IL MONUMENTO A PUSHKIN A MOSCA
Al centro della Piazza Pushkinskaja si vede il Monumento ad Aleksandr Pushkin (1799-1837), bellissima opera dello scultore Aleksandr Opekùshin (Александр Опекушин 1838-1923). I fondi necessari alla costruzione del monumento vennero raccolti con una sottoscrizione popolare. Il monumento venne inaugurato nel 1880. Sul basamento si legge: «A PUSHKIN» («ПУШКИНУ»).
Sul lato sinistro del piedestallo invece i seguenti versi di Pushkin:
«Correrà di me voce in tutta la Grande Russia
Слух обо мне пройдет по всей Руси великой,
E ridirà il mio nome ognun nella sua lingua:
И назовет меня всяк сущий в ней язык,
De’ Slavi il fier nipote, il Finno
И гордый внук славян, и финн, и ныне дикой
Ed il Tunguso, or selvaggio, ed il Calmucco delle steppe
Тунгус, и друг степей калмык»
Sul lato destro degli altri versi:
«E a lungo io sarò dal popolo amato
И долго буду тем любезен я народу,
Per aver le virtù con la lira destato,
Что чувства добрые я лирой пробуждая,
Nel secolo mio duro cantato Libertà
Что в мой жестокой век восславил я Свободу
E per reietti invocato Pietà
И милость к падшим призывал»
1836
Aleksandr Pushkin nacque a Mosca e qui trascorse la sua infanzia. Durante tutta la sua vita venne spesso in questa città che amava:
«E spesso, nella sbandata mia vita,
Как часто в горестной разлуке,
nei dolorosi distacchi miei,
В моей блуждающей судьбе,
O Mosca, ho pensato a te!
Москва, я думал о тебе!
O Mosca! … quanto questo suono
Москва... как много в этом звуке
Nel cuore russo ha concorso
Для сердца русского слилось!
E quanti echi reca in sé!
Как много в нем отозвалось!»
Un tempo il monumento si trovava sul lato opposto della piazza, all’inizio del Viale Tverskoj sul quale amava passeggiare il poeta. Nel 1950 il monumento è stato collocato dove la si vede oggi.
Dopo l’inaugurazione del monumento nel 1880 lo scrittore russo Fiodor Dostojevskij fu uno dei primi a deporre fiori a Pushkin. Dopo qualche giorno Mosca festeggiava lo stesso Dostojevskij al quale offrì una corona d’alloro. «Arrivato in piazza Strastnaja (così si chiamava a quel tempo) Dostojevskij con grande fatica alzò l’enorme corona di alloro e la depose ai piedi del monumento del suo «grande maestro» e si inchinò profondamente …» - ricorda la moglie dello scrittore.