Penso che non esisterà nessun posto così detto "sicuro". Il clima stà cambiando ma, se anche la Russia dovesse ritrovarsi in una zona temperata lo stesso non sarebbe molto vivibile e sicura infatti tutte le popolazioni delle zone rese sterili dalla sicità e dal caldo si riverserebbero inevitabilmente verso zone più a nord, di sicuro scoppierebbero guerre e ci sarebbero grandi sconvolgimenti. Con gli arsenali militari attuali il mondo potrebbe essere distrutto o reso totalmente invivibile ancora prima che il clima faccia la sua parte. Purtroppo di questo passo non ci saranno alternative nonostante Kioto e l'impegno di tanti scienziati, noi siamo sopra un treno in corsa e a meno che fermarlo o cercare di deviarlo rischiando di procurare lo stesso grandi sconvolgimenti, siamo diretti contro un muro. Quello che resterà dopo non riesco a immaginarlo. Non mi sento un pessimista perchè nei miliardi di anni della nostra Gaia si sono verificati moltissimi cambiamenti radicali, questa volta sarà l'ora dei mammiferi e forse di molte altre specie ma Gaia continuera a girare attorno al sole impassibile e forse felice di non aver più a bordo microbi distruttori quali ci siamo mostrati lungo la nostra storia.
A questo punto lascio correre la fantasia e forse mi aggrappo alla speranza che quello che promettono le religioni sia vero, in fondo è per questo che sono nate.
No, non penso che la Russia diverrà un posto sicuro o almeno non più sicuro di ogni altro posto al mondo e comunque vada, come recita anche quella famosa canzone dei Nomadi "Noi non ci saremo"
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
Caro Antonio, non si può dire che la tua sia una visione ottimistica del radioso futuro che attende l’umanità, però devo confessare che anche io sono convinto che la strada sulla quale il genere umano si è incamminato non lascia molto spazio all’ottimismo, e per di più nell’ultimo secolo, o meglio, nell’ultimo mezzo secolo, abbiamo cominciato a correre sempre di più su questa strada, al punto che mi riesce molto difficile immaginare il nostro pianeta non dico tra mille anni, ma perfino tra cento anni, ancora “infestato” dal virus “homo sapiens”. Mi sembra che la nostra Gaia finirà per produrre i suoi anticorpi e curarsi definitivamente da questa pandemia; ammesso naturalmente che non ci penseremo prima da soli.
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
Guarda caro Paolo che io mi sento ottimista, certo vedo il treno in corsa ma voglio credere che ci sarà ancora un pò di tempo, ci saranno dei sintomi che faranno rinsavire almeno la maggioranza della popolazione, almeno lo spero con tutto il cuore. Ci sono stati così tanti mutamenti nella storia dell'evoluzione che voglio sperare in un ulteriore passo in avanti. Oggi guardandosi attorno cascano le braccia ma la speranza rimane.
Per tornare alle domande di Zarevic penso che nei prossimi anni sicuramente in Russia si dovrà cambiare visione, ridimensionare il caos e rendere più vivibili le grandi metropoli e guardare di più la provincia e il territorio, la prima cosa che farei se potessi, sarebbe quella di alzare le pensioni, e ridimensionare gli oligarchi. Purtroppo oggi la Russia stà rischiando un nuovo default, quando penso che i primi 25 oligarchi russi hanno perso in pochi giorni 230 miliardi di dollari mi vengono i brividi, e questi miliardi bruciati erano risorse della Russia, del popolo russo tutto, spero che chi comanda veramente in Russia riesca vedere.
La speranza dobbiamo riporla soprattutto in noi stessi.
Ciao
Per tornare alle domande di Zarevic penso che nei prossimi anni sicuramente in Russia si dovrà cambiare visione, ridimensionare il caos e rendere più vivibili le grandi metropoli e guardare di più la provincia e il territorio, la prima cosa che farei se potessi, sarebbe quella di alzare le pensioni, e ridimensionare gli oligarchi. Purtroppo oggi la Russia stà rischiando un nuovo default, quando penso che i primi 25 oligarchi russi hanno perso in pochi giorni 230 miliardi di dollari mi vengono i brividi, e questi miliardi bruciati erano risorse della Russia, del popolo russo tutto, spero che chi comanda veramente in Russia riesca vedere.
La speranza dobbiamo riporla soprattutto in noi stessi.
Ciao
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
Non credo che Mosca possa mai divenire una città davvero vivibile, la provincia (alcune grandi città, ma non troppo grandi) forse sí. Certo però che la motorizzazione degli ultimi anni ha contribuito moltissimo alla frequenza degli ingorghi non solo nelle città, ma anche sulle autostrade, che nell'accezione europea del termine sono quasi del tutto assenti se non nei dintorni di Mosca e dei frammenti sparsi quà e la per il paese. Si dovrebbe rinforzare la decentralizzazione del lavoro (è tanta la gente che viene forse per 50 chilometri per lavorare a Mosca).
