Arca Russa

Notizie - «VIVIAMO SENZA PIU’ FIUTARE SOTTO DI NOI IL PAESE»

Argonauta - Giovedì, 12 Ottobre 2006, 18:59
Oggetto: «VIVIAMO SENZA PIU’ FIUTARE SOTTO DI NOI IL PAESE»
Da sempre ci sono uomini che combattono i giganti del potere.
Chi è?

Viviamo senza più fiutare sotto di noi il paese,
a dieci passi le nostre voci sono già bell'e sperse,
e dovunque ci sia spazio per una conversazioncina
eccoli ad evocarti il montanaro del Cremlino.
Le sue tozze dita come vermi sono grasse
e sono esatte le sue parole come i pesi d'un ginnasta.
Se la ridono i suoi occhiacci da blatta
e i suoi gambali scoccano neri lampi.

Ha intorno una marmaglia di gerarchi dal collo sottile:
i servigi di mezzi uomini lo mandano in visibilio.
Chi zirla, chi miagola, chi fa il piagnucolone;
lui, lui solo mazzapicchia e rifila spintoni.
Come ferri di cavallo, decreti su decreti egli appioppa:
all'inguine, in fronte, a un sopracciglio, in un occhio.
Ogni esecuzione, con lui, è una lieta
cuccagna ed un ampio torace di osseta.

Zarevich - Giovedì, 12 Ottobre 2006, 20:54
Oggetto: «VIVIAMO SENZA PIU’ FIUTARE SOTTO DI NOI IL PAESE»
Мы живем, под собою не чуя страны,
Наши речи за десять шагов не слышны,
А где хватит на полразговорца,
Там припомнят кремлёвского горца.
Его толстые пальцы, как черви, жирны,
А слова, как пудовые гири, верны,
Тараканьи смеются усища,
И сияют его голенища.

А вокруг него сброд тонкошеих вождей,
Он играет услугами полулюдей.
Кто свистит, кто мяучит, кто хнычет,
Он один лишь бабачит и тычет,
Как подкову, кует за указом указ:

Кому в пах, кому в лоб, кому в бровь, кому в глаз.
Что ни казнь у него - то малина
И широкая грудь осетина.

Ossip Mandelshtam
Novembre 1933

Argonauta - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 06:03
Oggetto:
BRAVO! Very Happy

Questa poesia gli costò cara, un arresto e un confino. Qualche anno dopo, la morte.

Zarevich - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 06:07
Oggetto:
So a memoria quasta poesia di Mandelshtam
Ma la vedo per la prima volta in italiano

Argonauta - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 06:16
Oggetto:
Mi piace questa..... l'inizio...

Conchiglia

Notte, forse di me non hai bisogno;
dalla voragine dell'universo
io, conchiglia senza perle, sono
gettato sulla tua proda, riverso.

Con noncuranza fai schiumare i flutti
e riottosamente vai cantando;
ma la bugia d'una conchiglia inutile
ti sarà oggetto d'amore e di vanto.

Argonauta - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 06:19
Oggetto:
E poi continua........

Verrai a giacerle accanto sulla sabbia,
e a ricoprirla della tua pianeta;

é corretta la traduzione? "Della tua pianeta?"....mi sembra strano.... Forse "Dal tuo pianeta?"

a renderla, verrai, inseparabile
dall'enorme campana degli abissi irrequieti;

Argonauta - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 06:21
Oggetto:
e il vano della fragile conchiglia-
nido di un cuore ove nessuno alloggia-
ricolmerai di schiuma che bisbiglia,
ricolmerai di nebbia, vento e pioggia...

(Trad.R.Faccani)

Argonauta - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 06:26
Oggetto:
РАКОВИНА

Zarevich - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 12:43
Oggetto:
Caro Argonauta!
Su un forum conosciuto a noi dopo che ne erano cacciati tutti gli utenti russi, finalmente ci è spuntata l’aurora della libertà. I tuoi esempi delle poesie di Mandelshtam ci avrebbero potuto suscitare una reazione provocatoria e degli effetti sinistri. Ne viene di conseguenza ….. Hai fatto bene a mettere proprio qui le poesie di Mandelshtam.
Zarevich

Roberto - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 13:00
Oggetto:
Argonauta ha scritto: 
E poi continua........

