Dominici, Enrico Olivieri; origine: Italia; produzione: Galatea, Jolly Film; durata: 88’.

Film d’esordio di Mario Bava, che diventerà uno dei più importanti registi italiani del genere horror, lontanamente ispirato al racconto di Gogol’ Il Vij. Il Dottor Chomas ed il suo aiutante Gorobek, diretti a Mosca per prendere parte ad un importante congresso medico, mentre attraversano un bosco spaventoso, si fermano ad osservare una vecchia cappella semidistrutta ed al suo interno trovano un sarcofago antichissimo che contiene il corpo mummificato di una strega giustiziata come eretica un secolo prima. Attaccato da un pipistrello, il professor Chomas rompe la teca di vetro che copre il volto della strega, ferendosi la mano e facendo scivolare sul viso di quest'ultima alcune gocce di sangue, che, involontariamente ne risvegliano lo spirito vendicativo. Il successo negli Stati Uniti fu clamoroso e inatteso.


Domenica 4 ottobre

Ore 18,00

Revizor (L’ispettore generale, Russia, 1952)

Regia: Vladimir Petrov; sceneggiatura: Vladimir Petrov (dall’omonima commedia di N. V. Gogol’); Fotografia: Jurij Ekel’čik, Musica: Nikolaj Timofeev; montaggio: K. Moskvina; interpreti: Ju. Tolubeev, A. Georgievskaja, T. Nosova, P. Pavlenko, S. Blinnikov, M. Janšii, E. Garin, A. Polinskij; origine: Russia (Unione Sovietica); produzione: Mosfil’m, durata: 124’

La scelta di suggestive atmosfere drammatiche, la cura dei particolari storici al limite dell’ossessione e la propensione per la rievocazione monumentale ricca di elementi romantici ne faranno uno dei più importanti registi del cinema sovietico. Questa versione del Revizor è una perfetta sintesi dell’arte di Petrov: una trasposizione fedele all’originale ma nello stesso tempo estremamente curata sia nella scenografia che nella recitazione degli attori, nella quale il passaggio dal teatro al cinema è risolto senza alcuna forzatura.



Ore 20,30

Il naso (Italia, 2003)

Regia: Francesco Lagi; sceneggiatura: Marianna Cappi, F. Lagi; fotografia: Christian Burgos Hurtubia; scenografia: Tommaso Ferraresi; montaggio: Danilo Torre; interpreti: Valeria Bendetti Michelangeli, Leonardo Maddalena, Alessandro Roja, Maurizio Tesei, Carolina Levi; origine: Italia; produzione: Centro Sperimentale di Cinematografia; durata: 14’

Un barbiere spazzando per terra trova un naso. Un attore si sveglia e si accorge che gli manca il naso. Un poliziotto indaga sulla misteriosa sparizione. Di chi è la colpa?



Ore 21,00

La passeggiata (Italia, 1953)

Regia: Renato Rascel; cons. tecn. alla regia: Franco Rossi; soggetto: dal racconto La prospettiva Nevskij di N. V. Gogol’; sceneggiatura: Turi Vasile, Diego Fabbri, Ugo Guerra, Giorgio Prosperi, F. Rossi, Cesare Zavattini, Enzo Curreli, R. Rascel; fotografia: Vàclav Vích; scenografia: Gianni Polidori; costumi: Maria Rosaria Crimi; musica: Giovanni Militello; montaggio: Otello Colangeli; interpreti: Renato Rascel, Valentina Cortese, Paolo Stoppa, Giuseppe De Martino, Suzanne Levesy, Anna Maria Bottini; origine: Italia; produzione: Film Costellazione, Zebra Film; durata: 85’

Paolo Barbato, timido provinciale, viene a Roma per fare l'istitutore al Collegio Nazionale. Il primo giorno di libertà va a spasso sul Gianicolo dove incontra Lisa, una bella prostituta della quale s'innamora. La segue fino ad una casa di appuntamenti ma fugge inorridito quando s'accorge dove è capitato, anche se questo non cancella né altera l'immagine ideale che si è fatto di lei. Tutto preso dalla preparazione della festa annuale del collegio, Paolo manda un invito anche a Lisa che durante la festa è scambiata per un personaggio ufficiale e le viene affidato il compito di distribuire i premi. Paolo, felice per la presenza di Lisa, commette ogni sorta di stravaganze provocando l'ilarità del pubblico ma soprattutto la collera del rettore, quando uno degli insegnanti gli rivela la vera identità della ragazza. Paolo viene licenziato e se ne torna al suo paese, ma non può soffocare il sentimento che prova per Lisa. Decide di rivederla e cerca di indurla a cambiare vita, ma lei non gli dà ascolto. Paolo parte amareggiato, ma il suo candore e la sua sincerità hanno provocato una crisi benefica nell'animo di Lisa che decide di cambiar vita.