Poi... dovrebbe essere drasticamente ridotto l'inquinamento atmosferico, fonico (informazioni ed annunci che non vogliamo sentire, anche nei mezzi pubblici) e visivo (la pubblicità è divenuta una vera peste). Un'altra cosa che invece dovrebbe aumentare è la civiltà. Con questo intendo non soltanto le autorità e la burocrazia dello stato (non vorrei sentirmi colpevole ancora prima di rivolgermi ad un vigile urbano o stradale, o alla segretaria onnipotente), ma anche la civiltà tra la gente: tutti sono tesissimi e per questo possono diventare rudi per una nullità. Io ed i miei dopo anni di vita all'estero siamo divenuti molto piú rilassati, anzi, molli, e ce lo dicono i moscoviti.
Poi... dovrebbe essere drasticamente ridotto l'inquinamento atmosferico, fonico (informazioni ed annunci che non vogliamo sentire, anche nei mezzi pubblici) e visivo (la pubblicità è divenuta una vera peste). Un'altra cosa che invece dovrebbe aumentare è la civiltà. Con questo intendo non soltanto le autorità e la burocrazia dello stato (non vorrei sentirmi colpevole ancora prima di rivolgermi ad un vigile urbano o stradale, o alla segretaria onnipotente), ma anche la civiltà tra la gente: tutti sono tesissimi e per questo possono diventare rudi per una nullità. Io ed i miei dopo anni di vita all'estero siamo divenuti molto piú rilassati, anzi, molli, e ce lo dicono i moscoviti.
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
Ma! Certamente il traffico e un dramma per chi vive a Mosca e là di sicuro non mancano le autostrade, io non saprei trovare una soluzione, il grande anello ormai è sempre intasato per non parlare poi delle autostrade che si dirigono verso il centro, fortunatamente c'è una metropolitana che funziona bene.
Devo dire anche che ci sono molti parchi nella città e a parte le solite porcherie sparse quà e là si può ancora trovare un contatto con la natura, lo scorso anno davanti al palazzo dove abbiamo l'appartamento viveva una famiglia di scoiattoli, sono rimasto molto meravigliato, vuol dire che ancora tutto non è distrutto.
Anche mia moglie si è un pò rilassata e anno dopo anno trova sempre più difficile tornare ad adattarsi alla vita moscovita, io non saprei ma penso che ormai in tutte le metropoli gli abitanti quando sono in giro sono sempre tesissimi, i moscoviti non fanno eccezione.
Poi bisogna dire che Mosca non è la Russia e certo lo stato delle strade in Russia non è perfetto, come pure quello di molte altre infrastrutture ma bisogna considerare l'enormità del territorio e le difficoltà dovute al terreno stesso, di sicuro ci sarebbe tantissimo da fare ma purtroppo come sempre durante la sua storia la Russia e il suo popolo hanno sofferto.
Prima un'aristocrazia quasi dai poteri divini, poi la ferocia di personaggi disposti a tutto per il loro potere in nome di un'ideologia e adesso la grande rapina da parte degli oligarchi, ho letto da qualche parte che ai tempi di Yeltsin in Russia c'è stata la più grande rapina della storia dell'umanità una nazione così ricca e vasta è stata arrafatta da poche persone e mai in così pochi anni si sono accumulate così enormi ricchezze in mano a pochissime persone.
E il popolo? E i pensionati? Mi chiedo come i vecchi a Mosca possano vivere con l'equivalente di 100-150 euro al mese!
Se anche in Russia il clima (meteo) cambierà, se non cambierà la mentalità di chi è al potere difficilmente cambieranno le cose anzi penso che di questo passo possono solo peggiorare.
Devo dire anche che ci sono molti parchi nella città e a parte le solite porcherie sparse quà e là si può ancora trovare un contatto con la natura, lo scorso anno davanti al palazzo dove abbiamo l'appartamento viveva una famiglia di scoiattoli, sono rimasto molto meravigliato, vuol dire che ancora tutto non è distrutto.
Anche mia moglie si è un pò rilassata e anno dopo anno trova sempre più difficile tornare ad adattarsi alla vita moscovita, io non saprei ma penso che ormai in tutte le metropoli gli abitanti quando sono in giro sono sempre tesissimi, i moscoviti non fanno eccezione.
Poi bisogna dire che Mosca non è la Russia e certo lo stato delle strade in Russia non è perfetto, come pure quello di molte altre infrastrutture ma bisogna considerare l'enormità del territorio e le difficoltà dovute al terreno stesso, di sicuro ci sarebbe tantissimo da fare ma purtroppo come sempre durante la sua storia la Russia e il suo popolo hanno sofferto.
Prima un'aristocrazia quasi dai poteri divini, poi la ferocia di personaggi disposti a tutto per il loro potere in nome di un'ideologia e adesso la grande rapina da parte degli oligarchi, ho letto da qualche parte che ai tempi di Yeltsin in Russia c'è stata la più grande rapina della storia dell'umanità una nazione così ricca e vasta è stata arrafatta da poche persone e mai in così pochi anni si sono accumulate così enormi ricchezze in mano a pochissime persone.
E il popolo? E i pensionati? Mi chiedo come i vecchi a Mosca possano vivere con l'equivalente di 100-150 euro al mese!
Se anche in Russia il clima (meteo) cambierà, se non cambierà la mentalità di chi è al potere difficilmente cambieranno le cose anzi penso che di questo passo possono solo peggiorare.
