«ALEKSANDR IVANOV: IL PITTORE RUSSO»
«АЛЕКСАНДР ИВАНОВ: РУССКИЙ ХУДОЖНИК»
Lev Anissov Лев Анисов
«ALEKSANDR IVANOV»
«АЛЕКСАНДР ИВАНОВ»
Serie: «Vita degli Uomini Eccellenti» (ЖЗЛ «Жизнь Замечательных Людей»)
Casa Editrice «Molodaja Gvardia» Mosca 2004 (Pagine 352)
Издательство «Молодая гвардия» Москва 2004
Aleksandr Ivànov (Александр Иванов, 1806-1858) fu un pittore russo. Fu a Dresda, Monaco, Firenze e infine si stabilì in Italia, dove svolse la sua attività, pur serbando rapporti con la Patria. Si accostò dapprima ai Nazareni, sotto il cui influsso cominciò la celebre «Apparizione del Cristo al popolo» («Явление Христа народу» 1837-1857, Mosca, Galleria Tretjakov), cui lavorò per tutta la vita. Nell'ultimo periodo, sotto l'impressione della Vita di Gesù di D. Strauss, ideò un ciclo di scene bibliche. Fu anche abile paesaggista.
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Aleksandr Ivànov Александр Иванов
«L’APPARIZIONE DI CRISTO AL POPOLO»
«ЯВЛЕНИЕ ХРИСТА НАРОДУ»
«THE APPEARANCE OF CHRIST BEFORE THE PEOPLE»
Galleria Tretjakov di Mosca
Le opere di Aleksandr Ivànov (Александр Иванов, 1806-1858) si distinguono per nobiltà e perfezione di immagini, per il loro contenuto etico e filosofico. Convinto della missione civile dell’arte della sua capacità di educare e perfezionare la società per mezzo di idee umanitarie, Aleksandr Ivànov, alla ricerca delle soluzioni ai problemi importanti dell’epoca, univa una profonda sagacia alla convinzione di carattere utopistico. Al termine degli studi presso l’Accademia di Belle Arti, Aleksandr Ivànov lavorò quasi vent’anni in Italia alla sua grandiosa opera «L’apparizione di Cristo al popolo» («Явление Христа народу»). Vi sono espresse le sue appassionate aspirazioni alla trasformazione radicale della vita su principi umariitari, la speranza nella liberazione del popolo, la fede in un futuro migliore. Il tema del quadro è tratto dal Vangelo. Aleksandr Ivànov interpreta in maniera nuova il soggetto dell’apparizione del Messia; rifiutando la raffigurazione tradizionale del miracolo, lo considera un fatto di storia antica realmente accaduto in Palestina durante il dominio dei romani. Nel contempo egli sottolinea il carattere simbolico dell’avvenimento, considerandolo come punto iniziale di una trasformazione radicale nello sviluppo spirituale dell’iimanità, una svolta verso ideali di etica cristiana e di una nuova vita. L’azione principale del dipinto ha svolgimento orizzontale sulla gigantesca tela (5,4 x 7,5 m). Lo spettacolo solenne che si presenta agli occhi del pubblico e ricco di accenti drammatici e maestosi. Con una composizione concepita in maniera magistrale, con l’espressività plastica dei singoli gruppi e figure, Aleksandr Ivànov mette in rilievo l’idea principale - la commozione spirituale degli uomini dovuta alla profezia di S. Giovanni Battista, che quello che sta venendo verso il popolo e il Salvatore, il Messia. L’aspetto dei personaggi, le caratteristiche cromatiche e ritmiche delle singole immagini, esprimono i moti d’animo delle singole persone. Ognuno esprime queste emozioni a modo suo a seconda dell’età, del carattere, del temperamento, della posizione nella società e del proprio atteggiamento nei confronti dell’avvenimento. Tra le figure centrali della composizione c’è quella di un servo pronto a porgere le vesti al suo padrone. Quest’uomo sofferente rivela una lieve speranza, una gioia luminosa, una dignità umana che si risveglia. Anche degli altri protagonisti Alaksandr Ivànov fa una profonda analisi psicologica. Il maestoso paesaggio fa non solo da sfondo ma anche da ambiente naturale all’azione, conferendo all’opera importanti accenti logici: al gruppo dei futuri apostoli alle spalle di S.Giovanni Battista corrisponde, sia dal punto di vista