Arca Russa
Letteratura e Teatro - «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Zarevich - Domenica, 15 Luglio 2007, 20:07
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
«VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA» «ВАЛЕРИЙ БРЮСОВ, НАСТОЯЩИЙ СИМВОЛИСТ»
Se siete venuti ai ferri corti con qualcuno, se siete in urto o tenete il broncio a qualcuno, per fare pace dovete dire a quel qualcuno che gli leggete o recitate Valerij Brjussov. Vi assicuro che vi aiuterà a fare pace. Chi è Brjussov? Anzi, che cosa è Brjussov? Brjussov non è un uomo o un poeta o uno scrittore. Mancano le parole per definirlo. È una galassia, la Via Lattea. È un fenomeno della natura che è legato più a noi che a lui. È la nostra impressione del mondo e della vita attraverso la sua impressione. Provo grandi difficoltà a scrivere qualcosa su di lui. Da che cosa cominciare? Lui non è non controllabile, è indecifrabile e assolutamente indefinibile. Non so quale analisi spettrale si può dargli. È un cosmo, ma un cosmo interiore, cioè un microcosmo. Però proviamo. Il poeta russo, prosatore, drammaturgo, romanziere, traduttore, critico letterario e storico. Uno dei fondatori del Simbolismo russo.
VALERIJ BRJUSSOV o BRJUSOV (1873-1924) ВАЛЕРИЙ БРЮСОВ
Valerij Brjussov (Валерий Брюсов, 1873-1924), cantore dell’Amore, dei motivi e delle forme del decadentismo, dell’erotismo e del gusto dell’esotico e del satanismo. Un tipico moscovita. Nato e morto nella sua amata città di Mosca. Era prima di tutto un poeta. Motivi ispiratori della sua lirica sono la meditazione sulla storia dell'umanità, l'erotismo, il gusto dell'esotico. Fu apprezzato romanziere con «L'angelo di Fuoco» («Огненный Ангел» 1908), e «L'Altare della Vittoria» («Алтарь победы» 1913), e novelliere con «L'Asse Terrestre» («Земная ось» 1907), «Rea Silvia» («Рея Сильвия» 1916) e «Notti e Giorni» («Ночи и Дни» 1913). Valerij Brjussov scrisse qualche romanzo e racconto di fantascienza o di antiutopia. Il romanzo “Il Monte della Stella” («Гора Звезды»), i racconti «L’Insurrezione delle Macchine» («Восстание машин» 1908) e «La Ribellione delle Macchine» («Мятеж машин» 1914), la novella «La Prima Stazione planetaria» («Первая междупланетная») e l’antiutopia «Repubblica della Croce Meridionale» («Республика Южного Креста» 1904-1905). Io ammiro i suoi racconti brevi e le novelle. Consiglierei di leggere la prosa di Brjussov proprio da questi racconti, e soprattutto dai seguenti:
«Le ultime pagine dal diario di una donna» («Последние страницы из дневника женщины»)
«Il Primo Amore» («Первая Любовь»)
«Il bemolle» («Бемоль»)
«Fra quindici anni» («Через пятнадцать лет»)
«A se stesso a all’altra» («За себя или за другую»)
«Solo la mattina dell’amore è bello…» («Только утро любви хорошо...»)
«Il Fiore Sterile» («Пустоцвет»)
«La Promessa di matrimonio di Dascia» («Обручение Даши»)
«Rea Silvia» («Рея Сильвия»)
Se voi troverete una raccolta dei racconti di Brjussov tradotti in italiano, dovrete subito aprire il racconto «Il bemolle» («Бемоль»)!!! e poi «Rea Silvia» «Рея Сильвия». Del resto se voi troverete questa raccolta, non ci lascerete gli occhi. Tutta questa piccola prosa di Valerij Brjussov si può caratterizzare come «concitazione dell'animo» o «disorientamento dei sentimenti» cioè in russo «смятение чувств». Un posto particolare nella creazione di Brjussov lo occupano due suoi grandi romanzi storici, «L'Altare della Vittoria» («Алтарь победы» 1913), che descrive la vita di Roma Antica, e il romanzo «L’Angelo di Fuoco» («Огненный Ангел» «Oghnennyj Anghel» 1908), in cui è descritta la psicologia della Germania del XVI secolo. Serghej Prokofiev scrisse la sua bellissima opera lirica in cinque atti e sette quadri «L’Angelo di Fuoco» (1919-1927). La prima rappresentazione in forma di concerto fu a Parigi nel 1954. La prima rappresentazione scenica fu a Venezia nel 1955. Ma non dimentichiamo mai che Valerij Brjussov era prima di tutto un poeta! In Russia dei libri di Brjussov ci sono numerosissime edizioni, c’è una raccolta completa di opere di alcuni volumi ed anche l'opera spezzata. In ogni libreria troverete Brjussov. Generalmente parlando Brjussov è quello scrittore che fornisce l’impulso ad imparare la lingua russa per poterlo leggere in russo. Non elenco oltre le opere di Brjussov. Posso dire soltanto che ci sono dei libri dedicati a Valerij Brjussov, alla sua vita e la sua biografia.
Zarevich - Domenica, 15 Luglio 2007, 20:12
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
VALERIJ BRJUSSOV
Myshkin - Domenica, 15 Luglio 2007, 20:27
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Grazie, caro Zarevich, per aver provato a dare qualche impressione su questo personaggio così sfuggevole ad ogni definizione. E' tutto molto molto interessante, e se lo avessi letto prima, avrei di sicuro cercato di procurarmi prima qualche raccolta di racconti che contenesse quelli da te raccomandati. E invece ormai mi sono avviato nella lettura del romanzo "L'angelo di fuoco", che già dalle prime pagine si preannuncia una lettura densa e interessante, ma nient'affatto semplice. In ogni caso non importa, posso sempre leggere i suoi racconti in un secondo tempo. Mi affascina moltissimo, e non finirà qui il mio rapporto con lui!
Angelo di fuoco - Lunedì, 16 Luglio 2007, 00:12
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Dovrei rileggere il romanzo e, se mi rimarrà tempo prima che parta per Mosca (cosa assai improbabile), farò un piccolo saggio sul romanzo "L'angelo di fuoco" e sull'opera di Prokof'ev da esso ispirata.
