«E’ RICOPERTA DI NEVE, LA RUSSIA»
«ЗАМЕЛО ТЕБЯ СНЕГОМ, РОССИЯ»
Canta Zhanna Bicèvskaja (Жанна Бичевская)
https://www.youtube.com/watch?v=6Sss5JAglHQ
Замело тебя снегом, Россия, = E’ ricoperta di neve, la Russia
Запуржило седою пургой = Tu sei tutta ingombrata della bufera grigia di neve
И печальные ветры степные = E dei venti tristi della steppa
Панихиды поют над тобой. = Ufficiano un requiem sopra di te.
Ни пути, ни следа по равнинам, = Nessuna strada e impronta del piede in pianura,
По равнинам безбрежных снегов. = In pianura delle nevi immense
Не пробраться к родимым святыням, = Non si può farsi largo verso le chiese natie,
Не услышать родных голосов. = Non si può sentire le voci natali.
Замела, замела, схоронила = Ha ricoperto, ha ricoperto, ha nascosto
Всё святое, родное пурга. = Tutto quello che è santo e natale, la bufera di neve.
Ты, - слепая жестокая сила, = Tu sei la forza, sei cieca e crudele,
Вы, - как смерть, неживые снега. = Voi siete le nevi flebili, siete come la morte.
Замело тебя снегом, Россия, = E’ ricoperta di neve, la Russia
Запуржило седою пургой = Tutta sei ingombrata della bufera grigia di neve
И печальные ветры степные = E dei venti tristi di steppa
Панихиды поют над тобой. = Ufficiano un requiem sopra di te.
Oggetto: «E’ RICOPERTA DI NEVE, LA RUSSIA»
Oggetto: Re: «E’ RICOPERTA DI NEVE, LA RUSSIA»
Grazie per canzone antica Russa, canzone mi ha trasmesso con le sue parole grande tristezza e malinconia, mi sono chiesta perche' canta cosi' tanto dolore e morte? Un paesaggio innevato immacolato che seppur comporta durezza del vivere e difficile al contempo nel suo ricoprire tutto rende allo sguardo tutto immacolato e puro, pur nella sua durezza del vivere quel paesaggio dona bellezza a chi riesce a coglierla, mi sono chiesta e se io fossi nata in un territorio dove la neve era di casa fredda e gelida l'avrei amata? Si avrei amato quel suo cadere dolce e delicato quel senso di ovattato che dona ai passi e allo sguardo, quel senso di protezione che infonde nel ricoprire la natura dalle gelate, perche' la neve sotto il suo stratto protegge la terra e la nutre della preziosa acqua al suo disciogliersi, protegge la natura dormiente come una coperta sino all'arrivo dei raggi di sole che annunciano nuova primavera, l'avrei amata si e sarebbe per me isolana come il mare e il sole, non saprei rinunciare al mare con la sua voce e il ritmo delle onde che risuona con la risacca, il mio paesaggio interiore sa di sale e di mare, sa di sole e terre arse, allora mi domando ancora perche' canta della neve con tanta potenza colma di tristezza e richiami di morte? Curiosa come sempre faccio ricerca in rete e leggo qualcosa che mi illumina e dona senso alle parole della canzone il perche' tanta tristezza infonde la neve nei paesaggi Russi che si apprestano a festeggiar il Santo Natale, la risposta risuona in una parola "nostalgia" per la Patria lontana che mai si potra' mai ripercorrere, la morte e' nel proprio cuore nel non poter ripercorrere e segnare con i propri passi quelle neve immacolate, nel non poter raggiungere la natia chiesa che si veste dei colori del Santo Natale, le parole di questa canzone sono del Poeta Filaret Chernova, musica Costantino Stackelberg, Parole trovano ispirazione da un Romanzo scritto da Filarete Chernov nel 1918 in Russia, e pubblicato nello stesso anno sul quotidiano di Mosca "Svoboda". Ma la popolarità della canzone si ha non nella Russia sovietica,ma dalle genti della prima ondata di emigrazione russa, diventando il suo inno, un pianto dell'Anima nel ricordare come la neve ricopriva la Russia, quanto amore vibrano in queste parole, quanta patire e come dice l'ultima stroffa e' morire lentamente dentro se nel star lontani dai propri luoghi cosi' tanto amati. Grazie Zarevich per avermi donato occasione di approfondire anche questo tema doloroso della diaspora Russa nel suo percorso di Storia che cosi' tanto bene racconta questa intensa canzone.