della composizione che dei richiami cromatici, il paesaggio potente e pieno di forze vitali in riva al Giordano; al gruppo dei farisei, oppositori della verità, quasi spostati a destra dall’impeto di San Giovanni, corrisponde il deserto di pietre. Alla ricerca della bellezza nel più alto senso della parola e della grandiosità delle immagini, insieme alla loro rispondenza alla realtà della vita, Alaksandr Ivànov rielaborò l’esperienza dei grandi maestri dell’antichità greco-romana e del Rinascimento, svolgendo un lavoro di preparazione veramente titanico e facendo degli studi dal vero. Proprio con questi suoi schizzi dal vero e le sue grandi scoperte realistiche Alaksandr Ivànov, abbandonando decisamente 5 canoni accademici, precorse i tempi. Nelle decine di studi di teste e figure (su sfondi colorati) il pittore crea immagini generalizzate, tipiche, esprimendo in termini forti il mondo interiore e la psicologia dell’individuo. Negli studi dei drappeggi egli rileva laconicamente la plasticità e regolarità della struttura e della forma degli oggetti, la loro solenne bellezza. Di particolare interesse sono i suoi numerosi studi paesaggistici. Per la loro completezza e perfezione sono da prendersi in considerazione i piccoli quadri dipinti dal vero all’aperto. Il pittore emozionato vi svela la vita della natura meridionale, l'infinita incostanza della policromia del mondo immerse nella sua atmosfera naturale. Egli si accorge delle ombre azzurre sul suolo, del fremito della luce e dell’aria, del cambiamento del colore delle foglie a seconda dell’illuminazione solare. Nel contempo porta sulla tela la nobile solennità della natura, l’armonia che vi regna e a cui sono soggette in maniera uguale le lontananze infinite e ogni piccolo particolare del dipinto.
La copiosa ricchezza delle numerose innovazioni e scoperte relative alla raffigurazione della multiforme bellezza della vita, non poteva trovar espressione nei limiti di un solo quadro, il cui soggetto per di più esigeva un trattamento convenzionale delle immagini. Nei lunghi anni di ricerca artistica il pittore cambiò anche il punto di vista nei confronti del significato della vita contemporanea. Gli avvenimenti rivoluzionari del 1848 in Europa, la visione scientifica della storia del cristianesimo originario rafforzarono i dubbi di Alaksandr Ivànov sulle possibilità di trasformare la vita soltanto con la forza dell’ideale etico che egli aveva cercato di raffigurare nel suo quadro. Infatti non a caso egli si rivolse, in cerca di unarisposta, a Aleksandr Herzen (Александр Герцен) e Nikolaj Cernyscevskij (Николай Чернышевский), combattenti per la libertà del popolo. Preso da indifferenza progressiva nei confronti del quadro quasi portato a termine, Aleksandr Ivànov sogna, negli ultimi anni della sua vita, di trovare una nuova via di educazione del popolo per mezzo dell’arte, concepisce un ciclo di affreschi mitologici per un edificio pubblico rappresentanti lo sviluppo degli ideali dell’umanità. A questo scopo inizia una serie di schizzi ad acquarello tra cui uno ricco di tensione drammatica che ha per sfondo il Calvario. La grandiosità delle possenti immagini, la nobile semplicità nell’esprimere i sentimenti profondi degli uomini sono tratti caratteristici di questa serie di capolavori di Aleksandr Ivànov, purtroppo rimasti incompiuti per la morte dell’artista. Con la sua arte Aleksandr Ivànov apri la strada a diverse e notevoli ricerche di una pleiade di illustri pittori della seconda metà del XIX secolo: Nikolaj Ghe (Николай Ге), Vassilij Sùrikov (Василий Суриков), Mikhail Vrùbel (Михаил Врубель) ed altri. Il quadro «L’apparizione di Cristo al popolo» divento l’apice della pittura del tardo neoclassicismo e nel contempo la prova del suo esaurimento storico.
