Oggetto: «IL MINISTRO BRUNETTA ATTACA I MUSICISTI»
«IL MINISTRO BRUNETTA ATTACA I MUSICISTI»

 
Oggetto: «IL MINISTRO BRUNETTA ATTACA I MUSICISTI»
Su "Repubblica" di oggi c'è un commento che parla proprio delle esternazioni del Brunetta e sul comportamento di alcuni ministri facenti funzione con questo governo. Mi sembra un articolo molto azzeccato, mi permetto di riportarne un piccolo passaggio a riguardo delle parole del ministro.
" Parole che esprimono il senso compiuto di questi cortigiani del Principe che hanno un conto aperto con la natura o con la società e approfittano del loro potere per sfogarsi, come quei personaggi di Stendhal che cercavano a Parigi il risarcimento degli affronti subiti in provincia"
E ancora:
"Benchè nessun governo abbia mai teorizzato e praticato l'offesa dei propri elettori come scienza politica, l'attacco alla cultura non è certo una novità. Goebbels, che era piccolo, nero e zoppo, metteva mano alla pistola..............................."
Penso che il paragone con Brunetta & C. sia molto appropriato.

 
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Ho sentito di sfuggita questa polemica alla radio e non l'ho approfondita, ma voglio esprimere alcune idee personali.
Il Ministro Brunetta non è nuovo a questo genere di uscite. E' divenuto famoso proprio per le sue "crociate" contro gli sprechi. Spesso le sue campagne riformatrici vanno a colpire settori e problematiche (vedi la questione degli assenteisti nei posti di lavoro) che ci portiamo dietro da decenni, e che ognuno di noi riconosce come veri e propri mali endemici della nostra società, ma che nessun governo aveva mai avuto il coraggio di affrontare "di petto" e risolvere. Quindi direi che Brunetta in questo senso ha lavorato nella giusta direzione.
Il problema nasce quando il Ministro va alla radio, in TV o rilascia interviste ai giornali e comincia a "sparare" contro un'intera categoria, sia quella degli statali, sia quella dei registi o dei musicisti. Questa smania di protagonismo becero rischia veramente di compromettere il lavoro serio che è stato fatto. Nel suo ruolo istituzionale, se proprio non si conosce l'arte della diplomazia è bene che si parli il meno possibile (ma questa è una critica che si potrebbe estendere alla quasi totalità dei politici nostrani).
Nello specifico la polemica ha poi finito per coinvolgere il regista M.Placido, e questo è assurdo perchè si tratta di un grande professionista (indipendentemente dalle sue idee politiche) che meriterebbe tutto il rispetto del caso.
E tutto questo polverone di polemiche va a vantaggio di giornali come Repubblica (che sappiamo essere l'alfiere anti-governativo per antonomasia della carta stampata) che certo non è imparziale nei suoi giudizi ma che in questo caso ha gioco facile nel denunciare i tagli al settore dello spettacolo e della cultura. E un paese come l'Italia non può certo permettersi di trascurare questi campi nei quali ha sempre espresso talento e capacità creative uniche; se gli effetti dei tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo sono dei tagli ai finanziamenti statali, allora questa strategia richiederebbe almeno una gestione veramente seria ed oculata delle risorse. Niente proclami moraleggianti ma semplice economia razionale e trasparente.
Invece se Brunetta continerà ad impersonare il Savonarola di questo governo potrà anche finire come lui,"scottato", in tutti i sensi.
In fondo finanziare tutto e tutti non ha senso perchè non è detto che l'equazione spettacolo=cultura sia sempre valido, anzi...

 
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Caro Oneg, non voglio polemizzare su quanto da te scritto a riguardo di Brunetta, mi basta ricordare alcune sua partecipazioni a dibattiti televisivi dove con la sua arroganza e senza argomerntare chiudeva la bocca alle persone sorridendo e ripetendo ossessivamente "non è vero, non è vero, non è vero", questo ho visto e questo scrivo.
Poi a riguardo del quotidiano Repubblica mi sembra che un pò pecchi di faziosità, certo Repubblica ha interesse a tenere in piedi argomenti così detti "caldi" anche per vendere, ma da quì a dire che è di parte ne passa...
I fatti sono sotto gli occhi di tutti o almeno di chi vuole vederli, la situazione in Italia anche, assistiamo a un "non voler vedere" sicuri che nascondendo la testa sotto la sabbia non potrà accaderci nulla se non quando verremo investiti da un treno e quel treno se continuiamo così arriverà sicuramente.
In Italia si è incancrenita una situazione come negli anni trenta, propaganda, propaganda e solo propaganda, con una aggravante(almeno sempre secondo me) che in vista non c'è nessun 25 luglio, o almeno non ci sono persone che possono dare veramente una scossa democratica e liberale a questo bistrattato paese.
I fatti sono tanti, anzi tantissimi e chi non li vede è colpevole come quelli che li fanno, uno per tutti: un ministro dell'interno della repubblica che grida da un palco " Padania Libera" e il giorno dopo e al Viminale a rappresentare l'Italia unita.
Questa sera sulla rete ammiraglia della RAI ci sarà una mega autocelebrazione dell' "Unto dal Signore" (come lo aveva definito Baget Bozzo) sulla ricostruzione dell'Aquila, ma quale ricostruzione? La città è ancora come era la primavera scorsa e forse non sarà mai più come prima, si celebra solo la costruzione di periferie e la città rimane morta, periferie di niente.
Far passare sotto silenzio queste cose si, che è veramente da criminali, l'Italia sembra ipnotizzata, narcotizzata, senza memoria e quelli che capiscono ancora non devono tacere, anzi devono gridare sempre più forte anche a costo di essere considerati "di parte", ma poi di che parte?????????

