«Italiani in Russia: si può essere amici in questa epoca?» di Marinella Mondaini
Dopo la mia partecipazione al programma televisivo su Rossija 1 a Mosca sono stata attaccata da chi non tollera le altrui opinioni e reagisce con notizie infondate e denigratorie, che non rispecchiano la realtà.
Non la rielaborazione tendenziosa della verità, ma la rappresentazione scrupolosa, equilibrata e soprattutto corretta dei fatti e delle opinioni dovrebbe essere l’unica guida per chi scrive, ciò andrebbe a beneficio della società per contrastarne la polarizzazione e prevenire l’odio.
Un sentito ringraziamento ai giornalisti della “Literaturnaja Gazeta” che hanno scritto un articolo esaustivo, di cui riporto la mia traduzione in italiano. (M.M.)
Ecco l’articolo:
«ITALIANI IN RUSSIA E A CASA»
Si può essere amici e collaborare nell’epoca dei cambiamenti? Di Vladimir Suchomlinov
Il programma televisivo dedicato all’Italia di Andrei Malachov è stato interpretato dal giornale on line “Open” - a modo suo.
Alla vigilia del “vecchio Nuovo anno”, il 12 gennaio, il conduttore televisivo Andrei Malachov nel suo programma sul canale “Rossja 1” ha allietato il pubblico (si può a ragion veduta usare questo verbo) con una trasmissione non del tutto usuale. Mentre davanti ai nostri occhi letteralmente vengono spezzati i legami e non si abbassa la tensione fra Russia e molti paesi d’Europa, Malachov con la sua squadra ha deciso di raccontare degli italiani, più precisamente dell’amicizia che intercorre fra le persone dei nostri paesi. Tra i protagonisti del programma c’era Marinella Mondaini, scrittrice, autore della “Literaturnaja Gazeta”. Da tempo vive con la famiglia in Russia, ma non ha spezzato i legami con l’Italia.
Al programma hanno partecipato Eliseo Bertolasi, che ha girato un documentario veritiero sul Donbass, Ennio Bordato che ha parlato in video collegamento e Anna Tuv, presente in studio. Il filantropo e imprenditore italiano ha aiutato Anna a tornare alla vita piena grazie al dono di una protesi unica. Ennio ha aiutato non solo Anna, ma anche altri russi. Nel corso del programma, dove hanno preso parte anche altri ospiti - italiani, russi, ucraini, sono state messe in onda le interviste fatte in Italia, nel Donbass, a Mosca. Gli autori della trasmissione e i protagonisti stessi con esempi concreti, hanno mostrato in modo sincero ed emotivo che cosa lega italiani e russi e come le persone si sforzano di aiutarsi a vicenda, in barba agli scontri politici e ai tentativi di far litigare i popoli, perfino di metterli l’uno contro l’altro.
Sembrerebbe che non dovremmo fare altro che rallegrarci per questa bella trasmissione, fatta in nome dell’amicizia e della collaborazione fra Russia e Italia! Enorme è stata l’emozione provata da tantissimi telespettatori, così come da me e davvero c’è bisogno di più trasmissioni così concepite, ma ahimè, non è trascorso nemmeno un giorno che sono apparse reazioni rabbiose. Immediatamente il giorno dopo la trasmissione di Malachov, il canale ucraino “Ucraina Live” ha prodotto un video inserendovi l’opinione, espressa da Marinella Mondaini, secondo cui in Italia spesso viene data un’informazione distorta sul Donbass. A ciò è stato fatto seguire un commento in lingua ucraina: “Malachov ha trovato attori russi a buon mercato – italiani che si sono trasferiti nella repubblica di Lugansk. Gli “stranieri”, felici, hanno raccontato come vivono bene lontano dai valori europei” (la parola stranieri è virgolettata, come da testo ucraino)
