Oggetto: «ALEKSEJ IVANOV: UNO SCRITTORE RUSSO»
«ALEKSEJ IVANOV: UNO SCRITTORE RUSSO»
«АЛЕКСЕЙ ИВАНОВ: РУССКИЙ ПИСАТЕЛЬ»

La Casa Editrice «Azbuca» («Азбука») comunica che fra poco pubblicherà il nuovo romanzo di Aleksej Ivanov «Bluda e M.U.D.O.» («Блуда и М.У.Д.О.»). Questo romanzo sarà il più sensazionale di tutti quelli scritti finora da Ivanòv. Gli editori attendono la reazione esplosiva della stampa e sono pronti agli scandali clamorosi intorno al libro. Gli editori non possono rivelare per ora il contenuto del nuovo romanzo di Aleksej Ivanòv. L’unica cosa di cui scrivono è che non è un romanzo storico come i suoi romanzi precedenti. La sua azione si svolge nei nostri giorni. Il fatto è che il titolo del romanzo persino io non posso tradurlo in italiano e scriverlo qui perché è indecente e non proferibile. Il titolo provocatorio «Bluda e M.U.D.O.» dà una certa chiave per la comprensione degli avvenimenti narrati nel romanzo. Aleksej Ivanov ha scelto di proposito questo titolo per il suo romanzo per non partecipare a nessun premio letterario. Lo scrittore non vuole prendere parte a nessun premio letterario nazionale e straniero. Siccome lui non può proibire di presentare i suoi libri ai premi, lui ha dato al suo romanzo un titolo indecente e non proferibile per non poter pronunciare questo titolo in pubblico ad alta voce. Secondo lui «Sprofonderà prima il Cremlino sotto terra piuttosto che gli organizzatori osino pronunciare: “Il Primo Premio “Russia Santa” va al romanzo “Bluda e MUDO”!» («скорее Кремль провалится под землю, чем организаторы осмелятся объявить: «Первое место в премии «Русь Святая» присуждается роману «Блуда и М.У.Д.О.»!»). Malgrado ciò il romanzo di Aleksej Ivanov «Bluda e M.U.D.O.» («Блуда и М.У.Д.О.») è già inserito nelle lunghe liste dei Premi letterari nazionali. Il Cremlino non ha nulla a che vederci.
Ma prima si dobrebbe leggere il suo romanzo che dovrà uscire questi giorni in vendita. Allora aspettiamo l’uscita del nuovo romanzo di Aleksej Ivanòv «Bluda e M.U.D.O.», il titolo del quale io non posso tradurre per ragioni di decenza.
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Aleksej Ivanov



Ultima modifica di Zarevich il 29 Ago 2019 17:34, modificato 4 volte in totale
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Un titolo che la dice lunga sui suoi forti contenuti. Aleksej Ivanov ha deciso di rischiare qualsiasi cosa potrà succedere. Non è che tra qualche mese dovrà andare in giro con la scorta e la macchina blindata, come è capitato al giornalista-scrittore italiano Roberto Saviano? In ogni caso siamo molto curiosi sia di leggere questo libro, sia delle reazioni che ci saranno.

 
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L'ultimo romanzo di Aleksej Ivanov «Bluda e M.U.D.O.» («Блуда и М.У.Д.О.») è uscito la settimana scorsa ed è in vendita



Ultima modifica di Zarevich il 29 Ago 2019 17:35, modificato 1 volta in totale
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denisocka
Oggetto: «ALEKSEJ IVANOV: UNO SCRITTORE RUSSO»
Da una semplice ricerchina in internet ho visto che di questo autore nessuno parla né in Italia né all'estero. Com'è possibile? A questo punto lo domando a chi ha letto un suo libro. Se ha vinto spesso premi o comunque è arrivato finalista cosa può aver spinto le case editrici a non comprarne i diritti (non dico in Italia dove sono un po' miopi riguardo alla Russia)? e ai corrispondenti dei giornali a non aprlarne? Che genere di libri scrive?

 
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Beh... mia cara Denisocka! Nell'industria editoriale ci sono le mode, le tendenze, i nomi di richiamo. La letteratura russa contemporanea (escludendo i grandi classici) interessa a poche persone, quindi è solo un mercato di nicchia... e molto scarno!

 
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Non è una spiegazione sensata.
La gente non può interessarsi a quello che non conosce.
La colpa non è dei lettori che non possono decidere di comprare e leggere quello che non possono trovare, ma delle scelte degli editori di non pubblicare o di pubblicare le peggiori opere, invece di quelle che varrebbe la pena divulgare e diffondere.

 
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Penso che ci sia una interazione fra le due cose. I lettori hanno delle tendenze, delle preferenze, e l'industria "pompa" ad arte certe produzioni. Sarebbe bello che si occupassero anche di un certo tipo di letteratura meno nota, ma non è così. Produrre un libro è un'impresa rischiosa, le tirature sono limitate e i costi alti.