«L’APPARIZIONE DI CRISTO AL POPOLO»
«ЯВЛЕНИЕ ХРИСТА НАРОДУ»
«THE APPEARANCE OF CHRIST BEFORE THE PEOPLE»
Galleria Tretjakov di Mosca
Le opere di Aleksandr Ivànov (Александр Иванов, 1806-1858) si distinguono per nobiltà e perfezione di immagini, per il loro contenuto etico e filosofico. Convinto della missione civile dell’arte della sua capacità di educare e perfezionare la società per mezzo di idee umanitarie, Aleksandr Ivànov, alla ricerca delle soluzioni ai problemi importanti dell’epoca, univa una profonda sagacia alla convinzione di carattere utopistico. Al termine degli studi presso l’Accademia di Belle Arti, Aleksandr Ivànov lavorò quasi vent’anni in Italia alla sua grandiosa opera «L’apparizione di Cristo al popolo» («Явление Христа народу»). Vi sono espresse le sue appassionate aspirazioni alla trasformazione radicale della vita su principi umariitari, la speranza nella liberazione del popolo, la fede in un futuro migliore. Il tema del quadro è tratto dal Vangelo. Aleksandr Ivànov interpreta in maniera nuova il soggetto dell’apparizione del Messia; rifiutando la raffigurazione tradizionale del miracolo, lo considera un fatto di storia antica realmente accaduto in Palestina durante il dominio dei romani. Nel contempo egli sottolinea il carattere simbolico dell’avvenimento, considerandolo come punto iniziale di una trasformazione radicale nello sviluppo spirituale dell’iimanità, una svolta verso ideali di etica cristiana e di una nuova vita. L’azione principale del dipinto ha svolgimento orizzontale sulla gigantesca tela (5,4 x 7,5 m). Lo spettacolo solenne che si presenta agli occhi del pubblico e ricco di accenti drammatici e maestosi. Con una composizione concepita in maniera magistrale, con l’espressività plastica dei singoli gruppi e figure, Aleksandr Ivànov mette in rilievo l’idea principale - la commozione spirituale degli uomini dovuta alla profezia di S. Giovanni Battista, che quello che sta venendo verso il popolo e il Salvatore, il Messia. L’aspetto dei personaggi, le caratteristiche cromatiche e ritmiche delle singole immagini, esprimono i moti d’animo delle singole persone. Ognuno esprime queste emozioni a modo suo a seconda dell’età, del carattere, del temperamento, della posizione nella società e del proprio atteggiamento nei confronti dell’avvenimento. Tra le figure centrali della composizione c’è quella di un servo pronto a porgere le vesti al suo padrone. Quest’uomo sofferente rivela una lieve speranza, una gioia luminosa, una dignità umana che si risveglia. Anche degli altri protagonisti Alaksandr Ivànov fa una profonda analisi psicologica. Il maestoso paesaggio fa non solo da sfondo ma anche da ambiente naturale all’azione, conferendo all’opera importanti accenti logici: al gruppo dei futuri apostoli alle spalle di S.Giovanni Battista corrisponde, sia dal punto di vista della composizione che dei richiami cromatici, il paesaggio potente e pieno di forze vitali in riva al Giordano; al gruppo dei farisei, oppositori della verità, quasi spostati a destra dall’impeto di San Giovanni, corrisponde il deserto di pietre. Alla ricerca della bellezza nel più alto senso della parola e della grandiosità delle immagini, insieme alla loro rispondenza alla realtà della vita, Alaksandr Ivànov rielaborò l’esperienza dei grandi maestri dell’antichità greco-romana e del Rinascimento, svolgendo un lavoro di preparazione veramente titanico e facendo degli studi dal vero. Proprio con questi suoi schizzi dal vero e le sue grandi scoperte realistiche Alaksandr Ivànov, abbandonando decisamente 5 canoni accademici, precorse i tempi. Nelle decine di studi di teste e figure (su sfondi colorati) il pittore crea immagini generalizzate, tipiche, esprimendo in termini forti il mondo interiore e la psicologia dell’individuo. Negli studi dei drappeggi egli rileva laconicamente la plasticità e regolarità della struttura e della forma degli oggetti, la loro solenne bellezza. Di particolare interesse sono i suoi numerosi studi paesaggistici. Per la loro completezza e perfezione sono da prendersi in considerazione i piccoli quadri dipinti dal vero all’aperto. Il pittore emozionato vi svela la vita della natura meridionale, l'infinita incostanza della policromia del mondo immerse nella sua atmosfera naturale. Egli si accorge delle ombre azzurre sul suolo, del fremito della luce e dell’aria, del cambiamento del colore delle foglie a seconda dell’illuminazione solare. Nel contempo porta sulla tela la nobile solennità della natura, l’armonia che vi regna e a cui sono soggette in maniera uguale le lontananze infinite e ogni piccolo particolare del dipinto.