E’ possibile che tutte queste ipotesi sugli “attori” e gli scontorcimenti del pensiero siano la spia di quanto al canale “Ucraina Live” si sia bagnata la polvere nella fiaschetta, se le forze vengono spese per una bugia così primitiva? Ma tralasciamo di indovinarlo. Tuttavia, i giornalisti ucraini di Kiev a quanto pare hanno dei sostenitori in Italia. Fra loro per esempio l’autorevole sito “Open”, che si definisce un sito “anti fake news”, cioè per mezzo del “Fact Checking” stabilisce se una notizia è vera o falsa verificandone il contenuto. Ora, il fatto è che “Open” ha preso l’informazione pubblicata da “Ucraina Live” come vera, l’ha tradotta in italiano e l’ha condita con un pochetto di propria fantasia su Marinella Mondaini, cosa di cui la diretta interessata si è meravigliata molto. E così nel testo del sito Open una menzogna si sovrappone all’altra: Marinella è stata inserita tra gli oppositori alla vaccinazione contro il Covid e come giornalista avrebbe “spesso condotto attacchi contro i vaccini su “L’Antidiplomatico”. Del fatto che questa è un’insolente menzogna è facile sincerarsi leggendo i suoi articoli pubblicati sul suddetto sito. Non ha negato la presenza del virus, non ha mai detto o scritto nulla contro la vaccinazione. Ma la ciliegina sulla torta confezionata da Open, è la notizia, secondo cui Marinella prima viveva a Mosca, ma poi insieme a un altro italiano si è trasferita a Lugansk, “dove hanno iniziato una nuova vita”. In realtà Marinella l’italiano indicato l’ha visto per la prima volta nello studio televisivo di Malachov, e sebbene sia stata diverse volte nel Donbass, a Donec’zk, non è mai stata a Lugansk e inoltre vive tuttora a Mosca. Poi Open sprofonda in uno dei “cavalli di battaglia” più amati e usati da molti mass media italiani, asserendo che Marinella è impegnata nella diffusione della propaganda del Cremlino (e contro tale stereotipo, oramai divenuto di cemento armato, chi ha la forza di opporsi??) Quello che fa infuriare particolarmente gli smascheratori è una delle opere, scritte da Marinella, intitolata “Il Donbass vive e vivrà”, in cui l’autrice concorda (ma come ha osato??) con la “versione del Cremlino”, tanto che la regione dei minatori, il Donbass, è definita “indipendente da Kiev”.
Ma “ancora più eclatante è la sua visione sul massacro di Bucha, che ha descritto come un cinefantasy di Kiev” (oh, questo è davvero imperdonabile!!) Insomma gli smascheratori hanno ammucchiato tutto il possibile, mescolando ciò che è stato a ciò che non è stato.
Ma Marinella è abituata a questo. Un po' di tempo fa, un certo sito Butac, che per sua affermazione “lotta contro le bufale, la mistificazione e la disinformazione”, ha pubblicato un articolo sulla base di un’intervista che la scrittrice ha rilasciato a un giornalista dei paesi baltici, pubblicato in lingua russa.
Nella traduzione e composizione dell’articolo, il redattore del sito che è italiano e che non sa il russo, è stato aiutato, ne evinciamo, da un ucraino e alla fine ne è uscita una completa distorsione dei fatti. Per esempio si sostiene che Marinella ha scelto di lasciare l’Italia perché “è diventata un brutto posto in mano ai migranti”, quindi si dà da intendere che sarebbe fuggita in Russia perché odia i migranti (i migranti costituiscono un altro “cavallo di battaglia” che viene usato contro coloro che non si sottomettono alla posizione ufficiale dell’Ue). Ma la cosa principale è un’altra, Marinella vive a Mosca ancora dai tempi dell’Unione Sovietica, quando ancora non era stato pensato nessun flusso di migranti in Europa! La tecnica dell’inganno viene sperimentata da molto tempo: come base si prende un testo o un fatto, si cambiano alcune parole, si travisano oppure vengono interpretati liberamente opinioni e cose dette e come risultato esce fuori ciò che una persona non ha mai detto! E come si potrebbe discreditare con ancora più successo una persona?