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
Mi permetto di riportare un'articolo di Giulietto Chiesa sui cambiamenti climatici futuri, speriamo che quello che scrive non sia vero!!!!!
Da Megachip
Alcune note utili, forse, per affrontare il problema della transizione a un'altra società, che sia compatibile con la sopravvivenza del genere umano. Né più né meno. E non perché, stanti così le cose, come si dirà tra qualche riga, il nostro destino sia quello di essere eliminati dalla faccia del pianeta per manifesta incompatibilità con la natura di cui siamo parte impazzita, in quanto incapace di convivere con la sua entropia.
) La prima considerazione-constatazione è che l'umanità ha già raggiunto, da oltre 25 anni, la situazione di "insostenibilità". Il termine usato dal Club di Roma, nel suo update del 2002, è "overshooting". Siamo in overshooting da 25 anni. E' una situazione che non si era mai verificata nella vicenda, lunga 5 miliardi di anni, della ecosfera.
Dal 1980 in avanti, circa, i popoli della Terra hanno utilizzato le risorse del pianeta, ogni anno, più di quanto esse siano in condizioni di rigenerarsi.
Cos'è esattamente l'overshooting? E' “andare oltre un limite”, anche senza volerlo. In primo luogo perché non lo si sa. Ciò avviene – dicono gli scienziati del Club di Roma - in condizione di crescita accelerata, oppure quando appare un limite o una barriera, oppure a causa di un errore di valutazione che impedisce di frenare, ovvero quando si vorrebbe frenare ma non ci sono più freni disponibili.
Overshooting contiene anche un altro aspetto: che, a un certo punto, si verifica un “picco”, doppiato il quale non si può più tornare indietro. Dove si trovi questo picco, questo Capo di Buona Speranza, è molto difficile da calcolare, perché siamo dentro problemi di altissima complessità
Siamo esattamente in una situazione in cui tutti e quattro questi aspetti sono in funzione. Inoltre si calcola che ci vorranno oltre dieci anni prima che le conseguenze dell' overshooting diventino chiaramente visibili. E ci vorranno 20 anni prima che l'overshooting diventi un'idea comunemente accettata. Bisognerà agire in questi limiti di tempo.
Ma è già evidente oggi che l'attuale architettura istituzionale della politica e dell'economia mondiale non è in grado di risolvere il problema del freno.
Quanti conoscono questa situazione? Un numero insignificante di specialisti. Pochi governanti di questo pianeta. Ecco perché questa situazione deve trovare posto in una rivista che si occupa di comunicazione e di informazione: perché questa situazione non viene comunicata e, quando lo è, è comunicata male e in forme ingannevoli.
Per esempio perfino l'opinione dei gruppi più avanzati, intellettualmente e culturalmente (per esempio Al Gore e i suoi consiglieri) è che noi "corriamo il rischio" della insostenibilità. Cioè nemmeno i più avveduti sanno che ciò è già accaduto. Di conseguenza si prendono decisioni gravemente errate.
2) Cosa occorrerebbe fare, da subito?
a) Sviluppare a ritmi forzati la ricerca scientifica e tecnologica in direzione del risparmio energetico, della riduzione dell'aumento demografico del mondo povero, dell'aumento del consumo alimentare dei poveri e della crescita delle loro condizioni di vita (perché questo riduce la natalità), dell'aumento della produzione di energie alternative, della riduzione dell'inquinamento ambientale e degli scarti: in poche parole andare verso la riduzione dell'impronta umana sull'ecosistema, sulla biosfera.
b) Pianificare gl'interventi sull'unica scala che conta, cioè su scala planetaria. Cioè dotarsi di un'architettura decisionale mondiale (si spera democratica) in grado di realizzarli. Solo una tale architettura può ampliare l'orizzonte temporale della programmazione degl'interventi e consentire effetti di lunga durata per il governo della crisi.
c) Organizzare il cambiamento di abitudini di miliardi di persone. Ciò richiede un drastico mutamento dei sistemi di informazione e comunicazione, delle istituzioni educative in generale. Mutamento che non può essere spontaneo o casuale, e che va dunque organizzato dai poteri pubblici e democratici. E' evidente che esso influirà sugli assetti proprietari del sistema mediatico, e anche per questa ragione sarà duramente osteggiato.
Vi sono alcuni corollari a queste considerazioni:
Corollario n.1. Tutti questi temi programmatici richiederebbero decenni per essere realizzati. Cioè bisognerà non dimenticare che, anche se cominciassimo oggi stesso a proporre cambiamenti, ci vorrà molto tempo prima che si producano effetti. In altri termini l 'overshooting peggiorerà nel corso del prossimi vent'anni.
Corollario n.2. Non abbiamo altri trent'anni a disposizione. Il sistema economico-sociale in cui viviamo non reggerà, senza grandi cataclismi (sociali, politici, militari) entro questo lasso di tempo.
Corollario n.3. Occorrerà rendere consapevoli grandi masse popolari, in tutti i continenti, ma soprattutto nel mondo occidentale, che i limiti dello sviluppo sono già stati raggiunti. Il fatto che non lo si veda ancora non è che la conferma che il sistema mediatico nasconde la realtà invece di renderla nota e spiegarla.
