Oggetto: «KHOVANSCINA» di Modest Mùssorgskij
Anch’io la vedrei volentieri (lo so che sia molto costoso viaggiare in Germania), ma in effetti in questo momento vorrei vedere di più qualche allestimento della “Khovanscina” nella versione di Rimskij-Korsakov. Ho l’impressione che i teatri di oggi scelgano più spesso quella di Shostakovich (per quanto ne sappia la danno anche al Mariinskij, per esempio) e a dire il vero vorrei capire perché…?

 
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Non sono in grado di giudicarlo in modo davvero competente, ma da quel che capisco (ho gli spartiti per canto e pianoforte delle redazioni di Rimskij e Shostakovich), se vogliamo avere la risposta a questo perché vanno considerati varî aspetti, sia drammaturgici, sia musicali, che in qualche caso sono la stessa cosa.
Rimskij nella sua versione glorificò per certi versi Pietro il Grande (non mi pare fosse una cosa voluta dall'autore), inserendo il motivo dell'alba sulla Moscova quasi sempre quando si tratta di Pietro I o dei soldati petrini e concluse l'opera coll'arrivo dei soldati petrini (al suono della marcia che pure è un leitmotiv dell'opera) a guardare la pira dei Vecchî Credenti. Sacrificò alla scorrevolezza della vicenda (come la capiva) alcune scene importanti come quella del principe Golicyn col Pastore protestante e sancí il taglio di quella di Marfa e Susanna. Mitigò alcune asprezze (od incorrettezze, dal suo punto di vista) armoniche, introdusse qualche effette musicale, diciamo, inopportuno (tre accordi orchestrali alla fine del primo atto, dopo il coro a capella dei Vecchî Credenti, oppure la chiusura dell'opera colla marcia "petrina"), e riscrisse la parte di Marfa per mezzo-soprano (invece del contralto previsto dall'autore).
Shostakovich, da quel che capisco, cambiò assai poco (mi pare soltanto che ad alcun punto sostituí la melodia dell'alba sulla Moscova colla marcia petrina) e scrisse un coro finale che finisce nel silenzio: non esiste una risposta alle domande che l'autore si pose in quel suo opus magnum. Non so se sia mai stato inciso il coro finale di Shostakovich. Io non l'ho sentito.
Entrambi compositori orchestrarono l'opera ciascuno nel suo proprio modo, ma io non posso giudicarle. Si dice generalmente che le orchestrazioni di Rimskij sono piú lussuose, mentre le orchestrazioni di Shostakovich, piú sobrie, siano piú vicine allo stile dell'autore e seguono una drammaturgia propria che serve la trama.

 
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Angelo, ti ringrazio per il tuo chiarimento! I tuoi commenti li apprezzo sempre molto! :up:

 
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«KHOVANSCINA» di Modest Mùssorgskij

MODEST MUSSORGSKIJ (1839-1881) МОДЕСТ МУСОРГСКИЙ

Com'è noto, Mussorgskij non fece in tempo a condurre il lavoro in porto. L’opera non era orchestrata e molti frammenti restarono dopo la morte dell’autore soltanto nelle varianti in brutta copia. La portò a termine e orchestrò Nikolaj Rimskij-Korsakov. Più tardi apparve la nuova, cosiddetta «versione o redazione parigina» di «Khovànscina», fatta da Igor Stravinskij e Maurice Ravel per «Le Stagioni Russe» («Русские Сезоны») di Serghej Diaghilev a Parigi. Nel 1931 uscì alla luce lo spartito integrale preparato sulla base dei manoscritti autografi del compositore. Basandosi su questo spartito il compositore Boris Assàfjev (Борис Асафьев) fece la sua orchestrazione dell’opera, ma il suo lavoro non era mai usato dai teatri.
E alla fine la redazione di Dmitrij Shostakovich ricapitolò tutti gli sforzi dei suoi predecessori. Shostakovich seppe ricostruire nella nuova redazione orchestrale lo spirito del capolavoro di Mùssorgskij. La preferenza della redazione di Shostakovich oggi è riconosciuta dalla maggioranza dei teorici e dei pratici, ma non da tutti. Ci sono molti che riconoscono solo la redazione di Rimskij-Korsakov.
Si tratta non solo dell’inerzia del pensiero. Il fatto è che la partitura di Shostakovich esige del grande corpo orchestra e del coro. La versione di Rimskij-Korsakov è più “da camera”. L’alternativa Rimskij-Korsakov – Shostakovich continua ad esistere fino ai nostri tempi e sarà sempre. Alcuni teatri lirici fanno una cosa mista o la combinazione di due varianti. Come base si prende la versione di Rimskij-Korsakov, ma nello stesso tempo molti tagli si aprono secondo la partitura di Shostakovich. Tali combinazioni potrebbero portare alla variegatura o all’eterogeneità eclettica, ma per fortuna non è mai successo.
Quest’opera è il destino della Russia, il destino del popolo sullo sfondo delle lotte e delle ambizioni politiche, delle discordie feudali e dello scisma o in russo «raskòl» («раскол») ecclesiastico. Così è la base del contenuto dell’opera «Khovànscina».
Il popolo nell’opera è un concetto non omogeneo. Gli streltsy (стрельцы) cioè i guerrieri dello zar, costituiscono una sua parte, l’altra sono i raskòlniki cioè gli scismatici. Ma c’è ancora un’altra parte del popolo. Sono gli avventizi o i forestieri.