La copiosa ricchezza delle numerose innovazioni e scoperte relative alla raffigurazione della multiforme bellezza della vita, non poteva trovar espressione nei limiti di un solo quadro, il cui soggetto per di più esigeva un trattamento convenzionale delle immagini. Nei lunghi anni di ricerca artistica il pittore cambiò anche il punto di vista nei confronti del significato della vita contemporanea. Gli avvenimenti rivoluzionari del 1848 in Europa, la visione scientifica della storia del cristianesimo originario rafforzarono i dubbi di Alaksandr Ivànov sulle possibilità di trasformare la vita soltanto con la forza dell’ideale etico che egli aveva cercato di raffigurare nel suo quadro. Infatti non a caso egli si rivolse, in cerca di unarisposta, a Aleksandr Herzen (Александр Герцен) e Nikolaj Cernyscevskij (Николай Чернышевский), combattenti per la libertà del popolo. Preso da indifferenza progressiva nei confronti del quadro quasi portato a termine, Aleksandr Ivànov sogna, negli ultimi anni della sua vita, di trovare una nuova via di educazione del popolo per mezzo dell’arte, concepisce un ciclo di affreschi mitologici per un edificio pubblico rappresentanti lo sviluppo degli ideali dell’umanità. A questo scopo inizia una serie di schizzi ad acquarello tra cui uno ricco di tensione drammatica che ha per sfondo il Calvario. La grandiosità delle possenti immagini, la nobile semplicità nell’esprimere i sentimenti profondi degli uomini sono tratti caratteristici di questa serie di capolavori di Aleksandr Ivànov, purtroppo rimasti incompiuti per la morte dell’artista. Con la sua arte Aleksandr Ivànov apri la strada a diverse e notevoli ricerche di una pleiade di illustri pittori della seconda metà del XIX secolo: Nikolaj Ghe (Николай Ге), Vassilij Sùrikov (Василий Суриков), Mikhail Vrùbel (Михаил Врубель) ed altri. Il quadro «L’apparizione di Cristo al popolo» divento l’apice della pittura del tardo neoclassicismo e nel contempo la prova del suo esaurimento storico.
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Aleksandr Ivànov Александр Иванов
«L’APPARIZIONE DI CRISTO AL POPOLO»
«ЯВЛЕНИЕ ХРИСТА НАРОДУ»
«THE APPEARANCE OF CHRIST BEFORE THE PEOPLE»
Museo Russo di San Pietroburgo
Aleksandr Ivànov (Александр Иванов, 1806-1858) non è circoscrivibile all’interno di un preciso sistema artistico, poiché raccoglie in se numerose tendenze e aspirazioni dell’epoca. Aleksandr Ivànov passò alla storia della cultura russa come maestro di primo piano, autore di eccezionali scoperte nel campo della pittura, e come artista-filosofo, impegnato per tutta la vita in un tormentoso processo di ricerca, sfociato alla fine in una profonda comprensione dei fini dell’arte e della sua destinazione sociale. Le sue convinzioni progressiste si rafforzarono negli ultimi anni di vita in seguito ai contatti personali con i democratici russi Aleksandr Herzen e Nikolaj Cernyscèvskij, che apprezzavano altamente l’arte di Ivànov. Aleksandr Ivànov fu figlio di un celebre artista, il professore dell’Accademia di belle arti Andrej Ivànov (Андрей Иванов). All’età di undici anni fu ammesso all’Accademia di San Pietroburgo, dove frequento i corsi di pittura storica. Nel 1831 si recò in Italia a spese della Società per gli incentivi agli artisti, e vi rimase per parecchi anni. Anche lontano dalla sua terra, egli continuò, secondo le sue stesse parole, ad «amare i russi fino all’abnegazione». Poco prima della morte Aleksandr Ivànov ritornò in Russia. La raccolta di opere di questo maestro conservata al Museo Russo di San Pietroburgo fornisce un’immagine abbastanza completa del suo sviluppo artistico. In particolare, vi si trova l’opera più importante della sua vita, «L’apparizione di Cristo al popolo»; la tela esposta al Museo Russo di San Pietroburgo e una riproduzione più fedele dell’originale, conservato alla Galleria Tretjakov di Mosca. Il primo progetto di questa celebre