Arca Russa
Letteratura e Teatro - «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Argonauta - Domenica, 22 Ottobre 2006, 20:38
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
...Veramente, dove s'è andata a cacciare la capitale della Russia- alla fine del mondo! Strano popolo il russo: c'era la capitale a Kiev- nossignore, ci faceva troppo caldo, troppo poco freddo; passò a Mosca- e no, anche qui ci faceva troppo poco freddo; apprestaci dunque Pietroburgo, o Signore! In compenso, che squallore fra la madre Mosca e il figliuolo! Che specie di paesaggi son quelli, che natura! L'aria è penetrata di bruma; sul suolo pallido, d'un verde bigio, ceppaie calcinate, pini, abeti, zolle... [...] Lei, Mosca è restata fino ad oggi una vecchia barba russa, lui Pietroburgo, è già un accorto europeo.
Zarevich - Domenica, 22 Ottobre 2006, 20:47
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Male, molto male capite Nikolaj Vassiljevich Gogol
Lui parla sempre di più che scrive
Nello spazio tra le righe c'è la verità
Mosca e Pietroburgo fanno corpo unico che si chiama La Russia.
Argonauta - Domenica, 22 Ottobre 2006, 20:54
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Zarevich! Non ho bevuto vodka: sono le parole di Gogol'!!!!
Argonauta - Domenica, 22 Ottobre 2006, 20:57
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Mosca è una vecchia massaia che cuoce gallette, guarda le cose da lontano e presta orecchio senza levarsi dalla sua poltrona al racconto di ciò che capita nel mondo. Pietroburgo è un giovinotto discolo, che non sta mai a casa, è sempre vestito per uscire e, facendo il bello al cospetto dell'Europa, scambia saluti colla gente d'oltremare.
Zarevich - Domenica, 22 Ottobre 2006, 20:59
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Lo so che sono parole di Gogol
Io potrei continuare le sue parole
Queste parole di Gogol di due capitali sono troppo famose, ma Gogol stesso le intendeva tra le righe
Argonauta - Domenica, 22 Ottobre 2006, 21:05
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Mosca è di genere femminile, Pietroburgo maschile. Mosca è piena di fidanzate, PIetroburgo di fidanzati. [...] A Mosca i letterati spendono e spandono senza guadagnare, a Pietroburgo guadagnano senza spendere. Mosca se ne va sempre avviluppata in una pelliccia d'orso e non esce che per andare a pranzo; Pietroburgo, in soprabito di castorino, colle mani in tasca, se ne va di carriera alla Borsa, ovvero "in ufficio". [...] Mosca è necessaria alla Russia: a Pietroburgo è necessaria la Russia.
Zarevich - Domenica, 22 Ottobre 2006, 21:11
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Tu ti sei comprato un volumino di Nikolaj Vassiljevich?
E' un curriculum scolastico.
Io da bambino a scuola scrivevo una composizione "Due capitali" su Gogol.
Argonauta - Domenica, 22 Ottobre 2006, 21:26
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Myshkin - Giovedì, 22 Marzo 2007, 13:30
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Antefatto
Si legge sul «Diario di Roma» del 13 dicembre 1845 : «Questa mattina, circa le ore 5, e' giunta in questa Capitale, proveniente da Napoli, S.M. Nicolo' I Imperatore di tutte le Russie e Re di Polonia, sotto il titolo di General Romanoff. La M.S. ha preso alloggio al palazzo Giustiniani, residenza della I. e R. Legazione Russa».
Lo zar si trattenne a Roma per cinque giorni, fino al 17 dicembre. Veniva dalla Sicilia dove aveva trascorso alcuni mesi in compagnia della zarina che vi si era recata per motivi di salute. Sulla via del ritorno in Patria Nicola I non volle perdere l'occasione per una visita alla citta' eterna.
A dire il vero la notizia della sua venuta aveva destato non poche preoccupazioni nella Curia, anche perché poco tempo prima era giunta a Roma la madre Makrina, «abbadessa delle monache basiliane di Minsk, nella Polonia russa», che aveva narrato al cardinale Mezzofanti le vessazioni a cui era stata sottoposta per non aver accettato di convertirsi all'ortodossia. C'era chi voleva che Gregorio XVI si rifiutasse di incontrare lo zar, come possiamo leggere anche in una lettera di Nikolaj Gogol' che in quel periodo si trovava a Roma e fu un testimone d'eccezione della visita dello zar: «Il Papa e' stato in imbarazzo su come accogliere il sovrano, e per questo ha riunito il concistoro. I cardinali gli hanno consigliato di evitare l'incontro e di fingersi malato, ma il Papa ha risposto in modo degno alla sua fama: "Non ho mai finto e non lo faro' ora. Per parte mia utilizzo le lacrime, le preghiere, e questo e' tutto cio' che ritengo a me permesso"».
Cosi' il Pontefice incontro' lo zar due volte: al suo arrivo a Roma e poco prima della partenza. Sebbene la narrazione dei due incontri sia stata spesso colorita di inesattezze e particolari che tendevano a sottolineare un contrasto palese, le relazioni giunteci dimostrano invece che si tratto' di un colloquio franco, ma cortese.
Nicola I, naturalmente, non manco' di visitare la citta'. La Cronaca del Roncalli ci consente di seguire da vicino gli spostamenti del sovrano che: «Alle ore 10 ant. dei 16 dicembre (...) usci' da palazzo (...) e si porto' alla pubblica esposizione de' quadri alla piazza del Popolo. (...) Si porto' quindi allo studio dello scultore Wicar al Vicolo del Vantaggio ed uscendone, a piedi, fece la nuova passeggiata di Ripetta, visitando altro studio di un russo. Visitati altri studi di scultura, si diresse alla basilica di S. Paolo sulla via Ostiense».
Come testimonia anche la corrispondenza di Gogol', forse proprio in questa occasione lo zar ebbe modo di incontrare anche il pittore Aleksandr Andreeviи Ivanov, che all'epoca stava lavorando alla sua opera piu' famosa dal titolo L'apparizione di Cristo al popolo, e il cui studio si trovava in una soffitta di Palazzo Borghese. Questo studio e' raffigurato dallo stesso Ivanov in un disegno della fine degli anni trenta e ce ne ha lasciato una colorita descrizione lo storico e pubblicista Michail Pogodin che proprio Gogol' aveva portato in visita dal pittore nel 1839.
Aleksandr Andreeviи Ivanov e' uno degli esponenti di maggior spicco della colonia di pittori russi che tra la fine del Settecento e la prima meta' dell'Ottocento soggiorno' a Roma per motivi di studio. Nel 1757, infatti, per iniziativa di Ivan Ivanoviи Šuvalov era stata fondata a Pietroburgo l'Accademia delle Belle Arti, che ben presto strinse rapporti di collaborazione con altre istituzioni europee analoghe, tra cui l'Accademia di San Luca, con lo scopo tra l'altro di favorire la possibilita' di viaggi di studio all'estero, in particolare in Francia e in Italia, dei giovani artisti russi. Dal momento che l'Accademia non disponeva di grandi mezzi, all'inizio degli anni venti «era stata fondata da facoltosi mecenati la Societa' di Incoraggiamento degli Artisti (Obšиestvo Poošиerenija Chudoћestv), un'istituzione benemerita che si assunse l'onere dell'invio e del controllo dell'attivita' dei giovani talenti. La Societa' preparava per ogni borsista un programma di lavoro, in cui dava dettagliate istruzioni sulle citta' da visitare, i capolavori da ammirare, le opere da ricopiare, i soggetti su cui verificare la propria abilita'». Con l'avvento al trono di Nicola I nel 1825, dopo la repressione della rivolta decabrista, «il manipolo di borsisti ando' infoltendosi, vuoi per la maggiore apertura dell'arte russa alle correnti occidentali, vuoi per le opinioni personali dello zar, che nutriva una particolare avversione per la Francia e preferiva che i giovani artisti si formassero in Italia». Nel 1834 Giuseppe Brancadoro elenca 17 pittori, 4 architetti e un mosaicista russi operanti a Roma. Tre anni dopo Gogol' in una delle sue prime lettere da Roma scrive con tagliente sincerita': «Fossi un pittore, anche pessimo, vivrei agiatamente: qui a Roma ci sono una quindicina di nostri pittori inviati di recente dall'accademia, alcuni dei quali dipingono peggio di me e ricevono tutti tremila rubli l'anno». Questa cattiva fama doveva essere abbastanza diffusa e negativamente 'condivisa' anche dagli altri artisti stranieri residenti a Roma se sulla rivista «Il Pirata. Giornale di letteratura, belle arti, varieta' e teatri», in data 24 novembre 1837, possiamo leggere in un articolo dal titolo Artisti stranieri a Roma, delle simili descrizioni: «Quando v'aggirate per le strade di Roma, o per quelle famose ruine, e v'abbattete in certe strane figure con certe capellature scomunicate, con certi vestiti in tutto originali, dite pure, senza tema di errare, quegli sono artisti... e sono stranieri. (...) E cosa dite di questo profumato damerino che legge i giornali? Sono giornali di belle arti. Oh! Se lo sentiste con quanta erudizione egli parla di filosofia delle belle arti, della loro destinazione, della loro influenza sulla societa', specialmente quando pranza nell'Albergo della Lepre. Ma e i suoi lavori?». In una lettera di Gogol' a Aleksandr Semenoviи Danilevskij, datata "Roma, Anno 2558 dalla fondazione della citta'. 13 maggio [1838]", si legge: «Cosa fanno i pittori russi lo sai anche da solo. Alle 12 e alle 2 da Lepre, poi il caffe' Greco, poi al Monte Pincio, poi al Bon Gout, poi di nuovo da Lepre, poi al biliardo. Quest'inverno avevano tentato di introdurre il te' e le carte alla russa, ma per fortuna l'uno e le altre sono state abbandonate. (...) I nostri artisti, soprattutto quelli che tornano una seconda volta, sono una cosa.... Che educazione insopportabile c'e' oggi da noi! Insolentire e giudicare tutto e tutti, questa e' diventata da noi la parola d'ordine di ogni persona mediamente educata, e di persone cosi' adesso ce n'e' una gran quantita'. E trinciare giudizi e commenti sulla letteratura e' considerato indispensabile, la patente di una persona istruita. Tu lo sai bene quali possono essere i giudizi di letterati che hanno completato la loro educazione all'Accademia di Belle Arti». Commenta Alpatov: «Non avendo dapprincipio in Roma né conoscenze né relazioni, Gogol' prese a comparire di sovente nella societa' degli artisti russi. La sua prima impressione fu sfavorevole: la maggior parte dei pittori russi, com'egli li chiamava ironicamente in italiano, si alienarono le sue simpatie per l'assenza di sviluppo intellettuale, la volgarita' dei costumi, il basso livello dei loro interessi artistici e la scasezza del profitto. Gogol' soffriva allora di cronica penuria di denaro ed era preoccupato della sua sorte futura. Al contrario il piu' mediocre dei "pensionati" aveva l'esistenza assicurata piu' brillantemente dello scrittore».
Un famoso dagherrotipo del 1845 ritrae Gogol' al centro di un gruppo di artisti russi, a testimonianza, comunque, della sua frequentazione con alcuni di loro. Tra l'altro, vista la penuria di mezzi, ricordata anche da Alpatov, lo scrittore aveva anche sperato di poter diventare segretario di Pavel Ivanoviи Krivcov, direttore dell'Accademia russa delle Belle Arti di Roma, istituita nel 1840 con lo scopo di seguire piu' da vicino l'attivita' dei borsisti. Ne aveva scritto da Mosca a Vasilij Ћukovskij, importante letterato russo, all'epoca precettore dell'erede al trono, nel maggio del 1840: «Adesso devo deporre ai vostri piedi una preghiera. Una preghiera che, quasi seguendo un'ispirazione, mi hanno contemporaneamente consigliato di avanzare il principe Vjazemskij e Turgenev. Come sapete Krivcov ha ottenuto il posto di direttore della nostra Accademia delle Belle Arti, appena istituita a Roma, con uno stipendio di 20 mila rubli all'anno. Visto che ogni direttore ha un segretario, perché non nominare me suo segretario. (...) Voi potete rappresentare questo caso al principe ereditario, ben disporlo a mio favore e scriverne voi stesso a Krivcov. Se il Granduca, vedendo Krivcov come e' presumibile che accada, gli esprimesse un suo desiderio anche minimo in questo senso, sono sicuro che Krivcov, per quanto in suo potere, chiederebbe che venissi nominato suo segretario». Nell'ottobre dello stesso anno Gogol' ne scriveva anche a Pogodin da Roma: «Non vi sono notizie da Pietroburgo se possa aspirare al posto presso Krivcov. A giudicare dalle intenzioni di Krivcov di cui sono venuto a conoscenza qui, non ho alcuna speranza, perché Krivcov cerca per questo posto una personalita' di rinomanza europea in campo artistico». Questo pessimismo e' confermato in una lettera del 28 dicembre 1840 a Sergej Timofeeviи Aksakov: «Sembra che non ricevero' il posto per il quale - ricordate? - ci siamo dati da fare e che poteva assicurare la mia permanenza a Roma. Io, devo confessare, lo avevo quasi previsto, perché questo Krivcov, che ha infinocchiato tutti, lo avevo capito quasi alla prima occhiata. E' un uomo che ama troppo soltanto se stesso e che ha finto di amare questo e quello solo per soddisfare maggiormente cosi' la propria passione, vale a dire l'amore per se stesso. Io gli sto a cuore quanto uno straccio. Ha bisogno di avere immancabilmente accanto una qualche celebrita' europea nel mondo dell'arte, nella cui dignita' interiore egli stesso, magari non crede neppure, ma crede nella sua crescente celebrita'; giacché lui - il che e' perfettamente logico - vuole interpretare in tutto il suo fulgore un ruolo di cui non si intende granché. Ma che vada con Dio!».
In effetti Gogol' non ottenne il posto che desiderava. Ma rifiuto' anche un'altra proposta di Krivcov, come comunica sdegnato a Ivanov in una lettera del 20 settembre 1841 da Hanau: «Krivcov e' convintissimo che cerchi un'occupazione presso di lui, e ha detto a Ћukovskij che mi ha riservato un posto meraviglioso... il posto di bibliotecario di una biblioteca ancora inesistente. Ovviamente ho ringraziato per l'offerta, dicendo che se anche Krivcov mi proponesse il suo posto, non lo potrei accettare a causa di altri impegni e occupazioni».
E' da ritenersi, pero', che Krivcov o il suo successore A. Kil' diedero seguito all'intenzione di costituire questa biblioteca di cui lo scrittore non aveva voluto diventare il bibliotecario, visto che nel 1902 quando la colonia russa di Roma decise di istituire la Biblioteca "Gogol'", assieme alle donazioni di privati cittadini, «i primi libri arrivarono dal preesistente "Club dei pittori russi"».
Breve storia della Biblioteca "Gogol'"
Nel 1902 la colonia russa a Roma volle celebrare degnamente il cinquantesimo anniversario della morte dello scrittore. Malgrado fosse diventata la capitale del nuovo Stato italiano unificato, la citta' non aveva ancora subito radicali cambiamenti e era possibile seguire facilmente le «tracce» lasciate da Gogol'. Venne scoperta una lapide bilingue sulla facciata della casa di Via Sistina in cui Gogol' aveva abitato e composto Le anime morte e si tenne una solenne manifestazione a Villa Wolkonsky, dove spesso lo scrittore si era recato in visita dalla padrona di casa, la principessa Zinaida Volkonskaja. Al termine di questa manifestazione venne raccolta una rilevante somma di denaro destinata alla creazione di una biblioteca russa a Roma, che venne inaugurata nel novembre dello stesso anno in Via San Nicola da Tolentino col nome di "Biblioteka-Иital'nja imeni Gogolja" (Biblioteca-Sala di lettura "Gogol'"). Nasceva cosi' la prima biblioteca russa in Italia. Come abbiamo gia' visto, inizialmente i libri provennero da donazioni private e dai preziosi volumi del "Club dei pittori russi". Ma appena si diffuse la notizia che a Roma esisteva questa biblioteca, le principali case editrici russe cominciarono a inviare le loro pubblicazioni.
Nel 1905 la Biblioteca si costitui' in Associazione e nel corso dell'assemblea dei soci venne eletto un comitato direttivo. L'anno successivo l'assemblea generale della colonia russa di Roma nomino' una Direzione, tra i cui membri i soci della Biblioteca nella loro assemblea annuale potevano scegliere il Comitato della biblioteca.
Nel 1907 la Biblioteca venne trasferita prima in via Gregoriana e poi in Via delle Colonette, n. 27, in quello che era stato lo studio del Canova: «questo antico palazzo (...), situato in una via pittoresca dell'antica Roma, era molto adatto per ospitare una biblioteca russa. (...) La Biblioteca russa resto' in questa casa-museo piu' di sessanta anni, fino al 1969».
Nel 1912 la quota associativa annuale ammontava a 15 lire, mentre l'abbonamento mensile costava 2 lire per prendere in prestito un libro e 3 lire per prenderne due. D'inverno la Biblioteca era aperta dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 22, d'estare (da maggio a ottobre) dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20.
Nel 1913, su iniziativa di Maksim Gor'kij, nei locali della Biblioteca dell'Associazione "L.N. Tolstoj", si tenne a Roma il primo Congresso delle Associazioni culturali ed economiche russe. I russi presenti in citta' ammontavano allora a circa una cinquantina, fra cui molti studenti. E' probabile che tutti frequentassero la "Gogol'". Di certo vi capitava Michail Osorgin, giornalista russo, di cui proprio in quell'anno venne pubblicato il volume Oиerki sovremennoj Italii (Schizzi dell'Italia contemporanea).
Fino al 1914 la Biblioteca svolse un'intensa attivita' culturale, ospitando conferenze, concerti e mostre. Gli eventi bellici e lo scoppio della rivoluzione russa provocarono un'inevitabile crisi, dovuta inizialmente al ritorno in patria di alcuni esponenti della colonia russa e alle difficolta' di comunicazione, poi alla mutata situazione politica in Russia. Se la rivoluzione di febbraio era stata salutata con favore anche da alcuni esponenti della colonia russa, la vittoria dei bolscevichi venne accolta molto negativamente. Sebbene siano proprio questi gli anni in cui cominciano le prime serie difficolta' della Biblioteca e la sua lotta per la sopravvivenza, e' anche vero che la "Gogol'"comincia ad acquistare una fisionomia nuova: non e' piu' soltanto il punto di riferimento di un nucleo piu' o meno consistente di russi che si trovano a vivere o a soggiornare a Roma, ma diviene l'erede di una tradizione storica che si assume il compito di tramandare, da un lato mantenendo fede ai valori della vecchia Russia, dall'altro testimoniando l'attivita' dei tanti emigrati che da Parigi, da Berlino, da Praga, da Sofia, da Belgrado tentavano di opporsi all'Unione Sovietica.
In Italia sono gli anni del fascismo, ma anche della nascita dell'Istituto per l'Europa Orientale (I.p.E.O.) e dell'istituzione delle prime cattedre di slavistica nelle Universita': la "Gogol'" prosegue il suo tormentato cammino, sebbene la colonia russa si assottigli sempre di piu', anche per colpa del regime, con inevitabili ripercussioni sulle entrate della Biblioteca. Allo scoppio della seconda guerra mondiale la "Gogol'" non deve subire lo stesso destino della biblioteca russa di Parigi, la Biblioteca "Turgenev", depredata dai nazisti, ma sopravvive quasi nascosta e silenziosa.
Nel secondo dopoguerra si assiste al repentino fiorire di un nuovo interesse nei confronti dell'Unione Sovietica e della cultura russa. Aumenta il numero degli studenti che studiano la lingua e la letteratura russa e nel corso del tempo si moltiplicano anche le cattedre universitarie. Il patrimonio della "Gogol'" diventa sempre piu' prezioso per chi si voglia avvicinare allo studio del mondo russo e la Biblioteca diventa una sorta di punto di riferimento per chi desideri conoscere da vicino gli usi e i costumi di una Russia ormai scomparsa.
Paradossalmente, pero', quanto piu' la biblioteca diviene famosa in tutta Italia per la sua unicita', tanto piu' diminuiscono i mezzi di sussistenza. Per altro la storica sede della Biblioteca nello studio del Canova necessita di costosissimi lavori di ristrutturazione. Nel 1969 i locali vengono dichiarati inagibili e si paventa una possibile definitiva chiusura della Biblioteca, che viene, pero', salvata da un «miracolo inatteso»: un munifico «benefattore» americano risponde all'appello lanciato per salvare la Biblioteca e comincia a inviare regolamente un contributo in danaro. Questo aiuto insperato permette di trovare una nuova sede prestigiosa in un bell'appartamento in Piazza San Pantaleo, dove nel 1972 la Biblioteca puo' festeggiare i settanta anni dalla sua fondazione, proprio nel momento in cui una nuova ondata di emigrati, soprattutto di origine ebrea, si riversa in Occidente. La Biblioteca sembra trovare una sua seppure precaria stabilita' e accoglie una gamma variegata di utenti:
«a) i membri della colonia russa che periodicamente viene infoltita da nuovi emigrati;
1. italiani, greci, armeni, baltici e slavi, oriundi russi che desiderano non perdere il contatto con la lingua madre;
2. professori di slavistica e studenti, soprattutto italiani, che studiano la lingua, la storia e la letteratura russa;
3. altri stranieri che parlano il russo e che studiano la Russia;
4. turisti sovietici che capitano "di contrabbando».
Si tenta anche di dare alla Biblioteca una nuova struttura gestionale: nasce l'Associazione "Gogol'", in cui ai membri superstiti della colonia russa si aggiungono anche docenti italiani di discipline slavistiche.
Agli inizi degli anni Ottanta, pero', l'appartamento che ospita la Biblioteca viene reclamato dai proprietari che intimano lo sfratto. Si riesce a ottenere delle proroghe, non bastevoli, pero', a trovare una soluzione definitiva tanto che alla vigilia dell'inevitabile abbandono della sede, si scopre che, di nascosto, si sta tentando di trasferire all'estero l'intero patrimonio librario della Biblioteca. Grazie all'immediato intervento di alcuni docenti italiani, si riesce a bloccare questa operazione e il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali decide di notificare la "Gogol'" in data 31 ottobre 1984.
E' l'inizio di una lunga odissea. Lo sfratto esecutivo costringe a trovare soluzioni provvisorie, mentre a seguito dello 'scandalo' il «benefattore» americano interrompe le sue donazioni. La "Gogol'", rinchiusa in delle casse, viene sistemata in alcuni scantinati dell'Istituto di Studi Romani, dove rimane depositata per tre anni, senza che nessuna cassa venga aperta, malgrado la Regione Lazio abbia stanziato dieci milioni per la catalogazione del fondo. Scaduta la convenzione con l'Istituto, si decide di trasferire la Biblioteca nello scantinato della Chiesa russa di Via Palestro. Si tratta di cinque locali di diversa ampiezza, attrezzati con scaffalature metalliche o di legno. Malgrado dei lavori di sistemazione, lo scantinato si presenta in uno stato di sostanziale abbandono: polveroso d'estate e umido d'inverno e' assolutamente inadatto a ospitare una biblioteca. I muri sono scrostrati, l'intonaco fatiscente. Non mancano nemmeno i topi. Nonostante cio' si continua a sperare che la Biblioteca possa in qualche modo riaprire, come testimonia il fatto che i libri vengono ricollocati secondo la suddivisione tematica precedente: arte, filosofia, letteratura (opere e critica letteraria), teologia, storia, traduzioni in russo di classici stranieri, collezioni di periodici.
Ma la mancanza di personale e l'assoluta carenza di finanziamenti rendono impossibile qualsiasi ragionevole soluzione. L'Associazione "Gogol'" non e' in grado di sostenere gli oneri finanziari di una possibile riapertura e, per altro, anche l'ospitalita' da parte della Chiesa russa e' da ritenersi provvisoria. Si comincia a ventilare l'ipotesi che la Biblioteca possa essere ceduta dall'Associazione "Gogol'" per venire inglobata in altre raccolte. Comincia a questo punto l'attivita' di mediazione della Sezione Lazio dell'Associazione italiana biblioteche. Una mediazione non facile perché e' necessario trovare un'istituzione bibliotecaria che sia disponibile a ospitare l'intero fondo e un finanziamento che possa consentire l'acquisizione della Biblioteca. Per di piu' la Regione Lazio chiede all'Associazione "Gogol'" di utilizzare lo stanziamento erogato per la catalogazione o di restituirlo pagando la dovuta penale. Il primo intervento della Sezione, pertanto, si sostanzia nella schedatura di 1.200 volumi, testimoniata anche da un catalogo a stampa, in modo da soddisfare la richiesta della Regione Lazio che, per altro, grazie alla preziosa opera dell'allora soprintendente Nicoletta Campus, si dice anche disponibile a erogare trenta milioni per l'acquisizione del fondo. A questo punto bisogna trovare gli spazi per ospitare la Biblioteca: Paolo Veneziani da' la disponibilita' della Biblioteca Nazionale Centrale "Vittorio Emanuele II", che ha gia' accolto, con un'operazione del tutto analoga, la Biblioteca dell'Associazione Italia-URSS. Unica condizione e' che i volumi vengano preventivamente sottoposti a una disinfestazione, del cui finanziamento, grazie all'intercessione di Nicoletta Campus, si fa carico direttamente il Ministero dei Beni Culturali.
Intanto l'Associazione "Gogol'" viene definitivamente sciolta e la sua liquidazione consente la vendita della Biblioteca. Dopo altri lunghi mesi necessari all'attribuzione dei finanziamenti, all'espletamento della gara di disinfestazione e all'effettuazione dei lavori, finalmente il 9 aprile 1998 la Biblioteca "Gogol'" e' stata trasferita dallo scantinato della Chiesa russa nei magazzini della Biblioteca Nazionale.