Myshkin - Lunedì, 16 Luglio 2007, 21:28
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Vuol dire che lo leggiamo insieme, allora! Per te poi è quasi un dovere, visto il nick che ti sei scelto! Presto comprerò un paio di raccolte di suoi racconti tradotte in italiano. Purtroppo non sono riuscito a trovare da nessuna parte l'elenco dei racconti in essi contenuti, ma so di sicuro che c'è "Bemolle" tra questi. Viste le calde raccomandazioni di Zarevich a leggere questo racconto e gli altri, non vorrei perdermeli. Ma per ora mi sto gustando "L'angelo di fuoco", che in primissima battuta mi aveva spaventato un pochino, ed invece... mi sta coinvolgendo assai.
Zarevich - Lunedì, 16 Luglio 2007, 21:32
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Se non troverai in italiano, puoi leggerlo in russo
E' il mio racconto preferito di Valerij Brjussov
http://az.lib.ru/b/brjusow_w_j/text_0300.shtml
Myshkin - Lunedì, 16 Luglio 2007, 21:38
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Ma guarda!
L'ho già trovato, allora! Io credevo che fosse solo una parte del racconto, invece è tutto.
Eccolo qui:
http://www.sagarana.net/rivista/numero6/narrativa3.html
Zarevich - Lunedì, 16 Luglio 2007, 21:41
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
INCREDIBILE! Ora potresi confrontare
Forse troverai "REA SILVIA"?
Zarevich - Lunedì, 16 Luglio 2007, 21:48
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Valerij Brjusov
«BEMOLLE»
Quando Anna Nikolaevna finì il collegio, le trovarono subito un impiego come commessa nella cartoleria "Bemolle". Non si sa bene perché il negozio si chiamasse proprio così: probabilmente in passato si vendevano anche degli spartiti musicali. La cartoleria si trovava da qualche parte lungo il corso, i clienti erano pochi e Anna Nikolaevna trascorreva quasi da sola intere giornate. Il suo unico aiutante era un ragazzo, Fed'ka, che fin dal mattino, dopo il tè, andava a coricarsi e si svegliava solo quando era ora di affrettarsi per il pranzo. Poi nuovamente ritornava a dormire. Verso sera per una mezz'oretta arrivava la padrona, Karolina Gustavovna, una vecchia predona tedesca che veniva per ritirare i soldi e per rimproverare Anna Nikolaevna di non sapere attirare i clienti. La ragazza l'ascoltava oltre ogni limite spaventata tanto da non osare aprire bocca. Il negozio veniva chiuso alle nove; arrivando a casa Anna Nikolaevna, che abitava presso una zia, beveva un po' di tè sgranocchiando qualche ciambella secca e subito dopo andava a letto.
Nei primi tempi Anna Nikolaevna aveva creduto di trovare uno svago nella lettura. Si procurava, dove riusciva a trovarli, romanzi e vecchie riviste che diligentemente leggeva pagina dopo pagina. Confondeva però i nomi degli eroi dei romanzi, non riusciva a capire bene perché gli scrittori creavano personaggi immaginari come le varie Gianna e Blanca e descrivessero bellissime mattine assolutamente identiche le une alle altre. Quando la lettura divenne per lei faticosa, abbandonò i libri. Gli uomini per strada non erano tanto galanti con Anna Nikolaevna perché non la trovavano molto interessante. Se qualcuno dei clienti si intratteneva troppo a lungo in negozio per farle dei complimenti allora lei si muoveva verso lo stanzino accanto e mandava Fed'ka. Se tornando a casa qualcuno la importunava stordendola di ciarle lei non diceva una parola, ma affrettava il passo o semplicemente si precipitava di corsa all'ingresso di casa. Non aveva amici, con le sue compagne di collegio non era nemmeno in corrispondenza e anche con la zia stessa non scambiava nemmeno due parole in tutta la giornata. Così passarono le settimane e i mesi.
Anna Nikolaevna aveva però stretto amicizia con il mondo che la circondava, quello delle carte, delle buste, delle cartoline, delle matite, delle penne, delle decalcomanie a rilievo, e dei ritagli. Questo mondo per lei era molto più comprensibile di quello dei libri e inoltre lo sentiva più amichevole di quanto sentisse quello della gente. Imparò a distinguere rapidamente tutti i vari tipi di carte e di penne, tutte le serie di cartoline, diede loro dei nomi per non doverli numerare, alcuni li amò, altri invece li considerò con ostilità. Per quelli che più amava riservò il posto migliore nella cartoleria. Aveva messo nella scatola più bella, quella a cui aveva ricoperto i bordi di un'orlatura dorata, una certa carta prodotta da una fabbrica di Riga su cui erano impressi dei pesci di filigrana. Le decalcomanie rappresentanti figure degli antichi Egizi le pose invece in una particolare cassettina dove non riponeva altro che delle penne con sulla cima dei piccoli colombi. Le cartoline dove veniva rappresentato "Il cammino verso le stelle" le avvolse da un'altra parte con della carta rosa che fermò con un adesivo raffigurante dei non ti scordar di me. Odiava invece quei grossi calamai di vetro, panciuti, dall'aria sazia, le false righe che si piegavano sempre e sembravano farsi beffa di lei, i rotoli di carta pieghettata per gli abat-joures, così presuntuosamente sfarzosi: queste cose le nascondeva invece nell'angolo più remoto del negozio.
Anna Nikolaevna si rallegrava quando poteva vendere gli oggetti da lei preferiti. Solo quando o l'una o l'altra qualità di questi oggetti terminava ella iniziava a preoccuparsi e perfino ad arrischiare di parlarne con Karolina Gustavovna affinché ne venisse fatta al più presto una nuova scorta. Una volta vendette inaspettatamente una partita di piccole bilance per lettera, che avevano di solito poca fortuna e che Anna Nikolaevna amava proprio per questo motivo; l'ultima bilancia fu venduta di sera dalla padrona stessa che non volle più farne un'altra ordinazione. Anna Nikolaevna due giorni per questo pianse. Quando invece si vendevano le cose che lei non amava allora si irritava. Se si acquistavano intere dozzine di orrendi quaderni sulla cui copertina erano stampati dei disegni dai ghirigori blu oppure quelle cartoline malamente stampate con su i volti degli attori, a lei sembrava che si facesse gran torto ai suoi preferiti. In questi casi lei cercava con insistenza di convincere il cliente a non fare quella spesa tanto che molti uscivano dal negozio senza aver comprato nulla.