Corollario n 4. Non stiamo discutendo dell'eventualità che qualcuno, da qualche parte, decida di ridurre la crescita. La crescita, nei termini in cui è avvenuta nel corso dell'ultimo secolo, sarà fermata non da decisioni umane ma dagli eventi che derivano dalla natura dell'ecosfera, cioè dalle leggi della fisica e della chimica.
Corollario n 5. Le resistenze al cambiamento saranno enormi. In primo luogo tra i padroni del nostro tempo, le corporations, e i governi. Agli uni e agli altri sarà richiesto di perdere molto e di sottostare a condizioni e discipline che rifiuteranno di rispettare. Si imporrà una visione del “Bene Comune”, contro la quale verranno scagliate mille risposte corporative, di interessi particolari che non accetteranno di essere messi in forse. Ma non sarà solo il problema di élites egoiste. Anche miliardi di individui non vorranno, non sapranno, rinunciare alle loro abitudini, fino a che gli eventi non ve li costringeranno.
Corollario n. 6. La possibilità che scenari di grande mutamento, improvvisi, non preceduti da adeguata informazione e preparazione, provochino ondate di panico, apre la strada a forti pericoli di instabilità e a formidabili pressioni per soluzioni di guerra.
Un ulteriore aspetto della questione deve essere evidenziato.
Molte risposte fino ad ora formulate a questo tipo di considerazioni affermano che vi sono due meccanismi in azione che potranno risolvere, se non tutte, almeno una parte rilevante delle attuali e future contraddizioni. Si tratterebbe della tecnologia e del mercato. E di una combinazione di entrambi. Entrambi, in effetti, possono esercitare una influenza, ma nessuno dei due, singolarmente e insieme, sarà sufficiente. Per diversi e concomitanti motivi. La tecnologia sostitutiva e integrativa dei processi in corso non è in grado di fare fronte alla rapidità della crisi. Gli aggiustamenti tecnologici necessari per produrre mutamenti nella qualità dello sviluppo (cioè verso la sostenibilità almeno parziale, cioè verso il restringimento dell' overshooting , sicuramente non verso la sua eliminazione) richiedono tempi non inferiori ai 30-50 anni per entrare in funzione. Le tecnologie costano. Le tecnologie richiedono anch'esse ulteriori flussi di energia e di materiali. Cioè, mentre cercheranno di alleviare i problemi, ne creeranno altri. In parole più semplici: crescita della popolazione mondiale, crescita geometrica dello sviluppo dei consumi, crescita della domanda di energia in presenza di costi crescenti di estrazione dell'energia fossile organica e inorganica, saranno tutti fattori che non potranno essere fermati dalla sola crescita tecnologica (neppure nell'ipotesi ottimale che, per essa, si trovino le immense risorse necessarie) .
Per quanto concerne il mercato, esso ha proceduto fino ad ora in direzione della totale insostenibilità. E' il mercato ad avere prodotto questa situazione insostenibile. Il mercato implica una crescita esponenziale (proporzionale a ciò che è già stato accumulato) , che è racchiusa nella logica del prodotto Interno Lordo. Ma una crescita esponenziale non può procedere indefinitamente in un qualsiasi spazio finito con risorse finite .
In altri termini, l'economia capitalistica, esattamente come la popolazione, non sempre cresce, ma entrambe sono strutturate per crescere e, quando crescono, lo fanno in modo esponenziale. Questo modo non è sostenibile.
Chiedere al mercato di risolvere questa equazione à una cosa priva di senso. Esiste una grande confusione, e un grande equivoco, su questa questione, nel quale gli economisti cadono sistematicamente perché non riescono a distinguere tra denaro e le cose materiali reali che il denaro rappresenta.
L'economia fisica (le merci, i servizi, e la loro produzione) è una cosa reale.
L'economia del denaro è un'invenzione sociale che non è soggetta alle leggi fisiche della natura.
Dunque, riassumendo, il problema non è se la crescita dell'impronta umana sull'ambiente (effetto della crescita esponenziale) si fermerà: la sola questione è quando e in che modo.
Il Club di Roma trae questa conclusione, che io ritengo assolutamente fondata: “Se noi saremo capaci di anticipare queste tendenze, allora potremo esercitare un certo controllo su di esse, scegliendo tra le varianti disponibili. Se noi le ignoreremo, allora i sistemi naturali sceglieranno l via d'uscita senza riguardo al benessere dell'Uomo”
Un'ultima notazione. Secondo una studio recentissimo dell'Unione Europea, soltanto per fare fronte al riscaldamento climatico in atto, le risorse mondiali necessarie, ogni anno che verrà, oscilleranno tra le due cifre di 230 e 614 miliardi di euro.
La quota europea di questa spesa - che, si noti, concerne soltanto le spese per fare fronte alle esigenze di adattamento e di riorganizzazione sociale e industriale - sarà pari, mediamente, ogni anno, a 70 miliardi di euro. Tutto ciò in condizioni normali. Si immagini soltanto cosa potrebbe significare, in una prospettiva di medio termine, lo spostamento di 200 milioni di persone, previsto dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, in caso di mutamenti climatici catastrofici.
