IL MUSEO-PANORAMA «BATTAGLIA DI BORODINO»
МУЗЕЙ-ПАНОРАМА «БОРОДИНСКАЯ БИТВА»

Nella guerra contro la Russia Napoleone attribuiva un significato decisivo alla presa di Mosca. Essa divenne il centro della resistenza al nemico. Furono formate milizie popolari moscovite con a capo Michail Kutuzov, divenuto in seguito comandante in capo dell'esercito russo. Il 7 settembre 1812 ebbe luogo a Borodinò, non lontano da Mosca, uno scontro tra i due eserciti, prima avvisaglia del fallimento dei piani d'occupazione di Napoleone.
Il complesso del museo, nel quale rientra il panorama La battaglia di Borodinò, è situato in un luogo d'importanza storica. Nei pressi dell'entrata a Mosca si trovava il villaggio Fili dove, nel settembre 1812 nell'isbà di un contadino, Mikhail Kutuzov convocò il Consiglio di guerra. Il complesso del museo comprende anche l'«Isbà di Kutuzov». Davanti al museo si erge il monumento al glorioso condottiere russo (scultore Nikolaj Tomskij).
All'inizio del Corso Kutuzovskij giganteggia l'Arco Trionfale (1827-1834), architetto Osip Bove, scultori Ivan Vitali e Timofeev), eretto in onore della vittoria su Napoleone. Dopo l'Arco, sul lato sinistro del Corso Kutuzovskij, si trova la collina Poklonnaja, da dove si vedeva bene Mosca. Qui Napoleone attese invano che gli portassero le chiavi della città. L'edificio circolare del museo, costruito espressamente per l'esposizione del panorama «La battaglia di Borodinò», corona il complesso memoriale.
Il museo-panorama «La battaglia di Borodinò» fu inaugurato nel 1962, durante le celebrazioni del 150° anniversario della Guerra patria del 1812.
La prima delle quattro sale del museo è quella introduttiva. In essa è illustrato il periodo iniziale della guerra, dall'irruzione proditoria delle armate napoleoniche in Russia sino alla battaglia di Borodinò. Le armate francesi contavano 640 mila soldati, mentre quelle russe soltanto 220 mila effettivi. Sotto la pressione della preponderanza numerica del nemico, l'esercito russo fu costretto a ritirarsi verso oriente, all'interno del paese. Sin dai primi giorni la guerra assunse carattere popolare, in quanto la popolazione aiutava in tutti i modi l'esercito regolare russo. È esposta la scultura «Lo Scevola russo» (l'originale, opera dello scultore Vassilij Demut-Malinovskij, è conservato nel Museo Russo di Leningrado). Sull'esempio dell'antico eroe è riportato il contadino russo che si mozzò la mano con l'accetta sotto gli occhi dei francesi quando, preso prigioniero, si tentò di costringerlo a servire Napoleone.
Nella prima sala i visitatori possono ammirare la cosiddetta piccola galleria del ritratto. Sono qui esposti i ritratti dei 18 generali più noti tra quelli che parteciparono alla Guerra patriottica del 1812 (si tratta di copie degli originali conservati nella famosa Galleria militare dell'Ermitage di Leningrado che conta 332 ritratti).
La seconda sala, Circolare, è dedicata al creatore del panorama La battaglia di Borodinò, Franz Rubo (1856-1928). Sono qui esposte le sue opere. Franz Rubo, pittore di battaglie, nacque a Odessa nella famiglia di un non ricco commerciante francese trasferitosi in Russia. Dal 1910 Rubo fu membro effettivo dell'Accademia di Belle Arti di Pietroburgo. Nel 1904 egli portò a termine i lavori del panorama Difesa di Sebastopoli (a Sebastopoli in Crimea), mentre nel 1912, per il centenario della storica battaglia, Rubo creò il panorama La battaglia di Borodinò.
visitatori salendo per la scala a chiocciola arrivano alla piattaforma d'osservazione della sala panoramica e al loro sguardo si presenta il campo di Borodinò.
