Oggetto: «IL DONO DEL DOTTOR KUKOTSKIJ» di Ludmila Ulìtskaja
«Il dono del dottor Kukòtskij» di Liudmila Ulìtskaja
ed. «Frassinelli», pagg. 521, 18 euro.
http://www.libreriauniversitaria.it...or_Kukockij.htm

Liudmila Ulìtskaja (Людмила Улицкая) è una dei migliori autori russi contemporanei. Classe 1943, moscovita, è una delle più note narratrici russe contemporanee. Il Booker Prize russo del 2001 ottenuto per il «Il dono del dottor Kukòtskij» («Казус Кукоцкого»). Proprio questo romanzo è stato finalmente pubblicato anche in Italia, edito da «Frassinelli».
“Il dono del protagonista Pavel Kukòtskij è la sua “visione interna”, la capacità di vedere dentro il corpo umano, una dote senz’altro straordinaria che lui, medico di grande sensibilità e altruismo, sfrutta per aiutare le donne nel suo lavoro di ginecologo. Durante la seconda guerra mondiale …. “

"Il dono del dottor Kukòtskij" è il prenultimo romanzo di Ulitskaja.

Due mesi fa (ottobre 2006) è uscito il suo ultimo romanzo. Si chiama "Даниэль Штайн, переводчик" (“Daniel Stein, traduttore”). Il suo più recente romanzo è la biografia romanzata di un uomo che ha vissuto in prima persona la crisi del cristianesimo, che ha caratterizzato il secolo appena terminato. È la storia vera, pur modificata con i mezzi della letteratura, di Daniel Rufeisen (Daniel Stein).
http://www.oz.by/books/more1027233.html

Tornando al romanzo "Il dono del dottor Kukòtskij" che è tradotto in italiano posso dire che vale sicuramente la pena leggerlo. A proposito, Jurij Grymov, regista l’anno scorso (2005) ha fatto un film televisivo sul romanzo di Ludmila Ulitskaja.
http://www.zone-x.ru/showtov.asp?Cat_id=311000&Group_Id=1880
Il nostro Kniaz Myshkin l’ha già visto e potrebbe scrivercene due parole.


P.S.
Non so capire perché i nomi «Кукоцкий» e «Улицкая» scrivino “KukoCkij” e “UliCkaja”. Perché trascrivono così? Un italiano non pronuncerà giusto questi nomi. «КукоЦкий» deve essere “KukòTSkij” e «УлиЦкая» cioè “UlìTSkaja”.

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Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Caro Carevič,
lo dicemmo già più volte: questa è la grafía scientifica, fondata sull'ortografía della lingua ceca. Che i comuni mortali non siano in grado di leggerla correttamente s'intende da sé, ma poi di storpiature ne abbiamo già tante che un nome o due in più non cambiano granché.

 
Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Sì, hai ragione. Ho visto "Il caso di Kukotskij" ad agosto, quando ero in ferie. E' abbastanza lungo, essendo stato prodotto per la tv, che lo ha trasmesso in dieci puntate circa, credo.
Non sono così fresco da poterne fare una recensione, ma il film mi è piaciuto, era molto interessante, tanto è vero che siamo riusciti a vederlo in una settimana, tanto eravamo presi dalla storia di questo personaggio, il dottor Kukotskij. Ricordo molti motivi che si intrecciano nel corso della storia che si svolge nell'arco di una ventina d'anni. Il tema principale è quello dell'aborto, per il quale Kukotskij si batte e riesce ad ottenere, nel 1936, l'abrograzione del divieto in vigore. In questa battaglia c'è innanzitutto la volontà di salvare la vita a molte donne che troppo spesso morivano nel disperato tentativo di abortire, ma dall'altra parte c'è anche l'altra grande questione morale, quella che in questo modo si pone fine ad un'altra vita...
Quando la sua figlia adottiva cresce e si ritrova ella stessa incinta senza un padre, la questione esplode in famiglia, contrapponendo i valori di Kukotskij e quelli della figlia...
In realtà il film è molto ricco e complesso, ed è estremamente difficile cercare di riassumerlo in poche righe, ma vale sicuramente la pena di guardarlo.

 
Oggetto: Re: «Il dono del dottor Kukòtskij» di Ulìtskaja
E' strano che questo film televisivo di dieci puntate abbia fatto Jurij Grymov, il regista di "Mumù" e "Il Collezionista". Ti è piaciuto il suo stile cinematografico? Io non ho visto tutte le puntate.

 
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Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Sì, era ben fatto. Lo stile era abbastanza leggero, considerando la lunghezza. Noi siamo riusciti a vedere anche tre puntate di seguito, non mi sono mai annoiato. E dire che ero scettico, perché di solito sono un po' prevenuto verso i seriali televisivi, soprattutto quelli che sembrano non finire mai. Ma questo si è fatto guardare senza difficoltà, e alla fine mi è quasi dispiaciuto che fosse l'ultima puntata.
"Mumù" non l'ho visto, mentre "Il Collezionista" mi è sembrato molto più ricercato e cinematografico; bello ma niente affatto semplice da capire.

 
Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Ho letto "Il dono del dottor Kukockij" pochi mesi fa. Lo considero un libro forte ma opprimente. Questo non è affatto un libro che vorrei rileggere.

