Oggetto: «PIETRO IL GRANDE ossia LO ZAR DELLE RUSSIE»
«PIETRO IL GRANDE ossia LO ZAR DELLE RUSSIE» di Gaetano Donizetti
«ПЁТР ВЕЛИКИЙ - ЦАРЬ ВСЕЯ РУСИ» Гаэтано Доницетти
Opera comica «a la russe».
Libretto di Gherardo Bevilacqua-Aldobrandini.
Regia di Jurij Aleksàndrov (Юрий Александров)
Rappresentata per la prima volta al Teatro San Samuele di Venezia il 26 dicembre 1819., cadde in seguito nel dimenticatoio, fu recuperata solo il 27 maggio 2003 per la riapertura del Teatro «Opera di San Pietroburgo» («Санктъ-Петербургъ Опера»).

Lo spettacolo «Pietro il Grande» («Пётр Великий») ha una grande importanza nel destino del Teatro «Opera di San Pietroburgo». Con questo spettacolo è cominciata la nuova tappa del teatro nella palazzina del Barone von Derwiz a Pietroburgo. E inoltre la Prima pietroburghese nel 2003 è diventata una sensazione musicale. Il fatto è che la partitura dell’opera scritta dal giovane compositore, sparì senza lasciar traccia dopo l’incendio al teatro La Fenice (1823). Dell’opera si perse memoria per 180 anni.
Il regista e il fondatore del Teatro «Opera di San Pietroburgo» Jurij Aleksandrov ha aperto di nuovo quest’opera comica di Donizetti. Il regista ha dovuto svolgere un'indagine «poliziesca» in ricerca della partitura sparita. Sono stati tirati dalla sua parte il Teatro Donizetti a Bergamo, il Teatro La Fenice e la fondazione e Casa Editrice della Casa Ricordi che possiede i diritti d'autore della musica di Donizetti. In seguito al lavoro scrupoloso che è durato tre anni, i frammenti della partitura che erano sparpagliati per tutta l’Italia, sono stati ricomposti.
L’intrigo amoroso-politico in cui partecipa la coppia imperiale russa, non pretende alla verosimiglianza storica, però fornisce il pretesto dell’ironico atto teatrale con gli imprevedibili colpi del soggetto.
La musica di Donizetti è graziosa e melodica ed anche piena di inventiva. La fantasia del regista riesce a riconciliare situazioni sceniche che non hanno nessuna connessione con la storia russa.
«Il falegname di Livonia, ossia Pietro il grande, Zar delle Russie» è un'opera semiseria (melodramma burlesco) in due atti.
L'aneddoto del giovane zar Pietro I il Grande, recatosi in Europa in incognito, impiegato come semplice manovale in un cantiere navale ha avuto una grande fortuna nel mondo dell'opera. Oltre, infatti, alla celebre opera di Albert Lortzing «Zar und Zimmermann» (1837), ha ispirato Grétry («Pierre le Grand», 1790), Meyerbeer («L'étoile du Nord», 1854) e Donizetti in due occasioni: ne Il falegname di Livonia e, successivamente, ne Il borgomastro di Sardaam (1827).
Sarebbe utile dire un paio di parole sul Teatro stesso. È il Teatro Musicale da Camera che fu fondato a Leningrado nel 1987 dal celebre regista operistico Jurij Aleksandrov. Prima il teatro si chiamava Theater St.Petersburg Chamber Opera, ma poi cambiò il suo nome ed ora si chiama «Opera di San Pietroburgo» («Санктъ-Петербургъ Опера»). A lungo il Teatro non aveva il proprio edificio e «andava ramingo per il mondo» ma poi finalmente acquistò la sua Casa che diventò la palazzina del Barone von Derwiz che si trova nel centro di Pietroburgo in via Galernaja, 33 (Улица Галерная,33). L’apertura dell’edificio restaurato si è svolta nel Giorno di San Pietroburgo, il 27 maggio 2003. Il primo spettacolo sul nuovo palcoscenico del Teatro «Opera di San Pietroburgo» («Санктъ-Петербургъ Опера») è stato il melodramma di Gaetano Donizetti «Il falegname di Livonia, ossia Pietro il grande, Zar delle Russie» («Пётр Великий - Царь всея Руси, или же Плотник из Ливонии»). È un'opera semiseria (melodramma burlesco) in due atti, su libretto del marchese Gherardo Bevilacqua-Aldobrandini, rappresentata per la prima volta al Teatro San Samuele di Venezia il 26 dicembre 1819.
SITO UFFICIALE DEL TEATRO «OPERA DI SAN PIETROBURGO»
www.spbopera.ru

