Oggetto: «CARLO GALEFFI, VE LO RICORDATE?»
Ieri ho ascoltato una vecchia registrazione del baritono Carlo Galeffi tratta dal "Barbiere" di Rossini. I cantanti di tanti anni fa (prima dell'ultima guerra) amavano variare notevolmente la voce, molte volte cantando anche in falsetto. Galeffi ha una timbrica mutevole, c'è molta teatralità nella dizione, passa dalla voce roca e gracchiante al suono melodioso e puro, dalla risata improbabile e ritmata ad un tono di voce molto naturale....nei cantanti moderni tutto questo si è perduto: non ho mai capito il motivo. Ve lo immaginate un tenore che canta in falsetto oggi? Forse hanno eliminato tutti quei "fronzoli"perchè possono trasfigurare l'originalità della partitura musicale, ma a me tutte quelle infarciture piacciono molto! Non ho l'orecchio per distinguere la dizione in russo, c'è la stessa cosa nelle opere russe? Voglio dire: i cantanti russi dei primi decenni del novecento hanno un modo diverso di cantare rispetto ad i contemporanei? Immagino di sì, ma vorrei il parere di un russo....
P.S.
Qualche volta rispondete in russo: almeno mi sforzo di usare il vocabolario! :-)

 
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Penso che a questa tua domanda ti possa dare la risposta il nostro Aladino.
Думаю, что на этот твой вопрос тебе может дать ответ наш Аладин.
Zarevich



Ultima modifica di Zarevich il 17 Dic 2017 19:02, modificato 1 volta in totale
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rispondo volentieri in breve.....l'uso del falsetto in Galeffi in realta' non esiste in termini generali se nno forse nella cavatina di Figaro alle parole. "Ehi Figaro" quando si vuole dimostrare che veniva chiamato da uomini maturi,ragzi e perfino donne..di qui l'uso del falsetto! Diverso e' invece luso del falsetto da parte del registro tenorile uso che si eì mano a mano perso fino quasi a scomparire...Gigli per es. usava un falsettone rinforzato che era una sorta di seconda voce e che gli ocnsentiva di canatre un intero brano in quel modo. E' chiaro che per le voci nordiche e in parte quelle slave per ragioni congenite il f. fosse quasi impossibile da usare semai era piu' usata la mezza voce. Comumque in genere si puo' dire che le voci moderne anche per mancanza di duttilita' tecnica sono poco portati all'uso del falsetto al quale semmai ricorrono in modo spesso goffo per aiutarsi nella tessitura!

 
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Grazie per la risposta: allora in russo il falsetto non è mai stato usato? Nella registrazione che ho ascoltato di Galeffi l'uso del falsetto era sporadico, addirittura sulla nota singola..... però mi sembra strano che le voci moderne sono prive di duttilita' tecnica :shock: Non credi che sia proprio una cosa voluta? ( Secondo me è un peccato, si lascia qualcosa dell'interpretazione che era preziosa... )

 
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ti assicuro che circa le voci moderne ( degli ultimi 20 anni circa) l'uso del "falsetto" e' davvero un falso problema......e' come una porta che cigola in un edificio dalle fondamenta instabili
:(

 
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Aladino ha scritto: 
l'uso del "falsetto" e' davvero un falso problema......e' come una porta che cigola in un edificio dalle fondamenta instabili

In che senso è un falso problema?
L'argonauta a cui piacciono le porte cigolanti! :)

 
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io preferisco invece la solidita' degli edifici :)

 
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argonauta ha scritto: 
Grazie per la risposta: allora in russo il falsetto non è mai stato usato?