Marinella mi ha raccontato, adducendo fatti reali, che in Italia la politica di denigrazione della Russia e del suo leader non è stata abolita da nessuno, il governo italiano indipendentemente dalla sua composizione, conduce la politica di “Uniti con l’Ucraina!”. Perciò non ci si deve meravigliare che abbiano invitato Zelenskij all’imminente festival di Sanremo. Sicuramente le decine di migliaia di firme raccolte contro, non sarebbero nemmeno prese in considerazione, sebbene ancora 3 o 4 anni fa, quasi nessuno avrebbe accolto con favore l’uso così palese di un festival musicale per scopi politici.
Certo, tutti noi stiamo attraversando un momento difficile. In molti paesi europei vige il fenomeno della “cancellazione della cultura russa”, sulla testa delle persone viene riversato un vagone di bugie sulla Russia e sui russi, cosa che è evidente anche nella vicenda di Marinella Mondaini. Da noi a volte si sentono fare discorsi, anche sui canali più popolari e nei social, che dobbiamo isolarci dall’Europa e che gli europei fanno solo finta di rispettare la cultura russa, di apprezzare i nostri classici ma in realtà, nel più profondo dell’anima, ci hanno sempre considerato come persone di seconda classe. Mi sembra che sia l’una che l’altra, siano esagerazioni, suonano tristemente come frustate. C’è un esempio virtuoso: la nuova stagione al famoso Teatro alla Scala di Milano è iniziata con i classici russi, con l’opera “Boris Godunov”. Ma appunto si tratta piuttosto di un’eccezione. Il concerto in programma il 28 dicembre 2022 della bravissima pianista Valentina Lisitsa al teatro La Fenice di Venezia è stato annullato perché, come scrive il giornale “Il Corriere del Veneto”, l’artista “aveva posizioni pro Putin” e l’annuncio del concerto ha sollevato reazioni infiammate, tensioni e polemiche sui social. Ma lo scandalo è iniziato con il tweet di un’attivista ucraina, Maria Kramarenko: “Valentina Lisitsa si prepara a dare un concerto nel prestigioso teatro “La Fenice” a Venezia. La pianista è famosa per le sue posizioni pro Putin e ha perfino dato un concerto il 9 maggio nella Mariupol occupata”. Ecco è bastato questo ed è partito tutto. Il concerto è stato annullato praticamente a causa di una denuncia tendenziosa, senza approfondirne né la sostanza, né i dettagli. Dalla paura che potesse succede qualcosa.
Il 30 dicembre 2022 il teatro di Milano “Arcimboldi” ha annunciato la cancellazione del balletto “Rasputin - Dance drama”, in programma il 28 e 29 gennaio 2020, con la partecipazione di Serghej Polunin. Perché? Perché il ballerino è totalmente “filo russo ed estimatore di Vladimir Putin” E tali prove sono ormai sufficienti per mettere in dubbio la necessità di ospitare sulla scena anche un grande talento. Ecco come appare oggi la libertà di parola e di pensiero nella patria della democrazia europea, che nella sua moderna concezione trae origine proprio dall’antica Grecia e dall’antica Roma. Ma ora si scopre che se tu valuti qualcosa a tuo modo, si può cancellare il tuo spettacolo, il concerto, gettare un’ombra sugli artisti, sulla cultura russa.
Sullo sfondo di un quadro così contraddittorio dell’interazione culturale e umanitaria, il programma di Andrej Malachov, riunendo in un’unica sala italiani e russi, ha confermato che tutti loro non hanno bisogno della discordia fra i nostri Paesi. Non parlo poi del fatto che in Russia continua a risuonare nell’etere e sui palcoscenici la musica dei compositori occidentali, vengono messe in scena le opere di autori immortali europei e americani, nessuno vieta la vendita dei libri di Hemingway o Garcia Lorca, così come la proiezione di eccellenti film italiani e francesi con gli attori preferiti. Un approccio diverso da questo si sembrerebbe ingiusto e innaturale. Così come non rifiuteremo la pizza o il buon vino italiano. Per quanto riguarda l’Europa, col tempo sicuramente si riprenderà dalla sbornia e qualcuno proverà persino vergogna.
(fonte: https://www.lantidiplomatico.it/det...in_questa_epoca