MODEST MUSSORGSKIJ (1839-1881) МОДЕСТ МУСОРГСКИЙ
«KHOVANSCINA» «ХОВАНЩИНА»
Dramma musicale popolare in cinque atti e sei quadri
Libretto proprio e di Vladimir Stàssov

PERSONAGGI:
Il Principe Ivan Khovànskij, capo degli streltsy (basso)
Il Principe Vassìlij Golìtsyn (tenore)
Il Principe Andrej Khovànskij (tenore)
Il Boiaro Shaklovìtyj (baritono)
Dossifèj, capo dei Vecchi Credenti, (scismatici) (basso)
Màrfa, la scismatica (mezzosoprano)
Susanna, la vecchia scismatica (soprano)
Lo scriba (tenore)
Emma, una ragazza del sobborgo tedesco (soprano)
Il sacerdote protestante (baritono)
Varsonofjev, confidente del principe Golitsyn (basso)
Kùz’ka, lo strelets (baritono)
1 strelets (basso)
2 strelets (basso)
3 strelets (tenore)
Strèshnev, boiaro (tenore)
Gli streltsy, gli scismatici (i Vecchi Credenti), le serve domestiche, le giovani contadine, le schiave persiane del principe Ivan Khovànskij, corpo militare creato da Pietro il Grande per giochi militareschi, il popolo.
L’azione si svolge a Mosca nel Seicento.

MODEST MUSSORGSKIJ (1839-1881) МОДЕСТ МУСОРГСКИЙ
«KHOVANSCINA» «ХОВАНЩИНА»
ATTO PRIMO
La Piazza Rossa di Mosca. Albeggia sulla Moscova.
Il boiaro Shaklovityj detta una denuncia anonima contro i principi Khovànskij accusati di prendere il potere nelle loro mani. Lo scriba malvolentieri e solo dietro grande ricompensa accetta di scrivere in fretta la denuncia. Gli streltsy, i guerrieri dello zar, sono terribili, sono padroni assoluti di Mosca. Hanno messo al centro della piazza una colonna come avvertimento.
Arrivano gli avventizi. Apprendendo dei crimini mostruosi degli streltsy, loro si fermano assorti nelle riflessioni sul futuro della Russia.
Si sentono delle grida. E gli streltsy salutano sonoramente il loro capo Ivan Khovànskij. Suo figlio, Andrej, è lontano dai disegni politici del padre. Lui cerca di guadagnarsi con le buone o con le cattive il favore di una ragazza tedesca, Emma. La resistenza di Emma provoca in Andrej uno scoppio d’ira. La ragazza poteva morire dal coltello del giovane principe Andrej, ma la salva la scismatica Marfa, ex amante di Andrej che lo segue insistentemente. A questa scena assiste il padre di Andrej, Ivan Khovanskij, il quale stesso non ha nulla in contrario per essere con Emma. Al litigio fra il padre e il figlio pone fine Dossifej, il capo dei Vecchi Credenti (gli scismatici).