Nella registrazione che ho ascoltato di Galeffi l'uso del falsetto era sporadico, addirittura sulla nota singola..... però mi sembra strano che le voci moderne sono prive di duttilita' tecnica :shock: Non credi che sia proprio una cosa voluta? ( Secondo me è un peccato, si lascia qualcosa dell'interpretazione che era preziosa... )
Non so se conosci "Il Gallo d'oro" di Rimskij-Kòrsakov. Là la parte dell'Astrologo è scritta per una voce che il compositore definì "tenore altino" e ch'egli medesimo ammise d'essere rarissima (in questa versione la parte dell'astrologo è estesa fino al mi sopracuto, come quella della regina di Shemakha). Perciò Rimskij provvide le alterazioni necessarie perché la parte potesse essere cantata da un tenore lirico con un buon falsetto o falsettone - non so quale sia la traduzione giusta. Comunque, il tenore in questa versione deve avere tuttavia un do diesis sopracuto. Non sono assai esperto in tecnica e non posso dirti come la parte dell'Astrologo fosse risolta nella vecchia incisione sovietica o nel recente DVD della coproduzione del Mariinskij di San Pietroburgo collo Châtelet parigino o dai tenori che cantano la parte altrove.

 
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Conosco, grazie a Zarevich, l'edizione del Gallo d'oro diretta da Nagano con il coro del Mariinskij e l'Orchestre de Paris. In effetti il ruolo dell'astrologo è scritto su toni acuti e ci vorrebbe una voce sottile e appuntita: ma non è in falsetto!

Brevemente, per chi non conosce il "Gallo d'oro" dalla fiaba di Pushkin:

PROLOGO: Un astrologo ammonisce gli spettatori di fare attenzione al senso della fiaba, fantastica ma istruttiva.

ATTO PRIMO: Nel palazzo dello zar Dodòn è riunito il consiglio. Lo zar vorrebbe dormire ma i nemici lo minaccano e i figli non sono d'aiuto. Un astrologo regala allo zar un uccello meccanico, un galletto-statua e una sentinella-sveglia. Lo zar Dodòn, felice, promette che si sdebiterà con l'astrologo alla prima occasione. Lo zar va finalmente a letto mentre la nutrice Amèlfa gli canta le filastrocche sui dolciumi. Ma il gallo lo sveglia con il suo chicchirichì, lo zar manda in guerra i soldati e si rimette a dormire. Dopo poco il gallo lo risveglia , lo zar parte ad affrontare il nemico.

ATTO SECONDO I soldati descrivono l'orrore della guerra e lo zar scopre i propri figli che si sono uccisi a vicenda. Compare la regina di Shemakhan, di incredibile bellezza: dichiara di essere venuta a conquistare il regno di Dodòn armata solo del suo fascino. I figli dello zar si sono uccisi per lei, nella scena descrive la sua sensualità, la sua innocenza, la sua nudità. Si dichiara malinconica ed infelice. Lo zar si innamora e si offre di consolarla.

ATTO TERZO Nel regno di Dodòn c'è apprensione: il popolo osserva il galletto immobile. Arriva il corteo: animali, uomini con vestiti sgargianti, selvaggi, nani, giganti. Compare anche l'astrologo che chiede la mano la regina di Shemakhàn come compenso per il gallo. Lo zar si rifiuta. L'astrologo insiste. Dodòn lo colpisce in testa con lo scettro e stramazza al suolo. Il gallo si alza in volo e becca la testa dello zar, la regina scompare. Lo zar muore e il popolo intona un coro.

EPILOGO: L'astrologo spiega: il pubblico non si turbi per il sangue sparso, solo lui e la regina sono figure vive, gli altri illusione: fantasmi e povere larve.

 
Oggetto: «CARLO GALEFFI, VE LO RICORDATE?»
Carlo Galeffi (1884-1961), fu il baritono ufficiale della Scala per oltre un ventennio alla voce poderosa e qualitativamente «bella», tecnicamente forbida tale reggeere senza fatica le tessiture tenorili del più tipico Verdi, da poter smorzare a qualunque quota si aggiungeva la prestanza scenica, che lo rendeva antagonista credibile e temibile. Nei panni dell’infelice e tormentato re e padre verdiano, il primo di una lunga serie Galeffi, a distanza di oltre novant’anni dalla registrazione e dopo il rientro stabile del titolo nel repertorio, spiega con semplicità l’ubi consistam della voce importante e della pregnanza dell’interprete

https://www.youtube.com/watch?v=blH3Z-Y_LN4
Canta Carlo Galeffi: «Cortigiani, vil razza dannata»

 

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