«LA TENDA ROSSA» «КРАСНАЯ ПАЛАТКА»
«La tenda rossa» («Красная палатка») è un lungometraggio a colori wide-screen congiunto sovietico-britannico-italiano del 1969. L'ultimo lavoro da regista di Mikhail Kalatòzov. Basato su fatti realmente accaduti: la storia del salvataggio degli aeronauti italiani nell'Artico nel 1928.
Le prime versioni della sceneggiatura sono state scritte dallo scrittore Jurij Naghìbin, ma a causa di disaccordi con il produttore si è rifiutato di continuare a lavorare. La sceneggiatura è stata completata dallo sceneggiatore italiano Ennio de Concini con la partecipazione dello scrittore inglese Robert Bolt. Gli episodi artici sono stati girati in parte nella regione di Mosca, in parte vicino a Leningrado, sulle rive del Golfo di Finlandia, e in parte nell'Artico reale, nella terra di Francesco Giuseppe. L'epilogo del film - la formazione di un iceberg - è stato girato al largo delle coste norvegesi. Il film è stato proiettato in Occidente e in URSS in diverse versioni di montaggio e con diverse colonne sonore: la versione sovietica presenta la musica di Aleksandr Zatsèpin e la versione italiana - Ennio Morricone. Secondo Aleksandr Zatsepin, la sua musica non era inclusa nella versione internazionale del film perché nel momento in cui il produttore italiano ha richiesto la registrazione della musica, questa non era ancora pronta e, dopo aver atteso due settimane, il produttore ha detto che era «perdendo soldi» e costretto ad approvare la versione con musiche di Morricone. La versione straniera di «La Tenda rossa» si è rivelata non meno paralizzata dai produttori stranieri e da Ennio Morricone, che cavalcava sugli allori. Il maestro senza esitazione rifiutò la musica di Aleksandr Zatsepin, passando alla storia come l'autore del malvagio aforisma: «La sua musica è migliore, ma la mia è più costosa». Questo accenno al costoso contratto della sua persona con lo studio ha sepolto per sempre l'opportunità per gli stranieri di ascoltare la melodia magicamente ariosa «Riva del mare» («Берег моря») di un certo «Aleksandr russo».
1969. Inizia a Roma la prima del film italo-sovietico «La tenda rossa». Il sofisticato pubblico romano rimane affascinato dalla replica del dirigibile Italia che fluttua sopra il cinema. Sulla pubblicità compaiono i nomi di Sean Connery e Claudia Cardinale. Come posso usare un eufemismo: entrambi questi famosi attori sono l'anello debole del film, a causa del quale le note false vi scivolano inaspettatamente. Questo è il caso quando vorresti che non fossero lì, come se si fossero rilassati sotto l'influenza della loro celebrità, non giocano, ma recitano in modo esagerato, mentre tutti gli altri sono riusciti a vivere e sentire il destino dei loro personaggi. Perché c'è bisogno di Claudia Cardinale in questo film? È una decorazione? A proposito, Claudia Cardinale è venuta a Mosca per girare il film con 32 valigie e una domestica. Tutti risero, ma pensavano che la star del cinema italiano avrebbe interpretato il ruolo principale nel film, ma nel film questa star del cinema si comportava come una bellissima scimmia senza cervello.
Al centro del film c'è l'immagine del generale Nobile, incapace di far fronte ai sensi di colpa. In realtà, dopo il disastro del dirigibile Italia, Nobile fu perseguitato da Mussolini nel suo paese, a seguito del quale partì per l'Unione Sovietica nel 1932 per progettare dirigibili in una fabbrica sovietica. Il generale non ebbe fortuna con i dirigibili: o gli esperti li avrebbero respinti, oppure si sarebbero bruciati per ragioni sconosciute. Tuttavia, Nobile definì i 5 anni trascorsi in URSS i migliori della sua vita. "La tenda rossa" è un film italo-sovietico che racconta la storia vera del salvataggio da parte di una rompighiaccio sovietica di un gruppo di spedizione straniero bloccato al Polo Nord nel 1928. Il costruttore italiano di dirigibili ed esploratore artico Umberto Nobile, insieme a un team internazionale, è partito per esplorare il territorio del Polo Nord. Ma il dirigibile si è schiantato, parte della squadra è scomparsa per sempre insieme all'aereo in partenza, e l'altra parte della squadra è rimasta sul lastrone di ghiaccio. Storpi e con poco cibo, i membri della spedizione hanno dipinto di rosso la loro tenda verde e hanno inviato segnali radio chiedendo aiuto inutilmente.