(fonte: http://www.bicentenariogogol.it/pro...ogol-nel-cinema)

 
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Spettacolo: "Possidenti di Antico Stampo" al Teatro Valle

messo in scena dalla
Compagnia del TEATRO D’ARTE "ČECHOV" di Mosca

regia Mindaugas Karbauskis
con
Alexander Semchev Afanasij Ivanovic
Polina Medvedeva Pulcherija Ivanovna

Teatro Valle
Roma, Via del Teatro Valle, 21

1 e 2 ottobre ore 20.45
durata: 1 ora e 10 minuti, senza intervallo


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Il racconto POSSIDENTI DI ANTICO STAMPO di Nikolaj Gogol’ è un idillio campestre che, insieme ad altre tre novelle, appartiene alla raccolta Racconti di Mirgorod, pubblicati nel 1845, dove affiora la consapevolezza gogoliana dei mali che tormentano l'umanità e che, in capo a un'inevitabile deriva, ne causeranno la disfatta. Si allontana l’Ucraina solare dei poderi fioriti, limpida e festosa, popolata di gente sana e vitale, pronta all’amore, allo scherzo, alla gioia dei sensi; l’Ucraina di Mirgorod non ha più la stessa letizia, la stessa ridente frenesia, subentrano il dolore e la violenza, come rottura di un accordo tra i vivi. Nascono il conflitto, la furia di previcare e di condizionare la libertà altrui a proprio esclusivo vantaggio. Nasce, cioè, la società in cui Gogol' infelicemente vive. I quattro racconti, infatti, si propongono come naturale e drammatico trait d'union tra il lirismo stupefatto delle precedenti Veglie e l'amarezza del ciclo pietroburghese, in cui tutto è menzogna, inganno, sopruso, follia, morte.

Lo spettacolo, che al racconto si ispira, narra di un’anziana coppia di coniugi, Pulcherija Ivanovna e Afanasij Ivanovic, che vive in campagna in una solitudine tranquilla e misurata, e in uno stato di assoluta felicità. Le attenzioni della padrona di casa sono totalmente rivolte al marito sofferente: è lei che lo veste, che lo sfama, che si preoccupa della sua salute, che lo cura con amore. Ma tutto questo, improvvisamente, è destinato a finire: l’anziana donna muore e i domestici prendono il sopravvento nella casa, prima deridendo l’infermo padrone e poi dimenticandosi completamente di lui che, trasformato in oggetto inutile, si abbandona alla più totale disperazione. Non c’è consolazione, non c’è sollievo. Così, una morte chiama l’altra e Pulcherija torna dall’aldilà, per portare via con sé l’amato consorte, novelli Filemone e Bauci uniti sia nella tranquilla gioia dell’esistenza che nella dura inesorabilità della morte.

La piece, in scena con immutato successo al Teatro d’Arte "Čechov"di Mosca dal 2001, riproduce un universo vario e multiforme di personaggi gretti e meschini, protagonisti di vicende al limite del nonsenso, narrate con uno stile straordinariamente originale e moderno.

Mindaugas Karbauskis, è considerato uno dei più talentuosi registi russi contemporanei. É stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, compresa l’assegnazione, due volte, del premio teatrale nazionale “Maschera d’oro”. Allievo del maestro Fomenko, insegna all’atelier S. Zhenovach presso l’Accademia RATI di Mosca.

L’originalità stilistica, l’indubbio talento e la capacità di esprimere temi profondi con minimi mezzi espressivi hanno fatto di POSSIDENTI DI ANTICO STAMPO un vero evento nell’ambito della vita teatrale della capitale.

Il Teatro d'Arte "Čechov" di Mosca, fondato nel 1898 da Konstantin Stanislavskij e da Vladimir Nemirovič-Dančenko è, nella storia del teatro europeo, uno dei primi tentativi di rinnovamento delle strutture in senso moderno. La sua nascita è legata alla drammaturgia di Anton Čechov (“Il gabbiano” 1898, “Zio Vanja” 1899, “Le tre sorelle” 1901, “Il giardino dei ciliegi” 1904) e di Мaksim Gor’kij (“Piccolo borghese” e “Bassifondi”, entrambi del 1902).