ATTO SECONDO
Il palazzo del principe Vassilij Golitsyn. Il principe brama il potere ma non può decidersi alla ribellione. La paura della disgrazia dello zar paralizza la sua volontà. Desideroso di conoscere il futuro, lui chiama l’indovina Marfa la quale gli vaticina la perdita del favore dello zar.
Varsonofjev versa I’acqua in una coppa d’argento e gliela porge. Esce. Marfa si copre con un grande scialle nero e si prepara a leggere il futuro. Il giardino e parte della scena sono illuminati dalla luce della luna. Marfa si avvicina al tavolo dove c’è la coppa con l’acqua.
MARFA:
Forze segrete, forze potenti,
anime partite per un mondo ignoto,
io vi chiamo!
Anime annegate, anime perdute
che conoscete i misteri
del mondo sottomarino,
siete qui?
Al principe boiaro,
tormentato dalla paura,
rivelerete ora il mistero
del suo destino, nascosto dalla tenebra?
(Osserva attentamente I’acqua)
Tutto è tranquillo e sereno nei cieli,
ogni cosa e inondata di magica luce.
Le forze segrete hanno udito il mio richiamo.
Principe, il segreto del tuo destino
si sta rivelando:
volti malvagi con astuti sorrisi
ti circondano, principe,
ti stringono compatti:
volti a te noti ti mostrano
un cammino lontano.
Vedo chiaro, e stata rivelata la verità.
Principe!
Ti minacciano la disgrazia
e I’esilio in terre lontane;
perderai per sempre potere,
ricchezza, nobiltà.
Ne la gloria passata,
ne il valore, ne la saggezza,
nulla ti salverà:
cosi ha deciso il destino!
Conoscerai, mio principe,
grande sofferenza,
tristezza, privazioni;
e in questo dolore,
tra lacrime cocenti,
conoscerai tutta la verità della terra...

Il principe per non lasciar diffondere le dicerie, ordina di annegare l’indovina Marfa nella palude.
Si uniscono gli avversari ed i nemici dello Zar Pietro il Grande – Ivan Khovanskij e Dossifej. Golitsyn e Khovanskij ambedue ambiscono al dominio politico. Si accende una vivace discussione e poi la lite, sedata infine da Dossifej che dice che bisogna cercare la soluzione del destino della Russia.
Entra correndo Marfa.
Smaschera irosamente Golitsyn e racconta come lo salvarono i guerrieri di Pietro I. Shaklovityj comunica che lo Zar Pietro I sa della congiura e ha ordinato di reprimerla e soffocarla nel sangue.

ATTO TERZO
Quadro primo
Il grande villaggio degli streltsy. Marfa ricordandosi dell’amore passato del principe Andrej, si sfoga. La canzone di Marfa è udita dalla vecchia scismatica Susanna. Lei minaccia con tono astioso Marfa di scomunicarla dalla chiesa. Marfa odia la stupida fanatica. Con il racconto dell’amore ardente Marfa fa imbestialire Susanna. Arriva Dossifei che manda via la vecchia scismatica e riesce a calmare Marfa.
Si svegliano dopo la sbornia gli streltsy. Si accende la gaiezza ribelle e insensata. Gli streltsy cercano di calmarli le loro mogli, ma senza risultato. L’orgia cessa non appena lo scriba annuncia la disgrazia. Nel grande villaggio sono arrivati i cavalieri che non risparmiano né vecchi né giovani. I confusi streltsy implorano il principe Khovanskij di portarli contro i cavalieri. Ma Khovanskij ha paura dell’ira di Pietro I e consiglia agli streltsy di sottomettersi e allontanarsi.

Quadro secondo
Il palazzo del principe Ivan Khovanskij. Il principe caduto in deliquio dai divertimenti, dalle canzoni e dalle danze delle sue schiave persiane. Un servo lo avvisa del pericolo. Il testardo principe ordina di prendere a frustate il servo.
Arriva Shaklovityj. A nome della Principessa Sofia chiama a Khovanskij al consiglio segreto contro Pietro I.
Il tracotante Khovanskij solennemente sotto i canti si abbiglia dei vestiari di parata, ma il principe non fa in tempo a varcare la soglia che viene ucciso con un pugnale da un sicario.