Verrai a giacerle accanto sulla sabbia,
e a ricoprirla della tua pianeta;

é corretta la traduzione? "Della tua pianeta?"....mi sembra strano.... Forse "Dal tuo pianeta?"

a renderla, verrai, inseparabile
dall'enorme campana degli abissi irrequieti;


Com'è l'originale? Qui la pianeta sarà la veste del sacerdote...

Roberto

Zarevich - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 13:04
Oggetto:
Ragazzi! Se mi troverete questa poesia di Mandelshtam in italiano, vi sarò molto riconoscente
Mi piacerebbe leggere la traduzione
E' la più famosa e la più forte poesia di Ossip.
Si chiama "Leningrado"

Посвящается всем ленинградцам, живым и мертвым…

Ленинград

Я вернулся в мой город, знакомый до слез,
До прожилок, до детских припухлых желез

Ты вернулся сюда, так глотай же скорей
Рыбий жир ленинградских речных фонарей

Узнавай же скорее январский денек,
Где к зловещему дегтю подмешан желток

Петербург! Я еще не хочу умирать.

Я на лестнице черной живу, и в висок
Ударяет мне вырванный с мясом звонок,

И всю ночь напролет жду гостей дорогих,
Шевеля кандалами цепочек дверных

Петербург! У меня еще есть адреса,
По которым найду мертвецов голоса

У тебя телефонов моих номера,
Я еще не хочу умирать

Петербург! Я еще не хочу умирать

Argonauta - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 16:31
Oggetto:
Sono tornato nella mia città, fino alle lacrime a me nota,
fino alle vene, alle gonfie ghiandole infantili.

Sei tornato: trangugia senza storie
l'olio di pesce dei lampioni lungo il fiume,

saluta in fretta il minimo giorno di dicembre
che alla lugubre pece intride giallo d'uovo.

Pietroburgo, non voglio ancora morire.
I miei numeri di telefono sono rimasti a te.

Pietroburgo, ho ancora gli indirizzi:
lì troverò la voce dei morti.

Vivo su nere scale, nella tempia
mi batte uno squillo strappato con la carne:

e per tutta la notte attendo ospiti cari
agitando come catene i ferri della porta.

(Trad. S.Vitale)


Oggi non riesco a connettermi con il forum, non riesco a leggere i messaggi.

Roberto - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 18:06
Oggetto:
Argonauta ha scritto: 
Sono tornato nella mia città, fino alle lacrime a me nota,
fino alle vene, alle gonfie ghiandole infantili.

Sei tornato: trangugia senza storie
l'olio di pesce dei lampioni lungo il fiume,

saluta in fretta il minimo giorno di dicembre
che alla lugubre pece intride giallo d'uovo.

Pietroburgo, non voglio ancora morire.
I miei numeri di telefono sono rimasti a te.

Pietroburgo, ho ancora gli indirizzi:
lì troverò la voce dei morti.

Vivo su nere scale, nella tempia
mi batte uno squillo strappato con la carne:

e per tutta la notte attendo ospiti cari
agitando come catene i ferri della porta.

(Trad. S.Vitale)


Siccome m'interessa molto la traduzione, vorrei chiedere il parere di alcuni amici russi su alcuni punti.
Ad esempio
1. l'olio di cui si parla è l'olio di fegato di merluzzo, ci si riferisce al colore particolare dei fanali tel tempo?
2. in alcune versioni il giorno è di dicembre, in altre di gennaio?
3. дёготь qui è da intendersi alla lettera, o come qualcosa che guasta un dolce sapore (ложка дёгтя в бочке мёда), quindi traducibile, che so, anche come "fiele"...
4. la "scala nera" non è, più semplicemente, la scala di servizio (come чёрный вход non lo traduciamo mica "porta nera", è la porta sul retro, la porta di servizio)?
5. "squillo strappato con la carne"... mi sembra che l'espressione russa indichi un campanello strappato via a furia di suonarlo, altrimenti uno pensa: Uno squillo strappato con la carne, ma che vorrà mai dire? E non capendo s'inchina al mistero della poesia e alla sapienza del traduttore.
6. Con tutto il rispetto, "minimo giorno" per денек non mi piace. Perché Узнавай è tradotto con "saluta"?
Roberto