Anna Nikolaevna era convinta che tutto questo mondo che la circondava potesse capirla. Quando scorreva dieci quinterni di carta, i fogli frusciavano come a salutarla amichevolmente. Quando baciava i colombi sulle punte delle penne, essi sembrava agitassero le piccole ali di legno. Nelle silenziose giornate invernali, quando nevicava ed al di là della finestra coperta di brina si intravedevano i brutti cerchi della lampada, quando per ore intere nessuno entrava nel negozio, allora lei faceva lunghi discorsi con tutto ciò che era sugli scaffali o riposto nei cassetti e nelle scatole. Ascoltava con attenzione le silenziose risposte scambiando con loro sguardi e sorrisi. Metteva sul bancone un po' nascoste le sue decalcomanie preferite - angeli, fiori, figure egiziane, raccontandogli delle storie, quindi era poi lei ad ascoltare le loro. Qualche volta intonavano tutti insieme in coro una canzone che si udiva appena e cantandola come una ninna nanna. Anna Nikolaevna era così assorta nell'ascoltarla che se qualche cliente fosse entrato, avrebbe sogghignato ma si sarebbe forse spazientito, pensando di aver dovuto svegliare una commessa addormentata.
I giorni prima di Natale erano per Anna Nokolaevna particolarmente pesanti. C'erano allora clienti più frequenti. Il negozio era ingombro di mucchi di cartone, di orribili petardi di carta a tinte forti che abbagliavano gli occhi e pesciolini dorati incollati frettolosamente sulle scatole. Alle pareti erano appesi calendari con i ritratti di uomini famosi. Il negozio era tanto affollato da non essere più accogliente. In estate invece Anna Nikolaevna era perfettamente a suo agio. Non si vendeva quasi nulla ed erano parecchie le giornate in cui non vi era alcun incasso. La padrona andava via da Mosca per interi mesi. La cartoleria era afosa, piena di polvere, ma silenziosa. Anna Nikolaevna metteva liberamente ovunque le sue amate decalcomanie, esponeva in vetrina ai primi posti le matite, le penne e le gomme a cui tanto teneva. Tagliava dei sottili nastri da una fine carta colorata e li avvolgeva tutti attorno alle consunte colonnine degli armadi. Raccontava ai suoi amici in profondi sussurri della sua infanzia, di sua madre e piangeva. A lei pareva che essi la consolassero. Così mesi e anni passarono.
Anna Nikolaevna non avrebbe mai pensato che qualcosa della sua vita potesse cambiare. Ma un giorno, in autunno Karolina Gustavovna tornata a Mosca particolarmente cattiva e litigiosa, volle fare un inventario della merce. La domenica successiva attaccarono sulla porta un bigliettino dove c'era scritto: "Il negozio oggi rimane chiuso". Anna Nikolaevna guardava con ansia la padrona mentre contava con le sue dita grassocce, spiegazzandone i margini, quelle care decalcomanie così fini e sottili oppure mentre buttava negligentemente sul bancone le penne con i piccoli colombi. Sul registro della merce scritto con la tenue calligrafia diligente di Anna Nikolaevna la padrona lasciava rozzi segni di sottolineature e di spruzzi d'inchiostro. Karolina Gustavovna si accorse che mancavano parecchie cose: interi pacchi di carta, qualche grossa di matite e diverse altre cose: stereoscopi, lenti d'ingrandimento, cornici. Anna Nikolaevna era sicura di non averli mai visti in negozio. Dopo Karolina Gustavovna si accorse anche che di mese in mese era diminuito il guadagno. Redarguì di questo Anna Nikolaevna ingiuriandola e chiamandola ladra, le disse di non aver più bisogno di lei, che l'avrebbe insomma licenziata.
Anna Nikolaevna andò via piangendo senza aver osato aprir bocca. Anche a casa dovette naturalmente sentire le imprecazioni della zia che dapprima l'accusò di essere una parassita mentre poi minacciò di denunciare la tedesca per aver insultato la sua nipotina. Ma Anna Nikolaevna era tormentata non tanto dalla paura di aver perso il posto o dal pensiero di aver subito un grave torto da parte di Karolina Gustavovna quanto dall'idea insopportabile di separarsi dalle cose che lei in quel negozio aveva amato. Pensava ai suoi angeli in rilievo dondolanti sulle nubi, alle testoline di Maria Stuarda, alla carta coi pesci di filigrana, alle scatole e ai cassetti che conosceva così bene, non riuscendo a frenare i singhiozzi. Le veniva in mente l'ora del crepuscolo quando le lampade erano già accese, si ricordava dei muti discorsi con i suoi amici, di quel coro appena percettibile che proveniva dai ripiani, e intanto il suo cuore si straziava dal dolore. Al pensiero che mai, mai più avrebbe rivisto i suoi amati, si gettava bocconi sul suo piccolo letto pregando Dio di farla morire.
Fortunatamente dopo un mese e mezzo la zia riuscì a trovare per Anna Nikolaevna un altro posto, anche questa una cartoleria ma in una via animata e piena di gente. Anna Nikolaevna si recò al suo nuovo impiego con un'angoscia struggente. A parte lei nel negozio lavoravano anche una ragazza e un giovanotto. Il padrone passava la maggior parte della giornata in negozio. I clienti erano molti poiché nelle vicinanze vi erano delle scuole. Tutto il giorno lo trascorreva sotto gli sguardi degli altri che si prendevano gioco di lei disdegnandola. Quegli oggetti che amava tanto qui non c'erano più. Tutto veniva mandato da altre cancellerie e da altri fabbricanti. La carta, le matite, le penne, tutto qui sembrava morto. E anche se alcuni oggetti erano gli stessi che si vendevano nella cartoleria "Bemolle", questi non davano segno di riconoscere Anna Nikolaevna, ed ella inutilmente, appena aveva un attimo di libertà, sussurrava loro delle parole dolcissime.