ATTO QUARTO
Il vaticinio di Marfa si realizzò. Il principe Golitsyn è condannato all'esilio. Dei restanti nemici di Pietro si attende la giustizia sommaria. Sulla Piazza Rossa è fissata l’esecuzione degli streltsy. Verso l’eremo dei Vecchi Credenti sono mandati i cavalieri.
L’onniscente Marfa vuole salvare dalla pena di morte Andrej Khovànskij. Ma Andrej non crede nel fiasco della congiura. Lui suona il corno per convocare gli streltsy, ma invano. Nessuno arriva. E quando Andrej vede come conducono gli streltsy al patibolo, capisce che la morte è inevitabile. Andrej vuole scampare alla morte. Marfa lo trascina nell’eremo dei Vecchi Credenti.
Intanto sulla Piazza Rossa davanti agli streltsy saliti sul patibolo il boiaro Streshnev legge il decreto di concessione della grazia di Pietro I.

ATTO QUINTO
Notte. La radura nel bosco presso l’eremo dei Vecchi Credenti. Dossifej è solo. Lui sente il perduto degli scismatici. È difficile decidersi a intraprendere un'azione spaventevole - suicidarsi dandosi fuoco, ma non c'è scampo. Lo stesso dice Marfa ad Andrej. Per lei l’autoimmolazione è l’unica possibilità di essere di nuovo con il suo amato Andrej. Tutta la confraternita dei Vecchi Credenti è pronta a darsi alle fiamme. Quando i cavalieri arrivano alla radura, vedono l’eremo ardente come una pira gigantesca.



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«KHOVANSCINA» ALLA CITTA’ DI KOSTROMA’
«ХОВАНЩИНА» В ГОРОДЕ КОСТРОМА

Il 29 agosto 2010 sulla Piazza Sussànin dell’antica città russa di Kostromà (Кострома) si svolgerà una Prima musicale. Nel quadro del progetto della Filarmonica di Kostromà sarà presentata all’aperto, nella Piazza Sussànin nel centro della città, l’Opera lirica di Modest Mùssorgskij «KHOVANSCINA» «ХОВАНЩИНА».
L’allestimento scenico dell’Opera è fissato per una precisa data: la celebrazione dell’anniversario della Provincia di Kostromà (Костромская Область) nel giorno festoso il 29 agosto, il giorno della Santa Icona di Madre di Dio Fiodorovskaja che è la patrona di Kostromà.
Kostromà (Кострома) è una città della Russia europea centrale, a nordest di Mosca, alla confluenza del fiume Kostromà nel Volga. È capoluogo della Provincia di Kostromà. Fa parte del cosiddetto «Anello d'Oro» («Золотое Кольцо») delle antiche città russe. La città di Kostromà viene citata per la prima volta nelle cronache nel 1213, anche se pare sia più antica di circa mezzo secolo essendo stata fondata dal Principe Jurij Dolgorùkij (Князь Юрий Долгорукий). Sembrerebbe quindi essere all'incirca contemporanea di Mosca.
Nello spettacolo prenderanno parte i solisti e l’orchestra sinfonica del Teatro lirico «NOVAJA OPERA» («НОВАЯ ОПЕРА») di Mosca. Il direttore artistico del teatro «NOVAJA OPERA» e il direttore d’orchestra è Dmitrij Volòsnikov (Дмитрий Волосников). Il regista dello spettacolo «KHOVANSCINA» è Ghennadij Shàposhnikov (Геннадий Шапошников), lo scenografo è Viktor Gherassimènko (Виктор Герасименко), il coreografo è Ivan Fadèev (Иван Фадеев).
Tra i partecipanti dello spettacolo ci saranno anche i complessi musicali della città di Kostromà: il Coro da Camera di Kostromà, l’Orchestra sinfonica di Kostromà, il Balletto della Filarmonica di Kostromà e la Banda musicale dell’Accademia dell’Esercito, il Coro della Scuola Musicale No.8 di Kostromà e gli attori del Teatro drammatico «OSTROVSKIJ» di Kostromà.
L’azione dell’Opera «KHOVANSCINA» si svolgerà su alcuni posti della grande Piazza Sussànin in cui sarà costruito il palcoscenico di 60 metri. Questo permetterà agli spettatori in pochi minuti di invertire la loro attenzione dalla scena sulla Piazza Rossa allo studio di Vassilij Golitsyn, dal palazzo di Ivan Khovànskij alla scena presso la Cattedrale di San Basilio sulla Piazza Rossa di Mosca. Alla fine dell’Opera sarà presentata la radura nell’eremo dei «raskòlniki» («раскольники») cioè degli scismatici, dove nella fiamma dell’incendio periranno gli indomiti raskòlniki. Tutte le scene dell’Opera di Mùssorgskij saranno presentate sul grande palcoscenico di 60 metri. Sopra la Piazza di Ivan Sussànin risuoneranno le campane le quali apposta per lo spettacolo saranno portate dalla città Tutàev (Тутаев) della Provincia di Jaroslàvl’. La scampanata sarà eseguita dal celebre campanaro Vladimir Degtjarèv.
Il grandioso spettacolo sarà trasmesso sugli schermi al plasma che permetteranno alle migliaia dei cittadini di Kostromà e degli ospiti della città di essere testimoni oculari dello spettacolo sulla Piazza Principale dell’antica città di Kostromà.
I cittadini di Kostromà aspettano con gran interesse la Prima dell’Opera «KHOVANSCINA» di Modest Mùssorgskij. Anche noi l’aspettiamo con interesse e speriamo che il TVcanale «KULTURA» ce la presenterà in trasmissione diretta da Kostromà il 29 agosto 2010.