Il Catalogo della "Gogol'"
Purtroppo non esiste e, forse, non e' mai esistito un inventario della Biblioteca. Esiste, invece, uno schedario, oggi trasferito alla nazionale, che contiene delle schedine di formato internazionale redatte a penna, opera comunque recente, successiva al trasferimento nella Chiesa russa. Punto di riferimento fondamentale per ricostruire quanto posseduto dalla Biblioteca e', pero', il Catalogo della Biblioteca russa N.V. Gogol a Roma, compilato nel giugno del 1972 da Sergej Grotov. Il Catalogo, ciclostilato in russo, e' suddiviso nelle seguenti sezioni: Storia, Filosofia, Storia militare, Manuali di storia, Arte, Archeologia e storia della chiesa ortodossa, Diritto, Pubblicistica, Geografia, Riviste prerivoluzionarie, Letteratura russa, Storia della letteratura russa, Opere di consultazione, Periodici prerivoluzionari d'arte. All'interno di ogni sezione i libri vengono elencati in ordine alfabetico, fornendo i dati bibliografici essenziali e tralasciando sempre l'indicazione della casa editrice. Da notare che la sezione relativa alla letteratura russa e' la piu' sommaria, in quanto spesso si indica solamente l'esistenza delle opere di alcuni autori senza dare nessuna indicazione bibliografica precisa. Per altro l'intero Catalogo si presenta come un catalogo ragionato ad uso soprattutto degli utenti della Biblioteca nella sede di Piazza S. Pantaleo, di cui sono anche allegate delle foto.
Una descrizione del fondo si trova anche nell'opuscolo The Gogol Russian Library of Rome, riferibile sempre al 1972, in cui si afferma che la Biblioteca possiede 26.000 volumi tra cui tutti i classici della letteratura russa, spesso in rare edizioni, molte opere della letteratura russa dell'emigrazione tra le due guerre e della letteratura sovietica del secondo dopoguerra, oltre a ottocento traduzioni in russo di opere di letteratura straniera. Per quel che concerne le altre sezioni vengono riportati i seguenti dati: la sezione teologica conta 600 volumi «alcuni dei quali delle vere rarita'», mentre quella fisolosofica vanta 300 titoli e quella giuridica circa 200. La sezione storica con i suoi 1500 volumi e' tra le piu' ricche, con alcuni volumi di pregio. La sezione artistica e' impreziosita dalla presenza di alcune importanti riviste quali: «Apollon» (1909-1916), «Starye gody» (1908-1916), «Zolotoe runo» (1906-1909), «Teatr i iskusstvo» (1908-1913), «Vesy» (1906-1907). Di notevole rilievo e', comunque, l'intera raccolta di periodici, tra cui vanno segnalati sia dei titoli antecedenti la rivoluzione quali: «Russkaja starina» (1885-1916), «Russkij vestnik» (1859-1916), «Vestnik Evropy» (1870-1916), sia molte riviste dell'emigrazione russa all'estero.
Al 1995 risale, invece il Catalogo a stampa da me redatto su incarico della Sezione Lazio dell'Associazione italiana biblioteche che contiene la descrizione di 1200 titoli della sezione di opere di letteratura russa. Si tratta di una parziale integrazione del Catalogo di Grotov per quella sezione che, come ricordato, vi era solo sommariamente descritta.
Se non vi e' dubbio che tutti i volumi schedati nel 1995 sono giunti alla Nazionale e' piu' difficile stabilire se le tante vicissitudini che hanno visto protagonista la "Gogol'" in questi ultimi quindici anni non abbiano provocato la perdita di materiale librario. Solo quando il fondo sara' definitivamente schedato, potremo verificarne lo stato effettivo. Comunque sia la sistemazione alla Nazionale ha consentito di evitare la dispersione della Biblioteca e si tratta gia' di un risultato importante. Si sono dovute affrontare molte difficolta' e molte altre bisognera' affrontarne. Ma chi si e' preso a cuore le sorti di questa Biblioteca ha sempre condiviso quanto scrive Sergej Grotov nel suo Catalogo: «L'importanza della "Biblioteca russa Gogol'" a Roma (proprio a Roma!!...) e' enorme. Questo devono saperlo tutti i russi e tutti coloro che si avvicinano alla cultura russa». Certo lo stesso Grotov si appella agli uomini di buona volonta' non solo perché evitino la sparizione della Biblioteca, ma anche perché «quando la nostra patria risorgera', possa presentarsi ad essa come una sua creazione e non come la sezione slava di una biblioteca straniera». Personalmente, ritengo che il trasferimento alla Nazionale rispetti anche questo desiderio. Lo conferma anche un famosissimo passo di una lettera di Gogol' a Vasilij Ћukovskij: «Se sapeste con quanta gioia ho lasciato la Svizzera e sono volato verso la mia amata, verso la mia bella, l'Italia! Essa e' mia! Nessuno al mondo me la portera' via! Io sono nato qui».
La biblioteca "Gogol'" alla Nazionale
Con l'acquisizione della "Gogol'" da parte della Regione Lazio e il suo deposito presso la Nazionale, i fondi di slavistica della Biblioteca hanno ormai assunto una notevole rilevanza. Al fondo Maver, giunto in dono agli inizi degli anni settanta dopo la morte dello studioso, negli ultimi anni la Nazionale ha sommato la biblioteca privata di Tomaso Napolitano, insigne giurista, esperto di diritto sovietico, la biblioteca della disciolta Associazione Italia-URSS e adesso la "Gogol'". Si tratta complessivamente di piu' di centomila volumi tra periodici e monografie, ai quali e' stato destinato un settore specifico dei magazzini e per i quali si prevede, al termine dei lavori di ristrutturazione delle sale destinate al pubblico, di realizzare uno spazio specifico di consultazione.
Quando la catalogazione di tutto questo materiale sara' terminata la Nazionale potra' offrire a tutti gli studiosi del mondo slavo un patrimonio ragguardevole, di indubbio valore. Ma a nessuno, credo, possa sfuggire anche il significato storico della riunione in un'unica Biblioteca, dei fondi di Italia-URSS e della "Gogol'" all'indomani della caduta del muro di Berlino e della scomparsa dell'Unione Sovietica. E' difficile dire se la Russia sia davvero risorta, ma e', certo, che si e' conclusa l'epoca della diaspora, dell'emigrazione forzata, della separazione.
La letteratura russa del Novecento ha vissuto una sorte particolarissima, in cui a quanto si scriveva in URSS andava necessariamente aggiunta la produzione di chi, pur emigrato in diversi paesi del mondo, non volendo perdere il legame con la proprio terra d'origine, ha continuato a scrivere, ma soprattutto a pensare in russo. Oggi questa separazione non esiste piu' o quanto meno non esiste piu'con la stessa caratterizzazione ideologica.
La riunione dei fondi di Italia-URSS e della "Gogol'" segna emblematicamente questo passaggio, sancisce simbolicamente la fine di questa divisione e l'inizio di una nuova epoca. La scomparsa dell'URSS e' stata, senza dubbio, vissuta da molti come la possibilita'di restaurare la vecchia Russia, con i suoi valori, con le sue millenarie tradizioni che il comunismo aveva cercato di cancellare. E' evidente che questa restaurazione non e' possibile, cosi' come non e' facile per la Russia introdurre una economia di mercato di tipo capitalista senza subire traumatici contraccolpi. In questa delicata fase della storia della Russia ai fondi della "Gogol'" e a quello di Italia-URSS resta il compito fondamentale di testimoniare, attraverso i libri, le speranze e le delusioni di milioni di uomini.
Essere riusciti nell'intento di non disperdere questo patrimonio non solo era un atto dovuto nei confronti di quanti pazientemente nel corso di tanti decenni si sono adoperati perché queste biblioteche vivessero, ma servira' anche a fornire agli studiosi futuri degli strumenti di prima mano per tentare di rispondere a tanti degli interrogativi che questo secolo ci ha drammaticamente proposto.
Gabriele Mazzitelli
(In: «Quaderni della Biblioteca nazionale centrale di Roma», (2000), n. 8)
Zarevich - Giovedì, 22 Marzo 2007, 13:47
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Caro Kniaz!
E’ un articolo assai interessante. Lo leggerò un’altra volta con attenzione.
Da tempo ci siamo voluti parlare su Gogol.
È un fenomeno letterario che fa stupore nelle nostre teste
Mi fa meraviglia che Gogol sia così attuale
Molta gente non lo capisce o non vuole capirlo
Non si rende conto del fatto che lui ha scritto, per esempio, nelle sue “Le Anime morte”.
E’ un argomento molto lungo e complesso che vale la pena di riprendere un altro giorno.
Zarevich - Sabato, 30 Giugno 2007, 20:26
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«LA PROSA SPIRITUALE»
«I Passi scelti dalla corrispondenza con gli amici»
«ДУХОВНАЯ ПРОЗА»
«Выбранные места из переписки с друзьями»
Casa Editrice «Russkaja Kniga» Mosca 1992 (Pagine 560)
Издательство «Русская Книга» Москва 1992
Si avvicina il 200 anniversario della nascità di Nikolaj Gogol. Si sente e si vede perché la Russia si appresta a celebrare questa data del suo grande scrittore. Forse il più grande di tutti, forse il più celebre di tutti gli scrittori russi dell’Ottocento russo, forse il più grande dopo Aleksandr Pushkin. Nelle pieghe della coscienza dei lettori russi e stranieri Gogol rappresenta la classica figura dello scrittore satirico, dello scrittore comico. Tutto è vero e le sue opere letterarie sono uno splendido esempio che il vizio di natura fino alla fossa dura. La satira velenosa, l'attacco frontale, l'ironia micidiale faceva sempre paura e la fa fino ad oggi a tutti gli alti funzionari, i funzionari di partiti, i burocrati e ai ladri politici di tutti i colori e di tutti i Paesi. La lingua di Gogol può indurre allo studio della lingua russa. Gogol, per capirlo si deve senza dubbio leggerlo in russo. Così è sistemata la sua lingua che si riesce a capire solo in originale. Gogol è eterno, Gogol è incombattibile e insuperabile, Gogol è invitto. Pochi sanno che oltre alle sue opere famose come «Le Veglie alla fattoria presso Dikànka» («Вечера на хуторе близ Декàньки» 1831-32), «Mìrgorod» («Миргород» 1835), «Il naso» («Нос» 1836), «Il Revisore» («Ревизор»), «Il Matrimonio» («Женитьба»), «Le anime morte» («Мёртвые души» 1842), «Il cappotto» («Плащ» 1843), «Racconti di Pietroburgo» («Петербургские повести») e le altre, c'era un altro Gogol, il Gogol scrittore spirituale, il pensatore religioso e il pubblicista filosofico. Di questa sua parte scrive dettagliamene Dmitrij Merezhkòvskij nel suo famoso libro «Gogol. La Creazione, la vita e la religione» (Дмитрий Мережковский «Гоголь. Творчество, жизнь и религия»). Di questo certifica il dato libro in cui sono presentate le Opere Spirituali di Gogol e i passi scelti dalla corrispondenza con gli amici. Gogol affascinava sempre tutti gli scrittori russi e contunua ad affascinare. Soprattutto Mikhail Bulgakov che continuò «la diavole ide» di Gogol'.
Nikolaj Gògol nasce il 20 marzo 1809 a Sorocincy nel distretto di Mìrgorod. Nel 1828 si trasferisce a San Pietroburgo. Nel 1852 termina la sua ultima fatica, il secondo volume de «Le anime morte» («Мёртвые души»), ma poi brucia il manoscritto, di cui sono rimasti solo 6 capitoli. Muore il 21 febbraio 1852 in seguito ad un profondo deperimento fisico e mentale. Il suo funerale si svolge nella cappella dell'Università di Mosca. Viene sepolto nel cimitero del Monastero di S.Danilo (Даниловский Монастырь). Nel 1909 i suoi resti, in occasione del centenario della sua nascita sono spostati nel cimitero del Monastero di Novodèvicij (Новодевичий Монастырь). Negli anni trenta sulla tomba di Gogol venne messa la nuova pietra tumulare e la vecchia fu spostata a parte. Nel 1940 Elena Bulgakova, moglie di Mikhail Bulgakov prese quella vecchia pietra tumulare di Gogol e la mise sulla tomba di Bulgakov. Così i due grandi si sono incontrati. Dite che sia la forza del destino?
Myshkin - Domenica, 01 Luglio 2007, 12:59
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Ah, Gogol!
Adoro la sua prosa. Sto per cominciare a leggere "L'Ispettore". Hai ragione, forse dopo Pushkin è il più grande scrittore russo; tutti gli altri devono qualcosa a lui, lui è il padre spirituale della letteratura russa. Questo libro deve essere di sicuro una fonte molto preziosa di conoscenza, ma io è la prima volta che lo sento. Il libro di Merezhkòvskij «Gogol. La Creazione, la vita e la religione» mi è noto, ma purtroppo non è stato mai tradotto in italiano. Di Merezhkòvskij esiste invece una edizione italiana del suo "Gogol e il diavolo", ma è esaurita da tempo e praticamente introvabile. Anche questo libro credo che sia molto interessante.
Zarevich - Domenica, 01 Luglio 2007, 13:24
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Se mi chiedesse qualcuno cosa si deve leggere su Gogol per capirlo meglio, io risponderei subito che prima di tutto bisogna leggere il libro di Igor Zolotùsskij “GOGOL”. Però potrei aggiungere ancora il bel libro di Dmitrij Merezhkòvskij «Gogol. La Creazione, la vita e la religione» (Дмитрий Мережковский «Гоголь. Творчество, жизнь и религия»).
Ma il libro di Igor Zolotùsskij è la migliore monografia su Gogol. Igor Zolotùsskij (Игорь Золотусский), nato nel 1930, è scrittore, critico letterario, letterato e filologo, il principale specialista ed esperto della vita e della creazione di Nikolaj Gogol, un «gogolista» («гоголевед»).
Il suo famoso libro «GOGOL» fu pubblicato nel 1979 nella serie “Vita degli Uomini Eccellenti” («ЖЗЛ» - «Жизнь Замечательных Людей») che a tutt'oggi viene ristampato ed è il migliore libro su Gogol. L’anno 2009 è stato dichiarato dall'UNESCO l’anno di Gogol per la riccorenza del 200 anniversario dello scrittore.
Nel 1984 Igor Zolotùsskij pubblicò ancora un libro «Dietro le orme di Gogol» («По следам Гоголя»). Si sa che Gogol nella sua vita viaggiava molto, viveva in Italia a intervalli per dieci anni. Sorocincy, Poltava, Nèzhyn, San Pietroburgo e certamente Mosca, dove morì. Mosca per lui era la città dove si trovava la sua casa. A Mosca serbava un amore particolare e “odiava” San Pietroburgo. Gogol disse: «Mosca è necessaria per la Russia; per Pietroburgo è necessaria la Russia» («Москва нужна для России; для Петербурга нужна Россия»)
Igor Zolotùsskij (Игорь Золотусский)
«GOGOL» («ГОГОЛЬ»)
Serie “Vita degli Uomini Eccellenti” («ЖЗЛ» «Жизнь Замечательных Людей»)
Casa Editrice “Molodaja Gvardia” Mosca 2005 (Pagine 485)
Издательство «Молодая Гвардия» Москва 2005
Indice Содержание:
CAPITOLO I
Nikòsha (Никоша)
Casa in Vassiljevka (Дом в Васильевке)
Poltava (Полтава)
Il ginnasio (Гимназия)
CPITOLO II
La Vita nell'anonimato (Безвестность)
Pankò dai capelli rossi (Рудый Панько)
Al trivio (На перепутье)
CAPITOLO III
Il riso tra le lacrime (Смех сквозь слезы)
Il tipico anedotto russo ("Русской чисто анекдот")
Pushkin (Пушкин)
CAPITOLO IV
In terra straniera (Чужбина)
Le Anime Morte (Мертвые души)
Russia (Россия)
La voltata (Поворот)
La scissione (Раскол)
CAPITOLO V
“Entracte” ("Антракт")
Il libro sfortunato (Несчастная книга)
Dialogo (Диалог)
CAPITOLO VI
Il frastornamento per un momento (Отвлеченье на миг)
Di nuovo in cammino (Снова в дороге)
Il bruciamento e la morte (Сожжение и смерть)
I dati principali della vita di Gogol (Основные даты жизни Гоголя)
La breve bibliografia (Краткая библиография)
Zarevich - Domenica, 01 Luglio 2007, 13:37
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
"Gogol e il diavolo" di Merezhkovskij. Io ce l'ho. E' forte!!! Merezhkovskij scriveva molto di Gogol e di tutta la "demonologia" russa
Zarevich - Lunedì, 02 Luglio 2007, 11:40
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Fra i russi nessuno parlava così pittorescamente di Roma come il Signor Nicola che viveva nei palazzi antichi della Città Eterna. Un secolo fa la colonia dei russi viventi a Roma fece sul palazzo numero 126 nell'ex via Strada Felice (ora Via Sistina) una lastra di marmo con sopra effigiato Gogol. La scrittura in due lingue parla che qui dal 1832-1842 visse Nikolaj Gogol, qui scrisse “Le Anime Morte”.
Cinquemila rubli per il lungo viaggio in Italia dal Tesoro Imperiale ricevette Gogol per comando dello Zar Nikolaj I stesso. Gogol amava l’Italia, soprattutto Roma. Lì visse dal 1837 al 1846, ricorrentemente tornando in Russia. A Roma lui scrisse «Le Anime Morte» («Мёртвые души»). Сade in acconcio l'annotazione che il soggetto gli fu suggerito da Aleksandr Pushkin. Mentre era Roma Gogol venne a sapere della morte di Pushkin. Gogol studiò la lingua italiana e la parlava e la scriveva liberamente. A Roma Gogol visita spesso la Casa della Principessa russa Zinaida Volkònskaja (Зинаида Волконская) che era la patrona dei pittori russi. Gogol visitava spesso insieme a Pushkin il Salotto di Zinaida Volkònskaja a Mosca e San Pietroburgo. Gogol teneva in gran conto la capacità e il gusto culinario di Zinaida Volkònskaja. Quando Zinaida tornava in Russia, Gogol si sentiva isolato. La Principessa Zinaida Volkònskaja era molto ricca e sinceramente aiutava tutti gli artisti russi in Italia, in Francia o in Germania, soprattutto i pittori. Proprio alla Casa Romana di Volkonskaja Gogol conobbe e strinse amicizia con il pittore russo Aleksandr Ivànov (Александр Ивàнов). Ivanov diventa il suo caro amico in Italia. Loro si parlavano molto del suo famoso quadro «L’Apparizione di Cristo al popolo» («Явление Христа народу», ora si trova alla Galleria Tretiakov). Dall’Italia Gogol scrive numerose lettere ai suoi amici in Russia. Lui non aveva molti amici, ma quelli che aveva erano fedeli e veri. Certo che scriveva a Pushkin, scriveva a Vassilij Zhukòvskij (Василий Жуковский) che lo aiutava molto.
Dal 1846 Gogol vive fra la Russia e l’Italia. In questo periodo lui comincia sentire la nostalgia. Lui spesso scrive ai suoi amici della Patria. Questo periodo coincide con la visita in Italia dello Zar Nikolaj I con la Zarina. Prima i regnanti visitano la Sicilia e poi da Palermo sono giunti a Roma dove allogiano quattro giorni. Tutta Roma voleva guardare lo Zar russo. Poco dopo Gogol si ammalò di malaria e tornò in Russia dove morì a Mosca. L’anno 1846 è l’ultimo anno che Gogol vede Roma.
«Gogol e l'Italia» «Гоголь и Италия»
Materiali della conferenza internazionale «Nikolaj Gogol: Fra Italia e Russia» (Roma, settembre-ottobre 2002)
Материалы Международной конференции «Николай Гоголь: между Италией и Россией» (Рим, сентябрь-октябрь 2002)
Myshkin - Lunedì, 02 Luglio 2007, 12:16
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Il monumento a Gogol si trova a Villa Borghese. E' una grande statua in bronzo dello scultore Zurab Zereteli che il Governo russo ha donato alla città di Roma nell'anno 2002. Due anni prima, Mosca aveva donato a Roma un'altra importante statua, quella di Aleksandr Pushkin,. realizzata dall'artista russo Yuri Orekhov. Anche questo munumento si trova a Villa Borghese, non distante dal monumento a Gogol
Myshkin - Martedì, 03 Luglio 2007, 11:53
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol'
«Dall'Italia. Autobiografia attraverso le lettere»
Editore Voland, Roma, 1995 - 240 pagine
«Polnoe sobranie socinenij - Полное собрание сочинений» (1940)
Traduzione di Maria Giuseppina Cavallo
A MARIA IVANOVNA GOGOL'
Roma. 28/16 marzo [1837].
Sono qui da due giorni. Il mio trasferimento in Italia, o meglio a Roma, si è trascinato per quasi tre settimane. Ho viaggiato per mare e per terra con ritardi e fermate ma, nonostante tutto, sono arrivato in tempo per le feste. Ho ascoltato la messa nella chiesa di San Pietro, celebrata dal Papa in persona. Ha una sessantina d'anni e l'hanno portato dentro su una magnifica sedia con il baldacchino. I portatori hanno dovuto fermarsi diverse volte in mezzo alla chiesa perché il Papa aveva dei giramenti di testa. La chiesa di Pietro è cosi immensa che di lunghezza sarà quasi mezza versta. Anche l'affluenza a Roma era immensa. In chiesa c'erano alcune migliaia di persone, eppure sembrava ancora vuota.
Le giornate sono estive, il sole è bellissimo, le stelle brillano di piú, tanto piú luminose che da noi. In breve, un vero cielo italiano. La primavera quasi non si avverte, perché sono pochissimi gli alberi che devono gettare. Sono tutti quasi perennemente verdi, e non perdono le foglie durante l'inverno. Ho fatto in tempo a visitare solo una parte delle antichità e delle rovine; ce ne sono tante e a ogni piè sospinto, e capita spesso che in una nuova casa venga incorporata parte di una rovina - un pezzo di muro, oppure una colonna o un bassorilievo. Non ho ancora visitato né le pinacoteche né gli innumerevoli palazzi d'ogni genere, dove ci sarebbe da vedere per un anno intero. Tutta la terra odora e respira di pittori e di quadri. I mosaici e le antichità si vendono a mucchi. In strada ci sono scuole di pittura e di scultura quasi a ogni porta. Prima di Roma sono riuscito a visitare, oltre a molte altre, due celebri città, Genova e Firenze. Genova è magnifica, moltissime case somigliano piuttosto a palazzi, adorne di quadri dei migliori pittori italiani, però le strade sono cosi strette che due persone affiancate non riescono a passarci. In compenso, sono lastricate di marmo e molto pulite. Poi, nella prossima lettera, vi scriverò di quel che vedrò a Roma; adesso ho fretta di concludere: vado al sole, dove mi è stato prescritto di restare il piú possibile.
Statemi bene. Vi bacio le mani. Abbraccio mia sorella Marija, e Olin'ka, e mio nipote Kolja.
Il vostro devoto figlio Nikolaj.
Il mio indirizzo: Roma via di Isidoro Casa Giovanni Masuci, n. 17 (vicino alla piazza Barbierini).
AD ALEKSANDR SEMENOVIC DANILEVSKIJ
15 aprile [n.st.1837]. Roma.
(...) Ma come ti è saltato il ticchio di andare in Svizzera, io ti aspettavo di giorno in giorno, credevo non ti saresti sottratto alla tua promessa e pensavo che da un momento all'altro la porta si sarebbe aperta e tu saresti entrato nella mia stanza - quand'ecco una lettera da Ginevra. E guarda un po' che periodo vai a scegliere! O forse non lo sai, e io non te l'avevo detto, che in primavera non si può andare in Svizzera.(...) E non ci hai guadagnato niente neppure per quanto riguarda il portafoglio. La Svizzera è piú cara. Io poi adesso non posso proprio raggiungerti. Non posso, in primo luogo perché è ancora presto; e in secondo luogo soprattutto perché sono rimasto senza soldi. Sono arrivato a Roma con duecento franchi soltanto, e se non fosse che tutto è terribilmente a buon mercato e che elimino quello che svuota il portafoglio, non ci sarebbero piú da un bel pezzo. (Per la stanza, vale a dire una vecchia sala con quadri e statue, pago trenta franchi al mese ed è l'unica cosa cara. Il resto costa tutto poco o niente. Se la mattina bevo un bicchiere di cioccolata pago poco piú di quattro sou, col pane e tutto. A pranzo le pietanze sono molto buone e fresche e me la cavo con quattro sou, a volte con sei. Di gelato ne mangio soltanto per quattro sou, e qualche volta per otto, non di piú. Ma in compenso un gelato cosi tu non te lo sei mai neanche sognato! Non quella porcheria che mangiavamo a Tortona e che a te piaceva tanto. Un burro!) Ormai sono diventato cosi taccagno che se spendo un baiocco di troppo (quasi un sou), poi mi rincresce per tutto il giorno. (...) Che dirti in generale dell'Italia? L'impressione che ho è di essere capitato da possidenti ucraini di vecchio stampo. Le case hanno le stesse porte decrepite, piene di buchi inutili, che sporcano i vestiti di gesso; antichi candelabri e lampade come quelle delle chiese. I cibi sono tutti particolari, tutti cucinati all'antica. Fin qui ho visto dappertutto un quadro di cambiamenti. Qui invece tutto si è fermato in un punto, e non va piú avanti. Quando sono arrivato a Roma la prima volta, non riuscivo a rendermene chiaramente conto. Mi era sembrata piccola. Ma col passare del tempo mi sembra sempre piú grande, gli edifici piú imponenti, i panorami piú incantevoli, il cielo piú bello, e di quadri poi, di rovine e antichità ce ne sarebbe da vedere per tutta la vita. Di Roma ti innamori molto lentamente, un po' alla volta - e per sempre. Insomma, tutta l'Europa è fatta per essere visitata, ma l'Italia è fatta per viverci. Lo dicono tutti quelli che sono rimasti a vivere qui. Del resto, è anche vero che è difficile scovare una terra dove si possa vivere cosi a buon mercato. Niente gingilli e nulla di tutto quanto a Parigi il gusto famelico escogita per divertirsi. Nei negozi ci sono soltanto Ossija e antichità. Ma in compenso per i piaceri delle arti... Non puoi avere la minima idea di cosa sia Raffaello. Rimarrai in piedi dinanzi a lui muto e tutt'occhi come un tempo restavi incollato alla sedia dinanzi alla Grisi. Però, che il diavolo ti porti! Avevo preparato per te l'appartamento e mi preparavo a farti da cicerone, e invece... Scrivi almeno dove pensi di essere fra un mese e mezzo, perché fra un mese e mezzo partirò dall'Italia per dare un'occhiata a qualche località termale tedesca. (...) Comunque, in ogni caso scrivi piú spesso, per favore, e fammi sapere di tutti i cambiamenti che mi hai tenuti nascosti, credo che te ne debbano capitare non pochi. Qualcosa di bello dobbiamo guardarlo assieme. Oppure tu fai apposta a prendermi per il naso. L'anno scorso, dopo avermi dato la tua parola di venire da me in Svizzera, te la sei svignata a Parigi. Adesso mi avevi promesso di venire senz'altro in Italia e te la sei svignata in Svizzera. Devi proprio avere un diavolo in corpo, che ti fa andare qua e là per dispetto. Dovresti, devi assolutamente provare la vita monastico-artistica dell'Italia, assaggiare il marmo e il gesso di cui qui c'è abbondanza, inebriarti delle stelle della notte che qui risplendono di uno straordinario fulgore, saziarti gli occhi di monaci e abati disseminati nelle strade come semini di papavero su una focaccia. Sono arrivato a Roma proprio alla vigilia della grande festa, e la prima cosa che ho visto è stato il Papa. Cosí ho rispettato una vecchia regola. Ho ascoltato la messa nella sconfinata San Pietro, che per quanta gente ci fosse dentro continuava a sembrare vuota. (...)