L'unica gioia per Anna Nikolaevna era alla sera quando tornando a casa passava vicino alla finestra del suo vecchio negozio. Guardava attentamente attraverso i vetri colorati la stanza familiare. Dietro il bancone c'era una commessa nuova, una tedeschina con un bel visino e con dei riccioli sulla fronte. A posto di Fed'ka c'era un robusto giovane di quindici anni. I clienti uscivano dal negozio soddisfatti e sorridenti. Ma Anna Nikolaevna sapeva che le sue decalcomanie, le sue penne e i suoi quaderni la ricordavano e la amavano come prima. Credere questo la consolava. Anna Nikolaevna sognava spesso di poter ancora entrare per una volta nel negozio e guardare di nuovo sui vecchi armadi e nelle vetrine i suoi cari amici per dimostrare quanto ancora ella li ricordasse. Qualche volta si riprometteva di farlo proprio quel giorno ma poi non si decideva solo perché aveva paura di incontrare la padrona. Una sera però vide Karolina Gustavovna uscire dal negozio, salire su una vettura e andar via. Questo le diede il coraggio di entrare. Aprì la porta e andò dentro con il cuore che le palpitava. La tedeschina con riccioli sulla fronte si preparò ad accoglierla con un magnifico sorriso, ma dopo aver visto la cliente, si limitò a salutare con un semplice cenno del capo.
- Che cosa desiderate, signorina?
- Datemi... datemi della carta da scrivere... dieci quinterni... quella coi pesciolini.
La tedeschina sorrise con indulgenza, indovinò ciò che le aveva chiesto e andò verso l'armadio di sinistra. Anna Nikolaevna stupita e ansiosa la seguiva con lo sguardo. Una volta quella carta era riposta nella scatola dal bordo dorato. Ma non c'erano più le scatole di prima; al loro posto vi erano delle orrende cassettine nere con scritto sopra: "N. 4 20 c.", "Giudiziaria 40 c.". Sui primi posti dei ripiani erano stati messi i calamai di vetro. I mucchi di carta pieghettata occupavano tutto il ripiano inferiore. Le cartoline con i ritratti degli attori erano disposte a forma di ventaglio qua e là sulle pareti. Tutto era stato modificato, era stato rimosso e cambiato.
La tedeschina, posata davanti ad Anna Nikolaevna la carta, le domandò se era quella che desiderava. Ella avidamente prese nelle mani quei bei fogli che in passato erano stati capaci di rispondere alle sue carezze ma che adesso sembravano ruvidi, morti, bianchi come cadaveri.
Si guardò attorno con tristezza: tutto era finito, tutto era sordo e muto.
- Sono trentacinque copeche.
Era stato cambiato addirittura il prezzo! Anna Nikolaevna pagò e uscì al freddo, stringendo fra le mani la carta arrotolata. Il vento di ottobre si infilava attraverso il suo corto cappotto consumato. Le luci dei fanali come grandi macchie si allargavano nella nebbia. Faceva disperatamente freddo.
(Tratto da "Racconti dell'Io", Tranchida Editori Inchiostro, Milano, 1993, a cura di Giovanna Spendel)
Myshkin - Lunedì, 16 Luglio 2007, 21:50
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
L'ho appena finito di leggere, è molto... toccante. Poche righe per mettere a nudo una sensibilità delicata e inconsolabile... ineffabile. E' molto bello.
Proverò a cercare anche "Rea Silvia", se c'è lo troverò.
Zarevich - Lunedì, 16 Luglio 2007, 21:54
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
"Racconti dell'Io", Tranchida Editori Inchiostro, Milano, 1993, a cura di Giovanna Spendel
Forse puoi trovare per te questo edizione?
Myshkin - Lunedì, 16 Luglio 2007, 21:59
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Certo, l'ho già inserito nella lista dei prossimi acquisti. Fortunatamente è disponibile, senza problemi.
Avrei voluto prenderlo insieme a "Pietroburgo" di Andrej Belyj e "Il demone" di Lermontov, ma "Pietroburgo" è introvabile, purtroppo.
Prenderò solo questi due, per ora
Zarevich - Lunedì, 16 Luglio 2007, 22:05
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
«Valerij Brjussov - Nina Petròvskaja» Corrispondenza 1904-1913
«Валерий Брюсов - Нина Петровская» Переписка 1904-1913
Casa Editrice «Novoje Literaturnoje Obozrenije» Mosca 2004
Издательство «Новое Литературное Обозрение» Москва 2004
La corrispondenza di Valerij Brjussov e Nina Petròvskaja testimonia non solo la loro amicizia durante dieci anni, ma anche è uno dei bei generi epistolari dell’epoca dell’Età d’Argento. È un documento chiave del Simbolismo russo e la sua aspirazione per “la lega della vita e la creazione”. La corrispondenza di due delle figure piu espressive e caratteristiche “del segno” aiuta a sentire l’importante componente del simbolismo, la sua “aria”.
… la storia triste e edificante del poeta molto promettente e della scrittrice poco promettente da cui risulta che non val la pena di diffondere la poesia con la vita e l’amore con la vittima, che il talento non è l’assoluzione per tutti gli atti e che il suicidio non è un modo per farsi stimare …
Alena - Martedì, 17 Luglio 2007, 15:15
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Ora sto leggendo il libro “Живые лица” (“Volti vivi”). E’ il libro di Zinaida Gippius, la poetessa, scrittrice e saggista, nota rappresentante del simbolismo russo. Uno dei capitoli di questo libro e’ dedicato a Valerij Brjussov. Sembra che Gippius non sia mai riuscita a perdonarlo per il fatto che dopo la Rivoluzione d'Ottobre aderi’ ai bolscevichi.
Alena
Myshkin - Domenica, 05 Agosto 2007, 18:14
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
A proposito della corrispondenza tra Valerij Brjusov e Nina Petrovskaja mi sembra qui molto opportuno riportare alcuni passi di Cesare G. De Michelis dalla sua bella postfazione al romanzo "L'angelo di fuoco".