Oggetto: «LA TENDA ROSSA»
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Oggetto: «LA TENDA ROSSA»
«LA TENDA ROSSA» «КРАСНАЯ ПАЛАТКА»
Il generale Umberto Nobile è l'ex comandante della sfortunata spedizione esplorativa del 1928 conclusasi con lo schianto del dirigibile Italia sulla banchisa polare e con il salvataggio dei superstiti, dopo sette settimane di permanenza sul pack, da parte del rompighiaccio sovietico Krassin.
Vittima dei ricordi e oppresso dai rimorsi, Nobile sta trascorrendo l'ennesima notte insonne nella sua abitazione nel centro di Roma. Questa notte, tuttavia, si presenta differente dalle altre: egli infatti indossa la sua divisa e "chiama" gli spiriti delle persone che sono state protagoniste nella drammatica vicenda che lo ha coinvolto, con l'intenzione di farsi "processare" e di rispondere direttamente a coloro che in più di un'occasione, durante le tante notti trascorse a ricordare gli eventi passati, lo hanno già condannato.
La vicenda si snoda tra realtà e fantasia, in un continuo rincorrersi di flashback che di volta in volta fanno apparire i protagonisti dei fatti in discussione: l'accusa è rappresentata dal fantasma del pilota svedese Einar Lundborg, suo salvatore, il quale avverte Nobile che questa notte lui "andrà fino in fondo", sviscerando tutte le sue debolezze e le sue responsabilità; il generale ed il suo accusatore chiamano di volta in volta i vari fantasmi dei partecipanti alla spedizione ed anche di chi ha provveduto ai soccorsi, tra i quali l'amico Roald Amundsen, scomparso in quei giorni tra i ghiacci nel tentativo di avvistare i superstiti a bordo del suo aeroplano.
Il disagio di Nobile risiede non solo nel disastro seguito alla missione e nella conseguente perdita di vite umane, ma anche nelle polemiche seguite al suo salvataggio: egli infatti fu accusato di avere abbandonato gli uomini per essere trasportato per primo, insieme alla sua cagnetta Titina, a Ny-Ålesund, da dove la spedizione era partita. Uno dei sopravvissuti all'incidente, il sottufficiale marconista Giuseppe Biagi, con l'imbarazzo che deriva dal giudicare un suo superiore, insiste proprio su questo argomento, mentre l'infermiera Valeria lo considera responsabile della morte dell'uomo che amava, ossia Finn Malmgren, responsabilità che deriva dal non avergli impedito in qualità di comandante della spedizione il tentativo, insieme al capitano Filippo Zappi e ad Adalberto Mariano, di raggiungere a piedi un'isola che si intravedeva durante la deriva dei ghiacci. Il tenente Lundborg accusa a sua volta Nobile di debolezza per non avere resistito alla forma di ricatto da lui stesso perpetratogli nel momento in cui l'aveva persuaso a partire, convincendolo della necessità di "prendere le redini" al fine di migliorare l'organizzazione dei soccorsi.