E si tenga presente un dato emerso negli ultimi mesi. Dato che ci informa che, se non fossimo folli, potremmo risolvere molti dei problemi qui esposti: la sola guerra irachena è costata (secondo diverse e autorevoli valutazioni) dai tre ai cinque trilioni di dollari.
Da Megachip
Alcune note utili, forse, per affrontare il problema della transizione a un'altra società, che sia compatibile con la sopravvivenza del genere umano. Né più né meno. E non perché, stanti così le cose, come si dirà tra qualche riga, il nostro destino sia quello di essere eliminati dalla faccia del pianeta per manifesta incompatibilità con la natura di cui siamo parte impazzita, in quanto incapace di convivere con la sua entropia.
) La prima considerazione-constatazione è che l'umanità ha già raggiunto, da oltre 25 anni, la situazione di "insostenibilità". Il termine usato dal Club di Roma, nel suo update del 2002, è "overshooting". Siamo in overshooting da 25 anni. E' una situazione che non si era mai verificata nella vicenda, lunga 5 miliardi di anni, della ecosfera.
Dal 1980 in avanti, circa, i popoli della Terra hanno utilizzato le risorse del pianeta, ogni anno, più di quanto esse siano in condizioni di rigenerarsi.
Cos'è esattamente l'overshooting? E' “andare oltre un limite”, anche senza volerlo. In primo luogo perché non lo si sa. Ciò avviene – dicono gli scienziati del Club di Roma - in condizione di crescita accelerata, oppure quando appare un limite o una barriera, oppure a causa di un errore di valutazione che impedisce di frenare, ovvero quando si vorrebbe frenare ma non ci sono più freni disponibili.
Overshooting contiene anche un altro aspetto: che, a un certo punto, si verifica un “picco”, doppiato il quale non si può più tornare indietro. Dove si trovi questo picco, questo Capo di Buona Speranza, è molto difficile da calcolare, perché siamo dentro problemi di altissima complessità
Siamo esattamente in una situazione in cui tutti e quattro questi aspetti sono in funzione. Inoltre si calcola che ci vorranno oltre dieci anni prima che le conseguenze dell' overshooting diventino chiaramente visibili. E ci vorranno 20 anni prima che l'overshooting diventi un'idea comunemente accettata. Bisognerà agire in questi limiti di tempo.
Ma è già evidente oggi che l'attuale architettura istituzionale della politica e dell'economia mondiale non è in grado di risolvere il problema del freno.
Quanti conoscono questa situazione? Un numero insignificante di specialisti. Pochi governanti di questo pianeta. Ecco perché questa situazione deve trovare posto in una rivista che si occupa di comunicazione e di informazione: perché questa situazione non viene comunicata e, quando lo è, è comunicata male e in forme ingannevoli.
Per esempio perfino l'opinione dei gruppi più avanzati, intellettualmente e culturalmente (per esempio Al Gore e i suoi consiglieri) è che noi "corriamo il rischio" della insostenibilità. Cioè nemmeno i più avveduti sanno che ciò è già accaduto. Di conseguenza si prendono decisioni gravemente errate.
2) Cosa occorrerebbe fare, da subito?
a) Sviluppare a ritmi forzati la ricerca scientifica e tecnologica in direzione del risparmio energetico, della riduzione dell'aumento demografico del mondo povero, dell'aumento del consumo alimentare dei poveri e della crescita delle loro condizioni di vita (perché questo riduce la natalità), dell'aumento della produzione di energie alternative, della riduzione dell'inquinamento ambientale e degli scarti: in poche parole andare verso la riduzione dell'impronta umana sull'ecosistema, sulla biosfera.
b) Pianificare gl'interventi sull'unica scala che conta, cioè su scala planetaria. Cioè dotarsi di un'architettura decisionale mondiale (si spera democratica) in grado di realizzarli. Solo una tale architettura può ampliare l'orizzonte temporale della programmazione degl'interventi e consentire effetti di lunga durata per il governo della crisi.
c) Organizzare il cambiamento di abitudini di miliardi di persone. Ciò richiede un drastico mutamento dei sistemi di informazione e comunicazione, delle istituzioni educative in generale. Mutamento che non può essere spontaneo o casuale, e che va dunque organizzato dai poteri pubblici e democratici. E' evidente che esso influirà sugli assetti proprietari del sistema mediatico, e anche per questa ragione sarà duramente osteggiato.
Vi sono alcuni corollari a queste considerazioni:
Corollario n.1. Tutti questi temi programmatici richiederebbero decenni per essere realizzati. Cioè bisognerà non dimenticare che, anche se cominciassimo oggi stesso a proporre cambiamenti, ci vorrà molto tempo prima che si producano effetti. In altri termini l 'overshooting peggiorerà nel corso del prossimi vent'anni.
Corollario n.2. Non abbiamo altri trent'anni a disposizione. Il sistema economico-sociale in cui viviamo non reggerà, senza grandi cataclismi (sociali, politici, militari) entro questo lasso di tempo.
Corollario n.3. Occorrerà rendere consapevoli grandi masse popolari, in tutti i continenti, ma soprattutto nel mondo occidentale, che i limiti dello sviluppo sono già stati raggiunti. Il fatto che non lo si veda ancora non è che la conferma che il sistema mediatico nasconde la realtà invece di renderla nota e spiegarla.