"Come si sa, il triangolo Heinrich-Renata-Ruprecht riproduce quello che legò tormentosamente tra il 1904 e il 1905 Andrej Belyj, Nina Petrovskaja e Valerij Brjusov. Nina Ivanovna, venticinque anni, un matrimonio fallito alle spalle (con l'editore del simbolista «Grif», S. Sokolov). una relazione già consumata col poeta Konstantin Bal'mont, è scrittrice di non eccelso talento (pubblicherà una raccolta di racconti nel 1908, Sanctus amor) e donna di straordinaria, morbosa sensibilità: possiede «tutti gli oggetti di prima necessità lirica» (per il «tipo» dell'intellettuale decadente), «Passione, Disperazione, Esultanza, Follia, Vizio, Peccato, Odio». La sua relazione col poco più anziano di lei Boris Bugaev (Andrej Belyj) entra in crisi proprio quando (e perché) dal piano cerebrale, astratto, stava trapassando a quello sensuale, fisico: «Cercavo di spiegarle - scrive Belyj - che tra noi c'era Cristo; si diceva d'accordo, e poi, improvvisamente, quello. I miei slanci verso il mistero e la "teurgia" subirono una disfatta». Tutto questo, e altro, viene ricalcato, ironizzato, dileggiato, ma anche assunto come ideal forma di eros simbolista, nella descrizione dei rapporti di Heinrich con Renata, di Renata con Ruprecht, tra Heinrich e Ruprecht. E quando leggi Heinrich che fa a Ruprecht: «Sapete di certo anche voi che i tempi e i termini si sono compiuti. (...) Ecco, anche adesso: ascoltate! Sentite i passi che si avvicinano? sentite le foglie che cadono dagli alberi?», ci senti la ripresa del fraseggiare dei Mistici nel "Piccolo baraccone" (1906) di Aleksandr Blok: «- Ascolti? - Sì. - Si approssima l'avvento. - Oh, eterno orrore, eterna oscurità! - Aspetti? - Aspetto. - E' ormai imminente l'arrivo: il vento ce ne ha dato il segnale dalla finestra». Lo stesso duello di Ruprecht con Heinrich (finito malamente per il primo) altro non è che la trasposizione romanzesca del duello, prima verbale poi quasi reale, tra Brjusov e Belyj; e come talora la vita è più metaforica dell'arte, Brjusov non poteva sapere (e non seppe mai, perché morì prima) che il «tragico destino» di Renata si sarebbe effettivamente compiuto con Nina Ivanovna, nella sua squallida e miseranda fine: ossessionata per sua stessa confessione da «una sete di rovina e di morte», dopo una vita tragica ed errabonda, si suicidò a Parigi nel 1928, in miseria e in disperazione. Del resto, come lasciò scritto la Petrovskaja, «ogni minimo particolare [del romanzo] corrispondeva esattamente alla realtà».
Myshkin - Lunedì, 06 Agosto 2007, 17:09
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Ho finito di leggere «L’Angelo di Fuoco» («Огненный Ангел») ovvero la narrazione veridica in cui si racconta del diavolo, più volte apparso in veste di spirito luminoso a una fanciulla tentandola a diverse azioni peccaminose; e delle pratiche contrarie a Dio di magia, astrologia, geazia e negromanzia; del giudizio su di essa fanciulla sotto la presidenza di Sua Eminenza l'arcivescovo di Treviri; e altresì degl'incontri e colloqui col cavaliere e triplice dottore Agrippa di Nettesheym e col dottor Faust scritta da un testimone oculare.
Sono rimasto molto positivamente colpito da questo romanzo scritto in forma di manoscritto ritrovato. E' in realtà un ibrido a metà tra il romanzo e la ricerca storica, un romanzo scritto col metodo dello studioso; ed infatti la particolare meticolosità documentaria, i continui riferimenti a personaggi ed eventi concreti della vita del '500 tedesco ed europeo, dell'epoca della Riforma, Lutero, i Lanzichenecchi, gli umanisti; tutto concorre a dare un'idea di Brjusov come di un uomo estremamente colto ed erudito . Ma anche al di là del suo valore storico, il romanzo è scritto in una lingua molto elegante, raffinata, precisa e al tempo stesso diretta, semplice e fluida. Il tutto presentato con una sapiente aura di mistero che avvolge tutto il romanzo, dall'inizio alla fine.
Mentre lo leggevo ho avuto in un paio di occasioni la sensazione di un deja-vù con "Il Maestro e Margherita" di Bulgakov. Che sia stato una fonte di ispirazione anche per lui?
In ogni caso è un libro che raccomenderei a tutti di leggere. Un'ottima prosa raffinata, una narrazione scorrevole, interessante e perfino molto istruttiva.
Zarevich - Sabato, 11 Agosto 2007, 19:13
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Valerij Brjussov Валерий Брюсов
«LA COMPETIZIONE MONDIALE» I commenti politici 1902-1924
«МИРОВОЕ СОСТЯЗАНИЕ» Политические комментарии 1902-1924
Casa Editrice «AIRO-XX» Mosca 2003 (Pagine 224)
Издательство «АИРО-XX» Москва 2003
Valerij Brjussov (1873-1924) è una persona unica che ha potuto accumulare in se stesso l’arte e la vita, il passato e il futuro, alma terra natia e il mondo cosmico. Il poeta, prosatore, drammaturgo, teoretico e cronista della letteratura, traduttore, illuminista e civilizzatore. In questo libro «La Competizione Mondiale» («Мировое Состязание») Brjussov si presenta come un analitico e un commentatore politico. Valerij Brjussov era nemico di qualsiasi pochezza di mente e strettezza d'ingegno. Odiava qualsiasi nazionalismo, lotta di classe o religiosa, faziosità partitica. Per lui gli interessi statali della Russia erano al di sopra di ogni cosa.
Lo schiaccianoci - Lunedì, 13 Agosto 2007, 16:14
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Caro Zarevich, io non ho visto ancora il libro «La Competizione Mondiale», ma nonostante questo sto dubitando fortemente che “gli interessi statali della Russia fossero al di sopra di ogni cosa” per il Brjussov. Se non mi sbaglio dopo la Revoluzione Valerij Brjussov si è schierato subito dalla parte dei Bolsheviks ed è diventato comunista. Anzi è diventato il censore crudele e il laudatore frenetico di Lenin e della rivoluzione del Febbraio 1917. A differenza della famiglia di Merezhkovskij, ad esempio, che ha fatto tutto il possibile per combattere per la libertà della Russia contro il bolscevismo e la sua “politica” liberticida, Valerij Brussov invece ha scelto la strada dei “intelletuali – disertori” (come scriveva nelle sue memorie Zinaida Ghipius). Per questo (e qui condivido pienamente l’opinione di Ghipius la quale si è sempre attenuta ai concetti morali e principi rigidi) dal punto di vista del civismo, temo che Valerij Brjussov, malgrado il suo grande talento letterario, non meriti tanta stima. Ma vorrei veramente sbagliarmi!
