«ГЕРКУЛЕС», оратория Генделя
L’epoca del barocco musicale, lo stile tanto fastoso e splendido tanto contrastante, sarà presentata il 16 gennaio 2013 alla Sala filarmonica «CIAJKOVSKIJ» di Mosca. Ci sarà presentato l’Oratorio di Georg Friedrich Händel «HERCULES» («ГЕРКУЛЕС»).
«HERCULES» è il lavoro di Händel che è definito come un «Musical Drama» profano. Venne messo in scena il 5 Gennaio 1745. Il librettista è il reverendo Thomas Broughton, che ha mescolato Sofocle ed Ovidio nella propria fantasia. l'«HERCULES» è il culmine sommo del dramma musicale tardo barocco. Per il testo di Broughton, Händel compose 25 arie, di cui 14 con il da capo, e 11 senza, 2 duetti e 8 cori, intercalati da recitativi sostanzialmente brevi ed intensi ariosi: non di meno sono presenti anche brani strumentali, oltre l'Ouverture (Maestoso-Allegro-Minuetto), una marcia e 2 sinfonie.
Alla presentazione scenica prendono parte i vocalisti:
Ann Hallenberg (mezzosoprano) Svezia
Romina Basso (contralto) Italia
Lucy Crowe (soprano) Gran Bretagna
Ivan Ludlow (baritono) Gran Bretagna
Orchestra da Camera di Mosca «Musica Viva» diretta da Aleksandr Rudin
Complesso vocale «Intrada» («Интрада»)
Direttore d’orchestra: Christopher Moulds (Gran Bretagna)
«HERCULES», oratorio di Händel
Trama
Dejanira è triste, proprio come Penelope, attende il marito che da oramai molto tempo non ritorna dopo esser andato a sostenere le guerre fuori dalla Tracia. Queste negative sensazioni sono rafforzate dall' araldo Licah e dal proprio figlio Illo; gli stessi sacerdoti non riescono a confortarla: danno Ercole per morto, per cui si intona un vigoroso canto funebre. Illo decide di uscire questo limbo di incertezze, volgendo il piede verso terre straniere in cerca del padre Ercole; ecco però che un araldo annuncia il ritorno dell'eroe vittorioso, e carico di un ricco bottino, fra cui c'è la bella Iole, principessa di Ecalia, col suo seguito di ancelle. Il tono cambia, il popolo esulta e si rallegra, e tutti sembrano poter tornare alla tranquilla vita domestica. Iole è affranta dalla morte del padre, ucciso da Ercole, e dal fatto di esser ridotta in ceppi; Dejanira invece vede in lei una rivale, non vedendo che altri funesti pensieri tormentavano il suo animo. Iole dunque si proclama innocente dalle accuse di adulterio, ma questo induce Dejanira invece a credere Ercole sempre più colpevole. Interviene il coro per mettere in guardia dai pericoli della gelosia, ed Illo intanto si dichiara innamorato di Iole. Il coro commenta l'importanza della fede nell'amore, che è il dono più grande della vita. Iole però respinge Illo; Dejanira accusa Ercole, che preso in contropiede, respinge le accuse con manifesta leggerezza, cosa che invece viene presa come una confessione di colpa da parte della moglie. Il centauro Nesso, fornisce a Dejanira un abito magico, che, se viene indossato da Ercole ha le proprietà di riaccende l'amore. Licah viene così incaricato di consegnarlo ad Ercole, quale simbolo del perdono di Dejanira. Nesso, ferito però a morte da Ercole, si vuole vendicare e così il vestito, anzichè far rigermogliare l'amore, avvelena chi lo indossa; Ercole si veste di tale dono e muore, maledicendo Dejanira: allora le Furie insorgono per perseguitarla, mentre Iole trabocca di compassione per al sorte dei suoi nemici. Ma nell'epilogo barocco, la fine non può che esser gioiosa, ed ecco che Ercole sale nell'Olimpo, e Giove ordina il matrimonio della giovane coppia (Iole ed Illo) ed un coro finale esalta tutto e tutti.
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Zarevich