Posto un altra interpretazione potente nella voce dove ho tratto le notizie che mi han aiutato a capire.
Posto un altra interpretazione potente nella voce dove ho tratto le notizie che mi han aiutato a capire.
Oggetto: Re: «E’ RICOPERTA DI NEVE, LA RUSSIA»
Grazie, cara amica! Grazie per le tue parole così esatte e cortesi. Hai piena ragione! È una canzone degli emigranti russi, di quei Russi che abbandonò la loro Patria e avevano sempre nostalgia fino alla fine della loro vita. A noi Russi è sempre difficile vivere fuori Russia, non so perché, anche se i Russi vivono dappertutto. Io invece non posso vivere all’estero, ho provato una volta, ma non posso. Cosa ci vuoi fare.
Mettendo oggi questa canzone sul nostro forum, volevo scrivere un commento, volevo spiegare la sua storia, ma poi ho deciso di non scriverlo, perché ora, adesso non è importante che la canzone appartenga ai Russi «stranieri». Noi tutti siamo Russi e abbiamo la nostra storia comune, bella e brutta, gloriosa e triste, ma sempre è la nostra. Anch’io quando vedo che cade la neve, la mia anima piange. Non so perché, forse perché sono Russo…
Zarevich
Mettendo oggi questa canzone sul nostro forum, volevo scrivere un commento, volevo spiegare la sua storia, ma poi ho deciso di non scriverlo, perché ora, adesso non è importante che la canzone appartenga ai Russi «stranieri». Noi tutti siamo Russi e abbiamo la nostra storia comune, bella e brutta, gloriosa e triste, ma sempre è la nostra. Anch’io quando vedo che cade la neve, la mia anima piange. Non so perché, forse perché sono Russo…
Zarevich
Oggetto: Re: «E’ RICOPERTA DI NEVE, LA RUSSIA»
Russi «stranieri» ?
Buona Domenica Zarevich, leggere questa espressione “Russi «stranieri»“ mi ha stupita, perche' “stranieri” io penso si resti Russi, Italiani, Sardi se stessi ovunque si venga accolti nel mondo, anche se ci si integra in una parte di mondo differente dal nostro conosciuto e profondamente amato, mondo lasciato per i tanti motivi possibili, penso che metter distanza non intacchi minimamente il nostro essere profondo che seppur si vada lontani quel mondo resta dentro di noi sino a che si ha respiro, conosco quanto affermate della difficolta' di lasciare la terra che vi ha generato e forgiato carattere, conosco perche' e' un fenomeno che ha coinvolto fortemente l'Italia, sia per motivi politici quanto economici, sono tantissimi gli Italiani nel Mondo compresi tanti Sardi, costretti a partire sia in Continente come usiamo noi chiamare cio' che sta oltre la nostra Isola, ossia l'Italia della Terraferma .:) o andar oltre nella tante terre “promesse” come le Americhe e l'Australia per citarne alcune oppure scegliere mete piu' vicine per cultura economica piu' che culturale e sociale, tanti miei concittadini han scelto ad esempio di proseguire il lavoro che gli apparteneva da sempre a cui erano legati da un vincolo forte di coraggio e di orgoglio, lavoro durissimo quale quello di minatore intriso di sudore e sangue per il pericolo che sempre insidia queste attivita' nel ventre della terra e che qui per motivi economici non erano piu' economiche mantenere attivi, via verso Belgio, Francia e sopratutto Germania, sicuramente se la Russia fosse stata terra ricettiva all'epoca sovietica quasi sicuramente tanti sardi avrebbero trovato casa nel Donbass Sovietico terra a vocazione mineraria.