Zarevich - Lunedì, 13 Agosto 2007, 16:45
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Brjussov non ha commesso nessuna empietà. Lui ha semplicemente deciso di restare in Patria perché non si immaginava la vita all’estero. Lui era simbolista e recepiva la vita quella che aveva attorno a sé. Noi non possiamo riprovare la condotta di quelli che non potevano lasciare la Patria o quelli che l’hanno lasciata. Non sempre si può accettare le opinioni di Gippius la quale rimproverava tutti quelli che non lasciò la Russia sovietica (per esempio Aleksandr Blok). Lei non sempre aveva ragione.
Brjussov era così grande e aveva spirito forte.
Lo schiaccianoci - Martedì, 14 Agosto 2007, 19:27
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Zarevich, grazie mille delle tue spegazioni! A dir la verità il tuo alto apprezzamento di Brjussov suona molto persuasivo! Io però non intendevo riprovare nessuno. Inoltre sicuramente non credo che tutto quello che diceva e scriveva Ghipius fosse la verità assoluta. Ma in questo preciso caso per quanto io ne sappia Zinaida Ghipius citava dei fatti ben noti. Indubbiamente quelli che vivono sotto dittatura hanno assai meno possibilità di manifestare le loro convinzioni. Ma persino nel periodo post-revoluzionario, nel periodo “nero” della storia russa, non tutte le persone dell'arte diventavano censori e non tutti lodavano Lenin. Certo che ognuno fa le sue scelte e va per la sua strada, e certo che ognuono può essere in errore o (a volte capita anche questo) fare qualcosa contro la sua volontà. Ecco perché é così interresante esaminare sottilmente i motivi degli atti delle persone e le loro convinzioni. In questo senso non è possibile sopravvalutare la grande importanza del libro di Brjussov segnalato qui!
Myshkin - Domenica, 03 Febbraio 2008, 20:50
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Nel 1906 Valerij Brjusov riunì per la prima volta in una raccolta i suoi lavori in prosa pubblicati in varie riviste nel corso di circa dieci anni. Aveva già riunito in diverse raccolte i suoi versi, ma non aveva mai fatto la stessa cosa con la sua prosa. Brjusov volle includere in questa raccolta sette racconti che secondo lui meritavano di essere conservati. La raccolta fu pubblicata per la prima volta nel 1907 con il titolo L'asse terrestre (Zemnaja os').
I racconti, che costituiscono un percorso, sono una sorta di visioni inquietanti all'interno di una realtà stravolta e incerta, dove i confini tra realtà e immaginazione, follia e normalità si confondono continuamente. Sono scritti molto bene e si leggono con piacere e con un fascino particolare. Io li ho apprezzati tantissimo, alcuni sono geniali.
Nella raccolta sono compresi i seguenti racconti:
- La Repubblica della Croce del Sud (Respublika Juzhnago Kresta) 1904-1905
- Le sorelle (Sestry) 1906
- Nella prigione sotterranea (V podzemnoj tjurme) 1901-1905
- Gli ultimi martiri ( Poslednie mucheniki) 1906
- Ora che sono sveglio... (Teper', kogda ja prosnulsja...) 1902
- Nello specchio (V zerkale) 1903
- La statuetta di marmo (Mramornaja golovka)
Nel 1910, in occasione della seconda ristampa dell'Asse terrestre, Brjusov commissionò l'illustrazione per la copertina del libro al grafico e illustratore italiano Alberto Martini, del quale probabilmente Brjusov dovette vedere alcune sue tavole apparse su un numero di "Vesy" del 1909.
Queste sono alcune lettere inviate a Brjusov da Martini, nel corso degli accordi e del lavoro. Le lettere, insieme alle illustrazioni originali di Alberto Martini per la seconda edizione della raccolta di Brjusov, impreziosiscono questa edizione italiana, della casa editrice Voland.
Treviso 26 gennaio 1910
Gentile signore, vi ringrazio vivamente per la vostra amabile lettera e per la simpatia dimostrata per le mie opere. Sarei ben felice di disegnare la vostra copertina ma, invece di inviarvi dei disegni qualunque, potrei, se volete e se l'editore sarà d'accordo, fare una illustrazione fuori testo per ogni racconto e un piccolo finalino in chiusura del volume.
Vogliate avere, comunque, l'amabilità di farmi sapere se la copertina sarà pubblicata in tela e oro o come semplice immagine su carta, e quanto tempo ho a disposizione.
Vogliate gradire, signore, i miei più distinti saluti.
Alberto Martini
P.S. Accetto 100 franchi a disegno senza restituzione degli originali.
......
Treviso 2 marzo 1910
Signor Briussoff, ho appena terminato l'illustrazione dei vostri racconti e invio il pacchetto per posta all'indirizzo dell'editore. Sarei lieto di conoscere le vostre impressioni e le intenzioni dell'editore a proposito della riproduzione dei disegni in eliotipia, il solo mezzo in grado di rendere la tecnica della mia penna. Guardate le mie illustrazioni per Raw Edges di Perceval Landon edite da W. Heinemann di Londra. Ne ammirerete l'immagine nera di copertina su carta giallo avorio molto lucida.
Vi prego di accettare i mie saluti più sinceri e l'espressione della mia ammirazione per il vostro originale talento.
Vostro devoto Alberto Martini
P.S. Sarei estremamente grato se l'editore volesse inviarmi le prove e qualche esemplare del libro.
Zarevich - Domenica, 03 Febbraio 2008, 21:25
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
È davvero interessante. Quello che Valerij Brjussov collaborava con il pittore italiano, non lo sapevo. Queste illustrazioni le vedo per la prima volta. Rispecchiano pienamente lo spirito del simbolismo di Brjussov.
Sono d’accordo con te che la prosa di Brjussov ha un fascino particolare anche se lui era prima di tutto il poeta. La sua poesia, simbolica e affascinante, non ha uguali.