 
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Non è così.
Denisochka che è del mestiere potrà spiegarti meglio queste dinamiche per cui si traduce poco dal russo, o si traduce il peggio.
E' ovvio che se in circolazione mettono solo il peggio, i lettori non ripeteranno molte volte l'esperimento di provare nuovi autori che non conoscono, e piano piano si allontanano.
Ma la colpa non è dei lettori.

 
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Io non sono del mestiere, ma secondo me è così, e questo genere di discorsi si presta a discussioni e non a prove di laboratorio.

Se dovessi pubblicare un libro e dovessi scegliere tra un Camilleri e un giovane russo contemporaneo sceglierei Camilleri alla grande, perché gli operai costano e la carta costa ancora di più. E' chiaro che mi piacerebbe poterli pubblicare tutti e due!

 
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Va bene, nessuno ti obbliga a leggere la letteratura russa contemporanea, se ne pensi male.
Ma non attribuire a tutti gli altri le tue motivazioni.

 
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Uffa!!!! :mrgreen:

1) Dove ho scritto che "penso male" della letteratura russa contemporanea?

2) A casa, ho alcune decine di libri di russi contemporanei... :mrgreen: e penso che ci siano scrittori veramente bravi...

3) Non attribuisco a tutti gli altri le mie motivazioni, infatti ho scritto che questo genere di argomenti si presta a discussioni, e sono qui a discutere non solo ad omaggiare la Russia con cecità!

4) Sono d'accordo con te: l'industria ha le sue responsabilità... ma credo anche che ci sia da parte del pubblico l'esigenza di seguire un piacere, una propria inclinazione, che non sempre è gestibile dalle aziende e non sempre è prevedibile. Camilleri era uno sconosciuto, ma ha creato un personaggio che piace. Scrive bene, ma non solo, è intrigante, è divertente, è di piacevole lettura....poi l'industria culturale ha fatto tutto il resto e ha confezionato il prodotto finale!

5) Vorrei che la gente leggesse Aleksej Ivanov, vorrei che ascoltasse Hugo Wolf, che ammirasse i quadri di Kokoshka, che leggesse le poesie di Trakl e si emozionasse per Magister Leoninus.... ma non è così. E non dipende SOLO dall'industria culturale!

 
denisocka
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Ragazzi, calmi. Io che nell'editoria ci lavoro vi posso dare il mio punto di vista.
Ovviamente nell'ambito della narrativa straniera gli scrittori russi non vanno come gli americani, come è ovvio che sia, ma resta pur vero quello che spiegavo a Zerevich e a Myshkin ieri in privato. Chi è incaricato di "scovare" le opere pubblicabili si chiama in italia editor, e quelli della narrativa straniera conoscono spesso e volentieri sono le lingue europee maggiori. Così, per le lingue più particolari si affidano a lettori esterni e, soprattutto, agli agenti letterari che offrono agli editor quello che in Russia ha venduto (unico mezzo per gli editor che non sanno la lingua per valutare la commerciabilità di un testo). Le poche cose che hanno davvero meritato di essere pubblicate e che poi hanno avuto successo anche in Italia guarda caso sono state spesso segnalate da lettori esterni (es: Pelevin, Stogoff, Ulickaja, ecc.). E, per il loro genere,sono andati molto, ma molto bene. Poi dipende anche dalla linea editoriale di una casa editrice, non sempre tutti i libri si adattano a tutti gli editori, molti la letteratura russa non la tengono proprio in considerazione.

 
denisocka
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Dimenticavo... altri autori, invece, vengono pubblicati proprio sull'onda delle vendite in Russia. Peccato che ciò che piace ai russi non è detto che piaccia anche agli italiani... così un flop dopo l'altro porta gli editor a considerare il mercato russo molto rischioso.

 
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denisocka ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Peccato che ciò che piace ai russi non è detto che piaccia anche agli italiani... così un flop dopo l'altro porta gli editor a considerare il mercato russo molto rischioso.

Questo è un punto delicato! In questo momento piace molto la letteratura ispano-americana. Hanno saputo unire la capacità espressiva a tematiche universali, non a caso è un tipo di letteratura molto venduto in nord America e in Europa. Molte volte gli autori russi trattano argomenti o situazioni che sono di difficile comprensione (interesse?) per l'italiano medio.

 
denisocka
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Il problema è che per un certo periodo (che io spero ardentemente stia finendo) in Russia ha venduto una generazione di autori che si sfogava scrivendo di ogni sorta di tabù di cui in precedenza non si poteva parlare (dimmi Zarevich se sbaglio). così là si vendevano, e ancora si vendono, libri che per noi sono superati, perché in Italia la fase dell'esplicito è passata da un bel pezzo. Altra tematica che tira in Russia: i nuovi ricchi, con i capi firmati, il denaro speso con la bella vita, più mafia e ammazzamenti vari. Letto un libro per noi, letti tutti. Sono troppo lapidaria? Le case editrici italiane per puntare su un autore russo ora devono essere certe del suo talento, quindi non ci tentano poi troppo. I sudamericani sono di tutt'altro genere, secondo me.

 

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