Bene! Sono molto contento per la mostra di Dejneka nella mia città
Sarebbe anche ora di cominciare a rivalutare l'arte del realismo sovietico, che fu mera propaganda di regime esclusivamente nei casi meno felici ma ha saputo dare anche dei capolavori ispirati. Sfruttando il momento favorevole, spero che ci saranno molte altre iniziative, per far conoscere agl'italiani l'arte della Russia. Infatti i russi già conoscono ed apprezzano la cultura italiana; per gl'italiani invece, tranne certa musica, il balletto ed un ristretto numero di letterati, che sarebbe impossibile ignorare, purtroppo la cultura russa è una grande sconosciuta. Quella degli scambi culturali tra Russia ed Italia si potrebbe definire la lunga storia di un amore mal corrisposto (da parte degl'italiani) e forse, in questa circostanza, si potrà cominciare ad aggiungere un capitolo nuovo.
Ciao a tutti, Vincenzo
Ho trovato quest'
articolo, che descrive le iniziative bilaterali per il 2011. Il giornalista però fa delle riflessioni superficiali e irritanti; avrà visto distrattamente il ritratto di Stalin (ma è apparso il 9 maggio o il 1 maggio?)
, senza minimamente preoccuparsi di ascoltare le dichiarazioni, che Medvedev ha rilasciato a proposito della figura del leader storico dell'URSS,
che il popolo russo non potrà mai perdonare, nonostante l'indubbio merito di aver condotto il suo paese alla vittoria nella Grande Guerra Patriottica. Vi chiedo scusa per questo fastidio, ho comunque preferito proprio quest'articolo perché contiene il programma più completo, che abbia trovato nella rete. Mi sembra, che ormai tutto sia stato organizzato già. Avevo accennato al Principe Myshkin l'idea di raccogliere le nostre proposte, da sottoporre a chi di dovere (o almeno provarci); mi sembra però, che sia troppo tardi.
Ciao a tutti, Vincenzo
È fatta. Dopo un intenso lavoro tra le due parti, tutto è pronto per l’anno di celebrazioni dell’amicizia italo-russa, scandito, sin da gennaio, da un fitto calendario di appuntamenti.
Tra i più importanti, Caravaggio e Botticelli al museo Pushkin di Mosca, oltre a Giotto e Antonello da Messina e i grandi maestri del ’900 in altri importanti spazi cittadini. Le famose uova Fabergé viaggeranno lungo la penisola, il tesoro del Cremlino sarà al Pitti di Firenze.
Il Belpaese, inoltre, sarà rappresentato a Mosca e San Pietroburgo dalla compagnia del Piccolo Teatro di Milano, che, a sua volta, ospiterà il Balletto del Bolshoi e il Teatro Taganka. Insomma, eventi, mostre, concerti, spettacoli per tutti i gusti, inseriti in un proficuo scambio di ricchezze tra l’uno e l’altro territorio. Ma non solo. Sono previsti anche stage per i giovani e l’apertura a Roma di un Centro russo di scienza e cultura.
Un anno intero, insomma, che Italia e Russia trascorreranno a braccetto, per consolidare in pompa magna, com’è nell’intento di entrambi i Paesi e per la prima volta in maniera così varia e completa, quei legami culturali reciproci che sembrano perdersi nella notte dei tempi. O almeno si fanno risalire a cinque secoli fa.
L’opportunità, allora, è da cogliere al volo, magari immaginando di indossare di nuovo i panni di quella schiera di architetti italiani, capitanata da Bartolomeo Rastrelli che trasformò San Pietroburgo e altre importanti città russe, Odessa per tutte, nelle splendide località che sono oggi. O di guardare lo Stivale con gli occhi dei pittori Kandinsky, Vrubel o Jawlensky, residenti a lungo in Liguria.
In quanti, poi, sanno che il simbolo di Mosca, il Cremlino, fu progetto e realizzato a partire dal 1474 dall’architetto italiano Ridolfo Fioravanti? Anche se il primo italiano a mettere piede nella capitale russa fu, prima di mastri e costruttori del tempo di Ivan il Grande (1440-1505), un fonditore di campane, che prese il nome di Boris.
Questi lacci di storia e cultura così stretti sono stati ufficialmente messi nero su bianco nell’accordo intergovernativo del 1998 e permettono ancora oggi lo sviluppo di programmi bilaterali di scambio culturale tra Italia e Russia e viceversa. Così, è in questo humus che sboccia l’Anno 2011, ai nastri di partenza.
L’antipasto della kermesse è stato servito il 20 dicembre con l’esposizione dei presepi della Reggia di Caserta al Cremlino (fino al 29 marzo), mentre c’è trepidante attesa attorno al grande evento inaugurale: dal 20 gennaio a Roma si potrà visitare la mostra dedicata a Aleksandr Dejneka, uno degli esponenti più originali del realismo sovietico, ribattezzato il Guttuso russo.
A chiudere il gemellaggio, a dicembre 2011, il balletto del Teatro alla Scala e il “Requiem di Verdi” dell’orchestra scaligera, di scena al Bolshoi di Mosca nella prima esibizione di stranieri dopo il restauro del tempio moscovita della danza. Nel frattempo, riflettori accesi anche su lirica e scienza e altre eccellenze.
L’intento è «di allargare i rapporti: tutta la Russia è interessata dall’anno della cultura», ha ribadito il ministro della Cultura italiano Sandro Bondi. In particolare, gli ha fatto eco il collega russo Alexander Avdeev, «si cercherà di rafforzare e sviluppare i legami diretti tra 10 regioni russe e altrettante italiane, per incentivare l’attività creativa di giovani attori e pittori, poeti e scrittori».
Una chicca in calendario è, tra l’altro, il gemellaggio tra scacchisti. A siglarlo saranno una repubblica caucasica sul mar Caspio e Marostica (Vicenza), dove ogni anno si ripete in piazza la tradizione della partita vivente a scacchi.
«Ci sono tutte le premesse – ha commentato il ministro degli Esteri Franco Frattini il 2 dicembre a Sochi - perché l’Anno si riveli un successo. Ciascun Paese avrà anche modo di far conoscere e apprezzare le proprie eccellenze».
Tra le sorprese, inoltre, uno spettacolo con un regista russo di 92 anni che metterà in scena un testo del coetaneo italiano, il poeta e sceneggiatore Tonino Guerra, che ha ricevuto la laurea honoris causa a San Pietroburgo.
Ma i rapporti solidali tra Italia e Russia non si esprimeranno solo con i numerosi eventi culturali. Due gioielli architettonici dell’Aquila, sfregiati dal terremoto del 6 aprile 2009, il Palazzo Ardinghelli nel centro del capoluogo abruzzese e la chiesa di San Gregorio Magno nell’omonimo paesino, saranno riportati al loro splendore grazie al contributo degli esperti della Federazione russa. Anche questo può servire a non spezzare quel sottile filo rosso che unisce da sempre Italia e Russia.
L'aticolo di Russia OGGI
In quanti, poi, sanno che il simbolo di Mosca, il Cremlino, fu progetto e realizzato a partire dal 1474 dall’architetto italiano Ridolfo Fioravanti?
Bisogna specificare, ad onor del vero, che l'architetto italiano Ridolfo "Aristotele" Fioravanti, non progettò il Cremlino, ma la nuova cattedrale dell'Assunzione, a immagine e somiglianza della cattedrale dell’Assunzione della città di Vladimir.