Quando il verdetto di colpevolezza è pronunciato, Amundsen, correndo di nuovo in soccorso all'amico, lo contesta, facendo notare a tutti gli accusatori che in ognuno di loro vi è una parte di responsabilità e che tutti sono in qualche modo colpevoli: al capitano Zappi vengono riconosciuti coraggio ed iniziativa, ma l'esploratore norvegese gli dice chiaramente che non lo vorrebbe mai come "secondo" in quanto ha trasgredito l'ordine di Nobile di non allontanarsi; al capitano di fregata Giuseppe Romagna Manoja, comandante della nave Città di Milano, viene invece contestato il peccato opposto, ossia l'avere atteso per troppo tempo ordini da Roma senza prendere iniziative concrete per il salvataggio e per questo viene definito "il comandante che non comanda", mentre al tenente Lundborg viene mossa la critica all'opportunismo che l'aveva portato ad insistere che Nobile tornasse per primo con lui, in modo da fare risaltare maggiormente la sua azione.
Dopo i rilievi mossi a tutti gli accusatori, questi scompaiono e, una volta che i due amici/rivali sono rimasti soli, Amundsen fa notare a Nobile che, nel momento in cui era di fronte alla fatidica decisione, aveva altrettanti validissimi motivi sia per restare sui ghiacci, obbedendo all'etica militare, che per tornare alla base, per poter organizzare meglio i soccorsi. Ricordandogli comunque l'eroismo e la bellezza delle avventure condivise nelle regioni artiche, il monologo finale del norvegese si conclude ricordando che forse, tra i vari fattori che hanno fatto poi prendere la decisione così contestata, vi era probabilmente anche in piccola parte quello umanissimo di mettersi in salvo e di un bagno caldo a Ny-Ålesund, distante a quel punto pochi minuti di aereo.
Il generale Umberto Nobile è l'ex comandante della sfortunata spedizione esplorativa del 1928 conclusasi con lo schianto del dirigibile Italia sulla banchisa polare e con il salvataggio dei superstiti, dopo sette settimane di permanenza sul pack, da parte del rompighiaccio sovietico Krassin.
Vittima dei ricordi e oppresso dai rimorsi, Nobile sta trascorrendo l'ennesima notte insonne nella sua abitazione nel centro di Roma. Questa notte, tuttavia, si presenta differente dalle altre: egli infatti indossa la sua divisa e "chiama" gli spiriti delle persone che sono state protagoniste nella drammatica vicenda che lo ha coinvolto, con l'intenzione di farsi "processare" e di rispondere direttamente a coloro che in più di un'occasione, durante le tante notti trascorse a ricordare gli eventi passati, lo hanno già condannato.
La vicenda si snoda tra realtà e fantasia, in un continuo rincorrersi di flashback che di volta in volta fanno apparire i protagonisti dei fatti in discussione: l'accusa è rappresentata dal fantasma del pilota svedese Einar Lundborg, suo salvatore, il quale avverte Nobile che questa notte lui "andrà fino in fondo", sviscerando tutte le sue debolezze e le sue responsabilità; il generale ed il suo accusatore chiamano di volta in volta i vari fantasmi dei partecipanti alla spedizione ed anche di chi ha provveduto ai soccorsi, tra i quali l'amico Roald Amundsen, scomparso in quei giorni tra i ghiacci nel tentativo di avvistare i superstiti a bordo del suo aeroplano.
Il disagio di Nobile risiede non solo nel disastro seguito alla missione e nella conseguente perdita di vite umane, ma anche nelle polemiche seguite al suo salvataggio: egli infatti fu accusato di avere abbandonato gli uomini per essere trasportato per primo, insieme alla sua cagnetta Titina, a Ny-Ålesund, da dove la spedizione era partita. Uno dei sopravvissuti all'incidente, il sottufficiale marconista Giuseppe Biagi, con l'imbarazzo che deriva dal giudicare un suo superiore, insiste proprio su questo argomento, mentre l'infermiera Valeria lo considera responsabile della morte dell'uomo che amava, ossia Finn Malmgren, responsabilità che deriva dal non avergli impedito in qualità di comandante della spedizione il tentativo, insieme al capitano Filippo Zappi e ad Adalberto Mariano, di raggiungere a piedi un'isola che si intravedeva durante la deriva dei ghiacci. Il tenente Lundborg accusa a sua volta Nobile di debolezza per non avere resistito alla forma di ricatto da lui stesso perpetratogli nel momento in cui l'aveva persuaso a partire, convincendolo della necessità di "prendere le redini" al fine di migliorare l'organizzazione dei soccorsi.