A VARVARA OSIPOVNA BALABINA
Baden Baden. 16 luglio [n.st.] 1837.
Avevo promesso di scrivervi appena giunto nel luogo dove sarò costretto ad abbeverarmi, e riferirvi le impressioni suscitate in me dalla Svizzera dopo l'Italia. Mi è dispiaciuto lasciare Roma anche solo per un mese. E quando, addentrandomi nell'Italia settentrionale, al posto dei cipressi e dei pini a cupola di Roma ho visto i pioppi, ho avuto come una sensazione penosa. I pioppi snelli, alti, di fronte ai quali prima sarei senza dubbio andato in estasi, ora mi sono sembrati volgari. Per essere imparziale, avevo cercato di prepararmi in anticipo a come guardare la Svizzera e a non fare confronti fra questi due paesi.
Pensavo che la natura dell'Italia fosse una strana architettura greco-romana con colonne, cupole piatte e piatte architravi. Che la natura della Svizzera fosse tetra, un'architettura gotica con volte angolose e guglie appuntite che svettano nel cielo, che fosse maestosa e ispirasse pensieri sconfinati; che la natura dell'Italia agisse sui sentimenti e quella svizzera sulla mente e altre sciocchezze del genere; casi pensavo, cercando di convincermi che mi sarebbe piaciuto dare un'occhiata alla Svizzera dopo l'Italia, cosí come dopo il Colosseo visitare la cattedrale di Colonia o dopo un pranzo ottimamente cucinato leggere i versi di Puskin. Sarà forse perché ho attraversato la deserta Savoia, perché ho visto i costoni nudi delle rocce, coperti da sparuti cespugli e pini appuntiti, simili ai nostri pini nordici, però in quel momento la Svizzera mi è sembrata la Siberia. Se avessi visto le valli di Chamonix o lo Jungfrau sono sicuro che le mie impressioni sarebbero state diverse. L'animo avrebbe provato un dolce tremito e un sacro orrore, gli occhi si sarebbero tuffati con voluttà in baratri spaventosamente belli vicino ai quali crescono come erbetta i boschi, i pini si arrampicano sui massi e zampillano le cascate, e allora la mia mente come uno zar sarebbe volata dalle cime innevate delle Alpi, rosee come l'ambra chiara, alle gole buie e alle verdi vallate. Un piacere selvaggio e al tempo stesso sublime!
A propos, a Torino ci sono degli eccellenti biscotti da tè.
Ecco la mia opinione: chi è stato in Italia può dire addio agli altri paesi. Chi è stato in cielo non avrà mai voglia di tornare sulla terra. Mi sembra che l'anima non sarà piú in grado di godere lo splendido panorama di una qualsiasi località: ricorderà ciò che è piú bello e ormai nulla sarà piú in grado di cacciarlo via. Quelle montagne che mi parevano azzurre prima dell'Italia, ora mi sembrano grigie. Non c'è aria, quell'aria diafana, trasparente. Il sole qui non ama la terra e gli uomini come in Italia. Là esso dà loro un colorito gioioso, scintillante. Insomma, l'Europa a confronto dell'Italia è lo stesso che una giornata cupa a confronto di una giornata di sole. Vi consiglierei di fare una cosa: stare in Italia una settimana di piú e poi attraversare tutta l'Europa in un colpo solo, il piú velocemente possibile, senza fermarvi in nessun posto. Allora essa acquisterà una sua dignità e vista in velocità, forse, vi sembrerà piacevole. Per niente al mondo mi risolverei a vivere nel mezzo dell'Europa; in questo caso stare nel mezzo mi ripugna. (...)
A MARIJA IVANOVNA GOGOL'
Milano. 24 novembre [n.st.1837].
(...) L'idea di rivedere l'Italia ha fatto nuovamente si che lasciassi la Svizzera come un detenuto lascia la prigione. Questa volta ho scelto un'altra strada, via terra, attraverso le Alpi, la piú pittoresca che abbia mai avuto la fortuna di vedere. Immense montagne mostruose, selvagge, sfrecciavano lungo tutta la strada accanto ai finestrini della nostra diligenza, balenavano cascate tumultuose, tutte di polvere d'acqua. Per mezza giornata ci siamo arrampicati sul Sempione, una montagna che non è neppure delle piú alte, la nostra strada si avvolgeva intorno alla montagna dinanzi a intere catene di altri monti. Sul lato destro della strada i precipizi diventavano sempre piú profondi e spaventosi. Adesso tutto era finito in basso, quelle montagne che prima, come si suol dire, era difficile guardare senza farsi cadere il cappello di testa, ora sembravano nanerottoli; le rocce, i massi, le cascate, tutto si trovava sotto i nostri piedi. La nostra strada passava spesso attraverso la roccia, lungo un corridoio scavato nella pietra. Spesso eravamo sovrastati da una volta naturale. Spesso attraversavamo una lunga galleria artificiale di pietra, perché senza di essa la strada sarebbe stata ingombra di neve. E dopo aver trovato sulla vetta del Sempione quasi 20 gradi sotto zero, finalmente abbiamo iniziato una rapida discesa, passando accanto alle rocce, accanto alle cascate. Non potreste immaginare nulla di piú pittoresco. Nei dipinti non avete mai visto nulla di simile. Avevamo già lasciato la slitta per salire in carrozza e continuavamo a sfrecciare per strade tortuose circondate da monti simili a quadri. Siamo scesi in meno di tre ore da quelle montagne sulle quali ci eravamo arrampicati per quasi un'intera giornata e il clima alla fine era cosi cambiato che invece del ghiaccio abbiamo trovato quasi 12 gradi sopra zero. Le vallate italiane che si estendevano in lontananza offrivano una veduta cosi straordinaria! Finalmente è apparso il celebre Lago Maggiore con i suoi meravigliosi isolotti; forse avete sentito parlare dell'Isola Bella, uno degli isolotti, formato di nove livelli, di terrazze, palazzi e tutte le possibili piante del mondo. Superate alcune città ormai del tutto italiane sono giunto a Milano. È una città grande, forse piú grande di tutte le altre città italiane per popolazione, e ricorda un po' Parigi. Ma ciò che soprattutto colpisce è la vista della cattedrale. Immaginate una mole immensa, tutta marmo, statue e ornamenti traforati, simile a un merletto. Il teatro di Milano per dimensioni è il primo del mondo dopo quello napoletano. La pinacoteca, come in tutte le città italiane, è bellissima e per visitarla ci vorrebbero alcune giornate. Rimarrò ancora un giorno a Milano, poi partirò per Firenze e quindi andrò a Roma. Sono appena rientrato in Italia e mi sento già meglio. Ho già respirato la sua aria benedetta. Addio, a un altro momento. Statemi bene assieme a tutta la famiglia, che vi adora.
Il vostro devoto figlio
Nikolaj
AD ALEKSANDR SEMENOVIC DANILEVSKIJ
2 febbraio [n.st.] Roma 1838.
(...) Quanto a me, non mi sono mai sentito cosi immerso in una tale placida beatitudine. Oh Roma, Roma! Oh Italia! Quale mano mi strapperà da qui! Come va la tua Grisi? Mi sembrano cinquecento volte piú belle di prima. (A proposito della Grisi: ho sognato che arrivavi a Roma insieme alla Grisi in carrozza e me la presentavi come tua moglie o tua amante, non ricordo bene, e la carrozza era tutta dorata.) Che cielo! Che giornate! L'estate non è estate, la primavera non è primavera, ma sono piú belle dell'estate e della primavera che ci sono negli altri angoli del mondo. Che aria! La bevo e non riesco a saziarmene, guardo e non mi stanco mai. Nell'anima ho il cielo e il paradiso. Adesso a Roma ho pochi amici, o meglio, quasi nessuno (i Repin sono a Firenze). Ma non sono mai stato cosi allegro, cosi soddisfatto della mia vita.
(...) Adesso è tempo di carnevale: Roma fa baldoria senza ritegno. Il carnevale è un fenomeno straordinario in Italia, e soprattutto a Roma: tutti senza eccezione scendono in strada, tutti senza eccezione sono in maschera. Chi poi non ha la possibilità di travestirsi rivolta il pellicciotto o si impiastriccia il muso di fuliggine. Per le strade viaggiano alberi e intere aiuole, spesso si fa largo un carro tutto foglie e ghirlande, con le ruote decorate di foglie e rami che, girando, fanno un effetto straordinario, e nel carro è seduto un gruppo nello stile delle antiche festività di Cerere o di un quadro dipinto da Roberti. Sul Corso per la farina sembra nevicato. Avevo sentito parlare dei confetti, ma non credevo proprio che fosse cosi bello. Figurati che puoi gettare in faccia alla piú carina, foss'anche una Borghese, un intero sacchetto di farina e lei non si arrabbierà, ma ti ripagherà della stessa moneta. Bellimbusti e gentiluomini spendono diverse centinaia di scudi solo per la farina. Le carrozze sono tutte, dalla prima all'ultima, mascherate. Servitori, vetturini, tutti sono in maschera. Dalle altre parti solo il popolo gozzoviglia e si traveste. Qui tutto si rimescola. Una libertà straordinaria, della quale tu saresti senza dubbio entusiasta. Puoi parlare e offrire fiori assolutamente a qualsiasi donna. Puoi addirittura salire in carrozza e sederti fra loro. Le carrozze vanno tutte al passo. E per questo spesso delle birbe, arrampicati sui balconi, possono gettare per interi quarti d'ora palline di farina a manciate e a secchi a chi è seduto in carrozza, il piú delle volte sulle signore, che si fanno male ma ridono, e si limitano a coprirsi molto graziosamente gli occhi con la mano e a pulirsi il viso. Per gli intrighi amorosi è un periodo straordinariamente felice. In mia presenza sono state allacciate innumerevoli relazioni delle piú romantiche con alcuni miei conoscenti e persino con alcuni nostri pittori fatta eccezione, ovviamente, per Durnov. Tutte le belle donne di Roma sono venute allo scoperto, adesso ce n'è una tal quantità che da dove siano spuntate fuori lo sa solo Dio. Sino ad ora non le avevo mai incontrate: non ne conoscevo neanche una. A proposito, hai consigliato Durnov di fare meno il cascamorto. No, il suo è un difetto incorreggibile. La sua finanziera accademica marrone, che credo ti sia ben nota, è stata rifatta: vi ha aggiunto non so che mostre, o risvolti, tipo velluto. Sono arrivati alcuni nuovi pittori, tutte persone dall'aria imponente, robusti, piú eleganti dei vecchi, ma l'unico ad avere del talento è Loganovskij, che conosci per i versi scritti da Puskin sul suo giocatore di svajka. (...) Mammetta scrive che anche da noi ci sono le maschere, per il suo onomastico sono venute molte persone mascherate che hanno interpretato benissimo i loro ruoli. Poi, come al solito, aggiunge un invito a tornare a Vasil'evka, e dice che il clima ucraino è lo stesso dell'Italia e che Kricevskij guarisce tutte le malattie senza eccezione. Tormenta terribilmente mia sorella perché si sposi, o almeno dalle parole quanto mai enigmatiche e confuse della lettera traggo questa conclusione. Sono quasi pronto a scommettere che proprio mentre ti scrivo questa lettera lei è già in chiesa sotto la corona. Ma basta annoiarti. Non ho piú niente da scriverti o meglio, tutto quello che resta bisogna o annusarlo, o guardarlo, e inebriarsene. Lo sai da te. Addio! Sii saggio e scrivimi. Addio. Dimentica quanto ti ho annoiato e ricorda solo quanto ti voglio bene, a te, al mio compagno di viaggio, che cammina spalla a spalla con me lungo tutta la strada della vita, da quella volta che hai mangiato per la prima volta il ribes a casa mia. Non esser pigro e scrivi, indirizza non alla poste restante, ma al mio appartamento (tutto al sole): Strada Felice n. 126. Ultimo piano.
[...]
Cosa posso dirvi ora del popolo romano? Adesso sono preso dal desiderio di conoscerlo a fondo, di penetrarne il carattere, li osservo in tutto, leggo tutte le opere popolari che lo ritraggono e vi dirò che, forse, è il primo popolo del mondo dotato in cosi gran misura di senso estetico, dell'innata capacità di comprendere quel che viene compreso soltanto da una natura ardente, alla quale il freddo, calcolatore, mercantile intelletto europeo non ha potuto imporre le briglie. Come mi sono sembrati rivoltanti dopo gli italiani i tedeschi, con tutta la loro meschina onestà e il loro egoismo! Ma di questo credo di avervi già scritto. Penso che anche voi abbiate già sentito molti tratti di spirito del popolo romano, quell'arguzia per cui un tempo erano celebri gli antichi romani e ancor piú il gusto attico dei greci. Qui non accade niente senza che nel popolo nasca una qualche facezia o un epigramma. Durante le celebrazioni e le feste per la nomina dei cardinali, quando la città è stata illuminata per tre giorni - e a questo proposito voglio dirvi che il nostro amico Mezzofanti è stato fatto anche lui cardinale e va a spasso con le calzette rosse - durante queste feste è stato quasi sempre brutto tempo. Nei primi giorni di carnevale, invece, le giornate sono state perfettamente italiane, quelle giornate chiare, senza la piú piccola nuvoletta, che conoscete cosi bene, quando sullo sfondo azzurro del cielo splendono i muri delle case, tutti illuminati dal sole, con un bagliore che l'occhio nordico non riesce a sopportare, e il popolo immediatamente ha coniato una battuta: "I dio vuol carnavale e non vuol cardinale". Questo mi fa tornare alla mente una facezia che circolava l'anno scorso, quando il Papa vietò il carnevale. Sapete che l'attuale Papa, a causa del suo gran naso, è stato ribattezzato pulcinella; ed ecco la battuta:
"Oh! questa si ch'è bella!
proibisce il carnavale pulcinella!"
Conoscevate i trasteverini, vale a dire gli abitanti dell'altra sponda del Tevere, che sono cosi fieri della loro pura origine romana? Essi considerano autentici romani solo se stessi. Un trasteverino non si è ancora mai sposato con una straniera (e considerano straniere tutte le donne che non sono della loro città) e mai una trasteverina si è maritata con uno straniero. Vi è mai capitato di ascoltarne la lingua e avete mai letto il loro celebre poema Il Meo Patacca, che è stato illustrato dal Pinelli? Ma voi, sicuramente, non avete avuto occasione di leggere i sonetti del poeta romano contemporaneo Belli che, del resto, vanno ascoltati quando li legge egli stesso. In essi, in questi sonetti, vi è tanto sale e tanta arguzia, assolutamente inattesa, la vita dei trasteverini di oggi vi è rispecchiata cosi fedelmente che vi farebbero ridere, e quella pesante nube che spesso incombe sulla vostra testa si dileguerebbe insieme alla vostra molesta e insopportabile emicrania. Sono scritti in Lingua romanesca e non sono stati pubblicati, ma poi ve li manderò. A proposito, visto che abbiamo cominciato a parlare di letteratura. Noi conosciamo solo la letteratura epica degli italiani, vale a dire la letteratura del tempo passato, del XV e XVI secolo. Ma bisogna sapere che nello scorso secolo XVIII, e persino alla fine del XVII, negli italiani s'è manifestata una forte inclinazione per la satira, per l'allegria. E se volete studiare lo spirito degli italiani di oggi, dovete studiarli nei loro poemi eroicomici. Figuratevi che la raccolta Autori burleschi italiani è composta di quaranta grossi volumi. In molti di essi brilla un tale umorismo, un umorismo cosi originale che sorprende che nessuno ne parli. Del resto, bisogna anche dire che solo le tipografie italiane possono stamparli. In molti vi sono certe espressioni indelicate che non a tutti è lecito leggere.
Lo schiaccianoci - Giovedì, 19 Luglio 2007, 16:07
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Volevo ringraziare Zarevich per averci rivelato la parte meno conosciuta (ma indubbiamente non meno significante) dell'opera e della personalità di Nikolaj Gogol – la sua prosa ed i suoi pensieri spirituali. Può darsi, però, che un “altro Gogol” susciti una certa meraviglia dei lettori i quali conoscono ed i quali si sono abituati al Gogol comico, al Gogol satirico. Ma benché gli argumenti di Gogol presentati nel libro “La Prosa Spirituale” siano insoliti, non si può apprendere il più grande scrittore satirico russo senza fare la conoscenza dei suoi pensieri e convinzioni religiosi, senza comprensione della sua fede profonda. Anche se conosco “I Passi scelti dalla corrispondenza con gli amici” da un pezzo, il libro che presenta la major parte delle Opere Spirituali di Gogol è stata per me una vera rivelazione. Zarevich mi ha aiutato a fare questa scoperta letteraria e gliene sono molto riconoscente!
Zarevich - Mercoledì, 15 Agosto 2007, 08:23
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Andrej Sinjavskij (Андрей Синявский 1925–1977), il critico letterario e scrittore, nato nel 1925 a Mosca, già collaboratore dell'Istituto di letteratura mondiale dell'Accademia delle Scienze dell'URSS, critico letterario di «Novyj mir» («Новый Мир») e scrittore «clandestino» con lo pseudonimo di Abram Terz (Абрам Терц), dopo un clamoroso processo e sei anni di campo di lavoro, ha lasciato il suo paese nel 1973 e insegnava alla Sorbona. È autore, inoltre, di «Una voce dal coro» («Голос их хора») e «Passeggiate con Puskin» («Прогулки с Пушкиным»).
«NELL'OMBRA DI GOGOL» («В ТЕНИ ГОГОЛЯ») uno dei più brillanti libri di Andrej Sinjavskij scritto negli anni 1970-1973. Andrej Sinjavskij cerca di esaminare la personalità di Gogol sotto tutti gli aspetti e di sciogliere un nodo dal nome il “mito di Gogol”.
ABRAM TERZ (ANDREJ SINJAVSKIJ 1925–1977)
OPERE SCELTE IN DUE VOLUMI
Casa Editrice «START» Mosca 1992
Издательство «СТАРТ» Москва 1992
Volume I
«Любимов» «Liubimov»
«Рассказы» «Racconti»
«Мысли врасплох» «Pensieri improvvisi»
«Прогулки с Пушкиным» «Passeggiate con Pushkin»
«Голос из хора» «Una voce dal coro»
Volume II
«В тени Гоголя» «Nell’Ombra di Gogol»
«Спокойной ночи» «Buona Notte»
«Крошка Цорес» «Il cecino Zores»
Myshkin - Giovedì, 01 Novembre 2007, 14:38
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Che bello!
Immagino che, considerato l'autore della sceneggiatura, sarà molto ben fatto, di sicuro dal punto di vista storico.
Non si conosce ancora il titolo del film? Lo trasmetteranno in tv tra non molto, quindi.
Sono molto curioso.
Zarevich - Martedì, 20 Maggio 2008, 09:15
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Igor Zolotùsskij Игорь Золотусcкий
«IL RISO DI GOGOL» «СМЕХ ГОГОЛЯ»
Casa Editrice «Moskovskije ucebniki» Mosca 2005
Издательство «Московские учебники» Москва 2005
NIKOLAJ GOGOL (1809-1852)
L’anno prossimo, il 2009, è stato dichiarato dall’UNESCO l’anno di Gogol, in occasione della celebrazione del suo 200 anniversario. Nikolaj Gogol è piuttosto il più problematico degli scrittori russi. Non si capisce dove si deve collocarlo. Tra i satirici? Tra i romantici? Tra i pensatori religiosi? «Le Anime morte» («Мёртвые души») è una grande opera ma, evidentemente, nella sua idea c’era una certa bomba su cui esplose l’autore stesso. «L’Ispettore Generale» («Ревизор») è un'opera comica o un dramma? «Le Veglie alla fattoria presso Dikan'ka» («Вечера на хуторе близ Диканьки») sono dei scherzetti folcloristici o la mistica seria? «Il Naso» («Нос») è un corsivo fantasmagorico o è la prima opera in genere di assurdità? Che cosa è «Taras Bùlba» («Тарас Бульба»)? Con Gogol non è tutto semplice. Non è senza una ragione che uno dei più misteriosi racconti è «Il calesse» («Коляска») in cui tutto è costruito sulla gaffe. La gaffe accompagnò per tutta la vita Gogol. Secondo i ricordi dei suoi contemporanei Gogol spesso si trovava nelle situazioni di gaffe. Il nuovo libro di Igor Zolotùsskij «Il Riso di Gogol» («Смех Гоголя») dovrebbero leggerlo senz’altro tutti quelli che prenderanno parte al progetto «Gogol-2009» per evitare una gaffe e non cadere in un incubo.
Igor Zolotusskij è il più grande biografo di Gogol e i suoi libri sono conosciuti. Nel nuovo libro «Il Riso di Gogol», pubblicato di recente, l’autore ha raccolto i suoi articoli su Gogol e li ha uniti in una tema comune. Questo libro è un sistema di specchi in cui Gogol si riflette diversamente. L’autore spiega la fonte autentica del racconto lungo «Diario di un pazzo» («Записки сумасшедшего»). Come epigrafe Igor Zolotusskij prende una citazione di Vladimir Nabokov: «In Gogol il “Comico” è separato dal “Cosmico” solo dalla lettera “S”» («Комическое отделено у Гоголя от космического одной свистящей буквой "с"»). Naturalmente è un calembour o un gioco di parole nello stile di Nabokov, ma è la verità perché in Gogol c’è sempre una distanza così breve fra il riso e la tristezza, fra il riso e l’orrore, fra il riso e l’incubo. Con Gogol si può ridere fino alla camicia di forza. Zolotusskij propone una chiave per la comprensione della natura del riso gogoliano. Per dirla grossolanamente, con Gogol non si può sbellicarsi o ridere sguaiatamente. Si deve capire sempre che alla base del suo riso c’è una profonda umanità. Il principale personaggio de «l’Ispettore Generale», Khlestakòv, è ridicolo, ma nello stesso tempo è un piccolo funzionario disgraziato che per tutta la vita sogna di scendere dal suo quarto piano al primo piano, piano nobile.
Sul nostro forum io scrivevo del libro di Igor Zolotusskij «GOGOL» uscito nelle seria “Vita degli Uomini Eccellenti” («ЖЗЛ» - «Жизнь Замечательных Людей») nella Casa Editrice «Molodaja Gvardia».
Myshkin - Martedì, 20 Maggio 2008, 09:53
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
200 anni di Gogol! Suppongo che il prossimo anno ci saranno molte iniziative volte a celebrare il grande scrittore.
Sì, le gaffe di Gogol sono un suo tratto molto caratteristico, e la sua grande comicità non è mai superficiale o fine a se stessa, ma sempre pervasa di una profonda umanità e tragicità, e i contrasti tra le situazioni divertenti, le gaffe dei suoi personaggi e le loro condizioni esistenziali sono sempre molto forti.
Non conosco il racconto «Il calesse», mi incuriosisce dalla presentazione che ne hai fatto, e devo controllare se è compreso nella raccolta di racconti che ho.
Zarevich - Martedì, 20 Maggio 2008, 10:22
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Sì, nell’anno prossimo si svolgeranno delle celebrazioni di Gogol e noi sul nostro forum abbiamo già cominciato di celebrare. Spero che scriviamo ancora tante parole su Gogol e sulle sue opere.
Il racconto «Il Calesse» cioè «Коляска» (Koljàska), spero che lo troverai nelle opere scelte di Gogol. Spero che sia tradotto in italiano. È un racconto molto forte come il suo «Cappotto» («Шинель»). Tu hai scritto una volta citando le parole di Dostojevskij che tutta la letteratura russa è uscita dal «Cappotto» di Gogol. È vero!
Akàkij Bashmàchnikov con il suo cappotto diede avvio a tutta la letteratura russa compreso Dostojevskij stesso. È un inizio di tutti gli inizi nella letteratura russa.
Myshkin - Martedì, 20 Maggio 2008, 10:42
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Eh sì, bisognerà ancora parlare molto di Gogol, non sono mai abbastanza le parole spese per commentare le sue opere. Possiamo dire che la letteratura russa è cominciata proprio con Gogol e, ovviamente, con Pushkin.
Un po' come Cechov e il Teatro d'Arte hanno il loro precursore in Griboedov, mi sembra. A proposito, mi sembra che bisognerebbe proprio avviare un discorso sull'evoluzione del teatro, e sull'influenza del Teatro d'Arte di Stanislavskij e Danchenko.... ma questo è un altro discorso, e un altro topic.