Una realta' quella dell'emigrazione che mi rattrista fortemente ma al contempo mi colma il cuore di orgoglio per come i Sardi nel mondo siano riusciti a mantenere vivi i loro legami con terra natia, la loro lontananza ha creato nelle terre lontane nuove modalita' di vivere la loro “Sardita'” hanno creato il fenomeno aggregativo e di solidarieta' dei “Circoli Sardi” un pezzetto di “terra Sarda” all'Estero, chi varca la soglia dei locali ospitanti ritorna a loro nella sua essenza piu' bella e vera l'Isola natia, luogo dove ritrovarsi e parlare la lingua in tutte le sue declinazioni con altri sardi di paesi vicini e distanti dal proprio, ma ci si sente Sardi e Uniti piu' che mai, una forza coesa che non conosce distanze perche' le distanze esistono solo nella nostra testa, spiritualmente vicini alla terra d'origine, una fitta rete che unisce queste realta' alla sua Isola, perche' la Sardegna con grande sensibilita' e sforzo economico ha scelto di mantenere legame forte con i suoi concittadini nel mondo, spero che questo percorso sia incentivato e promosso sempre piu' e sia occasione di fare progetti insieme per cementare ancor piu' il legame di Appartenenza.
I Sardi nel mondo costituiscono una grande ricchezza, felice quando sento che un Sardo si sia distinto sia nel campo professionale che umano sono e donano energia, e mettono a disposizione del Paese accogliente tutto cio' che e' nelle loro disponibilita' e sapere. cosa ancor piu' bella promuovono la nostra cultura ovunque si trovano, trasmettono gli antichi saperi, usi costumi e tradizioni.
I Sardi nel mondo se desiderano hanno facolta' di poter determinare con il loro voto le scelte politiche della Regione, la quale partecipa con un adeguato contributo alle spese per il viaggio, non conosco quale sia la realta' nelle altre Regioni Italiane a riguardo l'emigrazione e rapporti con gli emigrati ma la Sardegna mantiene forte i legami con i suoi Figli lontani e mai userei l'espressione “Sardi stranieri” li considero piuttosto Sardi lontani geograficamente ma mai spiritualmente, sempre Figli di quest'Isola che non ha saputo con le sue difficolta' politiche ed economiche nella sua storia capace di donare loro possibilita' di realizzazione.
http://www.sardegnamigranti.it/inde...&na=1&n=10&qr=1
Lo dimostra il fatto che chi parte lavora una vita distante, tesse nuovi rapporti e impara nuova lingua, ma da subito parte con il pensiero costante di tornare alla sua Isola, tant'e' che molti mantengono la casa genitoriale oppure ne acquistano altra magari al mare dove tornano ben volentieri nella bella stagione e poi una volta in pensione ritornano definitivamente, pur se i figli restano nella terra dove sono stati accolti, per scelta o per occasione di opportunita', la tecnologia tutto sommato abbatte le distanze i low cost, internet, comunciazioni piu’ semplici, web cam e via discorrendo. Rimane il fatto che il mal di Sardegna e’ un sentimento intimo e profondo, spesso difficile da condividere.
Tutto questo per dire che comprendo benissimo cosa racchiude il suo pensiero e sentire quando confida di non esser riuscito a star lontano dalla sua amata Terra Russa.
http://www.rainews.it/dl/rainews/me...Paul-Meyer-sui-
minatori-italiani-214aa096-3c64-4aca-852c-c1cbdfe68567.html
Penso che anche i Russi nel mondo abbiano creato un modo di stare insieme e trovare solidarieta' e conforto di sentire e vivere le proprie tradizioni e sentire la Madre Patria anche nella lontananza sentirla "vicina", nella condivisione di stare insieme e in questo trovare conforto.
Buona serata Zarevich
Buona Domenica Zarevich, leggere questa espressione “Russi «stranieri»“ mi ha stupita, perche' “stranieri” io penso si resti Russi, Italiani, Sardi se stessi ovunque si venga accolti nel mondo, anche se ci si integra in una parte di mondo differente dal nostro conosciuto e profondamente amato, mondo lasciato per i tanti motivi possibili, penso che metter distanza non intacchi minimamente il nostro essere profondo che seppur si vada lontani quel mondo resta dentro di noi sino a che si ha respiro, conosco quanto affermate della difficolta' di lasciare la terra che vi ha generato e forgiato carattere, conosco perche' e' un fenomeno che ha coinvolto fortemente l'Italia, sia per motivi politici quanto economici, sono tantissimi gli Italiani nel Mondo compresi tanti Sardi, costretti a partire sia in Continente come usiamo noi chiamare cio' che sta oltre la nostra Isola, ossia l'Italia della Terraferma .:) o andar oltre nella tante terre “promesse” come le Americhe e l'Australia per citarne alcune oppure scegliere mete piu' vicine per cultura economica piu' che culturale e sociale, tanti miei concittadini han scelto ad esempio di proseguire il lavoro che gli apparteneva da sempre a cui erano legati da un vincolo forte di coraggio e di orgoglio, lavoro durissimo quale quello di minatore intriso di sudore e sangue per il pericolo che sempre insidia queste attivita' nel ventre della terra e che qui per motivi economici non erano piu' economiche mantenere attivi, via verso Belgio, Francia e sopratutto Germania, sicuramente se la Russia fosse stata terra ricettiva all'epoca sovietica quasi sicuramente tanti sardi avrebbero trovato casa nel Donbass Sovietico terra a vocazione mineraria.