Alena

 
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Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
l'ho preso ieri, vi faro' sapere, pero' e' in coda ad altri e in questi giorni il tempo mio e' scarsissimo

ps. anche in sloveno, croato, slovacco, polacco e magiaro il segno C indica la zeta dura, la ц cirillica

 
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Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Stavroghin: nella tua enumerazione obliasti il ceco e la variante latina del serbo. :mrgreen:
In quanto alla pronuncia, c'è sempre il dilemma tra la scientificità d'una grafía e le capacità linguistiche (ed il sapere) del medio consumatore.

 
Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
il ceco l'avevi gia detto tu, la variante latina del serbo mi fa ribrezzo....

 
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Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Pure a me, ma ciononostante viene usata. Anzi, 70'anni fa era l'unica scrittura del serbo. Credo, anzi, che i croati scrivessero usando lettere cirilliche. Oggi la situazione è riversa.

 
Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Pensate a me povero che devo cercare di rendere in grafia leggibile il russo nelle opere di storia in modo da non far affermare certi vezzi ridicoli. In Italia infatti per cause di ignoranza delle lingue dell'Europa Orientale si usa chiamare Ioann Ivan così che il Principe di Mosca Ioann Tretyi diventa Ivan Terzo e dunque all'orecchio russo medievale suona come Giovannino Terzo o sentire in TV che l'ungherese PUSZTA si leggerebbe PUZTA e non semplicemente (come è) PUSTA oppure chi sa che Czestochova (la e ha un pedice che indica la nasalizzazione) si deve leggere CENSTOHòVA o che Woytila (la l è tagliata ed indica un "incupimento") si legge VOITIWA? Penso che in Italia sarebbe ora che si introducesse l'insegnamento della trascrizione degli alfabeti in leggibile italiano (sempre approssimativo rispetto alla pronuncia originale). Anche perchè è stupido voler imporre l'alfabeto latino quando poi COMUNQUE le pronunce sono diverse sotto uno stesso segno. Esempio? La R tedesca o francese (uvulare) è rappresentata da G in olandese e non esiste in molte altre lingue che usano l'alfabeto latino. E come rappresentare l'affermazione inspirata BALTICA - hja - presente in Tedesco, Finlandese, Svedese e Russo? E come leggere la i senza puntino del turco? E l'impossibile J con un apice del ceco? O come distinguere la a con Umlaut che suonano in modo differente in Tedesco e in Finlandese o in Estone? E avete visto le grafie lettoni e lituane? E quelle islandesi? Questa è la nostra Europa...

 
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Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Tutto visto, tutto letto (o quasi)...
Sapevi che la "ä" finlandese ed estone in russo si trascrive colla lettera "я"?
Ioann-Ivan è un problema, ma ci sono nomi di personaggi storici che in certi contesti hanno differenti varianti: царь Иоанн Васильевич е Иван Грозный sono la stessa persona...
Ma il problema di relazione tra grafia e pronuncia di nomi e parole straniere è presente in ogni lingua e paese, non solo nell'Italia odierna. A guardare che il cognome d'un certo cantante messicano (Villazón) viene quasi sempre trascritto Виллазон nei media e mi viene la nausea.
I cinesi non si creano tanti problemi: è impossibile di rendere in modo comprensibile coi caratteri cinesi nomi che non provvengano dalla stessa lingua o da una lingua che non usi gli stessi caratteri (giapponese, coreano, fino a qualche anno fa anche vietnamese). Nell'ultimo caso si conserve però soltanto il significato, non la pronuncia (come nel caso delle ciffre, scritte in modo unico in tutta Europa (tranne la Grecia?), ma con pronuncie riflettenti le ciffre delle rispettive lingue.

 
Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Bravo Aneglo di Fuoco! C'è un andazzo curioso anche per il sanscrito che da noi (fra i poveri di spirito non coltissimi) si trascrive come lo trascrivono gli americani, mentre i russi (loro sì che sono bravi) lo trascrivono bene (+ o -). Facciamo un esempio. Brahma è facile da leggere BRA poi H (inglese) e poi MA. BHARAT invece com'è? E qui vi voglio. La pronuncia è come il calabrese e cioè prima B poi H spirata po A e poi T. Provaci e dimmi se ti riesce.

 
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Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Scusa, ma "ra" in "Bharat" viene pronunciato secondo te o no?
Eppoi, vuoi dir che dopo una la consonante l'acca sia soltanto un segno d'aspirazione od abbia un valore per se?
Credo che a me riescano entrambe varianti.

 
Oggetto: Re: «Il Dono Del Dottor Kukòtskij» Di Ulìtskaja
Scusami, ma nella fretta ho lasciato da parte RA inavvertitamente. Il discorso però non cambia. Comunque il fatto è che l'H ossia il suono "espirato" è combinato e seguente nella TRASCRIZIONE in alfabeto latino (in sanscrito è una SOLA LETTERA), ma il problema sorge quando si suggerisce una lettura a chi non lo sa che è sbagliata. Ad esempio, se tu trovassi DH o TH in una trascrizione di una aprola sanscrita saresti portato a leggerle come l'inglese di THERE la prima e quella di THATCHER la seconda e invece l'ESPIRAZIONE è successiva e combinata a D e a T. In russo infattui ttroveresti (sempre in trascrizione approssimata, ma piò vicina alla realtà della lingua russa) De He e Te He. Così è da leggere BUDDHA o RAJASTHAN. Ho trovato addirittura in testi italiani la cerimonia del SATTI scritto come si scrive in inglese SUTTEE. Certo che farebbe scalpore scrivere CALCUTTA come KALKATTA, ma questo il nome della città! IN altre parole trovo che trascrivere è sempre uno scempio e che sarebbe meglio che imparassimo più lingue straniere.

 
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