Quando il verdetto di colpevolezza è pronunciato, Amundsen, correndo di nuovo in soccorso all'amico, lo contesta, facendo notare a tutti gli accusatori che in ognuno di loro vi è una parte di responsabilità e che tutti sono in qualche modo colpevoli: al capitano Zappi vengono riconosciuti coraggio ed iniziativa, ma l'esploratore norvegese gli dice chiaramente che non lo vorrebbe mai come "secondo" in quanto ha trasgredito l'ordine di Nobile di non allontanarsi; al capitano di fregata Giuseppe Romagna Manoja, comandante della nave Città di Milano, viene invece contestato il peccato opposto, ossia l'avere atteso per troppo tempo ordini da Roma senza prendere iniziative concrete per il salvataggio e per questo viene definito "il comandante che non comanda", mentre al tenente Lundborg viene mossa la critica all'opportunismo che l'aveva portato ad insistere che Nobile tornasse per primo con lui, in modo da fare risaltare maggiormente la sua azione.
Dopo i rilievi mossi a tutti gli accusatori, questi scompaiono e, una volta che i due amici/rivali sono rimasti soli, Amundsen fa notare a Nobile che, nel momento in cui era di fronte alla fatidica decisione, aveva altrettanti validissimi motivi sia per restare sui ghiacci, obbedendo all'etica militare, che per tornare alla base, per poter organizzare meglio i soccorsi. Ricordandogli comunque l'eroismo e la bellezza delle avventure condivise nelle regioni artiche, il monologo finale del norvegese si conclude ricordando che forse, tra i vari fattori che hanno fatto poi prendere la decisione così contestata, vi era probabilmente anche in piccola parte quello umanissimo di mettersi in salvo e di un bagno caldo a Ny-Ålesund, distante a quel punto pochi minuti di aereo.
Oggetto: «LA TENDA ROSSA»
«LA TENDA ROSSA» «КРАСНАЯ ПАЛАТКА»
Ho riguardato questo film e mi è piaciuto ancora una volta. Questo è un film molto bello con attori molto bravi, anche Claudia Cardinale è molto brava. Ma adoro davvero Claudia Cardinale e mi piace sempre guardare i vecchi film con la sua partecipazione. Dio la benedica!
Purtroppo questo film è già stato quasi dimenticato in Russia e credo anche in Italia. È un peccato, perché questo vecchio film parla di tante cose, prima di tutto della nostra amicizia italo-russa. Lo dico senza pathos, perché l'amicizia dovrebbe sempre esistere. Ma ora non è così, almeno per l’Italia. Ma Claudia Cardinale è venuta a Mosca molte volte, e noi la ricordiamo e la salutiamo! È molto amata e ricordata in Russia.
P.S.
Purtroppo è già morto l'attore cinematografico e teatrale russo Eduard Martsèvich (Эдуард Марцевич, 1936-2013), che nel film «La tenda rossa» era l'uomo amato dall'eroina di Claudia Cardinale. Era un attore molto famoso, principalmente attore di teatro.
Ho riguardato questo film e mi è piaciuto ancora una volta. Questo è un film molto bello con attori molto bravi, anche Claudia Cardinale è molto brava. Ma adoro davvero Claudia Cardinale e mi piace sempre guardare i vecchi film con la sua partecipazione. Dio la benedica!
Purtroppo questo film è già stato quasi dimenticato in Russia e credo anche in Italia. È un peccato, perché questo vecchio film parla di tante cose, prima di tutto della nostra amicizia italo-russa. Lo dico senza pathos, perché l'amicizia dovrebbe sempre esistere. Ma ora non è così, almeno per l’Italia. Ma Claudia Cardinale è venuta a Mosca molte volte, e noi la ricordiamo e la salutiamo! È molto amata e ricordata in Russia.
