«RODRIGUE ET CHIMÈNE» di Claude Debussy (1862-1918)
Libretto di Catulle Mendès
Opera in tre atti

L’8 dicembre 2011 a San Pietroburgo per la prima volta sarà presentata l’opera lirica di Claude Debussy «RODRIGUE ET CHIMÈNE» («Родригес и Химена») sotto la direzione del maestro francese Daniel Kavka. Ben noto che Debussy ha solo un opera lirica «Pelléas et Mélisande». Lavoro giovanile cresciuto a ridosso dei Cinq poèmes da Baudelaire e presto accantonato dall’autore stesso a favore del «Prélude à l’après-midi d’un faune», l’incompiuto «Rodrigue et Chimène» ha patito molto del mancato approdo a una pubblicazione. «Rodrigue et Chimène» non è certamente una pietra miliare nel percorso artistico di Debussy, ma non è nemmeno un brogliaccio fallimentare. L’autore non ha ultimato la strumentazione, ma, fatte salve alcune circoscritte lacune, ha imbastito l’intero libretto almeno fino allo stadio dell’abbozzo. I manoscritti hanno curiosamente trovato destini differenti: il primo atto, infatti, è rimasto a Gabrielle Dupont fino a quando lo rilevò da lei Alfred Cortot, mentre i restanti atti erano in possesso della famiglia di Debussy. Il soggetto (desunto nientemeno che dal «Cid», contaminando però liberamente il dramma di Corneille con le fonti medievali rifuse all’inizio del Seicento in due nuovi poemi da Guillen de Castro) non era effettivamente di una pasta che potesse entusiasmare Debussy. Il definitivo completamento della partitura è avvenuto a opera del compositore russo Edison Denìssov (Эдисон Денисов). La prima rappresentazione assoluta ha coinciso con l’inaugurazione del nuovo Teatro dell’Opera di Lione, e ha di poco preceduto la recente incisione discografica. Proprio all’orchestrazione di Edison Denìssov l’opera «Rodrigue et Chimène» sarà presentata al pubblico russo in esecuzione dell’Orchestra Sinfonica della Filarmonica di San Pietroburgo diretta dal maestro francese Daniel Kavka.
Solisti franco-russi: Karen Vourch – soprano
Sebastian Droid – tenore
Francois Le Roux – baritono
Pierre-Yves Pruvot - baritono

Galina Sidorenko – mezzosoprano
Stanislav Leontjev – tenore
Nikolaj Jemtsov – tenore
Nikolaj Kamenskij – basso
Coro del Teatro Mikhajlovskij

«Rodrigue et Chimène»
ATTO PRIMO: Presso il castello di Gormaz. Rodrigue ama Chimène, figlia di Don Gomez de Gormaz; i due giovani hanno fissato un convegno notturno, su cui vegliano Don Hernán (fratello di Rodrigue) e Inèz, dama di compagnia di Chimène; alle prime luci del mattino, infatti, gli amanti dovranno separarsi celermente per non essere sorpresi dalla servitù del castello di Don Gomez. Proprio mentre gli uomini in servizio a Gormaz si presentano in scena, alticci e assetati di avventure, sopraggiunge un gruppo di fanciulle provenienti da Bivar, che attira su di sé le grossolane attenzioni dei soldati; a impedire che le giovani subiscano violenza interviene l’anziano Don Diègue, cui però si fa incontro Don Gomez, redarguendolo con alterigia per essersi arrogato il diritto di fare osservazione ai suoi uomini sulla sua proprietà. Nasce un alterco, al culmine del quale probabilmente (manca infatti la didascalia che in origine delucidava l’evoluzione dei fatti) Don Gomez schiaffeggia Don Diègue.
ATTO SECONDO: Quadro primo: Nel castello di Bivar. Mentre Rodrigue, assorto nei suoi pensieri, sembra sordo a quanto avviene intorno a lui, Don Hernán e Don Bermudo sono impietositi da un mendicante vegliardo che rifiuta ogni elemosina e chiede che gli venga data la testa del conte di Gormaz; ma quando riconoscono con raccapriccio che il mendicante altri non è che il loro padre, ricusano di vendicarlo, adducendo a pretesto la loro troppo giovane età. Spetterà al valoroso Rodrigue lavare l’onta che ha offeso il vecchio Don Diègue; ma Rodrigue rabbrividisce nel sentire che dovrà uccidere il padre dell’amata. Quadro secondo: Presso un fiume. Rodrigue incontra Don Diègue; Chimène è presente, ma non può far altro che raccogliere l’estremo respiro del padre mortalmente ferito e promettergli a sua volta vendetta.
ATTO TERZO: Nella pianura presso Burgos sono accampate le truppe del re Ferdinando di Castiglia; giunge la notizia della morte di Don Gomez e più di un cavaliere offre a Chimène di farsi braccio della sua vendetta; ma Ferdinando rivendica per sé il compito di punire il colpevole. Rimasta sola con Inèz, Chimène rivela di amare ancora Rodrigue, ma nondimeno di voler sacrificare i propri sentimenti alla promessa fatta al padre; Rodrigue ascolta le sue ultime parole, le si getta ai piedi e la supplica di ucciderlo; mentre Chimène esita a vibrare il fendente mortale, arrivano Don Diègue con gli altri due figli, portando la notizia che, per volere del re, Rodrigue dovrà prestare servizio al comando di quattrocento hidalgos, affrontando scontri difficili e importanti per la patria.