 
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Ciao Antonio, non era nelle mie intenzioni scrivere un'apologia del Ministro Brunetta, che infatti nei metodi si dimostra spesso alquanto arrogante, su questo concordo con te. Il fatto è che credo che certe riforme siano necessarie. E' da quando sono bambino che sento ripetere: in Italia niente funziona! La corruzione è sotto gli occhi di tutti! Bisogna cambiare!, ecc... poi quando qualcuno mette il dito in quei problemi tutti a dargli contro (non mi riferisco a questo caso particolare). In Italia cambiare qualcosa è un'impresa titanica.
Invece la mia opinione su Repubblica, come sulla quasi totilità dei giornali italiani è negativa: essi non solo sono ben lontani da fare informazione neutrale ma sono veri e propri strumenti politici, utilizzati di volta in volta per indirizzare l'opinone pubblica e il sentire comune. Così la tv. Ma ti sembra normale la battaglia tra i politici che si scatena ogni qualvolta c'è da decidere le "poltrone" nei vari consigli di amministrazione Rai? Così è sempre stato sia con governi di destra che di sinistra. La politica vuole controllare i mezzi di comunicazione. Mi dirai: questo è normale, succede anche nelle altre "evolute democrazie". Sarà così, non entro nel merito. Ma le esternazioni dei vari ministri leghisti io le vedo più come "folklore" che come vero pericolo per la cittadinanza italiana.
In fondo credo che chi decide veramente il nostro futuro non sono questi ministri i quali solamente si alternano sulla scena come gli arlecchino e pulcinella di turno.
Detto questo, ed esprimendo stima e rispetto per le opinioni di Antonio, dal momento che il sito si occupa di altre tematiche, chiudo la mia discussione su questo argomento.

 
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Premetto che di qqueste cose so molto poco. Sinceramente, guardando il video mi è sembrato di assistere ad un breve spezzone di uno spettacolo comico. Mi sembra, la sua, un'esagerazione, poco logica, per giunta. Per non parlare del fatto che, forse, ci sarebbero problemi un po' più urgenti di cui occuparsi

 
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Un flash: i dati relativi al calo dell'assenteismo sono tutti falsi.

Questo è il mio commento a proposito del "Ministro"

 
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Caro Oneg anch'io concordo con te che in Italia è molto difficile cambiare le cose, ci sono persone che ci hanno provato e tyutti sanno come è finita. Anche sono d'accordo che tutti i giornali hanno un certo schieramento politico e questo è assolutamente normale, gli uomini sognano e nel cercare di realizzare i sogni esprimono idee e le idee portano all'impegno e l'impegno alla politica, strumento attraverso il quale si possono mediare e confrontare gli obbiettivi, non vedo niente di male in tutto ciò.
Di terribile invece vedo quei giornaslisti che tacciono o distorcono i fatti, soprattutto quando questi sono supportati da prove certe e in nome di un proprio interesse sono pronti a ogni menzogna e porcheria.
Poi a riguardo dei leghisti le loro esternazioni possono anche essere folkloristiche ma quando dei ministri della Repubblica si prestano a queste provocazioni penso che si sia toccato il fondo, cosa fanno a Roma personaggi che gridano"Roma ladrona"? Fanno i ladri pure loro!
Chiedo scusa se i miei post possono sembrare polemici, non e mia intenzione polemizzare su argomenti importanti, solo è mia impressione che il nostro Paese stà sprofondando in un buco nero dal quale difficilmente potrà uscire senza drammatiche conseguenze. Detto questo anch'io non continuo, concordo che nel sito ci sono ben altre tematiche.

 
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Il problema è che il ministro Brunetta non ha un'idea di razionalizzazione della spesa, sulla quale saremmo tutti d'accordo, ma attacca indiscriminatamente chiunque si ponga contro di lui. Sappiamo benissimo quanto mal gestita sia la cultura in Italia e del fatto che la responsabilità di questa gestione è in gran parte della politica in quanto i funzionari direttivi sono in genere di nomina politica e spesso non hanno competenze del settore. Non è certo togliendo tutto a tutti che si migliorano le cose.
Oggi il ministro è tornato ad insultare - con modi di una villania non certo degna di un uomo politico - gli editori, tutto il mondo culturale e artistico, il mondo finanziario e imprenditoriale che non sostiene le sue idee, così come quella parte della gerarchia cattolica che ha osato obbiettare sul suo operato. Ormai è un attacco quatidiano contro chiunque.
Per altro il presente ha parecchi scheletri nell'armadio visto che la sua carriera sia accademica sia politica sono tutt'altro che immacolate.

 
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È passato molto tempo e molta acqua è passata sotto i ponti dal 2009, anno in cui è stato scritto questo post. Ma il problema esiste ancora o non esiste più? Qualcuno adesso si ricorda del Ministro Brunetta? I nostri partecipanti al forum «Arca Russa» hanno discusso molto animatamente questo problema già nel 2009.

Renato Brunetta (Venezia, 26 maggio 1950) è un politico ed economista italiano.
Già membro di Forza Italia, è stato eurodeputato dal 1999 al 2008, quindi deputato dal 2008 al 2022. Nella XVI legislatura è stato ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione nel governo Berlusconi IV (2008-2011), ruolo che ha ricoperto nuovamente nel governo Draghi (2021-2022).
Dissentendo dalle decisioni assunte da Forza Italia nel luglio 2022 nel corso della crisi del governo Draghi, ha deciso di abbandonare il partito e non ricandidarsi alle elezioni politiche del 25 settembre.
Dal 20 aprile 2023 è presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.


 

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