opera risale all’anno 1832; l’artista vi lavorò poi per molti anni e la terminò poco prima della morte. L’opera costò all’artista un enorme lavoro; la sua storia non conosce analoghi nell’arte russa per la sua drammaticità e per la passione senza limiti con cui l’autore vi si dedicò. Dopo lunghe riflessioni Aleksandr Ivànov finì per scegliere quel momento del Vangelo nel quale, secondo la convinzione dello stesso artista, si espresse tutta la sostanza del cristianesimo. Sulla riva del Giordano, dove S. Giovanni Battista compie il rito del battesimo, appare Cristo. Aleksandr Ivànov concepì questo episodio come un mo¬mento cruciale nella storia dell’umanità, l’inizio del cammino dell’uomo verso gli ideali della verità. In questa convinzione è racchiusa la fondamentale concezione etico-filosofica di Aleksandr Ivànov, cui egli rimase fedele per lunghi anni e che in seguito io avrebbe portato ad un’amara delusione. La tela apre di fronte al pubblico uno squarcio della storia dello spirito umano. Lo schiavo umiliato, ridotto ad una condizione animale, sente risvegliarsi la luce della speranza; attenzione, meditazione, dubbio nel gruppo di persone che seguono il Battista; la fiamma ardente della fede negli occhi del fanciullo, un fremito servile che afferra il padre, nel gruppo cosiddetto dei «tremanti»; lo scetticismo e la malignità dei farisei; l’indifferenza dei soldati romani. E sopra questo mare di passioni umane, nell’atto di indicare il Cristo che viene, S. Giovanni Battista. La figura del santo è la più densa di significato: in essa l’artista concentrò tutta la forza della fede e la speranza nel rinnovamento spirituale dell’uomo. Nella sala sono esposti anche degli schizzi che illustrano il processo di creazione della tela. L’artista svolse un enorme lavoro di preparazione, dando vita ad opere che possiedono di per se stesse un grande valore artistico. Aleksandr Ivànov viaggiò molto nell’Italia settentrionale, studiò le antiche opere d’arte a Roma, a Firenze, le opere dei veneziani, la pittura di Leo¬nardo da Vinci e di Raffaello. Nell’attesa di creare un «grande stile», l’artista fonde l’esperienza raccolta dai modelli classici del passato con le sue osservazioni dal vero. Il metodo creativo di Aleksandr Ivànov si espresse con chiarezza nel lavoro che egli condusse su dei ritratti, eseguiti come studi in preparazione della tela. In molti studi si possono scorgere copie di opere antiche accanto a schizzi dal vero. Lo schizzo finale di questa о quella testa costituisce nella sua sostanza una sintesi, nella quale le impressioni raccolte dall’osservazione dal vero acquistano, in conformità con le esigenze del «grande stile», una forma perfetta. Gli studi non soltanto permettono di osservare il metodo di lavoro seguito dall’artista; essi posseggono un valore pittorico e figurativo autonomo, a volte superiore a quello della loro riproduzione sulla grande tela. Un esempio: il celebre studio «Testa di schiavo con la corda al collo». Una delle due teste dello studio si riferisce all’idea originaria della figura. Il marchio sulla fronte, l’occhiaia vuota, la smorfia della bocca senza denti ed infine il dettaglio che completa la figura, la corda con un nodo grossolano attorno al collo. Il volto deformato è mosso da un qualcosa simile ad un sorriso, l’espressione di un sentimento profondamente celato. Questo primo schizzo della figura dello schiavo ha una maggiore tragicità, che risulta attenuata nella tela. Lo studio è un esempio di trattamento talmente realistico del personaggio, di una tensione psicologica tale, che non conosce precedenti nell’arte russa. Lo scrupoloso studio della pittura dal vero permise ad Aleksandr Ivànov di compiere interessanti scoperte anche nel campo della pittura en plein air. L’azione rappresentata sulla tela non si svolge in un ambiente astratto, ma e collocata in un’atmosfera assolutamente reale e concreta.