P.S.
Purtroppo è già morto l'attore cinematografico e teatrale russo Eduard Martsèvich (Эдуард Марцевич, 1936-2013), che nel film «La tenda rossa» era l'uomo amato dall'eroina di Claudia Cardinale. Era un attore molto famoso, principalmente attore di teatro.
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Oggetto: Re: «LA TENDA ROSSA»
Ma Morricone e Zatsepin si erano divisi le musiche?
Oggetto: «LA TENDA ROSSA»
Il film è stato proiettato in Occidente e in URSS in diverse versioni di montaggio e con diverse colonne sonore: la versione sovietica presenta la musica di Aleksandr Zatsèpin e la versione italiana - Ennio Morricone. Secondo Aleksandr Zatsepin (Александр Зацепин), la sua musica non era inclusa nella versione internazionale del film perché nel momento in cui il produttore italiano ha richiesto la registrazione della musica, questa non era ancora pronta e, dopo aver atteso due settimane, il produttore ha detto che era «perdendo soldi» e costretto ad approvare la versione con musiche di Morricone. La versione straniera di «La Tenda rossa» si è rivelata non meno paralizzata dai produttori stranieri e da Ennio Morricone, che cavalcava sugli allori. Il maestro senza esitazione rifiutò la musica di Aleksandr Zatsepin, passando alla storia come l'autore del malvagio aforisma: «La sua musica è migliore, ma la mia è più costosa». Questo accenno al costoso contratto della sua persona con lo studio ha sepolto per sempre l'opportunità per gli stranieri di ascoltare la melodia magicamente ariosa «Riva del mare» («Берег моря») di un certo «Aleksandr russo».
Quanto alla questione su come Morricone e Zatsepin abbiano diviso la musica del film, è una questione aperta. Morricone non è più vivo e non è più possibile chiedere, ma Zatsepin è vivo e scrive musica. È molto anziano, è nato nel 1926. Potrebbe rispondere a questa domanda, ma nessuno glielo ha chiesto. In ogni caso, non lo so. Se lo avessi visto, glielo avrei chiesto.
Quanto alla questione su come Morricone e Zatsepin abbiano diviso la musica del film, è una questione aperta. Morricone non è più vivo e non è più possibile chiedere, ma Zatsepin è vivo e scrive musica. È molto anziano, è nato nel 1926. Potrebbe rispondere a questa domanda, ma nessuno glielo ha chiesto. In ogni caso, non lo so. Se lo avessi visto, glielo avrei chiesto.
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Oggetto: Re: «LA TENDA ROSSA»
Grazie ai posteri...................................................
Oggetto: «LA TENDA ROSSA»
Posso segnalare che il film «La Tenda Rossa» («Красная палатка») è stato recentemente restaurato molto bene. Il film è molto bello e affascinante. Questo film è assolutamente da vedere per tutti in Italia. Questo è un film storico su eventi che quasi tutti hanno dimenticato. Sulla televisione russa, questo film viene talvolta mostrato.
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Oggetto: «LA TENDA ROSSA»
Rimasero tutti lì. In una tenda rossa su un lastrone di ghiaccio, nelle vaste distese dell'Artico. Anche quelli che sono rimasti per tutto questo tempo sull'isola di Spitsbergen, sulla terraferma, sulla rompighiaccio «Krasin», e persino quel ragazzo dell'entroterra russo che è riuscito a cogliere il segnale dei membri della spedizione Nobile. Tutto. Nobile, Malmgren, Amundsen, Valeria, Zappi, Chuknovsky, tutti... Non sono morti, sono ancora lì. Si siedono intorno a Nobile e pronunciano il verdetto su di lui. E non importa che lui stesso lo abbia sopportato molto tempo fa, quarant'anni fa.