Corollario n 4. Non stiamo discutendo dell'eventualità che qualcuno, da qualche parte, decida di ridurre la crescita. La crescita, nei termini in cui è avvenuta nel corso dell'ultimo secolo, sarà fermata non da decisioni umane ma dagli eventi che derivano dalla natura dell'ecosfera, cioè dalle leggi della fisica e della chimica.
Corollario n 5. Le resistenze al cambiamento saranno enormi. In primo luogo tra i padroni del nostro tempo, le corporations, e i governi. Agli uni e agli altri sarà richiesto di perdere molto e di sottostare a condizioni e discipline che rifiuteranno di rispettare. Si imporrà una visione del “Bene Comune”, contro la quale verranno scagliate mille risposte corporative, di interessi particolari che non accetteranno di essere messi in forse. Ma non sarà solo il problema di élites egoiste. Anche miliardi di individui non vorranno, non sapranno, rinunciare alle loro abitudini, fino a che gli eventi non ve li costringeranno.
Corollario n. 6. La possibilità che scenari di grande mutamento, improvvisi, non preceduti da adeguata informazione e preparazione, provochino ondate di panico, apre la strada a forti pericoli di instabilità e a formidabili pressioni per soluzioni di guerra.
Un ulteriore aspetto della questione deve essere evidenziato.
Molte risposte fino ad ora formulate a questo tipo di considerazioni affermano che vi sono due meccanismi in azione che potranno risolvere, se non tutte, almeno una parte rilevante delle attuali e future contraddizioni. Si tratterebbe della tecnologia e del mercato. E di una combinazione di entrambi. Entrambi, in effetti, possono esercitare una influenza, ma nessuno dei due, singolarmente e insieme, sarà sufficiente. Per diversi e concomitanti motivi. La tecnologia sostitutiva e integrativa dei processi in corso non è in grado di fare fronte alla rapidità della crisi. Gli aggiustamenti tecnologici necessari per produrre mutamenti nella qualità dello sviluppo (cioè verso la sostenibilità almeno parziale, cioè verso il restringimento dell' overshooting , sicuramente non verso la sua eliminazione) richiedono tempi non inferiori ai 30-50 anni per entrare in funzione. Le tecnologie costano. Le tecnologie richiedono anch'esse ulteriori flussi di energia e di materiali. Cioè, mentre cercheranno di alleviare i problemi, ne creeranno altri. In parole più semplici: crescita della popolazione mondiale, crescita geometrica dello sviluppo dei consumi, crescita della domanda di energia in presenza di costi crescenti di estrazione dell'energia fossile organica e inorganica, saranno tutti fattori che non potranno essere fermati dalla sola crescita tecnologica (neppure nell'ipotesi ottimale che, per essa, si trovino le immense risorse necessarie) .
Per quanto concerne il mercato, esso ha proceduto fino ad ora in direzione della totale insostenibilità. E' il mercato ad avere prodotto questa situazione insostenibile. Il mercato implica una crescita esponenziale (proporzionale a ciò che è già stato accumulato) , che è racchiusa nella logica del prodotto Interno Lordo. Ma una crescita esponenziale non può procedere indefinitamente in un qualsiasi spazio finito con risorse finite .
In altri termini, l'economia capitalistica, esattamente come la popolazione, non sempre cresce, ma entrambe sono strutturate per crescere e, quando crescono, lo fanno in modo esponenziale. Questo modo non è sostenibile.
Chiedere al mercato di risolvere questa equazione à una cosa priva di senso. Esiste una grande confusione, e un grande equivoco, su questa questione, nel quale gli economisti cadono sistematicamente perché non riescono a distinguere tra denaro e le cose materiali reali che il denaro rappresenta.
L'economia fisica (le merci, i servizi, e la loro produzione) è una cosa reale.
L'economia del denaro è un'invenzione sociale che non è soggetta alle leggi fisiche della natura.
Dunque, riassumendo, il problema non è se la crescita dell'impronta umana sull'ambiente (effetto della crescita esponenziale) si fermerà: la sola questione è quando e in che modo.
Il Club di Roma trae questa conclusione, che io ritengo assolutamente fondata: “Se noi saremo capaci di anticipare queste tendenze, allora potremo esercitare un certo controllo su di esse, scegliendo tra le varianti disponibili. Se noi le ignoreremo, allora i sistemi naturali sceglieranno l via d'uscita senza riguardo al benessere dell'Uomo”
Un'ultima notazione. Secondo una studio recentissimo dell'Unione Europea, soltanto per fare fronte al riscaldamento climatico in atto, le risorse mondiali necessarie, ogni anno che verrà, oscilleranno tra le due cifre di 230 e 614 miliardi di euro.
La quota europea di questa spesa - che, si noti, concerne soltanto le spese per fare fronte alle esigenze di adattamento e di riorganizzazione sociale e industriale - sarà pari, mediamente, ogni anno, a 70 miliardi di euro. Tutto ciò in condizioni normali. Si immagini soltanto cosa potrebbe significare, in una prospettiva di medio termine, lo spostamento di 200 milioni di persone, previsto dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, in caso di mutamenti climatici catastrofici.