Myshkin - Mercoledì, 21 Maggio 2008, 09:10
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Ho trovato il racconto “Il calesse” nella raccolta di Mirgorod e l’ho letto subito, essendo di poche pagine.
Pifagòr Pifagòrovich Chertokutskij. E’ certo che i nomi dei personaggi di Gogol’ sono tutto un programma, e non sono mai scelti a caso. Mi ricorda l’Akakij Akakievich del “Cappotto”.
In effetti è un racconto abbastanza enigmatico e misterioso; è un aneddoto costruito su una grottesca gaffe, il cui epilogo è l’acme stesso della assurda situazione in cui viene a trovarsi Pifagor Pifagorovich. Un ridicolo incubo, che si sviluppa e consuma tutto rapidamente e del quale non vediamo il risveglio.
E’ molto forte.
Zarevich - Venerdì, 20 Giugno 2008, 21:27
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
«GOGOL SENZA LUCENTEZZA» «ГОГОЛЬ БЕЗ ГЛЯНЦА»
A cura di Pavel Fòkin
Составитель: Павел Фокин
Casa Editrice «AMPHORA» San Pietroburgo 2008 (Pagine 432)
Издательство «АМФОРА» Санкт-Петербург 2008
«GOGOL SENZA LUCENTEZZA» è un mosaico documentario composto da brani dei ricordi dei contemporanei dello scrittore ed anche dai documenti e dalle deposizioni raccolte dai suoi primi biografi. Ci sono presentati anche delle dichiarazioni e delle lettere di Gogol stesso. Tutto questo permette di guardare la personalità misteriosa e tragica del grande scrittore da vari punti di vista. Il libro combina in sé degli elementi della narrazione storica e della ricerca artistico-letteraria.
Zarevich - Martedì, 26 Agosto 2008, 13:39
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol Николай Гоголь
«BISOGNA AMARE LA RUSSIA»
Serie: «La civilizzazione russa»
«НУЖНО ЛЮБИТЬ РОССИЮ»
Серия: «Русская цивилизация»
Casa Editrice «Institut Russkoj Civilizazji» Mosca 2008
Издательство «Институт русской цивилизации» Москва 2008
Nikolaj Gogol, il grande scrittore russo, l’eminente interprete degli ideali della Russia.
Nel presente libro sono entrate le sue opere letterario-critiche, pubblicistiche, spirituali e morali. Le opere legate con l’argomento dell’ideologia russa e del futuro spirituale della Russia. BISOGNA AMARE LA RUSSIA, diceva Gogol. La presente edizione è fissata per la data prestabilita del 200mo anniversario dalla nascita del grande scrittore, del grande patriota della Russia.
Zarevich - Venerdì, 07 Novembre 2008, 12:11
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Igor Gàrin Игорь Гарин
«IL MISTERIOSO GOGOL» «ЗАГАДОЧНЫЙ ГОГОЛЬ»
Casa Editrice «Terra-Knizhnyj Klub» Mosca 2002 (Pagine 640)
Издательство «Терра-Книжный клуб» Москва 2002
Cosa sono gli enigmi di Gogol? Tutta la sua vita! Le sue fughe continue, gli smarrimenti, i rifiuti, gli incenerimenti delle sue opere, gli amori misteriosi, le amicizie strane, i suoi rapporti con le confessioni religiose non chiariti fino alla fine, la storia del secondo volume di «Le Anime Morte», le malattie non diagnosticate e infine, la sua morte orribile. La misteriosa personalità del grande scrittore russo. Sono sorprendenti i suoi atteggiamenti verso il proprio Paese, dalle meravigliose visioni della «trojka-uccello» corrente ai musi e ceffi. L’autore di questo libro Igor Gàrin non pretende di sciogliere gli enigmi di Gogol. Il compito principale dell’autore è dare la parola a Gogol stesso e tentare di parlare di quello che è poco conosciuto nella vita dello scrittore.
Zarevich - Martedì, 30 Dicembre 2008, 13:44
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
«NELL'OMBRA DI GOGOL» («В ТЕНИ ГОГОЛЯ») uno dei più brillanti libri di Andrej Sinjavskij scritto negli anni 1970-1973.
Lo schiaccianoci - Venerdì, 20 Febbraio 2009, 18:34
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
In occasione del duecentesimo anniversario della nascita di Nikolaj Vassiljevich Gogol’ é stato girato un nuovo film sulla sua vita. Il film “L’Uccello Gogol” diretto dal noto giornalista Leonid Parfenov e girato in Russia, in Ucraina, in Francia ed in Italia uscirà evidentemente questa primavera.
http://www.youtube.com/watch?v=8fqW...player_embedded
Zarevich - Sabato, 21 Febbraio 2009, 09:13
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Ho sentito parlare di questo nuovo TVfilm di Leonid Parfenov. Lo aspettiamo con impazienza. Si deve spiegare ai nostri amici italiani perchè il titolo del film è così: «L'Uccello Gogol'» («Птица Гоголь»). Il fatto è che la parola «gògol'» («гоголь») significa «il pavone». C'è una locuzione o una frase figurata «ходить гòголем» cioè «fare il pavone».
Zarevich - Domenica, 22 Febbraio 2009, 08:23
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Vassiljevich Gògol’
20 marzo (1 aprile) 1809 – Soròcintsy del governatorato di Poltàva
21 febbraio (4 marzo) 1858 – Mosca
Николай Васильевич Гоголь
20 марта (1 апреля) 1809 Сорочинцы, Полтавская губерния
21 февраля (4 марта) 1852 Москва
Si avvicina la celebrazione del’200 anniversario della nascita di Nikolaj Vassiljevich Gògol’ (Николай Васильевич Гоголь). Uno dei celebri scrittori della letteratura russa dell’Ottocento, la quale a dir la verità tutta uscì fuori dal «Mantello» di Gogol’.
Gogol’ stava nelle origini della cosiddetta scuola naturale, i cui rappresentanti descrivevano il realismo cupo e i costumi austeri dei sobborghi della città prestando un’attenzione particolare alle parti della vita poco appariscenti. E intanto era uno dei più profondi mistici e filosofi dei suoi tempi. Il taglio sociale della realtà lo preoccupava nella misura in cui serviva la manifestazione dell’assurdo comune e l’esoticità dell’esistenza umana.
Nel 1835 escono due raccolte dei racconti «Arabeschi» («Арабески») e «Mìrgorod» («Миргород») scritte con l’eccezionale senso dell'umorismo dei soggetti fantastici che letteralmente fanno mettere la testa a posto.
Non dimentichiamoci che Gogol’ era anche un insuperato drammaturgo del genere della commedia e le sue piece per teatro «L’Ispettore generale» («Ревизор») o «Il Matrimonio» («Женитьба») realmente sono disfatte alle citazioni. Gogol’ creò nella letteratura russa il genere horror nei suoi romanzi brevi «La Prospettiva Nevskij» («Невский проспект») e «Vij» («Вий»).
Ma il suo libro principale è senz’altro «Le Anime Morte» («Мёртвые души»), la cui idea gli fu suggerita da Pushkin, il quale amava raccontare delle storie, frottole, aneddoti e fatti curiosi. Gogol’ nel suo romanzo con i piccoli dettagli talvolta comicissimi disegnò la vita russa come è. Nella storia delle avventure dell’affascinante affarista Pavel Cìcikov (Павел Чичиков) è rappresentato il tema dell’indurimento e dell’assenza d’autenticità dell’uomo e del mondo nel suo insieme con l'attendibilità tragica.
Alla fine della vita Gogol’ diventa più religioso. Scriveva i lavori teologici, fra i quali il più sostanziale è «La Riflessione della Liturgia Divina» («Размышление о Божественной Литургии»). Nel 1848 fece il pellegrinaggio alla Terra Santa alla Tomba del Signore, dopo di che definitivamente tornò in Patria dai suoi viaggi di molti anni all’estero.
L’idea del secondo volume delle Anime Morte in cui Gogol’ sognava di far uscire la storia della degenerazione spirituale e della «vivificazione» dell'anima umana, non era realizzata. L’estate del 1845 Gogol’ bruciò il manoscritto del secondo volume. All’inizio dell’anno 1852 Gogol’ praticamente di nuovo riscrisse il secondo volume, ma poi lo bruciò per la seconda volta. Qualche giorno dopo, 21 febbraio 1852, morì a Mosca, nella città in cui viveva e amava, e dove fu sepolto. Gogol’ era un precursore di Fiodor Dostojevskij, e così si dice che tutti sono usciti fuori dal «Mantello» di Gogol’ perché Gogol’ nel suo racconto «Il Mantello» («Шинель») indicò la strada della letteratura russa della seconda metà dell'Ottocento.
Dopo il mio breve riassunto sarebbe bene parlare di Gogol’ nella musica, pittosto nella musica lirica, anche se sui temi di Gogol’ furono realizzati i pezzi musicali sinfonici ed anche i balletti.
Nell’Opera Gogol’ aveva molto successo fra i compositori russi e per prima cosa si dovrebbero subito nominare due opere sullo stesso soggetto di due compositori. Sono Piotr Ciajkovskij e Nikolaj Rimskij-Kòrsakov, i quali fecero le loro opere liriche sulla fiaba «La Notte prima di Natale» («Ночь перед Рождеством»). Questa fiaba è dal volume di racconti dal titolo «Le veglie alla fattoria di Dikànka» («Вечера на хуторе близ Диканьки»). Ciajkovskij fu il primo e chiamò la sua opera «Gli Stivaletti» («Черевички»). A dir il vero «cerevìchki» non è la stessa cosa che gli stivaletti, ma io non dibatterò con i primi traduttori i quali introdurranno proprio questa traduzione della parola «cerevìchki». Ce l'hanno sulla coscienza.
Invece Rimskij-Korsakov scrisse la sua opera su questo soggetto solo dopo la morte di Ciajkovskij e la chiamò tale come nell’originale da Gogol’. Ambedue le opere sono molto belle e completamente diverse nel loro genere musicale. Vorrei solo evidenziare che l’opera di Korsakov è un po’ seria, invece l’opera di Ciajkovskij è comica, con un pirotecnico sarcasmo gogoliano.
Rimskij-Korsakov è l’autore dell’altra opera sul soggetto di Gogol’. È l’Opera «La Notte di Maggio» («Майская Ночь»). Questa storia di horror entra anche nel ciclo dei racconti «Le veglie alla fattoria di Dikànka» e si chiama «La Notte di Maggio o L’Annegata». L’orribile storia delle russàlke (le ondine dei fiumi). L’opera è splendida. È un capolavoro di Korsakov.
Non possiamo dimenticarci di Modest Mùssorgskij il quale cominciò a scrivere ma non finì la sua opera «Il Matrimonio» («Женитьба») sull’omonima piece teatrale di Gogol. L’opera è meravigliosa ed è un peccato che raramente sia rappresentata nel teatri lirici. Ma l’opera «Il Matrimonio» non era la prima prova di Mussorgskij di rivolgersi a Gogol’. Prima fu scritta l’opera «La Fiera di Soròcintsy» («Сорочинская Ярмарка»), la storia allegra la quale anche entra nel ciclo dei racconti «Le veglie alla fattoria di Dikànka».
Dmitrij Shostakovich, il grande ammiratore di Gogol’ fece due opere sui suoi soggetti: «Il Naso» («Нос») e «I Giocatori» («Игроки»). Ma è un argomento per un discorso di una certa consistenza. L’opera «Il Naso» è un capolavoro assoluto del Novecento. Da non sottacere che negli anni ’70 nel Teatro da Camera (o Teatro lirico di Boris Pokròvskij) di Mosca furono presentate nella reggia di Pokrovskij due opere in un atto tratte da due racconti di Gogol’. Sono «Il Mantello» («Шинель») e «Il calesse» («Коляска») del compositore Aleksandr Khòlminov (Александр Холминов, nato nel 1925). Queste opere sono registrate su cd e per gli appassionati della lirica russa è un mio consiglio di ascoltarle. Infine «Le Anime Morte» («Мёртвые Души») di Rodion Scedrìn (Родион Щедрин). La prima rappresentazione: 1979, Teatro Bolshoj di Mosca. È una meravigliosa opera che amo molto. Esiste la registrazione integrale sui cd con il baritono Aleksandr Voroshylo (Александр Ворошило) nella parte di Cicikov. L’Orchestra del Teatro Bolshoj diretta da Jurij Temirkànov (Юрий Темирканов). Registrato: 1982 «MELODIA». Certo che si può continuare questa lista, ma ci fermeremo all’opera di Rodion Scedrin, la quale sinceramente consiglio di trovare e ascoltare.
I miei cari saluti
Myshkin - Domenica, 22 Febbraio 2009, 13:08
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Grazie, Zarevich, per questo interessantissimo articolo, molto ben scritto.
L'ho sinceramente apprezzato perché io sono un grande ammiratore di Gogol', e considero questo un giusto tributo ad un grandissimo scrittore, padre di tutta la letteratura russa dell '800, e non solo.
Ricordiamoci anche che Gogol' amava profondamente l'Italia, e che molte pagine del suo grande capolavoro furono scritte proprio a Roma, come abbiamo ricordato già sul nostro forum.
Angelo di fuoco - Martedì, 24 Febbraio 2009, 14:01
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Dopo il mio breve riassunto sarebbe bene parlare di Gogol’ nella musica, pittosto nella musica lirica, anche se sui temi di Gogol’ furono realizzati i pezzi musicali sinfonici ed anche i balletti.
Nell’Opera Gogol’ aveva molto successo fra i compositori russi e per prima cosa si dovrebbero subito nominare due opere sullo stesso soggetto di due compositori. Sono Piotr Ciajkovskij e Nikolaj Rimskij-Kòrsakov, i quali fecero le loro opere liriche sulla fiaba «La Notte prima di Natale» («Ночь перед Рождеством»). Questa fiaba è dal volume di racconti dal titolo «Le veglie alla fattoria di Dikànka» («Вечера на хуторе близ Диканьки»). Ciajkovskij fu il primo e chiamò la sua opera «Gli Stivaletti» («Черевички»). A dir il vero «cerevìchki» non è la stessa cosa che gli stivaletti, ma io non dibatterò con i primi traduttori i quali introdurranno proprio questa traduzione della parola «cerevìchki». Ce l'hanno sulla coscienza.
Invece Rimskij-Korsakov scrisse la sua opera su questo soggetto solo dopo la morte di Ciajkovskij e la chiamò tale come nell’originale da Gogol’. Ambedue le opere sono molto belle e completamente diverse nel loro genere musicale. Vorrei solo evidenziare che l’opera di Korsakov è un po’ seria, invece l’opera di Ciajkovskij è comica, con un pirotecnico sarcasmo gogoliano.
A dire il vero, la mia opinione su queste due opere è l'esatto contrario della tua: l'opera di Ciajkovskij è seria e sentimentale con poco umorismo, quella di Rimskij è comica ed esalta il lato fantastico, anzi, il paganesimo slavo, pure presente in questo racconto di Gogol, ma non cosí forte come in altri racconti del ciclo cui appartiene. Faccio qualche esempio.
1. Il bes: in Ciajkovskij è un baritono (voce maschile media), in Rimskij è un tenore (voce maschile acuta), piú esattamente tenore caratterista. Cioè: in Ciajkovskij è un personaggio possente ed un po' demoniaco (invoca la potente , in Rimskij è un personaggio privo di potere, ma comico.
2. Presentazione di Oxana: in Ciajkovskij la ragazza è pensosa, pensa alla madre morta. In Rimskij, invece, la ragazza s'ammira nello specchio, con civetteria. Qui Rimskij è piú vicino a Gogol che Ciajkovskij.
3. Come Vakula cattura il bes: in Ciajkovskij Vakula vuole suicidarsi, perciò va ad un lago (dove le ondine si lamentano del freddo e buio invernale), ma poi, confrontato col bes, ci ripensa e se ne serve per ottenere gli stivaletti. In Rimskij invece Vakula cerca consiglio da Paziùk (altra scena fantastica), il quale gli dice che il bes gli sta dietro le spalle. In Ciajkovskij è assente la scena in casa di Paziùk, in Rimskij non pensa neanche a suicidarsi. Poi i due viaggi aerei di Vakula dànno a Rimskij la possibilità di scrivere musica su soggetti fantastici: la notte prima di Natale come la festeggiano le deità slave pagane.
4. Il mattino natalizio, Vakula scomparso. In Ciajkovskij Oxana e Solocha piangono insieme il fabbro creduto morto per suicidio, scena, credo, assente in Gogol. Nell'opera di Rimskij invece ci sono le due comari che bisticciano comicamente su come Vakula si sia ucciso.
5. Infine, la presentazione di Vakula nell'opera di Rimskij. Vakula è uscito dalla sua casa e, fuori, nella piazza del paesucolo dove vive, comincia una cantilena dove si lamenta del fatto che Oxana non l'ami, ma viene continuamente interrotto da chi passa per la strada. Quando capii che questa fosse un'aria continuamente interrotta, risi da morire.
Non possiamo dimenticarci di Modest Mùssorgskij il quale cominciò a scrivere ma non finì la sua opera «Il Matrimonio» («Женитьба») sull’omonima piece teatrale di Gogol. L’opera è meravigliosa ed è un peccato che raramente sia rappresentata nel teatri lirici. Ma l’opera «Il Matrimonio» non era la prima prova di Mussorgskij di rivolgersi a Gogol’. Prima fu scritta l’opera «La Fiera di Soròcintsy» («Сорочинская Ярмарка»), la storia allegra la quale anche entra nel ciclo dei racconti «Le veglie alla fattoria di Dikànka».
Invece sí: la prima opera di Musorgskij su un soggetto di Gogol fu proprio "Il matrimonio", di cui il compositore ultimò soltanto il primo atto e poi abbandonò la composizione. Credo che non si rappresenti cosí spesso proprio perché non ultimata. Ci sono stati alcuni tentativi di terminarla, ma non tali da fare di quest'opera una parte del repertorio stabile dei teatri lirici.
"La fiera di Soròcinzy" fu invece l'ultima opera lirica di Mùsorgskij, chi l'avrebbe ultimata se non fosse stato cosí malato e morto cosí precocemente. Ne esistono varie versioni. L'ultima e la migliore, secondo ho letto, è quella di Vissariò Šebalin.
Dmitrij Shostakovich, il grande ammiratore di Gogol’ fece due opere sui suoi soggetti: «Il Naso» («Нос») e «I Giocatori» («Игроки»). Ma è un argomento per un discorso di una certa consistenza. L’opera «Il Naso» è un capolavoro assoluto del Novecento.
Da non sottacere che negli anni ’70 nel Teatro da Camera (o Teatro lirico di Boris Pokròvskij) di Mosca furono presentate nella reggia di Pokrovskij due opere in un atto tratte da due racconti di Gogol’. Sono «Il Mantello» («Шинель») e «Il calesse» («Коляска») del compositore Aleksandr Khòlminov (Александр Холминов, nato nel 1925).
Queste opere sono registrate su cd e per gli appassionati della lirica russa è un mio consiglio di ascoltarle.
Šostakovič purtroppo non terminò mai "I giocatori", altrimenti sarebbe un'opera da repertorio stabile, ma, per fortuna, Gennadij Roždestvenskij ha inciso sia "I giocatori" sia "Il naso". Non sbaglio se affermo che "Il naso" inaugurò il Teatro lirico da camera? La sua incisione de "Il naso" durante molto tempo era l'unica disponibile e rimane il punto di riferimento per ogni esecuzione di quest'opera, nonostante recentemente sia apparsa una seconda incisione. È un peccato che non si sia voluto o potuto pubblicare il DVD dello spettacolo del teatro Mariinskij.
Infine «Le Anime Morte» («Мёртвые Души») di Rodion Scedrìn (Родион Щедрин). La prima rappresentazione: 1979, Teatro Bolshoj di Mosca. È una meravigliosa opera che amo molto. Esiste la registrazione integrale sui cd con il baritono Aleksandr Voroshylo (Александр Ворошило) nella parte di Cicikov. L’Orchestra del Teatro Bolshoj diretta da Jurij Temirkànov (Юрий Темирканов). Registrato: 1982 «MELODIA»
Certo che si può continuare questa lista, ma ci fermeremo all’opera di Rodion Scedrin, la quale sinceramente consiglio di trovare e ascoltare.
Qualche anno fa ne vidi il CD in negozio a Mosca, ma non la comprai. Poi, quando volli comprarlo, non c'era piú. Credo che la tiratura fosse troppo piccola. I miei genitori assisterono ad una rappresentazione in teatro e mi dicono che l'opera piacque loro, cosí come l'allestimento.
Teo - Giovedì, 26 Febbraio 2009, 19:09
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Salve a tutti, sono iscritto da un pò di tempo ma è la prima volta che partecipo al forum e quale occasione migliore per congratularmi con Zarevich per il bellissimo articolo.
Amo molto Gogol, ricordo che il primo libro che lessi fu "l'ispettore generale".
L'anedotto è interessante perché all'epoca mi occupavo di teatro e ricordo perfettamente che questo capolavoro mi prese subito in maniera quasi morbosa come poche volte mi accade. Ricordo che divorai il libro in pochi giorni e gli ultimi capitoli (non so dire quanti) me li bevvi nel giro di poche ore, ovvero, quante sono necessarie ad un airbus per coprire la ditanza tra Milano da Istanbul.
La cosa pazzesca è che ad un certo punto mi trovai dentro la scena al punto tale che le hostes della compagnia con la quale viaggiavo, dovettero venire a calmarmi e a chiedermi gentilmente se potevo "moderare" i toni delle spassose e chiassose risate con le quali stavo sicuramente "interessando" tutto l'equipaggio a bordo.
Amo tantissimo gli scrittori russi, specialmente quelli che si sono dedicati al teatro e se dovessi scegliere qualcuno tra i vari Puskin, Cechov, Bulgakov, Tolstoj, Gogol, sicuramente non riuscirei a venirne a capo, tuttavia quello che più di tutti mi sa far vedere la scena, i volti, il ritmo, i toni, ...insomma quello che più di tutti mi sa far entrare dentro al teatro, è lui, Gogol.
Come dimenticare "le anime morte, il matrimonio, la prospettiva nevskij, il naso, il giocatore, il cappotto (in Italia è uscito con questo nome anziché con il nome forse più corretto de: il Mantello)" tutti capolavori assoluti.
Tra quelli citati da Zarevich che non ho letto e che trovo intrigante, mi incuriosisce "La Riflessione della Liturgia Divina", vedrò se riesco a procurarmelo.
W Gogol !!!
Salutissimi
Teo
Myshkin - Giovedì, 26 Febbraio 2009, 19:30
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Caro Teo, sei il benvenuto!
Sono molto contento del tuo arrivo
Dal tuo sentito intervento si capisce che sei un amante della letteratura e del teatro classico russo.
Ne siamo molto felici, e speriamo che condividerai con noi questa tua passione.
A presto.
Zarevich - Giovedì, 26 Febbraio 2009, 19:42
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Ciao Teo,
sono molto contento che il mio articolo dedicato a Gogol' ti sia piaciuto.
Ben arrivato!
Zarevich
Argonauta - Giovedì, 26 Febbraio 2009, 19:42
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Ciao Teo..... naturalmente W Gogol!!!
Zarevich - Sabato, 14 Marzo 2009, 06:25
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Vassiljevich Gògol’
20 marzo (1 aprile) 1809 – Soròcintsy del governatorato di Poltàva
21 febbraio (4 marzo) 1858 – Mosca
Николай Васильевич Гоголь
20 марта (1 апреля) 1809 Сорочинцы, Полтавская губерния
21 февраля (4 марта) 1852 Москва
In occasione del 200 anniversario della nascita di Nikolaj Gogol’ un giornale russo ha proposto ai suoi lettori un divertente «GOGOL’-QUIZ» («ГОГОЛЬ-ВИКТОРИНА»).
Il quiz si compone di tre turni. Io ho tradotto dal russo all'italiano le domande dei tre turni e ve le propongo. Le risposte ve le scriverò senz’altro, ma più tardi. Suppongo che sarà interessante e curioso provare di rispondere alle domande per i nostri utenti italiani. Se qualcuno non conosce le risposte, sarà l'occasione per venire a sapere qualcosa di Gogol’. Le risposte indubbiamente saranno presentate. Vi presento il TERZO turno con cinque domande.
TURNO III:
1. Chi era per Gogol’ una grossa autorità nella letteratura? Su quale scrittore Gogol’ stesso esercitò la più grande influenza?
2. Gli spettacoli, i film, le opere liriche sui soggetti di Gogol’ … Confidate i vostri ricordi e le vostre impressioni.
3. L’opera di Gogol’ «I posti scelti dalle corrispndenze con gli amici» («Выбранные места из переписки с друзьями») e la risposta di Vissarion Belìnskij a Gogol’ divisero la Russia. Quale dei due punti di vista vi è più vicino?
4. Serghej Aksàkov disse: «In Gogol’ tutto non è come in tutti» («У Гоголя всё не как у всех»). La vita di Gogol’ è avvolta dal mistero. Raccontate cosa ne sapete.
5. Il giovane ma già celebre pianista russo Denis Matsùev (Денис Мацуев) in una sua intervista televisiva ha risposto senza meditare chi è il suo personaggio letterario preferito. Lui ha risposto Cìcikov (Чичиков) da «Le Anime Morte». Qual’è il vostro personaggio preferito fra i personaggi gogoliani? Motivate la vostra scelta.
IL PRIMO TURNO
https://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?p=11248
IL SECONDO TURNO
https://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=2472
Zarevich - Sabato, 14 Marzo 2009, 06:30
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Vassiljevich Gògol’
20 marzo (1 aprile) 1809 – Soròcintsy del governatorato di Poltàva
21 febbraio (4 marzo) 1858 – Mosca
Николай Васильевич Гоголь
20 марта (1 апреля) 1809 Сорочинцы, Полтавская губерния
21 февраля (4 марта) 1852 Москва
In occasione del 200 anniversario della nascita di Nikolaj Gogol’ un giornale russo ha proposto ai suoi lettori un divertente «GOGOL’-QUIZ» («ГОГОЛЬ-ВИКТОРИНА»).