Un nuovo tipo di attore trasmette in modo sottile le particolarità della psicologia dell’eroe, mentre assumono un ruolo determinante le figure del regista e del direttore del repertorio. Vengono introdotti lunghi periodi di prove, si approntano scene e costumi per ogni singolo spettacolo, e la collaborazione costante con scenografi, sarti, tecnici, trovarobe manifesta la ferma volontà di creare un gruppo di lavoro affiatato e duraturo.

Il Teatro d’Arte, che ha ospitato e continua ad ospitare gli artisti migliori, è considerato il primo palcoscenico di Russia, anche dal punto di vista produttivo. Attualmente il direttore artistico è il regista e pedagogo Oleg Tabakov.


(fonte: http://www.bicentenariogogol.it/pro...i-antico-stampo)

 
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Conferenza: "Che ne è stato del secondo volume delle Anime Morte"

a cura del Professore Jurij Mann
presentazione del Prof. Cesare De Michelis, Docente di Lingua e Letteratura russa
interviene il Prof. Alfredo Eduardo Bellingeri, Direttore Dipartimento di Beni Culturali, Musica e Spettacolo

FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA
Dipartimento di Beni Culturali, Musica e Spettacolo
Sala Riunioni, Edificio B, IV piano
Roma, Via Columbia, 1

giovedì 1 ottobre 2009, ore 11.00


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Giovedì 1 ottobre, alle ore 11.00 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata si terrà la conferenza “Che ne è stato del secondo volume delle Anime Morte?”.

Nessun autore viene così frequentemente (e per molti versi, giustamente) definito un “enigma” o un “mistero” quanto Gogol’. Si parla non solo del mistero delle sue opere, ma anche del mistero della sua vita e di alcuni eventi particolari. Per fare un esempio, si discute ancora se Gogol’ sia stato o meno in Spagna, se abbia chiesto davvero la mano di Anna V’el’gorskaja. Che ne è stato del suo “Racconto di congedo”, come Gogol’ stesso aveva definito la sua opera migliore? L’aveva scritto? E in questo caso, che fine ha fatto? (poiché Gogol’ non ha mai detto apertamente di aver distrutto il manoscritto).

Tra i più grossi misteri della biografia gogoliana, c’è il destino del secondo volume delle Anime morte. Di recente, un giornale importante e diffuso ha scritto che Gogol’ non lo bruciò, che questa storia sarebbe nient’altro che un mito. Questa, d’altro canto, non è una questione esclusivamente “biografica”: in essa si riflette il carattere unico del disegno gogoliano, il carattere del suo prolungato lavoro sul poema, che occupò quasi diciassette anni; nella fase finale di quel processo creativo si possono leggere le tracce del particolare stato psichico e spirituale di Gogol’ negli ultimi mesi della sua esistenza.

Nella sua relazione, il Professore Mann cercherà di fornire una risposta dettagliata alla questione.

Jurij Mann è Professore emerito, membro dell’Accademia Russa di Scienze Estetiche, collaboratore scientifico dell’Istituto di Letteratura Mondiale, Professore dell’Università RGGU di Mosca, presso la quale insegna storia della letteratura russa della prima metà dell’Ottocento e tiene alcuni corsi di testologia e storia della cultura russa (estetica filosofica russa). Di particolare rilevanza sono le lezioni dedicate all’opera di Gogol’ e il seminario speciale “Gogol’ nel contesto della letteratura mondiale”.

Le sue pubblicazioni principali comprendono più di trecento opere scientifiche, tra le quali quindici libri: “La commedia di Gogol’ «L’ispettore generale»”; “La poetica di Gogol’ ”; “«Le anime morte»: scrittore, critica, lettore”; “Nikolaj Gogol’. Vita e opere. Libro di lettura con commento in lingua inglese”; “Gogol’. Le opere e la vita: 1809 – 1845”; “Comprendere Gogol’ ”; “L’opera di Gogol’. Senso e forma”; “Letteratura russa del XIX secolo. L’epoca del romanticismo”; “Turgenev e altri”. Nel 2009 è uscito il terzo e ultimo tomo della biografia di Gogol’, “Gogol’. Conclusione di un viaggio: 1845 – 1852”.

Molte delle opere di Jurij Mann sono state tradotte in lingue straniere (inglese, tedesco, francese, ecc.). Fra queste il libro “La poetica di Gogol’ ” in giapponese, pubblicato a Tokyo. Il Professore Mann è anche direttore responsabile dell’edizione accademica delle “Opere complete e lettere di N.V. Gogol’ ” in 23 volumi.

(fonte: http://www.bicentenariogogol.it/pro...jurij-mann-0110)

 

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