Zarevich - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 23:26
Oggetto:
1. l'olio di cui si parla è l'olio di fegato di merluzzo, ci si riferisce al colore particolare dei fanali tel tempo?
Sei tornato: trangugia senza storie
l'olio di pesce dei lampioni lungo il fiume,
Ты вернулся сюда, так глотай же скорей
Рыбий жир ленинградских речных фонарей
Sì, l’olio di fegato di merluzzo = рыбий жир
In senso che i lampioni di Leningrado lungo il fiume sono pallidi, foschi e sgradevoli come l’olio di fegato di merluzzo.


2. in alcune versioni il giorno è di dicembre, in altre di gennaio?
Di gennaio

3. дёготь qui è da intendersi alla lettera, o come qualcosa che guasta un dolce sapore (ложка дёгтя в бочке мёда), quindi traducibile, che so, anche come "fiele"...
“дёготь” cioè il catrame
saluta in fretta il minimo giorno di GENNAIO
che alla lugubre pece intride giallo d'uovo.
Узнавай же скорее январский денек,
Где к зловещему дегтю подмешан желток
In senso che il catrame con il giallo d’uovo sono due cose incompatibili. L’uovo è una vita, invece il catrame è una morte. In un semplice giorno di gennaio, come l’inizio dell’anno, il primo mese, l’inizio della nuova vita, si può trovare “il catrame”.


4. la "scala nera" non è, più semplicemente, la scala di servizio (come чёрный вход non lo traduciamo mica "porta nera", è la porta sul retro, la porta di servizio)?
Vivo su nere scale, nella tempia
Sì, è la scala di servizio, ma in russo si dice “scala nera”. In questa parola “nera” c’è un doppio senso.

5. "squillo strappato con la carne"... mi sembra che l'espressione russa indichi un campanello strappato via a furia di suonarlo, altrimenti uno pensa: Uno squillo strappato con la carne, ma che vorrà mai dire?
Ударяет мне вырванный с мясом звонок
“Uno squillo strappato con la carne” in senso che il campanello strappato con “язычком», strappato per non suonare più.

Roberto - Venerdì, 13 Ottobre 2006, 23:52
Oggetto:
Grazie. Quindi il suono di un campanello ormai strappato dal muro continua a "battergli" nella tempia... sembra quasi un colpo di pistola... (
Come dicevi, bisogna sentirlo, e per sentirlo bisogna viverlo... e poi c'è tutta l'intraducibilità della poesia... От красоты бывает больно...

Roberto

Zarevich - Lunedì, 28 Ottobre 2024, 20:43
Oggetto: «VIVIAMO SENZA PIU’ FIUTARE SOTTO DI NOI IL PAESE»
Viviamo senza più fiutare sotto di noi il paese,
a dieci passi le nostre voci sono già bell'e sperse,
e dovunque ci sia spazio per una conversazioncina
eccoli ad evocarti il montanaro del Cremlino.
Le sue tozze dita come vermi sono grasse
e sono esatte le sue parole come i pesi d'un ginnasta.
Se la ridono i suoi occhiacci da blatta
e i suoi gambali scoccano neri lampi.

Ha intorno una marmaglia di gerarchi dal collo sottile:
i servigi di mezzi uomini lo mandano in visibilio.
Chi zirla, chi miagola, chi fa il piagnucolone;
lui, lui solo mazzapicchia e rifila spintoni.
Come ferri di cavallo, decreti su decreti egli appioppa:
all'inguine, in fronte, a un sopracciglio, in un occhio.
Ogni esecuzione, con lui, è una lieta
cuccagna ed un ampio torace di osseta.


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