«La tenda rossa» è l'ultimo film di Mikhail Kalatozov, girato nel 1969. Questo è un progetto congiunto dell'URSS e dell'Italia. Questo è uno di quei film di cui si parla «da secoli», perché è improbabile che la storia in sé ti lasci indifferente, e i problemi sollevati nel film sono davvero eterni.
«La tenda rossa» è l'ultimo film di Mikhail Kalatozov, girato nel 1969. Questo è un progetto congiunto dell'URSS e dell'Italia. Questo è uno di quei film di cui si parla «da secoli», perché è improbabile che la storia in sé ti lasci indifferente, e i problemi sollevati nel film sono davvero eterni.
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«LA TENDA ROSSA» «КРАСНАЯ ПАЛАТКА»
Il film è stato criticato per le sue numerose inesattezze e ipotesi storiche. Tuttavia, in questo caso sono del tutto appropriate, poiché il film non può essere considerato una cronologia del disastro. L'assenza di immagini fortemente negative lo conferma: non esistono persone buone e persone cattive. Possiamo essere buoni e cattivi, infelici e gioiosi, vendicativi e devoti. Il regista russo Mikhail Kalatozov ha intrapreso un'odissea psicologica utilizzando una forma di narrazione accessibile a tutti. Se avesse omesso tutti gli episodi fuori dallo studio di Nobile, sarebbe risultato un dramma da camera molto sottile. La vita ordinaria ha risposto a Kalatozov con un'opera crudele.
La versione straniera del film «La tenda rossa» si è rivelata non meno paralizzata dalla mano leggera dei produttori italiani e di Ennio Morricone, che cavalcava sugli allori. Morricone rifiutò senza esitazione la musica del compositore russo Aleksandr Zatsepin, passando alla storia come autore del malvagio aforisma: «La sua musica è migliore, ma la mia è più costosa». Questo accenno al costoso contratto della sua persona con lo studio ha sepolto per sempre l'opportunità per gli stranieri di ascoltare la melodia magicamente ariosa «Riva del mare» («Берег моря» «Seashore») di «un compositore russo Aleksandr Zatsepin». Eppure, respirando profondamente nella versione russa del film, la colonna sonora di Aleksandr Zatsepin è forse l’esempio più eclatante di come il potere della musica possa riempire un film con l’atmosfera interiore insieme alla poesia della macchina da presa e alla potenza degli attori. Quindi la disputa di coscienza è andata oltre il film. E anche se cantiamo una canzone alla follia dei coraggiosi, più spesso scegliamo sentieri già battuti, risparmiando avidamente le nostre forze e le nostre tasche. Mikhail Kalatozov non ha visto come la sua creazione sia diventata un classico, sopravvivendo alla prima per tre anni.
Il film è stato criticato per le sue numerose inesattezze e ipotesi storiche. Tuttavia, in questo caso sono del tutto appropriate, poiché il film non può essere considerato una cronologia del disastro. L'assenza di immagini fortemente negative lo conferma: non esistono persone buone e persone cattive. Possiamo essere buoni e cattivi, infelici e gioiosi, vendicativi e devoti. Il regista russo Mikhail Kalatozov ha intrapreso un'odissea psicologica utilizzando una forma di narrazione accessibile a tutti. Se avesse omesso tutti gli episodi fuori dallo studio di Nobile, sarebbe risultato un dramma da camera molto sottile. La vita ordinaria ha risposto a Kalatozov con un'opera crudele.