Myshkin - Domenica, 03 Febbraio 2008, 21:49
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Sì, è interessante. Alberto Martini era un illustratore nonché pittore surrealista, nato nel 1876 e morto nel 1954.
Il rapporto tra lui e Brjussov è emerso da una serie di lettere inedite scritte da Alberto Martini a Valerij Brjusov, ritrovate nella sezione manoscritti della Biblioteca Statale Lenin, nell'archivio di Brjusov. Queste lettere, come pure le indovinatissime illustrazioni originali della seconda edizione dell'asse terrestre, sono comprese in questa bella edizione italiana della raccolta di Brjusov, che raccomando caldamente a tutti.
Zarevich - Venerdì, 09 Gennaio 2009, 08:26
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
VALERIJ BRJUSSOV (1873-1924)
Zarevich - Martedì, 03 Ottobre 2017, 13:54
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
VALERIJ BRJUSSOV: OPERE SCELTE IN 7 VOLUMI
ВАЛЕРИЙ БРЮСОВ: СОБРАНИЕ СОЧИНЕНИЙ В 7 ТОМАХ
Casa Editrice «Khudozhestvennaja literatura» Mosca 1973 (Pagine 4020)
Издательство «Художественная литература» Москва 1973
Zarevich - Martedì, 20 Febbraio 2018, 22:07
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Nikolaj Ashùkin Николай Ашукин
Rem Scerbakov Рем Щербаков
«BRJUSSOV» «БРЮСОВ»
Collana: «Vita degli Uomini Eccellenti» (ЖЗЛ: Жизнь Замечательных Людей»)
Casa Editrice «Molodaja Gvardia» Mosca 2006 (Pagine 689)
Издательство: «Молодая гвардия» Москва 2006
L’autore del presente libro Nikolaj Ashùkin (Николай Ашукин, 1890-1972), il poeta, critico letterario e storico della letteratura, nel 1927 preparò per la pubblicazione molti manoscritti di Valerij Brjussov «Dalla mia vita» («Из моей жизни») e «Diari» («Дневники»). Durante tutta la vita Nikolaj Ashùkin studiava l’attività letteraria di Valerij Brjussov. Il presente libro è la biografia del celebre simbolista russo. È un libro unico e eccezionale! È il migliore libro su Valerij Brjussov! Il libro si compone dei molti documenti d’archivio.
Rem Scerbakov (Рем Щербаков, 1929–2003), l’allievo di Nikolaj Ashùkin, continuò a scrivere il libro del suo maestro e lo integrò con i vari materiali.
Zarevich - Lunedì, 20 Maggio 2019, 11:44
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Vassilij Molodjakov Василий Молодяков
«VALERIJ BRJUSSOV» «ВАЛЕРИЙ БРЮСОВ»
«SII MARMO» «БУДЬ МРАМОРОМ»
Collana: «Vita degli Uomini Eccellenti» (ЖЗЛ «Жизнь Замечательных Людей»)
Casa Editrice «Molodaja gvardia» Mosca 2019
Издательство «Молодая гвардия» Москва 2019
Può sembrare strano, ma fino a poco tempo fa non esisteva una biografia completa e dettagliata di Valerij Brjussov. Un poeta della prima fila dei classici russi, uno dei leader del simbolismo russo, merita senza dubbio la massima attenzione, sia da specialisti che da una vasta gamma di lettori. Il libro di Vassilij Molodjakov nella serie «Vita degli Uomini Eccellenti» («ЖЗЛ») colma questo fastidioso vuoto.
La figura di Valerij Brjussov è estremamente curiosa e interessante sia in termini umani che creativi. Il nipote del contadino, il figlio di un mercante, un estetista e maestro letterario, Brjussov incarnava molte caratteristiche della cultura della sua epoca. Tuttavia, nonostante la grande autorità nell'ambiente letterario, l'atteggiamento nei suoi confronti e nei suoi scritti non può essere inequivocabile. La sua scelta con Igor Severjanin divenne ampiamente nota.
Zarevich - Sabato, 09 Gennaio 2021, 12:37
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Valerij Brjussov Валерий Брюсов
«LE ULTIME PAGINE DAL DIARIO DELLA DONNA»
«ПОСЛЕДНИЕ СТРАНИЦЫ ИЗ ДНЕВНИКА ЖЕНЩИНЫ»
Casa Editrice «Azbuka» San Pietroburgo 2017 (Pagine 352)
Издательство «Азбука» Санкт-Петербург 2017
Il leader riconosciuto del simbolismo russo, «profeta» e «mago», il legislatore della moda letteraria, Valerij Brjussov fu una delle figure più importanti dell'età dell'argento. E sebbene nella mente del lettore rimanga, prima di tutto, un poeta, le idee di Valerij Brjussov come scrittore di narrativa colpiscono per la loro ampiezza non meno delle sue opere poetiche, e il suo stile laconico, raffinato e verificato potrebbe servire da esempio di abilità di scrittura. Il libro include le storie e le storie più famose di Valerij Brjussov, scritte in diversi anni della sua vita.
Zarevich - Lunedì, 13 Dicembre 2021, 10:22
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
La prima commedia – «La Rana» («Лягушка»), ha scritto prima di entrare a scuola, e la sua prima raccolta di poesie si chiamava «Capolavori». Possiede uno dei versi più brillanti «Oh, chiudi le tue gambe pallide» («О закрой свои бледные ноги»). Dopo la rivoluzione del 1917, divenne un funzionario pubblico e preparò la Grande Enciclopedia Sovietica per la pubblicazione. Serghej Rachmaninov, Mikhail Gnessin, Aleksandr Grecianinov e Reingold Glier hanno scritto musica per le sue poesie. Il 13 dicembre 1873 nacque uno dei fondatori del simbolismo russo, poeta, scrittore di prosa e drammaturgo, nonché traduttore, critico letterario e storico Valerij Brjussov.
Zarevich - Sabato, 09 Aprile 2022, 13:15
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Valerij Brjussov Валерий Брюсов
«LE ULTIME PAGINE DEL DIARIO DI UNA DONNA»
«ПОСЛЕДНИЕ СТРАНИЦЫ ИЗ ДНЕВНИКА ЖЕНЩИНЫ»
Collana: «Black and White»
Casa Editrice «Arkadia» Mosca 2022 (Pagine 112)
Издательство «Аркадия» Москва 2022
Natalie non riesce a decidere quale dei due amanti preferire come suo futuro marito. La volubile bellezza affida i suoi pensieri al diario, descrivendo in dettaglio i suoi incontri appassionati con l'artista Modest, poi con la studentessa Volodja. Tuttavia, c'è una circostanza scioccante qui: in meno di un paio di giorni, la moglie di Natalie, Victor, è stata schiacciata a morte nella loro testa proprio nella loro casa ...