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3CD «Aquarius» AQVR 370-2
Modest Mussorgskij Модест Мусоргский
«KHOVANSCINA» «ХОВАНЩИНА»
(La versione di Rimskij-Korsakov)

PERSONAGGI E INTERPRETI:
Ivan Khovànskij (Basso): Aleksej Krivcènia (Алексей Кривченя)
Andrej Khovànskij (Tenore): Gheòrghij Bolshakòv (Георгий Большаков)
Marfa (mezzosoprano): Maria Maksàkova (Мария Максакова)
Il principe Golitzyn (Tenore): Nikandr Khanàjev (Никандр Ханаев)
Shaklovìtyj, boiaro (Baritono): Aleksej Ivanòv (Алексей Иванов)
Dossifej (Basso): Mark Reizen (Марк Рейзен)
Pastore: Serghej Krassòvskij (Сергей Красовский)
Emma: Nadezhda Kossìtsyna (Надежда Косицына)
Varsonofjev: Vsevolod Tjutjùnik (Всеволод Тютюник)
Kuzka: Mikhail Skàzin (Михаил Сказин)
Streshnev: Aleksej Bolshakòv (Алексей Большаков)

Coro ed Orchestra del Teatro Bolshoj
Direttore: Vassilij Nebolssìn (Василий Небольсин)
REGISTRATO: 1951 Mosca

 

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Oggetto: «KHOVANSCINA» di Modest Mùssorgskij
Il 21 febbraio 1886, la prima dell'opera «Khovanscina» di Modest Mussorgskij ebbe luogo a San Pietroburgo. La sua trama è basata sulla storia della rivolta di Streltsy, divampata in Russia alla fine del XVII secolo, nei primi giorni dopo l'incoronazione del dieci anni Pietro il Grande. «Khovanscina» non aveva una fonte letteraria diretta; il compositore stesso ha scritto il libretto. Ha studiato meticolosamente la trama ei personaggi dei suoi personaggi, ha cercato di penetrare nella psicologia umana, ha creato intere immagini da frammenti sparsi. Mussorgskij non ha terminato «Khovanscina». È stato completato da Nikolaj Rimskij-Korsakov sulla base di materiali protetti da copyright. Lo ha anche presentato alla Direzione dei Teatri Imperiali per la messa in scena al Teatro Mariinskij. I primi a incarnare «Khovanscina» furono artisti dilettanti del Circolo di musica e teatro di Pietroburgo. Quindi il lavoro è migrato nel repertorio dell'Opera privata russa di Savva Mamontov. Il Teatro di Stato, Mariinskij, decise di metterlo in scena solo nel 1911.

 
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