La versione straniera del film «La tenda rossa» si è rivelata non meno paralizzata dalla mano leggera dei produttori italiani e di Ennio Morricone, che cavalcava sugli allori. Morricone rifiutò senza esitazione la musica del compositore russo Aleksandr Zatsepin, passando alla storia come autore del malvagio aforisma: «La sua musica è migliore, ma la mia è più costosa». Questo accenno al costoso contratto della sua persona con lo studio ha sepolto per sempre l'opportunità per gli stranieri di ascoltare la melodia magicamente ariosa «Riva del mare» («Берег моря» «Seashore») di «un compositore russo Aleksandr Zatsepin». Eppure, respirando profondamente nella versione russa del film, la colonna sonora di Aleksandr Zatsepin è forse l’esempio più eclatante di come il potere della musica possa riempire un film con l’atmosfera interiore insieme alla poesia della macchina da presa e alla potenza degli attori. Quindi la disputa di coscienza è andata oltre il film. E anche se cantiamo una canzone alla follia dei coraggiosi, più spesso scegliamo sentieri già battuti, risparmiando avidamente le nostre forze e le nostre tasche. Mikhail Kalatozov non ha visto come la sua creazione sia diventata un classico, sopravvivendo alla prima per tre anni.
Oggetto: «LA TENDA ROSSA»
Mark Paising Марк Пайсинг
«IL NAUFRAGIO DI “ITALIA”»
Storia della spedizione artica di Umberto Nobile
«КРУШЕНИЕ "ИТАЛИИ"»
История арктической экспедиции Умберто Нобиле
Casa Editrice «Alpina non-fiction» Mosca 2024 (Pagine 350)
Издательство «Альпина нон-фикшн» Москва 2024
Il 24 maggio 1928, il dirigibile di ricerca «Italia», di ritorno trionfante dal Polo Nord, fu colpito da una tempesta e si schiantò nel ghiaccio. Dopo la sua scomparsa, il mondo intero ha tenuto d'occhio per settimane la più grande operazione di salvataggio nella storia dell'esplorazione artica. Il primo segnale della stazione radio degli esploratori polari sopravvissuti fu catturato dal radioamatore sovietico Nikolaj Schmidt. È successo il 3 giugno. Il famoso conquistatore dei poli Roal Amundsen, che aiutò a condurre la ricerca, scomparve presto nel deserto ghiacciato. Il 23 giugno, il pilota svedese riuscì a rimuovere dal ghiaccio il capo della spedizione Umberto Nobile, e solo a luglio il resto degli esploratori polari salvò il rompighiaccio sovietico «Krasin» («Красин»). Mettendo insieme le testimonianze dei naufraghi e di coloro che sono venuti in loro aiuto, l'autore del libro racconta l'affascinante storia del disastro, della ricerca eroica e della salvezza che si è verificata quando lo splendore e il coraggio illimitato dell'era dei dirigibili si sono scontrati con la dura realtà dell'Artico.
«IL NAUFRAGIO DI “ITALIA”»
Storia della spedizione artica di Umberto Nobile
«КРУШЕНИЕ "ИТАЛИИ"»
История арктической экспедиции Умберто Нобиле
Casa Editrice «Alpina non-fiction» Mosca 2024 (Pagine 350)
Издательство «Альпина нон-фикшн» Москва 2024
Il 24 maggio 1928, il dirigibile di ricerca «Italia», di ritorno trionfante dal Polo Nord, fu colpito da una tempesta e si schiantò nel ghiaccio. Dopo la sua scomparsa, il mondo intero ha tenuto d'occhio per settimane la più grande operazione di salvataggio nella storia dell'esplorazione artica. Il primo segnale della stazione radio degli esploratori polari sopravvissuti fu catturato dal radioamatore sovietico Nikolaj Schmidt. È successo il 3 giugno. Il famoso conquistatore dei poli Roal Amundsen, che aiutò a condurre la ricerca, scomparve presto nel deserto ghiacciato. Il 23 giugno, il pilota svedese riuscì a rimuovere dal ghiaccio il capo della spedizione Umberto Nobile, e solo a luglio il resto degli esploratori polari salvò il rompighiaccio sovietico «Krasin» («Красин»). Mettendo insieme le testimonianze dei naufraghi e di coloro che sono venuti in loro aiuto, l'autore del libro racconta l'affascinante storia del disastro, della ricerca eroica e della salvezza che si è verificata quando lo splendore e il coraggio illimitato dell'era dei dirigibili si sono scontrati con la dura realtà dell'Artico.