Zarevich - Martedì, 25 Ottobre 2022, 09:09
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Il 31 ottobre 2022, la prima dell'opera monografica di Vladislava Malakhovskaja «Viandante» («Путник»), scritta per il 150° anniversario della nascita dell'eccezionale scrittore russo Valerij Brjussov, basata sull'omonimo psicodramma, si svolgerà nella Cappella accademica. La performance è dedicata alla memoria del regista Alla Maslovskaja, tragicamente scomparso poco più di un mese prima della prima e non ha avuto il tempo di finire di lavorarci. «Alla Maslovskaja era letteralmente in fiamme con il teatro musicale. Senza di lei questo progetto non si sarebbe potuto realizzare: essendo gravemente malata (non lo sapevamo), ci ha caricato della sua fantasia ed energia, che sembravano inesauribili. La ricordiamo, la amiamo e le dedichiamo questa prima», afferma Vladislava Malakhovskaja, direttore artistico del progetto culturale Petersburg Tradition, membro del Consiglio dell'Unione dei Compositori di San Pietroburgo. La tragedia accompagna questo spettacolo meraviglioso ma sconosciuto. L'autore l'ha scritto appositamente per Vera Komissarzhevskaja, ma l'attrice è morta di tifo poco prima della prima. L'inconsolabile Brjussov non ha accettato la produzione con qualcun altro.
Zarevich - Martedì, 03 Ottobre 2023, 11:57
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
«L’ASCESA DEL FUOCO» «ВЗЛЁТ ОГНЯ»
La mostra «L’Ascesa del fuoco» («Взлёт огня» «The Rise of Fire»), dedicata al 150° anniversario della nascita di Valerij Brjussov, poeta, leader del simbolismo russo, inaugura il 5 ottobre 2023 al Museo dell'Età dell'Argento. La prima sala della mostra racconta la storia della famiglia Brjussov, gli anni universitari del poeta, scrittore di prosa e drammaturgo, il periodo simbolista e il lavoro sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. Anche in questa sala vengono presentate per la prima volta informazioni dettagliate sulle amanti del poeta. La seconda sala è interamente dedicata alla creazione del primo e più famoso romanzo storico di Brjussov, «L’angelo di fuoco» («Огненный Ангел»). La mostra presenta manoscritti, grafica, fotografie, libri autografati e oggetti personali della famiglia Brjussov. Particolare attenzione è stata data al ritratto di Valerij Brjussov, dipinto da Tatjana Gippius, alla collezione di rocce e minerali, al frac del poeta e alla grafica di artisti dell'epoca Art Nouveau. Inoltre, il 5 ottobre 2023, presso il Museo dell'Età dell'Argento verrà inaugurata anche la mostra «La storia della casa di Brjussov». Presenta fotografie di famiglia di Valerij e Ioanna Brjussov, fotografie della casa in diversi anni, nonché oggetti commemorativi della loro collezione, inclusi strumenti di scrittura e quaderni di Nikolaj Filipenko, uno studente della famiglia Brjussov.
Zarevich - Sabato, 07 Ottobre 2023, 16:37
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Vassilij Molodjakov Василий Молодяков
«IL MIO BRJUSSOV» «МОЙ БРЮСОВ»
Pubblicazioni. Articoli
Публикации. Статьи
Casa Editrice «Nestor-Istoria» Mosca 2023
Издательство «Нестор-История» Москва 2023
Nel suo libro, lo storico e bibliofilo Vassilij Molodjakòv, che studia la vita e l'opera di Valerij Brjussov da più di tre decenni, presenta la sua raccolta di materiali manoscritti e pubblicazioni individuali, a vita e postume, testi di Brjussov e su Brjussov in russo e lingue straniere e i suoi articoli su Brjussov, pubblicati nell'ultimo decennio. La pubblicazione del libro è dedicata al 150° anniversario della nascita di Valerij Brjussov.
Zarevich - Martedì, 24 Ottobre 2023, 08:28
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
«ВЗЛЁТ ОГНЯ» «L'ASCESA DEL FUOCO»
Il Museo dell'Età dell'Argento di Mosca, dove si tiene la mostra «L'ascesa del fuoco» («Взлёт огня») dedicata al 150° anniversario di Valerj Brjussov, contiene molti oggetti commemorativi associati al nome di uno dei fondatori del simbolismo - manifesti di dibattiti poetici di anni '20, libri della biblioteca di Brjussov, ritratti dei suoi amici e colleghi. C'è anche un ufficio commemorativo di Brjussov, che per lungo tempo affittò un appartamento in una casa in via Mescianskaja: una grande stanza, incorniciata attorno al perimetro da scaffali e altri mobili di Brjussov - con la scrivania del poeta al centro. Ma i curatori della mostra sono riusciti a realizzare il loro piano - non tanto delineare la biografia del poeta, ma evidenziare le relazioni interne della sua vita e della sua opera - senza invadere l'esposizione principale del museo. I fondi del Museo statale di storia della letteratura russa, di cui fa parte il Museo dell'Età dell'Argento, sono noti per essere inesauribili.
Zarevich - Sabato, 27 Gennaio 2024, 15:27
Oggetto: «VALERIJ BRJUSSOV, UN VERO SIMBOLISTA»
Valerij Brjussov Валерий Брюсов
«LO SPECCHIO DELLE OMBRE»
Poesie scelte
«ЗЕРКАЛО ТЕНЕЙ»
Избранные стихотворения
Casa Editrice «Belyj gorod» Mosca 2024 (Pagine 440)
Издательство «Белый город» Москва 2024
Questa raccolta di poesie selezionate del poeta si chiama «Lo Specchio delle ombre» («Зеркало теней») dal nome del suo libro omonimo (1909-1912). La raccolta comprende le poesie più sorprendenti di 16 dei suoi libri di poesie, che rappresentano l'eredità di Valerij Brjussov.