I PERSONAGGI:
Pietro il grande, zar delle Russie (basso-cantante)
Caterina, imperatrice Sua consorte (soprano)
Carlo Scavronskij, falegname di Livonia (tenore)
Madama Fritz, locandiera (soprano)
Annetta Mazeppa, amica della locandiera (soprano)
Ser Cuccupis, magistrato (baritono buffo)
Firman-Trombest, usuraio (baritono buffo)
Hondediskij, capitano moscovita (tenore)
Villici, sindaci, corrieri, seguito dello zar, streltsy.


TRAMA
La vicenda si svolge in una ricca e popolosa città della Livonia.
Atto I
Veduta della città e in particolare del palazzo del giudice, all'alba. A destra sortono vari rustici con archi e frecce disponendosi per la caccia, predominante gusto di quegli abitanti. A sinistra vari soldati russi con Hondediskij. Carlo sta lavorando al suo banco da falegname. Dippoi: in ultimo Firman dalla strada.
Un giovane falegname di nome Carlo ama Annetta, giovane orfanella amica di Madama Fritz, proprietaria di un albergo nella provincia della Livonia. Egli litiga con un usuraio, Firman-Trombest, per una collana che ella ha dato in pegno. Vengono interrotti dall'arrivo di due stranieri dall'aspetto molto importante, che in seguito si riveleranno essere lo zar Pietro il Grande e la sua consorte, l'imperatrice Caterina, che sono alla ricerca di un fratello della zarina, originaria della Livonia, scomparso da anni.
Pietro interroga Carlo sulla sua famiglia, ma le risposte del giovane non sono soddisfacenti e fra i due scoppia un litigio, tanto che Pietro lo minaccia. Il magistrato della città, Ser Cuccupis, personaggio pomposo e ridicolo, litiga anche con lui con Pietro e minaccia di denunciarlo allo zar. Pietro si fa allora passare per un grande ufficiale del sovrano, Aleksandr Mènshikov, il che contribuisce a rabbonire il magistrato, che mette Carlo in prigione. Madama Fritz mostra una vecchia lettera trovata addosso a Carlo quand'egli fu trovato bambino, che rivela che il giovane è figlio di Carlo Scavronski, gentiluomo della Livonia morto al servizio della Svezia, e che aveva una sorella che tutti credono essere morta durante il saccheggio di Magdeburgo. All'udire ciò, Caterina perde i sensi, fra lo stupore generale.

Atto II
Appartamento del magistrato. La notte è avanzata.
Madama Fritz si presenta dal magistrato e cerca di ottenere il rilascio di Carlo, ma senza successo. Ma lo zar, convinto ormai che si tratti del fratello della zarina, interviene: Carlo viene liberato, e presenta Annetta ai suoi benefattori, di cui ancora ignora l'identità, avvertendoli però che lo zar non dovrà mai trovarla, poiché ella è la figlia del suo nemico Ivan Mazeppa. Saputo però che costui è morto, lo zar perdona Annetta. A questo punto il capitano delle guardie rivela l'identità di Pietro al magistrato; quest'ultimo cerca allora di rientrare nelle grazie del sovrano per ottenere una promozione, ma Pietro lo respinge. Carlo, riconosciuto dalla sorella, viene reso nobile dal cognato e autorizzato a sposare Annetta. Il popolo acclama a gran voce la coppia imperiale per la sua generosità.