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Descrizione: | Mark Paising «IL NAUFRAGIO DI “ITALIA”» Storia della spedizione artica di Umberto Nobile Casa Editrice «Alpina non-fiction» Mosca 2024 (Pagine 350) |
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Oggetto: «LA TENDA ROSSA»
Questo è un libro sul famoso regista russo Mikhail Kalatòzov, che ha realizzato molti ottimi film, incluso il film «La tenda rossa».
Boris Krishtul Борис Криштул
«LA LUNGA STRADA VERSO CANNES» (MIKHAIL KALATOZOV)
«ДЛИННАЯ ДОРОГА В КАННЫ» (МИХАИЛ КАЛАТОЗОВ)
Casa Editrice «Kraft+» Mosca 2022 (Pagine 463)
Издательство «Крафт+» Москва 2022
È difficile trovare una persona che non abbia visto «Quando volano le cicogne» («Летят журавли») o «Veri amici» («Верные друзья»), ma alla domanda su chi sia il regista di questi film, quasi tutti rispondono: «Non ricordo». Sì, il creatore di questi film, che è anche l'eroe di questo libro, è ormai dimenticato o quasi dimenticato, ma solo 50-60 anni fa brillava all'orizzonte del cinema sovietico. Questo libro parla del destino del regista Mikhail Kalatozov. Circa il tempo in cui visse e lavorò. Del cinema, che è stata la cosa principale della sua vita. Delle persone: alcune lo hanno aiutato, altre lo hanno ostacolato (beh, cosa farebbe senza di loro?). Mikhail Kalatozov ha vissuto in un momento molto difficile e persino pericoloso. Pertanto, il tema «L'artista e il potere» occupa un posto significativo nel libro. Inoltre, le autorità hanno influenzato il destino dei film e dei loro creatori nel modo più diretto. Nei colpi di scena del destino di Mikhail Kalatozov ci sono momenti tortuosi e persino scioccanti, ma l'autore credeva che «non si possa cancellare una parola dalla canzone». E non l'ho buttato via... Il libro interesserà tutti gli amanti del cinema, della storia e altro ancora.
Boris Krishtul Борис Криштул
«LA LUNGA STRADA VERSO CANNES» (MIKHAIL KALATOZOV)
«ДЛИННАЯ ДОРОГА В КАННЫ» (МИХАИЛ КАЛАТОЗОВ)
Casa Editrice «Kraft+» Mosca 2022 (Pagine 463)
Издательство «Крафт+» Москва 2022
È difficile trovare una persona che non abbia visto «Quando volano le cicogne» («Летят журавли») o «Veri amici» («Верные друзья»), ma alla domanda su chi sia il regista di questi film, quasi tutti rispondono: «Non ricordo». Sì, il creatore di questi film, che è anche l'eroe di questo libro, è ormai dimenticato o quasi dimenticato, ma solo 50-60 anni fa brillava all'orizzonte del cinema sovietico. Questo libro parla del destino del regista Mikhail Kalatozov. Circa il tempo in cui visse e lavorò. Del cinema, che è stata la cosa principale della sua vita. Delle persone: alcune lo hanno aiutato, altre lo hanno ostacolato (beh, cosa farebbe senza di loro?). Mikhail Kalatozov ha vissuto in un momento molto difficile e persino pericoloso. Pertanto, il tema «L'artista e il potere» occupa un posto significativo nel libro. Inoltre, le autorità hanno influenzato il destino dei film e dei loro creatori nel modo più diretto. Nei colpi di scena del destino di Mikhail Kalatozov ci sono momenti tortuosi e persino scioccanti, ma l'autore credeva che «non si possa cancellare una parola dalla canzone». E non l'ho buttato via... Il libro interesserà tutti gli amanti del cinema, della storia e altro ancora.
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Descrizione: | Boris Krishtul «LA LUNGA STRADA VERSO CANNES» (MIKHAIL KALATOZOV) Casa Editrice «Kraft+» Mosca 2022 (Pagine 463) |
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