«L’APPARIZIONE DI CRISTO AL POPOLO»
«ЯВЛЕНИЕ ХРИСТА НАРОДУ»
«THE APPEARANCE OF CHRIST BEFORE THE PEOPLE»
Museo Russo di San Pietroburgo
Aleksandr Ivànov (Александр Иванов, 1806-1858) non è circoscrivibile all’interno di un preciso sistema artistico, poiché raccoglie in se numerose tendenze e aspirazioni dell’epoca. Aleksandr Ivànov passò alla storia della cultura russa come maestro di primo piano, autore di eccezionali scoperte nel campo della pittura, e come artista-filosofo, impegnato per tutta la vita in un tormentoso processo di ricerca, sfociato alla fine in una profonda comprensione dei fini dell’arte e della sua destinazione sociale. Le sue convinzioni progressiste si rafforzarono negli ultimi anni di vita in seguito ai contatti personali con i democratici russi Aleksandr Herzen e Nikolaj Cernyscèvskij, che apprezzavano altamente l’arte di Ivànov. Aleksandr Ivànov fu figlio di un celebre artista, il professore dell’Accademia di belle arti Andrej Ivànov (Андрей Иванов). All’età di undici anni fu ammesso all’Accademia di San Pietroburgo, dove frequento i corsi di pittura storica. Nel 1831 si recò in Italia a spese della Società per gli incentivi agli artisti, e vi rimase per parecchi anni. Anche lontano dalla sua terra, egli continuò, secondo le sue stesse parole, ad «amare i russi fino all’abnegazione». Poco prima della morte Aleksandr Ivànov ritornò in Russia. La raccolta di opere di questo maestro conservata al Museo Russo di San Pietroburgo fornisce un’immagine abbastanza completa del suo sviluppo artistico. In particolare, vi si trova l’opera più importante della sua vita, «L’apparizione di Cristo al popolo»; la tela esposta al Museo Russo di San Pietroburgo e una riproduzione più fedele dell’originale, conservato alla Galleria Tretjakov di Mosca. Il primo progetto di questa celebre opera risale all’anno 1832; l’artista vi lavorò poi per molti anni e la terminò poco prima della morte. L’opera costò all’artista un enorme lavoro; la sua storia non conosce analoghi nell’arte russa per la sua drammaticità e per la passione senza limiti con cui l’autore vi si dedicò. Dopo lunghe riflessioni Aleksandr Ivànov finì per scegliere quel momento del Vangelo nel quale, secondo la convinzione dello stesso artista, si espresse tutta la sostanza del cristianesimo. Sulla riva del Giordano, dove S. Giovanni Battista compie il rito del battesimo, appare Cristo. Aleksandr Ivànov concepì questo episodio come un mo¬mento cruciale nella storia dell’umanità, l’inizio del cammino dell’uomo verso gli ideali della verità. In questa convinzione è racchiusa la fondamentale concezione etico-filosofica di Aleksandr Ivànov, cui egli rimase fedele per lunghi anni e che in seguito io avrebbe portato ad un’amara delusione. La tela apre di fronte al pubblico uno squarcio della storia dello spirito umano. Lo schiavo umiliato, ridotto ad una condizione animale, sente risvegliarsi la luce della speranza; attenzione, meditazione, dubbio nel gruppo di persone che seguono il Battista; la fiamma ardente della fede negli occhi del fanciullo, un fremito servile che afferra il padre, nel gruppo cosiddetto dei «tremanti»; lo scetticismo e la malignità dei farisei; l’indifferenza dei soldati romani. E sopra questo mare di passioni umane, nell’atto di indicare il Cristo che viene, S. Giovanni Battista. La figura del santo è la più densa di significato: in essa l’artista concentrò tutta la forza della fede e la speranza nel rinnovamento spirituale dell’uomo. Nella sala sono esposti anche degli schizzi che illustrano il processo di creazione della tela. L’artista svolse un enorme lavoro di preparazione, dando vita ad opere che possiedono di per se stesse un grande valore artistico. Aleksandr Ivànov viaggiò molto nell’Italia settentrionale, studiò le antiche opere d’arte a Roma, a Firenze, le opere dei veneziani, la pittura di Leo¬nardo da Vinci e di Raffaello. Nell’attesa di creare un «grande stile», l’artista fonde l’esperienza raccolta dai modelli classici del passato con le sue osservazioni dal vero. Il metodo creativo di Aleksandr Ivànov si espresse con chiarezza nel lavoro che egli condusse su dei ritratti, eseguiti come studi in preparazione della tela. In molti studi si possono scorgere copie di opere antiche accanto a schizzi dal vero. Lo schizzo finale di questa о quella testa costituisce nella sua sostanza una sintesi, nella quale le impressioni raccolte dall’osservazione dal vero acquistano, in conformità con le esigenze del «grande stile», una forma perfetta. Gli studi non soltanto permettono di osservare il metodo di lavoro seguito dall’artista; essi posseggono un valore pittorico e figurativo autonomo, a volte superiore a quello della loro riproduzione sulla grande tela. Un esempio: il celebre studio «Testa di schiavo con la corda al collo». Una delle due teste dello studio si riferisce all’idea originaria della figura. Il marchio sulla fronte, l’occhiaia vuota, la smorfia della bocca senza denti ed infine il dettaglio che completa la figura, la corda con un nodo grossolano attorno al collo. Il volto deformato è mosso da un qualcosa simile ad un sorriso, l’espressione di un sentimento profondamente celato. Questo primo schizzo della figura dello schiavo ha una maggiore tragicità, che risulta attenuata nella tela. Lo studio è un esempio di trattamento talmente realistico del personaggio, di una tensione psicologica tale, che non conosce precedenti nell’arte russa. Lo scrupoloso studio della pittura dal vero permise ad Aleksandr Ivànov di compiere interessanti scoperte anche nel campo della pittura en plein air. L’azione rappresentata sulla tela non si svolge in un ambiente astratto, ma e collocata in un’atmosfera assolutamente reale e concreta.