Il quiz si compone di tre turni. Io ho tradotto dal russo all'italiano le domande dei tre turni e ve le propongo. Le risposte ve le scriverò senz’altro, ma più tardi. Suppongo che sarà interessante e curioso provare di rispondere alle domande per i nostri utenti italiani. Se qualcuno non conosce le risposte, sarà l'occasione per venire a sapere qualcosa di Gogol’. Le risposte indubbiamente saranno presentate, ma prima vi presento il PRIMO turno con sei domande:
TURNO I
1. Gogol’ è la prima parte del suo cognome, ma come è la seconda parte?
2. Com’è noto, Pushkin tra tutte le stagioni preferiva l’autunno, ma Gogol’ …?
3. Dikàn’ka, Soròcintsy, Mìrgorod. In quali opere letterarie di Gogol’ si menzionano questi nomi geografici?
4. Come si comportavano i lavoratori della tipografia stampando il primo libro di Gogol’?
5. Dicono che «tutta la letteratura russa sia uscita fuori …». Da quale opera di Gogol’?
6. Chi disse dopo il primo atto della rappresentazione teatrale di «L’ispettore generale» («Ревизор»): «Qui le hanno buscate tutti, e più di tutti io» («Тут всем досталось, а более всего мне»)?
IL SECONDO TURNO
https://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=2472
IL TERZO TURNO
https://www.arcarussa.it/forum/viewtopic.php?t=2471
Myshkin - Sabato, 14 Marzo 2009, 18:59
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Un giochino interessante... ma per giocare bisogna conoscere piuttosto bene Gogol'.
Però due o tre forse le so anch'io.
Il suo cognome completo non si legge mai in giro, io l'ho letto una sola volta e non potrei mai ricordarlo.
Per la seconda mi rammento che Gogol' dell'Italia amava particolarmente il cielo azzurro, che non trovava neanche al nord Italia, ma solo a Roma. Ed un cielo così lo si vede di solito in primavera e in estate.
Dikànka è dal volume "Le veglie alla masseria di Dikanka", mentre Mirgorod è il titolo dell'omonima raccolta di racconti. Sorocintsy, la sua città natale, è nell'opera "La fiera di Sorocintsy".
Non ho mai letto niente riguardo le reazioni dei tipografi che stampavano il primo libro di Gogol'. Se dovessi tirarare ad indovinare, direi che ridessero e si divertissero molto.
La numero 5 è facile, forse è quella che tutti sanno, la celebre frase che si ritiene detta da Dostojevskij, secondo cui "siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol'".
L'aneddoto della prima dell'Ispettore generale anche è piuttosto famoso. Credo che sia riportato nelle introduzioni di tutte le edizioni dell'opera; almeno in quella che ho letto io c'era.
Sono le parole dello Zar Nikolaj I Pavlovich, che però la prese abbastanza bene, a differenza di tutti gli altri.
Teo - Martedì, 17 Marzo 2009, 19:22
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
1. Gogol’ è la prima parte del suo cognome, ma come è la seconda parte?
Forse questo: Ianovskii
Ho detto una stupidaggine?
Zarevich - Martedì, 17 Marzo 2009, 21:01
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Caro Teo! Hai piena ragione. Il secondo cognome di Gogol' è Janòvskij (Яновский).
Il cognome Janovskij è il cognome del suo bisnonno.
Ma che bravo è il nostro Myshkin. Lui ha dato quasi tutte le risposte giuste. Ha indovinato tutto.
Zarevich - Venerdì, 20 Marzo 2009, 12:33
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«LE NOVELLE MISTICHE» (edizione di lusso)
«МИСТИЧЕСКИЕ ПОВЕСТИ» (подарочное издание)
Casa Editrice «Интрейд Корпорейшн» Mosca 2001 (Pagine 406)
Издательство «Интрейд Корпорейшн» Москва 2001
Le fantasie bizzarre e fantasiose e la mistica di Nikolaj Gogol’. Nel libro sono raccolte le più famose opere di questo genere dello scrittore.
1.«Vij» («Вий»)
2.«Il Ritratto» («Портрет»)
3.«Il Cappotto» («Шинель»)
4.«La Fiera di Soricintsy» («Сорочинская ярмарка»)
5.«La Sera alla vigilia del giorno di Ivan Kupàla» («Вечер накануне Ивана Купала»)
6.«La Notte di Maggio o L’Annegata» («Майская Ночь или Утопленница»)
7.«La Notte di Natale» («Ночь перед Рождеством»)
8.«La Missiva scomparsa» («Пропавшая грамота»)
9.«La Vendetta orribile» («Страшная месть»)
10.«Il luogo stregato» («Заколдованное место»)
Zarevich - Mercoledì, 01 Aprile 2009, 08:14
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
NEL GIORNO DEL COMPLEANNO DI NIKOLAJ VASSILJEVICH GOGOL, 1 APRILE 2009
AUGURI CARISSIMO NIKOLAJ VASSILJEVICH!!!
NON SAPPIAMO VIVERE SENZA DI TE!!!
Teo - Mercoledì, 01 Aprile 2009, 11:07
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Essa mente a ogni ora, questa Prospettiva Nevskij, ma più che mai quando la notte cala sopra di essa come una massa densa e fa spiccare i muri bianchi e giallastri delle case, quando l'intera città si trasforma in un solo tuono e lampo, miriadi di carrozze rotolano giù dai ponti, i postiglioni gridano e sobbalzano sui cavalli, e un demone in persona accende le lampade solo per mostrare ogni cosa sotto un aspetto che non è il suo.
Auguri carissimo Nikolaj Vasil'evič
Zarevich - Giovedì, 02 Aprile 2009, 20:43
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«CHE COSA PUO’ PORTARE L’UTILE ALL’ANIMA?»
«ЧТО МОЖЕТ ДОСТАВИТЬ ПОЛЬЗУ ДУШЕ?» Из писем
Casa Editrice «Starklajt» Mosca 2009 (Pagine 160)
Издательство «Старклайт» Москва 2009
Nel presente libro sono raccolti i testi poco conosciuti di Gogol’, i brani dalle sue lettere unite dal tema del perfezionamento religioso-morale.
A dire il vero, è una predica diretta alla trasformazione radicale della vita nello spirito dell’ideale cristiano. Secondo le convinzioni di Gogol’, il mondo interiore dell'uomo e l’influenza benefica sull’ambiente circostante sono necessari per il progresso di tutta la società nel suo insieme.
Questa edizione è di fatto ancora un libro di Gogol’ fra gli altri. L’idea di tale edizione appartiene a Gogol’ stesso e di ciò è stato detto nel suo libro «I Passi scelti dalla corrispondenza con gli amici» («Выбранные места из переписки с друзьями»).
«LA PROSA SPIRITUALE» di Nikolaj Gogol
«ДУХОВНАЯ ПРОЗА» Николай Гоголь
«I Passi scelti dalla corrispondenza con gli amici»
«Выбранные места из переписки с друзьями»
Casa Editrice «Russkaja Kniga» Mosca 1992 (Pagine 560)
Издательство «Русская Книга» Москва 1992
Zarevich - Giovedì, 02 Aprile 2009, 20:51
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nina Mòleva Нина Молева
«GOGOL’ A MOSCA» «ГОГОЛЬ В МОСКВЕ»
Casa Editrice «ACT» Mosca 2008 (Pagine 288)
Издательство «АСТ» Москва 2008
Gogol giurò di arrivare a Mosca solo quando sarebbe diventato celebre. Così accadde. Questo strano e mistico amore di Gogol’ verso la città di Mosca durò fino alla morte di Nikolaj Vassiljevich.
Questo libro di Nina Moleva racconta di Mosca gogoliana, degli uomini con cui lui si incontrava, dei posti e luoghi dove amava fare delle passeggiate. Si racconta di come lo adorava il pubblico di Mosca, i moscoviti che portavano la sua bara sette verste (verstà - vecchia unità di misura di lunghezza russa pari a 1067 m) fino alla chiesa universitaria, alla messa funebre. È un bel libro, uno dei numerosi che ora escono in occasione della 200mo anniversario della nascità del grande scrittore russo Nikolaj Vassiljevich Gogol’.
Zarevich - Giovedì, 02 Aprile 2009, 20:54
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«I PASSI SCELTI DALLA CORRISPONDENZA CON GLI AMICI»
«ВЫБРАННЫЕ МЕСТА ИЗ ПЕРЕПИСКИ С ДРУЗЬЯМИ»
Casa Editrice «Azbuka-classica» Mosca 2005 (Pagine 320)
Издательство «Азбука-классика» Москва 2005
I suoi ultimi anni della vita erano colmati del lavoro sul secondo volume di «LE ANIME MORTE» delle meditazioni religiose. «I PASSI SCELTI DALLA CORRISPONDENZA CON GLI AMICI» usciti all’inizio dell’anno 1847 aprivano allora ai lettori l’altro Gogol’, Gogol’ sconosciuto, e ancora oggi letteralmente il mondo interiore di Gogol’, la sua personalità, si presenta come un enigma che richiede il conseguimento della verità. L’enigma di Gogol’ fu in modo più preciso di tutti formulato da Ivan Aksàkov (Иван Аксаков 1823-1886): «Passerà ancora molto tempo prima di capire pienamente tutto il profondo e serio significato di Gogol’, di questo monaco-artista, cristiano-satirico, asceta e umorista, di questo martire del pensiero nobile e della questione insoluta!»
(«Много еще пройдет времени, пока уразумеется вполне все глубокое и строгое значение Гоголя, этого монаха-художника, христианина-сатирика, аскета и юмориста, этого мученика возвышенной мысли и неразрешимой задачи!»).
Zarevich - Giovedì, 02 Aprile 2009, 20:58
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«ROMA» «РИМ»
Casa Editrice «Biblioteca Statale della Letteratura Straniera» Mosca 2009 (Pagine 288)
Издательство «Всероссийская Государственная Библиотека Иностранной Литературы» Москва 2009
La Biblioteca della Letteratura Straniera di Mosca ha la propria casa editrice in cui si pubblicano i vari cataloghi e la varia letteratura bibliotecaria della Biblioteca ma anche le belle lettere e la prosa d'arte, più spesso in due lingue. Vorrei presentare il nuovo libro edito per il 200mo anniversario della nascita di Nikolaj Gogol’. Il libro è uscito in due lingue, IN RUSSO e IN ITALIANO. Il libro si chiama «ROMA» «РИМ». È una raccolta in cui sono entrati la novella «ROMA» di Gogol’ ed anche le lettere «romane» di Gogol’ scritte negli anni 1837-1838. Oltre alle opere di Gogol’ stesso nel libro sono entrati i testi di Pavel Muràtov, Aleksej Kara-Murzà dedicati all’argomento «Gogol’ a Roma».
SITO UFFICIALE DELLA BIBLIOTECA DELLA LETTERATURA STRANIERA DI MOSCA
www.libfl.ru
Myshkin - Venerdì, 03 Aprile 2009, 11:43
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Caro Zarevich! E' un piacere vedere i numerosi contributi dedicati al grandissimo Nikolaj Gogol' da te scritti in questi ultimi giorni. E' bello che anche sul nostro forum si celebri il 200mo anniversario dello scrittore ricordando le sue opere e i film da esse tratti. Gogol' è uno di quegli autori eterni e intramontabili di cui sarebbe bene avere e leggere la sua opera omnia. Per nostra fortuna, tutti i suoi lavori teatrali, romanzi, racconti, novelle, lettere, è tutto tradotto in italiano e facilmente reperibile. Ci sono anche qui raccolte complete dei lavori di Gogol'. Le novelle di questo libro ad esempio sono tutte contenute nel volume I di "Tutte le opere" della collana "I Meridiani" della Mondadori.
Zarevich - Venerdì, 03 Aprile 2009, 11:49
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Anch'io sono contento che anche sul nostro forum noi possiamo celebrare il 200mo anniversario di Nikolaj Gogol'. Questi giorni tutta la Russia celebra il suo anniversario e anche l'Italia con la quale Nikolaj Vassiljevich era così collegato.
Myshkin - Venerdì, 22 Maggio 2009, 17:02
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
A distanza di due mesi credo che sia arrivata l'ora di conoscere le risposte a queste interessanti domande; quelle del turno 2 e 3 aspettano tutte una risposta.
Io mi ricordo pochi dei nomi caratteristici dei suoi personaggi, come la famosa Korobochka, Manilov, Sobakevich e forse un altro paio che ora non mi vengono in mente.
So inoltre che Aleksandr Pushkin esercitò una notevole influenza su Gogol'. Fu proprio Pushkin a fornire a Gogol' gli spunti per le storie de "Le anime morte", "La dama di picche" e "Il revisore".
Ma sarebbe bello e utile conoscere le risposte a tutte le domande degli ultimi due turni.
Myshkin - Giovedì, 01 Ottobre 2009, 15:20
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
In occasione del bicentenario della nascita di Nikolaj Vasil'evič Gogol', a Roma dal 1 ottobre al 29 novembre 2009 si svolgeranno una serie di eventi, organizzati dalla Fondazione Internazionale Accademia Arco e Art interforum, con il patrocinio dell'Ambasciata della Federazione Russa in Italia, del Comune di Roma e dell'Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, della Società Italiana Autori ed Editori, del Dipartimento dei Beni Culturali, Musica e Spettacolo dell'Università di Tor Vergata.
L'iniziativa comprende tutta una serie di interessantissime manifestazioni, con proiezioni di film, spettacoli, mostre, conferenze.
Il programma completo, con i luoghi, le date e gli orari di tutti gli eventi si può trovare sul sito della Fondazione Internazionale Accademia Arco dedicato a questa serie di manifestazioni culturali:
http://www.bicentenariogogol.it/
Myshkin - Giovedì, 01 Ottobre 2009, 15:24
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Mostra: "Gogol' e Roma"
Pio Sodalizio dei Piceni - Musei di San Salvatore in Lauro
Roma, Piazza San Salvatore in Lauro, 15
1 ottobre – 29 novembre 2009
Il Museo Nazionale della Storia - Mosca, le cui collezioni vantano circa venti milioni di testimonianze di rilevanza storica, presenta dal 1 ottobre al 29 novembre 2009 la mostra Gogol’ e Roma, curata da Natalia Kargapolova, dedicata al bicentenario dalla nascita del grande scrittore.
Centosessanta oggetti esposti al Pio Sodalizio dei Piceni - Musei di San Salvatore in Lauro “raccontano” il più enigmatico scrittore russo, che proprio a Roma creò la più penetrante opera d’arte sulla vita russa: Le anime morte.
Nikolaj Gogol’ (1809-1852), legato per la sua origine alla piccola nobiltà rurale ucraina, scrittore che riuscì a conquistare notorietà a San Pietroburgo con opere sulla vita del popolo ucraino, coi Racconti di Pietroburgo e la commedia L’ispettore generale, nel 1836 lasciò la Russia per scrivere “una grande opera che presentasse tutto quello che c’è di buono e di cattivo nell’uomo russo”, e per “rendere più manifesta la particolarità della natura russa”.
Visitate numerose città europee, il 25 marzo del 1837 Gogol’ arrivò a Roma.
Qui trovò “la patria della sua anima”, il luogo dove “la sua anima viveva prima ancora che [venisse] alla luce”. A Roma – dove “l’uomo è più vicino al cielo di una versta intera”, sotto il cielo sempre splendente, respirando l’aria che “faceva venire voglia di trasformarsi in un gigantesco naso, con narici grosse come secchi” per “farci entrare almeno 700 angeli” – Gogol’ fu veramente felice come scrittore e come uomo, perché viveva in pace con se stesso. Amava sia la Roma storica sia quella contemporanea, amava il popolo italiano, dotato di grandissimo senso estetico, ammirava la natura dell’Italia e la sua arte. Partecipava al carnevale romano, che riuniva in un’allegria e in emozioni comuni tutti i ceti sociali. Buongustaio e buona forchetta, si godeva la cucina italiana.
La storia del “mascalzone” Čičikov, che macchina un’avventura immorale, la cui realizzazione, al solo scopo di arricchirsi, prevede l’inganno di un governatorato e dell’intera Russia, nacque a San Pietroburgo, ma a Roma si sviluppò fino a diventare un poema nazionale, nel quale i personaggi privi di anima a poco a poco si sarebbero trasformati da “anime morte” in anime “belle” e “vive”.
“Leggendo” Roma, facendo proprio lo spirito della Città eterna, Gogol’ abbozzò l’idea più importante per tutta la letteratura russa successiva, così come per la coscienza nazionale russa: l’idea della purificazione e della resurrezione dell’uomo e della sua anima. Secondo il disegno dell’autore, la prima parte del poema Le anime morte, pubblicata nel 1842, avrebbe dipinto l’immagine dell’inferno, la seconda avrebbe dovuto rappresentare il purgatorio e la terza una sorta di paradiso.
Tra gli oggetti esposti, è presente il ritratto romano di Gogol’, opera del pittore F. Moller, che mostra lo scrittore nei momenti più felici della sua vita; la marsina da elegantone con la quale Gogol’ girava per Roma, scoprendo ogni giorno qualche cosa di nuovo; i suoi manoscritti.
Per la prima volta, viene esposta la collezione di vedute di Roma dipinte ad acquarello, opera di artisti russi contemporanei di Gogol’. Tra le opere, va segnalato il mosaico di G. Weckler creato a Roma, copia della Trasfigurazione di Raffaello, per la quale il pittore fu insignito dal papa di una medaglia ed ebbe l’onore di conversare con il pontefice.
La mostra aiuterà a conoscere meglio l’ambiente romano in cui Gogol’ ha vissuto, i luoghi di Roma che amava di più e le sue predilezioni.
La mostra offre la possibilità di portare a compimento il viaggio metafisico attraverso la Russia concepito da Gogol’ a Roma, per trovare la rinascita dell’anima umana. Strada facendo, si visiteranno città russe (l’antica Mosca e la fredda Pietroburgo), talvolta “il viaggiatore” si troverà in mezzo alla folla dei personaggi delle opere gogoliane, passerà vicino alle izbe dei contadini decorate con magnifici intagli, andrà a trovare, in compagnia di Gogol’ e del suo personaggio principale, Čičikov, quei proprietari terrieri che grazie allo scrittore sono diventati proverbiali.
Con la sua visione originale, con la sua sensibilità, Gogol’ legò insieme la Città eterna e la Russia, permetteranno di stabilire una sorta di dialogo tra la “meravigliosa” “lontananza” romana e “gli sconfinati spazi” della Russia, che sempre attirano a sé in virtù di una forza segreta, ineluttabile.
(fonte:
http://www.bicentenariogogol.it/programma/mostra-gogol-e-roma)
Myshkin - Giovedì, 01 Ottobre 2009, 15:28
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Mostra: "Nikolaj Gogol' nelle illustrazioni di Sergej Alimov"
Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo – Sale Pio IV
Roma, Lungotevere Castello, 50
1 ottobre – 29 novembre 2009
I solenni spazi e le sale affrescate di Castel Sant’Angelo ospitano dal 1 ottobre al 29 novembre 2009 la mostra “Nikolaj Gogol’ nelle illustrazioni di Sergej Alimov”, a cura di Karina Ogandžanova, vice-direttrice della casa-museo di A.N. Ostrovskij.
In mostra 42 disegni originali del pluripremiato illustratore Sergej Alimov, tutti rigorosamente ispirati ad opere dello scrittore e drammaturgo russo.
Sergej Aleksandrovič Alimov è un artista brillante, fuori dall’ordinario, molto noto in Russia. Animatore e grafico di grande talento, eccezionale illustratore e scenografo, figlio d’arte, Alimov ha compiuto i suoi studi al liceo artistico e all’Istituto Statale di Cinematografia (VGIK). Nella sua opera, egli ha raggiunto una felice sintesi delle migliori tradizioni della cultura internazionale.
Per la straordinaria fantasia e l’acuta sensibilità, fin dall’inizio della carriera Alimov ha seguito un suo proprio percorso. Lo spirito innovativo, che lo ha sempre contraddistinto, ha fatto di Alimov un artista unico nel suo genere.
La sua produzione nel campo dell’animazione e della grafica libraria si segnala per un profondo sentimento umano, una grande veridicità e uno stile irripetibile.
Al centro della mostra di Sergej Alimov a Roma – proveniente dall’esposizione “Gogol’ e il teatro” proposta a Mosca dal Museo Nazionale del Teatro di “A.A. Bachrušin”- Mosca – si trova uno dei motivi principali nell’attività creativa dell’artista: l’universo delle opere gogoliane, molte delle quali furono scritte a Roma, come il primo volume de “Le anime morte”, “Il cappotto”, “Il ritratto e altre”.
Infatti, Gogol’ arrivò a Roma da una Pietroburgo fredda e austera e si innamorò per sempre della Città eterna, piena di sole. L’entusiasmo, tuttavia, non fu in contraddizione con l’autocoscienza nazionale dello scrittore: “Solo a Roma posso scrivere della Russia. Solo là essa mi appare tutta, in tutta la sua enormità”. Ed è proprio nel paese del Rinascimento, nella bella Roma, che “scorrono fresche e vivaci” le righe meravigliose del romanzo “Le anime morte”. È qui che nascono i personaggi delle geniali opere di Gogol’, personaggi nello stesso tempo commoventi e mostruosi, ridicoli e tragici.
Alimov, durante il lavoro sul ciclo gogoliano, si è convinto della necessità di una nuova lettura delle opere del grande scrittore. Per raggiungere il suo obiettivo, ha svolto un ampio lavoro di studio e di lettura degli studi critici degli storici della letteratura, di saggi e lettere dello stesso Gogol’, ha cercato di comprendere in profondità la personalità dello scrittore. E a poco a poco le opere di Gogol’, complesse e misteriose, si sono dischiuse davanti agli occhi dell’artista.
Ogni disegno presentato nella mostra è un’opera grafica completa e autosufficiente, anche se tutti fanno parte dei cicli che illustrano l’immortale poema di Gogol’ e i suoi racconti. Con grande abilità e talento, Alimov ha saputo mettere in rilievo l’incanto della parola gogoliana, che con la sua forza convince il lettore della realtà assoluta di eventi assolutamente irreali.
Disegni per “Le anime morte”
Immergendosi visivamente ne “Le anime morte”, con grande maestria Alimov vi ha infuso una ricchezza di tratti personali e una corporeità quasi scultorea. È sorprendente quanto siano “cinematografici” i personaggi de “Le anime morte”, così strani, così orgogliosi di non avere interessi spirituali: quel “brandello dell’umanità” di Pljuškin, lo scapestrato Nozdrëv, il sentimentale e benevolo Manilov, il terribile Sobakevič. Con il gusto perfetto che gli è proprio, l’artista ha creato delle immagini grottesche, piene d’ironia e di pietà per gli eroi sgraziati del capolavoro gogoliano. Ecco come Alimov è riuscito a produrre un’autentica versione grafica del poema.
Disegni per “Il naso”
Sfruttando con virtuosismo il gioco della luce e dell’ombra e la plasticità delle immagini, l’artista ha evidenziato l’aspetto irrazionale degli eventi descritti nel racconto “Il naso”, forse l’opera più singolare della letteratura classica russa. Alimov ha trattato questo testo classico con grande rispetto, senza tuttavia seguirlo in maniera automatica.
Disegni per “Il ritratto”
Nel racconto “Il ritratto” Gogol’ si concentra su un problema grave ed eterno, quello dell’ispirazione artistica e del potere del denaro, dell’intransigenza del vero talento nella lotta contro se stesso in nome di scopi supremi. Nella sua “suite grafica”, Alimov con notevole temperamento artistico ha rivelato il turbamento di sentimenti e passioni tempestose; le sue opere sono piene di dinamismo e rendono l’aria misteriosa e la tragedia del talento perduto. Poiché Il ritratto fu scritto in Italia, nei suoi personaggi si può osservare un legame con il paese tanto amato dal loro creatore: non a caso l’opera geniale del pittore ignoto che colpisce Čartkov e lo rimprovera, nasce proprio in Italia. Forse per questo Alimov, pur cercando di essere fedele alla descrizione fisiognomica del protagonista, lo ha fatto un po’ somigliare all’autore del racconto.
Disegni per il racconto “La notte di Natale”
L’interesse di Gogol’ per la vita del popolo, per il folklore, si manifesta soprattutto nei racconti de Le veglie alla fattoria presso Dikan’ka, scritti in un breve arco di tempo tra il 1829 e il 1832. Ancora giovane, lo scrittore ricostruisce, con l’umorismo che gli è proprio, un’incantevole immagine della Piccola Russia, coi suoi costumi e le sue usanze. Un critico severo, Vissarion Belinskij, osservava: “È il sorriso di un giovanotto che saluta il mondo di Dio! Qui è tutto luminoso, tutto brilla di gioia e di felicità!”. Alimov ha disegnato i bozzetti per il racconto “La notte di Natale”, messo in scena al Teatro delle Marionette Obrazcov. I suoi personaggi vivaci e allegri - Oksana, Vakula, il sagrestano, Čub e Solocha – popolano un mondo fantastico e allo stesso tempo reale. All’artista, come allo scrittore, sta a cuore “un’allegria vera, sincera, disinvolta, senza leziosaggini e ritegno”.
BIOGRAFIA DI SERGEJ ALIMOV
Sergej Aleksandrovič Alimov, nato a Mosca il 25 aprile 1938, è un animatore e grafico russo.
Membro corrispondente dell’Accademia di Belle Arti dell’URSS (1991), professore dell’Istituto Statale per la Cinematografia (1994), membro effettivo dell’Accademia Russa di Belle Arti (2002), membro dell’Accademia Russa di Arti Cinematografiche. Nel 1999 gli è stato conferito il titolo di artista del popolo della Federazione Russa.