E si tenga presente un dato emerso negli ultimi mesi. Dato che ci informa che, se non fossimo folli, potremmo risolvere molti dei problemi qui esposti: la sola guerra irachena è costata (secondo diverse e autorevoli valutazioni) dai tre ai cinque trilioni di dollari.
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
A questo proposito mi viene in mente il titolo di un famoso film della Mosfilm; si intitolava Москва слезам не верит , cioè Mosca non crede alle lacrime.
Penso che questa immagine metaforica si addica ancora bene alla vita che viene trascorsa dai cittadini russi nella tumultuosa capitale, una città in rapida trasformazione, brulicante di contraddizioni ma che al tempo stesso conserva in sè qualche cosa di magico. E' bello pensare che, dopo tutto quel che è successo, Mosca sia riuscita nonostante tutto a conservare la sua fisionomia, tipicamente russa. Seppur vittima di tutti i grandi problemi che affliggono le grandi capitali come l'inquinamento, il traffico urbano, il business e il dilagante nervosismo dei suoi abitanti, è ancora oggi possibile prendere una boccata d'aria in incantevoli parchi popolati da scoiattoli e da variopinti passerotti, intrufolarsi in vecchie botteghe di artigiani e commercianti e prendere un te in buona compagnia. Soprattutto tra i moscoviti più anziani sopravvive per fortuna uno spirito di umana cordialità, che li porta ad accogliere il viandante con un sorriso sincero.
Il loro senso dell'ospitalità è davvero singolare e noi lo abbiamo perso da tempo. Forse perchè mentre i nostri anziani sono stati già corrotti dalla modernità, quelli russi non lo sono ancora o non lo sono ancora tutti.
Non sono capace di predire il futuro, non posso dire come andrà a finire ma nel presente voglio essere fiducioso. Alla fine tutti i problemi da voi considerati sono cose recenti rispetto alla storia dell'umanità. Un tempo si avevano altri problemi ma sono stati in un modo o nell'altro superati: guerre e carestie, epidemie e cataclismi geologici...tutte cose che hanno segnato la storia dell'uomo fin dai primordi e che sono state superate, vuoi con l'ingegno, vuoi con la fortuità del caso (si pensi ad esempio alla scoperta dei vaccini). Non penso che ora tutto questo possa davvero segnare la nostra fine, almeno non ancora e non così. Gli sforzi per deviare il treno che ha preso la direzione sbagliata ci sono e non sono trascurabili: Kyoto e quant'altro la dicono lunga, tempo fa nessuno si sarebbe messo a convocare rappresentanti di diversi paesi per una questione ecologica. Allora il problema non era allora rilevante, oggi invece sì. Per quanto a volte sembra essere il contrario, gli uomini sono una specie intelligente forse quanto i virus: nel momento in cui si sente messa in crisi o vede avanzare delle minacce, una specie reagisce con delle risposte concrete in modo da evitare se possibile la sua autodistruzione. Così è stato e così probabilmente sarà, sia per noi che per i microbi, almeno fino a che sarà giunto il momento dell' estinzione. Sono convinto che una nazione come la Russia dotata di una cultura plurisecolare sarà una delle ultime a morire: ricordiamoci che stiamo parlando di un popolo che seppe respingere perfino l'esercito Napoleonico, cha allora sembrava invincibile agli occhi di tutta europa.
Penso che questa immagine metaforica si addica ancora bene alla vita che viene trascorsa dai cittadini russi nella tumultuosa capitale, una città in rapida trasformazione, brulicante di contraddizioni ma che al tempo stesso conserva in sè qualche cosa di magico. E' bello pensare che, dopo tutto quel che è successo, Mosca sia riuscita nonostante tutto a conservare la sua fisionomia, tipicamente russa. Seppur vittima di tutti i grandi problemi che affliggono le grandi capitali come l'inquinamento, il traffico urbano, il business e il dilagante nervosismo dei suoi abitanti, è ancora oggi possibile prendere una boccata d'aria in incantevoli parchi popolati da scoiattoli e da variopinti passerotti, intrufolarsi in vecchie botteghe di artigiani e commercianti e prendere un te in buona compagnia. Soprattutto tra i moscoviti più anziani sopravvive per fortuna uno spirito di umana cordialità, che li porta ad accogliere il viandante con un sorriso sincero.
Il loro senso dell'ospitalità è davvero singolare e noi lo abbiamo perso da tempo. Forse perchè mentre i nostri anziani sono stati già corrotti dalla modernità, quelli russi non lo sono ancora o non lo sono ancora tutti.