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Oggetto: «ALEKSANDR IVANOV: IL PITTORE RUSSO»
Qualcuno mi potrebbe dare maggiori dettagli?
Oggetto: «ALEKSANDR IVANOV: IL PITTORE RUSSO»
Ringrazio molto per la collaboraziore era famoso per i suoi volti di Cristo,ma non si chiamava Anton oppure sono due differenti artisti entrambi operanti nella Roma ottocentesca?
Oggetto: «ALEKSANDR IVANOV: IL PITTORE RUSSO»
Capisco. Questo è un artista completamente diverso, chiamato anche Ivanòv. Questo è Anton Ivanòv (Антон Иванов, 1818–1863), soprannominato «Azzurro» = «Голубой», artista russo, paesaggista. Nato nel 1818 nella famiglia di un contadino servo. Aveva grandi capacità di disegno. Nel 1846 andò in Italia. In Italia ha migliorato le sue capacità, ha scritto non solo schizzi, ma anche paesaggi sul tema della natura russa. Nel 1848, durante gli eventi rivoluzionari nell'Europa occidentale, lo zar Nicolaj I emanò un ordine sul ritorno obbligatorio in Patria di tutti i russi che in quel momento si trovavano all'estero. Anton Ivanov rifiutò di partire e rimase a Roma, dove morì il 6 dicembre 1863 all'età di 45 anni. Fu sepolto nel cimitero di Testaccio. Oltre ai paesaggi russi, Anton Ivanov ha realizzato anche numerosi schizzi di vedute dell'Italia. Molti paesaggi di Anton Ivanov furono trasportati in Russia, dove finirono in collezioni private. Molte delle sue opere sono nella Galleria Tretjakov. L'eredità artistica di Anton Ivanov non è stata completamente conservata fino ad oggi. Nei musei russi rimangono solo pochi dipinti con la firma dell’artista.
N.B.
Va sicuramente notato che entrambi gli artisti hanno gli stessi cognomi: «Ivanov». Solo Aleksandr Ivanov ha l'accento sulla lettera «a», cioè «Ivànov», mentre Anton Ivanov ha l'accento sulla «o», cioè «Ivanòv». Aleksandr Ivànov è un grande artista, famoso, amico di Nikolaj Gogol, mentre Anton Ivanòv è poco conosciuto, si potrebbe addirittura dire quasi sconosciuto. Grazie per averci ricordato questo artista dimenticato! Sai, sapevo dei due artisti Ivanov, ma me ne sono completamente dimenticato e solo grazie a te me ne sono ricordato. Grazie!
N.B.
Va sicuramente notato che entrambi gli artisti hanno gli stessi cognomi: «Ivanov». Solo Aleksandr Ivanov ha l'accento sulla lettera «a», cioè «Ivànov», mentre Anton Ivanov ha l'accento sulla «o», cioè «Ivanòv». Aleksandr Ivànov è un grande artista, famoso, amico di Nikolaj Gogol, mentre Anton Ivanòv è poco conosciuto, si potrebbe addirittura dire quasi sconosciuto. Grazie per averci ricordato questo artista dimenticato! Sai, sapevo dei due artisti Ivanov, ma me ne sono completamente dimenticato e solo grazie a te me ne sono ricordato. Grazie!
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