Nel 1953-1957 studia alla Scuola media artistica di Mosca, nel 1957-1963 frequenta la facoltà di scenografia dell’Istituto per la Cinematografia. Fa uno stage allo studio Zagreb-Film. E’ allievo di Jurij Ivanovič Pimenov, Boris Nikolaevič Jakovlev, Ivan Petrovič Ivanov-Vano. Nel 1962-1974 lavora presso lo studio cinematografico “Sojuzmul’tfil’m” come scenografo, collaborando con Fëdor Savel’evič Chitruk e Valentin Aleksandrovič Karavaev. Nel 1988-1991 è segretario della direzione dell’Unione degli Artisti dell’URSS. Dal 1994 è professore dell’Istituto per la Cinematografia, dal 1999 capo-scenografo del Teatro Accademico delle Marionette “Obrazcov”.
Ha lavorato come scenografo per una serie di spettacoli al Teatro della Satira di Mosca, al Teatro Mossovet, al Teatro delle Marionette “Obrazcov” e in altri teatri di prosa e di marionette.
Ha illustrano più di 100 libri, tra cui Le anime morte di N.V. Gogol’, I signori Golovlëv di M.E. Saltykov-Ščedrin, Le avventure del barone di Münchausen. Insegna all’Istituto per la Cinematografia e all’Accademia di Natal’ja Nesterova.
PREMI
Premio “Golden Gate” al Festival Internazionale del Cinema di San-Francisco (1963, USA).
Premio del Festival Internazionale a Oberhausen per il cartone animato La storia di un delitto (1963, Germania).
Premio “Leone di bronzo” della Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia per il cartone animato Toptyžka (1965, Italia).
Primo premio al Festival del Cinema Sovietico di Kiev (1966, URSS).
Premio “Il Pellicano d’oro” al Primo Festival Cinematografico Internazionale dei cartoni animati di Mamaia (1966, Romania).
Diploma d’onore al X Festival Internazionale del Cinema di Cork per il cartone animato Le vacanze di Bonifacio (1966, Irlanda).
Premio d’Argento al Festival Internazionale del Cinema di Varna per i bozzetti scenografici per il cartone animato Il ghiozzo saggio (1980, Bulgaria).
Medaglia d’argento dell’Accademia di Belle Arti dell’URSS per i bozzetti del cartone animato Storia di una città (1986).
Premio Nazionale della Federazione Russa (2002).
FILMOGRAFIA SCELTA
Regista
1969 — Il cavallino di Vjatka (animazione, URSS)
1970 — La vittima degli standard (nella raccolta Kalejdoskop-70) (animazione, URSS)
1973 — Bravi artigiani (nell’almanacco cinematografico Fitil’ № 128) (animazione, URSS)
Sceneggiatore
1969 — Il cavallino di Vjatka (animazione, URSS)
1970 — La vittima degli standard (nella raccolta Kalejdoskop-70) (animazione, URSS)
1991 — Storia di una città. L’organetto (animazione, URSS)
Scenografo
1962 — La storia di un delitto (animazione, URSS)
1964 — Toptyžka (animazione, URSS)
1965 — Le vacanze di Bonifacio (animazione, URSS)
1966 — Un uomo incorniciato (animazione, URSS)
1967 — Otello-67 (animazione, URSS)
1969 — Il cavallino di Vjatka (animazione, URSS)
1970 — La vittima degli standard (nella raccolta Kalejdoskop-70) (animazione, URSS)
1973 — Bravi artigiani (nell’almanacco cinematografico Fitil’ № 128) (animazione, URSS)
1979 — Il saggio ghiozzo (animazione, URSS) in collaborazione con G.V. Arkad’ev
1991 — Storia di una città. L’organetto (animazione, URSS) in collaborazione con G.V. Arkad’ev
(fonte:
http://www.bicentenariogogol.it/pro...di-segey-alimov)
Myshkin - Giovedì, 01 Ottobre 2009, 15:34
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Mostre "Gogol' - il Teatro - L'avanguardia Russa" e "Nikolaj Gogol' nelle fotografie di Šapiro"
Biblioteca Museo Teatrale del Burcardo
Roma, Via del Sudario, 44
1 – 29 ottobre 2009
Per Gogol’ il teatro era un’arte sublime, di grande rilievo sociale: “Il teatro non è per niente un’inezia o una cosa inutile” – scriveva il drammaturgo – “se consideri che può riunire una folla di cinque, seimila persone. E che tutta questa folla, assolutamente disomogenea se presa nelle sue individualità separate, è capace di subire ad un tratto la medesima scossa, di scoppiare in un pianto comune, come di ridere di un riso comune. È una cattedra dalla quale si può dire molto di buono al mondo”.
E’ per questo che tra gli eventi per il “Bicentenario di Gogol’ ” a Roma ampio spazio viene riservato all’opera teatrale con le due mostre complementari tra loro, ospitate alla Biblioteca Museo Teatrale del Burcardo della SIAE, con opere provenienti dal Museo Nazionale del Teatro di “A.A. Bachrušin” - Mosca: “Gogol’ – il Teatro – l’Avanguardia russa”, a cura di Galina Beskina, e “Nikolaj Gogol’ nelle fotografie di Šapiro (1840 – 1900)”, curata da Svetlana Semikolenova, Vice Direttrice delle attività scientifiche del Museo di Bachrušin.
“Gogol’ – il Teatro – l’Avanguardia russa”
Il Museo Nazionale del Teatro di “A.A. Bachrušin” - Mosca vanta una ricca collezione di materiali unici, dai libri alle pubblicazioni in genere, dai disegni di scenografie e iconografie ai cartelloni e manifesti, oltre che i manoscritti legati alla storia del teatro gogoliano.
In mostra saranno esposte più di 200 oggetti che illustrano gli spettacoli più significativi di Gogol’ che hanno fatto epoca grazie alle interpretazioni e alle soluzioni artistiche proposte da registi, attori e scenografi di eccezione.
La prima e la seconda sala del percorso espositivo sono dedicate agli anni del sempre maggiore riconoscimento dell’opera dello scrittore, quando il teatro russo, grazie alla partecipazione diretta di Gogol’, coi suoi consigli e suggerimenti, s’incammina verso il metodo realista nella messinscena delle commedie dello scrittore, ricorrendo a scenografie e interpretazioni inedite. Tale tradizione è andata formandosi nel teatro russo durante tutto l’Ottocento.
I materiali esposti nella terza sala e in parte nella quarta, rispecchiano i principali avvenimenti riguardanti il teatro gogoliano del primo Novecento. Gli anni Venti sono caratterizzati dall’esaurirsi degli ormai logori moduli teatrali, dalla rifioritura delle arti sceniche, dalla ricerca di nuovi stili, forme, idee e soluzioni artistiche. In questo periodo il teatro nuovo cerca di fare propri gli elementi gogoliani del grottesco, della fantasmagoria e dell’infernale. Il teatro di avanguardia, ha prodotto una rivoluzione nella rappresentazione del mondo e delle immagini create da Gogol’. Negli anni Trenta possiamo invece constatare un ampliamento dei temi gogoliani negli allestimenti ispirati a vari generi, stili e correnti teatrali.
La quarta e la quinta sala espongono materiali sugli spettacoli più significativi ed esprimono le principali tendenze interpretative dei temi gogoliani negli anni seguenti.
La maniera drammaturgica di Gogol’ consiste nel simbolismo realistico. Egli descrive la realtà con tutta la potenza del naturalismo, con tutte le sue bassezze, senza omettere alcun dettaglio e così facendo, innalza questa realtà alla dignità di simbolo. Grazie a tale trasformazione i personaggi gogoliani, terribilmente realistici, diventano una sorta di categorie universali che esistono fuori dal tempo, in tutto il mondo.
Gogol’ vede lo scopo principale della sua commedia nel “riso curativo”, nel deridere se stessi e i propri vizi.
Nel XIX secolo, venne strutturandosi una tradizione nell’interpretazione dei personaggi gogoliani, grazie all’attore Michail Ščepkin, col suo metodo della massima approssimazione alla realtà e al principio gogoliano della comicità interiore; e grazie anche all’attore Ivan Sosnickij, rappresentante della scuola pietroburghese. Gogol’ apprezzò molto il lavoro di Sosnickij, sottolineando che il personaggio da lui creato riusciva a innalzarsi al vero realismo. Se però Sosnickij con le sue interpretazioni svelava le macchinazioni del sindaco disonesto (nell’Ispettore generale), Ščepkin condannava tutto il sistema statale.
Il teatro russo comincia a far proprie le immortali immagini gogoliane solo cento anni dopo la stesura delle opere.
Nel teatro degli anni 1920-1930 i temi gogoliani ricevono un nuovo potente impulso artistico: registi, scenografi e compositori allargano gli orizzonti interpretativi della prosa di Gogol’. Michail Bulgakov scrive una versione teatrale del poema Le anime morte, vengono messe in scena le opere Il naso di Dmitrij Šostakovič e Taras Bul’ba di Nikolaj Lysenko. Le commedie L’ispettore generale e Il matrimonio vengono messe in scena per la prima volta e riprese in molti teatri, di vario livello e tendenze. I più grandi attori russi trovano ispirazione nei personaggi gogoliani.
“Nikolaj Gogol’ nelle fotografie di Šapiro (1840 – 1900)”
Nella seconda mostra dedicata al teatro gogoliano, nell’ambito dei festeggiamenti per i 200 anni della nascita di N.V. Gogol’, vengono esposte le opere fotografiche di Šapiro conservate nei fondi del Museo Nazionale del Teatro “A. Bachrušin” - Mosca.
La mostra si articola in due sezioni:
La prima raccoglie le opere del fotografo incluse nella Galleria di ritratti e pubblicate nel Catalogo del Pantheon russo e della Galleria di ritratti che Šapiro stesso comincia a presentare dal 31 marzo 1882 (12 aprile secondo il calendario gregoriano) sulle pagine del giornale “La Voce”.
La seconda parte della mostra è dedicata a N.V. Gogol’. Nel reparto di negativi fotografici del Museo Bachrušin è conservato l’album delle “Illustrazioni per il Diario di un pazzo di N.V. Gogol’”. Le fotografie, che non sono state mai ritoccate, rappresentano l’attore Andreev-Burlak nei panni di Popriščin. L’editore è lo stesso Konstantin Šapiro (fotografo dell’Accademia Imperiale di Belle Arti), San Pietroburgo, 1883, n. 3572. L’album conta 30 fotografie, accompagnate dal testo in russo e in francese.
L’album si apre con l’introduzione dell’editore Šapiro e con una prefazione firmata dal critico V.V. Stasov. Il fotografo definisce questo album di fine Ottocento come “una nuova esperienza nell’illustrare una delle più belle opere della letteratura russa, Il diario di un pazzo di Gogol’, per mezzo della fotografia”. Šapiro è convinto che riuscire a riprodurre per mezzo della fotografia un attore geniale nei momenti più espressivi equivale a creare illustrazioni quasi perfette, vale a dire più vicine all’idea dell’autore, di un’opera letteraria. Questo è l’obiettivo che vuole raggiungere Šapiro con la creazione del suo album.
Šapiro si pone anche un altro obiettivo, ossia conservare per i posteri gli attimi fuggenti dell’arte di un attore. Dopo aver ammirato l’album regalato da Šapiro alla Biblioteca Pubblica di San Pietroburgo, Stasov dichiarava che il fotografo era riuscito in questo compito in modo brillante. Curioso che la stessa premura per i posteri abbia spinto A.A. Bachrušin, fondatore del Museo Nazionale del Teatro, a costituire una raccolta di oggetti legati al teatro. Così, nella collezione di cartelloni e opuscoli esplicativi del Museo troviamo il cartellone di una tournée a Kazan’, compiuta dalla Prima Associazione di attori russi di N.V. Andreev-Burlak. Negli spettacoli della tournée lo stesso Andreev-Burlak recitava alcuni brani dal Diario di un pazzo di Gogol’. Secondo le testimonianze dei contemporanei, l’attore amava particolarmente questo suo lavoro gogoliano.
Nel 1883, Šapiro scatta una serie di fotografie di Andreev-Burlak nei panni di Popriščin, protagonista del Diario di un pazzo. Lo stesso anno il fotografo pubblica un album di quelle fotografie, brillante testimonianza dell’interpretazione dei personaggi gogoliani da parte di un attore russo e dell’interesse sincero per “l’attimo fuggente” dell’arte teatrale.
Andreev-Burlak
Negli anni ’70-’80 Andreev-Burlak, uno dei migliori attori di provincia, si esibisce anche sui palcoscenici di Mosca e San Pietroburgo. Egli recita per due decenni, dal 1868 al 1888.
Andreev-Burlak esordisce sul palcoscenico in un piccolo teatro di Simbirsk. Seguono Samara (1875), Saratov (1876-1877), Mosca (1877-1878) e San Pietroburgo (1878). Negli anni 1880-1884 si esibisce in alcuni teatri di Mosca: al Teatro di Solodovnikov, al Teatro di Korš e al Teatro di Lentovskij. Nel 1880, Andreev-Burlak e M.I. Pisarev sono impegnati nell’organizzazione del Teatro Puškin gestito da A. Brenko, a Mosca. Attori famosi come Čarskij, Strepetova, Glama-Meščerskaja, insieme agli esordienti Dalmatov e Južin, fanno parte della troupe, mentre Andreev-Burlak, Pisarev e Brenko sono membri del Consiglio artistico di teatro. Andreev-Burlak è inoltre il regista stabile. Gli allestimenti di solito sono pensati per un ensemble in cui gli attori famosi interpretavano anche parti di importanza secondaria.
Il 4 aprile 1882 Andreev-Burlak esordisce al Teatro Malyj di Mosca.
Nel 1883 e 1888 organizza e gestisce la tournée del Teatro lungo il Volga. Il suo sogno è sempre stato quello di fare un teatro indipendente da impresari privati. Con un gruppo di attori fonda l’“Associazione di attori russi” e nell’estate del 1883 i suoi membri, guidati da Burlak e Pisarev, scendono giù per il Volga con un piroscafo dando spettacoli in tutte le città più importanti.
Un posto di grande rilievo nell’attività artistica di Andreev-Burlak occupava la declamazione di brani scelti dalle opere di vari autori che recitava in costume e truccato. Secondo le testimonianze dei contemporanei, fu la declamazione a renderlo popolare, piuttosto che le parti teatrali interpretate. All’epoca, uno spettacolo “di varietà” era impensabile senza almeno un brano recitato da Andreev-Burlak: il pubblico non finiva di applaudire e non voleva lasciarlo andare. Per quanto riguarda il genere del racconto, la sua interpretazione migliore fu quella del Diario di un pazzo di N.V. Gogol’, prediletta dall’attore stesso.
Konstantin Aleksandrovič Šapiro è il più grande fotografo “al servizio” della letteratura russa. Nasce nel 1840 nella piccola città di Grodno, in una povera famiglia ebraica. La sua infanzia e la sua giovinezza sono segnate da difficoltà materiali. Šapiro manifesta precocemente la voglia di imparare e sin da piccolo scrive poesie e disegna. Adolescente, lascia la casa paterna e si avventura a viaggiare, a piedi, per il mondo. Nel 1868 la sorte lo porta a Vienna, considerata all’epoca la “capitale” della ricerca fotografica. A Vienna Konstantin Šapiro apprende le tecniche più avanzate della fotografia. Tra la fine del 1868 e l’inizio del 1869 si reca a Pietroburgo con l’intenzione di aprire un proprio studio fotografico.
Le leggi e la realtà russa di quel periodo, tuttavia, impedivano a un giovane di nazionalità ebraica di lavorare in proprio: Šapiro è costretto a convertirsi alla religione ortodossa. All’inizio diventa socio di Vil’gel’m Šenfel’d (1810-1887), uno dei primi fotografi pietroburghesi. Il loro studio si chiama “Šenfel’d e Šapiro”. Nel novembre 1869, Šapiro annuncia sul “Notiziario di San Pietroburgo” (n. 316) l’apertura del proprio studio in Nevskij Prospekt, al n. 64. I lavori del giovane fotografo vengono insigniti di un diploma d’onore alla Mostra Panrussa di Manufatti, la prima dove espone le sue opere.
In dieci anni, fino al 1879, Šapiro riesce a fotografare quasi tutti gli intellettuali di San Pietroburgo e di Mosca. Gli viene allora l’idea di pubblicare una rassegna di ritratti fotografici.
La prima edizione della Galleria di ritratti di letterati, scienziati e artisti russi esce nel 1880. L’album comprende le foto in folio di I.A. Gončarov, F.M. Dostoevskij, N.A. Nekrasov, M.E. Saltykov-Ščedrin e I.S. Turgenev. Ogni ritratto è accompagnato da un foglio con la breve biografia del personaggio in russo e in francese. Le fotografie sono di grandi dimensioni e superano il formato gabinetto.
Per molti anni lo studio di Šapiro si trova in Nevskij Prospekt, al n. 30, ma tra la fine del 1881 e l’inizio del 1882 si trasferisce al vicino civico 32, nell’edificio della chiesa cattolica romana. In quel periodo sul retro delle fotografie, insieme al nuovo indirizzo, si legge anche la scritta “Fotografo dell’Accademia Imperiale di Belle Arti”. All’Esposizione Panrussa di Arte e Industria (1882) Šapiro presenta una variante ampliata della sua galleria di ritratti. Il critico Lev Vladimirov scrive sul “Notiziario Moscovita” del 1° luglio 1882: “Il fotografo pietroburghese K.A. Šapiro, autore della Galleria di ritratti di letterati, scienziati e artisti russi, ora ha presentato all’Esposizione, all’interno del secondo gruppo, alcuni esempi di ritratti che fanno parte della citata Galleria. L’idea del Sig. Šapiro è, senza dubbio, eccellente e gli auguriamo ogni successo possibile. Ogni nuova edizione contiene cinque ritratti… Il Sig. Šapiro sta ora lanciando una nuova, più economica edizione popolare di ritratti di letterati e scienziati, dal titolo Pantheon Russo, che comprenderà ritratti fotografici di esponenti, sia defunti che viventi, della nostra arte e letteratura. Per il Pantheon sono già stati scelti 138 ritratti”.
Per le sue opere, Šapiro viene insignito della medaglia di bronzo all’Esposizione di Arte e Industria del 1882. Nel 1883 riceve dall’Imperatore Alessandro III la grande medaglia d’argento (massima decorazione per un lavoro di utilità pubblica) con cui viene premiata l’edizione economica e popolare del Pantheon.
Nel 1884 una nuova scritta appare sul retro delle fotografie, per informare che Šapiro ha partecipato ad una mostra a Madrid. I contemporanei apprezzano la sua arte. Già nel 1884 una pagina dell’album di V. Michnevič I nostri conoscenti. Dizionario corsivo dei contemporanei. 1000 profili viene dedicata al fotografo (p. 248): “Šapiro, noto fotografo pietroburghese, tanto bravo quanto intraprendente, ha compiuto un gesto più soprannaturale di quello del Noè biblico. Noè, con l’aiuto di Dio, ha riunito nella sua arca tutti gli esseri, puri e impuri, mentre il Sig. Šapiro – e questa è una cosa straordinaria – avendo radunato nella sua “galleria” tutti gli scrittori russi, separati fra loro da ostilità di ogni genere, ha dato un esempio davvero rimarchevole. Il Sig. Šapiro, se vogliamo, a pieno diritto può avere il titolo di fotografo “al servizio” della letteratura e dell’arte russa. Ha immortalato non soltanto i rappresentanti di queste professioni, ma anche le loro opere, come ha dimostrato la sua memorabile rappresentazione sperimentale di un personaggio gogoliano, Popriščin, interpretato dall’attore Andreev-Burlak”.
Konstantin Aleksandrovič Šapiro muore a Pietroburgo nel 1900. Ai nostri giorni, come allora, il suo patrimonio fotografico fa parte integrante della storia della cultura russa.
(fonte:
http://www.bicentenariogogol.it/pro...gol-e-il-teatro)
Myshkin - Giovedì, 01 Ottobre 2009, 15:39
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Rassegna: "Gogol' nel Cinema"
CINETECA NAZIONALE - CINEMA TREVI
Vicolo del Puttarello 25, Fontana di Trevi, Roma
1 – 4 ottobre 2009
La ricorrenza del bicentenario della nascita del grande scrittore e drammaturgo russo è occasione per il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale di collaborare con la Fondazione Internazionale Accademia Arco alla realizzazione di una rassegna – programma a cura di Lorenzo Pompeo – di alcuni film tratti dalle opere di Gogol’.
In Russia Gogol’ offre lo spunto per opere filmiche fin dalle origini del nuovo mezzo. Tra gli esempi più antichi saranno presentati nella rassegna al cinema Trevi, sala della Cineteca Nazionale, Taras Bul’ba, del 1909 e Portret, del 1915, recuperati di recente nelle cineteche russe. Nel corso del Novecento, i migliori registi e i più grandi attori europei si sono misurati con la sua opera. In questa rassegna si potranno confrontare le versioni cinematografiche russa e italiana del racconto Šinel’ (Il cappotto). La versione italiana, di Alberto Lattuada, del ’52, con Renato Rascel in una delle sue migliori interpretazioni, considerata un grande classico, precede di otto anni la pellicola diretta da Aleksiej Batalov, anch’essa un classico in Russia per l’altrettanto memorabile interpretazione di Rolan Bykov. In programma anche Anni ruggenti di Zampa, del 1962, liberamente ispirato all’Ispettore generale, che trasferisce la vicenda della commedia gogoliana in una cittadina pugliese nel ventennio fascista e la memorabile versione russa, Revizor, diretta da Vladimir Petrov nel 1952, molto vicina all’originale che rimane a tutt’oggi il migliore adattamento mai realizzato. Libero adattamento è anche il film di Mario Bava, maestro dell’horror italiano, La maschera del demonio, fortunato esordio ispirato al racconto Il Vij, mentre l’omonimo film di Ptuško, Eršov e Kropačev, che fu visto in Unione Sovietica da più di 40 milioni di spettatori, è molto più fedele all’originale. La piccola selezione di film in programma dimostra come l’opera di Gogol’, a due secoli dalla nascita dell’autore, abbia rappresentato e continui a rappresentare una continua fonte di ispirazione per i cineasti di tutto il mondo.
PROGRAMMAZIONE:
Giovedì 1 ottobre ore 18,00
Presentazione della rassegna e saluto dell’Ambasciatore della Federazione Russia Aleksiej Meškov, Rinfresco, a seguire:
Ore 18,45
Taras Bulba (Russia, 1909)
Regia: Aleksander Drankov; interpreti: Anisim Suslov, L. Man’ko, Černovskaja; origine: Russia; Produzione: Atelier A. Drankov; durata: 07’
Prima e primitiva versione dell’omonimo racconto di Gogol’ diretta da un pioniere del cinema russo, di recente riscoperta e restaurata, rappresenta oggi più che altro una divertente curiosità e un interessante esperimento.
Accompagnamento musicale del maestro Antonio Coppola (pianoforte)
Ore 19,00
Portret (Russia, 1915)
Regia: Vladislav Starevič; interpreti: Andrej Gromov, Ivan Lazarev, V. Vasil’ev; origine: Russia; Produzione: Atelier V. Starevic; durata: 22’
Versione dell’omonimo racconto di Gogol’ diretta da un pioniere da Starewicz, considerato il padre della tecnica “stop-motion”. Riscoperto e restaurato di recente, il film è basato sul “trucco” del ritratto che si anima e prende vita, nello spirito vagamente circense che animava i pionieri del cinema.
Accompagnamento musicale del maestro Antonio Coppola (pianoforte)
Ore 19,30
Šinel’ (Il cappotto, Russia, 1959)
Regia: Aleksiej Batalov; sceneggiatura: Leonid Solov’ev; fotografia: G. Maranžjan; musica: N. Sidel’nikov; montaggio: I. Tarsanov; Interpreti: Rolan Bykov, Ju. Tolubeev, A. Ežkina, E. Ponsova, T. Tejch; origine: Russia (Unione Sovietica); produzione: Lenfil’m; durata: 70’
I migliori talenti collaborarono a questo film: Rolan Bykov, uno dei più noti e amati attori del cinema sovietico che interpreta Akakij Akakievič, lo scrittore Leonid Solov’ev che ha scritto la sceneggiatura e il regista Batalov, notissimo attore, che esordì con questo film. Lo spettatore avverte quell’atmosfera di oppressione che grava sul protagonista, sottolineata da un bianco e nero scuro, perfettamente calibrato sul clima severo e rigido di San Pietroburgo. Per questo è giustamente considerato un vero e proprio classico.
Ore 20,45
Il cappotto (Italia, 1952)
Regia: Alberto Lattuada; soggetto: dal racconto omonimo di Nikolaj Gogol’; sceneggiatura: A. Lattuada, Giorgio Prosperi, Giordano Corsi, Enzo Curreli, Luigi Malerba, Leonardo Sinisgalli, Cesare Zavattini; fotografia: Mario Montuori; scenografia: Gianni Polidori; costumi: Dario Cecchi; interpreti: Renato Rascel, Yvonne Sanson, Giulio Stival, Ettore G. Mattia, Giulio Calì, Olinto Cristina; origine: Italia; produzione: Faro Film, Messina, Titanus; durata: 107’
Da Pietroburgo a Pavia, dove Akakij Akakievič diventa Carmine de’ Carmine. Lattuada riesce a tirare fuori da Renato Rascel, attore di avanspettacolo, una memorabile e irripetibile interpretazione in perfetto equilibrio tra la commedia e il dramma. Senza dubbio il migliore adattamento italiano da Gogol’
Venerdì 2 ottobre
Ore 19,00
Šinel’ (Il cappotto, Russia, 1959)
replica
Ore 20,45
Anni ruggenti (Italia, 1962)
Regia: Luigi Zampa; soggetto: Sergio Amidei, L. Zampa, Vincenzo Talarico; sceneggiatura: Ettore Scola, Ruggero Maccari, L. Zampa; fotografia: Carlo Carlini; scenografia: Piero Poletto; costumi: Lucia Mirisola; musica: Piero Piccioni; montaggio: Eraldo Da Roma; interpreti: Nino Manfredi, Gino Cervi, Salvo Randone, Michèle Mercier, Gastone Moschin, Rosalia Maggio; origine: Italia; produzione: Spa Cinematografica, Incei Film; durata: 110’.