 

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Oggetto: «PIETRO IL GRANDE ossia LO ZAR DELLE RUSSIE»
«ПЁТР ВЕЛИКИЙ ИЛИ НЕВЕРОЯТНЫЕ ПРИКЛЮЧЕНИЯ РУССКОГО ЦАРЯ»
«PIETRO IL GRANDE O LE INCREDIBILI AVVENTURE DELLO ZAR RUSSO»

Il «Teatro dell'Opera di San Pietroburgo» ha portato a Mosca l'opera di Donizetti, che non era mai stata rappresentata in nessun'altra parte del mondo. Grande estimatore della musica del grande italiano Gaetano Donizetti, il regista di San Pietroburgo Jurij Aleksandrov ha messo in scena 7 delle sue opere sui palcoscenici russi e stranieri in diversi anni. Fu il primo a mostrare le opere di Donizetti «Il Campanello» e «Rita» in Russia. 17 anni fa, in occasione del 300° anniversario della nativa Pietroburgo, Jurij Aleksandrov ha messo in scena l'opera «Pietro il Grande o le incredibili avventure dello zar russo» («Пётр Великий или невероятные приключения русского царя»). Ed è diventato l'unico regista russo a mostrare il capolavoro di Donizetti. Il compositore ha scritto il pezzo all'età di 22 anni. E dopo un incendio nel teatro italiano La Finice, la partitura dell'opera è scomparsa. Alla ricerca di appunti, il regista ha condotto una vera indagine investigativa: l'ha raccolta in frammenti per tre anni. L'opera è stata scritta nel 1819. L'azione si svolge in una città livoniana sulla costa baltica, recentemente riconquistata da Piotr dalla Svezia. Dove l'imperatore e sua moglie Caterina vanno alla ricerca di suo fratello. Tutta la storia del compositore italiano è finzione. Ma ti permette di dare uno sguardo nuovo ai personaggi storici. Anche le spiritose battute musicali di Donizetti aiutano a rivelare le immagini. Dopo la prima di San Pietroburgo per decisione dell'Accademia Italiana di Musica, l'opera «Piotr il Grande o le incredibili avventure dello zar russo», considerata irrimediabilmente perduta, è ora inclusa nel registro delle opere di Gaetano Donizetti.

 
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«PIETRO IL GRANDE ossia LO ZAR DELLE RUSSIE»
Gaetano Donizetti è noto agli amanti dell'opera come l'autore di «Lucia di Lammermoor», «L'elisir d'amore» e «Don Pasquale». Tuttavia, poche persone sanno che una delle prime opere del compositore italiano di 22 anni era un'opera su Pietro I, scritta sulla trama allora popolare dell'opera di Alexander Duval. L'opera «Pietro il Grande, lo zar russo o il falegname di Livonia» fu rappresentata al Teatro veneziano di San Samuele nel 1819. Nel 1823 la partitura dell'opera scomparve dopo un incendio al Teatro La Fenice. Direttore artistico e fondatore del Teatro dell'Opera di San Pietroburgo, l'artista popolare della Federazione Russa Jurij Aleksandrov ha riscoperto questo capolavoro al mondo. Il regista ha dovuto condurre una vera e propria indagine alla ricerca della partitura mancante. Sono stati attratti il Teatro Donizetti di Bergamo, il teatro veneziano «La Fenice», la casa editrice «Case di Ricordi», che detiene i diritti sulle musiche del compositore. L'azione dell'opera si svolge in una città della Livonia sulla costa baltica, conquistata non molto tempo fa da Pietro il Grande dalla Svezia. L'intrigo amoroso-politico dell'opera, a cui prendono parte la coppia incoronata russa Pietro il Grande e Caterina la Prima, non pretende di essere plausibile, ma dà luogo a un'azione ironica condizionale-giocosa piena di imprevedibili colpi di scena.

 

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