Una realta' quella dell'emigrazione che mi rattrista fortemente ma al contempo mi colma il cuore di orgoglio per come i Sardi nel mondo siano riusciti a mantenere vivi i loro legami con terra natia, la loro lontananza ha creato nelle terre lontane nuove modalita' di vivere la loro “Sardita'” hanno creato il fenomeno aggregativo e di solidarieta' dei “Circoli Sardi” un pezzetto di “terra Sarda” all'Estero, chi varca la soglia dei locali ospitanti ritorna a loro nella sua essenza piu' bella e vera l'Isola natia, luogo dove ritrovarsi e parlare la lingua in tutte le sue declinazioni con altri sardi di paesi vicini e distanti dal proprio, ma ci si sente Sardi e Uniti piu' che mai, una forza coesa che non conosce distanze perche' le distanze esistono solo nella nostra testa, spiritualmente vicini alla terra d'origine, una fitta rete che unisce queste realta' alla sua Isola, perche' la Sardegna con grande sensibilita' e sforzo economico ha scelto di mantenere legame forte con i suoi concittadini nel mondo, spero che questo percorso sia incentivato e promosso sempre piu' e sia occasione di fare progetti insieme per cementare ancor piu' il legame di Appartenenza.
I Sardi nel mondo costituiscono una grande ricchezza, felice quando sento che un Sardo si sia distinto sia nel campo professionale che umano sono e donano energia, e mettono a disposizione del Paese accogliente tutto cio' che e' nelle loro disponibilita' e sapere. cosa ancor piu' bella promuovono la nostra cultura ovunque si trovano, trasmettono gli antichi saperi, usi costumi e tradizioni.
I Sardi nel mondo se desiderano hanno facolta' di poter determinare con il loro voto le scelte politiche della Regione, la quale partecipa con un adeguato contributo alle spese per il viaggio, non conosco quale sia la realta' nelle altre Regioni Italiane a riguardo l'emigrazione e rapporti con gli emigrati ma la Sardegna mantiene forte i legami con i suoi Figli lontani e mai userei l'espressione “Sardi stranieri” li considero piuttosto Sardi lontani geograficamente ma mai spiritualmente, sempre Figli di quest'Isola che non ha saputo con le sue difficolta' politiche ed economiche nella sua storia capace di donare loro possibilita' di realizzazione.
http://www.sardegnamigranti.it/inde...&na=1&n=10&qr=1
Lo dimostra il fatto che chi parte lavora una vita distante, tesse nuovi rapporti e impara nuova lingua, ma da subito parte con il pensiero costante di tornare alla sua Isola, tant'e' che molti mantengono la casa genitoriale oppure ne acquistano altra magari al mare dove tornano ben volentieri nella bella stagione e poi una volta in pensione ritornano definitivamente, pur se i figli restano nella terra dove sono stati accolti, per scelta o per occasione di opportunita', la tecnologia tutto sommato abbatte le distanze i low cost, internet, comunciazioni piu’ semplici, web cam e via discorrendo. Rimane il fatto che il mal di Sardegna e’ un sentimento intimo e profondo, spesso difficile da condividere.
Tutto questo per dire che comprendo benissimo cosa racchiude il suo pensiero e sentire quando confida di non esser riuscito a star lontano dalla sua amata Terra Russa.
http://www.rainews.it/dl/rainews/me...Paul-Meyer-sui-
minatori-italiani-214aa096-3c64-4aca-852c-c1cbdfe68567.html
Penso che anche i Russi nel mondo abbiano creato un modo di stare insieme e trovare solidarieta' e conforto di sentire e vivere le proprie tradizioni e sentire la Madre Patria anche nella lontananza sentirla "vicina", nella condivisione di stare insieme e in questo trovare conforto.
Buona serata Zarevich
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