Ispirato al Revizor, il film di Zampa è ambientato in una cittadina pugliese durante il ventennio fascista. Nino Manfredi interpreta in modo mirabile Omero Battifiori, l’assicuratore di fede fascista che arriva nel paese di provincia e viene scambiato per un gerarca in incognito in un film complessivamente ben orchestrato. Un cast di attori di ottimo livello che si è avvalso di un buon gruppo di sceneggiatori (che annovera, tra l’altro, Ettore Scola alla sceneggiatura prima di debuttare alla regia).
Sabato 3 ottobre
Ore 19,00
Vij (Il Vij, Russia, 1969)
Regia: A. Ptuško, K. Eršov, G. Kropačev; sceneggiatura: A. Ptuško, K. Eršov, G. Kropačev; fotografia: V. Piščalnikov, F. Provorov; Scenografia: N. Markin; costumi: Roza Satunovskaja; Musica: K. Chačaturjan; montaggio: R. Peseckaja, T. Zubova; interpreti: Leonid Kuravlev, N. Varlej, A. Glazyrin, N. Kutuzov, V. Zacharčenko, P. Veskljarov, S. Škurat; origine: Russia (Unione Sovietica); produzione: Mosfil’m; durata; 72’
Diretto da tre registi, Konstantin Eršov, Georgij Kropačev e Aleksandr Ptuško (i tre firmarono anche la sceneggiatura) il film, considerato il capostipite del genere horror nel cinema sovietico, si caratterizza per una cura meticolosa e delle scenografie e per una puntuale e colorita rappresentazione dei pittoreschi usi e costumi del villaggio ucraino, dove è ambientata la storia. Gli effetti speciali, per l’epoca assolutamente straordinari, resero il Vij un vero e proprio film cult (in Unione Sovietica fu visto da oltre 40 milioni di spettatori).
Ore 20,45
La maschera del demonio (Italia, 1960)
Regia: Mario Bava; soggetto: da Il Vij di Nikolaj Gogol’; sceneggiatura: Ennio de Concini, Mario Serandrei; fotografia: M. Bava; scenografia: Giorgio Giovannini; musica: Roberto Nicolosi; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Barbara Steele, John Richardson, Andrea Checchi, Ivo Garrani, Arturo Dominici, Enrico Olivieri; origine: Italia; produzione: Galatea, Jolly Film; durata: 88’.
Film d’esordio di Mario Bava, che diventerà uno dei più importanti registi italiani del genere horror, lontanamente ispirato al racconto di Gogol’ Il Vij. Il Dottor Chomas ed il suo aiutante Gorobek, diretti a Mosca per prendere parte ad un importante congresso medico, mentre attraversano un bosco spaventoso, si fermano ad osservare una vecchia cappella semidistrutta ed al suo interno trovano un sarcofago antichissimo che contiene il corpo mummificato di una strega giustiziata come eretica un secolo prima. Attaccato da un pipistrello, il professor Chomas rompe la teca di vetro che copre il volto della strega, ferendosi la mano e facendo scivolare sul viso di quest'ultima alcune gocce di sangue, che, involontariamente ne risvegliano lo spirito vendicativo. Il successo negli Stati Uniti fu clamoroso e inatteso.
Domenica 4 ottobre
Ore 18,00
Revizor (L’ispettore generale, Russia, 1952)
Regia: Vladimir Petrov; sceneggiatura: Vladimir Petrov (dall’omonima commedia di N. V. Gogol’); Fotografia: Jurij Ekel’čik, Musica: Nikolaj Timofeev; montaggio: K. Moskvina; interpreti: Ju. Tolubeev, A. Georgievskaja, T. Nosova, P. Pavlenko, S. Blinnikov, M. Janšii, E. Garin, A. Polinskij; origine: Russia (Unione Sovietica); produzione: Mosfil’m, durata: 124’
La scelta di suggestive atmosfere drammatiche, la cura dei particolari storici al limite dell’ossessione e la propensione per la rievocazione monumentale ricca di elementi romantici ne faranno uno dei più importanti registi del cinema sovietico. Questa versione del Revizor è una perfetta sintesi dell’arte di Petrov: una trasposizione fedele all’originale ma nello stesso tempo estremamente curata sia nella scenografia che nella recitazione degli attori, nella quale il passaggio dal teatro al cinema è risolto senza alcuna forzatura.
Ore 20,30
Il naso (Italia, 2003)
Regia: Francesco Lagi; sceneggiatura: Marianna Cappi, F. Lagi; fotografia: Christian Burgos Hurtubia; scenografia: Tommaso Ferraresi; montaggio: Danilo Torre; interpreti: Valeria Bendetti Michelangeli, Leonardo Maddalena, Alessandro Roja, Maurizio Tesei, Carolina Levi; origine: Italia; produzione: Centro Sperimentale di Cinematografia; durata: 14’
Un barbiere spazzando per terra trova un naso. Un attore si sveglia e si accorge che gli manca il naso. Un poliziotto indaga sulla misteriosa sparizione. Di chi è la colpa?
Ore 21,00
La passeggiata (Italia, 1953)
Regia: Renato Rascel; cons. tecn. alla regia: Franco Rossi; soggetto: dal racconto La prospettiva Nevskij di N. V. Gogol’; sceneggiatura: Turi Vasile, Diego Fabbri, Ugo Guerra, Giorgio Prosperi, F. Rossi, Cesare Zavattini, Enzo Curreli, R. Rascel; fotografia: Vàclav Vích; scenografia: Gianni Polidori; costumi: Maria Rosaria Crimi; musica: Giovanni Militello; montaggio: Otello Colangeli; interpreti: Renato Rascel, Valentina Cortese, Paolo Stoppa, Giuseppe De Martino, Suzanne Levesy, Anna Maria Bottini; origine: Italia; produzione: Film Costellazione, Zebra Film; durata: 85’
Paolo Barbato, timido provinciale, viene a Roma per fare l'istitutore al Collegio Nazionale. Il primo giorno di libertà va a spasso sul Gianicolo dove incontra Lisa, una bella prostituta della quale s'innamora. La segue fino ad una casa di appuntamenti ma fugge inorridito quando s'accorge dove è capitato, anche se questo non cancella né altera l'immagine ideale che si è fatto di lei. Tutto preso dalla preparazione della festa annuale del collegio, Paolo manda un invito anche a Lisa che durante la festa è scambiata per un personaggio ufficiale e le viene affidato il compito di distribuire i premi. Paolo, felice per la presenza di Lisa, commette ogni sorta di stravaganze provocando l'ilarità del pubblico ma soprattutto la collera del rettore, quando uno degli insegnanti gli rivela la vera identità della ragazza. Paolo viene licenziato e se ne torna al suo paese, ma non può soffocare il sentimento che prova per Lisa. Decide di rivederla e cerca di indurla a cambiare vita, ma lei non gli dà ascolto. Paolo parte amareggiato, ma il suo candore e la sua sincerità hanno provocato una crisi benefica nell'animo di Lisa che decide di cambiar vita.
(fonte:
http://www.bicentenariogogol.it/pro...ogol-nel-cinema)
Myshkin - Giovedì, 01 Ottobre 2009, 15:43
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Spettacolo: "Possidenti di Antico Stampo" al Teatro Valle
messo in scena dalla
Compagnia del TEATRO D’ARTE "ČECHOV" di Mosca
regia Mindaugas Karbauskis
con
Alexander Semchev Afanasij Ivanovic
Polina Medvedeva Pulcherija Ivanovna
Teatro Valle
Roma, Via del Teatro Valle, 21
1 e 2 ottobre ore 20.45
durata: 1 ora e 10 minuti, senza intervallo
Il racconto POSSIDENTI DI ANTICO STAMPO di Nikolaj Gogol’ è un idillio campestre che, insieme ad altre tre novelle, appartiene alla raccolta Racconti di Mirgorod, pubblicati nel 1845, dove affiora la consapevolezza gogoliana dei mali che tormentano l'umanità e che, in capo a un'inevitabile deriva, ne causeranno la disfatta. Si allontana l’Ucraina solare dei poderi fioriti, limpida e festosa, popolata di gente sana e vitale, pronta all’amore, allo scherzo, alla gioia dei sensi; l’Ucraina di Mirgorod non ha più la stessa letizia, la stessa ridente frenesia, subentrano il dolore e la violenza, come rottura di un accordo tra i vivi. Nascono il conflitto, la furia di previcare e di condizionare la libertà altrui a proprio esclusivo vantaggio. Nasce, cioè, la società in cui Gogol' infelicemente vive. I quattro racconti, infatti, si propongono come naturale e drammatico trait d'union tra il lirismo stupefatto delle precedenti Veglie e l'amarezza del ciclo pietroburghese, in cui tutto è menzogna, inganno, sopruso, follia, morte.
Lo spettacolo, che al racconto si ispira, narra di un’anziana coppia di coniugi, Pulcherija Ivanovna e Afanasij Ivanovic, che vive in campagna in una solitudine tranquilla e misurata, e in uno stato di assoluta felicità. Le attenzioni della padrona di casa sono totalmente rivolte al marito sofferente: è lei che lo veste, che lo sfama, che si preoccupa della sua salute, che lo cura con amore. Ma tutto questo, improvvisamente, è destinato a finire: l’anziana donna muore e i domestici prendono il sopravvento nella casa, prima deridendo l’infermo padrone e poi dimenticandosi completamente di lui che, trasformato in oggetto inutile, si abbandona alla più totale disperazione. Non c’è consolazione, non c’è sollievo. Così, una morte chiama l’altra e Pulcherija torna dall’aldilà, per portare via con sé l’amato consorte, novelli Filemone e Bauci uniti sia nella tranquilla gioia dell’esistenza che nella dura inesorabilità della morte.
La piece, in scena con immutato successo al Teatro d’Arte "Čechov"di Mosca dal 2001, riproduce un universo vario e multiforme di personaggi gretti e meschini, protagonisti di vicende al limite del nonsenso, narrate con uno stile straordinariamente originale e moderno.
Mindaugas Karbauskis, è considerato uno dei più talentuosi registi russi contemporanei. É stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, compresa l’assegnazione, due volte, del premio teatrale nazionale “Maschera d’oro”. Allievo del maestro Fomenko, insegna all’atelier S. Zhenovach presso l’Accademia RATI di Mosca.
L’originalità stilistica, l’indubbio talento e la capacità di esprimere temi profondi con minimi mezzi espressivi hanno fatto di POSSIDENTI DI ANTICO STAMPO un vero evento nell’ambito della vita teatrale della capitale.
Il Teatro d'Arte "Čechov" di Mosca, fondato nel 1898 da Konstantin Stanislavskij e da Vladimir Nemirovič-Dančenko è, nella storia del teatro europeo, uno dei primi tentativi di rinnovamento delle strutture in senso moderno. La sua nascita è legata alla drammaturgia di Anton Čechov (“Il gabbiano” 1898, “Zio Vanja” 1899, “Le tre sorelle” 1901, “Il giardino dei ciliegi” 1904) e di Мaksim Gor’kij (“Piccolo borghese” e “Bassifondi”, entrambi del 1902).
Un nuovo tipo di attore trasmette in modo sottile le particolarità della psicologia dell’eroe, mentre assumono un ruolo determinante le figure del regista e del direttore del repertorio. Vengono introdotti lunghi periodi di prove, si approntano scene e costumi per ogni singolo spettacolo, e la collaborazione costante con scenografi, sarti, tecnici, trovarobe manifesta la ferma volontà di creare un gruppo di lavoro affiatato e duraturo.
Il Teatro d’Arte, che ha ospitato e continua ad ospitare gli artisti migliori, è considerato il primo palcoscenico di Russia, anche dal punto di vista produttivo. Attualmente il direttore artistico è il regista e pedagogo Oleg Tabakov.
(fonte:
http://www.bicentenariogogol.it/pro...i-antico-stampo)
Myshkin - Giovedì, 01 Ottobre 2009, 15:47
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Conferenza: "Che ne è stato del secondo volume delle Anime Morte"
a cura del Professore Jurij Mann
presentazione del Prof. Cesare De Michelis, Docente di Lingua e Letteratura russa
interviene il Prof. Alfredo Eduardo Bellingeri, Direttore Dipartimento di Beni Culturali, Musica e Spettacolo
FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA
Dipartimento di Beni Culturali, Musica e Spettacolo
Sala Riunioni, Edificio B, IV piano
Roma, Via Columbia, 1
giovedì 1 ottobre 2009, ore 11.00
Giovedì 1 ottobre, alle ore 11.00 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata si terrà la conferenza “Che ne è stato del secondo volume delle Anime Morte?”.
Nessun autore viene così frequentemente (e per molti versi, giustamente) definito un “enigma” o un “mistero” quanto Gogol’. Si parla non solo del mistero delle sue opere, ma anche del mistero della sua vita e di alcuni eventi particolari. Per fare un esempio, si discute ancora se Gogol’ sia stato o meno in Spagna, se abbia chiesto davvero la mano di Anna V’el’gorskaja. Che ne è stato del suo “Racconto di congedo”, come Gogol’ stesso aveva definito la sua opera migliore? L’aveva scritto? E in questo caso, che fine ha fatto? (poiché Gogol’ non ha mai detto apertamente di aver distrutto il manoscritto).
Tra i più grossi misteri della biografia gogoliana, c’è il destino del secondo volume delle Anime morte. Di recente, un giornale importante e diffuso ha scritto che Gogol’ non lo bruciò, che questa storia sarebbe nient’altro che un mito. Questa, d’altro canto, non è una questione esclusivamente “biografica”: in essa si riflette il carattere unico del disegno gogoliano, il carattere del suo prolungato lavoro sul poema, che occupò quasi diciassette anni; nella fase finale di quel processo creativo si possono leggere le tracce del particolare stato psichico e spirituale di Gogol’ negli ultimi mesi della sua esistenza.
Nella sua relazione, il Professore Mann cercherà di fornire una risposta dettagliata alla questione.
Jurij Mann è Professore emerito, membro dell’Accademia Russa di Scienze Estetiche, collaboratore scientifico dell’Istituto di Letteratura Mondiale, Professore dell’Università RGGU di Mosca, presso la quale insegna storia della letteratura russa della prima metà dell’Ottocento e tiene alcuni corsi di testologia e storia della cultura russa (estetica filosofica russa). Di particolare rilevanza sono le lezioni dedicate all’opera di Gogol’ e il seminario speciale “Gogol’ nel contesto della letteratura mondiale”.
Le sue pubblicazioni principali comprendono più di trecento opere scientifiche, tra le quali quindici libri: “La commedia di Gogol’ «L’ispettore generale»”; “La poetica di Gogol’ ”; “«Le anime morte»: scrittore, critica, lettore”; “Nikolaj Gogol’. Vita e opere. Libro di lettura con commento in lingua inglese”; “Gogol’. Le opere e la vita: 1809 – 1845”; “Comprendere Gogol’ ”; “L’opera di Gogol’. Senso e forma”; “Letteratura russa del XIX secolo. L’epoca del romanticismo”; “Turgenev e altri”. Nel 2009 è uscito il terzo e ultimo tomo della biografia di Gogol’, “Gogol’. Conclusione di un viaggio: 1845 – 1852”.
Molte delle opere di Jurij Mann sono state tradotte in lingue straniere (inglese, tedesco, francese, ecc.). Fra queste il libro “La poetica di Gogol’ ” in giapponese, pubblicato a Tokyo. Il Professore Mann è anche direttore responsabile dell’edizione accademica delle “Opere complete e lettere di N.V. Gogol’ ” in 23 volumi.
(fonte:
http://www.bicentenariogogol.it/pro...jurij-mann-0110)
Vincentius Antonovich - Venerdì, 18 Dicembre 2009, 00:00
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
A proposito di Gogol' a Roma, ho trovato questo interessante articolo, che si può leggere sul web,
qui
Ciao a tutti, Vincenzo
Vincentius Antonovich - Lunedì, 28 Dicembre 2009, 22:08
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Speravo di riuscire a fare queste foto entro l'anno: eccole!
Ciao a tutti, Vincenzo
Zarevich - Venerdì, 19 Marzo 2010, 14:07
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Boris Sokolòv (Борис Соколов)
«GOGOL DECIFRATO»: «Vij», «Taràs Bùlba», «Il Revisore», «Le Anime Morte»
«РАСШИФРОВАННЫЙ ГОГОЛЬ»: «Вий», «Тарас Бульба», «Ревизор», «Мертвые души»
Casa Editrice «EXMO» Mosca 2007 (Pagine 352)
Издательства «ЭКСМО» 2007
Boris Sokolòv, un famoso critico letterario e storico, autore del libro «Bulgakov decifrato» solleva il velo e tradisce il segreto delle opere principali di Nikolaj Gogol. Di che cosa voleva scrivere Gogol nel secondo volume di «Le Anime Morte»? Perché lui bruciò il secondo volume? Che cosa nella novella «Taras Bulba» è una verità storica e che cosa è invece poetica? Quale è la basilarità infernale delle opere «Il Revisore» e «Le Anime Morte»? Che posto occupa Vij nella demonologia mondiale? A tutte queste domande si può trovare le risposte nel libro di Boris Sokolov «Gogol decifrato»
Assol - Sabato, 17 Settembre 2011, 20:54
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
NICOLAJ GOGOL «ROMA» - НИКОЛАЙ ГОГОЛЬ «РИМ»
Editore: Mosca, Centro del Libro presso la Biblioteca Statale Panrussa della Letteratura Straniera «M.I.Rudomino»
ISBN 978-5-9697-0750-4 (2009), 978-5-7380-0393-6 (2011)
Il libro include la novella «Roma», le lettere «romane» di Nicolaj Vassilievich Gogol degli 1837-1838 e dei saggi di P.P. Muratov, V.V. Veidle, A.A. Kara-Murza dedicati al tema “Gogol a Roma”.
L’edizione è in lingua russa e italiana. Traduttori: Tommaso Landolfi, Ettore Lo Gatto, Nadia Cicognini, Sara Villani.
Zarevich - Martedì, 17 Gennaio 2012, 10:57
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Jurij Mann Юрий Манн
«GOGOL’. IL COMPIMENTO DEL CAMMINO: 1845-1852»
«ГОГОЛЬ. ЗАВЕРШЕНИЕ ПУТИ: 1845-1852»
Casa Editrice «Aspect Press Ltd» Mosca 2009 (Pagine 304)
Издательство «Aspect Press Ltd» Москва 2009
Il libro abbraccia l’ultimo periodo della vita dello scrittore russo dal 1845 al 1852. Molti avvenimenti importanti accaddero in questo lasso di tempo: l’addio di Gogol’ con l’Italia, il pellegrinaggio attraverso il Mare Mediterraneo e le terre del Vicino oriente a Gerusalemme alla Tomba del Signore, il ritorno definitivo in Russia dopo il soggiorno all’estero che era durato quasi 12 anni, gli incontri a Mosca e San Pietroburgo con molti esponenti della cultura russa, il viaggio al romitaggio Optin.
Il Monastero di Òptina o Òptina Pustýn' (Оптина Пустынь) è un monastero maschile sito vicino a Kozelsk (Козельск) e fu nel XIX secolo uno dei più importanti luoghi di culto della Chiesa ortodossa russa. Nel 1821 a 400 metri dal luogo di culto si stabilirono degli anacoreti che presto attirarono il culto dei devoti verso Kozelsk. Tra gli altri, fu visitato da Vassilij Zhukovskij, Nikolaj Gogol', Ivan Turghenev, Vassilij Rozànov e Lev Tolstoj.
Ma la cosa principale di quel periodo è la continuazione del lavoro sul poema «Le Anime Morte» («Мёртвые Души»). Nel libro di Jurij Mann (Юрий Манн) si rileva tutta la storia piena di tensione tragica del secondo volume del poema che finì con la distruzione del manoscritto. Il libro è indirizzato a tutti quelli che si interessano alla letteratura russa e prima di tutti agli insegnanti di letteratura. Questo libro è un esempio di profonda ricerca filologica.
Zarevich - Sabato, 05 Aprile 2014, 07:12
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
NIKOLAJ GOGOL
НИКОЛАЙ ГОГОЛЬ
La complessità dei testi e la ricchezza del linguaggio di Nikolaj Gogol’ rendono difficile la traduzione. Forse per questo all’estero Gogol’ è conosciuto meno di Lev Tolstoj, Anton Cechov o Fiodor Dostojevskij, ma per la Russia è un personaggio di pari grandezza. In Russia non c’è un teatro che non abbia messo in scena le sue commedie, non c’è una persona che non abbia citato i suoi testi diventati proverbiali.
«I miei pensieri, il mio nome, le mie opere apparterranno alla Russia», - firmato Nikolaj Gogol’. Il 1 aprile 2014 ricorrono i 205 anni dalla nascita di questo grande scrittore russo. Una delle facce è quella di Gogol satirico, sensibilissimo alle piaghe sociali e sempre pronto a puntare il dito, ma farlo con ironia suscitando risate e, talvolta, facendo anche ridere e piangere allo stesso tempo. Sicuramente per noi russi è un autore di grandissima attualità, perchè non tutti sono in grado di vedere non solo il male, ma anche il bene. Gogol’ scrive che soltanto chi percepisce il dolore è in grado di amare il proprio paese. Così anche noi proviamo amore per il nostro paese.
Nikolaj Gogol’ è uno degli autori russi più studiati, ma riusciamo noi a capire pienamente quello che ha scritto? Il linguaggio di Gogol’ era di una ricchezza straordinaria, irraggiungibile per gli autori moderni. Ogni scrittore che tiene all’integrità dei suoi testi e li percepisce come un tessuto vivente, che respira, deve certamente pensare a Gogol’.
Zarevich - Giovedì, 04 Gennaio 2018, 08:33
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«LA PROSA SPIRITUALE. IL TESTAMENTO»
«ДУХОВНАЯ ПРОЗА. ЗАВЕЩАНИЕ»
Casa Editrice «OlmaMediaGrupp» Mosca 2017 (Pagine 352)
Издательство «ОлмаМедиаГрупп» Москва 2017
Il lettore, il nostro contemporaneo, quasi non conosce la prosa spirituale di Nikolaj Gogol’. Per lui Gogol’ resta un geniale satirico, l’autore dell «Ispettore Generale» e «Le Anime Morte». La prosa spirituale di Gogol’ per lui, in sostanza, non esiste. Nell’edizione sono entrate le opere morali e religiose poco conosciuto al lettore di oggi scritte negli anni 1840: «I Passi scelti dalla corrispondenza con gli amici» («Выбранные места из переписки с друзьями»).
Zarevich - Venerdì, 23 Febbraio 2018, 14:53
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«RUSSIA. IL CAMMINO DELLA VERITA’»
«РОССИЯ. ПУТЬ ИСТИНЫ»
Casa Editrice «Ripol Klassik» Mosca 2014 (Pagine 676)
Издательство «Рипол Классик» Москва 2014
La prosa filosofica e pubblicistica di Nikolaj Gogol’ in cui l’autore ragiona del cammino della Russia, della sua storia, della sua cultura, del popolo e della fede ortodossa russa. Alcune opere di questo libro suscitavano una calda polemica quando era in vita Gogol’. Nel presente libro c’è anche la corrispondenza di Nikolaj Gogol’ con i suoi contemporanei ed anche c’è un brano dal romanzo di Dmitrij Merezhkòvskij «Gogol’. Attività letteraria, la vita e la religione» («Гоголь. Творчество, жизнь и религия»).
Zarevich - Martedì, 17 Luglio 2018, 15:24
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
«GOGOL’ IN ITALIA» «ГОГОЛЬ В ИТАЛИИ»
Nikolaj Gogol’ (Николай Гоголь, 1809-1852) fu lo scrittore russo sul quale la nostalgia per l’Italia e la concentrazione di essa su Roma ebbe l’importanza più significativa. A Roma Gogol’ arrivò la prima volta nel Sabato Santo del 1837, proveniente da Parigi e Vevey, dopo avere fatto una breve sosta a Torino, di cui scrisse che non era seconda a nessun’altra città per magnificenza e di cui lodò gli abitanti per il loro garbo e la loro cortesia. La breve sosta a Torino fu come il primo momento realistico del contatto con l’Italia, dopo le esaltanti parole, di origine letteraria, della poesia del 1827: «il tuo respiro mi seduce e brucia, - e sono in cielo, tutto suoni e palpiti». Nessuno aveva ancora espresso così ampiamente le proprie impressioni ed esperienze nelle lettere scritte dall’Italia come fece Gogol’ a partire da quella Settimana Santa, nella quale aveva realizzato il desiderio di assistere alla messa celebrata dal papa in S.Pietro. I corrispondenti più loquaci che abbiamo finora conosciuti erano stati: scrittore Denis Fonvizin (Денис Фоныизин, 1745-1792), pittore Silvestr Scedrìn (Сильвестр Щедрин, 1791-1830) e poeta Piotr Vjàsemskij (Пётр Вяземский, 1792-1878).
La lettera del 16 marzo del 1837 è indirizzata alla madre:
«Sono qui da due giorni. Il mio trasferimento (da Parigi) in Italia, о meglio a Roma, si è prolungato tre settimane. Ho viaggiato per mare e per terra con ritardi e fermate, ma, nonostante tutto, sono arrivato in tempo per le feste. Ho sentito la messa, nella chiesa di San Pietro, detta dal papa. Il papa ha 60 anni e viene portato su una magnifica portantina con baldacchino. I portatori si sono dovuti fermare varie volte in mezzo alla chiesa perché il papa aveva le vertigini. La chiesa di San Pietro è enorme ed enorme è la massa di ospiti a Roma. Nella chiesa c’erano alcune migliaia di persone, ed essa sembrava ancora vuota. Le giornate sono estive, il sole magnifico, le stelle brillano meglio, alcune volte sono più lucenti che da noi. In una parola, un vero cielo italiano. La primavera quasi non si nota perché vi sono pochi alberi che debbono inverdire. Sono tutti quasi eternamente verdi; non perdono quasi foglie durante l’inverno. Io ho avuto il tempo di visitare solo una parte delle antichità e spesso avviene che in una casa nuova è incastrata una parte di una rovina, un pezzo di muro о una colonna о un altorilievo. Non ho visitato ancora né le gallerie di quadri né i numerosi palazzi dove c’è da vedere per un anno intero. Tutta la terra odora e respira artisti e quadri. A mucchi si vendono mosaici e pezzi antichi. Scuole di pittura e di scultura sono nella strada quasi ad ogni porta. Prima di Roma sono stato, oltre che in molte altre, in due città famose, Genova e Firenze. Genova è magnifica; c’è una quantità di case simili a palazzi, ornate di quadri dei migliori artisti italiani: le strade però sono così strette che due persone non ci possono passare stando accanto. Sono, comunque, lastricate con marmi e molto pulite. Nella prossima lettera vi descriverò quello che vedrò a Roma; adesso mi affretto a finire per andare al sole, perché mi è prescritto stare al sole quanto più è possibile».