Non sono capace di predire il futuro, non posso dire come andrà a finire ma nel presente voglio essere fiducioso. Alla fine tutti i problemi da voi considerati sono cose recenti rispetto alla storia dell'umanità. Un tempo si avevano altri problemi ma sono stati in un modo o nell'altro superati: guerre e carestie, epidemie e cataclismi geologici...tutte cose che hanno segnato la storia dell'uomo fin dai primordi e che sono state superate, vuoi con l'ingegno, vuoi con la fortuità del caso (si pensi ad esempio alla scoperta dei vaccini). Non penso che ora tutto questo possa davvero segnare la nostra fine, almeno non ancora e non così. Gli sforzi per deviare il treno che ha preso la direzione sbagliata ci sono e non sono trascurabili: Kyoto e quant'altro la dicono lunga, tempo fa nessuno si sarebbe messo a convocare rappresentanti di diversi paesi per una questione ecologica. Allora il problema non era allora rilevante, oggi invece sì. Per quanto a volte sembra essere il contrario, gli uomini sono una specie intelligente forse quanto i virus: nel momento in cui si sente messa in crisi o vede avanzare delle minacce, una specie reagisce con delle risposte concrete in modo da evitare se possibile la sua autodistruzione. Così è stato e così probabilmente sarà, sia per noi che per i microbi, almeno fino a che sarà giunto il momento dell' estinzione. Sono convinto che una nazione come la Russia dotata di una cultura plurisecolare sarà una delle ultime a morire: ricordiamoci che stiamo parlando di un popolo che seppe respingere perfino l'esercito Napoleonico, cha allora sembrava invincibile agli occhi di tutta europa.
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
Caro Cicerin, più che il popolo e respingere Nopoleone e Hitler è stata la Russia stessa, come una madre che difende i suoi figli.
Napoleone una volta arrivato a Mosca ha aspettato invano e poi è dovuto scappare e lo stesso gli inverni del 42-43 sono stati una cosa terribile a memoria degli stessi russi, veramente la Russia è madre!
E poi anche il mio ottimismo deriva dai fatti da te elencati, (Kioto etc..etc.) ma siamo più di 7 miliardi e stiamo marciando inevitabilmente verso i 10.....forse come tu dici la Russia sarà l'ultima a morire (speriamo che non debba accadere) anzi speriamo che i cervelli umani tornino a funzionare e che si trovino soluzioni giuste per tutti anche se ho qualche dubbio. Essere gli ultimi forse sarà peggio di essere stati i primi e purtroppo se accadrà primi o ultimi saremo tutti colpevoli.
Napoleone una volta arrivato a Mosca ha aspettato invano e poi è dovuto scappare e lo stesso gli inverni del 42-43 sono stati una cosa terribile a memoria degli stessi russi, veramente la Russia è madre!
E poi anche il mio ottimismo deriva dai fatti da te elencati, (Kioto etc..etc.) ma siamo più di 7 miliardi e stiamo marciando inevitabilmente verso i 10.....forse come tu dici la Russia sarà l'ultima a morire (speriamo che non debba accadere) anzi speriamo che i cervelli umani tornino a funzionare e che si trovino soluzioni giuste per tutti anche se ho qualche dubbio. Essere gli ultimi forse sarà peggio di essere stati i primi e purtroppo se accadrà primi o ultimi saremo tutti colpevoli.
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
Carissimi! I vostri discorsi sono assai interessanti anche se io fin dal principio avevo presentato un libro dedicato eccezionalmente alla furia degli elementi naturali del nostro pianeta. Ma voi avete la piena ragione, avete non ragione ma ragionissima. La vita sociale o politica si trova anche alla furia degli elementi naturali e a volte soprannaturali. Leggerò con piacere la continuazione dei vostri ragionamenti.
Oggetto: Re: «CHE TEMPO FARA' IN RUSSIA NEI PROSSIMI 10 ANNI»
Boris Revich e Viktor Maleev Борис Ревич и Виктор Малеев
«I MUTAMENTI DELLA CLIMA E LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE DELLA RUSSIA»
«ИЗМЕНЕНИЯ КЛИМАТА И ЗДОРОВЬЕ НАСЕЛЕНИЯ РОССИИ»
L’analisi della situazione e le valutazioni delle previsioni
Анализ ситуации и прогнозные оценки
Casa Editrice «Lenand» Mosca 2019 (Pagine 208)
Издательство «Ленанд» Москва 2019
«I MUTAMENTI DELLA CLIMA E LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE DELLA RUSSIA»
«ИЗМЕНЕНИЯ КЛИМАТА И ЗДОРОВЬЕ НАСЕЛЕНИЯ РОССИИ»
L’analisi della situazione e le valutazioni delle previsioni
Анализ ситуации и прогнозные оценки
Casa Editrice «Lenand» Mosca 2019 (Pagine 208)
Издательство «Ленанд» Москва 2019
I MUTAMENTI DELLA CLIMA.jpg | |
Descrizione: | «I MUTAMENTI DELLA CLIMA E LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE DELLA RUSSIA» L’analisi della situazione e le valutazioni delle previsioni Casa Editrice «Lenand» Mosca 2019 (Pagine 208) |
Dimensione: | 29.53 KB |
Visualizzato: | 4437 volta(e) |
Pagina 1 di 1
Non puoi inserire nuovi ArgomentiNon puoi rispondere ai Messaggi
Non puoi modificare i tuoi Messaggi
Non puoi cancellare i tuoi Messaggi
Non puoi votare nei Sondaggi
Non puoi allegare files in questo forum
Puoi scaricare gli allegati in questo forum
Puoi inserire eventi calendario in questo forum
Full Version
Powered by Icy Phoenix based on phpBB © phpBB Group
Design by phpBBXS.Com | Lo-Fi Mod.
Tempo Generazione: 0.4589s (PHP: 46% SQL: 54%)
SQL queries: 22 - Debug On - GZIP Disabilitato