All'inizio del settembre 1812, il feldmaresciallo Mikhail Kutuzov, valutando i rapporti di forza, decise di dare battaglia ai francesi. Luogo dello scontro generale divenne un piano presso il villaggio di Borodinò, a 124 km a ovest di Mosca.
panorama di Rubo è grandioso per le dimensioni (la tela, alta 15 metri, si allunga circolarmente in lunghezza per 115 metri) ed è fedele alla realtà storica. Esso mostra la situazione creatasi sul campo di Borodinò alle ore 12.30 del 7 settembre, nel momento piu acceso dello scontro. Il panorama rende eccezionalmente la spazio-sità, è molto espressivo per composizione e dinamicità del disegno, incarna fedelmente ed emozionalmente la drammaticità delle scene di battaglia. Dalla piattaforma d'osservazione all'estremo inferiore della tela si diffonde un piano naturale: il rilievo del terreno, varie costruzioni, equipaggiamento militare, ecc. Il piano oggettivo si fonde con la tela e consente un passaggio impercettibile dallo spazio reale a quello illusorio.
Il panorama è come diviso tra le due parti della linea del fronte che passa per un dirupo. Rubo immette lo spettatore nel mezzo degli avvenimenti, tra i difensori dèi villaggio Semenovskaja. Il villaggio, attaccato dai francesi, brucia. Difendendo le alture Semenovskije si schierarono i reggimenti di fanteria, contro cui si lanciano, chiusi nelle corazze, i cavalieri napoleonici. Da qualche parte si è già alla mischia corpo a corpo. Ecco la cavalleria arrivare in aiuto alla fanteria russa. Lungo la linea del fronte è schierata l'artiglieria. L'esercito francese pagò a caro prezzo la conquista della fortificazione, ovunque una quantità di soldati e cavalli uccisi.
Sulla ridotta Scevardinskij è situato il comando di Napoleone, da dove questi osserva l'andamento della battaglia. Da ambo le parti della ridotta è schierata la riserva personale dell’imperatore il quale, su un bianco corsiero arabo, è circondato da numeroso seguito. Da tutte le parti verso di lui galoppano gli aiutanti con messaggi.
Più a destra, in lontananza, sono visibili le isbe del villaggio Gorki, dov'era dislocato il comando russo. Kutuzov è in piedi attorniato da ufficiali dello stato maggiore. A oriente, sul limitare d'un bosco e nel bosco stesso, la riserva dell'esercito russo.
La battaglia continuò sino alle tenebre. Avendo perso, tra morti e feriti, circa 60 mila uomini, Napoleone ordinò di ripiegare sulla linea di partenza. Il campo di battaglia rimase in mano ai russi. L'obiettivo principale di Napoleone, sbaragliare l'esercito russo, non fu raggiunto.
Dalla panoramica i visitatori passano all'ultima sala, i cui materiali riflettono l'andamento della Guerra patriottica dopo la battaglia di Borodinò.
Non avendo ricevuto rinforzi, l’8 settembre l'esercito russo si ritirò. Cinque giorni dopo, presso la via d'accesso a Mosca nel villaggio Filì, in un'isbà contadina si tenne il Consiglio di guerra nel quale Kutuzov decise di non difendere Mosca, per conservare intatto l'esercito. Abbandonata Mosca, l'esercito russo si diresse a sud, e in quello stesso giorno le armate di Napoleone entrarono in Mosca. Sono qui esposti i quadri I francesi a Mosca e L'incendio di Mosca.
Non avendo la proposta di pace da parte russa, fu Napoleone stesso a intraprendere tentativi di armistizio, ma, ottenuto un deciso rifiuto, dopo circa un mese cominciò la ritirata.
L'esercito russo, nel frattempo rinforzatosi, ingaggiava combattimenti e spingeva i francesi verso occidente. Alla fine di dicembre, le armate di Kutuzov arrivarono alla frontiera di Stato dopo aver completamente liberato il paese. I quadri mostrano le operazioni d'attacco dell'esercito russo ed episodi della ritirata del nemico dalla Russia. Grande spazio è dedicato alla guerra partigiana, sono esposti ritratti di alcuni partigiani.
MUSEO-PANORAMA «BATTAGLIA DI BORODINO»
Indirizzo: Kutuzovskij prospekt, 38.
Stazione più vicina del metrò: «Kutuzovskaja».
Orario: dalle 10.30 alle 20; d'estate dalle 9.30 alle 20. Chiuso il venerdì e l'ultimo giovedì del mese.