Una lettera alle sorelle, del 28 aprile del 1838, dà una chiara idea di come Gogol’ si sforzasse di riunire brevemente quelle che erano state le sue impressioni e i suoi interessi nei primi mesi del ritorno: «Vi dirò adesso di me. La mia salute è un po’ migliorata. Mi ha aiutato il tempo buono che è durato tutto l’inverno. Immaginatevi che l’inverno qui è migliore e più caldo della primavera. Qui nessuno riscalda le camere. Le giornate sono state cosi piene di sole e luminose. Non una nuvoletta e la volta del cielo tutta azzurra, azzurra come da noi non è mai. Ma voi non sapete ancora che cosa è Roma e vi sbagliate molto se credete che sia in qualche modo simile a Pietroburgo. È una città di genere completamente diverso. Pietroburgo è la più nuova di tutte le città, e Roma la più vecchia. A Pietroburgo tutto è in ordine, pulito, i muri imbiancati; e qui, tutto al contrario, le mura delle case sono completamente scure, simili a quelle del Palazzo d’inverno о del Palazzo di Marmo, e a volte accanto ad una casa nuova ce n’è che ha mille anni. Qualche volta, nel muro di una casa è incorporata una colonna, che fu fatta al tempo dell’imperatore romano Augusto, tutta annerita dal tempo; talvolta un’intera piazza è tutta coperta di rovine, e tutte queste rovine sono coperte di edera, e vi crescono fiori selvaggi e tutto ciò ha un aspetto bellissimo, quale potete solo immaginarlo. Per tutta la città zampillano fontane e sono tanto belle. Una di esse rappresenta Nettuno che viaggia in un cocchio, e i suoi cavalli gettano in aria spruzzi; in un altro luogo, un tritone, sollevata in alto una conchiglia, lancia in alto un getto d’acqua. Forse voi non sapete che in nessun’altra città al mondo ci sono tante chiese come a Roma, e all’interno esse sono cosi adorne come non si verifica in nessun palazzo reale. Le colonne di marmo, di porfido, di rara pietra azzurra, che è chiamata lapis, di avorio, e tante tante statue, tutto è magnifico. E quel che ancora di più le adorna, sono i quadri. Voi, penso, avete sentito i nomi dei famosi pittori Raffaello, Michelangelo, Correggio, Tiziano ecc., i cui quadri costano adesso milioni ed è perfino impossibile comprarli. Pensate che tutti questi quadri sono qui. E non solo nelle chiese vi sono quadri; nei palazzi di qui, che sono moltissimi e appartengono alle migliori famiglie romane, vi sono intere gallerie di quadri, piene di opere dei migliori maestri, cosicché, anche se ti fermi a Roma per alcuni anni, ti resta sempre qualcosa da vedere. Il Vaticano (dove vivono i papi) è un grande palazzo con un numero infinito di stanze e gallerie, e tutte queste gallerie sono piene di statue, di quelle statue che furono fatte, ai tempi degli antichi greci e romani, dai famosi scultori, i cui nomi voi, io credo, abbiate letto nella storia. In una parola, tutto ciò che leggete nei libri, lo vedete qui davanti a voi. Non so se vi ho scritto qualcosa sul carnevale. È una manifestazione notevole. Immaginatevi, che nel corso di tutta la settimana tutti escono a piedi о in vettura, mascherati con ogni specie di costumi e maschere. Uno si veste da avvocato con un naso lungo come tutta la strada, un altro da turco, un terzo da rana, da pagliaccio о come capita. Perfino i cocchieri a cassetta si vestono da donne con le cuffie. Ognuno si sforza di vestirsi come può e chi non ha proprio nessun costume, si imbratta la faccia, e i ragazzini indossano alla rovescia le giubbe e i mantelli stracciati. Ognuno ha con sé un cartoccio di palline fatte di farina, che si gettano l’un l’altro impiastricciandosi. Tutti ridono e sghignazzano. Talvolta invece della farina buttano confetti. L’ultima sera che si chiama Moccolotti, bruciano carnevale, cioè espongono fuochi a tutte le finestre. Tutti coloro che vanno in carrozza (e nelle carrozze ci sono fino a 12 persone), tutti tengono delle candele in cima a delle lunghe aste e altri corrono appresso a loro anche con delle aste, ma alle quali sono attaccati dei fazzoletti con cui spegnere le candele. Se riescono nel loro intento ridono di cuore. Durante tutta questa baldoria si sente un urlo solo: Senza moccolo, senza moccolo! Altri aggiungono: О che oscurità! Intanto dai balconi le dame tendono anch’esse delle lunghe aste col moccolo in cima e accendono quelli che sono stati spenti. Ciò si prolunga fino alle undici della notte, e in questo modo finisce il carnevale, ma per sapere, occorre vedere. Forse un giorno vi sarà dato di venire in Italia, in questa terra così diversa da tutte le altre. Sebbene gli stranieri di solito trascorrano in Italia l’inverno, a me in Italia piace di più l’estate. È vero che ci fa molto caldo, ma in compenso, in Italia, di questa stagione la natura è nel suo pieno splendore, e talvolta capita che per due tre mesi di seguito il cielo è sereno tutto il giorno; vi svegliate e vedete davanti a voi la volta celeste pura, senza nemmeno uno straccetto di nuvole, cosicché dimenticate che le nuvole esistano. Come sono meravigliosamente belle le città e i paesi intorno a Roma in questo periodo! E se vedeste come qui si vestono le contadine abitanti dei grandi villaggi! Una meraviglia, una meraviglia! Alcune di esse sono perfette bellezze! Ma vi racconterò ancora nella prossima lettera. E forse troverò il modo di mandarvi dall’Italia qualcosa di italiano».
Zarevich - Lunedì, 29 Luglio 2019, 17:21
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
UN BRANO «ROMA» DI NIKOLAJ GOGOL’
ОТРЫВОК «РИМ» НИКОЛАЯ ГОГОЛЯ
«Roma» («Рим») è un brano dal romanzo incompiuto di Nikolaj Gogol’ «Annunziata» («Аннунциата»). Negli anni 1838-1839 Gogol iniziò a scrivere il romanzo. Il brano «Roma» finito all’inizio del 1942. Fu pubblicato per la prima volta nella rivista «Moskvitjanin» nel 1842 No.3, pagine 22-67. Nel brano «Roma» sono riflesse delle impressioni di Nikolaj Gogol’ sull’Italia e delle meditazioni del suo destino.
Zarevich - Sabato, 05 Febbraio 2022, 08:57
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Aleksandr Voronskij Александр Воронский
«GOGOL’» «ГОГОЛЬ»
Collana: «Vita degli Uomini Eccellenti» (ЖЗЛ «Жизнь Замечательных Людей»)
Casa Editrice «Molodaja gvardia» Mosca 2022 (Pagine 299)
Издательство «Молодая гвардия» Москва 2022
Questo libro unico con un destino davvero bizzarro e drammatico è stato frequentato dai lettori per molti anni. Una corsa di prova della biografia di Gogol nella serie «ЖЗЛ» («Vita degli Uomini Eccellenti»), firmata per la pubblicazione nel 1934, fu vietata. Miracolosamente, poche copie di questa edizione sono sopravvissute.
Il libro di Aleksandr Vorònskij (Александр Воронский) è destinato a una vasta gamma di lettori. Ricrea l'immagine vivente di Nikolaj Gogol’ come persona e scrittore. Le sue opere d'arte interessano il biografo principalmente nella misura in cui riflettono la personalità del creatore. Il Gogol di Aleksandr Voronskij possiede, per così dire, una «doppia visione», che gli consente, da un lato, di vedere la «materialità del mondo» con sorprendente nitidezza e, dall'altro, di vedere la crescita spirituale dell'uomo.
Aleksandr Vorònskij (Александр Воронский, 1884-1937) - Rivoluzionario russo, scrittore, critico letterario e teorico dell'arte. Leader del gruppo letterario «Il Valico di montagna» («Перевал»), i cui membri negli anni '20 hanno svolto uno dei ruoli più importanti nella letteratura sovietica e hanno discusso con i membri dell'Associazione rivoluzionaria degli scrittori proletari.
Zarevich - Venerdì, 13 Maggio 2022, 13:54
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
«L'unica collezione a vita di opere di Gogol venduta all'asta»
«Единственное прижизненное собрание сочинений Гоголя продано на торгах»
La prima e unica collezione a vita di opere di Nikolaj Gogol, pubblicata nel 1842, fu venduta all'asta. L'affare ammontava a 3,2 milioni di rubli. Il lotto comprende quattro libri: «Le Serate in una fattoria vicino a Dikanka», «Mirgorod. Romanzi che servono come continuazione di Le Serate in una fattoria vicino a Dikanka», «Racconti» e «Commedie».
Le copie rare contengono le firme del proprietario e sono anche integrate da due ritratti litografati dello scrittore. Sul retro del frontespizio del primo volume c'è l'impronta del sigillo personale di Gogol. Si presume che abbia sostituito l'iscrizione dedicatoria. La rarità della pubblicazione è dovuta, tra l'altro, al fatto che ha carta piuttosto sottile, e per questo motivo non sono sopravvissute praticamente copie riparabili fino ad oggi.
Zarevich - Sabato, 15 Luglio 2023, 15:54
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol Николай Гоголь
«OPERE COMPLETE IN UN VOLUME»
«ПОЛНОЕ СОБРАНИЕ СОЧИНЕНИЙ В ОДНОМ ТОМЕ»
Casa Editrice «Alfa-kniga» Mosca 2019 (Pagine 1231)
Издательство «Альфа-книга» Москва 2019
La raccolta completa di opere in un volume comprende tutte le opere del classico della letteratura russa Nikolai Gogol (1809-1852): artistico, critico, storico, giornalistico. Le eccezioni sono varianti, edizioni, lettere e poesie collettive. Questa pubblicazione è dedicata al 200° anniversario della nascita dello scrittore.
Zarevich - Venerdì, 18 Agosto 2023, 10:51
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
«РИМ» КАК ОДНО ОТКРОВЕНИЕ...
«ROMA» COME UNA RIVELAZIONE...
Quanto conoscete Gogol? Beh, certo, conoscete il suo poema «Le Anima Morte», che eccita l'anima di ogni russo, conoscete l'esilarante commedia teatrale «L'ispettore generale» con una scena muta alla fine, conoscete la fantastica storia «Il Naso» o la triste storia «Il Cappotto». Ma Gogol ha un piccolo lavoro di cui pochi hanno sentito parlare e pochi hanno letto. Nikolai Gogol visse in Italia per circa dieci anni e lì scrisse il racconto «Roma» nel 1842 con il sottotitolo «Frammento». «Roma» è infatti un estratto dal romanzo incompiuto «Annunziata». Gogol in questa storia rifletteva la sua impressione del suo soggiorno in Italia. Sono lieto di presentare qui questa piccola opera di Gogol con la speranza che gli italiani trovino quest'opera tradotta in italiano e la leggano. Vi consiglio vivamente di farlo! Non so chi abbia tradotto in italiano la storia di Roma e quale editore italiano l'abbia pubblicata, ma in ogni caso vi divertirete a trovare questo libro nelle librerie italiane o in biblioteca. Dovete leggere questo lavoro di Nikolai Gogol e spero che vi lascerà un'impressione duratura. Penso che in seguito scriverete le vostre impressioni sulle pagine del nostro forum «Arca Russa».
Il giovane principe, nato e cresciuto nella vecchia Roma, parte per studiare a Parigi. Una città europea progressista stupisce e cattura un giovane con la sua genialità, passioni bollenti, scienze, politica. Ristoranti, caffè, negozi, teatri: tutto brillava, faceva cenno. Lezioni di professori, discorsi di oratori, predicatori, pubblicisti assorbirono avidamente la mente del giovane principe romano. Ma gradualmente inizia a desiderare Roma. Il principe torna a Roma. Ha provato una vera felicità quando è tornato in Italia. È affascinato dai palazzi maestosi, dai templi lussuosamente dipinti, dalle colonne di marmo delle chiese che si ergono. Gli piacciono le strade strette e buie che portano al Pantheon. La vecchia Roma è fatiscente, ma anche in questo il principe vede la grandezza monumentale, la vera bellezza, lo splendore di affreschi, gallerie, sculture, la vera bellezza dell'eterna Roma. Il «Frammento» inizia con una descrizione entusiastica dell'Annunziata albanese, che colpiva di bellezza antica dai capelli alla punta dei piedi. Alla fine della storia, il principe incontra casualmente una ragazza al carnevale. Ammira la sua maestosa bellezza, il calmo splendore che emana da lei. Purtroppo al lettore non è dato sapere come potrebbe finire la storia di due giovani. Ma ognuno può inventare la propria versione ...
Zarevich
Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«ROMA» «РИМ»
Casa Editrice «Biblioteca Statale della Letteratura Straniera» Mosca 2009 (Pagine 288)
Издательство «Всероссийская Государственная Библиотека Иностранной Литературы» Москва 2009
La Biblioteca della Letteratura Straniera di Mosca ha la propria Casa Editrice in cui si pubblicano i vari cataloghi e la varia letteratura bibliotecaria della Biblioteca ma anche le belle lettere e la prosa d'arte, più spesso in due lingue. Vorrei presentare il libro edito nel 2009 per il 200mo anniversario della nascita di Nikolaj Gogol’. Il libro è uscito in due lingue, IN RUSSO e IN ITALIANO. Il libro si chiama «ROMA» «РИМ». È una raccolta in cui sono entrati la novella «ROMA» di Gogol’ ed anche le lettere «romane» di Gogol’ scritte negli anni 1837-1838. Oltre alle opere di Gogol’ stesso nel libro sono entrati i testi di Pavel Muràtov, Aleksej Kara-Murzà dedicati all’argomento «Gogol’ a Roma» («Гоголь в Риме»). Traduttori dal russo all’italiano: Tommaso Landolfi, Ettore Lo Gatto, Nadia Cicognini, Sara Villani. Cercate proprio questo libro pubblicato a Mosca nel 2009.
Zarevich - Venerdì, 18 Agosto 2023, 11:20
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol (Николай Гоголь) è uno dei pochi scrittori che ha visitato le tre capitali sacre di Mosca, Roma e Gerusalemme nel suo infinito peregrinare, uno scrittore che ha vissuto questi «pellegrinaggi» con una forza e una profondità speciali. Delle tre città, Roma è senza dubbio la più amata: Gogol vi trascorse quattro anni e mezzo, completò la prima parte di «Le Anime morte» («Мёртвые души»), realizzò e revisionò molte opere. Si sa che inizialmente Gogol intendeva scrivere un intero romanzo «romano», intitolato «Annunziata». Tuttavia, nel 1841 cambiò il suo nome in «Madonna dei fiori», e un anno dopo fu pubblicato il racconto «Roma». Il cambiamento del titolo indicava che il tema era cambiato e il baricentro della narrazione si era spostato: la storia non parlava di una donna, ma di una città. Gogol ha usato i toponimi nel titolo delle sue opere prima, ad esempio, in «Mìrgorod» («Миргород», 1835) e «La Prospettiva Nèvskij» («Невский Проспект», 1835). «Roma» chiude questa riga. E se concordiamo sul fatto che un'opera d'arte è sempre un'immagine del mondo, la storia di Gogol si rivelerà non solo uno studio del genio romano del luogo, vestito della forma di un'opera letteraria, ma anche ideale.
Zarevich - Martedì, 05 Settembre 2023, 09:31
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Julia Nikitina Юлия Никитина
«GOGOL’. CLASSICI RINNOVATI»
«ГОГОЛЬ. ОБНОВЛЁННАЯ КЛАССИКА»
Casa Editrice «Alpaca» Mosca 2019 (Pagine 120)
Издательство «Alpaca» Москва 2019
Una raccolta di fumetti dedicata alla vita e all'opera di Nikolai Gogol. Sette storie, otto autori. Tra i partecipanti ci sono sia artisti esperti che nuovi arrivati, ma tutti hanno cercato di creare fumetti della massima qualità e gli sforzi sono stati ripagati. Tutte le opere non sono solo rivisitazioni di una biografia o di un'opera specifica: sono un nuovo aspetto, la propria visione, indirizzata al lettore moderno.
Zarevich - Martedì, 10 Ottobre 2023, 13:58
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
«I GIOCATORI» «ИГРОКИ»
Dal 2 al 10 ottobre 2023, a Kalùga, Tùla, Rjazan’, Tambòv e Mosca si terrà un festival di un giorno «Classici russi» dedicato a Nikolaj Gogol. Il festival è organizzato per il sesto anno consecutivo dall'Accademia delle Arti Cinematografiche e Teatrali del regista Nikita Mikhalkov con il sostegno del Ministero della Cultura della Federazione Russa nell'ambito del progetto nazionale «Cultura». La formula itinerante del festival prevede un ricco programma nell'arco di una giornata, ma con un cambio di location («una città – un giorno»). La giornata del festival in ogni città sarà ricca di eventi tematici: ci saranno conferenze sulla vita e l'opera di Nikolai Gogol «Gogol - il mistero del terzo millennio» («Гоголь – загадка третьего тысячелетия») insieme alla «Casa di Nikolai Gogol» di Mosca, corsi di perfezionamento per professionisti attori e studenti di università specializzate «Recitazione e analisi dello spettacolo. La nascita di un'immagine» («Актерское действие и анализ пьесы. Рождение образа») dedicato alle competenze di un attore di teatro e di cinema. L'evento centrale sarà la proiezione dell'opera teatrale «I Giocatori» («Игроки») diretta da Anton Jakovlev con la partecipazione di attori diplomati dell'Accademia di Nikita Mikhalkov. Durante tutto il festival sarà esposta la mostra itinerante «Gogol: una vita nella creatività» («Гоголь: жизнь в творчестве»). La mostra sarà illustrata con fotografie, documenti e oggetti d'arte. A parte verrà presentata una composizione delle mostre museali dedicata allo spettacolo «I Giocatori» («Игроки»). Progetto speciale «Classici russi. Festival di un giorno» («Русские классики. Фестиваль одного дня») si svolge per il sesto anno consecutivo con il sostegno del Ministero della Cultura della Federazione Russa. Durante l'intero periodo del progetto, il festival si è svolto in venti città della Russia. Il numero totale dei partecipanti è stato di oltre 20.000 persone.
Zarevich - Lunedì, 13 Novembre 2023, 15:55
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Nikolaj Gogol’ Николай Гоголь
«LA NOTTE PRIMA DI NATALE»
«НОЧЬ ПЕРЕД РОЖДЕСТВОМ»
Casa Editrice «Eksmo» Mosca 2023
Издательство «Эксмо» Москва 2023
«LE VEGLIE ALLA FATTORIA PRESSO DIKAN'KA» divenne la prima grande opera di Nikolai Gogol (1809-1852), che gli portò vera fama e successo. Otto storie in cui il misticismo convive facilmente con la realtà e la commedia con le storie dell'orrore hanno immediatamente conquistato l'amore del pubblico della capitale, compreso lo stesso Pushkin. I personaggi colorati, il folclore e i dialettismi di Gogol, le descrizioni appetitose della cucina locale: tutto ciò ha formato l'immagine classica della Piccola Russia, così familiare a tutti a scuola. Nella storia di Capodanno della raccolta, «La notte prima di Natale», il fabbro Vakula, cercando di conquistare il cuore dell'inavvicinabile Oksana, si reca a San Pietroburgo cavalcando il diavolo per ottenere le pantofole reali.
Zarevich - Giovedì, 08 Febbraio 2024, 11:21
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Irina Monakhova Ирина Монахова
«CELESTE E TERRA» «НЕБЕСНОЕ И ЗЕМНОЕ»
Articoli sulla creatività artistica e spirituale di N.V. Gogol
Статьи о художественном и духовном творчестве Н.В. Гоголя
Casa Editrice «Kraft+» Mosca 2009 (Pagine 299)
Издательство «Крафт+ «Москва 2009
Tutti conoscono le creazioni immortali di Nikolai Gogol. Ma in questi giorni i lettori hanno l'opportunità di scoprire il genio della letteratura russa da un lato nuovo, conoscendo la sua prosa spirituale. Il libro della scrittrice Irina Monakhova, dedicato principalmente a questa parte poco conosciuta del patrimonio creativo di Gogol, aiuterà a fare una simile scoperta.
Zarevich - Giovedì, 03 Ottobre 2024, 17:38
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
Vladislav Krivonos Владислав Кривонос
«I RACCONTI DI GOGOL» «LO SPAZIO DI SIGNIFICATO»
«ПОВЕСТИ ГОГОЛЯ» «ПРОСТРАНСТВО СМЫСЛА»
Monografia * Монография
Casa Editrice «Flinta» Mosca 2023 (Pagine 420)
Издательство «Флинта» Москва 2023
La monografia è dedicata ai racconti di Gogol, esaminati dal punto di vista del problema formulato come spazio di significato. Stiamo parlando del significato che è dato nell'opera (incorporato nella sua stessa struttura) e potenzialmente inerente ad essa, ma si attualizza (rivelato, rivelato, rivelato) solo nel corso della lettura e dello studio dell'opera. Lo scopo dello studio è rivelare e identificare le possibilità di formazione del significato inerenti alla struttura stessa delle storie di Gogol, cioè possibilità fornite oggettivamente per espandere e approfondire lo spazio del significato. La pubblicazione è indirizzata a insegnanti, dottorandi e studenti delle facoltà filologiche delle università, nonché a un'ampia gamma di studiosi e lettori di discipline umanistiche interessati ai problemi della comprensione moderna della letteratura classica russa.
Zarevich - Giovedì, 17 Ottobre 2024, 11:35
Oggetto: «NIKOLAJ GOGOL’: È INCREDIBILE!»
«LE STRANEZZE DI GOGOL»
«СТРАННОСТИ ГОГОЛЯ»
«GOGOL'S ODDITIES»
«LES BIZARRERIES DE GOGOL»
«GOGOLS KURIOSITÄTEN»
Nikolaj Gogol è una delle figure chiave della letteratura russa, le sue opere sono studiate nelle scuole e il suo nome è associato ai classici. Tuttavia, dietro l'immagine del grande scrittore si nascondono i fatti della sua biografia, che sono poco conosciuti da un vasto pubblico e raramente discussi in classe. Uno di questi fatti è la passione di Gogol per le attività che ai suoi tempi erano considerate esclusivamente femminili. Perché questo aspetto della vita dello scrittore è nascosto dagli insegnanti?
Uno dei fatti più controversi e sorprendenti su Gogol è il suo amore per le attività femminili: cucito, lavoro a maglia e ricamo. Mentre gli uomini della sua epoca erano impegnati in attività tradizionalmente maschili, Gogol si divertiva a cucire sciarpe per sé e persino vestiti per le sue sorelle. I contemporanei di Gogol erano perplessi da questo comportamento e il suo hobby causava sconcerto. Questo hobby andava oltre le idee generalmente accettate sulle attività maschili e andava contro le aspettative dell'epoca.
Questo fatto è raramente menzionato nei programmi scolastici per diverse ragioni. In primo luogo, focalizzare l'attenzione degli scolari può sembrare inappropriato, soprattutto alla luce dei significativi risultati letterari dello scrittore. In secondo luogo, il tema delle attività «femminili» e «maschili» a quei tempi aveva un grande significato sociale e tali preferenze potevano essere percepite come contrarie alle tradizioni.
Tuttavia, vale la pena porsi la domanda: la passione di Gogol per le attività femminili è un fatto vergognoso? Difficilmente. Al contrario, sottolinea l’unicità della personalità dello scrittore, la sua capacità di andare contro gli stereotipi sociali ed esprimere la sua individualità.
Oltre al suo amore per il cucito e il lavoro a maglia, nella vita di Gogol ci sono stati molti altri momenti strani di cui raramente si parla. Ad esempio, la sua passione per la cucina. Lo scrittore amava cucinare, soprattutto piatti come «varèniki» («вареники» specie di tortellini con ricotta o amarene) e «galùshki» cioè gli gnocchi. È famoso anche per la sua ricetta di una bevanda a base di latte di capra e rum, che scherzosamente chiamò «Gogol-Mogol». Sebbene questo nome esistesse molto prima di lui, allo scrittore piaceva presentarlo come una sua invenzione.
Uno degli aspetti più inquietanti della vita di Gogol è la sua paura di essere sepolto vivo. Lo scrittore soffrì di questo orrore e lasciò precise istruzioni di non seppellirlo finché non fossero comparsi evidenti segni di decomposizione. Questa paura è nata dal fatto che Gogol spesso cadeva in uno svenimento profondo e poteva rimanere a lungo in uno stato simile alla morte.
Vale anche la pena menzionare il suo strano comportamento alle prime teatrali delle sue opere. Gogol era così timido e spaventato dall'attenzione che scappò dalla sala senza aspettare la fine dello spettacolo. Quando un giorno fu chiamato sul palco, scappò in preda al panico e andò persino all'estero per riprendersi dallo stress.
La biografia di Gogol è piena di episodi misteriosi e strani che contraddicono la sua immagine di un classico «serio». Gli insegnanti, ovviamente, potrebbero preferire focalizzare l'attenzione degli scolari sui suoi successi letterari, ma non dobbiamo dimenticare che dietro il grande scrittore c'era una persona vivente con le sue paure, hobby e stranezze. La sua passione per il cucito e la paura del palcoscenico sono solo parte della sua personalità poliedrica, che deve essere compresa nel contesto del suo tempo e delle circostanze.